L’ora è piuttosto tarda, la notte s’affaccia sui monti Raijin, ove i Serpenti Bianchi hanno fatto la conoscenza con la loro aspirante evocatrice. I dintorni sono placidi, tranquilli, non una sola nota a stonare il silenzio di tutto il cinrcondario, se non i passi di Mekura stessa che, assieme alla propria copia, creata appositamente per un piano ben studiato, nell’atto di dirigersi ove incontrerà colui il quale dovrà offrirgli il contratto. Al suo arrivo la Hyuga dà l’ordine alla copia, che esegue il comando inginocchiandosi in quella posizione quasi rannicchiata, quasi ad accentuare la sensazione di falsa sofferenza. Al loro arrivo le nubi si accumulano sopra le loro teste, nubi nere ed apparentemente cariche di pioggia. Tali nubi, come la Hyuga potrà notare con la propria innata oculare appena attivata, sono cariche di chakra e generano, nel giro di qualche istante, un fulmine innaturale che si schianta sul terreno dinanzi alle due figure umanoidi. Un forte lampo che quasi sarà accecante per la Hyuga. Da quel fulmine, dopo quel lampo durato appena qualche istante, appare lui. Un serpente dalle dimensioni sovrumane, decisamente troppo mastodontiche per qualunque animale della sua stessa specie che Mekura potrebbe aver visto, se non nei libri. Le bianche scaglie rilucono sotto i raggi del Sole pronto a calare dietro l’orizzonte, mentre sotto il collo splendono le scaglie dorate a formare delle fantasie che richiamano lo stesso fulmine da cui si è generato. Quetztal, il Signore dei Fulmini è davanti a Mekura ed alla sua copia. Immobile, regalmente posto dinanzi a loro. Non parla e non si esprime, la lingua biforcuta sibila tra i denti acuminati, chiaro segno che stia annusando l’aria attorno a sé. Eppure non comunica né con lei né con la copia, evidentemente in attesa di qualcosa. Delle parole, un’ammissione, una prova di qualcosa. [ Ambient per Mekura ]
L'aria che tira ha del sovrumano, l'ambiente è come se fosse immerso nel silenzio più tetro ed oscuro, nubi nere che impediscono alla luce di filtrare adeguatamente, neppure la luna è visibile. Socchiude gli occhi ancora senza che ci sia nessuno dei serpenti presenti, un peccato considerando tutto quello che ha fatto. <...> ma forse c'è solo bisogno di pazientare. Il suo respiro è pesante e continua a guardare verso l'alto con preoccupazione quasi, per via di quelle nere nubi cariche di chakra <...> un ammasso così grande e suggestivo mentre osserva la reazione del chakra stesso che sfrigola e scaglia a terra vicino a loro due un tuono, una colonna di elettricità e di luce che costringe la donna a rigirare la testa ed a chiudere gli occhi portando le braccia avanti in modo da potersi parare dall'abbaglio improvviso. Lancia anche un grido di sorpresa quando questo accade e il fulmine che colpisce la roccia sottostante piegandosi leggermente come se fosse pronta a scattare per allontanarsi, La coppia allo stesso modo, per quello spavento improvviso, si coprirebbe ulteriormente portando a sua volta le braccia davanti e le mani dietro la nuca poggiando la fronte per terra toccando il freddo della roccia. L'abbaglio, il suono, le fanno vibrare le orecchie e la vista per qualche attimo si sdoppia rimettendosi in linea solo successivamente e nel mentre, un serpente, no, IL serpente apparirebbe di fronte a lei in tutta la sua maestosità. Sgrana gli occhi sollevando il volto dal basso verso l'alto, seguendo la figura longilinea del corpo e quelle scaglie lucenti davanti a lei, così bianche come l'avorio e poi infine verso le scaglie dorate e quella trama che tanto presentano il serpente che simboleggiano. Mekura osserverebbe quella figura, quella creatura che dire semplicemente animale è una offesa ad essa, con ammirazione e meraviglia: lo trovava immensamente bello, pericolosamente, e meravigliosamente bello come la natura stessa. Non riesce a staccarsi dall'osservare il suo muso per diversi secondi con la labbra dischiuse e il cuore che le batte ne petto furiosamente, mentre smette di respirare. Si riprende, nel silenzio di quella figura la donna piega la testa in segno di rispetto e portandosi al fianco della copia ma a 3 m di distanza da essa sulla destra, la Hyuga si inginocchierebbe. <onorevole Queztal, ho il permesso di parlare?> chiede aulica, formale e rispettosa prima di tutto, chiedendo il permesso prima di presentarsi e solo allora, lo farebbe < il mio nome è Mekura Hyuga, sono venuta qui a portare chi avete richiesto> afferma ad alta voce , in modo da scandire le sue parole ed enfatizzarle mentre con una mano, la sinistra, rivolta verso la copia la presenta <il vostro vecchio evocatore, il vostro pasto> del resto questo le era stato chiesto. rimane con il braccio disteso ed in ginocchio sulla gamba sinistra mentre con il byakugan continuerebbe ad osservarlo attraverso la sua visione circolare. mentre tiene la testa bassa stando attenta a qualsiasi cosa il serpente avesse intenzione di fare mentre cercherebbe di mantenere la calma. [byakugan liv IV 92/100][stessi tag]Il serpente bianco, il Re dei serpenti bianchi li osserva dalla sua posizione sopraelevata. Lo sguardo saetta tra lei e la copia, tra la copia e lei e la lingua continua il suo sinistro sibilare, rientrando e riuscendo dalle fauci serrate. Sembra quasi sorridere beffardo della situazione, per non si sa quale motivo in particolare. La sua intelligenza è elevata al punto tale non solo da comprendere in maniera eccellente il lnguaggio umano, ma anche da esprimersi molto meglio di molti esseri umani. Per questo, dopo la prima presentazione di Mekura, comincia a comunicare con lei < Sei china al cospetto del Signore dei Fulmini, il Re dei Serpenti Bianchi. > Si presenta così a propria volta. Austero ed autoritario, ma pur sempre immobile nella sua posa che lo porta ad una spropositata altezza rispetto alle due figure umanoidi < Hai deciso di portarmi un lauto pasto, Mekura. Questo fa di te un’eccellente, questo fa di te una perfetta sottoposta. Ma perché dovrei sceglierti come mia padrona ed evocatrice? > Domanda, come a voler saggiare le volontà della donna che ha di fronte. Per ora sembra non essere particolarmente concentrato sulla copia, che egli dovrebbe credere reale per fare in modo che il piano della Hyuga funzioni a dovere. Per il momento, tuttavia, non può averne la certezza matematica. Quel che le resta da fare è parlare col più alto dei Serpenti, le cui capacità intellettive l’hanno tenuta impegnata per tutto quel tempo, nell’attesa di poter ordire il suo più grande inganno.
La donna a questo punto si solleva, rimettendosi in piedi distendendo il braccio verso il basso e guardando verso l'alto. <perché dovrei essere la vostra padrona ed evocatrice?> ripete lei seriamente prendendo un lungo respiro <è una favola pretendere che voi, il signore dei fulmini, il re dei serpenti bianchi siate suddito di qualcuno> afferma la donna senza per forza cercare di adorarlo <chi lo pretende, è uno stupido che non sa riconoscere la forza ed il valore degli individui chi crede di essere capace di dominare il fulmine...forse lo può ricreare magari con il chakra, ma non è un Dio, solo un uomo in balia della natura> afferma la donna continuando ancora ed ancora <e se io sono qui, è perché sapete già come la penso, chi sono, voi mi avete invitato qui...e voi ancora una volta mi state studiando ed osservando come io ho osservato voi, ho affrontato le vostre prove e le ho portate a termine, un re china la testa solo quando lo desidera, quindi la domanda sarebbe: perché mi avete scelta come vostra evocatrice e alleata?> prende un lungo respiro <onorevole, vorrei porre invero e senza mancare di rispetto un'altra domanda: Mi chiedete perché dovreste scegliere me, ma perché ha scelto lui come vostro evocatore?> domanda riferendosi alla copia in questione prima di guardare direttamente il serpente bianco. <è un criminale senza valore, che guadagnava contrabbandando, usandovi in modo spregiudicato per i suoi scopi..il che non vi è nulla di male, uno fa della propria vita quello che vuole...ma l'uso che si fa di altre vite è ben differente, porta a delle conseguenze, sopratutto quando si tratta delle vostre vite..e da quello che ho visto vi trattava solo come armi ed oggetti> afferma la donna seriamente rimanendo ferma sul posto <ma questo lo sapete già, probabilmente e saprete come l'ho sconfitto, ed è per via della sua debolezza che lo avete voluto qui per portarlo e punirlo, o sbaglio?> chiede alla fine la donna sollevando un sopracciglio. A questo punto rimane in silenzio ancora un po' avvicinandosi alla copia, togliendo il cappuccio ed afferrando la nuca con la mano destra in modo da fargli vedere il volto della copia/vittima. <ha cercato di scappare più di una volta> afferma la donna seriamente <anche se una volta l'ho fatto scappare io...diciamo che l'ho tentato dandogli una via di fuga...ci ha provato, ha fallito e gli ho fatto perdere la volontà di vivere> afferma la donna cercando di essere sincera andando ad incrociare le braccia. <Re dei serpenti bianchi, con voi voglio solo stringere un contratto: ad un prezzo, uno scambio. E so che ripagherete il mio sforzo dato che siete un essere di parola> enfatizza la prima parte come se fosse qualcosa di scandita in quel momento. Qualcosa che fosse legato al fato stesso. La copia intanto rimane tra le mani della donna, continuando a rantolare e gorgogliare mentre guarda il vuoto, come se fosse perso, esattamente come ha preteso Mekura che fosse. [Byakugan liv IV 88/100][stessi tag]Il nobile Queztal, signore dei fulmini e delle tempeste, resta in ascolto di quanto Mekura ha da dirgli. La lingua sibila sottile e tagliente dalle fauci appena schiuse, lo sguardo s'alterna tra la Hyuga e la sua copia. Pare non essersi accorto del trucco, ma pare lo stia studiando attentamente ed a fondo. Sibila e sibila ancora, ascoltando senza interrompere il dire della Hyuga e senza intromettersi in alcun modo, dando l'idea di essere quasi in meditazione s quel che sta accadendo. < Mmh... le tue sono interessanti questioni da pormi. > Chiosa, infine, soppesando attentamente quanto ha appena sentito. < Abbiamo fatto un errore di calcolo, purtroppo. Lo abbiamo creduto abbastanza intelligente ed invece ha fatto la fine di uno sciocco. > Esamina la situazione che ha visto i nobili serpenti bianchi legati ad un criminale < Non ci importa chi si fa scrupoli o meno, ci interessa la forza e l'intelligenza. In te abbiamo visto la prima di questi prerequisiti. > Velatamente, da bravo serpente infido quale è, mette in dubbio le capacità intellettive della Jonin. < Ma il modo spietato in cui hai trattato quest'uomo indegno mi lusinga molto. Quel che mi spiace è non aver potuto assistere. > Un ennesimo sibilo accompagna le parole del signore dei fulmini, prima che si concretizzi nell'ennesima richiesta da parte di Quetzal < Fammi divertire. Punisci quest'uomo per la sua stupidità davanti a me, poi avrai il tuo contratto. Farò quel che vorrai finché ne sarai degna, se tu adesso farai quel che voglio io. > Termina così, quasi sembrerà esprimersi in un sorriso meschino e cinisco, attendendo le prossime mosse della donna che pretende di stringere quel patto con lui. [ ambient ]
Che meraviglioso figlio di pu****a, solo questo pensa quando il serpente fa tale richiesta. Non guarda la copia subito, mantiene lo sguardo sul serpente allargando un sogghigno con la testa piegata di lato, senza mostrare nessuna vera emozione, se non un ghigno sarcastico. <Quel che faccio, nobile Queztal, lo faccio per mio diletto: bastonare i colpevoli ed i miserevoli del suo calibro è un mio personale e non poi così intimo diletto...e voi mi state ordinando di cosa di preciso?> domanda la donna iniziando a camminare attorno alla copia, lentamente rimanendo attorno a questa di 4 m ma spostandosi verso la sua schiena. <della mia ferocia oppure volete vedere una qualche sorta di disperazione nel desiderare un accordo con voi?> domanda la donna sollevando un sopracciglio diventando seria <come una sorta di buffone alla corte di un reggente. "divertimi e sarai ricompensata"> corruga la fronte assottigliando gli occhi <voi mi offendete profondamente nobile Queztal signore dei fulmini e delle tempeste e vedo che le sue richieste continuano ad aumentare dopo tutto quello che ho fatto e parafrasando la sua stessa domanda di prima: perché dovrei averti come evocatore quando quello che mi chiedi è il comportamento di un servitore?> domanda la donna retorica, guardando il muso del serpente pronta a scattare nel caso volesse azzannarla o fare qualsiasi altra cosa, il Byakugan intanto sarebbe ancora attivo, sempre pronta a reagire. < se ho fatto quello che ho fatto, l'ho fatto per rispetto verso voi oltre che a cercare il vostro interesse: non sto pregando di farmi vostra evocatrice, io vi sto dando una opportunità, che ribadisco non sarà di sudditanza alcuna...se allo stesso modo io non sarò suddita a voi> conclude così il monologo avvicinandosi e afferrando per il cappuccio il criminale, solleva quindi lo sguardo e la mano sinistra allungando il medio e l'indice, non in questo ordine, distendendoli verso l'alto, li, la donna concentrerebbe una certa quantità di chakra verso i punti di fuga che comprimerebbe e affinerebbe in modo da assottigliare il chakra così tanto da ridirlo ad una forma allungata, un ago o una lama molto sottile che espellerebbe fuori dai punti di fuga della lunghezza di 5cm. <ma, se proprio insiste, eccovi un 'ulteriore gesto di buona fede da parte mia> afferma e la donna utilizzando il byakugan non prenderebbe di mira la copia in se, ma la carne e le ossa all'interno del cappotto invernale. Ha pensato davvero a tutto e poteva presupporre che sarebbe capitata una cosa del genere e il fatto che vivessero in una zona di montagna l'ha aiutata a nascondere la carne e far sembrare che fosse solo piena di lana. Prendere di mira quindi la carne all'interno del cappotto e abbassando rapidamente le dita ma controllate, infilzerebbe la carne nel suo punto più spesso, in modo che i 5cm non andassero a tagliare nessuna parte della copia la quale tuttavia, inizierebbe a recitare con un urlo stanco e strozzato che non cercherebbe di esser maschile o femminile, ma solo un suono bestiale e strozzato mentre porta la testa verso l'alto e apre la bocca disperandosi. L'originale intanto, una volta penetrata la carne spingerebbe in diagonale, verso il basso così da tagliare anche il cappotto e schizzarlo completamente di sangue che in quel caos difficilmente si potrebbero intuire che quelle ossa e quella carne se fossero di bue, di capra o umane. Il sangue le schizzerebbe anche in faccia mentre lo trattiene e gatto questo, lo lascia cadere in avanti, vivo ancora, ma "apparentemente" aperto per la schiena, un taglio doloroso ma non abbastanza profondo da far uscire viscere o altro. Fatto questo rimane li guardando il serpente <spero sia soddisfatto> [byakugan liv IV 79 /100 - stessi tag][turni 1/4 movimento + 1/4 avvicinamento + 2/4 uso chakra tagliente mantenimento 1/8 turni]Il serpente permane fisso ad ascoltare quanto lei ha da dire, senza che lei possa intendere i suoi reali pensieri. Non azzarda a dir nulla, preferendo invece osservare quel che fa la Hyuga. Si sposta dietro la copia e lacera le carni che tiene nascosta sotto il pesante giaccone di lana. La carne si lacera e la copia lascia un urlo strozzato che risuona in tutta la vallata, sotto lo sguardo soddisfatto del signore dei fulmini. < Bene, Mekura Hyuga. Dimostri un bell'intelletto. Dimostri una discreta forza. > Si complimenta con lei per la prima volta in quell'intero discorso ed incontro. < Sono molto, molto soddisfatto. Hai ordito un ottimo piano. > Le ammette, abbassando il capo per arrivare fin sopra la testa della Hyuga e della copia di appena un metro < Non mi dilungherò in ulteriori elogi o spiegazioni, ritengo non servano. Era importanteper me constatare le tue capacità strategiche, oltre che la mera forza fisica. E le tue motivazioni. Non disdegni la brrutalità, ma allo stesso modo non vieni meno ai tuoi ideali, nemmeno sotto forte pressione. > Apre le enormi fauci, allungando la lingua alla cui punta è allegata la pergamena da firmare col sangue. < Spero sarà una proficua alleanza, evocatrice. > E, così dicendo, si diperde in una miriade di scariche elettriche, lasciando alla Hyuga unicamente il contratto e la possibilità di evocarlo quando più lo riterrà opportuno. [ end ]