Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Allenamento Ishibaku Shigeo

Free

0
0
con Shigeo

00:56 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] L’uscio viene chiuso delicatamente. A chiuderlo è la madre, appena congedatasi dal dojo. Nella stanza permane lui, il neofita del clan, quello che viene definito dagli altri membri la “gemma”. Un appellativo curioso, ma che racchiude perfettamente con un immagine significativa il potere ancora acerbo del genin, appena affacciatosi su quello che sembra un lungo e tortuoso percorso da shinobi. La sua figura oggi veste in modo diverso dal solito: porta il kimono da casa, quello che indossano i membri della famiglia mentre rimangono all’interno della residenza Ishiba principale ad AMe. Un delicatissima seta traslucida, di color bianco candido, con lo stemma famigliare ricamato sul dorso della veste, chiusa in vita da una cintura azzurra, colore assegnatagli dalla capoclan stessa come segno riconoscitivo. Non per altro è il colore che riesce a regalargli più soddisfazione alla vista. Insieme a lui nella stanza c’è un tavolo situato a circa un metro dalla sua posizione: sopra di esso un plico di foglietti leggeri e perfettamente impilati, alla sinistra di quelli un origami, precisamente una gru. Armamentario ovviamente meticolosamente preparato dalla madre, uscita poco prima. Ha avuto chiare istruzioni su quello che deve compiere, ma per metterle in pratica è necessario prima dar luogo all’impasto. Andrebbe quindi a porre le mani nel sigillo della Capra, sciogliendo un attimo prima i muscoli delle braccia con dei rapidi scossoni. L’ambiente circostante si dissolve. Solo buio, oscurità. Un’oscurità pacifica, mai inquietante, dove può vagare senza alcun limite o preoccupazione. Gli impulsi inviati del suo corpo e verso il suo corpo verrebbero ora individuati e differenziati: i primi, quelli trasmessi dalle proprie cellule, dai nervi e dai muscoli verrebbero raccolti e convogliati in un punto preciso in quel buio, ottenendo una sfera di colore rosso, contenente tutta l’energia fisica, plasmata in un bagliore luminoso. Lo stesso procedimento verrebbe applicato agli impulsi ricavati dai suoi stati d’animo, dai suoi pensieri, tanti, dale sue emozioni, che darebbero vita a loro volta ad una sfera, però dal bagliore verdastro. Le due sfere verrebbero ora messe in moto circolare dall’Ishiba, che, per mezza della sua volontà, andrebbe a far convergere e sfere rotanti verso un centro, fino ad arrivare ad un punto di contatto che gradualmente darebbe luogo ad una fusione effettiva delle due. Il risultato, una sfera di doppie dimensioni e dal colore azzurro intenso, contenente la nuova fonte di energia, il chakra, che verrebbe riversato ora nel corpo del genin, conferendogli quel bonus fisico e sensorio a cui ormai è abituato.
[Tentativo impasto chakra][Chakra 30\30]

01:03 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] Il processo di preparazione all’allenamento, come al solito, non termina qui. Quello che serve ora è risvegliare il gene, la forza primordiale, l’abilità che lo distingue come Ishiba. Andrebbe quindi a scavare più in profondità, costringendo il flusso di chakra a deviare per un po’ dal suo scorrere regolare. Il flusso entrerebbe ora in quella zona, che ormai riesce a rintracciare con facilità, iniziando a defluire ed espandersi in ogni dove, fino a riuscire ad avvertirlo: un qualcosa dalle profondità che si muove prima lentamente per poi effettuare uno scatto deciso verso l’alto, come a voler risalire da dove è intrappolato. Il genin imporrebbe il suo dominio su questa forza ormai non più latente permettendole, una volta sfociata, di riversarsi nel flusso di chakra. Le due forze verrebbero ora amalgamate tra di loro e fatte espandere in modo omogeneo ed uniforme in tutto il corpo, andando a creare un chakra rinnovato, purificato da quell’essenza. Se tutto fosse andato a buon fine le sensazioni di percezione e coscienza del suo stesso corpo sarebbero cambiate, diverse rispetto all’ordinario ma via via sempre meno estranee, allenamento dopo allenamento. Deambulerebbe leggero pur mantenendo ogni chilo del suo peso. Si sposterebbe in modo molto più agile. Ora riapre gli occhi, sciogliendo in contemporanea il sigillo della capra tenuto attivo fino a quel momento. Qualche passo di assestamento. E’ pronto per cominciare l’allenamento. [Tentativo attivazione Ishibaku][Chakra 29\30]

01:11 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] Indice e medio destro vanno lentamente a riposizionare gli occhiali nella parte più alta del naso. Lo sguardo ora si concentra sul tavolo di fronte a lui. Le istruzioni della madre sono state chiare: il suo compito non è più quello di tentare di eseguire una Disgregazione, bensì di controllare e manipolare qualche foglietto di quel plico per realizzare un origami che somigli il più possibile a quello realizzato dalla madre qualche minuto prima e che ora permane lì ad osservarlo. E’ un origami a forma di gru dalla struttura semplice, realizzato con al massimo una decina di pieghe lineari. Una sfida ben calibrata dalla madre, che è perfettamente a conoscenza delle doti ancora acerbe della Gemma Ishiba. Andrebbe quindi a tendere la mano destra verso il plico di foglietti, cercando di concentrarsi allo stesso tempo sullo scorrere implacabile del chakra. Gli occhi rimarrebbero puntati sul bersaglio, mentre un leggero brivido sul palmo della mano gli darebbe il flebile segnale di aver instaurato una sorta di legame con le fibre cartacee del foglietto più superficiale, come se quest’ultimo e il suo corpo fossero attratti l’uno dall’altro. Ora però vuole farlo librare nell’aria, appena qualche centimetro sopra il tavolo. Il chakra Ishibaku verrebbe quindi intensificato a livello della mano destra, andando ad immergere in quel velo energetico le più sottili estremità. Il tentativo avrebbe come scopo quello di attivare una risposta maggiore delle fibre cartacee al maggiore flusso implicato per dominarle. Se fosse riuscito nel tentativo il foglietto leggero verrebbe ora sollevato dal plico, cominciando da un piccolo arricciamento dell’angolo superiore destro, a cui conseguirebbe quello dell’intera superficie. Tramite un lento alzarsi del braccio avrebbe luogo un movimento medesimo del foglietto, che percorrerebbe lo stesso asse verticale disegnato dalla mano, facendolo fermare a circa 20 centimetri dalla pila che ormai permane immutata sotto di esso.[Ishibaku on][Chakra 28\30]

01:12 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] Palpebre poco attive, sbattono di rado, come non volesse perdere di vista ciò che le sue iridi stanno puntando ormai da qualche minuto. Il foglietto è leggero e galleggia nell’aria. Il primo passo può quindi dirsi compiuto. Il braccio rimane teso per mantenere un controllo costante su quel galleggiare, ma la rigidità, accumulata nei muscoli dell’arto come risposta alla tensione emotiva causata dalla realizzazione della tecnica, verrebbe ora sciolta internamente, lasciando che il gomito si pieghi appena e che le dita si riposino tra le medesime falangi. Lo sguardo ora passa alternatamente dal foglio immacolato a quello magistralmente piegato dalla madre: la procedura per realizzarlo è ormai impressa nella mente, ma qualche sguardo furtivo come ad essere sicuro di sapere quale dovrà essere il risultato finale è per lui necessario. Andrebbe quindi a reintensificare l’influsso dell’Ishibaku nella mano destra, con l’obiettivo di realizzare la prima piega: individuerebbe la metà della base di quel rettangolo, punto nel quale darebbe il via alla realizzazione della piega, sperando che la linea che in qualche secondo si sarebbe creata, avrebbe combaciato come punto d’arrivo rispetto al lato parallelo. Eseguita questa prima piega, andrebbe quindi a riaprirla, per poi riuchiudarla sul fronte opposto, in modo da creare una linea ben definita ultime a poter essere girata in entrambe le direzioni. L’effetto agli occhi di un qualsiasi spettatore della scena sarebbe quello di un candido foglietto che, come dotato di propria volontà, si piegherebbe su sé stesso in modo preciso e delicato, accompagnato da quel ruvido frusciare del materiale in questione. [Ishibaku on] [Chakra 27\30]

01:13 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] Osserva, scruta attentamente il progredire della piega, ma comunque non basta a realizzare una linea perfettamente dritta: risulta infatti leggermente storta verso sinistra, come se il centro del lato superiore fosse spostato di qualche millimetro rispetto a quello inferiore. Può capitare, non è grave. < Devo solo migliorare un po’ il dosaggio… > commenterebbe riferendosi alla quantità di chakra chiamata al fine di realizzare la piega. Più riesce a dosarla, più potrà essere preciso nel realizzare gli origami. < Bene… > sempre sottovoce e con tono deciso, sancisce la fine di un’altra fase della realizzazione di quella gru gemella. E’ il momento di eseguire ora le altre pieghe, quelle più piccole, che renderanno le forme effettive di quell’animale. il braccio, sempre più rilassato e confidente nel lasciarsi percorrere da quella energia, permane comunque morbidamente teso verso il foglietto, ora ridotto ad una sua metà. La seconda piega prevederebbe la sovrapposizione della metà superiore con quella inferiore, andrebbe quindi a perseguire il medesimo obiettivo stabilito in precedenza: troverebbe il punto alla giusta metà e lo congiungerebbe con una linea al corrispettivo del lato opposto, in modo da eseguire la piega il più accuratamente possibile. Stesso processo verrebbe applicato per le pieghe diagonali, fino ad avere ottenuto un’incroci di pieghe abbastanza fitto per poter ora deformare la carta seguendo quella struttura geometrica ormai ben definita.[Ishibaku On] [Chakra 26\30]

01:13 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] Il foglietto permane aperto con tutti quei solchi ben in vista, pronti ad essere semplicemente sfruttati come conduttori per quello che ora dovrà compiere. E’ un procedimento di realizzazione degli origami che viene insegnato agli Ishiba sin da bambini, quando si cimentano a crearli manualmente. E’ stato consiglio della madre quello di applicarlo ai primi tentativi di manipolazione della carta, per avere una base più sicura su cui poter creare. Ovviamente in un combattimento il tempo necessario per realizzare le pieghe base sarebbe sufficiente per fargli perdere la vita, ma gli allenamenti servono a quello: migliorare, velocizzarsi senza però bruciare le tappe. Come dice sempre suo padre “la pratica rende permanente” e quindi bisogna seguire le istruzioni nel modo più meticoloso, onde evitare l’acquisizione di pessime abitudini tecniche. Ma è il momento della fase finale, quella della creazione effettiva dell’origami. Sa perfettamente che punti far combaciare, quali avvicinare e quali ripiegare all’esterno. Andrebbe quindi a focalizzarsi sui vertici degli angoli realizzati dagli incroci di quelle pieghe, mettendo l’attenzione su 3 di essi, quelli utili alla creazione della gru. Il flusso ora verrebbe intensificato gradualmente nella mano, con un po’ più parsimonia, come a non voler lasciarsi andare troppo. La carta quindi verrebbe modellata secondo la struttura, lasciando sfuggire ancora qualche sguardo di esitazione verso il modello realizzato dalla madre.[Ishibaku On] [Chakra 25\30]

01:13 Shigeo:
  [Dojo Ishiba] Il braccio va ora piano piano scendendo per riportarsi ad una condizione di riposo, pendendo vicino al fianco destro. A sua volta l’origami da lui creato andrebbe ad adagiarsi sulla cima del plico di carta, trovandosi a qualche centimetro dalla gru della madre e quindi favorendo eventuali paragoni. Il flusso a livello della mano destra verrebbe ora riportato ad un livello di normale scorrimento, per poi concentrare il focus su quel candido animaletto che contiene la sua firma come realizzatore. Qualche difetto nel becco, rovinato da qualche piega di troppo, e una lieve asimmetria delle ali. Per il resto il modello risulta molto simile a quello della madre: un intenditore può notare che uno è realizzato da una mano più esperta rispetto l’altro, ma è innegabile e salta immediatamente all’occhio che in qualsiasi caso entrambi siano realizzati da degli Ishiba. Si avvina quindi al tavolo per vederlo nei dettagli. Un sorriso spunta sul viso del genin. E’ soddisfatto, lo è davvero. Non osa nemmeno toccarlo per paura di sciuparlo. Ora la prossima cosa da fare è chiamare la madre ed avvisarla di aver completato il compito assegnatogli, a lei poi starà alla valutazione. La cintura del kimono viene ora stretta morbidamente per riassestare la chiusura dei lembi della veste. Un passata tra i capelli e una sistemata agli occhiali. Si dirige verso l’uscita del dojo. < Madre! > comincia ad urlare nel corridoio. Che sia l’inizio di qualcosa di molto più importante di un semplice origami. [Ishibaku Off] [Chakra Off] [END]

Shigeo si allena nella manipolazione della carta, cercando di realizzare un origami quanto più simile possibile a quello realizzato dalla madre.