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con Karitama, Torako

16:22 Torako:
  [Quinto Cerchio] C'è il sole e fa abbastanza caldo. Ma non è questo a dare fastidio ad una certa ragazzina. Sì, perchè se ne sta nascosta in uno dei vicoletti del Quinto Cerchio di Kusa, dietro un cumulo di sacchi dell'immondizia e qui il problema è la puzza. Per il momento cerca di non pensarci troppo. Anche oggi per mettere qualcosa sotto ai denti ha rubacchiato e anche oggi la sua 'vittima' ha iniziato ad inseguirla. Forse è quella la parte più divertente di andare in giro a rubare, essere inseguiti e potersi beffare del malcapitato non appena riesce a mettere abbastanza distanza da potersi girare e fare una bella pernacchia, prima di riprendere a correre a perdifiato. Adesso è da almeno una decina di minuti che aspetta lì nascosta, ha anche finito di mangiare ciò che è riuscita a procurarsi e chiunque la stesse rincorrendo dovrebbe essere andato oltre. In teoria. Si spera. Aspetta ancora un paio di minuti, poi si decide. Si alza in piedi e, lentamente, si avvicina all'uscita di quel vicoletto, rimanendo ancora nascosta nell'ombra, cercando di sbirciare verso la strada più grande, nella speranza di non vedere nessuno che abbia intenzione di prenderla per la collottola e gonfiarla come una zampogna. Per il momento non sembra esserci nessuno. Sul visetto da ragazzina si allarga un grosso sorrisone soddisfatto. Anche oggi l'ha sfangata! Porta le mani ai lunghi capelli biondi e si stringe meglio la coda alta mentre compie qualche passo verso la strada più grande, immettendosi in questa e iniziando a camminare senza meta fra le varie persone lì presenti. E' una ragazzetta di diciassette anni che passa piuttosto inosservata. Alta meno di un metro e sessanta, magrolina e dalla carnagione chiara, con dei vispi occhietti blu ed un sorriso furbetto. Veste solo con un paio di pantaloni neri che arrivano sotto al ginocchio ed una maglietta senza maniche color verdone militare, tutta accollata, a nascondere ancora di più quel seno già praticamente inesistente.

16:41 Karitama:
 Una nuova giornata comincia per l'artista, con il sole che timido filtrerebbe dalle tende accostate alla porta finestra. Lasciate le lenzuola cremisi, e dopo essersi sottoposto ai Rituali mattutini atti a liberarlo dai segni delle notti insonni, andrebbe a posizionarsi sul letto ponendo le gambe in un incrocio perfetto. Fatto questo andrebbe a porre il sigillo della capra all' altezza del plesso solare e a dare inizio all' opera di impasto del chakra. Lascerebbe cadere delicate le palpebre nel tentativo di rallentare, calmare, il respiro e battiti di quel cuore turbato. In quel corpo sentirebbe intrappolate due energie separate ma spinte l’una verso l’altra in un’eterna ricerca di contatto. Un uomo, lungo crine corvino e occhi di un viola tanto profondo da perdercisi, due ali viola trattenute da catene oscure, nere come la pece e forti come il legame che si ha con la vita, nate dal male che intrappola ognuno di noi a quella realtà faticosa e disgustosa che è l’esistenza in un corpo materiale. Un ragazzo che cerca di fuggire invano da quel dolore per essere libero. Dinnanzi a lui una donna, lungo crine dorato e occhi di un azzurro simile a ghiaccio tanto freddo da far raggelare il sangue, sospesa a mezz’aria grazie a due ali, bianche e luminose, simbolo della libertà che risiede nella mente di ognuno di noi. La libertà di sognare e fuggire dal male. Una mano candida a sfiorare il volto distrutto di quel ragazzo, una luce incandescente a rompere la nera prigione, un volto che ora si rivolge verso di lei, ad incrociare quelle gemme l’una nell’altra. Le ali spiegate ora pronte a librare libere, le piume bianche a sfiorarsi con quel viola ora e per sempre. Un abbraccio, un bacio rubato e un lampo blu incandescente. Dalla luce una figura, non più l’una né più l’altro, ma entrambi un una sola cosa, un angelo e un demone ora insieme per dar forza all’ artista che ha voluto raccontare questa storia. L’energia scaturita andrebbe ad invadere il keirakukei fino a raggiungere ognuno dei 361 tsubo di quell’esile corpo. Finito il risveglio lascerebbe cadere al suolo la seta che lo ha avvolto durante la notte per indossare una camicia di lino bianco, risvoltata all'altezza del gomito, che cadrebbe leggera sulla forma esile del giocane. andrebbe poi a fasciare le gambe con un jeans nero e le estremità inferiori sarebbero chiuse in un paio di anfibi bianchi con dettagli neri. Andrebbe ad indossare l'anello regalatogli dalla sorella al medio destro per poi coprire entrambe le mani con dei guanti ninja viola. Completati i preparativi impugnerebbe il Bo nella mancina, portato però con se anche lecorde per legarlo alla schiena, e si avvierebbe verso il quinto cerchio del villaggio per poter disegnare un po' di quei sobborghi malfamati. Muoverebbe un passo dopo l'altro su quelle strade battute alla ricerca di ignari soggetti da imprimere su carta. Camminando noterebbe questa ragazzina sul viale centrale muovere piccoli passi tranquilli. Karitama, rimandendo per un attimo fermo ad osservarla, prenderebbe dalle tasche del jeans un carboncino nero e un foglio stropicciato tenendoli nella destrorsa prima di posare il Bo dietro la schiena. [Chakra On]

16:53 Torako:
  [Quinto Cerchio] Corruccia appena le labbra sottili, alzando lo sguardo verso il cielo azzurro. A farle da barriera solo quei fili del bucato che volano da una parte all'altra delle strade del quinto cerchio, in ogni posto, su ogni strada, tanto che c'è da chiedersi se si possa mai vedere quel cielo senza dover per forza posare lo sguardo sulle mutande di un qualche sconosciuto. Beh, una soluzione c'è a questo problema... E la ragazzina sembra assolutamente intenzionata a metterla in pratica. Fra le varie persone lì presenti, non si accorge di quel ragazzo con il Bo sulla schiena, anche perchè le iridi azzurre stanno guizzando sulle pareti delle case lì vicino, alla ricerca di una scala antincendio o di qualsiasi cosa che le permetta di raggiungere un tetto. Non è ancora una Kunoichi e sebbene sia iscritta all'Accademia è doveroso ammettere che è decisamente un'assenteista. Dovrebbe impegnarsi di più, lo sa, servirebbe per il suo futuro, ma si diverte così tanto fra queste strade che, beh, non riesce a farne a meno. Finalmente un luccichio appena oltre l'inresso dell'ennesimo vicoletto della zona attira il suo sguardo. Sì, potrebbe essere una di quelle vecchie e malridotte scale in metallo che portano fino al tetto dell'edificio. Inizia a corricchiare, passando proprio davanti al tizio con il Bo, ignorandolo completamente. <Ops!> Solo questo quando in una curva un po' troppo stretta rischierebbe di tirargli una spallata. Piccola ed esile com'è, l'altro potrebbe quasi nemmeno accorgersi di quel leggero colpo. Con una veloce piroetta si gira a guardare il tizio <Scusa!> Esclama con il suo solito ampio sorriso, mentre la mano sinistra si alza verso l'alto, quasi ad enfatizzare le sue scuse. Se non verrà fermata e se non le verrà rivolta parola, continuerà la sua corsetta verso quella scala in metallo, decisa a raggiungerla per poi poter arrivare al tetto dell'edificio.

17:14 Karitama:
 Tutta quella vitalità, quella spensieratezza e quella voglia di divertirsi. L'artista non cercava altro. Vedendo la piccola dal crine dorato correre verso di lui per poi sorpassarlo, mostrerebbe su quel pallido volto un sorriso accennato appena. Alle scuse della stessa, risponderebbe con un cenno del capo chiosando con un tono abbastanza alto da essere udibile un semplice <Non preoccuparti>. Le iridi indaco e profonde come il mare dell'Ishiba andrebbero a cercare quelle azzurre come il cielo della ragazzina incrociandole per qualche istante prima che questa provi nuovamente a correre verso quella scala malconcia e pericolosa che si appoggia ad uno dei tanti muri rovinati della periferia. <Che cerchi di fare?> chiederebbe divertito alla biondina allungando velocemente qualche passo verso di lei sfruttando anche la velocità che il chakra gli concede. Accorcerebbe le distanze fermandosi ad un metro da lei e sorridendole ingenuamente. Quella figura esile e pimpante lo metterebbe stranamente di buon umore, spingendolo ad avvicinarla al semplice scopo di conoscerla e comprenderla. <Mi servirebbe una guida per queste strade, e tu mi sembri abbastanza sveglia da mostrarmi cosa si può nascondere tra questi vicoli> concluderebbe avvicinandole la mano al candido volto, se questa non si opponesse, per carezzarle la gota sinistra. [Chakra On]

17:25 Torako:
  [Quinto Cerchio] <Mh?> Mugugna quando le viene chiesto cos'abbia intenzione di fare. Alza la mano sinistra, chiudendola in un pugno e allingando solo l'indice a puntare verso il tetto dell'edificio <Voglio salire lassù!> Spiega senza chiedersi perchè qualcuno possa interessarsi a lei. Di solito attira l'attenzione solo quando fa qualcosa di male, è insolito che venga notata quando ancora non ha fatto nulla. Al momento, comunque, la ragazzina non si fa tante domande e risponde con sincerità. Ferma il suo passo, dando ora le spalle alla vecchia scala in metallo e girandosi a guardare lo sconosciuto con il Bo, continuando a mostrare quel suo sfrontato sorriso da furbetta che raramente le si scolla dala faccia. A giudicare dall'espressione, non si direbbe che vive per strada e che mangia qualcosa solo quando riesce a rubacchiare in giro. E' solare come può essere solo una ragazzina spensierata e che vive alla giornata, per divertirsi e non ha grandi altri pensieri per la testa. <Dove vuoi che ti porto?> Chiede accettando subito di fare da guida all'altro <Però prima dovrai darmi qualcosa in cambio> Annuisce con una certa convinzione. <Quel...> '..lo potrebbe andare bene' direbbe indicando il Bo, se solo non venisse bloccata da quella carezza. Si pietrifica per un istante. No, uno sconosciuto che ti accarezza in un vicolo non è mai un buon segno. Spalanca gli occhi blu, quindi accentua ancora di più il suo sorriso, che ora si fa un poco a disagio. Fa un passo indietro e appoggia le mani sui pioli della scala, allungando un piede fino a che non raggiunge il piolo più in basso, del tutto decisa a salire verso il tetto <Sai che ti dico?> Ridacchia nervosamente <Alla fine io non conosco poi così bene questi vicoli> Mente annuendo e socchiudendo lentamente li occhioni blu <Chiedi a qualcuno in strada, di sicuro troverai chi saprà aiutarti> Conclude mostrando ancora quell'enorme sorrisone, anche se ora sfumato di nervosismo e allarme. Ha tutta l'intenzione di scappare il più in fretta possibile, non appena ne avrà la possibilità.

17:40 Karitama:
 Karitama sarebbe attento ad ogni movimento della ragazza e ad ogni singola variazione nella sua voce mentre muoverebbe quei passi e l'arto sinistro. Dopo la carezza noterebbe il cambiamento nel volto della ragazzina dalle Iridi Azzurre. Vedendola allontanarsi, diversa da come era stata fino a quel momento, perderebbe il sorriso che fino a quel momento era stato presente sul volto candido. Non capirebbe il motivo del quel cambio di voce e sguardo, non capirebbe come una carezza potrebbe cambiare tanto in una ragazza spensierata come lei. <Tutto... tutto bene?> chiederebbe abbassando il tono della voce cercando di essere il più educato e accomodante possibile. <Ho fatto o detto qualcosa di sbagliato?> continuerebbe incrociando le iridi profonde e sincere con quelle della ragazza, quasi frustrato dall'aver commesso qualche errore. <Io sono Karitama, Karitama ishiba> direbbe sorridendo e cercando di rassicurarla. <Sono un neo-genin, ma prima di tutto un' artista. Sono venuto qui alla ricerca di ispirazione e di qualcosa che potesse allontanarmi dagli artifici che avvolgono i cerchi interni del villaggio.> concluderebbe per qualche istante sperando che quella ragazza così pura non si allontani da lui. <Odio dover vedere persone che fingono una felicità non reale. Odio tutto ciò che tenta di nascondere la verità ai miei occhi, ma tu... tu mi sei smbrata così spensierata e pura che ho avuto l'impulso di avvicinarmi per conoscerti.> direbbe con un tono sempre più tranquillo e spontaneo, allungando con delicatezza la destrorsa per stringerle la mano in segno di saluto. Se il genin si dovesse accorgere che il movimento del braccio potrebbe infastidirla nuovamente, lo ritirerebbe all'istante chinando semplicemente il capo in segno di riverenza. [Chakra On]

17:58 Torako:
  [Quinto Cerchio] <Sìsì! Tutto bene!> Si affretta a rispondere, mentre sale quella scala di appena un paio di pioli, già pronta alla fuga e a mettere più metri possibili fra lei e quel tipo strano. Scappare e nascondersi, queste sono le armi della ragazzina che le hanno permesso di sopravvivere per i suoi primi diciassette anni di vita. Come sopravvivere per i prossimi anni è un problema della Torako del futuro, quindi al momento la cosa non la tange. <No no! Nulla di sbagliato!> Risponde ancora facendo ancora uno scalino in su, mantenendo quell'enorme sorrisone a trentadue denti e magari anche qualcuno in più. Il cognome del ragazzo non le dice nulla. Conosce solo i clan di Kusa e gli Ishiba non sono originari del paese dell'erba, quindi non le fa suonare nessun campanello sentire quel nome. Sentire tutta la spiegazione sul chi lui sia e sul perchè sia lì, fa fermare la ragazzina. Un artista gein che vive nei cerchi più interni. Mh, forse potrebbe anche evitare di scappare, magari ne riesce a cavare qualcosa di buono. Comunque non scende dalla scala, rimanendo abbarbiccata lì sopra come un gattino sul ramo di un albero. Ancora non è una tigre, come suggerisce il suo nome, per il momento deve accontentarsi di essere un gattino indifeso che se la cava come può. E poi il tizio di nuovo la tocca. Non si ritrae, ma non sembra apprezzare particolarmente la smania di contatto fisico che ha quel tipo che, ai suoi occhi, risulta così strano. C'è qualcosa nel suo modo di fare che la mette in allarme. Ma forse è solo una sensazione sbagliata. <Beh, io mi chiamo Torako> Decide di presentarsi a sua volta, mostrando nuovamente quel suo ampio sorriso e incinando leggermente la testa in avanti, come ad abbozzare appena una sottospecie di inchino. <Si vive davvero così male nei cerchi interni?> Chiede curiosa la ragazzina. Non ha mai intavolato grandi conversazioni con gli abitanti della parte più ricca di Kusa, quindi è davvero incuriosita da quella situazione... Anche se rimane sempre pronta a scappare. Certo, sarebbe un po' inutile scappare da un Genin, ma ehi, tentar non nuoce. Forse.

18:17 Karitama:
 Stringendole la mano tornerebbe a sorridere tranquillo. <Piacere di conoscerti Torako> direbbe tranquillizzandosi e tentando ancora una volta di far tranquillizzare la ragazzina. Sentendo la domanda che la piccola biondina gli pone abbasserebbe leggermente lo sguardo al suolo per poi tornare ad incrociare le iridi con lei. <Non si vive male, ma la vita è sempre condizionata da modelli di comportamento, pensieri falsi e tentativi di nascondere le verità che giacciono sotto ciò che noi vediamo> risponderebbe leggermente più spento. <Sai io sono un pianista, pittore, poeta e chitarrista. Sono ciò che comunemente viene chiamato artista, e come ogni artista cerco la verità dietro ogni cosa, nel tentativo di trasmetterla a chi vede o ascolta le mie bellissime creature.> direbbe allargando la mano dove si trovano quel foglio stropicciato e il carboncino consumato, al fine di mostrarli a Torako. <Se conosci un posto dove sederci, come un bar o un ristorante, posso farti vedere come disegno e cosa intendo dicendoti che cerco l'essenza di ogni cosa.> direbbe guardandola in quelle iridi azzure che per qualche istante lo distraggono dal discorso. <Se vuoi rimanere appesa lì mi siederò qui e te lo mostrerò ugualmente, ma questa strada non mi sembra il posto migliore dove sostare.> concluderebbe ridacchiando divertito dalla situazione surreale e da quella gattina attaccata alla scala arrugginita e pericolante. Attendendo risposta porrebbe la destrorsa nella tasca corrispondente del jeans per estrarre un contenitore di cartoncino bianco probabilmente contenente delle sigarette. [Chakra On]

18:29 Torako:
  [Quinto Cerchio] A sentire quali sono i problemi di chi vive nei cerchi interni, non può fare a meno di ridacchiare, censurandosi dall'esternare un 'problemi da ricchi' che ha lì, sulla punta della lingua ma che ha la buona creanza e soprattutto l'accortezza di non esprimere ad alta voce. Certo, quando hai lo stomaco pieno, un tetto sulla testa e la possibilità di toglierti anche degli sfizi, è ovvio che non ti poni il problema di dove andare a rubare del cibo per saziarti e di dove raggomitolarti la sera per dormire al sicuro. Una cosa che potrebbe far arrabbiare qualcuno nelle condizioni della ragazzina, a lei fa semplicemente ridere. Le sembra così divertente che qualcuno possa farsi dei problemi del genere. <Uhm... Sì, conosco qualche bar e ristoranti, ma...> Si passa la sinistra fra i capelli, con espressione un poco imbarazzata <Probabilmente chi lavora lì non ha molto piacere di vedermi> Ridacchia ora assolutamente divertita al pensiero di quei poveri proprietari dei locali che subiscono i suoi furtarelli e che ogni volta cercano di fermarla e di suonargliene per farle passare la voglia di tornare a rubare da loro. A volte ne esce con lo stomaco pieno, altre volte gonfia di botte, altre ancora a mani vuote, ma di certo passare dalla porta d'ingresso potrebbe non essere la cosa migliore da fare se vuole rimanere illesa almeno per il momento. <Se vuoi sederti ci sono sempre i tetti!> Esclama con convinzione, indicando sopra di loro. Si sporge un poco in avanti, cercando di sbirciare su quel foglio spiegazzato, per vedere se sopra c'è disegnato qualcosa. Fatto questo riprenderebbe la sua scalata lungo quella scala pericolante. A meno che non venga fermata in qualche modo, terminerebbe la sua 'scalata' solo una volta raggiunto il tetto, sedendosi sul bordo, con i piedi a penzoloni e le mani poggiate sul cornicione <Vieni su?> Chiederebbe a voce alta, per farsi sentire, se fosse riuscita a raggiungere la sua nuova postazione.

18:51 Karitama:
 Il pacchetto, stretto tra le esili dita da pianista, andrebbe ad essere aperto con un movimento delicato del pollice, mostrando una grande quantità di cilindretti bianchi. Lo stesso pollice ne andrebbe a tirar fuori uno, fermo a mezz'asta all'esterno dal pacchetto. Avvicinando il pacchetto bianco alle labbra, le schiuderebbe lentamente e giusto quel minimo per poter stringere il filtro tra quelle rosee. Tirando quindi il capo all' indietro, spostando anche un piccolo ciuffetto di capelli viola finitogli sul volto, andrebbe ad estrarlo e a tenerlo delicatamente in quella fessura. Ascolterebbe con la sigaretta tra le rosee le parole della ragazza, domandandosi divertito tra sè e sè il perchè del poco piacere nel vederla. Ancora con il cilindretto spento sorriderebbe al sentire la proposta dei tetti, pensando quanto potrebbe essere bello vedere Kusa dall' alto, in tutta la sua imperfezione. Vedendola salire velocemente su quelle scale, aspetterebbe il suo arrivo sul tetto per poi seguirla. Le estremità inferiori andrebbero a posarsi leggere e alternate sui pioli rovinati per salirli con attenzione e rapidità, essendo un ninja con il chakra attivo. L'agilità del ragazzo sarebbe visibilmente maggiore di quella di un semplice essere umano, portandolo a raggiungere rapidamente la ragazza. Andrebbe quindi a sedersi sul bordo accanto a Torako sorridendole, per poi volgere le iridi indaco verso i tetti che si ergerebbero a perdita d'occhio. [Chakra On]

19:04 Torako:
  [Quinto Cerchio] Torako osserva ammirata l'agilità di quel ragazzo a occhio e croce non troppo più grande di lei. Meno male che chi subisce i suoi furtarelli non è così agile, o per lei sarebbero guai, enormi guai! Non riuscirebbe a uscirne illesa nemmeno per sbaglio! Come Karitama guarda l'orizzonte e il profilo di Kusa, Torako alza gli occhi blu a guardare il cielo. Ah... E' sempre uno spettacolo vederlo senza nulla che ostacoli la vista, senza fili del bucato, senza ritrovarsi a guardare le mutande di qualcuno e senza dover scappare da qualcuno che la rincorre. E' un vero spettacolo. Per di più oggi c'è un bel sole e una quasi totale assenza di nuvole. Ad aggiungersi l'astro diurno si sta lentamente avvicinando all'orizzonte, sancendo l'ora della sera e tutto è più tenue, colorato da sfumature pastello che quasi ti fanno dimenticare la puzza che sale da quel vicolo tutt'altro che pulito appena pochi metri sotto di loro. Poggia le mani sulle tegole dietro di lei, inclinando un poco il busto all'indietro e socchiudendo gli occhi azzurri. Rimane così per qualche secondo, con una leggera brezza che le sposta appena la frangetta che le solletica la fronte chiara. Questa tranquillità dura appena pochi attimi, perchè poi rialza le palpebre e volge lo sguardo su Karitama, allargando il solito largo sorrisone felice e spensierato. <Allora?> Chiede con quela vocina acerba, acuta, quasi infantile <Cosa volevi farmi vedere?> Incalza ancora, attendendo speranzosa di vedere non si sa bene che cosa. Il timore di prima è completamente svanito, forse consapevole che un ninja potrebbe far di lei quel che vuole senza che possa fare troppa resistenza, quindi inutile preoccuparsi. Se non hai armi per ribattere, la preoccupazione non fa che peggiorare la situazione, e se ne hai, non c'è motivo di preoccuparsi.

19:23 Karitama:
 Su quel tetto istanti infiniti passerebbero lenti, come se tutto fosse fermo in un tempo immutabile. Gli occhi indaco scruterebbero il cielo terso, spostandosi lenti lungo tutta la linea d'orizzonte. Il silenzio di quei momenti sarebbe interrotto dai rumori discordanti ma simbiotici di quelle strade affollate. Pur sentendo i delicati movimenti di Torako di fianco a lui, Karitama non muoverebbe il capo, tenendo ancora stretta tra le candide la sigaretta. Mettendo la mancina nella tasca corrispondente, estrarrebbe un piccolo parallelepipedo di metallo recante il simbolo del proprio clan su entrambe le facce più estese. Con un rapido e secco movimente del colpo andrebbe ad aprirlo quasi alla metà, rivelando ora una piccola pietra focaia e piccolo rialzamento forato sui lati. Posando il pollice sulla piccola pietra circolare, imprimerebbe una leggera forza sulla stessa per permetterle di roteare ed innescare la fiamma che si innalzerebbe per qualche centimetro. Con la fiamma a pochi centimetri dal volto, Karitama avvicinerebbe il candido cilindretto, avviando la combustione del tabacco. Un respiro profondo, porterebbe il fumo candido all'interno dei polmoni del ninja, per poi essere rilasciato in una lenta espirazione. Perso in quella nube candida, sentirebbe le parole della ragazza, voltando solo ora gli occhi verso di lei. <Volevo fare un disegno... ti andrebbe di farmi da modella per qualche minuto?> direbbe sorridendole tranquillo e spensierato. <Se la cosa ti infastidisce, puoi darmi un soggetto e io te ne mostrerò il ritratto> concluderebbe incrociando le iridi con lei in attesa di risposta. [Chakra On]

19:34 Torako:
  [Quinto Cerchio] La ragazzina è un'ingenua che non pensa molto spesso alle conseguenze delle sue azioni. E infatti non ha pensato a cosa potesse volere da lei quello che si è definito un artista, sebbene sarebbe stato abbastanza ovvio a chiunque avesse almeno provato a pensarci per più di qualche nanosecondo. Non avendoci pensato, rimane assolutamente sorpresa nel sentire che Karitama le chiede di fargli da modella <Cos...?> Chiede sfarfallando le ciglia svariate volte, quasi a chiedersi se non abbia capito male. Insomma, magari ha capito una cosa per un'altra. Invece alla fine sembra proprio aver compreso giusto, visto che il ragazzo le propone anche di scegliere un altro soggetto a caso se lei non fosse a suo agio <Ehm... Ecco...> Fa con tono imbarazzato, grattandosi con la mano destra il fiando della testa, passando le dita fra i capelli tirati in quella coda alza che forma una cascata di crine dorato a scendere dietro le spalle. <Non è che devo spogliarmi, vero?> Domanda ridendo un po' imbarazzata. Come ogni ragazza della sua età, è piuttosto insicura riguardo al suo corpo, ed essere piatta come una tavola non aiuta molto l'autostima quando hai diciassette anni. Per fortuna non capita spesso che abbia modo di pensare a questi 'problemi da ricchi'. Le viene però spontaneo incrociare le braccia davanti al petto, come a nascondere quel seno inesistente e già molto ben coperto dall'accollata maglietta verdone militare.

19:55 Karitama:
 Alla domanda della biondina, una risata spontanea e delicata finirebbe per risuonare in quel cielo limpido. <Certo che no> direbbe senza smettere di ridere.<Devi solo restare qui nel modo più naturale possibile, e io tenterò di ritrarti>. Nel veder cadere morbida quella chioma nella coda si perderebbe per qualche istante. Allo stesso modo quegli occhi lo distrarrebbero dall'impegno perdendosi completamente nell'azzurro delle iridi. Un nuovo tiro da quel cilindretto incandescente raggiungerebbe i polmoni dell' artista, venendo poi rilasciato in un nuovo e rapido sospiro. <Allora vuoi essere una modella per un po'?>direbbe osservandola attraverso la coltre di fumo. In attesa di una risposta, poserebbe il frammento di carta sul tetto alla propria destra, quasi stirandolo con entrambe le mani per renderlo il più levigato possibile. Fatto questo stringerebbe il carboncino nero pece tra le estremità della mancina, macchiandole senza neanche rendersene conto. La sigaretta resterebbe ancora stretta tra le candide, senza essere mantenuto dalle esili dita ora impegnate a stringere il carboncino e a mantenere il foglio fermo. [Chakra On]

20:11 Torako:
  [Quinto Cerchio] Bene, non bisogna spogliarsi, quindi... Quindi non c'è motivo per dire di no <Ok!> Annuisce entusiasta, sebbene probabilmente non abbia grandi motivi per esserlo. Ma lei è fatta così, è spesso entusiasta e felice per nulla... E meno male visto il suo tenore di vita, se fosse una musona a questo punto si sarebbe già potuta impiccare! Si guarda attorno, come nella speranza di trovare l'ispirazione e scegliere la posizione giusta in cui mettersi per essere ritratta <Mh...> Mugugna posando l'indice sinistro sul labbro inferiore e picchiettandoci sopra un paio di volte, con espressione pensosa. Alla fine decide che, essendole stato chiesto di essere naturale, non c'è bisogno di tante pose. Poggia le mani sulle ginocchia, lasciando i piedi a penzoloni giù dal tetto, facendoli muovere lentamente, avanti e indietro, in modo alternato. La schiena è dritta, le spalle sono basse e la testa è leggermante reclinata all'indietro, con gli occhi che spaziano verso l'alto, verso quel cielo azzurro che tanto l'affascina. La frangetta si muove appena sospinta dalla brezza serale, mentre i capelli che scendono dalla coda che parte dalla nuca oscillano appena, rispondendo ancora a quel movimento della testa con cui prima è andata a reclinarla. Le ci vuole meno di un attimo perchè sul viso pallido vada a dipingersi il suo solito sorriso. Un sorriso furbetto e ampio, come se avesse appena visto nel cielo chissà cosa di interessante da sgraffignare. Negli occhi azzurri un bagliore energico, di quell'energia che solo la gioventù ha, di quella voglia di vivere, di correre, di saltare, di scoprire che solo una ragazzina sente scorrere nelle sue vene senza alcun freno.

21:13 Karitama:
 Avuto il consenso dalla ragazzina, l'Isbiba poserebbe delicatamente la mancina sul frammento di carta candida, stringendo ancora tra indice, medio e pollice il carboncino scuro, incurante delle macchie che questo lascerebbe sulla pelle candida e levigata. La punta consumata passerebbe leggera in quel candore, lasciando spazzi bianchi tra un segno e l'altro. Il disegno che ne nascerebbe non si distinguerebbe nel nero, ma negli spazzi lasciati liberi, rappresentando la purezza di quella ragazzina seduta dinnanzi a lui, intrappolata in un mondo che non la merita in attesa di salvezza. La mancina descriverebbe rapida una falciata dopo l'altra segnando il foglio e per creando uno sfondo completamente nero, profondo e cupo. In quel buio infinito e asfissiante si distinguerebbe una sagoma femminile, riconoscibile solo dai contorni. Le gambe, mosse nel vuoto a formare un angolo fine e perfetto tra le estremità. La schiena dritta pronta ad a sorreggere qualsiasi peso e ferita, che finirebbe per incontrarsi con un ciuffo di capelli legato nella coda che quasi si fonderebbe con il resto lasciando solo una macchia nera nel centro. La sagoma del volto sarebbe rivolta verso l'estremo sinistro del foglio, lasciando intravedere solo la forma di un nasino piccolo e delicato e quella dei capelli raccolti. Completata la prima fase andrebbe ad aspirare un nuovo tiro dalla sigaretta incandescente, ormai quasi al limite, liberando una nuova e più grande nube di fumo alzando il capo verso il cielo che mostrerebbe tutte le sfumature del tramonto. In questo modo darebbe possibilità alla sua nuova musa di osservare il lavoro portato a termine fino a quel momento di pausa. [Chakra On]

21:24 Torako:
  [Quinto Cerchio] Se ne sta lì ferma per un po', solo a dondolare le gambe e a guardare il cielo che via via va a farsi più scuro. Gli occhi guizzano verso il foglio, mentre si costringe a rimanere con la testa nella posizione in cui prima l'ha sistemata. Dopo un po', però, non riesce a costringersi oltre e gira la testa. Dopo un altro po' non ce la fa nemmeno più a stare lì seduta e si gira, mettendosi carponi sul tetto e avvicinandosi a quattro zampe a Karitama, andando ad allungare il collo in direzione del folio, per guardare ciò che vi è stato disegnato sopra. Aggrotta per un attimo la fronte e va a sedersi a gambe incrociate, osservando meglio quel disegno. Inclina la testa da una parte e poi dall'altra, prima di allargare un ampio sorriso, uno dei suoi, uno di quelli terribilmente solari, anche troppo forse. <Mi piace!> Esclama anunendo vistosamente, facendo oscillare la lunga coda bionda da una parte e dall'altra, al ritmo irregolare di quei movimenti della testa che la portano a confermare quanto dice. <C'è un sacco di nero> Tenta pure di fare la critica d'arte, adesso, come se davvero ne potesse capire qualcosa. <E poi, sbam! Il bianco!> Sì, questa è la conferma che non ne capisce niente, anche perchè la sua 'acuta critica' finisce qui, con solo un sorriso. Una critica che potrebbe essere fatta tranquillamente da una bambina di nove anni, altro che da una diciassettenne!

21:43 Karitama:
 La nube si diraderebbe velocemente nell' aria che comincerebbe a cambiare, essendo vicini alla sera. Nel vedere la biondina carponi di fianco a lui, non potrebbe fare a meno di notare come la sua arte l'ha resa così euforica. L'ingenuità con cui commenterebbe quel lavoro lo spiazzerebbe per qualche istante. In fondo il modo di percepire l'arte non è assoluto, ognuno la percepisce e ne trae piacere in modo diverso. L'unica cosa che conta è rendere felice chi osserva. Passerebbe qualche secondo ad osservarla intenta a guardare quella bozza, in realtà non ancora completa ma, da come ha reagito Torako, sembrerebbe non aver bisogno di altri ritocchi. <Ti piace davvero?> chiederebbe sorridendo incuriosito. <Non sono tipo da fare semplici ritratti, per me è più importante l'essenza di ciò che ritraggo> continuerebbe ribadendo il concetto esposto già prima. <Tu sei qualcosa di troppo puro e... bello> direbbe esitando qualche istante per paura di infastidirla < per una realtà cosi avversa>. Detto questo solleverebbe il foglio con la mancina per porlo alla ragazza così vicina. <Questo ora è tuo. Non lo firmo perché credo che farlo sia privare colui che ne è stato l' ispirazione dell' importanza che merita.> Chioserebbe con un tono più basso. <Promettimi solo che lo terrai con te e che questa non sarà l'ultima volta che ci vedremo.> Dicendo questo porrebbe per l'ultima volta le gambe penzoloni dondolandole quasi ad imitare il fare dalla compagna, con un sorriso molto simile al suo sulle rosee. [Chakra On]

22:01 Torako:
  [Quinto Cerchio] <Certo, io non dico le bugie!> Mente. E' ovvio che dica bugie, lo fanno tutti, soprattutto se devi sopravvivere nel quinto cerchio di Kusa senza nessuno che ti dia un minimo di protezione e quel che serve per crescere e rimanere in vita. <Mi piace> Conferma ancora. Nonostante la prima menzogna, adesso è sincera. Quel disegno le piace proprio. E' particolare e poi è strano vedersi disegnati. <L'essenza, eh?> Mormora inclinando la testa da un lato, pensandoci un po' su, forse non capendo esattamente cosa Karitama voglia in realtà dire. Alle seguenti parole del ragazzo, allarga un grosso sorrisone, mentre la mano sinistra va a posarsi dietro la nuca. Socchiude gli occhi ed emette un risolino un po' imbarazzato. Ancora nessuno aveva mai detto che lei fosse pura e bella. Fa strano anche questo, più o meno come vedersi ritratta. <Mio?> Chiede allungando le mani verso il foglio e guardando quel disegno ancora un poco, osservandolo con più attenzione. Sì, è proprio bello, non c'è molto da fare. <Ok!> Esclama, piegando accuratamente il foglio in quattro e sistemandolo dentro una delle tasche dei pantaloni. In quelle tasche tiene tutti i suoi averi e... Beh, più o meno consistono in quel disegno e non molto altro. <Se vuoi rivedermi mi trovi qui, in un qualche vicolo del quinto cerchio> Annuisce alzando ora ad alzarsi in piedi sul tetto. Allarga le braccia e socchiude gli occhi, godendosi la brezza della sera. <Io vado!> Esclama a Karitama <Ci si vede!> E detto questo scende giù per quelle scale vecchie e pericolanti, prima di posare i piedi nel vicolo buio e puzzolente e prendere a camminare verso una direzione a caso. Una vale l'altra per lei. [Uscita]

22:53 Karitama:
 La felicità, frutto del semplice e innocente stupore che solo una ragazza come lei può provare, riempirebbe il cuore dell' Ishiba. Lasciandole quel foglio non riuscirebbe a smettere di sorridere con lei, perdendosi un'ultima volta nelle sue iridi azzurre come il cielo. <Verrò a trovarti ogni volta che potrò, se ti serve qualcosa basta chiedere> direbbe accompagnandola con lo sguardo verso la scaletta senza però alzarsi. Vedendola andar via chinerebbe il capo per qualche istante, rialzandolo poi verso il cielo del crepuscolo ormai imminente. I passi rapidi di Torako sarebbero udibili dall'artista che, pur solo ascoltando, si assicurerebbe che la ragazzina riesca a scendere dal tetto senza intoppi. Quando questa sarebbe ormai troppo lontana, e unita al caos della folla che invade le strade battute, Karitama si abbandonerebbe a pensieri ora più malinconici, che lo porterebbero a cadere con le spalle sulle tegole con il volto rivolto verso le prime stelle della sera. Passati un paio di minuti di pura contemplazione, Karitama andrebbe ad alzarsi, abbandonando quella visione così armoniosa, e si avvierebbe verso casa sua per la cena. [End]