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con Furaya, Jin

16:20 Jin:
  [Cortile dell'accademia -> Quartiere Nara] La sostituzione avviene proprio come aveva progettato nell'attimo di riflessione precedente all'attacco della donna. La punta della spada lo sfiora senza tangerlo minimamente. Con un sorriso stampato in volto, frena il breve volo all'indietro poggiando i talloni sul suolo, mentre osserva la sensei, senza distogliere lo sguardo da quella donna che, senza falsità, lo incuriosisce nel suo fare. Sembra molto distaccata, forse per mantenere un certo fare da insegnante. Quel che è palese agli occhi del biondo è proprio che la donna non ha mostrato nemmeno un briciolo della sua personalità, limitandosi a fare il proprio lavoro con la massima professionalità. Al giovane Nara, questo non basta. Non dopo essersi riscoperto appartenente al clan del grande Shikamaru. Non davanti ad una conclannata così importante. La donna si appresta a concludere la lezione, sincerandosi sull'eventuale presenza di dubbi riguardo alla tecnica appena mostrata. Silenzio. Con un leggero disprezzo, ancora nella posa post-atterraggio, il biondo si volta verso la classe, mostratasi tanto passiva all'argomento da far sentire una mente curiosa e costantemente desiderosa di stimoli come la sua, in un profondo imbarazzo. Lo stesso che avverte nella donna, che sembra volersi staccare da quel luogo il prima possibile. Si congeda abbastanza in fretta, con un sorriso apparentemente sincero, che agli attenti occhi del deshi lascia trasparire un leggero velo di amarezza. Prima di avviarsi verso l'esterno, si lascia andare in un piccolo complimento al biondo, che questi accoglie con un semplice movimento del capo ascendente e discendente, accompagnando il tutto con un sorriso, come a ringraziare delle parole, seppur non fossero parte di chissà quale elogio. Vedere la figura della donna che si allontana dilania la mente del giovane in due parti, sempre più in conflitto man mano che la figura si fa più piccola per effetto della prospettiva. La parte razionale gli imporrebbe di seguirla e chiederle informazioni sulla storia del clan e, soprattutto, sul suo legame con esso. Si guarda intorno. Alle sue spalle i passi della donna si fanno sempre più leggeri. Davanti a lui, i ragazzini dell'accademia giocano tra di loro, cercando di sostituirsi. Non si sente parte di quel gruppo, pertanto la decisione sembra già presa. Si volta di scatto, iniziando a correre seguendo le leggere orme lasciate dalla sensei nel terriccio del cortile. <Furaya-Sama!> Direbbe il deshi, sollevando il braccio destro e agitandolo per richiamare l'attenzione della donna. Ammesso che questa lo abbia sentito e si sia arrestata per permettergli di raggiungerla, il deshi rallenterebbe il passo, altrimenti continuerebbe a correrle dietro, ormai troppo lanciato per fermarsi. Raggiunta una distanza alla quale sarebbe stato impossibile essere ignorato, con un leggero fiatone, il biondo tuonerebbe. <Furaya-Sama! Posso parlarle un attimo o è impegnata?> Riprenderebbe fiato, rallentando l'andare sicuro e deciso. Qualora la donna avesse acconsentito alla richiesta del giovane Nara di comunicare, questi avrebbe preso un profondo respiro, per poi proferire parole, con voce serena. <È sempre difficile fare lezione, eh? Nessuno parla mai della tensione che un insegnante può provare nel tentare di piacere ai propri alunni...> Nel dire ciò, sorriderebbe cercando le iridi di zaffiro della donna con le sue iridi di smeraldo, per comprendere quale possa essere la reazione della donna a quell'argomento. La forte componente empatica che gli ha permesso di comprendere anche molte delle sensazioni di Azrael senza che quest'ultimo parlasse, lo caratterizza da sempre. O almeno, da quando è abituato a dover comprendere lo stato d'animo del padre, per evitare di essere picchiato. <...Posso rassicurarla a riguardo. È stata molto piacevole come lezione.> Direbbe, continuando a sorridere. Non mente, alla fine è stata una lezione scorrevole ed i concetti sono stati espressi in modo impeccabile. Nel frattempo, qualora la donna continuasse a camminare, le camminerebbe accanto mantenendo la stessa velocità, mantenendosi al fianco destro. <Però non ho avuto occasione di conoscerla. Ho scoperto da poco di essere un Nara...> Glisserebbe sul come, dato che non vuole ancora fare menzione dell'incontro con Azrael. <...E sono interessato alla storia del clan, nonché a conoscere i membri dello stesso. Non vorrei risultare troppo indiscreto...> Direbbe, facendo una piccola pausa, per poi alzare leggermente le spalle e riprendere, sospirando. <...Se ha da fare, me lo dica pure.> Porterebbe poi entrambe le mani dietro la nuca, intrecciando le dita a formare un perfetto alloggio per il collo. <Ovviamente, intendo conoscere le persone, non i ninja dei quali si parla su giornali e libri di storia.> Si lascia andare ad un sorriso beffardo, mentre volta la parte superiore del busto verso la donna, per poi spostarla nuovamente verso la direzione di marcia, in attesa di risposta. <Lo prenda come un desiderio da allievo.> Concluderebbe il suo dire con quella frase, enunciata con tono palesemente furbo.

16:43 Furaya:
 Terminata la Lezione in Accademia, si sta recando verso la propria dimora. Mantiene un passo costante, alternando le inferior leve prive d'alcuna fretta. La schiena è ben diritta, vestita con il suo classico yukata con il simbolo dei Nara inciso dietro la schiena. Katane ed oggetti vari son gli stessi che, pochi minuti prima, portava con sé anche in Accademia. La lezione sulla Sostituzione le ha messo un po' di ansia, deve ammetterlo, poiché non crede che sia andata benissimo nella spiegazione e, peggio ancora, potrebbe averli annoiati. < Mphf.. > Sospira, scuotendo mestamente il capo. < ..mi sto facendo troppi problemi. > Commenta a bassa voce, muovendo appena le labbra per udirsi da sola. Solleva il capo, volgendo particolar attenzione nei dintorni, volendo cercar di raggiunger la propria dimora senza che qualcuno - ogni due metri circa - la fermi per un motivo o per un altro. Fiancheggia il muro di alcune case, tenendosi in qualche modo in disparte. Sistema meglio i ciuffi rosei, spostando le ciocche sulla fronte sul capo, in modo tale che possa aver una visuale totale senza impedimento alcuno. L'avambraccio manco vien poggiato su ambedue le else delle Katane, lasciando ciondolar le dita della mano verso l'interno, sporgendo il gomito in fuori. Non è una posa del tutto femminile, per quanto essa sia effettivamente comoda. < Fortunatamente.. > Mugugna ancora. < ..non devo tornare in Magione. > Dall'Hokage, avendoci passato gran parte della mattinata, come consuetudine. Quell'ufficio sta diventando, man mano, la propria seconda casa e non è esattamente quel che vorrebbe, nonostante sia sempre e costantemente grata per il ruolo che le hanno concesso. Può tener fede alla promessa di proteggere il Villaggio, pur non diventando Hokage: è decisamente lontana dall'esserlo e dal provare a diventarlo. Ha ancora una lunga strada di fronte a sé da percorrere, colmando tutti i suoi lati negativi e gli incubi che la attanagliano. I propri pensieri, nonché l'incedere, vengon interrotti dall'arrivo di qualcuno, dietro le di lei spalle. La voce non verrebbe riconosciuta subito, poiché vi ha avuto ben poco a che fare e non ha registrato in toto quest'ultima. Non ancora. Gira lentamente verso la fonte di tal suono, sentendosi chiamar per ben due volte. < Uh? > Sorpresa, nonostante sia ormai abituata al sentirsi chiamare tra la folla, ogni giorno ed in ogni momento della giornata. Arrestato il passo, dona il fianco manco alla volta del ragazzino dal biondo crine, sollevando il sopracciglio destro verso l'alto. Cosa potrà mai voler adesso? Qualcosa che, durante la Lezione, non ha avuto il coraggio di dirle? < Oh, sei tu.. > Se ne ricorda, essendo passato decisamente poco tempo. < ..Sanjuro, giusto? > Par che così si fosse presentato durante la Lezione in Accademia. < Uhm, no, non sono impegnata. Stavo soltanto tornando a casa.. > Fa spallucce, sollevando ed abbassando le spalle lentamente. Affiora anche un piccolo sorrisetto sul di lei volto, di circostanza, anche per non apparir apatica come al solito. Certe volte, è costretta a sforzarsi più del dovuto, poiché deve "apparire". E' pur sempre un volto noto, pubblico, sotto i riflettori volente o nolente. < ..ma non sono di fretta. Hai qualcosa da chiedermi? > Sorge spontaneo anche pensar perché non l'abbia fatto durante la Lezione. Invero, è incuriosita dal motivo per il quale egli l'abbia voluta fermare lì, dove son da soli e non davanti ad un gruppo di ragazzini prossimi all'Esame Genin. < Difficile? > Pondera, sbattendo un paio di volte le palpebre, velocemente, non sapendo esattamente quali parole trovare per replicargli. < A dir il vero, non è molto difficile.. > Questo è sicuro. < ..è solo che.. > Non sa ancor trovar le parole giuste, tant'è ch'è costretta a sollevar nuovamente le spalle, facendole ricadere subito dopo. < ..non facevo da Sensei da un bel po', quindi è come se avessi perso la mano con le nuove generazioni. E' diverso da quando frequentavo io l'Accademia: da allora, molte cose son cambiate, quindi credevo di sbagliar l'approccio con voi. > Svela, sincera al cento percento, coi lineamenti del volto ben distesi. < Oh.. > Porta la dritta all'altezza del cuore. < ..non sai quanto queste parole possano farmi piacere, davvero! > Esclama, ridacchiando con un sorrisone da orecchio ad orecchio, finalmente VERO e non tirato come al suo solito. Le si illuminano persino gli occhi! Il suo obiettivo può dirsi raggiunto, per quest'oggi. < Mhn, no. > Non ha da fare, lo ribadisce. < E' mio compito anche aiutare voi giovani Nara a scoprire la vostra Innata, a rendervi partecipi della storia del nostro Clan, la quale va sempre e comunque tramandata nelle generazioni a venire. Siamo un Clan antico, come molti altri qui a Konoha. > Non sa se n'è a conoscenza, ma è pur sempre motivo di vanto, anche per una come lei che ha conquistato molto durante la sua carriera Ninja. < Intendi.. Conoscerli di persona, no? D'altronde, su un libro, si parla in modo molto vago delle persone. C-Cioè, ammesso tu ti riferisca a questo, ecco! > S'accorge di straparlare, frenando subito l'impulso di continuare la sua discussione, cosicché sia Sanjuro colui il quale possa toglierle i dubbi che le son sorti, proprio a causa delle di lui stesse parole. Lo scruta, nel mentre, senza mai distoglier lo sguardo dal di lui volto, curiosa di quel che ha da dire un ragazzo della nuova generazione. [ Chk On | Equip On ]

18:17 Jin:
 La donna, dapprima ancora un po' distaccata, forse perché ancora attrice nel ruolo della sensei d'accademia, va sciogliendo la propria barriera pian piano, permettendo alla discreta solarità del giovane di penetrare tra le crepe, riuscendo infine ad illuminarle il volto con un bel sorriso sincero, che questa volta infonde anche nel giovane una certa soddisfazione per aver innescato quella reazione tanto intensa. Risponde con un sorriso altrettanto sincero, testimone del suo animo puro, che accompagnerebbe con lo spostamento delle smeraldine iridi dalle labbra dischiuse della donna agli occhi della stessa, ricolmi di una luce che non pensava nemmeno potesse invadere quelle orbite, testimoni di una tensione quasi innaturale, viste poc'anzi. <Credo che l'unico approccio sbagliato sia quello lasciato intentato.> Direbbe, avvolgendo il tono in un manto di apparente saggezza, per poi prendere un profondo respiro e terminare l'enucleazione del pensiero poc'anzi espresso. <Mi spiego: qualsiasi tentativo di approccio, a patto che derivi da intenzioni positive - e penso sia questo il caso - non può essere tanto male. Anche io sono qui facendo la figura dell'indiscreto, ma provare un approccio sociale è meglio che avere rimorsi il giorno successivo, per non averlo fatto.> Concluderebbe il suo dire, mantenendo le mani dietro al collo, a sostenere la testa. Ascolta poi il dire della donna, senza battere ciglio, per poi dirle, tutto d'un fiato. <In realtà...> Dice, afferrando in seguito nella mano destra la parte corrispondente del gilet, proprio in corrispondenza del taschino sopra il quale è ricamato il simbolo dei Nara, portandolo all'attenzione della donna. <Questo gilet con questo simbolo è tutto ciò che mi collega al clan Nara. So solo che è appartenuto al padre di mia madre. Non conosco né il primo, né la seconda, morta di parto. Vivo qui da solo e vengo da un piccolo villaggio appena fuori Konoha.> Non nomina nemmeno il padre nel discorso, che ormai sente tanto lontano, quasi più degli avi ormai deceduti. Con un velo di dolore che gli si dipinge sul volto, tenta di camuffare il tutto mantenendosi vago nel portamento. <Qualcuno mi ha fatto notare che, per certi versi, rispecchio il portamento dei Nara, insieme al loro acume. Di certo, non per i tratti somatici...> Dice, indicando con l'indice destro la chioma color biondo cinereo, non di certo tipico fenotipo del clan Nara. Sposterebbe poi lo sguardo sui capelli rosei della donna, sgranando gli occhi, per poi ripararsi dietro un sorriso vagamente imbarazzato. <...Ma a quanto pare, non è una cosa tanto discriminante.> Tenendo per qualche secondo lo sguardo sulla chioma color fior di ciliegio della donna. Al dire di lei riguardo il modo che i libri hanno di descrivere le figure importanti nella storia, il giovane si limita ad annuire con espressione che vira dallo scanzonato al serio. <Più che altro, i libri puntano a vendere...> Farebbe una pausa, per poi portare il volto a sondare quello della donna, mentre continua a camminarle di fianco, oscillando con lo sguardo tra la via di Konoha, entro la quale non si è mai avviato prima d'ora; per poi spostarlo repentinamente a cogliere i dettagli delle reazioni della donna. <...E per vendere, si punta alla spettacolarità, al descrivere grandiose gesta. A dipingere i ninja come eroi contro il male...> Si ferma nuovamente, per concedere una certa enfasi al dialogo, che altrimenti risulterebbe fin troppo banale. <...Ecco, vede. È da quando sono arrivato in accademia che mi porto dietro una domanda alla quale, grazie agli incontri speciali fatti fin ora, sono riuscito parzialmente a rispondere: quanto di vero c'è nel ninja eroe? E soprattutto, quanto di umano c'è in un ninja? Qual è il confine che separa l'essere umano dall'essere ninja?> Adesso spera che la sensei capisca perché il biondo non ha proferito parola davanti agli studenti. I suoi dubbi sono ben più filosofici e complessi della semplice esecuzione di una tecnica. Lui ha fame di sapere. Di VERO sapere. Osserva speranzoso la donna, in attesa di ricevere una risposta che spera possa soddisfarlo. <Qualora ci restasse tempo, mi piacerebbe che mi parlasse un po' della storia del clan.> Tuona con voce ricolma di entusiasmo per l'incontro, sperando di trasmetterne un po' anche alla Nara.

00:33 Furaya:
 Fermatasi, permette al ragazzo di poter dialogare con lei affinché esponga tutti i dubbi del caso o qualsiasi altro argomento voglia affrontare. Muove la testolina dall'alto al basso in un cenno d'assenso al di lui iniziale dire, continuando a sorridergli. < Credo tu abbia ragione. > Ne conviene al tempo stesso. < Beh, io, quando avevo la tua età, non avevo granché approcci con le persone. > Non lo nasconde, poiché veniva spesso rimproverata per questa sua situazione, tanto da trarre vantaggio da quei rimproveri e cercare di crescere. < Quindi, credo io stia recuperando tutto adesso. > O provandoci, almeno, la qual cosa non guasta mai. Il di lei tono è neutrale, sì, ma con una punta di enfasi nel timbro della propria voce, far capir meglio il discorso che sta affrontando con il ragazzo. < Non mi dispiace.. > Inizia, stringendosi nelle spalle. < ..che tu m'abbia fermato. Anche se.. > Abbassa lo sguardo alla volta del gilet che indossa, il quale vien poi fatto evidenziare anche dalle movenze altrui. < ..avresti avuto tante altre occasioni per parlare con me. > Il mento vien rivolto proprio in direzione del simbolo del Clan Nara che Sanjuro porta inciso sul taschino. < Tuttavia, hai scelto quella che maggiormente ti sembrava adatta. > E non può biasimarlo, dal momento che avrebbe probabilmente compiuto la medesima cosa, fosse stata al suo posto. Difatti, il tono rimane particolarmente pacato mentre gli si rivolge, spostando il proprio peso corporeo dalla leva inferior manca a quella opposta. Muove la testolina dall'alto al basso, annuendo in sua direzione quando cita la madre ed il nonno. < Oh, mi spiace. > Che la madre sia morta di parto. Non l'ha mai conosciuta, il che fa sì che possa risvegliarsi del rimorso in chiunque. Qualsiasi bambino, crede, vorrebbe conoscere la propria mamma. A sua volta, la genitrice l'è stata strappata quando aveva soltanto otto anni. Ne ricorda a stento il volto, se non fosse per le fotografie che conserva. Ne ha dimenticato la voce, ahimè. Non riesce davvero più a ricordarne il suono neppure i tratti distintivi: s'era squillante o meno. Potrebbe parlarne con qualche altro membro del Clan, ma son rimasti in pochi coloro i quali conoscevano Kaneko. Smuove il capo per riprendersi da ricordi i quali non son del tutto coerenti con quel di cui si sta parlando. < D-Dicevi? > S'è distratta in un niente. < Fuori da Konoha? > Il Villaggio dal quale egli proviene. Si perde per un attimo a ragionare, per quanto non sia veramente importante da quale Villaggio egli provenga: è a Konoha adesso e potrebbe esser un Nara a tutti gli effetti. < L'acume lo hai fatto notare.. > Non può negarlo: è stato uno dei più intelligenti ed intriganti allievi avuti durante le sue Lezioni, nonostante queste ultime siano state particolarmente poche. Tra la moltitudine di lavoro che possiede, deve pur sempre trovar qualche rimedio per seguirlo tutto. < Mia madre era una Uzumaki. > Specifica, notando come Sanjuro ne punti i capelli. < I miei non sono del tutto rossi.. > Come vuole la Leggenda o il Clan stesso. < ..forse perché io ho risvegliato l'Innata Nara e non quella di mia madre. > Il Chakra ultra sviluppato e longevo: deduce sia per questo che non sia riuscita ad aver capelli cremisi come quelli di Kaneko. All'affermazione riguardante i libri, si sente sol in dovere di replicare con un cenno d'assenso, dal momento che le domande successive del giovane la lasciano perplessa, per di più con qualcosa a cui pensare. Non replica istantaneamente, bensì si prende dei secondi per poter pensare, riflettere e trovare le giuste risposte da dargli, prima di affermar qualche castroneria della quale pentirsi in seguito. < Il Ninja Eroe non si auto-elegge: viene eletto e definito tale dal Popolo. Se aiuti il Villaggio contro un Mukenin, se combatti una Guerra che vede il nostro Villaggio contro un altro.. > Solleva ed abbassa le spalle, cheta nel parlare. < ..il Popolo può vederti come un Eroe. > Ella stessa viene definita come l'Eroina di Konoha o, in qualche contesto, tale è stata chiamata. < Dipende dalle gesta che il presunto Ninja compie: poiché son proprio le gesta a plasmare la fama posseduta dal Ninja: che sia essa negativa o positiva. Ma, sostanzialmente, c'è del vero, ma dipende dall'Eroe. > Non sa esattamente cos'altro dire, proprio perché la domanda è sgusciata fuori come un fulmine a ciel sereno. < Qual è il confine, eh? > Si sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sollevando altresì le iridi azzurre verso il cielo sopra le di loro teste, prima di riportarlo in sua direzione nel momento in cui avrà una possibile risposta da concedergli. < Quel Limite è molto sottile.. > Decisamente. < ..spesso e volentieri, vien oltrepassato senza saper più se questo Limite esista davvero oppure no. > E' brava a parlare: è ora che tiri fuori di nuovo il suo esser logorroica ed i pensieri che le attanagliano la mente. Parlare, alla fin fine, le tiene la mente occupata rispetto ad altri pensieri che potrebbero darle fastidio e rovinarle la giornata. < Posso chiederti per qual motivo mi hai posto queste domande? > Spera di esser stata soddisfacente, anche perché diversamente non trova modo per rispondergli. E' complicata dare una risposta secca e decisiva alle domande di Sanjuro: deve ammettere che il di lui intelletto è notevole. < Ah sì? > Gli sorride nuovamente gioiosamente. < Fa sempre piacere che nuovi Allievi s'informino sulla storia del nostro Clan. > Ne conviene, ma ancor non ne parla. Vuol dapprima sapere cosa ne pensa lui delle parole espresse dalla Gran Consigliera. [ Chk On ]

00:34 Jin:
 La donna non sembra granché infastidita dal fare spontaneo e spigliato del ragazzo, per quanto questi si lanci in lunghi giri di parole atti a giustificare un approccio forse un po' inopportuno. Sorride di rimando, il biondo, quando la Nara inarca le labbra, riconoscendo un fondo di verità nel di lui discorso riguardo gli approcci tra esseri umani. Il fatto che una persona di tale caratura trovi delle verità nel suo dire, aumenta l'autostima del giovane Nara. Ascolta attentamente il dire di Furaya, annuendo ad ogni concetto espresso, ma decidendo di non interromperla se non a concetto totalmente espresso. <a dire il vero, fino a qualche tempo fa, non sono stato che uno spettatore della mia vita...> Abbassa lo sguardo al suolo, in un'espressione che, rialzati gli occhi, svelerebbe un alone di comprensività. Un'espressione rassicurante si dipingerebbe, quindi, sul volto del biondo, che sposterebbe le iridi smeraldine in cerca delle di lei pupille. <...Recentemente ho cambiato il mio modo di vedere la vita, ma non posso dire di non capire come si sentisse alla mia età. Fortunatamente, io sono stato salvato dalle grinfie di me stesso.> Dice il biondo deshi, lasciandosi avvolgere la voce d'un velo di mistero, sperando di poter catturare la altrui attenzione, nel caso in cui questa latiti. La donna riprenderebbe poi il proprio eloquio, rimarcando come l'essere stata fermata non le dispiaccia assolutamente. Repentinamente, però, la donna sposta il suo sguardo sul simbolo Nara ricamato sul taschino destro del gilet indossato dal ragazzo. Quest'ultimo, seguendone la linea dello sguardo con i propri occhi, poserebbe la propria attenzione proprio su quel simbolo tanto evocativo. <più che aver scelto quella adatta...> Sorride con un velo di furbizia in volto, evidenziato dall'assottigliamento dello sguardo, che andrebbe nuovamente a cercare quello della donna. <...Ho scelto una delle tante occasioni da lei citate, nella speranza che non sia l'ultima, ma la prima di una lunga serie.> Direbbe, concludendo il concetto, mentre la mano destra, alzandosi, andrebbe a posarsi aperta sul simbolo Nara. Il dialogo prosegue a ritmo sostenuto, tra i due, testimoniando come l'interesse per l'incontro sia reciproco, nonostante la scala gerarchica e le esperienze di vita separino i due di una distanza rapportabile all'incirca agli anni luce. Ed è quando il giovane cita la madre ed il nonno che la donna si lascia andare ad un istintivo motto di dispiacere, che viene accolto con un timido sorriso - probabilmente il primo mai fatto - che porterebbe poi alla effettiva risposta. <oh, non se ne dispiaccia. Non nego che mi sarebbe piaciuto conoscerla, ma c'è una ragione anche alla morte. Basta cercare di esser razionali quanto più possibile.> Un velo di malinconia, seppur appena accennato, si tingerebbe sul volto del deshi che, seppur molto razionale, non può fare a meno di volare per un istante con l'immaginazione, cercando di figurarsi una vita alternativa, immaginando come avrebbe vissuto se sua madre fosse sopravvissuta alla sua nascita. Probabilmente i rapporti con il padre non sarebbero stati tanto conflittuali, questo non l'avrebbe portato a trovarsi dov'è ora. Una parte di sé, forse addirittura la maggioranza, preferisce ciò che è diventato a ciò che sarebbe potuto essere. Riportando l'attenzione sul dialogo, preoccupato di essersi alienato per troppo tempo, noterebbe una certa vacuità nello sguardo della donna, probabilmente distratta per un lasso di tempo leggermente più lungo. La donna torna prontamente in sé, riprendendo il discorso con un secco 'Dicevi?'. Beh, in realtà non ricorda nemmeno lui cosa stesse dicendo. <ho perso il filo, strano.> Commenterebbe sorridente, il giovane. Ed il sorriso stampato sul suo volto andrebbe ad estendersi al velato complimento della donna. <la ringrazio. A volte mi tacciano di essere saccente, ma giuro che è solo voglia di confronto. Non viene compresa da tutti, però.> È felice, però, che le giuste persone si accorgano che il suo modo di fare non è saccente, né spocchioso, né tantomeno polemico. La donna passa poi a fornire delle spiegazioni sui propri tratti somatici, evidenziati proprio dal giovane in precedenza, che si è soffermato in particolare sul colore dei capelli, dei quali condivide la desuetudine. Un solo verbo all'imperfetto permette alle sinapsi del giovane Nara di attivarsi a ricollegare i vari pezzi del puzzle. Parlando della madre all'imperfetto, la donna non lascia molto spazio all'interpretazione. Per glissare sull'argomento, il deshi attenderebbe pazientemente che la donna completi il suo concetto, per poi intervenire con un tono sussurrato, quasi come per esprimere un pensiero ad alta voce. <È sicuramente una combinazione affascinante...> Accorgendosi in un secondo momento di essersi sbilanciato in un'affermazione che potrebbe mettere a disagio la donna, porterebbe la mano destra a grattare la nuca, lasciandosi andare ad un sorriso imbarazzato. <...Geneticamente parlando, s'intende!> Rapido free climbing su specchi e qualsiasi superficie che non presenti appigli, nella speranza che la donna non recepisca negativamente il complimento. Alle successive domande del ragazzo, sicuramente più mirate e serie delle affermazioni dapprima enunciate, la donna prende un momento di riflessione prima di rispondere. Il gesto viene molto apprezzato dal biondo, che sorride nel notare l'espressione concentrata della donna nel cercare le giuste parole da inanellare per compiere un discorso perfettamente coerente. E probabilmente, forte di quel momento di riflessione, le parole vengono fuori una dopo l'altra, in una spiegazione impeccabile. L'espressione attenta che si dipinge sul chiaro volto del deshi è testimone di quanto le parole della donna lo affascinino. Il biondo si limiterebbe ad annuire periodicamente, mostrandosi sempre più interessato alle parole pregne di esperienza della donna. La risposta della donna è così semplice e al contempo tanto profonda da lasciare quasi privo di domande il biondo, che ancor prima di poter formulare una risposta abbastanza strutturata da poter reggere il confronto con il discorso di Furaya, si trova a dover rispondere ad un'altra domanda, repentinamente posta dalla stessa. Non vuole mentirle, dopo la disponibilità che lei ha mostrato. <Faccio una domanda simile a chiunque ritengo sia abbastanza addentro al sistema e, al contempo, profondo, da potermi rispondere come ha fatto lei. Ho fatto questa domanda qualche tempo fa ad Azrael-Sama, che dopo avermi risposto in maniera più che soddisfacente, mi ha anche chiesto di diventare suo allievo. Ecco a cosa mi riferivo prima. Azrael mi ha salvato da me stesso, facendomi sentire parte di un tutto che non ho mai percepito mio.> Gli occhi del giovane si illuminerebbero di espressive lacrime, senza scaturire però nel pianto. <Ed ecco anche perché vorrei saperne di più su 'noi'.> Direbbe, indicando con l'indice destro il simbolo ricamato sul taschino destro del gilet. <Mi piacerebbe sapere di avere in me anche un briciolo della saggezza che lei e Az-Sama mi avete mostrato senza riserva.> Le labbra si inarcherebbero entrambe in un comunicativo sorriso, testimone della pura sincerità che permea le sue parole. Prova una vera ammirazione verso quel clan e le persone che ne fanno parte. Seppure il suo spirito sia ben più che compatibile con quello di Azrael, per una questione di innumerevoli fattori, avverte il confronto con Furaya come più che costruttivo. Sente di star crescendo, relazionandosi con l'altrettanto leggendaria ninja. Spera solo che lei non lo metta in condizioni che potrebbero portarlo a perdere la vita, come accaduto con Azrael, altrimenti la fierezza per l'eventuale condivisione dei geni potrebbe trasformarsi in paura per l'eventuale condivisione di una schizofrenia aggravata, con pulsioni aggressive. E non sarebbe affatto bello.

01:23 Furaya:
 S'egli si dilunga in giri di parole, medesima cosa farà la donna nel rispondergli. Non ha alcun problema, anzi. Adora parlare specialmente se non ha modo di farlo spesso, specialmente se ben poche persone le si affiancano. E' altresì consueto, poiché la sua figura mette in soggezione parecchie persone sol per il fatto d'esser un Consigliere di Konohagakure. Nell'ascoltarlo, non può fare a meno di capirlo: muove la testolina dall'alto al basso, un paio di volte, giusto per fargli comprendere che ne sta sentendo il dire e ne sta traendo un approfondimento del discorso precedentemente intrapreso. Anche lei, spesso, per gran parte della sua adolescenza, non ha fatto altro che veder le persone vivere, crescere e morire; mentre ella restava lì a fissare il normale progresso e crescita dell'essere umano, dei suoi coetanei, ella restava lievemente in disparte. La di lei vita subisce un brusco calo d'interesse nei confronti di "tutto" all'età di soli otto anni, in cui perde ambedue i genitori, chi per un motivo e chi per un altro. < Certo.. > Ribatte, schiarendosi la gola e cercando di sviar i propri pensieri da quanto egli le ha fatto ricordare. Non è qualcosa di positivo, ma sicuramente non glielo rinfaccerà in futuro. Non poteva saperlo, ed il semplice fatto che le fa sentir nostalgia e provar la mancanza per la madre deceduta, beh, è naturale. Vuol dire che farà una capatina al Cimitero prima del solito giorno settimanale. < E' un bene che tu ti sia salvato.. > Dalle grinfie metaforiche di se stesso. Non si perde neppur una parola di quel che da Sanjuro vien pronunciato, poiché realmente interessata a quanto fuoriesce dalle di lui labbra. < ..c'è chi non vi riesce e chi, invece, attende inesorabile che qualcuno giunga a salvarlo, senza poi ricever alcun aiuto necessario. > Solleva ed abbassa le spalle, incupendo lievemente il tono nel pronunciarsi in tal modo. Non è stata poi molto positiva nella propria vita, figurarsi in questo momento. Tuttavia, distende le labbra in un tiepido quanto amichevole sorrisetto, in modo tale che possa smorzare - per quanto possibile - la tensione che potrebbe essersi venuta a creare tra i due. D'altronde, a sua volta, non sa ancor relazionarsi con molte persone. Dopo anni, sta sol iniziando a capire come fare, chiudendosi perlopiù in se stessa per ogni minima situazione svantaggiosa o anche solo sfavorevole. < Oh.. > La fa sorrider ulteriormente in quella futura promessa di potersi vedere e sentire ancora, e che quell'incontro non sia il primo e l'ultimo. < ..lo spero anch'io! D'altronde, se sei un Nara, avremo modo di vederci senza dubbio. Dopo l'esame Genin, soprattutto. > Quando tutti i Nara tentano, per la prima volta, di richiamare la loro Innata per riuscire a capire se siano in grado di risvegliarla - a seconda dei geni - e ad utilizzarla a dovere. Al discorso successivo, non può che stringersi nelle proprie spalle, dal momento che l'argomento è piuttosto delicato e, a sua volta, le interessa particolarmente e la tocca nel profondo. < Quando si è bambini, non si è molto razionali nei confronti della morte. E se s'inizia da piccoli ad aver una visione distorta e per niente razionale di quest'ultima, vien da sé che, anche crescendo, una convinzione del genere non cambia. > A meno che non vi sia qualcuno che possa cambiare questo modo di vederla. Ma, anche in questo caso, come nell'altro, non è detto che qualcuno vi sia, che possa esser onnipresente per colui o colei i quali hanno bisogno. < Non è un problema! > Che abbia perso il filo del discorso. < Per quanto mi riguarda, puoi parlare quanto vuoi, anche se perdessi il filo. > Non ha granché da perdere, se non da trovare in Sanjuro. Lo osserva in pieno volto, direttamente negli occhi. Ha un certo acume, questo lo ha già asserito, per non parlar di come si ponga nei confronti degli adulti nonché Ninja Leggendari. Senza timore, senza vergogna: solo con la consapevolezza di voler approfondire, conoscere e sapere. E' un ottimo punto di partenza e di Ninja emergenti come quegli ce ne son ben pochi o, comunque, ne ha visti in minor numero lei. < Mh? > In un primo momento, non riuscendo a comprender il di lui filo logico del discorso, resta per un attimo impietrita, cercando di capire a cosa si riferisca con "Combinazione genetica affascinante", per farla breve. Sol in un secondo momento, si rende conto che, effettivamente, Sanjuro stia parlando dell'unione del Sangue Uzumaki a quello Nara. < Oh, beh, credo lo sia. Da un lato, mi dispiace non poter possedere le capacità della mamma.. > Per quanto di ella e delle sue capacità ricordi ben poco. < ..ma poi mi rendo conto che, grazie all'Innata Nara, son dove son arrivata adesso. > Non soltanto grazie a quella, ma lascia risaltar come la Kagemane l'abbia aiutata per gran parte della sua vita, prima che, geneticamente parlando di nuovo, le venisse instillato il gene di Mei Terumi e dello Yoton, con il quale è stata costretta a legare. La di lui considerazione successiva la lascia, per un momento, stupita. E così, par che abbia conosciuto di già Azrael: il donnaiolo della Foglia, mica il Sadico (?). < Sei Allievo di Azrael? > Sbatte rapidamente le palpebre un paio di volte, facendogli notar tutta la propria sorpresa in quel movimento oculare. < Sono contenta che tu abbia lui come Sensei, davvero. > Distende, gioiosamente e sinceramente, gli angoli delle labbra verso l'alto, palesando esattamente un sorriso carico di significato e soddisfazione. < Son sicura che saprà allenarti, consigliarti, e accrescere il tuo potenziale. > Iniziando col buttarlo giù dal Monte dei Volti di Pietra? Fortunatamente, questo aneddoto non l'è noto ed è, molto probabilmente, meglio così. Azrael non l'avrebbe fatta franca ad un'altra ramanzina, seppur quella con "Yami" è stata decisamente più difficile e tosta rispetto ad una che potrebbe sostenere con un suo "compagno" esternamente alla Fazione degli Anbu. < La mia risposta, dunque, ti ha soddisfatto? > Gli chiede curiosa. D'altro canto, ha rivelato ch'è una domanda che pone a determinate persone, ragion per cui vuol anche capir se abbia soddisfatto o meno i giusti requisiti e se sia riuscita a raggiungere un certo punto di vista. Vuol sapere cosa ne possa pensare ora il ragazzo di quel che la Nara ha affermato. < Beh.. Vuoi che ti racconti tutta la storia dall'inizio? Ciò di cui possiamo vantarci, all'interno del nostro Clan, è sicuramente la presenza di due degli Hokage di Konoha: Shikamaru e Khalux Nara. Siamo noti per essere uno dei Clan più antichi del nostro Villaggio. Diciamo che.. > Fa spallucce, rivolgendo il proprio sguardo altrove. < ..abbiamo una sola piccola macchia per quel che riguarda uno degli Ex Capo Clan, a capo dell'Esercito dell'Ultima Guerra che ha cercato di sconfinare e spodestare Hitomu con la forza, pur di prender potere. > Trattasi di Ryota Nara che, seppur sia un Ex Capo Clan dei Nara, dovrebbe tuttora apparire sui libri di Storia all'Accademia come soggetto pericoloso, trattando sia ciò che ha commesso, sia il legame avente con la Gran Consigliera della Foglia. < Che ne dici di sederci, magari? Possiamo parlare meglio. > D'altronde, dopo una Lezione in Accademia, sostar lì in piedi, non è esattamente quel che si prospetterebbe una sana pausa o una adeguata ricompensa. Volge il proprio sguardo alla possibile ricerca d'una panchina. [ Chk On ]

03:06 Jin:
 Il dialogo procede indisturbato, in un intenso botta e risposta che i due intavolano con profondo e reciproco rispetto l'uno verso l'altra e viceversa. Il freddo modo in cui la donna risponde al racconto del giovane, lascia intendere a quest'ultimo che probabilmente è meglio evitare di entrare ulteriormente nello specifico per quanto riguarda il passato o, ancor peggio, l'infanzia. Ringrazia la particolare empatia che lo caratterizza e che gli permette di cogliere, nelle sfumature della voce della donna, un velo di cupezza che il giovane non vuole in alcun modo intaccare, imbarcandosi in un irrispettoso terzo grado non di sua competenza. Il fare interessato che la donna mostra poi, mentre il biondo le racconta della ritrovata 'salvezza', lo porta ad approfondire l'argomento con una risposta che lo lascerebbe scoprire una delle proprie carte. <Credo di essere a metà tra i due casi. Non sarei mai riuscito a salvarmi da solo. Ero indifferente persino a me stesso. E se non fosse stato per Azrael, non sarei qui a parlarle. Mi sarei perso una delle conversazioni più stimolanti degli ultimi tempi.> Le sorride di rimando al di lei sorriso atto a glissare sull'argomento. La tensione venutasi a creare viene prontamente rotta dal deshi, nella promessa di un nuovo incontro per discutere ufficialmente delle faccende riguardanti la sua discendenza. E il sorriso della donna, questa volta ben più rilassato, è testimone di come, probabilmente, questo possa essere davvero solo il primo di una lunga serie d'incontri. A quanto pare, nemmeno un appuntamento concreto non tarderebbe ad arrivare. La data destinata sarebbe posteriore all'esame genin. <Non manca molto. Vedrò di impegnarmi per essere promosso e far sì che il prossimo incontro avvenga il prima possibile. Compatibilmente ai suoi impegni, è chiaro.> Sorride, mantenendo una certa etichetta, nella spigliatezza che lo porta a relazionarsi con tranquillità con la donna, seppur questa rappresenti una figura di un'importanza quasi inimmaginabile per il giovane Nara. Il discorso che i due affrontano successivamente, pregno di profondo significato e temi delicati, viene trattato con apparente tranquillità da entrambi, in un modo che solo due menti superiori possono comprendere. Il discorso della donna, in effetti, non fa una piega. A testimoniarlo è il velo di malinconia che avvolge ancora il giovane, facendolo apparire leggermente addolorato in volto. Seppur ammantati di una finta razionalità, il pensiero di una mamma strappataci via troppo presto, non può far altro che farci piombare in un silenzio interiore, comburente del divampante incendio che ci divora da dentro. Un po' imbarazzato nel fare, non può che ammettere di aver esagerato, abbandonandosi alla spavalderia. In un nuovo timido sorriso, direbbe: <Probabilmente ho dovuto creare questa idea per sostentarmi nella solitudine. Ammetto che, ragionando a mente fredda, il pensiero della morte di un caro, possa sconvolgere la mente più razionale dell'universo...> Portando una mano dietro la nuca, alzerebbe poi lo sguardo al cielo, come a rimuginare su una possibile continuazione del discorso. <...D'altronde, l'uomo è un animale. Avrà pur la necessità di perdere la razionalità, di tanto in tanto. Trovo che abbia ragione, Furaya-Sama.> Ammettere i propri errori è più saggio del semplice non commetterne. I due interlocutori, tornati dalle rispettive alienazioni dalla realtà, avvenute simultaneamente, riprenderebbero a parlare normalmente, come se non avessero parlato di morte fino a poco prima. In questo risiede la soddisfazione di Sanjuro nel prendere parte a incontri con menti eccelse. Si sente capito e in un semplice scambio di chiacchiere di 10 minuti si affrontano i temi più disparati, senza soffermarsi su quanto questi possano essere "accettabili" o meno da chiunque possa sentire nei paraggi. Le menti superiori, quando interloquiscono, si isolano dal resto del mondo, stabilendo un contatto reciproco invalicabile per chiunque non sia in grado di comprenderle. Il discorso si sposta poi sull'affascinante combinazione genica della donna, che vede nel suo corpo geni Uzumaki - che quantomeno a livello fenotipico si sono manifestati conferendogli dei tratti somatici simili a quelli tipici degli Uzumaki - uniti a geni Nara, che si sono ampiamente manifestati in quanto a Kekkai Genkai. <Mi piacerebbe vedere in azione la leggendaria Furaya Nara, in tutta sincerità.> Dice il giovane Nara, distendendo le labbra in un sorriso sincero, attendendo che la donna finisca il suo dire in merito a quanto l'innata Nara le sia servita per diventare ciò che è. Conscio di aver catturato tutta l'attenzione della donna, nominando Azrael, il giovane non è per nulla sorpreso dalla domanda con la quale Furaya esordisce. <Sì, mi ha chiesto lui di diventare suo allievo. Abituato a non ricevere la considerazione di nessuno, non nego che il suo comportamento di quel giorno mi abbia salvato la vita, in un certo senso.> Gli occhi rilucono di emozione nel descrivere quel momento, lasciando trasparire ogni emozione provata. Le parole della donna, unite al grande sorriso sincero che schiocca in direzione del deshi, rassicurano oltremodo quest'ultimo, ancor più certo della promessa fatta al proprio sensei. Si limita ad annuire, lasciando scappare nel gesto una lacrima dall'occhio destro, evidentemente strappata dal bulbo per il principio d'inerzia. Ciò verso cui si sposta il loro dialogo successivamente sorprende il deshi. La Nara gli chiede, quasi ponendosi al piano di una studentessa, se le sue spiegazioni fossero state sufficienti. Annuisce sorridendo il giovane Nara, aggiungendo, dopo un bel respiro: <Non credo negli esami unilaterali. Penso che uno studente possa valutare un insegnante così come accade normalmente viceversa. E se fossimo ad un esame, direi che lo avrebbe ampiamente passato. È stata pienamente soddisfacente. Quello che cercavo, ma...> Porterebbe nuovamente lo sguardo verso il cielo, per poi chiudere gli occhi. Le mani andrebbero dietro la nuca, intrecciando le dita, consentendo al collo un perfetto appoggio. <...Non avevo dubbi. Generalmente, se mi rendo conto che dall'altro lato potrebbe non esserci una risposta soddisfacente, tendo a risparmiare la domanda.> Le sorride, lanciandole un velato complimento nel tentativo di lodarne l'intelligenza. La donna inizia poi ad esporre la storia del clan Nara, venendo accolta dall'attenzione del deshi, che annuirebbe ad ogni informazione ritenuta importante, nonché ad ogni nome importante, seppur li conosca già tutti. Si interrompe poi la donna, proponendo di trovare una seduta. Un ottimo risvolto, quello, per il giovane Nara. Tendenzialmente, se qualcuno vuole sedersi, lo fa perché è interessato a parlare più a lungo, perché interessato dagli scambi preliminari. Con fare soddisfatto e gongolante, osserva i paraggi, scorgendo a pochi metri una panchina in marmo, posta sotto un grosso albero, probabilmente una quercia, particolarmente rigogliosa, che seppur posta alla destra della seduta, la copre completamente data la lunghezza dei rami. Lo spesso tronco nodoso trasmette un grande senso di solidità. Alla sinistra, probabilmente per sopperire alla penuria di luminosità del crepuscolo pomeridiano del tramonto, un lampione di vecchia fattura illumina d'arancio la panchina e la zona circostante. Il giovane si limita ad indicare la seduta trovata, attirando l'attenzione della donna. <Quel posto mi sembra perfetto.> Andrebbe poi avanti di qualche passo, per poi arrestarsi, voltarsi verso Furaya e farle un cenno spostando la mano destra in avanti, invitandola a precederlo. <Prima le donne, nonché i consiglieri di Konoha.> Stava precedendo due figure in una, che la sua etichetta non gli permetterebbe di precedere. Sorriderebbe poi alla donna, seguendola nel caso in cui questa decidesse di raccogliere l'invito di precederlo. In un modo o nell'altro, qualora fossero arrivati entrambi alla panchina, il giovane si lascerebbe andare alla curiosità. <E della storia contemporanea che mi sa dire? Lei, Azrael, qualche altro Nara che abbia scritto la storia. Posso stare a sentirla fino a tardi. Vivo da solo, non ho un coprifuoco e ho tanta voglia di ascoltarla. Ammesso che per lei non sia un disturbo.> Sorriderebbe, tingendosi il volto d'un'innocenza candida, quasi inconsueta per lui. La figura di Furaya, per quanto questa rappresenti una donna importante, lo rassicura, nel timore reverenziale e nella profonda stima che nutre verso l'interlocutrice.

01:29 Furaya:
 Ciò che, in qualche modo, posso riguardare la di lei infanzia o ciò che ad essa è molto vicina, è pur sempre un riviversi del trauma che ha dovuto subire per conto di suo padre. La sua infanzia non è stata affatto rose e fiori, è stata interrotta quando aveva soltanto otto anni e suo padre pensava bene di attuare piani con l'Ottavo Hokage per stupidi intenti bellici e il desiderio di aver sempre più potere, come se l'esser a Capo di un Clan importante ed antico come i Nara non bastasse. Il discorso, conseguentemente, cade, motivo per il quale ella può star particolarmente più tranquilla e rilassarsi come si deve, attenta comunque al resto del di lui discorso. < L'importante è esser stati spronati a dar il meglio di sé, esser stati svegliati. E' come quando si è immersi in una Illusione e, da soli, non ci si riesce a salvarsi. Si necessita d'un aiuto esterno, un po' come è stato Azrael per te. > Usa un insegnamento dell'Accademia per poter fargli capire quel che crede sia corretto e giusto. Un suo modo di pensare in merito alla situazione che vede Azrael come Sensei di Sanjuro. A sua volta, notando il sorriso amichevole del ragazzo, anch'essa gliene rivolge uno, cercando di mettervi in esso abbastanza enfasi da risultar quantomeno accentuato quel tanto che basta da esser visibile. < Per i miei impegni, non preoccuparti. Se riesco a saper dell'incontro in anticipo.. > Quindi accordandosi con il ragazzo. < ..riesco a gestire qualsiasi cosa. > Non si ha dubbio, tuttavia, deve anche considerare che attualmente non è più sola come un cane, bensì ha anche un uomo al di lei fianco, il quale necessita di decisive esigenze, com'è normale altresì che sia. Persino Reykas cerca di farglielo notare tra le righe, peccato che la Nara, spesso e volentieri, possegga dei paraocchi grandi quanto case. Cerca di fare il possibile, per non dire l'impossibile, totalmente. < Immersi nella Solitudine, chiunque cerca una scappatoia dalla realtà, affinché essa non ci appaia così grave, così brutta come invece è. > Lei stessa, per anni, è stata immersa nella più totale solitudine, poiché vista e rivista come la figlia di un Traditore della Foglia, il quale non meritava assolutamente niente in cambio, neppure una degna sepoltura. Medesima cosa è dovuta ricadere sulla figlia, la quale si è comunque distinta e ha dimostrato d'esser totalmente l'opposto di Ryota, per quanto gli occhi siano praticamente gli stessi assieme a gran parte dell'orgoglio altrui. < Son felice che abbiamo pensieri in comune, anziché discordanti l'uno dall'altro. Quantomeno, è possibile comprenderci vicendevolmente. > Ambedue son Nara, i quali son rinomati per la loro spiccata intelligenza. Sbatte rapidamente le palpebre, sorpresa, nell'ascoltar le altrui parole, tramite le quali le fa presente come sarebbe curioso di vederla in azione. < B-Beh, non ho mai creduto di far chissà cosa di spettacolare, ad esser onesta. > Volge il proprio sguardo altrove, utilizzando l'indice per grattar la nuca, lievemente in imbarazzo innanzi ad una richiesta simile. < D'altronde, quel che faccio, è il mio dovere. > E non si tira mai indietro da quest'ultimo, per quanto possa esser difficile o pericoloso. Non ha mai detto no ad una missione e, durante la sua carriera, ne ha fallita una soltanto e non per sua incompetenza. Ritornando al discorso riguardante Azrael ed il loro legame di Maestro-Allievo, non può far a meno che muover il capo in un cenno d'assenso, l'ennesimo, anche quest'ultimo contornato da un sorrisetto divertito. < Come ho detto prima, son felice di questo. Azrael è una grande persona, nonché un grande ninja. Ti insegnerà quel che sa, se saprai star al suo passo. > E' pur sempre un Dainin, un Ninja Leggendario. Inoltre, vuol anche spronar il giovane Deshi a dar del suo meglio proprio perché come Sensei non ha un tipo qualunque, ma uno dei Consiglieri di Konohagakure. Prosegue nell'ascoltar le di lui considerazioni in merito al comportamento e al carattere della donna, nonché al suo modo di rispondere davanti alle domande che Sanjuro stesso le ha rivolto durante questa piacevole chiacchierata. Sposta il di lei peso corporeo dalla leva inferior manca alla specular opposta, senza distoglier l'attenzione dal volto del ragazzo in questione, curiosa e attenta a qualsiasi cosa venga pronunciata. Non vuol lasciarsi sfuggir niente, poiché son pochi gli Allievi in grado d'intrattenerla con così poco. < Sono contenta della tua critica, la trovo soddisfacente~ > Solleva il mento, sorridendogli nuovamente, contenta - per davvero - di tal complimento. D'altronde, ha raggiunto l'Accademia col cuore in gola, desiderosa di far del suo meglio, ma al tempo stesso impaurita di sbagliar qualcosa. Per quanto possa trattarsi d'un Ninja d'alto rango come lei, che ha combattuto in molteplici guerre, è altresì naturale che si possa provar un velo di vergogna, di timidezza innanzi a qualcosa che ha fatto così di rado, se non quando era appena una Chunin. Infine, vien individuata da entrambi una panchina sulla quale potersi sedere e parlare tranquillamente, senza la scocciatura di restare in piedi, con qualche crampo alle gambe. < Ohw, okay! > Cinguetta, avanzando innanzi all'altro e raggiungendo, in poco tempo, la panchina precedentemente citata. Prenderebbe posto sulla destra, lasciando ovviamente spazio al Deshi affinché possa sedersi al di lei fianco e proseguire con la discussione che finora stavano trattando. < Nel 40DK, venne eletto Khalux Nara, il padre di Azrael Nara, come settimo Hokage. Khalux riesce a governare con assoluta giustizia, ristabilendo l'ordine a Konoha e aiutandola nella sua ricrescita a seguito delle continue lotte precedenti. Come penso tu possa immaginare, io non ero neppure nata all'epoca. > Sarebbe nata due anni dopo. < Quindi, non posso sapere cosa egli sia riuscito a compiere, se non ciò che nei libri di storia viene riportato. Ovviamente, ancor prima di Khalux, vi fu Shikamaru, leggendario ben più di chiunque altro. > La domanda del ragazzo, tuttavia, non è stata esattamente quest'ultima. < Conseguentemente, io ed Azrael siamo stati spesso affiancati per fronteggiare le minacce di Konoha, in particolar modo la rivolta contro Kuugo da noi stessi ordita pur di cacciarlo e spodestarlo. Aveva causato la Guerra contro Suna, non poteva rimanere lì dov'era. Fummo affiancati anche durante la battaglia contro Ryota, laddove Azrael mi diede un'enorme mano, anche se finimmo con il danneggiare il Tempio dei Nara. > Non può non ricordarlo. Per ora, dunque, arresta qui il prorpio dire. [ Chk On ]

02:46 Jin:
 L'aria distesa che la donna assume quando il giovane Nara decide di glissare su qualsivoglia argomento che riguardi il passato, lascia intendere a quest'ultimo la saggezza della scelta presa. Sulla considerazione della donna riguardo l'essere svegliati da terzi quando ci si assopisce nella propria apatia, il giovane non può far altro che annuire, chiudendo gli occhi, manifestando la completa approvazione delle parole proferite dalla Nara, che ancora una volta si distingue in un'esternazione saggia quanto concisa, inquadrando il discorso con una invidiabile capacità di sintesi, qualità del tutto assente nel biondo. Annuisce nuovamente, senza proferire parola, al dire della donna, che esprime la sola volontà di ricevere un avviso ragionevolmente anticipato per qualsivoglia tipo di incontro. Dopo un paio di secondi di silenzio, un nuovo sorriso si stampa sul volto del deshi, che dischiude le labbra nel tentativo di proferire parola. <Immagino che, una volta affrontati conflitti ninja enormi, gestire qualsiasi cosa rientri nella sua routine quotidiana.> Una considerazione che andrebbe a chiudere il discorso riguardo al loro futuro appuntamento a tema Nara. Ciò che la donna dice successivamente, lascia il deshi profondamente colpito. La saggezza di quelle parole sulla solitudine non può scaturire da libri letti o per sentito dire. Quelle parole possono derivare da una persona che la solitudine non può che averla provata sulla propria pelle, con dolori e ansie che ne conseguono. Ripromessosi di non tornare più sul passato, il giovane si limiterebbe quindi a lasciarsi andare ad una considerazione generale, che potrebbe essere colta o meno dalla donna, lasciandola libera di svelarsi o continuare a restare chiusa nel guscio che visibilmente la avvolge, seppur lei tenti di decorarlo con sorrisi ed espressioni distese. <Parole sagge. Una saggezza tale può solo scaturire da chi, la solitudine, l'ha provata.> Lo dice in scioltezza, senza calcare la mano, senza enfatizzare il suo dire, proprio per lasciare la piena libertà alla donna di ignorarlo in quel dire. Il dire successivo della donna, in risposta a quello del biondo, genera uno spontaneo sorriso in quest'ultimo, carico di una leggera ilarità. <Beh, devo dire che con attente riflessioni sono riuscito a comprendere anche chi con me ha poco o nulla a che spartire. Indubbiamente, avendo due pensieri su simili lunghezze d'onda, comprenderci sarà più semplice.> La richiesta del giovane di vedere la donna in azione viene accolta con un certo imbarazzo da quest'ultima, che sembra quasi stupita dal fatto che qualcuno le chieda una cosa simile. Un'espressione comprensiva si stampa sul volto del deshi, che andrebbe proprio a cercare le celesti iridi della donna, tentando di mostrarle lo sguardo rassicurante che le sta rivolgendo attualmente. Poi le sorride nuovamente. <Se avessi voluto vedere qualcosa di spettacolare, avrei pagato il biglietto per il circo...> Una risatina leggera gli dischiude le labbra, palesando la perlacea dentatura perfettamente curata. <...La spettacolarità sta negli occhi di chi guarda. Un bambino troverà spettacolare la piogga, la prima volta che gli bagnerà il volto. Un umano sensibile potrà commuoversi di fronte alla spettacolarità di un'alba scarlatta vista dalla battigia di una spiaggia poco affollata. Io, deshi della foglia alle prime armi, potrei trovare spettacolare persino il lancio di un kunai, se operato dalle mani esperte di un ninja leggendario. Trovo che uno degli errori - ma non credo si possa nemmeno definire tale - commessi dai ninja famosi, sia proprio il non stupirsi più di ciò che si sa fare, se posso permettermi.> La sua arringa arriva come una meteora, all'improvviso, data soprattutto la poca loquacità che lo ha caratterizzato fino ad ora. Si è limitato ad annuire o a proferire piccole risposte verbali, per poi esprimere le proprie opinioni tutte in un lungo discorso che, spera, possa interessare la donna. <Il suo dovere...> Si pronuncia il biondo, assumendo un'espressione assorta per qualche secondo. Il senso del dovere che ha visto in tutti i ninja famosi conosciuti - che sono quasi più dei compagni di accademia ai quali ha rivolto la parola - scinde la sua psiche in due parti: la parte razionale trova ineccepibile un comportamento simile, dedicato in toto alla protezione del villaggio e all'esecuzione di ordini superiori, ponendo la priorità assoluta sul dovere; la parte irrazionale, al contempo, è preoccupata da questa linea comune di pensiero che porta, almeno apparentemente, tutti i ninja ad accecarsi con il dovere da portare a compimento, assegnandogli la massima priorità su tutto, persino sopra famiglia e amici. Non sa esattamente se sarà in grado di compiere imprese senza figurarsi delle ripercussioni future, pur di eseguire gli ordini. Non si preoccupa troppo di ciò, al momento. Svia semplicemente la propria mente dall'argomento, riportandosi sulla realtà. <Ho intenzione di stare al suo passo e, perché no, magari un giorno potrei correre anche più veloce.> La voce del deshi è ricolma di determinazione, concetto a lui precedentemente estraneo. Nel pronunciarsi, alzerebbe il braccio destro, chiudendo la relativa mano a formare un pugno, dal quale lascerebbe sollevare il pollice, ad indicare il cielo, in un gesto di affermazione, accompagnato da un innocente occhiolino. Alla reazione della donna riguardo la critica entusiastica del biondo, quest'ultimo risponde con un semplice sorriso e un cenno d'assenso con il capo, seguito da un leggerissimo inchino in segno di gratitudine. Trovata la seduta, la donna accetta di precedere il ragazzo nel recarvisi. Il biondo la segue mantenendo esattamente lo stesso passo, accertandosi di non superarla, anche per merito della falcata superiore. Sedutosi alla sinistra della donna, il biondo rivolgerebbe lo sguardo verso il viso della donna, voltandosi verso la propria destra. È proprio la donna dai capelli color fiori di ciliegio che inizia ad esporre velocemente la storia dei vari Nara di fama più o meno positiva, susseguitisi negli anni. Affascinato dal portamento e dalla modalità d'esposizione, il giovane ascolta, lanciandosi in piccoli cenni d'assenso con il capo di tanto in tanto. L'espressione attenta e compenetrata non sfuggirà di certo alla donna, data la mimica accentuata del deshi. Il discorso di Furaya si sposta poi sui Nara attualmente in attività: lei ed Azrael. Il suo dire, però, sembra quasi frenato, come se non volesse esprimersi più di tanto. <Immagino ci siano cose che non posso sapere. Se è così, non chiederò oltre. Altrimenti, sono tutt'orecchi...> Il deshi attenderebbe quindi il proseguo della storia, senza interromperla, per poi concludere con una particolare richiesta. <Potrebbe sembrarle strano, ma mi chiedevo se ci fosse una storia, una leggenda, una novella... Beh, insomma, qualcosa di esclusivo tramandato tra Nara. Vorrei saperlo, sia per semplice curiosità personale, che per sentirmi parte di quel tutto che le ho citato poc'anzi.> Schietto, nel suo dire, il giovane si placherebbe, accompagnando il discorso con un ultimo sorriso, per poi levare lo sguardo al cielo ed aggrottare le sopracciglia. <Oh, si annuvola...> Direbbe, tra sé e sé.

04:10 Furaya:
 Accavalla la leva inferiore manca sulla speculare opposta, mantenendo altresì dritta la propria schiena e trovando una postura adeguata a se stessa e alle proprie esigenze. Ovviamente, non perde attimo in cui non ascolti le altrui parole, dal momento che è interessata a Sanjuro, seppur più nello specifico a ciò che ha nel cranio. < Ci sono cose che neanche i ninja esperti sanno gestire, ma che, invece, altri sanno gestire benissimo. > Ad esempio, persino qualcosa di estremamente facile come fare una battuta ( esempio migliore non ve n'è ) diventa difficile per chi è abituato ad esser sempre troppo serio: un po' come la nostra Consigliera di Quartiere. Storce lievemente le labbra, mordendosi l'interno della guancia destra. < Beh, non posso dire di non averla provata sulla mia pelle. > Ma si mantiene riservata a tal proposito, non volendo oltremodo approfondire. Un Ninja, una Kunoichi di alto rango come lei non deve mai dimostrarsi debole, specialmente se la propria immagine incarna parte della giustizia che, negli ultimi anni, ha permesso a Konoha di vivere in pace. < Penso, però, che chiunque, nella propria vita, l'abbia provata almeno una volta ed abbia sofferto a causa sua. > Come soggetto cardine vi è sempre la solitudine, ovviamente. Invero, è concisa quando vuole. Altre volte, potrebbe risultare molto logorroica, ma dipende spesso dagli argomenti che vengono affrontati in sua presenza. Ci son momenti in cui vien presa da un discorso più che da un altro, abbastanza da lasciarle la lingua ed i pensieri a briglia totalmente sciolta. < Non mi dispiace riuscire ad avere la stessa tua linea di pensiero. Era da un bel po' di tempo che non riuscivo a passare dei momenti simili. > Una chiacchierata dove entrambi vengono compresi dall'altro interlocutore, privi di problematiche alcune. Non viene totalmente rimbeccata dal Nara, subito dopo, il quale le fa però capire dove esattamente volesse andare a parare. Ella sbatte rapidamente le palpebre un paio di volte, aggrottando le sopracciglia verso il centro della fronte. In un primo momento, sembra essere del tutto dubbiosa nei riguardi di affermazioni di questo genere. Ascolta la di lui arringa senza battere ciglio, muovendo sol la testolina rosea dall'alto al basso man mano che egli le parla. < Non hai assolutamente torto. Certe volte, ancor mi chiedo per qual motivo io sia acclamata. Non mi sento migliore di nessuno o brava in qualcosa più di molta altra gente. Mi sento nella norma. > Si stringe nelle spalle, facendogli ben presenti anche le considerazioni verso se stessa, le quali sono sempre perlopiù visioni negative e poco modeste. Glissa, poi, su ulteriori discorsi con il ragazzo, il quale vien scrutato con occhio analitico dalla Consigliera. < Già, dovere. Diventare un Ninja vuol dire anche avere una sfilza di doveri ai quali rendere conto. Magari, ora come ora, tutto ti sembra strano, ma tempo al tempo capirai quel che è giusto compiere per il Villaggio. > Spiega alla di lui volta, espletando quel che è un proprio pensiero, tratto ovviamente dal proprio punto di vista e dagli insegnamenti avuti. Nei dintorni, il via vai di gente non è eccessivo, anche perché non manca molto all'orario di cena. Dovrebbero affrettarsi anche loro due, ma hanno ognuno trovato nell'altro una compagnia con la quale parlare. < Devi sempre puntare in alto: quindi, sì, devi sempre partire col presupposto che riuscirai a superare il tuo Maestro e non che tu debba camminargli tu di fianco. > Ne è convintissima al cento per cento, altrimenti non gli avrebbe riferito alcunché di anche solo lontanamente vicino. Di tanto in tanto, lancia anche delle occhiate nei dintorni, assicurandosi che tutto sia sotto controllo, come un bravo Capo Clan dovrebbe fare; specialmente se ha promesso, giurato che migliorerà le cose. Ha già iniziato con il riaccettare i Nara nel Quartiere che non sono in grado di manipolare l'ombra. Come è altresì risaputo, non tutti, pur avendo il gene, riescono a richiamare l'innata e ad usarla. < Se hai delle domande da farmi, falle pure. Sto cercando di darti le informazioni che mi hai chiesto. Alcune non posso raccontartele, non ancora almeno. Necessiti di maturità anche nell'ambito shinobiistico. Alcune peculiarità ti verranno anche concesse nel momento in cui proveremo ad attivare la tua Hijutsu per la prima volta. > Sostanzialmente, è un obiettivo che vuole dargli: proseguire, finire l'Accademia, superare gli esami e tornare da lei per quello maggiormente fondamentale, dove potrà imparare tutto quello che vuole a proposito del Clan del quale fa parte. < Oppure posso prestarti qualche vecchio tomo del Clan da leggerti e scoprire. > Ci prova, quantomeno, seppur ciò potrebbe tranquillamente non andare in porto come sperato. Distende, a questo punto, come per smorzare la serietà della situazione, le labbra verso l'alto, mostrando il suo classico sorrisetto di circostanza, calmo e amichevole, per quanto possibile. < Mh? > Il cielo par esser nuvoloso, ma ciò che le importa è anche la cena che nessuno le cucinerà mai. [ Chk On ]

02:04 Jin:
 Il dialogo prosegue fluido, nella manifestazione dell’interesse reciproco che i due interlocutori nutrono l’uno per l’altra, o quantomeno per ciò che hanno da dirsi. Sorride annuendo, il giovane Nara, nell’udire la considerazione della donna sulla variabilità delle capacità ninja. D’altronde, ad un’analisi nemmeno troppo attenta, persino il comportamento di Azrael è totalmente differente da quello di Furaya, ben più seriosa rispetto al ninja dai capelli corvini. Persino due conclannati possono presentare caratteristiche tanto differenti da non avere quasi nulla in comune. L’espressione si fa ben più seria quando la donna ammette di aver provato la solitudine sulla propria pelle. La cosa, seppur resa nota dall’atteggiamento della donna allo sguardo attento del deshi, viene quindi confermata. Furaya non si dilunga in ulteriori spiegazioni, lasciando intendere come quell’argomento la tocchi particolarmente. Non un muscolo vien mosso dal deshi, che si limita a scrutare le espressioni facciali della donna, tentando di carpirne le sensazioni. Qualunque esse siano, di certo non sono positive. La donna conclude il suo pensiero con una riflessione di carattere generale, la quale risulta incontestabile pure da una mente critica come quella del biondo, che si limita quindi ad un semplice: <Concordo pienamente.> Emesso con voce ferma e sicura, lasciando forse trasparire un accennato velo di compassione verso la donna. Il discorso che segue quel cupo momento permette ad entrambi di distendere il viso corrugato dai concetti precedentemente espressi. L’espressione del Nara, all’udire le parole entusiastiche della donna si tramuta repentina in un sorriso rilassato, mentre le smeraldine iridi viaggiano alla ricerca delle di lei pupille. <Oh, vale lo stesso per me! Non capita tutti i giorni di poter intavolare un dialogo tanto interessante.> Il discorso poi prosegue verso l’arringa del giovane, che viene accolta con sorprendente assenso dalla donna, che incredula del suo essere acclamata, si fa scudo di un’umiltà apparentemente sincera. <Oh, Furaya-Sama. Credo che le persone seguano proprio questo ragionamento. Per chi non è capace di manipolare la propria ombra, un Nara risulta quasi un artista. Per un altro Nara, è semplicemente normale. Se qualcuno la reputa speciale, un motivo c’è.> Si lascia andare ad un altro sorriso confortante. Quando si aliena per tornare nuovamente alla realtà, la donna si rende conto, probabilmente grazie ad un’intuizione al limite della lettura nel pensiero, dei pensieri del giovane, che si domanda proprio quale sia il prezzo da pagare per eseguire un ordine. Lei lo spiega semplicemente, includendolo nella spiegazione stessa. Di rimando, lui annuisce con espressione assorta, come se stesse segnando mentalmente ogni singola parola, incidendola nelle pareti della psiche più profonda. <Ne sono certo, Furaya-Sama. Non ho ancora coscienza di cosa sia il vero dovere. L’unico dovere che mi sono auto-imposto fino ad ora è di sopravvivere. E sembra che stia riuscendo a rispettarlo.> Si abbandona ad una risatina leggera, per sottolineare la battuta appena fatta. Il dialogo prosegue poi nell’evidenziare la rincorsa continua dell’allievo nei confronti del sensei, che in questo caso prendono le sembianze rispettivamente di Sanjuro ed Azrael. Le parole di Furaya gli arrivano al petto in un fremito, motivandolo ancor più di quanto non lo sia già. Non ha nessuna intenzione di adagiarsi al fianco di Azrael, per quanto la strada sia lunga e tortuosa. Ha intenzione di superarlo e combattere insieme a lui, come suo pari. Lo sguardo attento del deshi non si lascia scappare la circospezione della donna, che controlla i dintorni tranquilli nei pressi del dojo Nara, da buona capoclan. Come sospettato, con estrema delusione del giovane Nara, la donna è custode di una conoscenza superiore sigillata a chiunque non si dimostri meritevole di acquisirla, come lui in quel momento. Si limita ad annuire, proferendo poche parole con voce sommessa. <Capisco. Non sono abbastanza maturo...> Tuona il giovane, mostrandosi visibilmente incupito da quella considerazione. Sperava che non fosse solo Azrael a riconoscerlo come un uomo, ma a quanto pare, non riesce a trovare qualcun altro che lo valuti per ciò che è e non per i titoli acquisiti. <No, grazie. Preferirei sentire delle storie da qualcuno che possa fornirmi una propria opinione od ascoltarne una mia. I libri li leggerò sicuramente, ma sono sommerso di studio per l’esame, attualmente.> La voce è quasi mutata, dalla spensierata voce di ragazzo desideroso di sapere, è andata incupendosi man mano. Approfitterebbe poi della distrazione della donna, intenta ad alzare il volto al cielo per scrutarne i nuvoloni che lo ricoprono, per far leva sulle gambe e darsi la giusta spinta per alzarsi dalla panchina. Con un rapido inchino, si umetterebbe le labbra con un rapido passaggio della lingua, per poi congedarsi con cortesia. <Furaya-Sama, la ringrazio infinitamente per questo scambio. Purtroppo, credo sia già ora di cena e il cielo non promette nulla di buono, quindi credo sia meglio che mi ritiri. Non ho nessuno a prepararmi la cena, in casa.> Un piccolo sorriso di circostanza, che lascia trasparire il velo di delusione che lo avvolge, appare sul suo volto, come ultimo segnale della sua presenza in quel luogo. Si volterebbe, poi, viaggiando verso la sua abitazione con passo lento, ma sicuro. Vorrebbe scoprire di più, ma è conscio di come la visione strettamente burocratica di quei ninja esperti gli vieti di conoscere la maggior parte delle cose, al suo grado attuale. Stringe il pugno, leggermente frustrato, poco prima di sparire nel tramonto di una sera dal cielo velato. [END]

01:16 Furaya:
 La compagnia tenuta con Sanjuro le ha rallegrato la giornata. Com'è ormai ben saputo da chi la conosce, son poche le volte in cui riesce a godersi a pieno la giornata o la stessa vita. Negli ultimi anni, ne ha passate di tutti i colori e nessuno la invidia per questo. Gli argomenti trattati col giovane fan sì che i propri pensieri, negativi e ostruzionistici per quanto riguarda il lieto vivere, vengano per un attimo dimenticati e buttati in un angolino. Probabilmente, verrano ripresi più tardi, ma in questo momento preferisce non averci niente a che fare. < Già! Dovremmo parlare più spesso. > Sorride e ridacchia persino, cosa assai strana per una come lei. Il commento successivo del ragazzo, secondo il quale è naturale che, per un Nara, non ci sia niente di speciale, fa sì che il capo si muova nuovamente in un gesto affermativo. Sanjuro non ha affatto torto a tal proposito e trova consenso nella Gran Consigliera. < Credo sia proprio così. Per noi, è del tutto normale saper usare l'Ombra, contrariamente ad altri che non osano neppure immaginare come sia possibile. > Non ha molto altro da aggiungere a tal proposito, dal momento che tutto quel che v'era da dire è stato sapientemente pronunciato da Sanjuro, nonché da lei in risposta. E' piuttosto concisa, invero, ma di meglio non saprebbe fare, non in questo momento, laddove la stanchezza inizia a farsi sentire sempre più insistentemente. < I doveri arriveranno con il tempo, non disperare. > Specialmente se si dimostrerà un ninja piuttosto bravo già a partire dal grado di Genin che dovrebbe raggiungere tra non molto. Le prospettive sono piuttosto buone, motivo per il quale non crede affatto che possa fallire o tardare la di lui promozione al suddetto grado. Successivamente, il volto del giovane muta espressione, come se fosse deluso da qualcosa che, conseguentemente, viene pronunciata con un tono differente da prima. Ella sbatte le palpebre un paio di volte, non comprendendo in pieno il motivo del suo malumore improvviso. Deve ragionarci un po' prima di poterci arrivare con certezza e sicurezza, poiché non credeva di sortire quest'effetto in nessuna maniera possibile. Non era affatto sua intenzione, questo è sicuro e può confermarglielo, per quanto ciò sia possibile e considerabile dall'altro. < Non volevo dire questo, sono stata fraintesa. > Specifica, mantenendo un tono sicuro e scandendo per bene ogni singola parola. < Intendo dire che devi ancor far il tuo percorso e terminare, quantomeno, il percorso accademico. Non intendevo offenderti od altro.. > Conferma, aggrottando le sopracciglia verso il centro della fronte, storcendo altresì le labbra per via della situazione andatasi a creare quando, finora, sembrava andare tutto liscio come l'olio. Infine, egli decide d'andarsene, lasciando lì la giovane Gran Consigliera. < Ohw.. Beh, neanche a me. > Si stringe nelle spalle, lasciandolo poi andar via con un semplice cenno della mano ed uno sguardo lievemente preoccupato per quanto successo negli ultimi istanti assieme al ragazzo. Lo seguirà andar via, prima di poter prender la strada che la condurrà alla Magione. [ END ]

Post lezione, Sanjuro ferma Furaya per chiederle alcune delucidazioni. Ne nasce una tranquilla discussione, atta anche a far conoscer meglio i due, terminando con un lieve cruccio da parte del ragazzo.

Giocata infinita, ma ringrazio Sanjuro per i big papironi(?).