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Ago e filo.

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Giocata di Lavoro

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con Azrael, Kaime

18:19 Kaime:
 La giornata è inondata dai caldi e leggeri raggi del Sole, che vanno a rischiarare l’intero villaggio della Foglia, dal Monte dei Volti, fino al chiosco di Ichiraku. Gli uccellini cantano i loro richiami amorosi e le melodie per palesare la loro felicità, mentre la vita per le strade, a mattinata inoltrata, è già nella sua piena attività. La giovane ballerina, è sveglia da qualche ora, nelle quali si è preparata, indossando semplicemente una maglia bianca a mezze maniche, le quali andrebbero, voluminose, a cingere i bicipiti, prendendo la forma di palloncini a balze. Questa presenta anche una scollatura profonda, ma molto sottile, quasi fosse un taglio che scende in verticale e si ferma, più o meno, alla curva maggiore costituita dal seno, poco voluminoso, delle genin. Il colletto è alto, anch’esso a balze, che ricopre interamente il collo e la gola della Ameana, chiuso, attraverso un cameo in gesso e incorniciato da una ovale cornice dorata, all’altezza dell’eventuale, e anatomicamente assente, pomo d’Adamo. Le gambe sono, invece, racchiuse da una lunga e stretta gonna bordeaux, che andrebbe a ricoprire dall’altezza della bocca dello stomaco fino alle caviglie le leve inferiori della kunoichi, al di sotto della quale andrebbero a mostrarsi, timidamente, solo due stivaletti bianchi a tacco alto e a spillo, i quali, andrebbero, nel suo incedere, a risuonar sulla terra battuta delle strade del villaggio. I capelli sono raccolti in una coda, tenuta larga e cadente sulla spalla destra, in un continuo boccolo, una spirale smeraldina che andrebbe a donar ulteriore classe alla figura finemente vestita. Gli occhi ambrati, sotto i raggi del sole, andrebbero ad essere ancora più chiari, sfiorando le sfumature dell’oro o del giallo antico, e andrebbero a visualizzare tutto ciò che l’ambiente porterebbe alla di lei vista. Il piccolo Shiro, il suo cagnolino, è tenuto a casa, nella sua stanza, dove è presente la sua ciotola dell’acqua e del cibo, così che non abbia problemi di alcun tipo per la breve assenza della sua padroncina, soprattutto perché la stanza è chiusa, e data la piccola statura della bestiola, questa non potrebbe in alcun modo forzare la maniglia. Giungiamo al perché la ballerina si trova per le strade stamane…Azrael. Durante le sue pulizie domestiche, la giovane Kaime, avrebbe ritrovato una camicia danneggiata del Dainin, i cui bottoni sarebbero stati staccati e dei…graffi sarebbero palesi sulla schiena della camicia. La giovane ha capito le dinamiche, ma fa la finta tonta…forse per proteggersi da immagini che non vorrebbe presenti nella sua mente. I passi si susseguono, passando il ruolo di comando da una leva all’altra, così, con un movimento ancheggiato, il suo incedere andrebbe, rapidamente, al reparto commerciale del villaggio, cercando, infine, un negozio sartoriale. Un sorriso andrebbe a palesarsi e ad arricciar le sottili rosee, rialzando le gote in un’espressione di felicità dovuta alla più stupida delle motivazioni, ma per lei fondamentale…sa perfettamente come muoversi in un villaggio…per la prima volta in vita sua. [chakra off]

La piccola e giovane Kaime, rea da una convivenza difficile coi Kusani e nel Villaggio dell'Erba, si ritrova a passeggiare per le vie del suo nuovo - e provvisorio - Villaggio alla ricerca di una sartoria che possa aiutarla nel rammendare una camicia, per l'uomo che le sta generosamente offrendo casa propria. Il Villaggio della Foglia è soleggiato, caldo e pieno di vita. Ci troviamo in mattino inoltrato, intorno le undici per la precisione ed ecco che, infatti, il posto non può che essere pieno di vita, persone, passeggiatori e lavoratori di ogni tipo e sorta. I più affamati si recano da Ichiraku per fare lo spuntino, alunni e studenti vanno all'Accademia ed in particolare una donna spicca all'attenzione della Ishiba. Trattasi di una donna sulla quarantina, che porta tra le braccia rocchette di fili, grossi rotoli di tessuto ed un grosso manichino in equilibrio sulla spalla sinistra. Sembra piuttosto in difficoltà e sul proprio tragitto, lento e piuttosto goffo, si ritrova a passare di fronte Kaime, dove incespica malamente in un lungo filo di cotone sfuggito dall'apposita rocchetta. Non cade, ma perde la presa sui rotoli di yessuto che capitolano rovinosamente al suolo. < Oh, accidenti! > Pronuncia infastidita, ma per nulla acida o volgare, mantenendo sempre una certa eleganza persino nell'imprecare. Non guarda nemmeno in faccia la ninja dell'Erba, si limita a poggiare il manichino al suolo nel tentativo di raccogliere quanto le è appena sfuggito dalle mani. [ ambient di lavoro ]

10:39 Kaime:
 Il suo incedere continuerebbe rapido, aggraziato, spinto dalla brama di realizzar un presente verso colui che la sta ospitando. Andrebbe, nel suo avanzar ancheggiato, a sussurrar un promemoria di ciò che le serve per il suo scopo...<rocchetta di filo bianco...> andando ad allungar il mignolo destro, da una mano chiusa a pugno, e così con le altre dita, estese in ogni loro componente, dalle falangi alle falangette. <...un metro flessibile e, chissà se posso chiedere un manichino in prestito?!>. La sua attenzione andrebbe ad esser posta tutta alla sua 'lista', per questo un piccolo sussulto sovviene nel momento in cui un, aggraziato, imprecare andrebbe a palesarsi avanti alla sua figura. Un donna sulla quarantina andrebbe a perdere una rocchetta di filo, accorgendosi solo ora che...questa andrebbe a tener tra le mani tutto ciò che aveva elencato la ragazza poco prima. Rapida andrebbe, in soccorso della donna, ad avvicinarsi a questa per poter raccogliere quella rocchetta di filo che le era caduta e sulla quale sarebbe inciampata, così da non provocarle la caduta di altro materiale dalle sue esili e femminee braccia. Le gambe andrebbero a flettersi, portando i glutei a sfiorare i talloni, allungando l'arto superiore destro nel tentativo di raccogliere nella destrorsa e affusolata mano quello strumento d'arte, andando, solo una volta rialzatasi, a chiosar...<prego signora...vuole una mano per caso?> andrebbe a terminar, attendendo una risposta, ma che potrebbe essere negativa per il puro gesto cortese di fare 'cerimonie', per questo andrebbe ad aggiungere al precedente dire <...anche perché, se lei è la sarta, avrei bisogno di acquistare dei materiali, sempre se questi fossero in vendita...> per poi attender sua replica, osservando con i suoi ambrati occhi la figura che ormai è nitida avanti a sé.

La donna, intenta a fatica a raccogliere quel che ha perso dalle mani e a ridarsi un tono, solleva il capo nella direzione della voce che più le è vicina. Ha gli occhi di una piacevole sfumatura nocciola, i capelli castani e dei vestiti che, piuttosto evidentemente, non provengono da alcun negozio, ma sono cuciti ad arte unicamente per lei stessa. < Saresti molto gentile. > Le dice, con voce pacata e modi di fare particolarmente educati. Raccoglie dalle dita della Ishiba la rocchetta di filo che le appartiene e che l'ha portata a capitolare al suolo < Non ho abbastanza mani per tutti questi oggetti, se non ti spiace potresti portare il manichino per me? > Le domanda, andando poi a proseguire nel presentarsi e rispondere alle domande che la Genin dell'erba le ha posto riguardo il proprio laoro e la vendita degli oggetti. < Sì, sono una sarta, il mio nome è Miya. Seguimi e parleremo di quel che ti serve. > E così dicendole va ad avviarsi lungo una stradina secondaria che porta, come anch la genin vedrà se sarà disposta a seguirla, ad un negozietto in legno, pulito e ben curato, la cui insegna riporta la scritta "Sartoria della Foglia" ed il disegno di un gomitolo di lana e ferri da cucito. Il negozietto, all'interno, è molto semplice. Porta vari manichino da esposizione, abbigliati nei modi più particolari, e vari articoli per esercitare il mestiere sistemati alle pareti e sul bancone principale, su cui campeggia una rudimentale macchina da cucito. < Questo è il mio negozio, appoggiamo tutto sul bancone e parliamo di quel che ti serve. > Dice alla giovane Kaime, andando a sistemare rocchette e rotoli di stoffa sulla superfice ligne, tenendo solo ora lo sguardo sulla kunoichi, notando in maniera istintiva, la camicia che lei stessa tiene tra le mani. < E' per quella camicia lì? Cosa è capitato? > [ ambient di lavoro ]

11:17 Kaime:
 La giovane andrebbe ad udire il dire della signora, il cui soave tono la ipnotizza per la gentilezza e la grazia che caratterizzano le onde sonore da lei rilasciate. Arriccerebbe le rosee, innalzando le rosate gote, in un sorriso sincero, prima di, come chiestole, andar a prendere il manichino, portando il braccio destro ad abbracciar la vita della sagome, mentre il braccio sinistro andrebbe a cingere l'attaccatura delle spalle, portando, infine, il manichino in una posizione orizzontale, facendo attenzione a gestir al meglio il baricentro della inanimata figura. I passi sarebbero lenti, il suo incedere ancheggiato e, soprattutto, il movimento sarebbe partito nel momento in cui la donna l'avesse superata, così da poter seguire la proprietaria del negozio e, per problemi di spazio, anche per non tangerla con quel manichino messo in orizzontale, quindi occupante un modesto metro e mezzo, all'incirca. La via secondaria, che lei non aveva visto minimamente, si fa ora presente alla di lei vista, andando a seguire quella figura fino all'interno di quel semplice negozio dall'insegna...semplice? "bellissimo Paese, ma perchè qualsiasi cosa ci mettono ' foglia' nel mezzo?" andrebbe a pensare la ragazza, che nel frattempo andrebbe ad addentrarsi nel locale. Lasciato il manichino, verticalmente, ai piedi del bancone, la ragazza, pulendosi le mani con un gesto che impone l'alternarsi di un movimento ascendente e discendere delle due mani, ritmicamente opposte, andrebbe a chiosar nella direzione della sarta...<salve, io mi chiamo Kaime e ero interessata ad una rocchetta di cotone bianco, un metro flessibile e, se per caso avesse a disposizione un manichino....anche rotto> direbbe, prima che la donna prenda ad osservar la camicia, oggetto per cui materiali sovraelencati necessitano. Un minimo di rossore compare sulle gote della giovane, che andrebbe immediatamente a replicar, nervosa...<io non c'entro niente! un amico mi ospita e...la camicia era già così prima che io arrivassi.> facendo una pausa, anche perchè il cuore, a causa di una possibile brutta impressione, non dovuta nemmeno ad un suo reale comportamento passato, andrebbe ad accelerare il suo cardiaco battito. Solo dopo un paio di secondi di pausa andrebbe a continuar il suo inizial verbio <...e data la sua ospitalità gratuita, volevo ringraziarlo aggiustandogli questa camicia. Sono saltati tre bottoni e vi sono dei graf...tagli sulla schiena> direbbe...avendo solo in mente una frase..."Azrael, io ti odio per questo"...anche se alla fine lui non c'entra niente, non le ha chiesto lui di prendersi cura dei maschil indumenti.

La sarta, liberatasi dall'ingombro degli oggetti che portava con sé, è ora libera di dedicarsi alla ragazza che tanto l'ha aiutata e che vorrebbe farle da cliente. < Qui non vendiamo articoli da sartoria, facciamo solo lavori, ma... > Corruga la fronte e la bocca per qualche istante, in sovrapensiero < ...sei stata molto gentile e sarei più che felice di darti quel che ti serve o anche rammendare la camicia di persona, se vuoi. > E ridacchia, al pensiero delle offese che quella povera camicia ha ricevuto < Magari ti insegno come si fa, così potrai rattoppare da sola i... > Si porta una mano alle labbra, per soffocare un risolino < ...tagli che il fortunato possessore di questa camicia subirà in futuro. > Termina, mettendosi dietro al bancone, battendo la mano a palmo aperto per un paio di volte sul bancone < Poggiala qui e diamo un'occhiata. Sai già cucire? > Le domanda, non gardandola più negli occhi, ma tirando fuori da una mensolina posta sotto il bancone, nella parte interna, un paio di piccoli occhiali tondi che va prontamente inforcando sul naso ed un ditale d'ottone, che sistema sul proprio indice destro < Non ti ho mai vista a Konoha, sei nuova? E il fortunato chi è? > Domanda ancora, con un sorrisetto sarcastico a fior di labbra, nell'atto di scambiare pettegolezzi con la propria nuova cliente. [ ambient di lavoro ]

11:49 Kaime:
 Ecco che 'irreparabile è accaduto...la donna pensa che questa camicia sia del suo amante e che lei sia stata causa di tal scempio. Andrebbe, come richiesto, a poggiar la camicia sul bancone, così da porre attenzione alla donna, la quale andrebbe ad armarsi di ditale e occhiali, probabilmente per problemi di vista. Andrebbe ad avvicinarsi, anche prima che questa le offra la possibilità di insegnarle qualche trucco per rammendare tagli del genere, cosa non facilissima, in quanto il danno è presente su una zona visibile della stoffa, e quindi eventuali cuciture sbagliate sarebbero palesi elementi di osservazione da parte di altrui occhi. La donna osserverebbe i danni, le sfibrate parti dei graffi, le eventuali cuciture che si confanno al meglio alla attuale occasione e, come se non dovesse ragionare su cosa fare, la donna andrebbe a chiedere informazioni riguardanti la genin. Le labbra schiuse, gli occhi attenti ai gesti della sarta e la voce che, sottile, fuoriesce, armoniosa...<sono straniera, sono qui solo per un piccolo periodo a casa del Dainin Nara e...la camicia è sua.> direbbe, per poi prender a continuar il suo dire con una serena spensieratezza...<lui mi sta ospitando gratuitamente e io cerco di ripagarlo nel mio piccolo...> per poi far calare il silenzio, annuendo solo alla domanda che la donna espone sulle abilità sartoriali, anche se autodidatte, che la giovane Ishiba possiede, e con quel annuire viene espressa la sua capacità, senza spiegar che è capace di creare vestiti da zero ma non di aggiustare abiti già confezionati...e forse per questo che la camicia non è ancora tornata alla perfezione, a causa di queste lacune.

Miya raccoglie la camicia, studiandola a fondo da dietro i propri occhialini < Mmh... > Mugugna, nei riguardi dell'indumento, andando ad alzar il capo unicamente per rispondere alla giovane, che chiarisce con urgenza l'appartenenza di quel capo di vestiario e la sua assenza di responsabilità in quanto accaduto. La donna si arma allora di ago e filo, lo stesso della rocchetta che reggeva tra le mani, andando a voltare verso l'interno la stoffa, per cucire il primo dei graffi. < Oh, è di Azrael. > Osserva, sebbene la Ishiba non lo abbia direttamente nominato < Non è la prima delle sue camicie che rammendo. > Ridacchia sotto i baffi, andando a riunire i lembi della stoffa candida, per riunirli con una serie di cuciture interne molto precise. iIl filo si unisce a croce punto dopo punto, rinsaldando il cotone dall'interno, con movimnti piuttosto lenti ed ampi, in modo che la giovane possa vedere da sé il procedimento < Vedi, in questo modo posso rattoppare dall'interno lo strappo, con un doppio rinforzo. > Spiega, andando accuratamente a richiudere il primo degli obiettivi, passando poi al secondo, riuschiudendolo in maniera più rapida ed esperta < Sai, mio marito ha altri negozi in giro per le terre ninja, ma è anziano ormai e gli servirebbe una mano. > Pronuncia distrattamente, essendo la propria concentrazione volta al rammendo della camicia < Prendi ago e filo e sistema tu il resto, se sei brava, magari, posso indicarti per un lavoro. > Le dice, passandole tutto l'occorrente, ditale compreso, in modo che la Ishiba possa mostrarsi degna della fiducia di questa donna. [ ambient di lavoro ]

12:40 Kaime:
 La giovane andrebbe a vedere come la donna stesse procedendo in quella cucitura a doppio rinforzo, o meglio...come l'ha chiamata lei, dato che la giovane Ishiba, pur sapendo, teoricamente, come quella cucitura si chiamasse, non sapeva che avesse un vero e proprio nome. Andrebbe a sentire anche che non è la prima camicia che il Nara porta dalla sarta per farle rammendare eventuali imperfezioni. Le mani della donna scivolano come se il filo si muovesse per il suo volere mentale, non fisico...come un marionettista che manovra i propri burattini con passione e perfezione artistica. Ora tocca alla ballerina, a quanto pare, dare sfoggio delle proprie capacità sartoriali, soprattutto perchè, a detta della signora, il marito ha bisogno di una mano nei propri negozi e, se il 'test' fosse andato a buon fine, avrebbe potuto candidare la stessa Kaime al suo consorte. Gli occhi andrebbe dapprima alla donna, poi agli strumenti da lei posti, e, così, la giovane andrebbe, per primo, a raccoglier quel ditale, indossato, stranamente, al dito anulare della mano destra, dito con cui meglio riesce nell'arte sartoriale. Dato il suo abbigliamento questo piccolo accessorio è armonioso al suo stile, mentre il metallico strumento viene stretto, poco sotto la cruna, tra pollice e medio, poggiando, infine, il ditale sotto la cruna stessa, così da poter dare la spinta nel momento in cui la stoffa faccia resistenza. Il filo, già infilato nell'ago, andrebbe ad esser utilizzato nel suo tentativo di rammendo, utilizzando il bordo dello squarcio per una cucitura interna, simulando la stessa cucitura della donna, facendo due passate per cucitura, così che la stoffa, in un secondo momento, nel momento in cui venisse tesa, non andrebbe a sfibrarsi perdendo il vincolo imposto dai punti, e così lo svolgimento sarebbe il medesimo per l'intera lunghezza della apertura innaturale. Se il tutto fosse stato svolto correttamente, la giovane andrebbe a attaccare, nuovamente, anche i bottoni mancanti, con un tipo di cucitura basilare, ma...per i bottoni vi è solo quel metodo. L'ago verrebbe introdotto nei buchetti dei bottoni, dopo che, attraverso un piccolo nodo, il cotone fosse stato fermato dall'interno dell'orlo. La cucitura si baserebbe nella formazione di 'X' tra i quattro buchi presenti nel plastico materiale dei bottoni, andando, infine, ad arrotolare il cotone dietro i bottoni stessi, una volta che la cucitura fosse stata terminata, così da creare un rinforzo a quel poco cotone che lega l'accessorio alla stoffa. SE il tutto, anche questa volta, fosse stato svolto correttamente, la ragazza passerebbe al bottone successivo, fino a terminare l'opera, sentendo presente, per tutto il suo operato, lo sguardo indagatore della donna sul suo fare.

La donna assiste a come la giovane Ishiba conpie il lavoro che le è stato sottoposto. Le sue dita si muovono agilmente sulla stoffa, adoperando l'ago con una maestria inuusuale per chi non fa parte dell'ordine dei sarti. Gli occhi nocciola della sarta più esperta permabgono fissi su quel lavoro ben svolto. Il graffio rimanebte viene rammebdato ed i bottoni vengono rinsaldati sulla stoffa. < Hai del talento, Kaime. Sono molto contenta. Ti farò averele specifixche dei lavori da fare per mio marito. Senza impefno, decudi tu se te la senti o meeno di lavorare per lui. > Chiosa in maniera gentile ed affabile, andando poi a recuperare una scatola in legno da sotto il bancone. Le mani lunghe ed affusolate vanno a aprire quest'ultima per riporvi dentro un ditale nuovo, una rocchetta di filo bianco ed una di filo nero, accompagnandoli poi con una decina di aghi di ogni fattura, misura e funzionalità. < Per ogni materiale più specifico rivolgiti pure a me. E prendi il manichino che stavo portabdo, così potrai utikizzarlo per esercitarti anche in proprio. > Terminerevbe, ripobebdo come ultimo strumebto anche un metro flessibile giallo con le unità di misura in nero, ben stretto ed arrotolato. < È stato un piacere e ti ringrazio per l'aiuto. > Alza, infine, la mano, per congedare la giovabe Ishiba. [ End ]

Entrata di lavoro per Kaime. No exp.