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con Kimi, Rasetsu

14:53 Kimi:
 Una voce in lei che è rimasta silente a lungo, non la tormenta più una lotta intestina di cui non si è mai realmente accorta, non teme, non ha strane sensazioni, semplicemente Kimi è silente, rinchiusa in un angolo della sua stessa mente in attesa di guarire le sue ferite, quei segni di una vita composta da morte e sofferenza per la sua gran parte, una mente incapace di resistere al suo presente che ha preferito nascondersi, lasciando così che vedesse la luce un improbabile futuro, una figlia che per tutti ormai è morta in realtà cammina in questi istanti per i vicoli del Tanzaku Gai, i capelli lunghi sono lisci e sciolti, ondeggiano dietro alla sua schiena, muovendosi sinuosi ad ogni passo, la frangetta invece se ne sta ferma a coprire con il suo nero quella fronte estremamente candida, quella pelle di porcellana, lo sguardo è basso, quasi volesse passare inosservata, cosa non semplice non solo per quella sua bellezza quasi macabra ma soprattutto per via del differente colore delle iridi, l’una azzurra con una normalissima sclera chiara e l’altra invece rosso cremisi circondata dalla sclera insolitamente nera, un ricordo un modo per riportare alla mente sia il padre che la madre da cui nella sua testa discende, perché alla fine ammettiamolo: è solo un enorme viaggio mentale in cui è rimasta incastrata per suo stesso volere. Ad ogni modo affronta le temperature indossando un Kimono nero con ricami floreali in pizzo, lungo e trasparente, aperto sul davanti, i bordi smerlati e dalle maniche a tre quarti. Sotto ad esse solo una semplice canotta bianca a proteggerle l’addome e un paio di corti pantaloncini a vita alta neri, svela così la maggior parte della sua candida e perfetta pelle da bambolina. Ai piedi dei sandali neri da ninja, unico altro segno particolare è quella collana argentata che le cinge il collo recante il ciondolo con il simbolo dei cacciatori di taglie, simbolo che svetta quasi sul suo petto, appena sotto il collo, fiera di quel suo ruolo, fiera di essere proprio come la madre “Yuurei”, il cacciatore fantasma [chk on]

15:08 Rasetsu:
 Spesso e volentieri, esce fuori dalle mura del Villaggio, pur di non respirare la stessa aria degli altri cittadini, comune plebaglia nei confronti della stirpe demoniaca dei Kokketsu. Passa la stragrande maggioranza del suo tempo tra il Locale Kukoku, di proprietà di Zashiki, laddove detiene la proprietà di un magazzino dove lavora alla propria Sbrilluccica; ulteriore tempo, viene speso al Tempio dei Kokketsu per ovvie ragioni, avendo ritrovato sua sorella Kurona. Spesso e volentieri, più per dovere che per altro, bazzica lungo il Tanzaku, poiché Jinto gli ha espressamente ordinato di non oltrepassare quella linea per quanto riguarda lo spaccio della Sbrilluccica e della 2.0. Ed è proprio lungo quei vicoli che attualmente s'aggira, come un Vampiro nel suo tenebroso mantello. Inoltre, gran parte del profitto, se lo intasca esattamente quest'ultimo, neppure il Kokketsu che n'è creatore e proprietario. Con Kouki, finalmente, sembra aver trovato quel collega in affari che aveva perduto con la scomparsa di Zashiki, forse per lavoro, forse per chissà cos'altro. Sventola, dietro la propria schiena, ondeggiando tra le di lui gambe man mano che avanza, il proprio spolverino bordeaux, più scuro dei capelli ch'egli porta, lunghi sino al fondo schiena, i quali gli son valse, più di una volta, insulti a suo carico per il di lui apparire poco uomo, ma molto donna. E' lasciato aperto sul davanti, pur la temperatura esterna sia non esattamente idonea a portarlo in quella maniera. Al di sotto, compare una t-shirt a maniche corte nera, aderente con il collo a V. Il bavero del giaccone è, ovviamente sollevato, sfiorandogli le guance. Le lunghe e sottili gambe son coperte da un paio di pantalone, anch'esso nero come la pace, con due tasche laterali, esattamente come il giaccone. Nel primo, infatti, specificamente nella tasca destra, vi ha un paio di bustine, contenenti delle pillole con una S stampata al di sopra. Altre, invece, son prive della stessa lettera, ma comunque dalla identica forma e colore. Nelle tasche dello spolverino, ben più ampie, ha qualche tonico di recupero del chakra e coagulante, assieme ad un paio di shuriken che, spesso e volentieri, non utilizza affatto, affidandosi alle arti magiche. Sul naso, sbucano un paio di occhiali dalla montatura rossa, e specialmente quel sorriso da squalo che mai si toglie. Inspira lento, pacato. Non nota ancor Kimi o chiunque ella sia in tal momento, per or si limita a passeggiar cheto. [Chk ON]

15:23 Kimi:
 Continua lei con quella sua passeggiata dal sicuro secondo fine, quale altra motivazione altrimenti per vederla passeggiare con quell’abbigliamento in un simile luogo? Che altro motivo potrebbe mai avere per allontanarsi dal clan e da ciò che il suo santo capoclan le dice? Lo sguardo è ancora rivolto verso il terreno, in quel continuo tentativo di non farsi riconoscere, di non mostrare la sua più grande particolarità quasi come se fosse combattuta tra l’urlare d’essere lì, cosa che fa il suo ciondolo e invece poi il voler diventare ombra per nascondersi senza essere vista. Alza ogni tanto lo sguardo giusto per assicurarsi di non star finendo contro un palo della luce, un’ albero, l’angolo di una casa o qualsiasi altra cosa, anche un essere umano eh. Proprio in uno di questi istanti che le servono per salvaguardare la sua stessa salute fisica lo sguardo incrocia una strana figura rossa, insomma è quello il colore che le rimane in mente quando dopo appena qualche secondo torna a fissare il terreno davanti ai suoi piedi. Un rosso che accende qualcosa di non meglio precisato nella sua memoria, un colore che la rimanda a qualcosa a qualcuno senza però essere in grado di capirlo subito, di identificarlo e così torna veloce a spostare le iridi solo per cogliere avida qualche altro dettaglio importante e riuscire finalmente a riconoscerlo, almeno in parte. Si sposta lievemente a destra quindi andando a voltare il capo di lato, rialzando il mento quasi a volerlo schivare, fingere di non averlo visto, così palesemente però da rischiare di svelare con una semplicità micidiale il suo piano [chk on]

15:48 Rasetsu:
 Cammina, privo di meta. Giocherella con il tappo della confezione, ancora. Sta cercando qualche papabile acquirente, ma per il momento è ancora a zero. Il Tanzaku è maggiormente popolato di notte, laddove ninja e civili di ogni genere, razza e religione si districano in quelle viuzze fatte di peccati e discordie. Nell'alternar le inferior leve, anche il di lui sguardo or glissa alla volta della Doku. Che l'abbia già vista? Non è detto. Se è un volto conosciuto, potrebbe. Sicuramente, ha qualcosa di familiare anch'essa, ma non saprebbe esattamente dire cosa. Evidentemente, non vi ha avuto a che fare più del dovuto e difficilmente si occupa di sapere e riconoscere dei volti noti al villaggio di Kusagakure, passandovi poco tempo all'interno d'esso, a meno che non gli vengano assegnate Missioni, le quali, dato il pagamento, son sicuramente adeguate al suo stile di vita. Quest'ultimo è dedito allo sguazzar nello sporco denaro, per quanto spesso e volentieri sia costretto a privarsene, per un motivo o per un altro. E' ancora lunga la strada per diventar un uomo d'affari! Nel passarle affianco, la donna par sì guardarlo, ma rivolger il proprio sguardo altrove. Che sia un modo come un altro per evitarlo? Oppure la sua è stata un'occhiata pura e semplice dato il passargli di fianco? Nel momento stesso in cui la incrocerebbe, giacché dovrebbero viaggiar sulla stessa strada, ma in direzioni opposte, schiude appena le labbra per pronunciar qualcosa di semplice ma, al tempo stesso, lugubre e sfacciato. <Fai bene ad abbassare lo sguardo.> Tutto ciò nasce dalla sua credenza d'esser un essere SUPERIORE, poiché un Kokketsu è paragonabile ad un Demone, non sicuramente alla comune plebaglia umana. Regole di vita fatte e instillate in egli da Kurona, eh. Niente di meno! [Chk ON]

15:59 Kimi:
 Disinteressata a cose come dover dimostrare d’essere superiore ad altri o già il semplice fatti di considerarsi tale non coglie appieno quella provocazione, non viene ferita nel orgoglio oc ose simili, la prende abbastanza alla larga la cosa tanto che nemmeno si fa sfiorare, eppure ora si pone una scelta davanti a lei, continuare su quella strada ignorandolo e senza farsi riconoscere condannandosi probabilmente in un ruolo di finta sottomissione da oggi in poi o reagire rischiando persino di svelare la sua identità, comunque non ben nascosta, pochi istanti quelli per decidere, probabilmente avrà massimo 7 secondi di attenzione, come quei famosi sette secondi che tutti noi doniamo alla cose nuove prima di stufarcene, insomma non nutre grande stima per il mezzo compagno di missione, giacché insieme non han fatto molto, motivo per cui sa di dover prendere una decisione rapida, lui si volterà presto e al loro prossimo incontro dovesse ricordarsene lei sarà contattata, che poi nemmeno sarebbe un problema così grosso, fin ora l’ha visto solo una volta in missione e nemmeno si sono degnati troppo d’attenzione. Sorride appena, accenna un inclinazione su quelle labbra nascoste dalla postura, c’è del sano divertimento nella sua espressione mentre il braccio sinistro si rivolge in direzione del Kokketsu, si alza parallelo al terreno, scattando rapidamente e bloccandosi deciso, le dita sono tutte chiuse a pugno tranne il pollice che appena sporge di lato, una postura che nonostante tutto ha del rilassato mentre il dito medio si fa largo tra le dune compagne, sollevandosi e puntandosi proprio in direzione del rosso a cui non rivolge ulteriore parola, solo alza il capo uscendo quindi da quel pessimo tentativo di anonimato e rivelando la sua identità, i due occhi di differente colore nella sua testa sono come un occhio di bue puntato sul suo volto, sulla sua figura, in maniera perenne, crede di non poter venire dimenticata[chk on]

16:30 Rasetsu:
 La Doku mantien ancor lo sguardo basso, non gli rivolge parola alcuna. Non ribatte in nessuna maniera alla provocazione del Rosso, il quale gode, invece, quando accade. Mette zizzania, vuol instillar nella gente il terrore. Stessa cosa vorrebbe commetter ai danni di Kimi, Yuurei, Yume o qualunque altro sia il nome che la accomuna. Tuttavia, accade qualcosa di ben diverso che, nello specifico, Rasetsu non si sarebbe certo aspettato. Solleva il sopracciglio destro, col gemello che vien riabbassato e le palpebre s'assottigliano. Cos'ha appena visto? <Cos'hai appena fatto?> La domanda giusta, difatti, par proprio questa. Non può far a meno d'accigliarsi, di fermarsi e voltarsi in sua direzione, come se altro non avesse da perdere, come se nient'altro avesse da far di ben più importante di questo. Il ghigno, precedentemente ben in vista, vien or ribaltato, come se la situazione danneggiasse la sua ilarità e, al tempo stesso, la voglia di far qualcosa d'esaustivo: come spacciare e portare a casa la pagnotta quotidiana od il minimo indispensabile di cui necessita per sostenersi. <Hai idea di chi io sia? Hai idea contro chi hai osato alzar quel lurido dito?> Fa schioccar la lingua sotto il palato, notando quella diversità delle iridi. <Eterocromia?> Bercia in sua direzione: un caso clinico raro di per sé, una persona su un centinaio appena secondo i suoi studi, a meno che non sia un problema genetico o sia subentrato dopo la nascita: quello è un problema. Non che si crucci davvero dell'altra, sia ben chiaro. Kimi viene appena etichettata come 'Caso Curioso'. <Io ti ho già vista.> Sentenzia, sicuro, forse perché il di lui cervello è riuscito finalmente a collegar qualcosa che li ha visti insieme, sicuramente non in modo intimo, altrimenti non l'avrebbe dimenticata di certo (?). <Ciò non toglie l'errore commesso.> Il medio fattogli, or pronunciato con evidente fastidio, un ringhio sommesso, per quanto la di lui voce di roco non abbia proprio un bel niente. [Chk On]

16:40 Kimi:
 Lei ha palesemente deciso di esporsi e sembra anche aver ottenuto lo scopo previsto, cos mentre il sorriso cresce sul suo volto scompare invece da quello di lui, un ghigno che va a cancellarsi mentre il suo si allarga, trattiene a stento le risate perché tutto le pare così ridicolo, offendersi per un semplice dito medio, trova divertente la situazione e trova lusinghiero come l’altro reagisce in maniera molto simile a quella prevista quando poco fa ha alzato il braccio. Torna ad abbassare lentamente l’arto mentre lui decide di avvicinarsi chiaramente infastidito. In silenzio lo fissa, lo ascolta, attende giusto un momento per parlare mentre lo sguardo non muta, distaccato e anche abbastanza disinteressato a tutto ciò, quasi a voler sottolineare quanto poco ci veda di offensivo e quanto invece la sua autostima non dipenda da un gesto simile, due caratteri decisamente differenti quelli che si trovano a confrontarsi oggi. Annuisce alla di lui constatazione, sì si sono già visti, non specifica ne quanto ne come ne dove, non è di suo interesse, solo lascia che il dubbio, se così vogliamo chiamarlo, si insinui in lui quasi a volerlo costringerlo a pensare a lei per poi limitarsi a scuotere le spalle dopo quell’ultima frase del ragazzo <hai ragione, non avrei dovuto vestirmi cos’ leggera> gioca, scherza con lui in una maniera tutta nuova, in un modo che ha riscoperto recentemente nei suoi viaggi e che è frutto dell’influenza di Itawooshi, qualcuno avrebbe forse il coraggio di non vedere la somiglianza caratteriale? Quanto il capoclan sia riuscito ad entrarle nella mente e modificarla è ancora da scoprire ma certo quell’atteggiamento la fa assomigliare fin troppo a quel piccolo Dio re di un clan di reietti [chk on]

17:18 Rasetsu:
 La ragazza par divertirsi, a discapito del Rosso. A ben vedere, è esattamente ciò verso cui lo stesso Kokketsu voleva giungere, ma dal proprio canto e non da quello altrui. Fa schioccar oltremodo la lingua sotto il palato, assottigliando le palpebre e facendo sì che quello sguardo truce resti ad ella rivolto, in modo particolare. Non che vi siano molti altri interlocutori e, fino ad adesso, è proprio ella ad aver attirato maggiormente l'attenzione. <Non intendevo quello..> Sintetizza, digrignando i denti, mettendo in mostra quei triangolini simil denti da squalo, da predatore, appuntiti come se potessero tagliar qualsiasi cosa incontrino. <..sciocca umana.> D'altronde, si crede e si professa come un Demone, superiore alla massa, elevatosi sopra chiunque, eccezion fatta per i Kokketsu stessi, laddove vigono delle regole ferree ed una gerarchia da seguire nel migliore dei modi. Ambedue gli arti superiori son distesi dabbasso, a contatto con il resto del corpo. Sfila anche la dritta dalla tasca, all'interno della quale stava precedentemente giocando con il flacone. <Dove ci siamo già visti? Un caratterino come il tuo è tipico d'una persona che non vive a lungo.> Specifica alla di lei volta, palesando oltremodo quel suo ghigno, stampandoselo nuovamente in volto, con l'angolo destro sollevato a mostrar, come sempre, i denti affilati come rasoi. D'altro canto, di per sé, è una frase che assoggetta anche il ragazzo stesso, poiché un caratterino come il proprio, come d'altronde sta facendo notare, non è esattamente tipico di chi riesce a sopravvivere per molto, molto tempo. Tutto ciò viene, però, confermato dall'essenza demoniaca che crede d'avere, per quanto sia soltanto un'innata relativa ad Arti Magiche ed Illusorie. [Chk ON]

17:29 Kimi:
 Scuote il capo in segno di diniego come replica a quello schiocco delle lingua da parte del ragazzo, attende qualche istante così da ascoltare la sua frase <eppure non ho commesso altri errori oggi> replica candidamente come se nulla fosse, ora ci manca solo che si metta un po’ troppe collane d’oro, attivi l’innata e avveleni l’altro come caritatevole gesto di una divinità e siamo a posto, la facciamo diventare bionda e la chiamiamo Itawoosha (?). Ad ogni modo eccola scuotere le spalle, come per sottolineare che non è interessata, in questo caso a spiegare quando si sono incontrate, ancora una volta va a far cenno di no con la testa <sei tu che hai dimenticato quando mi hai incontrata non il contrario> ammette semplicemente <quindi l’errore è tuo non mio> continua in quel semplice ragionamento <perché mai dovrei aiutarti Kokketsu?> si sofferma su quell’ultima parola, la pronuncia lentamente quasi a voler sottolineare che ne comprende appieno il significato <chissà se il Kage ti considera un figlio o non sei altro che un reietto, io ho visto l’errore che hai commesso> HANNO. CHE HANNO ma perché stare a sottolinearlo? Meglio dimenticare d’aver peccato in missione e concentrarsi solo sull’infastidire l’altro, comportandosi proprio come una principessa sul pisello o, per rendere la similitudine con il capoclan Doku ancora più palese, come la sacerdotessa di un ente superiore a cui lei può parlare e di cui lei sola conosce la verità[chk on]

17:53 Rasetsu:
 Vien quasi spontaneo chiedersi: chi la spunterà quest'oggi? Una Doku velenosa tanto quanto la sua Innata oppure il mefistofelico Rasetsu, con quel suo vanto d'esser Demone? A conti fatti, son due anime in pena, dannate da chi li ha circondati per molti anni. <Ne sei veramente certa?~> Cinguetta in sua direzione, ghignando, lasciando trapelar quella sottile quanto affilata risata, fastidiosa per i padiglioni auricolari, specialmente dato l'individuo che la esercita. Lancia una nuova occhiataccia alla di lei volta, palesando come, ad onor del vero, sia proprio il Rosso ad essersi dimenticato di chi ha davanti, non il contrario. Non a caso, la Doku gli si rivolge ostentando il nome del suo Clan, dello stesso Hasukage. Lo prende lievemente in contropiede, questo è vero, perché non può negar come, nell'effettivo, l'errore egli l'abbia compiuto eccome. <Dannazione!> L'illuminazione, finalmente. Sembra che la pietra focaia sia riuscita ad accender una piccola fiammella, la quale ha poi innescato tutto il pensiero che or esterna ad alta voce. <Tu era in quella missione, con quel ragazzino che afferma d'essere un Goryo.> Finalmente, appunto, pare esserci arrivato, seppur ci sia voluto ben più di qualche minuto per poter aver la tanto decantata riuscita di un tal ricordo. <Non so di quale errore tu stia parlando, ma io non ne commetto.> Non nel senso che lui intende, ovviamente. Nel caso delle regole della società che vigono a Kusagakure, si potrebbe dire che ne ha infrante più di qualcuna, a ben vedere. <Mi ha donato parte del suo stesso Potere..> Seppur avesse intenzione di ucciderlo, in primo luogo. <..quindi, non può considerarmi un reietto. Kurona-san è pur sempre mia sorella.> Rispetto quello che nutre alla volta della stessa Kokketsu, consorte e madre dei due figli dell'Hasukage. Lo dice con una certa enfasi, come se fosse per l'appunto entusiasta di aver, dalla propria, gente del loro calibro, i quali lo difenderebbero - come una Famiglia. <In che rapporti sei con l'Hasukage?> Da come ne parla, par quasi conoscerne un certo 'lato', altrimenti come potrebbe porgli tal domanda? Ma, ovviamente, è ancor tutto da vedere.. [Chk ON]

18:09 Kimi:
 Meglio tardi che mai potremmo tranquillamente dire, con i suoi tempi ma sembra finalmente esserci riuscito il ragazzo, annuisce appena quando viene in qualche modo riconosciuta, un modo che se non avesse cambiato personalità avrebbe sicuramente reputato offensivo ma soprassediamo <e pensare che mi sono presentata> sospira appena senza nascondere un sorriso divertito <aspetta un attimo> e con queste parole si limiterebbe ad andare a mordersi il pollice della mano destra, anche se il realtà toglie la solita crosticina, una ferita che non fa mai in tempo a rimarginarsi del tutto, così che scenda del sangue. Si concentra lei sul suo afflusso di chakra lasciando che vada verso le sue mani o meglio proprio verso il pollice destro mentre inizia a comporre i NECESSARI sigilli che fin troppo spesso, peccando di sicurezza, dimentica, andrebbe quindi a far prendere la forma del sigillo del cane, capra, drago e serpente alle sue dita, in quest’ordine <Umiko> un semplice nome mentre flette le ginocchia così da poggiare la mano sul terreno lasciando che ora dopo una nuvoletta id fumo appaia una ramelana jangala dal carapace blu scuro e le ali blu notte, una farfalla dai toni scuri delle dimensioni di cinque metri ad ali aperte che in questo momento è a terra con le ali richiuse verso l’alto <l’obiettivo è debole, cercalo tu poi fai ciò che vuoi ma torna ad avvisarmi> una risata di bambina conclude quella conversazione mentre l’evocazione si limiterebbe ad alzarsi dal terreno ed andarsene, ovvio ammesso che il Kokketsu non si metta in mezzo prima <dicevamo?> sembra quasi essersene dimenticata <ahn sì> replica subito dopo <è mio nonno> aggiunge pacata <per quanto ancora non abbia richiesto udienza lui ha adottato mia madre e a quanto pare era amico di mio padre ma non ne so molto> scuote appena le spalle [chk on-quelodell’evo][Umiko]

18:33 Rasetsu:
 Non ricorda se l'altra si sia presentata o meno, forse perché ad essa non ha dato particolare attenzione o, nel peggiore dei casi, non l'ha reputata abbastanza importante tale da doversene ricordare in futuro, per un motivo o per un altro. D'altronde, le motivazioni potrebbero essere molteplici e tutte, bene o male, porterebbero allo stesso risultato. <Tsk!> Fa schioccar la lingua al di sotto del palato, come se quest'oggi sapesse far soltanto questo e nient'altro di relativamente concreto. Ciò che vien, subito dopo, fatto da Kimi, lascia decisamente basito il Rosso. Non ha mai visto adottare da nessuno una tecnica simile, ossia quella del Richiamo. Egli stesso n'è privo e non sa neppur come sia possibile arrivarci. <Cos'è quella?> Una farfalla che sbuca da un sigillo, della grandezza pari a cinque metri. Insomma, è decisamente enorme ed è costretto a far un passo indietro, onde evitar di venir investito dalle ali di quest'ultima o da qualsiasi altra problematica vigente con Umiko. <Cosa le hai ordinato di fare? Qual è l'obiettivo debole del quale hai fatto menzione?> Scandisce con un tono sinceramente incuriosito, aggrottando le sottili sopracciglia cremisi, al pari dei capelli, verso il centro della fronte. Nel mettersi in volo, non ne limita alcun movimento, per quanto possa farlo e gli passi anche per l'anticamera del cervello. Ciò non toglie che non vuol oltremodo aver a che far con qualcosa che non conosce, potrebbe rivelarsi dannoso e deve dapprima scoprir qualcos'altro a tal proposito. <T-Tuo nonno?> Insomma, è decisamente un po' fuori dall'ordinario. <Posso chiederti quanti anni hanno i tuoi genitori? Yukio-san non dimostra un'età paragonabile a quella di un allegro vecchietto, per quanto per noi Kokketsu l'eternità sia un vanto e non un'eccessiva problematica, alla fine dei conti.> Si reputano esseri immortali, perché malattie comuni non possono intaccarli, non possono distruggerli e non possono ucciderli. <Se dovessi mettermi a fare due conti--> Ma si blocca, nel momento in cui la stessa Doku va spiegandogli come siano stati ''adottati''. E, tutto sommato, son troppe le persone che vengono adottate proprio dall'Arufa, per quanto non capisca il motivo di questa ingiuria, di questa salvaguardia della popolazione. Sol perché ricopre la carica di Kage? <Ohw. Ciò non comporterà..> Si ristabilisce subito. <..di certo che io ponga a te il mio rispetto.> Come minimo, vuol metterglielo in chiaro sin da subito. ''Amici'', ''Parenti alla lontana'' che siano, non è una Kokketsu comunque. [Chk On]

18:51 Kimi:
 Lo osserva scocchiare ancora una volta la lingua infastidito sul palato, trovandoci qualcosa di estremamente divertente e soprattutto motivante in quel gesto, quasi il fastidio di lui corrispondesse ad il suo proprio divertimento <non sono affari tuoi> replica poi in maniera molto semplice <non sei un cacciatore e anche se lo fossi quello è un mio obiettivo> e mentre parla si tocca la testa id lupo metallica che porta appesa al collo, senza continuare ad approfondire oltre il discorso <e quella non è altro che una mi alleata la tua ignoranza credo non necessiti di altra spiegazione> scuote il capo andando quindi a sospirare, infastidita da tutte quelle domande, sommersa quasi da un fiume di curiosità a cui non sente di dover donare risposta <non ho mai chiesto il tuo rispetto, ne tantomeno ne ho bisogno> aggiunge quindi <specie per i miei natali, che di rispettoso hanno solo la fama e il terrore che incutevano nei nemici immagino> ma sembra abbastanza disinteressata, come d'altronde si è sempre dimostrata in merito a quest’argomento, i suoi geni non sono qualcosa di così importante per lei, anzi ha imparato a tacere più che ad esibire nella sua vita, essere figlia di due membri dell’Akatsuki non è certo qualcosa da sbandierare con leggerezza ai quattro venti, specie quando già prima di nascere vieni rapita e tutto il resto delle storielle sul suo conto [chk on-quelodell’evo][Umiko]

19:14 Rasetsu:
 Quel nuovo nome che vien pronunciato dalla donna fa sì che il sopracciglio venga nuovamente issato, piegato, palesando la sua totale inadempienza nel riconoscerlo. Non ha mai sentito di nessuno che si professa cacciatore. <Cosa intendi, nello specifico, con il termine di Cacciatore?> Un normale cacciatore, solitamente, va a caccia di animali. Ciò, però, non può certo dirsi dal modo di fare del Rosso: potrebbe benissimo esserlo, ma non darlo a vedere. Oppure potrebbe trattarsi di qualcos'altro che, a primo acchito, egli non conosce. <La mia non è ignoranza. E' sete di conoscenza.> Ciò vuol dire, però, che prima d'esser tale sarebbe comunque una ignoranza poiché egli non ha riconosciuto una tecnica la quale viene spiegata durante la prima lezione in Accademia. Certo, son passati molti anni da quando ha terminato la suddetta, ma ciò non toglie che la Tecnica del Richiamo non vien spiegata nei minimi particolari. Per quanto gli riguarda, senza approfondire in modo adeguato, non può aver certezza che di essa si tratti. <Si tratta soltanto di farti capire che, nonostante tu abbia avuto l'aiuto da Yukio-san, non vuol dire che, essendo io un Kokketsu della sua stessa Famiglia, te ne darò altrettanto. Non sono come lui, ma ahimè devo rispettare le sue scelte, per quanto non le comprenda appieno.> Spiega circa le proprie considerazioni, alla volta della giovane Doku che ha di fronte. <I tuoi natali? Ossia?> Sicuramente, non n'è a conoscenza, come spesso accade, quando incontra qualcuno che a malapena riesce a ricordare. E questo, ovviamente, n'è un esempio lampante. [Chk On]

19:23 Kimi:
 Umiko è andata per la sua strada, alla ricerca dell’obiettivo di quella visita al tanzaku gai, un luogo altrimenti libero da qualsivoglia interesse per lei. Ancora una volta viene sommersa dalle domande, dalle parole, senza un attimo di tregua tanto da farle pentire di non essersi limitata ad abbassare lo sguardo ma averlo sfidato con quel dito medio <cacciatori di taglie> ammette lei <dove hai vissuto fin ora? In una campana di vetro? Non conosci cosa siano le evocazioni, non conosci i cacciatori di taglie. La tua inclinazione a dimenticare i compagni di team si estende a dimenticare tipo tutto?> inclina appena il capo verso destra mentre parla come per sottolineare quanto quelle informazioni per lei invece siano ovvie <e vorrei sottolineare che Yukio non mi ha mai aiutato, non mi sono mai rivolta a lui e non ne ho bisogno, sono perfettamente in grado di cavarmela senza rivolgermi al nome dei miei, che per inciso> si prende una piccola pausa in quella che ora sembra una ramanzina, quel insinuazione pare averla turbata più di quanto vorrebbe mostrare <se avessi voluto divulgare avrei già fatto e che probabilmente mi sarebbe costata la vita da tempo> lo osserva con gli occhi di due colori differenti, li riduce a due fessure <e lascia che ti dia un consiglio signorino> sì sembra decisamente irritata <non comprendere non ti da il permesso di giudicare o ritenere errato, impara e poi critica> stizzita si lascia sfuggire una specie di sbuffo, ha probabilmente travisato l’intero significato delle sue parole ma da quando ha insinuato che ha chiesto aiuto, nulla a quanto pare anche lei sotto sotto è orgogliosa [chk on-quelodell’evo][Umiko]

15:26 Rasetsu:
 Quell'Evocazione è interessante. Che possa riuscire lui stesso a possederne una, un giorno? Sarebbe adeguato, d'altronde un Demone Superiore necessita del proprio seguito, dei propri sudditi e servi. Scontroso, tuttavia, si rivolge verso la Doku. <Con chi cazzo pensi d'avere a che fare?> Sbuffa sonoramente dalle labbra sottili, pallide come il resto del corpo, poiché la presunzione di lei inizia a dargli particolarmente fastidio. La tollera poco, si sta trattenendo dal non risponderle peggio di quanto già non stia facendo. <Me ne sono fottuto altamente di ciò che non riguarda direttamente me ed i miei affari..> In senso generico, ovviamente. <..quindi, non so cosa sia un Cacciatore, a meno che voi non andiate a caccia di animali.> Spiega, stringendosi nelle spalle, come se la cosa gli scivolasse via, lungo la schiena e sparisse, senza lasciar minima traccia di quel labile passaggio. <Tu non lo hai fatto..> Chiedere aiuto a Yukio in persona. <..ma lo hanno fatto i tuoi e tu, d'altro canto, non sei forse legata a questi ultimi, finché son in vita?> Solleva ambedue le sopracciglia, distendendo altresì gli angoli delle labbra per palesar un ghigno, uno dei suoi soliti. <NYAHAHAHAH!> E ride, poiché egli stesso, per liberarsi dal legame coi suoi genitori, ha fatto in modo che questi ultimi morissero sotto atroci sofferenze. <Oh, sai solo minacciare, vedo.> Sghignazza, alzando il mento verso l'alto con un gesto di superiorità nei di lei confronti, spronandola a far di peggio. [Chk ON]

15:40 Kimi:
 Si distrae appena durante le sue parole, dopo quella che suona tanto come una ramanzina la sua mente vola altrove, disinteressata o più semplicemente catturata con maggior forza da differenti eventi. Nonostante questo dettaglio che la porta a spostare lo sguardo verso il cielo e ad allontanarsi dal luogo le sue orecchie sono sempre lì così come la sua capacità di percepire e comprendere le parole. Sorride alle sue risposte, divertita ancora una volta senza tuttavia guardarlo per ora <minacciare?> domanda appena senza cancellare il ghigno non tanto di pura superiorità ma di chi semplicemente non crede proprio di essere in competizione <non ho minacciato, ho solo esposto realtà oggettive ed evidenti che tu non sei in grado di comprendere nel vano tentativo di aprirti gli occhi evidentemente> aggiunte con una scrollata di spalle prima di abbassare lo sguardo nuovamente in sua direzione, per fissarlo nuovamente <ma d’altronde qualcuno che si vanta della sua ignoranza non credo potrà mai capire le mie motivazioni> sospira appena fissandolo <ed infine chi ti dice che i miei genitori siano vivi?> domanda ancora una volta, quasi spazientita questa volta, non è che si senta legata a loro o che senta il bisogno di distaccarsene solo si è stufata di continuare a ripetere sempre le stesse cose. Non muove altri muscoli lei, mostrando la differente colorazione dei suoi occhi con tutta la sua solita freddezza, il distacco di un assassino, di un mercenario, qualcuno ormai avvezzo ad uccidere solo per un compenso, qualcuno che non aspira a nulla di differente nella propria vita se non vivere nell’ombra, sopravvivere, obbedire persino agli ordini di un particolare e dispotico capo di cui pian piano sta solo prendono le sembianze, imitandone il carattere, qualcuno che senza nemmeno saperlo conosce il suo passato, lei che non è altro che la creazione di una mente malata e sofferente, lei il cui nome reale dovrebbe ancora echeggiare per Kusa e chissà magari spaventare i meno coraggiosi [chakra: come prima][umiko]

15:56 Rasetsu:
 Son due anime che non possono andar d'accordo. Son l'uno in contrapposizione dell'altra, fastidiosi per natura, degni di odiarsi vicendevolmente. Non stan facendo altro che darsi addosso, senza raggiungere un preciso capo. <Non ho interesse nel comprendere parti di te che non riguardano direttamente me, i miei affari o qualsiasi cosa possa, in qualche modo, attrarmi. Saresti stata anche una bella ragazza, tutto sommato..> La squadra dalla testa ai piedi, giusto per farle meglio comprender a cosa egli vada riferendosi con le suddette parole. <..ma quella lingua-> Blocca il proprio dire, mordendosi l'interno della guancia destra. <Te la staccherei, purché tu stia zitta per almeno due minuti.> Sentenzia, assottigliando le palpebre, facendo palesar quel proprio fastidio, assieme alla sadica parte di cui è composto. La mandritta vien stretta, le dita si serrano, mostrando maggiormente le nocche verso l'esterno. <Non potrò mai capire le tue motivazioni perché mi stai stancando. Sei soltanto fastidiosa, brava a ripetere le stesse parole, ma niente di più. Non c'è niente di concreto.> Fa schioccare la lingua contro il palato, mantenendo quel mento ben sollevato, allo stesso modo con cui lo ha fatto in precedenza. <Se non sono vivi, sarebbe un buon affare per te. Non avresti più nessun legame con nessuno, neanche con Yukio-sama.> Sentenzia, poiché l'accordo, come da ella specificato, non avrebbe più nessun senso, no? E il Rosso vuol accertarsi almeno di questo. Non è un'idea malvagia, dal canto proprio: le informazioni, delle volte, possono esser utili a molti fini. <Ora, posso andarmene o devi continuare con la tua fastidiosa nenia?> Sghignazza, perché crede d'aver trovato il giusto punto d'appoggio ed aver vinto la partita. [Chk ON]

16:04 Kimi:
 Lo ascolta senza mai scomporsi, solo il sorriso divertito svanisce per lasciare il posto ad una maschera priva di alcun sentimento <straparli> replica semplicemente sospirando <ma credo che così tu possa sopravvivere> scuote le spalle <se solo il tuo ego ti permettesse di accettare un dito medio non ti saresti nemmeno fermato> replica quindi a quell’ultima richiesta, a quella specie di permesso finto che però alle sue orecchie suona realmente come una richiesta, quasi si trattasse dell’allievo che durante la lezione sente il bisogno di recarsi in bagno <vai pure> aggiunge quindi seriamente lei, incapace ancora di leggere alcune sfumature umane, de carattere e del modo di fare, ambivalente in questa parte del carattere così distaccata e lontano dalle basilari capacità sociali e al contempo capace di una dettagliata analisi nonché di prendersi gioco del prossimo, insomma stare accanto ad Itawooshi non la sta affatto aiutandola, anzi la sta trasformando in un essere mitologico composto da incapacità e inadeguatezza sociale, come infondo infondo è giusto che sia per un Doku. Ecco quindi che atenderebbe di vederlo levarsi di torno prima eventualmente di andare alla ricerca della farfalla perduta, della non troppo docle Umiko dalla vocina angelica e le capacità demoniache[chakra: come prima][umiko]

16:42 Rasetsu:
 Egli è ostinato e fastidioso tanto quanto la ragazza che ha di fronte, con la quale ha deciso di mettersi a confronto. Un confronto che, paradossalmente, non ha trovato niente su cui prevalere. Ambedue posseggono un discreto orgoglio, abbastanza da far sì che possano ammazzarsi vicendevolmente e divertirsi nel farlo. Chissà, un giorno, tutto ciò potrebbe persino accadere. <Spero ti si stacchi la lingua e che tu possa ingoiarla.> Sbraita, mentre inizia ad incamminarsi verso tutt'altra direzione. Date le dinamiche, non volendo oltremodo vederla in volto, poiché ha discretamente altro da fare e tentar d'uccidere qualcuno nei bassifondi del Tanzaku non gioverebbe ai propri affari, sceglie una strada che lo conduca altrove, dando però le spalle alla giovane. Non gli interessa in nessun modo il di lei nome. Non è qualcuno che vuole reincontrare nei giorni a venire o che può dargli qualcosa di utile, divertente. Ahi, quanto si sbaglia! Non sa che, di fronte, ha avuto per tutto il tempo una delle migliori Doku in circolazione. Infine, quindi, si dileguerà semplicemente dalla zona, prendendo vie traverse, vicoli vari, atti più che altro a sparire dalla zona lungo la quale, finora, ha alternato i propri passi. [END]

I due PG più fastidiosi di Kusa s'incontrano al Tanzaku Gai: non mancano insulti, ignoranze varie, fastidi generali ed un quasi omicidio-suicidio (?).