Follow me.. in the Darkness!
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Giocata del 16/05/2018 dalle 00:35 alle 02:36 nella chat "Ponte Tenchi"
Spesso e volentieri, esce fuori dalle mura del Villaggio, pur di non respirare la stessa aria degli altri cittadini, comune plebaglia nei confronti della stirpe demoniaca dei Kokketsu. Passa la stragrande maggioranza del suo tempo tra il Locale Kukoku, di proprietà di Zashiki, laddove detiene la proprietà di un magazzino dove lavora alla propria Sbrilluccica; ulteriore tempo, viene speso al Tempio dei Kokketsu per ovvie ragioni. Ben più spesso, più per dovere che per altro, bazzica lungo il Tanzaku, poiché Jinto gli ha espressamente ordinato di non oltrepassare quella linea per quanto riguarda lo spaccio della Sbrilluccica e della 2.0. Stranamente, si trova lungo il Ponte Tenchi, al Confine tra Kusagakure e Iwagakure, privo assolutamente di qualsivoglia motivazione. Sventola, dietro la propria schiena, ondeggiando tra le di lui gambe man mano che avanza, il proprio spolverino bordeaux, più scuro dei capelli ch'egli porta, lunghi sino al fondo schiena, i quali gli son valse, più di una volta, insulti a suo carico per il di lui apparire poco uomo, ma molto donna. E' lasciato aperto sul davanti, pur la temperatura esterna sia non esattamente idonea a portarlo in quella maniera. Al di sotto, compare una camicia bianca, ben abbottonata, eccezion fatta per i primi due bottoni. Il bavero del giaccone è, ovviamente sollevato, sfiorandogli le guance e tenendole, al contempo, al caldo. Le lunghe e sottili gambe son coperte da un paio di pantalone, anch'esso nero come la pace, con due tasche laterali, esattamente come il giaccone. Nel primo, infatti, specificamente nella tasca destra, vi ha un paio di bustine, contenenti delle pillole con una S stampata al di sopra. Altre, invece, son prive della stessa lettera, ma comunque dalla identica forma e colore. Nelle tasche dello spolverino, ben più ampie, ha qualche tonico di recupero del chakra e coagulante, assieme ad un paio di shuriken che, spesso e volentieri, non utilizza affatto, affidandosi alle arti magiche. Sul naso, sbucano un paio di occhiali dalla montatura rossa, e specialmente quel sorriso da squalo che mai si toglie. Si guarda nei dintorni: uscito dalle tenebre, s'inoltre nuovamente in esse. [Chk ON] [Ponte] Serata piuttosto tranquilla che lascia spazio a molti pensieri che ormai da tempo aleggiano nella mente della giovane Yakushi. Le ultime vicende l'hanno cambiata, e molto anche, lasciando in lei qualcosa di diverso, mutandone il pensiero e il modo di osservare il mondo intorno a sè. Le persone stesse le appaiono diverse, Fumiko, Kaori, il neo conosciuto Az. La sua famiglia, quella che ha scelto ed ha imparato ad amare, e dalla quale ha tratto numerosi insegnamenti. Ma ora... ora le cose sono diverse da un po' di tempo. Il silenzio nella sua testa diviene a tratti normale e a tratti soffocante, troppo rumoroso. A volte si sveglia al mattino desiderando che Mirako sia ancora lì con lei, ambendo a sentire nuovamente la sua Voce. Ma nulla, il silenzio regna sovrano, come normale dovrebbe essere, ma non per lei, per lei è questo l'anormalità. Az la comprende bene, ma ancora non ha avuto modo di parlare come si deve con sua madre Kaori. Questa sera si è trattenuta più del dovuto a Kusa, dato che fa da spola tra questo e Konoha, vivendo tra le mura della casa di sua madre, al villaggio della Foglia, e viaggiano ogni giorni a Kusa per adempire ai suoi doveri da ninja. E' stancante, ma è quello che al momento ha scelto per se stessa... ma per quanto durerà? Otsuki è ancora in giro, e i nuovi ricordi di ciò che le ha fatto, marchiando ed abusando del suo corpo, sono ancora roventi nelle sue memorie. Non può ancora andare ad Oto a prenderlo, ma desidera farlo al più presto. Sospira rimanendo appoggiata al bordo della balaustra rossa del ponte Tenchi, con i dorati occhi puntati sul fiume che passa al di sotto. I lunghi capelli neri, lisci come seta, sono tenuti sciolti ad avvolgere la propria schiena, mentre alcune ciocche le ricadono in avanti sulle spalle. Una cornice corvina in contrasto con la pelle pallida. Piccola, minuta, secca, la bambina rimane immobile in quel suo kimono rosso come il sangue, ornato con dei disegni floreali dorati. Stesso colore della fascia che le chiude il kimono in vita, stringendo, e sulla quale vi è la placca in metallo del coprifronte di Kusa. Il porta oggetti è in vita e il porta kunai e shuriken è allacciato alla coscia destra. Sulla schiena e all'altezza del cuore vi è il simbolo del suo clan Yakushi che sfoggia ogni giorno con più orgoglio. Concentrata e seria nell'osservare il fiume, lascia che i pensieri fluiscano. [Chakra On] Se Kouki è infestata da molteplici pensieri, Rasetsu non è da meno. In primis, v'è Eiko. Va protetta, va difesa come solo i Demoni, i Mostri sanno fare. Lo sa lei e lo sa lui, per forza. Eppure, è stata rapita e gliel'ha riferito lei stessa una volta ''tornata''. Non le aveva promesso di salvarla? Proteggerla? Non riesce a far neanche questo. Il problema si rivela per quello ch'è: scarsa potenza. Non può essere ovunque, non può sapere dov'ella sia ogni volta. In parole povere, non può proteggerla come vuol davvero, soprattutto se la famiglia di lei è totalmente opposta rispetto ai Kokketsu. Distoglie i pensieri da questa stessa traiettoria, perché, non molto distante, s'affaccia una piccola ombra tra le tenebre. Assottiglia le palpebre, cercando d'osservar nell'oscurità stessa e capir chi o cosa vi sia. Nel continuar ad avanzar, seppur ella si trovi alla volta della balaustra, non sarà difficile notarla. La larghezza del Ponte è di meri quattro metri e, visto l'orario tardivo, le persone presenti son poche: al massimo, proprio loro due. <Ehi.> Bercia, di punto in bianco, volendo far sì che quella figura si giri in sua direzione. Non s'avvicina né indietreggia, resta invece a circa un paio di metri di distanza dalla Yakushi. Non l'ha riconosciuta sol perché è di profilo ed il volto è parzialmente nascosto da qualche ciocca scura di capelli. <E' buio per una bambina.> L'altezza e la fisionomia del corpo, a ben vedere, sembrano proprio queste ultime. Potrebbe anche sbagliare - e lo sta facendo di sicuro - avendo di fronte una dei pochi membri della Yakuza ancora all'attivo. [Chk ON] [Ponte] Se non fosse notte potrebbe osservare il proprio riflesso che si affaccia sul fiume sottostante, ma non ci sono molte fonti di luce, se non la luna stessa, quindi l'immagine di se stessa le appare distorta, eppure si riconosce. Non teme più gli specchi per la paura irrazionale di vedere al suo interno Mirako, eppure ora sembra quasi ricercarla. Nel suo sguardo, nella sua mente, nelle sue parole e nei suoi pensieri. E' tornata ad essere una parte di sè, a volte potrebbe persino giurare di riuscire ad avvertirne la presenza, ma non ne è mai sicura al cento per cento. Le labbra rimangono serrate, unite, non intenzionata a parlare, anche perchè non ha nessuno con cui confrontarsi al momento. Non che avrebbe molto da dire in realtà, ma continua in quella sua azione, ovvero rimanere appoggiata alla balaustra in quel suo ricercare tra le increspature del fiume. Una voce però attira la sua attenzione, e non è una voce mentale, immaginaria, ma una reale. La sua mente la riconosce, eppure non è totalmente sicura di sapere di chi si tratti. Il viso pallido si volta nella direzione di Ryuuma, gli occhi occhi gialli si puntano sulla sua figura. Lo riconosce, ma riconosce anche che è Mirako quella che si è relazionata con quell'uomo e non lei. Ora che tutti i ricordi sono tornati sotto il suo controllo, la ragazzina ha modo di comprendere quello che Mirako aveva intenzione di fare. La Yakuza, il patto con quello stesso uomo dai capelli rossi... qualcosa che non ha deciso lei, ma l'Altra. Azioni che le erano state tenute nascoste, ma che ora conosce. <Salve.> pronuncia tranquilla e pacata verso di lui, distaccandosi dalle assi per portarsi con l'intero corpicino verso di lui. Non porta bende, non più, le cicatrici e le bruciature che segnano ogni centimetro della sua pelle, ad eccezione del viso, sono quindi visibili laddove gli indumenti permettono di vedere. <Io e te ci incontriamo sempre in questi momenti della notte a quanto pare.> due creature notturne che forse non sanno come passare il tempo. Il viso rilassato lascia che venga segnato da un tenue sorriso, pare cortese, educata. Kouki Oboro del Clan Yakushi o Mirako? Chi ha di fronte, in questo momento, il Folle Demone dei Kokketsu? La bambina innocente con una Doppia Personalità oppure la cattiva, folle tanto quanto lui, Mirako? Quest'ultima gli disse che si sarebbe reso conto con chi stesse parlando, soprattutto perché Kouki non si sarebbe ricordata di lui: ma è veramente così? Nell'osservarla, or che va girandosi, è palese che l'aspetto sia quello di Kouki (o di Mirako) e, avendola vista già abbastanza volte, nonché avendo stipolato con una delle due un accordo, deve soltanto capire chi ha di fronte. <Io e te..> Ripete, flemmatico. Sposta il peso corporeo dal pié manco allo speculare, senza spostarsi dalla posizione precedentemente occupata. <..già.> Che stia pensando a qualcosa di particolare da dire nei confronti della Yakushi? Chi lo sa. Tocca attendere che, finalmente, sciolga la propria lingua e lo dica. <E' una frase ridondante. Lo diciamo ogni volta che ci vediamo.> S'affianca alla balaustra, poggiando a sua volta il palmo della mano sul legname di cui è composto. Scarica in tal direzione, ordunque, il peso del proprio corpo. La scruta dalla testa ai piedi, nonostante il di lui modo di fare sia quasi viscido e lascivo al tempo stesso. Ha ben specificato, l'ultima volta, che non osa far del male o testar in altri modi la resistenza fisica delle adolescenti o delle bambine(?). E' come se un maniaco osasse far qualcosa di simile ad Eiko, a Bahaa quando ancor poteva vederla. <Tornando a prima..> Solleva ed abbassa le spalle coperte dal lungo giaccone bordeaux. Il vento è lieve, ma spira lungo quell'intero Ponte, per tutti i suoi venti metri di lunghezza. <..con chi ho il piacere di parlare, questa sera?> Non è una domanda stupida o fine a se stessa. Vuol davvero sapere CHI ha di fronte: Kouki che, alla fin dei conti, non risveglia in lui nessun interesse, o Mirako che, contrariamente, ha qualcosa della quale potrebbe necessitare? [Chakra ON] [Ponte] Non ricorda il suo nome, quella è una parte che risiede ancora nella sua memoria, ma è conscia che sia lì, da qualche parte. Lei non è nessuna delle due al momento, non è più nè Kouki, nè Mirako, ma qualcosa di nuovo che lei stessa sta scoprendo nuovamente. Sente le emozioni, i pensieri e i sentimenti di Kouki, quelli che ha sempre ritenuto suoi... ma sente anche la parte di Mirako dentro di sè, una parte più profonda ed oscura di cui oggi ha solo preso consapevolezza, forse essendo in grado di gestirla, finalmente. Un equilibrio a lungo ricercato che la rende nuova, in grado di tendere sia da una parte della bilancia, che dall'altra. Soprattutto ultimamente, che si sente sempre più strana, sempre più distaccata da quello che conosceva. <Davvero? Non me n'ero accorta.> afferma in maniera molto semplice come se volesse mettere da parte quell'argomento il prima possibile, non sentendosene interessata. Quello che si dicono potrebbe sembrare un mantra tra loro, ma anche qualcosa senza significato alcuno. Ricorda quasi tutto, la maggior parte delle cose accadute con questo individuo strano e particolare. Qualche dettaglio le manca, ma è più che sicura che non tarderanno a mostrarsi alla propria mente. <Questa sera non stai parlando con nessuna delle due.> detto così sembra che ci sia una terza e nuova personalità, ma per carità meglio di no, quella piccola testolina è già stata segnata fin troppo. <Sono Kouki e sono anche Mirako. Le due parti si sono unite creando qualcosa di nuovo, qualcosa che sono sempre stata. E qualcosa che sto imparando a conoscere.> il tono di voce è basso, ma udibile, ricorda il sibilo del vento o quello di una serpe velenosa... così come lo sguardo, tranquillo e cortese, eppure nasconde sotto di sè del veleno. Basterebbe solo scavare un po' più a fondo. <Non ho perso niente, mi sono solo arricchita.> questo è vero, dopo tutto sono due parti che si sono nuovamente incontrate, nulla da perdere ma solo da guadagnare... sia in bene, ma soprattutto, forse, in male. Volge lo sguardo ancora verso il fiume, distaccandosi per qualche secondo dal presente, ed accentuando quel piccolo sorriso in maniera sottile e quasi divertita. [Chakra On] Non è l'unica ad essersi arricchita. Rasetsu stesso, in quei rari casi in cui la incontra, scopre sempre qualcosa di nuovo su di lei. Non è come le comuni persone: ciò che scopre e che le appartiene è strano, divertente e scava nei meandri della di lei mente. Questo vuol dire che è paragonabile ad una delle sue cavie da laboratorio, desideroso d'analizzar ogni singolo punto e pensiero. Della Doppia Personalità ha letto sui libri, sui tomi, sugli innumerevoli volumi. Non ha mai avuto un contatto diretto con un paziente che n'è affetto. Questo, da un certo punto di vista (decisamente molto malato), potrebbe essere un modo facile per raggiungere un nuovo stadio dei suoi studi o, nel peggiore dei casi, un gran bel brutto lavoro per chi dovrà sopportare le sevizie, che lui è desideroso di chiamare esperimenti: perché scienziato. Glissa rapido sulla prima frase, dal momento che è maggiormente incuriosito da quelle che ne susseguono. <Quindi..> Se ne uscirà con qualcosa di sensato? <..ora devo chiamarti Kouki..> Beh, principalmente sarebbe quello il nome. <..Mirako..> Ma la ragazza ha altresì specificato che, attualmente, non è nessuna delle due. <..oppure Mirouki?> L'unione tra Mirako e Kouki: che genio, eh? Poi gli dicono che è soltanto un pazzo psicopatico e tossicodipendente! Certa gente non riconosce mai il genio quando lo vede. <Ah no, Kourako! Mhn, no. Sembra troppo a Kurako e quello lì è morto da una vita!> Rivisitazione di morti a parte, la sua non sarebbe neanche un'idea del tutto malvagia: quella del nome, almeno; s'è capito che l'altra, per quanto gli brillino gli occhi dall'emozione, sia ancora poco attuabile. Deve fare in modo che si fidi di lui. <Prima che vi uniste..> Cerca di stare al suo passo, al suo gioco in un certo senso. <..Mirako è riuscita ad ottenere quello che le avevo chiesto?> Qualcosa da cui studiare, proveniente dall'Ospedale: cavie, libri, tomi, cartelle, qualsiasi cosa, purché potesse riprendere gli studi che aveva interrotto. <Ed è ancora desiderosa di studiare la Genetica col sottoscritto?> Domande lecite le proprie, specialmente quella che ne conviene subito dopo. <E per quanto riguarda l'organizzazione? Due dei miei più fedeli compagni non si vedono da un po'! E conosco soltanto te, oltre a poche e sporadiche persone che, sì e no, avrò incrociato mezza volta. Potremmo servirci l'un l'altra.> Già detto che cerca di starle al gioco? Lui, d'altro canto, quando mai si farebbe usare come una pedina quando si professa Re? [Chakra ON] [Ponte] Non pone un dilemma da poco in effetti. Ora che è un'altra persona forse dovrebbe davvero cambiare nome, dopotutto non le appartiene nemmeno, non l'ha scelto lei, ma dei mercanti. Kouki non è a tutti gli effetti il suo vero nome, lo sarebbe più E-001, ma quel numero di serie da esperimento ha deciso di abbandonarlo. Mirako si era scelta il nome, e forse è il caso che se lo scelga anche lei, dato che è una ragazzina nuova. Prende sul serio quelle parole e ci riflette anche con attenzione... peccato che i tentativi del rosso facciano perdere ogni tratto serio alla questione, rischiando anche di farle sfuggire una piccola risata divertita. <Mirouki non sarebbe male.> ci scherza su, dando corda al pazzo, che per lei non è tanto pazzo, almeno per ora. Infine comunque scuote la testa facendo oscillare i lunghi capelli, lentamente. <No, servirebbe un nome totalmente nuovo. Kouki non sarebbe nemmeno il mio nome.> sembra attaccarsi a quell'argomento più di quanto dovrebbe, dato che forse quella del rosso voleva solo essere una battuta, che però ha preso importanza nella mente della piccola. Tuttavia il momento serietà torna con le più che lecite domande dell'uomo. Il libro, il patto, la Yakuza. Ora che sa di farne parte, come vorrà agire? Per quanto lei si sia man mano sempre più sentita di indole buona, ora non può nascondere quella parte di sè che è andata ad oscurarsi con l'unione di Mirako. In silenzio ci riflette, pondera, ma inizia a scuotere ancora la testa alla sua prima domanda. <Non era riuscita a prendere nulla dall'ospedale.> ammette sincera, ma non fa capire se sia ancora disposta o meno a mantenere fede a quella promessa. Ma... <Tuttavia voglio ancora collaborare con te per quanto riguarda la Genetica, perchè quella può sempre essermi utile.> torna a pensare proiettandosi verso il futuro, in funzione di quello che può servirle o meno. In maniera fredda e calcolata, pur mostrando un'espressione pacata e per niente fredda. <Per la Yakuza...> lascia un attimo in attesa il discorso, deve ancora pensarci un attimo. Le conviene o non le conviene? Dato quello che vuole ottenere, forse si, è il caso che lei mantenga dei legami con la parte più nascosta della società che può arrivare ovunque. Le fa strano... una volta avrebbe rifiutato senza indugi. <Ne faccio ancora parte, quindi calcolami come parte di essa. Serviamoci pure a vicenda, se serve.> nemmeno lei è una disposta a fare la parte della pedina del resto, ma difficile dire chi abbia davvero in mano la situazione. [Chakra On] Il dilemma da lui posto, invero, altro non era che una.. battuta. O, quantomeno, era ciò a cui mirava che fosse. <Lo stai prendendo davvero in considerazione?> Dubbioso, perlopiù sorpreso dall'innocenza e spirito di divertimento che, molto probabilmente, è una delle caratteristiche di Mirako(?). <Fa come ho fatto io, no?> Sbotta, quasi come se quel che sta per dire fosse talmente ovvio e stupido, al contempo, da non dover neppure venir pronunciato. <Il mio nome l'ho scelto da solo..> Rasetsu, aka Demone Mangia Uomini. Ryuuma aveva ucciso i suoi genitori, odiava la famiglia in cui era nato e cresciuto: per qual motivo avrebbe dovuto continuare ad adottare un nome ed un cognome che disdegnava ormai da tanto tempo? <..dovresti sceglierlo anche tu. Perché non lo fai.. adesso? Trova un nome che ti piace ed usalo per te stessa! Ognuno ne ha diritto.> Una mano è poggiata sulla balaustra, come detto poc'anzi, mentre la gemella va or flettendosi e posizionandosi all'altezza del fianco corrispondente. Vi gesticola prima, giusto per far capir meglio la veridicità e la propria fiducia nelle parole che sciorina, per quanto il tono sia baritonale - nonostante sia privo di voce rauca od eccessivamente maschile, raschiante - neutrale, cosparso sol di qualche punta di tedio. <In quanto membro della Yakuza..> Si rivolge ancor ad ella, ovviamente. <..posso informarti a proposito dei miei traffici e degli ordini di Jinto. La mia droga..> Il tono è volutamente basso ma mellifluo, poiché è quasi certo che, nei dintorni, non possa esservi nessuno data l'ora così tardiva. <..deve esser il pezzo più forte sul Mercato al Tanzaku. Per farlo, necessito di abilità particolari per renderla quella ch'è! Posso conoscere, nello specifico, le tue? Sei capace di secernere sostanze particolari come i Doku?> Ammesso che, ovviamente, la Yakushi sia a conoscenza di cosa facciano e come funzionino - neppur fossero oggetti spara veleno - i Doku stessi. <Se vuoi collaborare con me a proposito della Genetica e della Yakuza, voglio sapere di cos'altro sei capace. E necessito di quell'aiuto dall'Ospedale. Potresti farmi riammettere come Medico se ci metti una buona parola, no?> Sta DAVVERO ponderando di tornar tra le fila ospedaliere sol per aver maggior controllo sui traffici, studi intensi e cavie adeguate? Potrebbe esser un'idea, ma la raccomandazione non è detto che sia giusta, corretta e che funzioni, ovviamente. Tuttavia, come poc'anzi specificato, un patto è un patto: un favore per un altro. [Chakra ON] [Ponte] Si, lo sta davvero prendendo in considerazione e nemmeno si rende conto di quanto potrebbe risultare sciocco o inutile pensarci. Lo osserva dritto negli occhi con una spensieratezza, o ingenuità, che non le appartiene. Almeno non con chi non ha la dovuta intimità come potrebbe essere la sua famiglia, tuttavia è così che si mostra nel sentire le sue parole. Ma perchè no? Perchè non scegliere un nome che la rappresenti come essere nuovo, rinato. <Non posso sceglierlo ora, dovrà essere qualcosa di importante e significativo.> forse prende tutto troppo sul serio, ma è palese quanto ci tenga. <Ma la prossima volta che ci incontreremo avrò un nuovo e definitivo nome con il quale presentarmi a te.> ne è sicura e si sente decisamente soddisfatta nel pronunciare quelle parole. Sposta il peso sulla gamba destra, per comodità, andando quindi ad assumere una posa come da aspettativa per quello che dovrà ascoltare dalle labbra dell'uomo. Il suo tono di voce non si potrebbe definire propriamente maschile, un ibrido, neutrale. Si passa subito alle cose belle della Yakuza, ovvero la droga. Ascolta con attenzione, annuisce, comprende, quindi dopo averci pensato giusto un attimo, ecco che va a rispondergli senza alcun problema. <Posso creare dei serpenti che possono contenere diversi tipi di veleno nei loro denti. Quindi non solo un tipo.> in questo dovrebbe essere anche migliore di un Doku e di certo se ne vanta, assumendo un piccolo sorriso lievemente arrogante. Oh, come si fa sentire l'essenza di Mirako. Così lieve, sottile. <Per quanto riguarda le mie abilità in campo genetico, sono ancora una novellina, ma in campo medico sono una Praticamente dell'ospedale, quindi posso usufruire delle abilità che competono al mio ruolo.> si ferma per un istante pensando ad Otsuki, pensando a quanto questo forse potrebbe essere utile. <Ho...> inizia, si ferma e tentenna, ma poi riprende una volta trovate le parole. <Ho dei precedenti in campo di esperimenti e cavie, quindi non sono totalmente estranea alla genetica ed affini.> che poi lei sia stata sia cavia che aiutante di Otsuki, non è il caso di definirlo ora. Corruga la fronte, si sente decisamente strada, come se la parte più buone si stia in un certo senso ribellando. <Per l'ospedale, vedo se riesco a trovare qualche tomo, e poi vedremo se riesco a battere la strada per un tuo probabile ritorno. Ma se sei stato radiato, la vedo molto difficile.> conclude così, zittendosi e fissandolo con non poca intensità. [Chakra On]
Giocata del 23/05/2018 dalle 00:18 alle 01:39 nella chat "Ponte Tenchi"
Scrolla le spalle innanzi alle affermazioni della ragazzina, chiunque ella sia in questo momento. Non si cruccia per il rifiuto nei riguardi dei soprannomi proposti, bensì si preoccupa perlopiù degli argomenti successivi. <Oh, non vedo proprio l'ora~> Sarcastico, invero, ma ciò non toglie la veridicità dei fatti. E' incuriosito da Kouki, maggiormente da quel lato cattivo che vuol cercar di far emergere. E' divertito, più che curioso. Vuol scoprir sin a che punto può sfruttare la ragazza, sin dove possano giungere per aver qualcosa di soddisfacente. Ghigna, perennemente, distendendo l'angolo destro delle labbra verso l'alto, senza mai distoglier lo sguardo dall'altrui figura. Gli occhi gli si illuminano un istante dopo, sgranando le palpebre nel sentir quel suo particolare potere, il quale fa sì che la Sbrilluccica possa subire ancora maggiori variabili. <I-Il veleno..> Eccitato, balbetta, stringendo saldamente la dritta in un pugno di pura enfasi, non di cattiveria. Vuol sapere tutto e subito. <..che i tuoi serpenti secernano una volta creati..> La domanda è cruciale. Ad esempio, quello dei Doku ha effetti diversi da ogni singolo componente del Clan. Sarà la stessa cosa per gli Yakushi? D'altronde, non li ha mai studiati a fondo e non gli è mai capitato un Ninja conclannato. <..è letale? O può esser usato per gli usi più disparati?> La sentite quella genialità macabra, dettata dal mero vantaggio monetario che potrebbe avere dalla Sbrilluccica? La scalata verso l'apice della Yakuza, raggiungere la vetta più alta della stessa organizzazione e superare Jinto, nonostante ai di lui occhi appaia come uno scienziato pazzo e nulla più. <Anche tu, eh? A quanto pare..> Per quanto riguarda la genetica e le cavie. <..abbiamo molte cose in comune, più di quanto tu possa credere!> Sghignazza, com'è solito fare. <NYAHAHAH!> Stuzzicato e divertito dal poter aver una compagna simile al suo fianco, sfruttarla per i suoi loschi scopi e, al tempo stesso, cerca d'avvilupparla con il suo velo di malvagità e tirarla verso il basso, verso un baratro ben più profondo. <Per il momento, quel che riesci a fare sarebbe adeguato..> Ossia garantirgli qualche tomo o, ancor meglio, rientrar nell'ospedale come sarebbe ben più congeniale. <..ma il farmi scoprire questi tuoi serpenti, potrebbe interessarmi maggiormente~> Lascivo nel tono: è riuscito a scoprire qualcosa di vantaggioso. Con la scomparsa e l'allontanamento di Zashiki e Sosachi, ciò che cercava era esattamente qualche sostituto. S'inumidisce le labbra con la punta della lingua, lasciandole or modo di parlare. [Chk ON] [Ponte] La piccola Yakushi sta rispondendo a quelle domande molto particolari, e il perché sta nel fatto che desidera ad ogni modo mettersi in mostra, ma soprattutto essere unica, al momento, anzi… necessaria. Bisogna rendersi necessari per poter aver in pugno qualcuno, no? Nota gli occhi dell’uomo illuminarsi, sgranarsi, la sorpresa e l’eccitazione farsi strada in quel pugno che viene stretto non appena viene a conoscenza dei serpenti della giovane. Il sorriso sottile si tende ancora di più, affabile, soddisfatto, piccolo e maligno… sono questi i risultati che pian piano vuole ottenere. Quindi si dimostra calma e pacata, con pazienza attende che l’altro concluda quella sua domanda quasi balbettante, tenendo per sé una sicurezza senza pari. Lui sta risvegliando in lei una parte rimasta a lungo nascosta, taciuta… quella parte di Mirako che ora si è fusa in lei, che è sempre stata sua. <I miei serpenti possono creare tre tipi di veleno al mio comando. Uno per volta, non tutti insieme ovviamente.> inizia a spiegare con un tono di voce basso e sibilante, flebile, sottile e fresco come la serata che si sta svolgendo davanti a loro. <Posso scegliere fra quello stordente, debilitante e allucinogeno.> solleva un dito della mano destra ad ogni nome, arrivando quindi a tre dita alzate davanti al viso del Demone. <Se conosci un po’ i veleni sai benissimo quale parte del corpo vanno ad intaccare ognuno di essi. In che modo indeboliscono, e come agiscono. Possono essere letali in battaglia, se debilitano l’avversario e io posso così agire. Ma se assunti senza altri interventi esterni, non arrivano ad uccidere come un veleno tossico, ma possono intaccare e magari lesionare le parti del corpo sulle quali incidono.> si è spiegata abbastanza bene. Lo sguardo si punta sul viso del rosso, insistendo nell’osservarlo con molta attenzione. <Dato che questo rientra nel nostro lavoro, io posso aiutarti ma non voglio essere relegata ad un ruolo marginale. E voglio sempre essere tenuta al corrente di ogni cosa.> odia essere all’oscuro di particolari, lei ha bisogno di conoscere tutto, sapere tutto. Soprattutto se ci deve mettere del suo. <Altrimenti i miei serpenti non saranno gentili con te, okay?> sussurra, sibila verso di lui con un sorriso leggero, infido ma delicato allo stesso tempo. Silenzio ed ascolta, non si perde nemmeno una parola di quelle successive. La sua risata provoca in lei una sorta di emozione, un’impazienza di mettersi all’opera e allo stesso tempo quella parte più buona sembra volerla frenare. <Se saremo colleghi, non lascio correre nessun segreto tra noi. Le nostre conoscenze dovranno essere condivise fra noi, reciprocamente. Ti sta bene?> è sincera, ma ha imparato a nascondere bene le sue emozioni, dopo tutto all’inizio della sua vita nemmeno le provava, poi le ha scoperte, non ha saputo gestirle, ma ora… è diverso. Ora c’è equilibrio. Lei si che vuole sapere tutto, ma non è realmente disposta a svelare ogni sua carta… ma l’importante è che lo faccia lui. <Allora per l’ospedale rimaniamo così, cercherò qualche tomo… cosa ti interessa nello specifico?> così saprà cosa cercare almeno. Infine tace, solo lo osserva ancora impegnato in quella specie di emozione riguardo i suoi serpenti, le sue creature. <Sono felice di averti rallegrato la serata.> ammette col sorriso, quasi dolce. [Chakra On] Trepidante, vuol sentir tutti i particolari dei quali ella è a conoscenza. Ciò che viene elargito dalla Yakushi, maggiormente, si rivela esser qualcosa di fondamentale importanza, decisamente utile in base a quello che deve attuare Kouki stessa. <Finora, ho utilizzato due tipi di Veleno per creare la mia droga. Sott'ordine di Jinto, ho l'obbligo di venderla..> Spacciarla, sarebbe il termine esatto. Data la zona e l'ora piuttosto tardiva, è sicuro di poter parlar con tranquillità alla di lei volta, avvicinandosi d'appena un paio di passi, così da non esser costretto ad alzar troppo la voce. <..ma per farlo, necessito ancora del Veleno. I miei due soci in affari erano due Doku, i quali erano in possesso del Veleno Allucinogeno e di quello Tossico. Da quel che mi stai dicendo, tu ne puoi secernere addirittura degli altri: Stordente e Debilitante. Inutile dire che abbia già trovato un metodo, un'idea per quello Stordente.> E' ciò che fanno le droghe, no? Stordire per permettere a chi la assume di divertirsi e render la propria vita uno sballo. Non per niente, poi, le testa direttamente su se stesso, folle ed avido com'è della sua stessa creazione. <Il Veleno di Zashiki è quasi giunto al termine, stessa cosa per quello di Sosachi. Ho ancora delle scorte, questo è vero..> Sentenzia, facendosi un pochino pensiero. <..ma necessitavo da TEMPO di un sostituto.> Di un ingrediente che potesse dar gli stessi effetti sperati. <Ho abbastanza conoscenze nell'ambito dei Veleni da saperli gestire, distillare ed unire ad altri ingredienti per comporre la mia Sbrilluccica.> La dritta, serrata precedentemente in un pugno, vien distesa e le braccia ricadono lungo i rispettivi fianchi. <Qualsiasi droga ha degli effetti collaterali. Io la creo, altri la comprano. E chi lo fa se ne assume le responsabilità. La nostra dottrina è sempre stata quest'ultima. Inoltre, lo faccio per campare!> Ed è un lavoro che adora, che preferisce nei confronti di qualsiasi altra cosa possa esser anche sol paragonabile ad esso. <Con i miei precedenti colleghi, avevamo stipulato un accordo, riguardante il pagamento. Ti verrà data una parte per ogni fiala di Veleno che mi procuri, del tipo del quale necessito, s'intende. Il guadagno sarà per entrambi, nonostante io debba anche dar parte dello stesso ricavato a Jinto.> Espira, mettendoglielo ben in chiaro e portando la mano sinistra alla volta del cranio, spostando una ciocca di capelli dal volto del giovane, cosicché possa venir illuminato dalla luce lunare e possa osservar, tranquillamente, la ragazzina che ha di fronte. <Sei brava con le parole, devo ammetterlo..> Sghignazza, come precedentemente ha fatto. <..ma ricorda che sono comunque un Forowa.> Una carica al di sopra dell'Hanbai. Vuol soltanto metterla al corrente, sollevando il mento verso l'alto in un sì chiaro segno di superiorità, ma per via del grado ch'è riuscito a raggiungere all'interno dello stesso Lavoro. <Medicina Generale, Genetica ed Anatomia, maggiormente.> Specifica alla di lei ultima domanda. <Siamo d'accordo, quindi?> Distende l'arto superior destro, con il palmo rivolto in sua direzione. Accetterà l'offerta? [Chk ON] [Ponte] Con estrema attenzione ascolta ogni singola parola del rosso per quanto riguarda la droga e i veleni. Non fa una piega, nel più assoluto silenzio mantiene fisso lo sguardo su di lui senza dimostrare nessun tipo di emozione se non quel sorriso pacato e sicuro di sé che in un qualche modo la sta facendo sentire bene. Spacciare droga per ordine di Jinto, ma a quanto pare il rosso necessitava di sostituti per quanto riguarda i veleni… lei è capitata proprio a fagiolo. Certo non è in grado di secernere quello tossico, ma non si può avere tutto dalla vita… anche se lei lo vorrebbe con tutta se stessa. Non vuole nemmeno interromperlo da quanto le stanno piacendo le sue parole, il motto, la vendita senza responsabilità, le scorte. L’idea di come sfruttare il veleno stordente è quasi ovvia, almeno per lei e tanto semplice per lui, che vanta di un bagaglio di conoscenze che gli permette di utilizzare ogni elemento al meglio. Lei imparerà da lui, ci tiene e ci spera. Ascolta il patto, il compenso… silenzio. Il visino ha un’espressione solo quando lui le ricorda i diversi ruoli che ricoprono, di quanto lui sia superiore a lei, di un grado, un semplice gradino, ma comunque superiore. Storce appena il naso, un attimo, un millisecondo, poi torna a sorridere in maniera pacata verso di lui. Dopo tutto le ha anche fatto un complimento e spera che col tempo lei possa raggiungere il suo livello. <Per me va bene, è tutto molto, molto interessante.> parla lentamente, così come la testa che va ad annuire senza fretta. <Il pagamento a fiala mi sta bene, ma spero anche di poter partecipare alla creazione, di poter vedere coi miei occhi in che modo sfrutterai il mio veleno. Se no ci metto un attimo a smettere di dartelo.> vuole che quello sia chiaro e solleva il mento nel guardarlo, non che possa fare molto data la differenza di altezza, ma mette in mostra la sua sicurezza e determinazione a non essere lasciata indietro. Ed ecco che andrebbe a stringergli la mano dopo aver memorizzato i tomi che più servono all’uomo. <Siamo d’accordo.> ha sigillato dei patti con un Demone… ci sarà da divertirsi. Conclude sorridendo, e se non ci fosse altro da dire, come se nulla fosse, lascerebbe la sua mano per riprendere senza fretta il suo cammino verso casa. [end] Il patto vien siglato. La mano vien tesa e stretta da quella altrui. Oltremodo, le labbra si distendono e s'arcuano verso l'altro, palesando l'ennesimo sorrisetto da squalo, con quei denti tutti in linea, bianchi ed affilati. <NYAHAHAH!> Si lascia andare, come spesso accade, a quella risata senza confini, senza ideologie specifiche, ma soltanto pura e semplice malvagità che, da tempo, alberga nel di lui corpo demoniaco. <Puoi passare al mio laboratorio in questi giorni. Recati al Locale Kukoku. E' un locale notturno..> Esattamente. A luci rosse. <..precedentemente gestito da Zashiki, il mio socio in affari. Chiedi di Rasetsu e ti lasceranno passare.> Sentenzia, lasciandole intender che lì è abbastanza conosciuto. Nient'affatto ha testato tutto il corpo "femminile" del locale (?). D'altronde, chi sarebbe disposto a concedersi ad un Mostro se non sotto pagamento? Infine, lasciata l'altrui mano, aggiunge quanto segue. <Tu portami i tomi.> Nel dirlo, si gira, lasciando sventolar dietro di sé il lungo giaccone bordeaux, mera scena teatrale. Infine, sparirà lentamente dalla zona, privo d'alcuna fretta, se non d'una vittoria avvenuta quest'oggi, sul Ponte Tenchi. La sua mania di conquista non è terminata: può ancor tentar di raggiungere la vetta della Yakuza ed appropriarsi del ruolo che gli compete, comandare e non essere comandato. Lasciando la ragazzina sola, non crucciandosi molto di dove andrà, egli si dirigerà in qualche dimora sperduta nei dintorni di Kusagakure oppure, semplicemente, farà ritorno all'ovile, al Locale Kukoku. [END]