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con Kaori, Harumi

08:50 Kaori:
 Kaori è in pensiero. Harumi non è tornata a casa dall'incontro con Azrael e non ha idea di dove possa essere. Sa che è al sicuro perchè ha mandato la propria copia a sorvegliarla e proteggerla e siccome questa non ha inviato all'originale alcun messaggio, è facile supporre che tutto stia andando per il meglio. Tuttavia la jonin è comunque preoccupata al pensiero di quella piccola creatura sola per Konoha e per questo non è riuscita a chiudere occhio. Si trova in soggiorno, seduta al tavolo con una tazza di caffè semi vuota e l'aria pensierosa, preoccupata, con le gambe accavallate e i piedi scalzi. Indossa la sua camicia da notte di un grigio argentato, in raso, e sopra di questa una vestaglia leggera aperta sul davanti. Le cosce e le gambe sono scoperte, la scollatura non lascia vedere nulla di ché ed è retta da due bretelline sottili. I capelli sono lasciati spettinati e sconvolti dietro la schiena mentre l'espressione è sostanzialmente persa nel nulla. Tiene la tazza nella destrorsa mentre la mancina è abbandonata sulla coscia e sospira sovrappensiero stringendo le labbra con fare ansioso. Dovrebbe uscire a cercarla? Dovrebbe parlarle? In un primo momento ha ritenuto che lasciarle spazio sarebbe stata la cosa migliore, ma adesso non ne è più così convinta. E' indifesa e spaventata, non sa molto di quel mondo a lei estraneo e sebbene la sua copia sia sempre al suo fianco, potrebbe non essere sempre sufficiente. Sì, forse la cosa migliore da fare è vestirsi ed uscire per andare a parlarle. [ Chakra: on ]

08:59 Harumi:
 Dice il saggio: domandare è la vergogna di un attimo, non domandare è la vergogna di tutta la vita. ~ La bambina sperduta dal crine albino si è svegliata di buon’ora in una nuova casa, ospite desiderata del giovane Sanjuro almeno fino a quando non si sentirà chiarita con la dolce Kaori e l’ombroso Azrael. Eroina della propria vita, ha passato minuti pieni distesa sul letto ad osservare un soffitto nuovo tra delle lenzuola nuove e un’aria nuova, ricercando il coraggio di alzarsi solo dopo aver contemplato la danza mattutina dei colori che avvolgono quella casa. Ha passato questa mattina camminando per la casa di Sanjuro nel tentativo di abituarsi al cambiamento, accompagnata dal basso e continuo ronzio e i dai colori a farle da guida. Ha dovuto cambiarsi d’abito visto che ormai il vestitino bianco lo aveva già messo parecchie volte ed è giusto dare una ripulita ai vestiti che si indossano. La nota negativa è che non possiede altri cambi e Sanjuro è un ragazzo, questa eventualità l’ha vista allora indossare un paio di pantaloncini color ocra e molto larghi e una maglietta celeste di qualche taglia più grande di lei, il che l’ha costretta a legarne l’estremità finale in un grosso nodo posto sul fianco destro, in modo da raccoglierla in vita. Questa avventurosa nuova giornata non può iniziare se prima lei non prende l’iniziativa di lasciare il nido sicuro per avventurarsi all’esterno e lo deve fare per cercare di abituarsi, o realmente rischia di rimanere schiacciata sotto il peso di quel bozzolo grigio che la circonda. Appurati codesti pensieri si lascia alle spalle la casa del ragazzo per affrontare l’ignoto. Il suono dei sandali per la strada da alla luce il colore bianco e il verde, i quali sferzano dolcemente il bozzolo grigio nel quale si ritrovano le sue membra, già forzato ed oltrepassato dai colori di Sanjuro. Dinnanzi ai suoi occhi bianchi e perlati non si raffigura nessuna meta ma solo il sordo e distante desiderio di potersi sentire in pace con Kaori dato che nonostante l’espressione apatica, risente dentro di sé la nostalgia verso quella dolce figura. Per dettami inconsapevoli o che sia guidata dal cuore si potrà render conto presto di aver raggiunto la casa della donna, ritrovandosi ad osservarne la porta chiusa dall’esterno. Si stanzia ancora una volta davanti ai dubbi e alle difficoltà che la sua piccola vita le offre, proponendole indecisioni su come muovere le di lei gambe, se presentarsi a quella donna oppure non farlo affatto. Le parole di Sanjuro sono ancora rassicuranti nei suoi cassetti della memoria e accuratamente raccolte all’interno di essi in modo da garantirle un minimo di sicurezza, eppure non ancora abbastanza da consentirle di bussare alla porta.

09:16 Kaori:
 Solleva la tazza per andare a bere quell'ultimo sorso rimasto e quindi si dirige in cucina per mettere nel lavello la chicchera sporca. Avrebbe lavato tutto quanto più tardi, probabilmente chiedendo ad una copia di farlo per lei e quindi si dirige verso il bagno vicino per lavarsi mani e denti nonché la faccia ancora piuttosto assonnata a causa della nottata passata in bianco. Procede dunque a darsi una lavata generale -non volendo perdere tempo in una doccia che le avrebbe richiesto troppo prima di uscire a cercare la piccola- e si cosparge di piccoli spruzzi di profumo e deodorante, avvolgendosi quindi in un invisibile bozzolo che odora di fiori e frutta. Si pettina dunque i capelli per darsi una parvenza di ordine sebbene le occhiaie evidenti sotto le iridi lascino perfettamente intendere le sue condizioni e li lega in una morbida treccia che lascia ricadere lungo la spalla. A quel punto sarebbe pronta per andare a indossare qualcosa di pratico e comodo per uscire di casa, ma qualcosa la fa bloccare lungo il corridoio al termine del quale v'è la porta d'ingresso. La copia che ha mandato alla ricerca di Harumi svanisce e le inoltra tutte le informazioni raccolta in quell'ultima giornata. La bambina attende fuori dalla porta e questo induce la Hyuga a correre a piedi scalzi verso l'ingresso per aprire di gran carriera le porte della propria abitazione. A questo punto dovrebbe trovare la piccola Harumi dinnanzi a sé e, se questo fosse effettivamente avvenuto, ecco che andrebbe a chinarsi alla sua altezza per tentare di stringerla a sé in un moto istintivo di protezione e sollievo. < Harumi! > esclamerebbe improvvisamente più tranquilla e serena, tentando di poggiare il capo della piccola al suo petto, contro il suo cuore che martella impensierito contro la cassa toracica. < Sei tornata, ero così in pensiero! > le direbbe allora andando a sostarsi appena da lei per guardarla negli occhi con dolcezza e colpa. < Mi dispiace tanto per l'altra mattina, è stato tutto un gran fraintendimento. Vieni dentro, hai fame? Vuoi parlare? > le chiede sentendosi improvvisamente come una mamma ansiosa prima di fermarsi e imporsi un attimo di calma. Inspira a fondo e quindi espira poco dopo cercando di frenare quella fiumana di parole che le stanno premendo dietro le labbra. < Scusami. Ti starò agitando. > ricomincia poco dopo con molta più calma. < Vuoi entrare? > le propone, alla fine, lasciando a lei la scelta su cosa fare. [ Chakra: on ]

09:33 Harumi:
 La porta di ingresso della casa di Kaori deve vantare una bellezza insormontabile per godere dello sguardo della bambina così a lungo senza ch’ella muova un solo muscolo per portare il braccio in direzione dell’uscio per bussare. Fraintendimenti che hanno il sapore della realtà ogni volta che ripesca le parole di Sanjuro e si ritrova a pensarci molte volte rendendo quel ragazzo molto importante per lei. La principessa della luna deve però iniziare a prendere in mano la sua vita e il suo cammino e se vuole intraprendere la strada del ninja come mezzo per trovare se stessa, deve almeno riuscire a prendere decisioni semplici come queste. Immutabili le sue espressioni ma col lento deciso arto destro che si alza per accompagnare la manina con le dita chiuse in direzione della superficie della porta. Bussare è la sua decisione ma non arriva a compiere tale gesto perché l’uscio si apre da solo come avesse colto l’intento della bambina. Non di magia si tratta però e nemmeno di una porta intelligente e viva, ma della cara Kaori che con incredibile coincidenza apre la porta e esclama il nome della piccola. E’ sorpresa anche se non lo mostra, ma col corpo qualcosa si potrebbe intuire dato che rimane immobile col braccino alzato e lo sguardo fisso sulla donna, il cuore che violentemente batte nel petto pompando sangue in circolo ad una velocità maggiore soprattutto quanto sente le braccia della donna intorno al suo corpo. Consapevole verità il rendersi conto della bambina di quanto Kaori le sia mancata, provocando in lei un tuffo di emozioni talmente forti da riuscire a rilassarle il viso. Il braccio alzato ritorna lungo il fianco ma non si distende del tutto andando a reggersi con timida forza con le dita alla maglietta della donna intanto che il capo viene appoggiato contro il suo petto. Esprime delicatezza effimera ed eleganza in ogni suo modo di muoversi, il chiudere gli occhi e ascoltare semplici parole di accoglimento e scuse. <Ho dormito da Sanjuro… Nara.> poche piatte parole nel tentativo di rassicurare la donna sul suo stato effettivo, ovvero che non è stata da sola per le strade di quel mondo sconosciuto, ma ha trovato una persona che è stata così gentile, come lei, da accoglierla. <Si.> vuole entrare e dimostra le sue intenzioni avanzando di un passo per seguire Kaori all’interno dell’abitazione. <Sanjuro mi ha detto che vi conosce, e mi ha spiegato che ho frainteso quanto successo l’altra mattina.> vuole rendere partecipe la donna del fatto che ha compreso che non v’è colpa in nessuno e che non presta rancore ne a Kaori ne ad Azrael. Vorrebbe esprimere la propria felicità per aver rivisto la donna ma per la maledizione che si porta dietro non c’è risultato positivo in questo. <Ho… deciso una cosa che non so come affrontare.> tenta di instaurare un dialogo con quella figura materna dai colori morbidi e dal profumo fiorito e fruttato che rilassa i di lei sensi.

09:54 Kaori:
 La bambina rimane immobile, l'espressione immutabile, osserva Kaori lasciando che questa l'abbracci senza scostarsi né in qualche modo ricambiare la stretta. La Hyuga non se ne sente risentita, in verità è solo sollevata all'idea di poter tenere di nuovo la piccola accanto a sé, al sicuro, specie dopo le ultime novità relative ai ricordi tornati alla bambina. Quando sente la sua manina aggrapparsi alla propria veste, immagina che questo sia già un gran passo fra loro e per cui si apre in un enorme sorriso caloroso andando a ricercare il suo sguardo vacuo. Ode quanto lei le dice e rimane sorpresa quando scopre che la bambina è stata ospitata da niente altri che il giovane Sanjuro. Il pensiero la conforta enormemente: per quanto non conosca benissimo il giovane, si fida di lui. E' un ragazzo in gamba, sveglio, educato ed è stato scelto da Azrael come suo allievo: questo vuol sicuramente dire qualcosa. < Oh capisco. E' un bravo ragazzo, sono contenta che vi siate conosciuti. > dice la Hyuga promettendosi di cercare il giovane per ringraziarlo di quanto fatto -inconsapevolmente- per lei. Annuisce e ritorna in posizione eretta quando Harumi accetta di entrare in casa e le dà modo di varcare la soglia per poi richiuderle la porta alle spalle. Ascolta la vocina della bambina e quindi le sorride con fare colpevole avviandosi verso il soggiorno. < Sì e no. C'è stato un fraintendimento perchè nessuno ce l'aveva con te ma Azrael è stato davvero scortese ed è normale che tu possa aver interpretato così il suo atteggiamento. > Non ha tutti i torti per essersela presa a quel modo considerando il modo in cui il Nara si è comportato il giorno precedente. < Non era arrabbiato con te, nè infastidito da nulla che tu abbia detto o fatto. Quello che ci hai ricordato ci ha fornito alcuni piccoli indizi per capire da dove vieni. O con chi eri, in ogni caso. > inizia a spiegare Kaori cercando di fornire alla bambina un quadro generale su quanto accaduto. < Abbiamo avuto in passato, sia io che Azrael, delle esperienze dolorose relative a delle persone che adoravano la luna ed eventuali loro discendenze e quindi siamo andati in allarme quando ci hai detto di cosa parlava quell'uomo. Temiamo che possa essere una persona pericolosa e quindi è nostro dovere di ninja fermarlo. > spiega Kaori così da tentare di rassicurare la piccola sulla sua totale innocenza. < Non era arrabbiato con te, ha ricordato solo cose molto tristi... Se gliene darai occasione sono sicura che si scuserà con te. > le sorride timidamente poggiandole una mano sulla spalla, ritrovandosi quindi ad inclinare il capo quando ode quel suo ultimo dire. < Mh? Dimmi tutto piccola, troviamo insieme il modo di affrontare qualunque cosa. > la incoraggia, sorridendo, offrendole la propria disponibilità. [ Chakra: on ]

10:13 Harumi:
 Il pensiero di Sanjuro accompagnato dalle parole rassicuranti della donna che lo riguardano portano la bambina a svelare una reazione naturale ed inconsapevole, bella ed effimera sotto forma di sorriso. Il sorriso è la dimostrazione di quanto avverte che più sta imparando ad usare in maniera sempre più sciolta e per tale evento sente di dover ringraziare quel ragazzo. Per lo sguardo invece ancora niente da fare ma nulla può impedire alla bambina di risvegliarsi del tutto, distruggere il bozzolo che la circonda e tramutarsi in un essere vivente. <Lui è… speciale.> un tenero affetto al ricordo della loro conversazione sull’essere persone speciali e lui si era sentito in difetto, ma non per la bambina per la quale ha assunto un valore profondo. Solo quella parola lascia ad intendere quanto realmente il ragazzo abbia fatto per lei, i suoi colori sono riusciti ad oltrepassare la barriera della bambina anche se non l’hanno certo distrutta. Anche i colori di Kaori arrivano a lambire il bozzolo grigio ma per via di quanto successo l’altra mattina esso si è involontariamente indurito per la sensazione della piccola che l’ha portata ad allontanarsi, fare un passo indietro. Un passo che ora sta recuperando velocemente grazie alle parole della donna che vanno ad esplicare il significato di quanto successo dal loro punto di vista. La paura è il sentimento che ha guidato l’uomo di Kaori e che rende la sua reazione più comprensibile e accettabile anche agli occhi della bambina sperduta. <Mi dispiace per non aver capito.> non si scusa per essere incapace di esprimersi ma ritiene giusto porgere le proprie rimostranze per non aver compreso cosa in realtà provasse quell’uomo. Una reazione normale è la paura, semplice e profonda che va a risvegliare oscuri ricordi dal passato che possono solleticare diverse corde del comportamento umano. <Da dove vengo? Con chi ero?> finalmente osa proferir domande al riguardo di lei stessa e dal luogo dal quale proviene, quel mondo suo e oscuro in cui galleggiava e che non le dispiacerebbe rivedere. Soprattutto le viene data risposta futura su chi fosse quella voce e non può chiudersi in se stessa senza ascoltare, senza chiedere. Accoglie con un cenno d’assenso il futuro prospetto di potersi chiarire con Azrael e principia dunque ad esporre alla donna i suoi progetti: <Voglio diventare ninja per trovare la mia strada e il mio spazio, per vivere in questo mondo e sentirmi viva.> la sua decisione è ormai presa ma c’è un enorme ostacolo. <Non so però se riuscirei ad andare in Accademia. Sembra un posto grande, pieno di persone, confusionario. E io… non so nemmeno nulla di questo villaggio e ho paura di ritrovarmi sommersa da troppe informazioni.> affrontare di petto questo mondo ancora non se la sente, ma non vuole nemmeno rimanere bloccata in eterno all’interno del suo bozzolo, allora chiede consiglio alla donna che più che ricorda la voce di sua madre. <Oh, io… io ho imparato però che ci sono dei clan. Quali sono e… ho imparato che ci sono dei capi del villaggio, i loro nomi e quello che c’è adesso.> pronuncia annuendo con la testa e portando simili informazioni come se fossero un enorme traguardo per lei perché è sintomo che si è almeno interessata a quel mondo e si dimostra volenterosa nel voler mettersi alla pari con gli altri abitanti.

10:39 Kaori:
 Non può che rimanere meravigliata, Kaori, dal vedere come la piccola Harumi si apra in un sorriso al pensiero di Sanjuro. I suoi occhi permangono inespressivi e vacui ma il semplice atto di distendere le labbra in un sorriso è una grande novità per lei che, solitamente non mostra alcun tipo di stato d'animo tramite la mimica facciale. Qualunque cosa Sanjuro le abbia detto o fatto è evidente che ha messo radici profonde nel cuore della bambina e che per lei sia divenuto una presenza importante, sicuramente un importante appoggio per il futuro. Kaori vuole parlare della cosa con lui il prima possibile. < E' evidente > commenta sorpresa mettendo su una espressione pensosa. < Uhm. Potremmo invitarlo a mangiare qui un giorno di questi, che ne dici? Così potreste rivedervi, se ti va. Possiamo cucinare insieme qualcosa per lui così potrai ringraziarlo per averti ospitata, mh? Ti piace come idea? > propone la Hyuga guardandola con fare gentile, disponibile, spiegandole poco dopo quanto è accaduto il giorno precedente assieme ad Azrael. Harumi ascolta in silenzio, comprende ed alla fine si scusa per non aver capito la situazione mostrando un ovvio bisogno di sapere qualcosa su di sé. < Non è colpa tua. Nemmeno io avevo capito cosa avesse finché non mi ha spiegato. > la rassicura Kaori accompagnandola verso il soggiorno dove andrebbe a prender posto sul divano invitandola a seguirla. < Non lo sappiamo ancora. Abbiamo dei sospetti, ma dobbiamo fare delle ricerche per avere qualche indizio. Abbiamo avuto esperienze con culti diversi. Quelli che ho conosciuto io adoravano Homura Otsutsuki in quanto discendente della luna e primo vero Hyuga. > principia Kaori prendendo una piccola pausa. < Azrael ha avuto a che fare con delle persone che credevano nella Dea Tsukuyomi. Hai già sentito questo nome? > chiede la Hyuga sperando che magari qualche ricordo possa affiorare nella mente della bambina. Quindi ascolta la decisione che Harumi ha preso in merito alla sua vita e, sorpresa, apprende che la bambina desidera diventare a sua volta una ninja per trovare un suo posto nel mondo. Ma a piccoli passi. La ragazza si apre in un sorriso e la guarda con materna apprensione... E' così piccola ed innocente... sarà giusto fare di lei una kunoichi? Eppure... quegli occhi segnano per ogni bambino un destino preciso. Prima o poi, in un modo o nell'altro, sarebbe comunque arrivata su quella strada, di questo è convinta. Espirando Kaori si umetta le labbra e, guardando dinnanzi a sé, continua. < Se questa è la tua scelta non posso impedirtelo. Ma posso aiutarti. > sospira la ragazza voltandosi a sorriderle laconicamente. < Sono una sensei dell'Accademia ninja e perciò posso occuparmi io di istruirti ed insegnarti. > le spiega la jonin scoprendo come qualcosina l'abbia già imparata sul Villaggio e la sua storia. Intenerita le sorride con dolcezza, tentando di carezzarle i capelli con la mancina. < Ohh, allora hai già iniziato a studiare eh? > le domanda con dolcezza, scaldata dalla sua voglia di fare. < E' un grande passo per iniziare, sei stata brava. > le mormora con gentilezza sorridendole sincera. < Ma se desideri imparare di più... io posso insegnarti. Farti lezione proprio come in Accademia, però qui, a casa, così da farti abituare pian piano ad essere più sicura e decisa. > [ Chakra: on ]

11:04 Harumi:
 <Io sto bene anche con te.> se non può esprimere con le espressioni facciali i propri sentimenti, allora si premura di farlo a parole, anche se questo vuol dire parlare e farlo per lei le costa fatica soprattutto con persone che non conosce. Sanjuro è speciale ma la piccola vuol lasciare intendere che anche Kaori è una figura importante e salda nella sua nuova vita. <Sanjuro mi ha detto che non si allontanerà da me anche se non riesco a esprimere nulla. Vorrei che anche tu facessi lo stesso.> si lancia senza paracadute a chiedere sicurezze alla donna riguardo il non essere lasciata indietro per via della sua incapacità. Non vuole essere incompresa e da parte sua la bambina della luna farà quanto in suo potere per esercitarsi nelle espressioni facciali. <Si.> cenno del capo di assenso all’idea proposta da Kaori e in virtù di questa si sforza di riuscire a descrivere e interpretare le emozioni che prova. E’ felice all’idea futura di un pranzo o una cena in compagnia del ragazzo, atta a ringraziarlo e se la felicità è l’emozione predominante allora è consapevole che il sorriso è la chiave per interpretarla. Secondo una serie di connessioni sinaptiche nel suo cervello arriva ad ordinare ai di lei muscoli intorno alla bocca di muoversi in tal senso, così da sforzare un sorriso che in realtà vuole essere sincero. C’è ancora molto da lavorare a riguardo ma il risultato non è da buttar via e risulta un sorriso ancora troppo tirato e gli occhi ancora spenti, ma spera che in questo modo venga alla luce la sua felicità nella proposta appena giunta. Arrivato con tanta fatica il sorriso se ne va troppo facilmente e memorizza le informazioni che la donna le dona rispondendo alle sue chiare domande. Scuote la testa e risponde: <No. Non ho sentito questo nome. Ho sentito della luna e della stirpe… degli Hyuga e di rinascita.> non ha sentito di nessuna Dea con tale nome per lei impronunciabile al momento ma nemmeno ha sentito l’altro nome da Kaori nominato. Sguardo perlato che si tuffa in quello suo simile di Kaori in una spinta a ricercar sicurezze. <E’ qualcosa di grave?> domanda sollecitando reazioni nella donna che lei possa comprendere senza in alcun modo agitarsi ma seguendola nel soggiorno e sedendosi accanto a lei sul divano. Un mobile comodo e morbide nel quale sembra sprofondare e per non lasciare le gambine a penzoloni le raccoglie incrociandole sul divano, ma prima si toglie educatamente i sandali. <E’ la mia scelta.> la guarda solo in seguito a quella carezza e a quelle parole, desiderando mostrare il proprio stupore e la propria gioia per tale proposta e ancora cerca di sforzare i propri muscoli a farlo. Il visino tanto delicato sembra attraversato da piccoli spasmi figli di quella tensione a voler forzare i muscoli e che alla fine riescono però a rendere la sua espressione, eccezion fatta per gli occhi, almeno un minimo stupefatta e gioiosa. <Me ne ha parlato una donna perché glie l’ho chiesto. Fumiko Senju… ha detto che il primo capo era un Dio perché molto potente, è vero?> ha preso alla lettera quella definizione, non immaginando che possa essere in senso figurato e attribuendo quindi al primo Hokage il fatto che fosse davvero una Divinità. <Sarei felice se tu potessi farmi lezione. Seguirò con attenzione e cercherò di capire ogni cosa.> si sistema meglio sul divano ruotando appena il torso verso di lei per poterne sostenere lo sguardo. <Da dove comincio? Così vado bene?> è un sollievo iniziare a casa e non buttarsi a pesce in un contesto troppo diverso da lei come l’Accademia. <Voglio conoscere e diventare normale.> concezione strana di anormalità è quello che però sta ricercando tramite quelle nozioni.

11:35 Kaori:
 E' evidente come per la piccola non sia semplice il mero atto di sorridere o di esprimere i propri pensieri e sentimenti, tuttavia si impegna a fondo per riuscirci e cerca in ogni momento di fare il possibile per rendere chiari i propri intenti come vede fare a chiunque attorno a sé. I suoi occhi sono ancora muti, non dicono alcunché, ma si sforza perchè almeno le proprie labbra possano palesare quando possibile sensazioni di gioia o contentezza. Le sue parole, poi, sono sempre tanto sincere e dirette da risultare quasi disarmanti nella loro tenera innocenza e Kaori si ritrova a guardarla con amore, come un qualcosa di puro da proteggere e tutelare. < Anche io sto bene con te. E ti prometto che non ti lascerò mai sola. > le dice Kaori con sicurezza. < Certo, non potrò sempre essere fisicamente accanto a te: ci sono cose che è importante riuscire a fare da soli. Ma nel momento in cui dovessi aver bisogno di aiuto, sarò sempre raggiungibile e pronta ad aiutarti. > le promette la ragazza specificando al meglio il concetto di 'non lasciarla mai sola', così da essere il più chiara possibile. A quanto pare la proposta di ospitare Sanjuro per ringraziarlo di quanto fatto per la piccola Harumi viene ben accolta dalla bambina portando la stessa Kaori a sorriderle teneramente ed annuire. < Bene. Allora decideremo insieme cosa cucinare e ti insegnerò come fare. Sarà divertente, vedrai. > le dice con gentilezza prima di procedere con il discorso. A quanto pare neppure Tsukuyomi è un nome familiare per la bambina... tuttavia quanto dice in merito agli Hyuga non fa che accrescere la convinzione di Kaori che dietro la sua esistenza vi sia Cappuccio Rosso o, per lo meno qualche suo seguace. Kaori stringe le labbra e pensandoci su, si ritrova a sospirare quando Harumi le chiede se si tratta di qualcosa di grave. < Sì. > ammette alla fine decidendo di essere sincera con lei. < Le persone che ho conosciuto io ritengono che il potere dei nostri occhi, il Byakugan, si sia indebolito nel tempo per via della nascita di bambini che non avevano entrambi i genitori Hyuga. Vogliono riportare il clan agli antichi sfarzi eliminandolo e ripopolandolo tramite la creazione e la nascita forzata di nuovi Hyuga dal sangue puro, esattamente come era stato in principio Homura Otsutsuki il quale, si dice, venga dalla luna. > spiega in breve Kaori fermandosi e quindi espirando. < Non preoccuparti piccola. Non ti succederà niente di male. Farò in modo che tu sia al sicuro. > la rassicura alla fine sperando di non averla allarmata con quel racconto. La decisione di Harumi di voler divenire una ninja, poi, porta la jonin a sentirsi in parte più sollevata: forse in vista di una situazione così catastrofica e che la vede come suo centro e fulcro, non è una idea così pessima insegnarle quanto meno a risvegliare il proprio chakra. Annuisce quando la bimba ribadisce la propria scelta di voler diventare una ninja e quindi ascolta quanto le dice sull'incontro con Fumiko. Alla sua domanda Kaori dà in una mezza risatina scuotendo piano il capo. < No, non era un Dio. > sorride Kaori umettandosi le labbra. < Era un ninja molto molto forte e giusto. Lui ha creato la Konoha che conosciamo oggi ed è stato il primo Hokage a governarla. E' un uomo leggendario e sarà sempre ricordato, ma-- è solo un uomo. > le spiega la giovane con tranquillità prima di ridere di cuore dell'impazienza della bambina per la sua prima lezione. < Vai benissimo Harumi, non preoccuparti. Però ora che ci penso per iniziare mi serviranno un paio di cose... > osserva la Hyuga guardandosi attorno come alla ricerca di qualcosa prima di sentire quell'ultima frase che la porta, semplicemente, a voltarsi verso di lei e guardarla seria negli occhi. < Harumi, non devi avere fretta di fare niente, mi capisci? So che deve essere estremamente difficile per te ritrovarti in un mondo così nuovo, senza alcun appiglio al quale aggrapparti. Deve sembrarti di annegare. Ma... prenditi il tuo tempo. Non devi diventare come nessuno, la normalità non esiste. Abbiamo tutti esperienze assurde alle spalle e ci siamo sentiti sperduti e persi, senza sapere come andare avanti. Ma alla fine abbiamo trovato la nostra strada e il nostro posto in questo mondo. > le spiega con premura Kaori guardandola dritta negli occhi. < Tu vai benissimo così come sei. Vedo quanto ti impegni per sorridere, per imparare e penso che tu sia bravissima. Sono fiera dei tuoi progressi. Ma se lo fai per noi, perchè pensi che così verrai accettata, allora non farlo. Fallo solo se è qualcosa che vuoi per *te*. Chi ti vuole autenticamente bene ti resterà accanto a prescindere da quello che sai o da quello che sei. > tenta di spiegarle con dolcezza, con convinzione, prima di aprirsi in un ampio sorriso e quindi concludere il suo discorso: < E poi tu sei la principessa della luna. Sei e sarai sempre speciale! > [ Chakra: on ]

12:05 Harumi:
 La spiegazione arriva chiara attraverso le parole della donna, la quale chiarisce il concetto di non lasciarla mai sola immettendolo in un contesto più ampio che permetta alla bambina della luna di poter comprendere che non sembra Kaori potrà starle accanto, ma l’importante è sapere che il suo affetto non sarà mai effettivamente lontano da lei. <Certo, è chiaro. Mi basta questo.> le basta sapere che in ogni modo la bambina si presenti potrà sempre contare non solo su Sanjuro ma anche su Kaori, un affetto onnipresente anche se lontani. <Cucinare?> ha un buon profumo questa parola e non appena la pronuncia le vengono in mente i muffin che l’altra mattina la donna stava preparando nel forno. <Ne sono capace?> imparare non deve essere un concetto tanto astratto e difficile per lei e si vuole assicurare che con i giusti mezzi lei possa fare qualsiasi cosa anche cucinare o diventare un abile ninja. Respira tranquilla lasciando che i colori e i profumi l’avvolgano facendola stare meglio tornando a lambire il suo bozzolo grigio, solleticarlo invogliandolo ad aprirsi. <Non penso mi possa succedere nulla di male.> è questo ciò che pronuncia alla fine del discorso di Kaori, la quale è stata sincera e schietta e lo apprezza ma soprattutto non si sente allarmata. <Se ciò che dici può essere vero io non corro rischi perché sono la principessa della luna. Non dovrei essere eliminata, giusto?> in un concetto un po’ egoistico di chi cerca la rassicurazione di non star correndo un reale pericolo perché da quanto ha capito dalla voce che la idolatrava lei dovrebbe stare dalla parte di quelli che non dovrebbero essere eliminati, ma ciò mette in campo nuovi dubbi e spaventose prospettive. <Creazione e nascita forzati… cosa significa?> la mano salta involontariamente alla cicatrice che ha sul petto sullo lo sterno, accarezzandola delicata con le piccole dita. Inizia a sentirsi turbata ma non ha modo di esprimerlo ed è una fortuna dato che ora non vuole sembrare tale agli occhi di Kaori, ma impercettibili movimenti involontari possono lo stesso saltare all’occhio: il leggero tamburellare delle dita dell’altra mano sul suo ginocchio, quel continuare a tastare la cicatrice, la rigidità dell’intero corpo della principessa. Si chiude in un regale silenzio carpendo le parole donate a lei successivamente riguardo il primo Hokage e la sua effettiva natura, sulla quale non ha altro da aggiungere se non un assenso col capo. Ha tutta la sua attenzione in seguito con un discorso dolce e materno su come dovrebbe o non dovrebbe sentirsi, riguardo alle forzature che la piccola sta cercando di eseguire su se stessa solo per l’effettivo bisogno di amalgamarsi con quella che le era sembrata la normalità di quel mondo. <Ma… io pensavo di dover diventare come voi per poter entrare e sentirmi parte del vostro mondo.> piega il busto in avanti verso la donna per avvicinarsi di più a lei e provare ad afferrare ancora una volta con le manine la stoffa delle sue vesta. <E’ faticoso… parlare e cercare di esprimere il viso. Ma mi rende triste provare emozioni e non riuscire ad esprimerle quindi… penso di volerlo fare anche per me stessa.> le ha preso la fretta perché temeva che le persone potessero andarsene da lei però le parole di Kaori la tranquillizzano a tal punto che cercherebbe di posare la sua fronte contro il petto della donna. <Sono la principessa della luna. Ma non riesco a rompere il bozzolo che mi racchiude. Come posso fare?> il desiderio di sentirsi libera e non più rallentata rispetto all’esterno, con l’auspicio di poter nascere in quel mondo e sentirsi parte di esso.

12:22 Kaori:
 Kaori annuisce contenta quando la bambina si dimostra felice anche solo, semplicemente di poter contare sulla sua presenza emotiva e quindi sorride quando Harumi le chiede se potrebbe essere capace di cucinare. < Tutti ne sono potenzialmente capaci. Basta seguire le indicazioni. Ma noi lo faremo insieme, così sarà più facile. > le dice sorridendo, gentile, prima di passare ad un argomento ben meno piacevole e più serio. Si sente in dovere di doverle dare almeno qualche spiegazione circa i sospetti nati sul suo passato nonostante sia ancora così giovane e piccola e le supposizioni che la bambina fa dal discorso della jonin sono sostanzialmente corrette. Tuttavia... < A volte la morte non è il male peggiore Harumi. > mormora Kaori guardandola con fare triste e laconico, continuando a carezzarle l'argenteo crine con fare protettivo e rassicurante, trovandosi in estrema difficoltà quando giungono le domande successive. Quanto è giusto che sappia? Quanto è giusto che una bambina della sua età, con la sua innocenza scopra del mondo? Ma al tempo stesso, se va protetta, è bene che sappia da cosa dev'essere tenuta lontano. < Uhm. Le persone nascono da altre persone. Le donne, come me e te, grazie all'aiuto degli uomini, come Azrael e Sanjuro, crescono nei loro corpi i bambini, i propri figli. Questi riposano nelle nostre pance e quando diventano abbastanza grandi e forti da poter sopravvivere da soli vengono alla luce uscendo dai nostri corpi. > Evita dettagli e spiegazioni troppo particolareggiate cercando di darle una idea generale e complessiva sull'ordine delle cose. < Questo accade quando un uomo e una donna si amano e si vogliono bene e decidono di voler provare ad avere un figlio. Ma alcune persone forzano questo procedimento. Usano i materiali genetici di donne e uomini per creare bambini in laboratorio oppure immettono con la forza le cellule che diventeranno poi dei bambini nei corpi delle donne, contro il loro volere. > spiega la Hyuga con difficoltà, cercando di immaginare al contempo cosa Harumi potrebbe pensare di queste parole nella sua innocente visione del mondo. < I bambini in questione ovviamente non hanno colpa, sono innocenti. Ma chi forza le loro nascite a questo modo è un essere meschino e crudele. > Così, per amor di chiarezza, ci tiene a renderle noto che se anche lei fosse una di questi bambini non ha colpa di nulla. Per lei è assai complicato vivere in questo nuovo mondo e sebbene voglia essere simile agli altri per essere accettata da loro, è anche per se stessa che vuole farlo, così da non sentirsi lei stessa diversa e sola. Kaori sorride e quindi va annuendo più convinta. < Va bene. Se vuoi farlo per stare meglio e sentirti più vicina a noi, allora ti darò una mano. > le dice la Hyuga tranquilla, guardandola in viso. < Ma sappi che presto ogni cosa verrà da sé. Imparerai a sorridere e fare le boccacce senza nemmeno rendertene conto man mano che imparerai a conoscere questo nuovo mondo. > le dice sicura ritrovandosi poi ad avvicinare il viso al suo per poggiare la fronte contro quella della bambina. < Lascia che siamo noi a romperlo e raggiungerti. Alla fine sarà così bucherellato che cadrà a pezzi da solo. > le sorride con dolcezza, tentando solo allora di andare a porre un bacio sulla sua fronte per poi alzarsi e voltarsi verso di lei. < Adesso vado a prendere un paio di cose e poi iniziamo la lezione, ti va? > le propone volenterosa e improvvisamente piena di energie. Se Harumi avesse annuito, si sarebbe quindi diretta nella propria camera pronta ad iniziare una nuova giornata al fianco della piccola principessa della luna. [ END ]

12:33 Harumi:
 Verrà accompagnata nel mondo della cucina e imparerà a creare anche lei dei muffin probabilmente o molto altro, il solo fatto di avere una maestra e guida in questo renderà le cose più facile. Non aggiunge altro a quel tipo di argomento più piacevole e succulento per potersi concentrare invero su quello che più le interessa riguardo la morte, le cose peggiori e la creazione forzata di bambini. Non dona alcuna parola e nemmeno alcun cenno che faccia comprendere alla donna che la piccola principessa stia ascoltando, però i suoi occhi sono fissi in maniera seria e apatica in quelli della donna, carpendo ogni parole e frase pur non comprendendola adeguatamente. <Non sono sicura di aver compreso alla perfezione, ma il concetto l’ho capito, si.> forzare va contro alla volontà di una persona e creare in maniera diversa bambini è qualcosa di meschino e orribile. Si abbandona in seguito contro il corpo di Kaori, trovando la sua fronte come appoggio e chiudendo gli occhi in ascolto di quelle altre parole che altro non fanno che donarle maggior sicurezza e convinzione per quello che intende fare. Aleggia la domanda non fatta del cosa ci potrebbe essere di peggiore della morte però ora non ha voglia di turbare il di lei animo e quello della donna preferendo di gran lunga la prospettiva futura della lezione. Il bozzolo cadrà da solo e lei non dovrà fare nulla se non accogliere le loro gentilezze e le parole insieme ai sentimenti che esse porteranno in lei. <Mi va… grazie Kaori.> parole sentite e sincere trovandosi costretta suo mal grado a separarsi da lei per permetterle di andare a recuperare ciò che le serve, intanto che lei rimane seduta sul divano con nuove consapevolezze e sicurezze. [fine]

Doveva essere la prima lezione ed è diventata una role bellissima.
BENE COSI'.
Harumi torna a casa, parlano, coccole, rassicurazioni, spiegazioni e la promessa di studiare insieme come diventare una ninja.

GAH.