L’ora è piuttosto tarda, la notte s’affaccia sui monti Raijin, ove i Serpenti Bianchi hanno fatto la conoscenza con la loro aspirante evocatrice. I dintorni sono placidi, tranquilli, non una sola nota a stonare il silenzio di tutto il cinrcondario, se non i passi di Mekura stessa che, assieme alla propria copia, creata appositamente per un piano ben studiato, nell’atto di dirigersi ove incontrerà colui il quale dovrà offrirgli il contratto. Al suo arrivo la Hyuga dà l’ordine alla copia, che esegue il comando inginocchiandosi in quella posizione quasi rannicchiata, quasi ad accentuare la sensazione di falsa sofferenza. Al loro arrivo le nubi si accumulano sopra le loro teste, nubi nere ed apparentemente cariche di pioggia. Tali nubi, come la Hyuga potrà notare con la propria innata oculare appena attivata, sono cariche di chakra e generano, nel giro di qualche istante, un fulmine innaturale che si schianta sul terreno dinanzi alle due figure umanoidi. Un forte lampo che quasi sarà accecante per la Hyuga. Da quel fulmine, dopo quel lampo durato appena qualche istante, appare lui. Un serpente dalle dimensioni sovrumane, decisamente troppo mastodontiche per qualunque animale della sua stessa specie che Mekura potrebbe aver visto, se non nei libri. Le bianche scaglie rilucono sotto i raggi del Sole pronto a calare dietro l’orizzonte, mentre sotto il collo splendono le scaglie dorate a formare delle fantasie che richiamano lo stesso fulmine da cui si è generato. Quetztal, il Signore dei Fulmini è davanti a Mekura ed alla sua copia. Immobile, regalmente posto dinanzi a loro. Non parla e non si esprime, la lingua biforcuta sibila tra i denti acuminati, chiaro segno che stia annusando l’aria attorno a sé. Eppure non comunica né con lei né con la copia, evidentemente in attesa di qualcosa. Delle parole, un’ammissione, una prova di qualcosa. [ Ambient per Mekura ]
Il serpente bianco, il Re dei serpenti bianchi li osserva dalla sua posizione sopraelevata. Lo sguardo saetta tra lei e la copia, tra la copia e lei e la lingua continua il suo sinistro sibilare, rientrando e riuscendo dalle fauci serrate. Sembra quasi sorridere beffardo della situazione, per non si sa quale motivo in particolare. La sua intelligenza è elevata al punto tale non solo da comprendere in maniera eccellente il lnguaggio umano, ma anche da esprimersi molto meglio di molti esseri umani. Per questo, dopo la prima presentazione di Mekura, comincia a comunicare con lei < Sei china al cospetto del Signore dei Fulmini, il Re dei Serpenti Bianchi. > Si presenta così a propria volta. Austero ed autoritario, ma pur sempre immobile nella sua posa che lo porta ad una spropositata altezza rispetto alle due figure umanoidi < Hai deciso di portarmi un lauto pasto, Mekura. Questo fa di te un’eccellente, questo fa di te una perfetta sottoposta. Ma perché dovrei sceglierti come mia padrona ed evocatrice? > Domanda, come a voler saggiare le volontà della donna che ha di fronte. Per ora sembra non essere particolarmente concentrato sulla copia, che egli dovrebbe credere reale per fare in modo che il piano della Hyuga funzioni a dovere. Per il momento, tuttavia, non può averne la certezza matematica. Quel che le resta da fare è parlare col più alto dei Serpenti, le cui capacità intellettive l’hanno tenuta impegnata per tutto quel tempo, nell’attesa di poter ordire il suo più grande inganno.
Il nobile Queztal, signore dei fulmini e delle tempeste, resta in ascolto di quanto Mekura ha da dirgli. La lingua sibila sottile e tagliente dalle fauci appena schiuse, lo sguardo s'alterna tra la Hyuga e la sua copia. Pare non essersi accorto del trucco, ma pare lo stia studiando attentamente ed a fondo. Sibila e sibila ancora, ascoltando senza interrompere il dire della Hyuga e senza intromettersi in alcun modo, dando l'idea di essere quasi in meditazione s quel che sta accadendo. < Mmh... le tue sono interessanti questioni da pormi. > Chiosa, infine, soppesando attentamente quanto ha appena sentito. < Abbiamo fatto un errore di calcolo, purtroppo. Lo abbiamo creduto abbastanza intelligente ed invece ha fatto la fine di uno sciocco. > Esamina la situazione che ha visto i nobili serpenti bianchi legati ad un criminale < Non ci importa chi si fa scrupoli o meno, ci interessa la forza e l'intelligenza. In te abbiamo visto la prima di questi prerequisiti. > Velatamente, da bravo serpente infido quale è, mette in dubbio le capacità intellettive della Jonin. < Ma il modo spietato in cui hai trattato quest'uomo indegno mi lusinga molto. Quel che mi spiace è non aver potuto assistere. > Un ennesimo sibilo accompagna le parole del signore dei fulmini, prima che si concretizzi nell'ennesima richiesta da parte di Quetzal < Fammi divertire. Punisci quest'uomo per la sua stupidità davanti a me, poi avrai il tuo contratto. Farò quel che vorrai finché ne sarai degna, se tu adesso farai quel che voglio io. > Termina così, quasi sembrerà esprimersi in un sorriso meschino e cinisco, attendendo le prossime mosse della donna che pretende di stringere quel patto con lui. [ ambient ]
Il serpente permane fisso ad ascoltare quanto lei ha da dire, senza che lei possa intendere i suoi reali pensieri. Non azzarda a dir nulla, preferendo invece osservare quel che fa la Hyuga. Si sposta dietro la copia e lacera le carni che tiene nascosta sotto il pesante giaccone di lana. La carne si lacera e la copia lascia un urlo strozzato che risuona in tutta la vallata, sotto lo sguardo soddisfatto del signore dei fulmini. < Bene, Mekura Hyuga. Dimostri un bell'intelletto. Dimostri una discreta forza. > Si complimenta con lei per la prima volta in quell'intero discorso ed incontro. < Sono molto, molto soddisfatto. Hai ordito un ottimo piano. > Le ammette, abbassando il capo per arrivare fin sopra la testa della Hyuga e della copia di appena un metro < Non mi dilungherò in ulteriori elogi o spiegazioni, ritengo non servano. Era importanteper me constatare le tue capacità strategiche, oltre che la mera forza fisica. E le tue motivazioni. Non disdegni la brrutalità, ma allo stesso modo non vieni meno ai tuoi ideali, nemmeno sotto forte pressione. > Apre le enormi fauci, allungando la lingua alla cui punta è allegata la pergamena da firmare col sangue. < Spero sarà una proficua alleanza, evocatrice. > E, così dicendo, si diperde in una miriade di scariche elettriche, lasciando alla Hyuga unicamente il contratto e la possibilità di evocarlo quando più lo riterrà opportuno. [ end ]