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Chi vuol esser.. Generale?

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con Azrael, Furaya

15:36 Furaya:
 Quest'oggi, la Gran Consigliera, sotto le spoglie del Generale Anbu, ha mandato a chiamare Yami, l'Ex Generale prima di lei. Necessitano urgentemente di parlare, di chiacchierare, di trovare un sostanziale compromesso. Dopo le ultime Torture effettuate assieme, s'è riscontrato come ci siano delle divergenze, delle discordanze, le quali vanno calmate e colmate per una sana collaborazione all'interno della medesima Corporazione, la quale vanta di difender il Villaggio da generazioni e generazioni. La donna ha un paio di pantaloni neri aderenti alle gambe esili, ma allenate. A coprire l'addome, oltre ad una t-shirt del medesimo colore che copre sol le spalle e l'addome, vi è anche una pettorina protettiva col simbolo degli Anbu in bella mostra, al centro della stessa. Sul volto della donna, per ovvietà, compare una maschera simile ad una Volpe, un Segugio, con striature violacee molto scure, non totalmente rosse, ma tendenti al colore stesso sopracitato. E' visibile il tatuaggio sul bicipite destro, tipico degli Anbu al contempo. Sugli avambracci, vi sono anche protezioni metalliche; ai piedi, un paio di sandali neri con le protezioni a ridosso dello stinco. Contro il fianco mancino, vi è soltanto una Katana e una Tasca Porta Kunai e Shuriken è attorno alla coscia mancina. Siede dietro la scrivania, in attesa che Yami possa varcar la soglia dell'ingresso dell'ufficio, la cui porta è ovviamente chiusa. Lo ha esclusivamente mandato a chiamare, quindi non resta altro da fare che attendere che tutto si compia, sperando che vada per il meglio. [ Chk On - Equip On ]

16:20 Azrael:
 Solitamente, nel Quartier Generale, il Nara sarebbe rilassato ed energico, contrariamente a quel che si penserebbe di un uomo il cui compito è infliggere dolore. Quest’oggi, tuttavia, l’emozione predominante il lui è la rabbia e l’astio. Picchietta nervosamente le unghe laccate di nero contro una parete del luogo di ritrovo delle Forze Speciali. Indosso porta un lungo mantello nero senza maniche portato sulle spalle a ricoprir la sua intera figura, il cappuccio è mollemente abbandonato in mezzo alle spalle. Sotto tale copertura porta una camicia bianca di lino ed un aio di pantaloni scuri a fasciare le gambe. I piedi alluggiano in un paio di calzari di pelle era, dal taglio classico ed elegante. Il volto è occultato dalla maschera di gesso bianca, recante due linee di vernice opaca nera corrono dalla sommità fin sotto gli zigomi, passando per l’alloggio per gli occhi. E quel sorriso, quell’affilato sorriso in cui ogni singolo dente è scolpito con cura e dovizia, a formare una sadica espressione di soddisfazione. Permane in silenzio, tra i corridoi del Quartier Generale, finché un ANBU sfortunato non richiama la sua attenzione, comunicandogli di esser stato chiamato a rapporto dal Generale. Un secco stridio generato dai denti che digrignano tra di loro viene distorto dal modulatore vocale della maschera. < Levati dal cazzo, ci vado da solo. > Gli risponde, prima anora che possa offrirsi di accompagnarlo. A grandi falcate, senza correre, ma con passo decisamente nervoso, attraversa tutto il luogo sino all’ufficio di Gekido. La mancina andrebbe rapidamente alla maniglia, senza bussare o annunciare la propria presenza, un ringhio di agitazione si riverbera contro il gesso della maschera, palesando il suo disappunto mentre, con un’unica spinta secca, spalancherebbe la porta che dovrebbe portarlo all’attuale Generale ANBU. Gli occhi scuri, seppur visibili solo parzialmente, andrebbe a ricercare la figura di Gekido, cercando di puntare con insistenza verso le iridi cerulee della donna che si cela dietro la maschera. Un altro gesto per nulla aggraziato e portato con decisamente più forza di quanta ne sia necessaria, chiuderebbe la porta alle sue spalle, senza lasciar mai la donna con lo sguardo. Permane silente, senza avanzare nemmeno di un passo, in attesa che sia lei la prima a prender parola o a reagire a quell’entrata brusca di Yami. [ Chakra ON ]

16:32 Furaya:
 Non poteva certo aspettarsi un'entrata meno ad effetto di quella, così come il silenzio che da egli giunge. Tuttavia, sa - crede - di aver fatto la cosa giusta, ragion per cui non avrebbe accettato un rifiuto a quell'incontro. Anche a costo di prenderlo - in qualche modo - e trascinarcelo di forza, di peso. Solleva il mento, focalizzando le proprie iridi azzurre sul volto dell'uomo appena entrato. Chiude la porta dietro la di lui schiena, ma non apre bocca: neanche un saluto, neanche un "che cazzo vuoi". Se lo sarebbe aspettato, ma non avviene. Il respiro è cheto, sol perché ella pretende che lo sia, apponendovi tutta la concentrazione necessaria. Ha pur sempre di fronte Yami in persona, non qualcuno del quale non sa niente e che potrebbe anche sol vantarsi delle sue capacità senza un niente di fatto. < Oh, eccoti qui. > Sentenzia, attenta alla propria tonalità, la quale non sarebbe né troppo alta né troppo bassa, bensì tanto quanto basta per farsi udir dall'altro. < Vuoi accomodarti o preferisci star lì, in piedi, contro la porta? > Non muove alcun muscolo che non siano quelli facciali per poter dialogar con quegli. La schiena è ben diritta, poggiata contro la sedia sulla quale è seduta. < Avanti, Yami. > Non vuol tergiversar oltre. < Parla. So che hai qualcosa da dire. Ti ho convocato qui di proposito. > Teme che, continuando a perder tempo come ha iniziato a fare, tutto possa provocar un problema più grande di quello attuale. Che voglia sedersi o meno, non è importante. Quel che vuol sapere, esattamente, è cosa passi per l'anticamera del cervello del ragazzo, specialmente dopo quanto accaduto nella Sala delle Torture pochi giorni prima. [ Chk On | Equip On ]

16:51 Azrael:
 Resta in piedi, di fronte a lei. Il respiro leggermente più corto del solito, più concitato, più arrabbiato. È pienamente consapevole del fatto che potrebbe esternare quello stato d’animo unicamente dal suo respiro. La ascolta, la osserva con insistenza, senza proferir parola. All’invito della ragazza di sedersi il capo del Nara si inclina leggermente sulla sinistra, uno sbuffo divertito passa dal modulatore vocale della maschera, quasi in segno di scherno e sfida nei confronti di Gekido. Avanza quei pochi passi che servono per portarlo alla sedia, afferrandola dallo schienale e voltandolo in modo che esso sia rivolto al Generale. Andrebbe a sedersi a gambe aperte, poggiandosi coi gomiti sull’alloggio che servirebbe, invece, per le spalle. Col capo ancora chinato verso sinistra, osservandola in quella pigra posizione, non risparmiandosi qualche sarcastica risatina dopo ogni frase pronunciata dalla ragazza. Sembra quasi voglia intenzionalmente farla innervosire, per una motivazione al momento ancora ignota. Dopo istanti di denso e puro silenzio, prenderebbe fiato quel tanto che basta per prendere parola. < Oh, dunque ho il permesso di parlare, Generale? La ringrazio! > Il tono è volutamente ed evidentemente sarcastico, da dietro la maschera, oltre al palese sorriso, si potrebbe quasi leggere il modo in cui sta inarcando le sopracciglia verso l’alto. < Beh, non sono io ad averla convocata nel mio ufficio. Deduco che è lei a dover dire qualcosa a me, no? > Prosegue e prosegue in quella evidente presa in giro, frutto della rabbia cche gli sta montando dentro e della mancanza di soddisfazione nel torturare. Nessuno lo ha mai fatto sentire così sminuito, come Gekido in quel blando tentativo di fermarlo. E questo, beh, ne è l’ovvio risultato. [ Chakra ON ]

17:03 Furaya:
 Lo scruta attentamente: ne segue ogni singolo movimento, per quanto possibile, ogni possibile guizzo possa venir dal di lui corpo. Non sa cosa aspettarsi, in realtà. Non del tutto, quantomeno, se non quel che s'è già avverato. La rabbia, l'odio, il fastidio e quello scherno che proviene dal ragazzo. < Ti ho convocato.. > Comincia. < ..perché ero CERTA.. > Come ha fatto notare prima. < ..che tu avessi qualcosa da dirmi.. > Il tono resta mellifluo, mentre intreccia le mani tra di loro, sulla superficie della scrivania. < ..considerando l'ultima tortura alla quale abbiamo preso parte.. > Snocciola la questione fin da subito, volendo veder sin dove egli possa arrivare, assieme al discorso inerente. < ..nella quale volevo valutare le tue attuali capacità.. > Piega la testolina di lato, come l'altro. Uno specchio. < ..il tuo giudizio.. > Com'è giusto che sia. < ..la tua forza di volontà.. > Della quale conosce sin troppo. < ..e la tua capacità di mantener la calma ed il raziocinio. > Specifica alla di lui volta, cercando di restar il più calma possibile mentre s'espone in tal maniera verso colui il quale ha ricoperto il suo posto prima di lei. Fino a qualche anno prima, erano esattamente l'uno al posto dell'altra in quell'ufficio, in quella sede Anbu. < Io SO.. > Sottolinea. < ..quali erano i nostri accordi.. > Lo sa anche fin troppo bene. < ..ma ciò non toglie che son pur sempre io il supervisore, qui dentro. > E' lei che attualmente ricopre la carica di Generale Anbu e non può fare a meno di controllare e tenere sotto controllo. < Certo, avevamo detto che non avrei avuto controllo su di te.. > N'è consapevole e glielo ha detto. < ..ma, in quello specifico contesto.. > Dove l'ha dovuto fermare dal momento che ha colpito a morte Sharper Hook. < ..non potevo fare altrimenti. Mi serviva ancora vivo. > Non ci gira attorno più del dovuto, poiché non le piace la piega che sta prendendo la situazione, almeno dal punto di vista altrui. < Non nego che.. > Fa spallucce. < ..sventrandolo, siam riusciti a trovar altro d'importante. > Ben più delle stesse parole, le quali sarebbero potute servir in altri contesti, differenti da quelli precedenti. [ Chk On - Equip On ]

17:37 Azrael:
 Il discorso prosegue, ma il Nara non resta nel più totale silenzio. Non proferisce alcuna parola, certo, ma si limita a ridacchiare ancora ed ancora, per rendere quella situazione ancor più tesa di quanto non sia già attualmente. Quel che il Generale dice è giusto, da un certo punto di vista, ma sbagliato sotto molti altri. Lei ha il dovere di mantenere il controllo, ma al contempo avevano stretto un patto. Un accordo che avrebbe visto il Nara come sottoposto dell’attuale Generale solo e soltanto se avesse avuto la giusta libertà che gli si dovrebbe addire. < Tsk. > Sibilerebbe contro la parete di gesso della maschera. < Se sei interessata a sapere quel che ho da dirti, ho tutta l’intenzione di accontentarti, Furaya. > Questo affronto è molto grave nei confronti di un ANBU, Azrael lo sa perfettamente, ma c’è uno specifico motivo per cui si sta comportando a questo modo. Che sia la sua volontà di uscire dalle Forze Speciali o qualcosa che la Gran Consigliera non può ancora nemmeno immaginare, non è dato saperlo al momento. < Quello sarebbe il tuo tentativo di… controllarmi? Avanzare una timida protesta e venir trascinata di forza all’interno delle viscere di quel poveraccio? > Una risata di scherno segue il suo ultimo dire. La sta evidentemente sbeffeggiando, con il chiaro e preciso intento di farla innervosire. < Sei più debole di me… Generale. > Allungherebbe la mancina verso la scrivania, ticchettando rapidamente contro la superfice lignea < Tutte le tue domandine del cazzo non sono servite a niente, ci ha chiesto di sventrarlo e l’ho fatto, dando una svolta a quella sottospecie di interrogatorio. Oltretutto… > Una breve pausa, lasciando che l’espressione arrogante e sorridente quasi si noti attraverso la maschera < … Non sono io ad averlo ucciso, ma tu. L’ho sventrato e continuava a parlare, gli hai staccato quel che lo teneva in vita ed è tutto finito. Dunque… chi ha contravvenuto agli ordini, mh? > Sprezzante continuerebbe ad insistere sulla propria linea di discorso, sulle proprie idee, quasi offendendo di continuo la giovane ragazza, asserendo che – forse – è troppo giovane, debole ed inesperta per occupare quel posto, che è sempre spettato a lui di diritto. [ Chakra ON ]

15:43 Furaya:
 Egli ride, cercando probabilmente di minare alla pazienza della Nara, la quale continua ad osservarlo nonostante dentro di sé bolla, senza la necessità di attivare lo Yoton. Il sangue ribolle, s'agita assieme al battito cardiaco. Inspira profondamente e rilascia aria dalle labbra, dal foro della maschera che ne modifica la voce. Non parla. Non dice niente. Non reagisce alla sfida, allo scherno di Yami. Non è il caso né vuol abbassarsi al suo attuale livello, piuttosto infantile invero, ma conoscendolo avrebbe già dovuto immaginarlo. Ha sbagliato a fare i conti con il destino, con il fato, con il proprio buonsenso fermandolo. < Ti prego d'utilizzare, secondo le norme e regole vigenti nelle Forze Speciali, i nostri nomi in codice quando sei nel Quartier Generale, Luogotenente Yami. > Ferrea, sibila tali parole melliflua e chiara, scandendo ogni singola parola che provien dalla di lei gola. Lo scruta da dietro la maschera con sguardo serio e austero, medesima cosa che può esser percepita dal di lei tono, nonostante il modulatore vocale. < Le mie domandine del cazzo erano idonee al contesto. Ci servivano *quelle* informazioni ed erano esattamente quelle che pretendevo dal prigioniero. > Esplica, fluida, contenendo la propria rabbia, sentendola montar dentro di sé per l'affronto che sta ricevendo da un suo stesso compagno di armi. Non prosegue nel risponder alle asserzioni dell'altro, poiché le sembra chiaro che è VERAMENTE una sola domanda quella che va posta a Yami. Una sola, che ha però particolare importanza per ambo le parti. Le mani restano incrociate tra di loro, impassibile nella morsa, la quale non verrebbe stretta, trattenendo l'impulso del proprio corpo a farlo. Le sciorinate che vengon fuori dal Luogotenente non le scivolano addosso, bensì penetrano nella carne e trovano fondamento. Sa perfettamente che quel ruolo spetta direttamente all'uomo, così come sa che ne ha occupata la scrivania sol perché egli era assente, lontano dal Villaggio per diversi e differenti motivi. < La vera domanda.. > Inizia, parlando lentamente e con voce greve. < ..è: rivuoi questo posto, Yami? > Il palmo della dritta s'adagia sulla superficie della scrivania, non con forza, bensì sol per sottolineare il tutto. Ne attende la trepidante risposta. [ Chk On - Equip On ]

16:16 Azrael:
 Dalla posa rigida ed apparentemente gelida della donna che si cela dietro la maschera di Gekido, Azrael riesce facilmente ad intuire quanto le sue provocazioni non stiano andando a vuoto, ma stiano colpendo nel segno e quanto, soprattutto, l’attuale Generale si stia forzando di mantenere un comportamento professionale. Si alzerebbe, dunque, pur restando nel più totale silenzio per permettere al discorso della Nara di fluire senza interruzioni, neanche più quelle risatine di scherno riecheggiano tra una pausa e l’altra. La mancina andrebbe allo schienale, scostando la sedia accanto a sé, ma permanendo in piedi fronte alla donna, on lo sguardo a squadrarla dall’alto verso il basso e le braccia che vanno or ora ad intrecciarsi al petto, al di sotto del mantello scuro. < Mhmh… > Mugugna in cenno di assenso dopo il di lei discorso, la domanda finale gli incurva le labbra in un sorrisetto beffardo. È a quella che, per prima cosa, va ponendo la propria attezione. La mano sinistra andrebbe a poggiarsi sulla scrivania, il busto leggermente chinato in avanti per avvicinare i volti dei due Nara mascherati. Lo sguardo nero di sfida del Dainin andrebbe ad incatenarsi in quello serioso e ceruleo della Jonin. < Sì, rivoglio il mio posto. > La voce risuonerebbe decsa, seppur leggermente distorta a causa del modulatore vocale della maschera del Sadico. < Ma solo quando avrò una prova che non sei più in grado di adempiere al tuo ruolo. > Come ogni bravp gopcatpre di scacchi che non ha mai rivelato il proprio piano o la propria logica, va soltanto adesso a scoprire le proprie carte, mantenendo un tono decisamente più pacato, tranquillo ed amichevole nei confronti di quella che, da sempre, lo ha accompagnato nella propria carriera da shinobi. < Vedi, io sono il tuo maggior problema all’interno del Quartier Generale, al momento. > Il busto andrebbe a raddrizzarsi, riportando la schiena dritta, ma per nulla rigida, e le braccia mollemente abbandonate lungo i fianchi < Qualcuno, col mio ritorno, avrebbe potuto mettere in dubbio la tua posizione di comando e questo non va affatto bene. Quel che hai fatto in quella sala torture avrà già fatto il giro del Quartier Generale ed il fatto che tu mi abbia convocato per un lavata di capo confermerà l’idea che, benché io sia più esperto e forte di te, hai in mano le redini della squadra. > Andrebbe solo ora a recuperare la sedia che aveva scostato in precedenza, per riaccomodarsi in posizione educata e che converrebbe ad un colloqui di quel tipo < Sono perfettamente lucido e so quel che faccio. Dentro la Sala Torture e fuori da essa. Spero che questo mio piccolo scherzetto te ne abbia convinto. Inoltre, ti ho provocato per tutta la durata di questa conversazione per testare le tue capacità di mantenere la calma ed il comando. > Terminerebbe la propria spiegazione andando, soltanto ora, a concludere effettivamente il proprio discorso con l’unica e sola cosa che avrebbe voluto dirle in quell’incontro < Se vieni nuovamente meno ai patti che abbiamo preso, però, mi prenderò la briga di essere meno pacato e ti riempirò di botte. > Riderebbe di gusto sebbene, data anche la conoscenza che Furaya ha di lui, si può tranquillamente intendere che non stia affatto scherzando. < Ho bisogno che ti fidi di me, Gekido. Così come io mi fido di te. Quando questa cosa dovesse venire a mancare, allora riparleremo della persona che dovrebbe stare dietro quella scrivania. > [ Chakra ON ]

16:45 Furaya:
 La di lui risposta non la lascia basita, o forse un pochino sì. In realtà, quelle cinque parole risvegliano in lei un mix d'emozioni che non sa decifrare, l'una diversa dall'altra. Come prima, si palesa la rabbia che cerca, da anni, di controllare. Se si lascia prendere facilmente dall'ira, è consapevole di non riuscir a tener a freno l'Innata Yoton, così come quando si risvegliano altre emozioni, decisamente forti ed in modo incontrollato. Il problema del Kopijutsu, dell'esperimento, è esattamente questo: incontrollabile se gestito da emozioni talmente forti che lei stessa non tiene a freno. Quindi, come da bambina, quando non voleva mostrar il suo Io interiore, la sua debolezza e la solitudine della quale si era circondata, getta sul volto quella maschera di ghiaccio, che ne modifica anche il tono purché appaia sempre calma e controllata, anche se a tratti glaciale come i ghiacciai, in netta contrapposizione alla fiammella dello Yoton che arde in lei. Muove la testa dall'alto al basso, annuendo alle di lui parole. A *quelle* parole. Non vi ribatte, non ancora, vuol saper se vi sia altro da dire prima di trovar le giuste parole, magari alzandosi dalla poltrona e cedergliela. L'orgoglio, però, le impone categorico di restar lì dov'è, perché se ha preso le redini dopo Yami vuol dire che le capacità le possiede; vuol dir che non è così tanto debole come ha fatto intender l'altro. Fisicamente lo è ed è innegabile il discorso, poiché ella preferisci attacchi a lungo raggio e le sue braccia esili ne son la conferma. < E' la prima cosa che s'apprende.. > Inizia col proprio dire, praticamente piatta nel tono che va utilizzando. < ..quella di mantener la calma qualsiasi sia la situazione.. > C'è chi ci riesce e chi no. < ..e chiunque si abbia davanti. > E lo trova decisamente giusto ed adeguato, specialmente al ruolo che entrambi ricoprono o hanno ricoperto, a giudicar dal grado. < Quando sei tornato.. > Non a Konohagakure, ma proprio nel Quartier Generale per riprender il suo "posto". < ..già sapevo che la situazione sarebbe stata delicata. Non per questo.. > Assottiglia le palpebre, da dietro la maschera, sollevando il capo per fronteggiarlo quando s'alza in piedi, restando invece seduta. < ..ho avuto timore di te o mi son alzata da questa poltrona per cederti il posto. > Vuol fargli capir che, nonostante tutto, a prescindere dall'errore fatto e commesso anche se aventi un patto da stabilire, ella quel posto non lo cede. Se lo è seduto, sì; era anche il suo precedente ruolo prima che sparisse, vero: ma non per questo vuol cedere. Deve esser sicura di poter ricoprir quel posto, deve vestirsi d'orgoglio: con un'armatura enorme ed indistruttibile fatta di quest'ultimo sentimento ed ostentarla con le unghie e coi denti. < Per me, è una sfida averti qui di nuovo, sotto la mia supervisione e non più sopra di me. > Lo rivela senza peli sulla lingua, mantenendo le dita intrecciate tra di loro, come se quella posizione possa darle rinnovata calma. < E voglio affrontarla, Yami. > Dritto per dritto, mettendo i puntini sulle "i". < Non verrò nuovamente meno al nostro patto.. > Il tono par affievolirsi un poco. < ..ed io eviterò di darti, di rimando, le stesse botte che vorrai dare a me. > Sghignazza. < Fufufu~ > Che sia lei ora a provocare il Luogotenente, abbastanza divertita - sicuramente rincuorata - da come si son ribaltate le sorti? [ Chk On- Equip On ]

17:06 Azrael:
 Le parole della Nara gli arrivano, perfettamente comprensibili e per nulla inaspettate, all'orecchio. Ha senso quel che lei gli sta dicendo, l'aver appreso il controllo e la calma anche davanti al più pericoloso dei mukenin, l'essere costantemente sotto pressione per la presenza del Nara nel corpo anbu, stavolta con un grado più basso. Ed, infine, quella battuta che alleggerisce tutto il discorso, lasciando che Azrael si liberi in una fragorosa risata. < Non vedo l'ora che tu faccia qualche passo falso, in tal caso. > Continua a sghignazzare, seguendo anche il suono che sente provenire da sotto la maschera del Generale < Giusto per vederti tentare di ferirmi invano. > La conosce, la conosce fin troppo bene per non sapere che un possibile scontro finirebbe per essere uno dei più epocali che la Foglia abbia mai visto. Allo stesso modo è fin troppo arrogante da pensare che, tale scontro, potrebbe finire in un risultato diverso da quello di Azrael come unico vincitore. < Ad ogni modo, lasciatelo dire, sei incapace negli interrogatori. Esattamente come ricordavo. > Incrocia le dita sul proprio ventre, abbandonando debolmente i palmi contro il proprio addome. < Beh, già che ci troviamo qui, Generale... > Una breve pausa, per permeare nuovamente l'aria di quella serietà che un qualunque argomento delicato dovrebbe avere < Cosa accidenti pensi che fosse quella macchina all'interno del pirata? > [ Chakra ON ]

17:21 Furaya:
 In questo momento, invero, vorrebbe alzarsi, sollevargli la maschera e prenderlo a sberle. Potrebbe anche bloccarlo con la Kagemane e poi far sì che si prenda a schiaffo da solo. Sarebbe divertente- da un certo punto di vista. Ma deve contenersi ed occupar, ancora e ancora, il ruolo di Generale che s'è guadagnata e pretende di mantenere. < Oh.. > Scuote il capo da un lato all'altro. < ..non mi è mancato per niente il tuo egocentrismo incondizionato. > Sghignazza di nuovo, slacciando or le dita dal loro precedente intreccio, cosicché la circolazione possa riprendere a scorrere normalmente, rispetto a poc'anzi, laddove la stretta era diventata come marmo. < Per questo, ho lasciato la sezione Torture e Interrogatori a te. > Ammette d'esser incapace? Forse, ma pronuncia quelle parole come se dovessero esser una colpa dell'altro, come se lo schermisse ancora. Infine, ciò di cui egli parla subito dopo è di fondamentale importanza per le Missioni degli Anbu e quanto ne potrebbe conseguire. La storia di Sharper Hook non è ancora finita. < Credo che un intervento del genere sia complicato, nonché doloroso.. > Spiega in sua direzione, stringendosi nelle spalle, poiché lei stessa sta ancor facendosi delle domande in merito alla situazione di quel pirata. < ..per questo, penso che i Medici sappiano dirci qualcosa in più dalla sua autopsia. > Spiega in sua direzione, per quanto non aspetti un suo consenso: deve sol trovar il giusto Medico del quale fidarsi. < Penso che possano voler sviluppare degli uomini con simili caratteristiche, ma chi sia il mandante, il creatore.. > Lascia sollevar la dritta, la quale s'abbassa nuovamente sulla superficie della scrivania. < ..non saprei veramente. > E' una situazione complessa. [ Chk On - Equip On ]

17:43 Azrael:
 L'ego di Azrael è talmente grande ed ingombrante da far sembrare quella stanza fin troppo piccola per i due anbu. Non ha la benché minima intenzione di nascondere il fatto che confida della propria forza al punto tale che uno scontro non lo impensierirebbe minimamente. < Ti dico la verità, il pensiero di non essere il Generale, ma essere l'Anbu più forte mi diverte alquanto. > Un'ultima risata si leva dalle sue rosee, infrangendosi contro il gesso solido della maschera di Yami. < Avermi "affidato" la sezione torture non implica in alcun modo che tu metta a repentaglio i miei interrogatori con le tue... doandine del cazzo. > Rimarca ancora quel concetto, ma il tono è moolto più leggero e felice. Alla fin fine sta scherzando, prima ancora di concludere un discorso che gli preme molto più della supremazia sulle Forze Speciali, che potrebbe riprendersi con la forza in qualunque momento, qualora ne avesse la volontà. < Mentre tu decidi a quale medico affidare la cosa, io mi prendo la libertà di domandare a Kaori. Primario e dotata di byakugan, mi sembra la scelta migliore. Qualora tu non fossi d'accordo, beh... > Sghignazzerebbe ancora, alzandosi dalla sedia e voltando le spalle al Generale < ...prova a fermarmi, se riesci. > A questo punto alzerebbe la mancina ad accennare un saluto alla di lei volta, prendendo la strada dell'uscita, verso cui sarebbe diretto se la Nara non avesse null'altro di rilevante da aggiungere. [ se end ]

17:57 Furaya:
 Non sono quella stanza, ma persino la stessa Konoha è troppo PICCOLA per l'ego gigantesco del Sadico. < Ebbene, tu hai il tuo giochino.. > Ossia che l'esser l'Anbu più forte lo diverte. < ..ed io ho il mio. > Sovrastare ad esso in carica, ma dando modo che si sfoghi nella Sala Torture con un malcapitato. Agita la dritta nell'etere nel sentir la di lui ulterior affermazione, come se volesse liquidarlo con poco ed evitar totalmente di rispondere ad esso. L'argomento conseguente, invece, ha decisamente più importanza e la spinge ad annuir con sicurezza al di lui consiglio. < Ci avevo pensato già anch'io. > Rivela, poiché non ha trovato altri Medici idonei. < E' una Consigliera, sa il fatto suo ed il Byakugan potrebbe esser veramente utile in casi come questo. > Per indagar a fondo nel corpo dell'uomo, per quanto esso sia tecnicamente morto. < Inoltre, hai mai pensato che, riattaccando i fili.. > Ch'ella ha staccato e che erano collegati al di lui cuore. < ..egli possa rivivere? > Con la giusta scarica al cuore per farlo ripartire, in caso sia veramente possibile. Qualcosa di paradossalmente assurdo, degno dei peggior scienziati nei migliori racconti horror che si rispettino. < Non ti fermerò.. > Sbuffa, poggiando il palmo della dritta sulla fronte, come un facepalm, palesemente rinunciando a dargli un responso negativo. < ..occupatene tu, allora. Ma voglio tutti i dettagli del caso sulla mia scrivania, nel minor tempo possibile, redatti possibilmente da Kaori nei minimi particolari. > E chiaramente comprensibili anche da chi non è un Medico (?). Infine, lo lascerà andare, preoccupandosi di sistemar le proprie scartoffie e placar finalmente la propria ira, con precisi metodi di meditazione. [END]

Durante la Tortura di Sharper Hook, tra Gekido e Yami ci son stati dei diverbi tali da portar i due a parlarne in separata sede.