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con Azrael, Mekura

15:49 Mekura:
  [casa - interno.] Stava lavorando, si era portata il lavoro da casa in modo da stare un po' insieme ai suoi figli, in particolare alternava il suo lavoro da consigliera con quello da mamma, controllando compiti e giocando con i suoi figli. Il cane se ne sta nel suo posto ai piedi del divano, con la testa poggiata contro il fianco di Ai mentre si trova seduta vicino al tavolino da caffè mentre gioca con Ken. Il gioco consiste nel tenere delle carte in mano mentre sul tavolo si trovano dei fogli di carta, penne, un tabellone con tanto di pila di scarti, eventi e scontri. In pratica, è un gioco da due individui per cercare tra gli otto personaggi del gioco chi sia l'assassino. La incuriosiva la meccanica dato che spingeva i giocatori ad una profonda analisi su chi sia l'assassino in base agli indizi che lascia il gioco stesso, i quali non sono poi così palesi. Lasciando una tazza fumante per uno di thé insieme ad un pacchetto di biscotti ai ragazzi la donna si è allontanata di nuovo verso il tavolo della cucina, lasciandoli tranquilli mentre controllava le varie carte. Indosso porta uno spolverino a maglia fine color crema che copre interamente le braccia e le spalle, quando non cade di lato si intende, lasciato aperto in modo che scendesse lungo i suoi fianchi Al di sotto di questo porta una maglia nera senza maniche che lascia le scapole scoperte sulla schiena unendosi in corrispondenza con il collo con un unico punto di luce dorato che scende come una striscia sottile dietro la schiena e sul davanti, perfettamente centrato nella maglia. Le gambe fino alla parte alta della vita è coperto da un paio di pantaloni larghi e bianchi tenuti fermi alla vita da una cintura legata come un obi annessa allo stesso pantalone. Il casa ovviamente porta le ciabatte se non è scalza. Afferra di nuovo una penna, continuando a scrivere appunti ed a controllare documenti. [ch on]

16:15 Azrael:
 Si trova in una stanza della Magione, a momento. Risvegliatosi da poco da—non sa bene cosa. Una conversazione amichevole con il Rikudo Sennin. Mai si sarebbe aspettato che il possessore del Rinnegan lo avrebbe lasciato andare così facilmente, eppure è così. Se ne sta seduto su di una sedia, riprendendo fiato fiato e – dopo un tempo indefinito – beandosi della sensazione del chakra che nuovamente gli invade le membra. Vorrebbe tornare da Kaori, dirle che sa bene, che è tornato, ma qualcosa gli preme più che pensare a quella Hyuga. Ne ha un’altra da andare a trovare, ora come ora. “Sono vivo. Passo da te in serata o domattina. Oh- non spaventarti se trovi una ragazzina a casa mia, poi ti spiego.” Le comunicherebbe mentalmente, forte ora di poter utilizzare l’empatia. Ma ora, passa il chakra a collegare se stesso con Mekura, da cui sarebbe diretto attualmente. “Se sei con i bambini allontanati, sto arrivando.” La avviserebbe, onde evitare di traumatizzare troppo la famiglia che non vede da tanto, troppo tempo. Fatto ciò andrebbe, semèplicemente, a comporre il mezzo sigillo della capra per ricoprirsi uniformemente con l’energia che consente ad ogni ninja di essere definito tale. La mente volerebbe, intenta a ricercare il collegamento con la donna che gli è stata accanto per tanto tempo, che ancora lo tormenta ogni volta che il pensiero ne ricalca i lineamenti, il corpo e lo sguardo. Così, in un battito di ciglia, si dislocherebbe da lei, in qualunque area della casa avesse deciso di farsi trovare, che sia – o meno – in presenza di altre persone. Indosso porta ancora la camicia nera che aveva all’incontro con Akendo, abbottonata sino al colletto. La stoffa risulta sgualcita in più punti, nelle pieghe tipiche di un tessuto bagnato e riasciugato in maniera naturale senza esser stirato. Un paio di pantaloni neri gli fasciano le gambe toniche ed allenate, una cintura di cuoio a tenerlo ben saldo in vita. I piedi raccolti in un paio di scarpe dal taglio classico in pelle nera. Ovunque si trovasse, prima ancora di far caso a dove fosse o chi si trovasse attorno, punterebbe le iridi scure sul volto di Mekura. Una scintilla di tenerezza ad ammorbidirgli i tratti somatici, le labbra schiuse in uno smagliante sorriso che mette in vista le arcate di denti perfettamente curati. Il crine corvino ad incorniciargli il volto candido e giovanile, rivolto verso quello della Hyuga, mentre le rosee si articolano per lasciar fuoriuscire un profondo < Ciao Mekura. > Quasi solenne farebbe uscire la propria voce, in quel saluto, restando in piedi innanzi a lei. [ Dislocazione istantanea | Chakra ON ]

16:30 Mekura:
  [casa - interno.] Era impegnata e si dedicava con impegno a quello che stava facendo e per poco non sussulta quando sente quella sensazione. Sgrana gli occhi e guarda fisso il vuoto per qualche secondo, prima di sollevarsi dal tavolo e camminare fuori dalla cucina. Non risponde neppure ad Azrael dato che mentalmente cerca di trovare un posto adatto per potersi parlare senza che ci siano Ai e Ken in mezzo. Quando Ai noterebbe sua madre emergere dalla cucina, fa le dovute domande alla quale la Hyuga risponderebbe prontamente. Si stiracchia e si distende facendo un poco di scena <huuuum ho tutta la schiena indolenzita e questi documenti non finiscono mai, per ora faccio basta, vado a prepararmi un bagno caldo, dopo voglio sapere chi ha vinto> il tono nell'ultima parte del discorso è giocoso e amorevole ma sta già dando la schiena ai bambini per camminare velocemente verso il piano superiore e da li andare verso la sua camera chiudendosi la porta alle spalle. In quel momento si troverebbe con Azrael, apparso all'improvviso. Rimane in silenzio ad osservarlo, portando indietro una ciocca di capelli sul lato sinistro e controllare come stava. Sapeva che prima o poi doveva parlare con Akendo, ma non sapeva se avessero già parlato o meno, per ora sembrava a posto, a parte i vestiti. Sorride, in ogni caso, confortata dal fatto che stesse bene, incrocia le braccia tra loro fissandogli il volto mentre piega la testa di lato ascoltando il suo saluto. Non riesce a nascondere il fatto, che quella voce, la sua musica, le mancava e finiva per pensarlo prima di vergognarsene. <ciao Azrael> prende un lungo respiro mentre si solleverebbe un imbarazzante silenzio. Abbassa lo sguardo, leccandosi le labbra, perdendo tempo su quello che voleva chiedergli: di Kaori, di Akendo, di come si sta ambientando a Konoha, di cosa vuole fare e come mai tra le varie ragioni sia venuto qui. <allora> solleva la testa prendendo un lungo respiro <hai...dormito con i vestiti?> chiede questa azzardando un leggero sorriso in direzione del Nara. <hai....hai parlato con Akendo?> chiede la donna incuriosita, del resto alla fine tra i vari motivi, informarla è uno dei più validi.per il resto dal tono appare sempre tesa e preoccupata delle reazioni del capo della akatsuki. [ch on]

16:53 Azrael:
 Di tutti i posti ove avrebbe voluto dislocarsi, beh, di certo una camera da letto non è propriamente quello che sperava maggiormente. Nel realizzare il luogo in cui si è dislocato, con la persona con cui si trova attualmente, non può che sentirsi enormemente in colpa. Ne sente anche profondamente la mancanza. Di Kaori. La sua Kaori. Una donna che non è – ancora – propriamente sua, ma verso cui sente un senso di appartenenza, di possessione e di dovere non indifferente. È inspiegabile il modo in cui i due si soo ritrovati così indissolubilmente legati, per quanto poco sia il tempo che hanno ondiviso assieme. Ma adesso- adesso che ha parlato con Akendo non sente più la gola stretta ed il petto pesante all’idea che il tempo a loro disposizione sarebbe potuto giungere al termine. Non può che lasciarsi andare a quei pensieri per qualche istante, riflettendo sulla dislocazione con cui si è diretto altrove, quando avrebbe voluto – semplicemente – andare da lei. Ricaccia, tuttavia, il pensiero indietro, per tornare con la mente alla situazione che sta attualmente vivendo. La mancina si allungherebbe in direzione del viso della Hyuga, il palmo andrebbe a posarsi – qualora lei non si scostasse – sulla sua guancia per accompagnare il movimento del proprio capo ad avvicinarsi a quello altrui. Lento, in un lungo e studiato movimento in avanti, andrebbe a portare le labbra sulla guancia opposta, quella libera dalla propria mano, per posarvi un bacio leggero, le labbra a premere appena sulla pelle di Mekura. Solo allora andrebe, se tutto fosse avvenuto come da programma, a distaccarsi per spostare a propria volta una ciocca corvina dietro l’orecchio, passando poi la mano sulla propria camicia sgualcita. < A dirla tutta- > Una breve pausa, il naso si storcerebbe alla fastidiosa consapevolezza di non essere al meglio della propria forma, di non essere perfettamente presentabile < -non ne ho idea. Credo di essermi rovesciato addosso dell’acqua o qualcosa del genere. > Ma quando? Possibile che non lo ricordi? Non si sofferma molto su questo dettaglio, in fondo potrebbe anche solo esser stata una dimenticanza nel non stirare quell’indumento. < Ultimamente ogni volta che ci vediamo sono ridotto ad uno straccio, dannazione. Non- non hai una maglia della mia misura, mh? > Direbbe, attendendo una risposta affermativa, almeno per quel che spera. Nell’attendere, però, andrebbe a rispondere alle domande della donna posta innanzi a sé, la cui voce gli raggiunge le orecchie per generare un dolce eco in tutta la propria mente, rimarcando quanto abbia condiviso con lei, quanto siano stati – seppur in passato – uniti. < Certo, ti avevo detto che sarei andato da lui. Gli ho comunicato la mia intenzione di riprendere la mia vita come shinobi di Konoha e mi ha congedato in quanto membro dell’Akatsuki, tutto qui. > un ingenuo e cordiale sorriso a decorargli il volto, tranquillo e sereno, mentre le leve inferiori lo porterebbero al letto della camera della Hyuga, saggiandone i confini con lo sguardo buio < Posso sedermi? > Ruoterebbe il capo in sua direzione per poi, qualora ne avesse avuto il permesso, prendere posto sul bordo del materasso. [ Chakra ON ]

17:16 Mekura:
  [casa - interno.] Non era proprio il posto adatto per poter parlare, ma era il posto più sicuro, o quello, o il bagno, ed il bagno è un posto ancora più strano per poter parlare privatamente. Abbassa lo sguardo, è stata una decisione presa di getto, senza un vero motivo se non essere sicuri che i bambini non li sentissero..Ai ha ancora un ottimo orecchio. Azrael intanto, la saluta, andando a baciarle la guancia. Lo lascia fare, per quanto fosse imbarazzante ancora tutto questo, come se fosse storto. Chiude gli occhi e non si fa da parte, da una parte non vuole allontanarlo per non sembrare scortese, da un'altra ancora dovrebbe farlo pensando a Kaori, dall'altra...è forse uno degli ultimi momenti in cui può averlo così vicino ed è paradossale dato che l'ha cacciato lui, egoista per di più, lo sa bene, ma anche questo fa parte del dirsi addio...infondo non stanno tradendo la fiducia di nessuno in questo momento, sanno bene cosa devono fare entrambi. <...oh, quindi non hai abbracciato lo stile trasandato> ci scherza su allontanandosi e facendo un passo indietro, approfittando della battuta per spostarsi di un passo e tenere le braccia dietro la schiena. Poi la richiesta <ah...si...si, certo, come ho detto ho tenuto tutta la tua roba> afferma imbarazzata andando verso il proprio armadio. Scosta i suoi vestiti per afferrare da un doppio fondo dei rotoli. <ho diviso la tua roba in rotoli per conservarli, qui ci dovrebbero essere dei vestiti per te, ovviamente sono un po' fuori moda, ma tu hai uno stile fisso quindi non deve essere un problema> guarda il rotolo tra le sue mani per un attimo, tamburellando con le dita su questo per poi alzare lo sguardo sorpreso <tutto qui?> è sinceramente colpito. Una volta aveva chiesto che cosa sarebbe successo a Kimi e Katsumi se fossero tornati, Akendo le diete una risposta che non presumeva una mera chiacchierata. Ed era strano anche il fatto che Akendo si volesse privare volutamente di Azrael senza ripercussioni, un danin dalla sua parte. <meglio così> tira un lungo, un lunghissimo sospiro di sollievo. Se Azrael avesse ancora il sigillo empatico attivo sentirebbe la forte emozione di Mekura in quel momento verso Akendo, come se molte delle sue paure si fossero dissipate, lasciando spazio ad orgoglio per lui, a sincero rispetto ad una leggera frustrazione per il fatto che comunque continua a tenerla all'oscuro di tutto, ed affetto. <certo> afferma la donna lasciandolo sedere. La camera è una bella camera piuttosto larga, dove sono predominanti i colori freddi, dal blu acqua al turchese, il letto è morbido e fatto, quasi tirato a baionetta per quanto le coperte sono tese. in vista con l'armadio aperto sono visibili le sue armature, gli abiti da combattimento e qualche abito lungo che non riesce a portare più di tanto e rimane in silenzio, di fronte a lui, tendendo il rotolo con dentro, parte, dei vestiti dell'uomo. [ch on]

17:44 Azrael:
 Il giovane non può far altro che seguirla con lo sguardo in tutti i suoi movimenti. In quel passo indietro, in quel muoversi verso l’armadio e prendere i rotoli in cui vi sono tutti i suoi effetti personali, schiudendo leggermente le labbra alla questione di tutti i suoi oggetti conservati con cura. < Quindi hai veramente tenuto tutto… > Sussurrerebbe in sua direzione, attendendo poi che lei gli giunga davanti, allungandogli il rotolo contenente i suoi vestiti. Lo raccoglierebbe nella mancina per andare poi ad immettervi del chakra, tirandone fuori una magliette delle sue, di quelle che porta sempre, in alternativa alla camicia. Una maglia nera, aderente, le cui maniche sono formate da una serie di fili che creano una trama a rete a maglie mediamente larghe che scende fino a metà bicipite, fasciandolo perfettamente. Andrebbe a posare tutto sul letto per poi alzarsi, dar le spalle alla Hyuga e sbottonarsi la camicia consunta. Bottone dopo bottone andrebbe ad aprirla completamente, lasciando che i due lembi svolazzino liberamente lungo i fianchi, rivelando il fisico che – finalmente – ha ripreso il proprio vecchio tono, l propria forma smagliante di un tempo. Andrebbe a far scivolare la stoffa lungo le spalle, lasciando il torso nudo e l’ampia schiena scoperta. Unicamente le bende sarebbero poggiate sulla propria cute, ma anche quelle, pote a copertura dei pettorali e della parte alta dei bicipiti, sono leggermente increspate dal bagnato. Non le rimuoverebbe, però, per via dei tatuaggi e simboli che vi sono celati al di sotto. Si volterebbe a questo punto in direzione di Mekura, dinanzi la quale si è spogliato senza problema alcuno, per andar poi a rivestirsi, calzando la maglietta dall’alloggio per la testa e poi da quelli per le maniche, lasciando scivolare la stoffa sull’addome. < Mh, pensavo mi sarebbero andati larghi, invece mi sono ripreso bene. > Ridacchierebbe, riportando a quel punto lo sguardo sulla Hyuga, notando come una serie di emozioni si fa strada nella sua mente al sentir pronunciare il nome di Akendo. Di tutte quelle che gli passano attraverso l’empatia, non può soffermarsi ad esaminare quella viva scintilla di affetto. Il che lo fa arrivare a due conclusioni fondamentali. Una di cui si assicurerà a breve, l’altra che lo riguarda personalmente e che vuole subito render chiara alla donna con cui sta parlando. < Ci sono delle cose che vorrei dirti. Un bel po’, a dire il vero. > Principierebbe, in sua direzione, riabbandonandosi sul materasso e battendo la mano accanto a sé, per farla accomodare al proprio fianco < A Konoha ho incontrato una persona che non vedevo da tanto eh, insomma-- > Ma perché ci sta tato girando attorno? < Insomma, io e Kaori siamo—qualcosa. > Si blocca, nell’impossibilità di definire esattamente quel “qualcosa” con un termine più specifico. Abbassa il capo, sospirando e lasciandosi andare in un basso risolino di imbarazzo < Diciamo che siamo profondamente invaghiti l’uno dell’altra, ma è un po’ troppo presto per mettere etichette, ecco. > Enuncerebbe brevemente, prima di proseguire su altri punti che toccano personalmente i due presenti in quella stanza < I bambini come stanno? Gli hai più detto di me? > Domanderebbe, sollevando lo sguardo a puntarsi negli occhi di Mekura, speranzosi, pieni di pura e semplice tenerezza nei confronti dei propri figli. [ Chakra ON ]

18:16 Mekura:
 "si" non parla, lo guarda ma tutto questo sarebbe attraverso il sigillo della empatia e con quella risposta arriva la sofferenza "anche se avevo paura che tu mi avessi abbandonato, anche se avevo la convinzione che eri morto dato che neppure Yukio sapeva dove fossi, mi sono aggrappata a tutto quello che avevi...alle cose che mi rimanevano di te" Non le da fastidio che Azrael si cambi davanti a lei, non c'è più nulla che possa nasconderle quella schiena, quel corpo. Ha avuto modo di vedere ogni parte di lui, tatuaggi inclusi. <ho conservato anche la tua maschera> Azrael saprà bene di che maschera parla. Sorride guardandolo apertamente mentre scuote il capo e gli risponde <sei sempre stato magro, non vantarti troppo> lo supera e va a sedersi a sua volta sul letto mentre il Nara si rivela apertamente, come Kaori ha fatto con lei diversi giorni fa. <lo so> piega la testa di lato mentre sente la gola stretta <Kaori mi ha già detto tutto, si sentiva in colpa> sospira <per il fatto che si fosse invaghita di te.> lo guarda direttamente portando le mani a stringersi tra di loro "fa male" lo guarda con un sorriso sul volto <volevo fare una mezza battuta sul fatto che la mia gelosia in passato era più che giusta visto come è andata> ridacchia incrociando le braccia mentre i pensieri vagano "ma dovevo essere forte per tutti e tre, abbiamo sofferto tutti e tre un dolore atroce, almeno due possono sperare una vita felice, io sono andata avanti con la mia strada, io sono abbastanza forte ed esperta da poter resistere" Nasconde il dolore e mostra un animo di facciata, ma nel cuore cova sempre qualcosa. Ha promesso che avrebbe protetto Kaori, di darle sostegno, l'ha vista come Raido e le sue stupide azioni l'hanno portata, tanto Kaori quando la sua bambina e voleva solo il meglio per lei tanto quanto voleva solo il meglio per lui...Mek sentiva in cuor suo che, non meritava più Azrael, non era riuscita ad aspettarlo ed ha pagato le conseguenze e lui come l'altra Hyuga erano soli, adatti a sostenersi a vicenda, dal suo punto di vista alla fine, le cose sono andate bene. "a prescindere dal mio egoismo, dal passato che ancora mi trascino, non vi bloccherò" e nel mentre a voce si espone <è una buona cosa, andare avanti, trovare la persona giusta con cui stare, essere completi e felici> sorride verso il Nara in modo ingenuo, falsamente ingenuo e calmo. <Ai...> sospira pesantemente andando a massaggiarsi le tempie <Ai ha urlato, abbiamo litigato sul fatto che tu non sia venuto subito a casa nostra, che tu non sia venuto a trovarla e mi incolpa sulla nostra...separazione> è un termine calzante <non gliene faccio una colpa, infondo è colpa mia e di solito le nostre litigate non durano molto, qualche giorno o due..ehe sai com'è> sente il naso stringerle, la gola seccare e gli occhi diventarle lucidi. <ah...accidenti> con il palmo della mano allontana quella sensazione e pensa a Ken <Ken...non lo sa ancora: sa chi sei come personaggio pubblico e che noi eravamo molto uniti, ma non che sei suo padre. Si è interessato di più a te dopo la litigata, ho raccontato qualche storia su di te, sembrava così emozionato> sorride, ripensando teneramente a suo figlio, al loro figlio mentre sente una sensazione che la raggela. [ch on]

18:39 Azrael:
 La discordante sensazione dei pensieri che recepisce con la mente e delle parole che raccoglie con le orecchie lo turba profondamente, al punto tale da farlo permanere in un religioso silenzio che si rispecchia nella psiche in cui vige la stessa calma che potrebbe avere uno specchio d’acqua privo di increspatura alcuna. Una lastra di trasparente gelo, che non mostra alcuna accezione se non la sua, appunto, calma. Fa male? Molto. Se ne dispiace? Sicuramente. Tornerebbe insietro? No, mai. Mai potrebbe anche solo sognarsi di fare un passo falso, di rivangare ricordi passati, dopo quel che ha condiviso con Kaori, dopo che Mekura gli ha espressamente chiesto di non farlo. Che fosse per senso di colpa, per fedeltà nei confronti di questo nuovo fantomatico uomo nella sua vita o per chissà quale altro ancestrale motivo – semplicemente – non può. E lo strugge nel profondo questo dissidio interiore al punto tale da non fargli proferir verbo o partorir pensiero, prima di essersi mosso d’istinto. Andrebbe ad allungare il braccio a cingere le spalle della Hyuga seduta accanto a sé, ruotando il busto verso di lei, per chiudere l’abbraccio con la leva opposta. Se la terrebbe stretta al petto, se lei non aavesse opposto resistenza, lasciando che il silenzio cali tra di loro e li avvolga come un caldo lenzuolo stretto attorno i loro corpi. “Per quanto tu possa pensare il contrario, non ho mai voluto farti del male. Tutto ciò che ho sempre voluto e che ancora voglio e che tu stia bene. Con me o—senza.” Penserebbe, ruotando il capo, ancora tenendola stretta, a sfiorarle la tempia con la punta del naso, sorridendole appena contro la pelle < Capisco il motivo per cui te l’ha detto, ma preferivo farlo anch’io. Sei stata e sei importante per me, Mekura. E non ho intenzione di lasciare di nuovo la tua vita, qualunque siano gli sforzi che dovrò fare. > Le direbbe in un sottilissimo sussurro, rivolto unicamente a riversarsi nel suo orecchio come una calda carezza, come miele caldo e morbido che si riversa dolcemente dalle sue rosee. < Dimmi chi è… > Lascerebbe a metà la propria frase, rimarcandola e completandola coi propri pensieri “… chi è che non ti sta rendendo felice? Chi ti sta costringendo a sopravvivere, invece che a vivere?” Non che non lo avesse capito dal loro ultimo incontro, che lei non stesse benissimo, che la fantomatica persona con cui gli aveva confessato di stare non la rendesse granché felice. Ma vuole sentirlo, vuole sentirlo dire da lei. Che sia mentalmente o con la sua stessa voce. Non v’è rabbia o rncore, in quella richiesta. Null’altro che il chiaro e sincero desiderio di aiutarla, di saperla felice ovunque sia, con chiunque sia. Domandato ciò, in attesa di risposta, andrebbe a focalizzare la propria attenzione sulla maschera da lei nominata. Una maschera di cui ha bisogno, un forte bisogno, considerando il ruolo che vuole tornare a ricoprire nel Villaggio della Foglia. < Porterò tutto da me, rotoi, maschera e tutto quello che hai conservato per me e—vorrei ricomprarmi casa. Ma prima di metterci a fare i conti con le scartoffie… > Si arresterebbe, un sospiro mozzo e bloccato in gola, a far tremare leggermente il petto. “Voglio vederli. Ti prego, ho- bisogno di vedere i miei bambini…” Persino nella propria mente starebbe mormorando a mezza voce quella volontà, quel pensiero. [ Chakra ON ]

19:17 Mekura:
 Si lascia scappare un sussulto quando sente le mani di Azrael toccare le sue spalle ed infine in quel abbraccio. Stringe i denti mentre il suo corpo si irrigidisce di colpo, ma è solo per un paio di secondi prima che il suo corpo diventasse fiacco e si accucciasse contro la sua figura come un animale sofferente. Ricambia l'abbraccio, portando le gambe a piegarsi in modo che i piedi si trovassero sopra il materasso e le mani aggrappate alle sue braccia. "lo so...io non lo dubito, sono arrivata a capirlo" non parla ma continua a spiegarsi "non incolpo nessuno se non me stessa" Chiude gli occhi sentendo quelle parole assottigliando le labbra mentre trattiene le lacrime e trema sentendo quella domanda. <non posso dirlo> sussurra "è troppo pericoloso dirlo" afferma mentalmente. "quello che mi chiedi è di urlare il vero nome di Dio e dire che mi sono innamorata di lui, hai idea di quanto tutto questo sia pericoloso e fragile? di quali rischi corrono chi mi sta vicino per via dei suoi nemici?" le mani si stringono attorno alle braccia di questo e mostra i denti mentre evita di urlare nel mondo reale e si sfoga nella sua testa, arrabbiata, sola eppure con speranza, dedizione, amore. Senza volerlo Azrael potrebbe ritrovarsi testimone di un monologo tra due Mekura, profondamente divise tra di loro. "tu credi davvero che ti considera in questo modo? come una persona cara? una persona da proteggere? alla quale volere bene? sei un giocattolo, un passatempo, un affettuoso gatto che può andare a trovare qualche volta ed è esattamente le volte in cui viene a trovarti" ed alle incessanti domande di Azrael continua ancora, una parte di se a controbattere <gli devo il mio rispetto e la mia devozione > risponde, sussurrando, come se avesse bisogno di sentirlo a sua volta <è spesso lontano, per questo mi manca, mi manca incredibilmente...e so che con lui non potrò mai avere una famiglia, ma almeno, ho lui, ho il suo amore, ci siamo sostenuti quando...> ed ancora una volta sarebbe la sua voce interna a parlare "NO. Lui ti ha sostenuto quando le persone ti guardavano con diffidenza, quando hai scoperto che tua madre non era altro che uno zombie nelle mani di un pazzo criminale per ventanni e che a tuo fratello sono stati strappati gli occhi dopo averlo ucciso. Ti ha rincuorato come sta facendo lui mentre gli dicevi che stavi andando a morire e tu hai ceduto, HAI CEDUTO perché sei debole, ma quello che prova per te non è amore ma compassione. Anche Yukio provava questo per te, COMPASSIONE, non hai imparato niente? eri stupida e sei rimasta una stupida. E dopo che hai scoperto che i tuoi figli, i tuoi ovuli rubati e cresciuti fino a diventare carne e sangue, erano diventati esperimenti, CARNE DA MACELLO su banchi di acciaio" e li Azrael può sentire qualcosa di profondamente oscuro nel cuore della donna, un trauma così profondo che non può essere guarito. Un desiderio così grande, avere un figlio, uno suo, con i suoi geni, che è diventato un incubo, la paura di vederne un'altro morto tra le sue mani "dopo che Raido ti ha detto che sei una madre degenere perché desideravi il suicidio ed ha cercato di ucciderti, ti sei legata a lui inesorabilmente, MA LUI NON TI AMA, NON TI AMA e non meriti di essere amata solo perché gli sei rimasta fedele, tu, stupida, ingenua buona a nulla, ti sei pure fatta cacciare dal clan, DA TUO ZIO, NON HAI SAPUTO DIFENDERE HIASHI, NON SAI NEPPURE PORTARE AVANTI UNA MISSIONE COME SI DEVE" In un breve tempo, Mekura ha mostrato quello che cova dentro. Una persona rotta, furiosa e repressa dalla sua disillusione, o dalla sua speranza ed amore. Non piange neppure mentre guarda il vuoto davanti a lei in quella che è una battaglia giornaliera contro il mostro che porta nel cuore. <anche io> l'unico modo per calmarla ormai è stare con loro. <Ai...sarà felicissima, sai ho trovato per lei un nuovo paio di occhi, ora ci vede, ti può vedere> sorride <era già innamorata di te dalla voce, vedendoti non vorrà mai più lasciarti> e la cosa la spaventava profondamente. [ch on]

freeze

11:42 Azrael:
 Non può far molto altro che continuare a stringerla tra le braccia. Sarebbe profondamente ipocrita dire che uno dei motivi che lo sta portando a compiere e perpetrare quel gesto è anche la mancanza della donna quanto più prossima possibile al proprio corpo, ma non si tratta solo di questo. Non si tratta di carboni ancora ardenti di una passione che non ha avuto modo di spegnersi tra i due, si tratta più che altro di un’evoluzione di un rapporto profondo, che va anche oltre il fatto che siano stati insieme. Prima di farlo erano amici, sno stati confidenti nei più cupi momenti delle vite di entrambi, sempre pronti a sostenersi a vicenda e Azrael—Azrael si sente profondamente colpevole ad averla lasciata sola, in balia degli eventi, benché la colpa non sia stata propriamente sua. Non poteva far altro, eppure non ha modo di alleviare quel peso che gli grava nel petto, se non tentando di consolarla. Consolare la donna che ha lasciato sola per tre lunghi anni, che è la madre dei suoi figli, seppur ad un livello non biologico, verso cui prova un senso di dovere ancora molto forte. E vuole, vuole profondamente rimediare al tempo che non ha potuto trascorrere con lei. Legame affettivo a parte, le aveva fatto una promessa. “Combatteremo insieme, fianco a fianco, contro ogni cosa.” Ne ripeterebbe il concetto fondamentale nella propria mente, diretto anche alla Hyuga, mentre i di lei pensieri gli si riversano nella psiche come un fiue in piena di cui sono stati distrutti i margini e che li inonda completamente coi suoi flutti impetuosi. Non ha mai mancato alla parola data. Mai. E laddove l’infausto destino lo ha forzato a prendersi una pausa da questo suo voler perpetrare ciò che ha giurato a chi gli stava attorno, ha intenzione di porre rimedio. Non potrebbe far altro, non sarebbe più se stesso, in caso dovesse dimenticare quella fondamentale parte di sé. È per lo stesso concetto che ora il suo cuore batte per un’altra donna. Perché le ha promesso di tornare, che sarebbe andato da lei per riprendersi il proprio coprifronte e complimentarsi dei suoi progressi. Voleva mantenere quella promessa e si è ritrovato a non poterne trattenere un’altra. Che sarebbe rimasto con lei, per lei. Rincara la stretta tra le proprie braccia nei riguardi della Hyuga, la mancina le ripercorrerebbe la schiena sino ad arrivare ai capelli, che inizierebbe ad accarezzare piano, nel tentativo di calmarla, di rassicurarla in quell’atto di confessione che sta facendo quasi più a se stessa che a lui. Inutile sarebbe girare ulteriormente intorno all’identità dell’uomo che tanto la tormenta, attualmente. Un Dio. Un uomo con tanti nemici. Che non ha tempo per lei e per il quale Mekura prova rispetto e dedizione, prima ancora che amore. Non ne pronuncia, né ne pensa il nome, dato che evidentemente non è nelle volontà della donna con cui si trova in quella camera, ma – quantomeno – le sussurra quel tanto che bast da farle capire di aver raccolto il concetto < Ho combattuto diverse volte al fianco di Dio. Di certo i suoi nemici non mi spaventano. > La voce uscirebbe flebile, bassa, ma sicura al tempo stesso. Irrompe nel silenzio creatosi dall’assenza di comunicazione verbale tra il nara e la Hyuga. < Yukio era l’essere più vicino ad una divinità che avessi mai conosciuto, prima di lui. E—abbiamo avuto modo di comprendere già allora quanto fosse troppo preso da cose che non potevi comprendere, per pensare a te. > Una breve pausa, che lo porterebbe ad incamerare fiato in un sibilo sottile < Non ti sto dicendo di lasciar perdere, non sto tentando di convincerti a venire a letto con me come all’epoca. > Un sorriso gli sfiora le rosee appena incurvate contro la pelle della portatrice del Byakugan < Sto solo cercando di dirti che non devi più metterti in secondo piano. Mai più. Non è giusto. Sei una donna, una madre, una kunoichi strabiliante- > “E se hai qualcosa da dire al riguardo, ti ricordo che ho il chakra attivo e non ho perso l’uso del marchio” Terminerebbe il proprio dire nella propria mente, in quella che è un’evidente battuta di spirito atta a torarla un po’ su di morale < Non hai bisogno di nessuno per essere completa, men che meno di qualcuno che non ti dà la stessa importanza che gli dai tu. Di qualcuno che prova… > Un accenno di disgusto si fa largo nel tono del nara nel pronunciare la successiva parola, il cui concetto lo fa rabbrividire per quanto lo trova basso e gretto < pena, per te. Quando per una donna come te sarebbe solo da provare ammirazione, esser fieri di averti al proprio fianco. > La lascerebbe ora adare, posandole le mani sulle braccia, appena al di sotto della linea delle spalle, per far in modo che possa guardarla negli occhi, in maniera che possa recepire bene quel che sta tentando di dirle < Devi smetterla di punirti, Mekura. Nonostante quello che hai passato sei ancora qui, puoi camminare a testa alta, i nostri bambini stanno crescendo forti e ti prendono come esempio, io stesso non sarei qui, se non fosse stato per te, se tu non mi fossi stata accanto nei momenti più bui della mia vita. > Sarebbe andato a suicidarsi al centro di Konoha, col marchio attivo, nel tentativo di distruggere e portare con sé all’Inferno quanta più gente possibile in un impeto di rabbia incontrollata. Non si sarebbe mai unito all’Akatsuki, non avrebbe mai girato il mondo, non avrebbe mai avuto la forza di trovare se stesso, preda delle pulsioni e degli impulsi che lo hanno sempre scosso e fortemente provato nella propria vita. Se ora è l’uomo che è, lo deve anche a lei. < Chiama i bambini o scendiamo da loro. Così che tu possa renderti conto di quello per cui abbiamo gettato e fondamenta e di quanto, poi, hai saputo tirar su da sola, come donna e madre. > Starebbe in silenzio, dunque, aspettando un responso da parte di Mekura, cercando di trattenere il tumulto che sente nel cuore all’idea di esser messo davanti al sup più grande fallimento, alle proprie responsabilità mai del tutto prese. [ Chakra ON ]

12:27 Mekura:
 Non voleva fare la vittima, non le piaceva, ogni volta che lo faceva puntualmente veniva punita da qualcuno o sminuita, tranne quelle volte, che è giusto ricordare, dove riusciva a trovare nelle persone qualcuno capace di ascoltare. Non risponde ai messaggi mentali dati da Azrael attraverso il sigillo dell'empatia, è troppo presa dai suoi pensieri che si ripetono come una cacofonia constante. Azreal intanto, sembra alludere a chi si stesse riferendo la Hyuga e questo la sconforta: non era neppure riuscita a mantenere il segreto, anche se, tutto sommato, lo ha rivelato alla persona che era vicina tanto a lui quanto a lei, quindi una persona potenzialmente di fiducia a prescindere dalla sua presenza o assenza dalla Akatsuki. Sospira a quella dichiarazione, mentre utilizza Yukio come esempio <cose che non capisco, è perché non le posso capire? cosa mi è sempre mancato che mi porta di nuovo ad avere l'impressione che mi stia sfuggendo dalle mani?> è un pensiero il suo <perché non sono all'altezza?> il ricordo successivo la fa sorridere, amaramente ma abbastanza da farla ironizzare <se ci provi io ti butto fuori da casa tua e ti tengo fermo mentre Kaori ti picchia, glielo ho promesso> ridacchia bassa continuando a sospirare <guardami...consolata come una bambina...che vergogna> sussurra sempre con un tono basso prima di cacciare indietro le lacrime, di nuovo. <mettermi in secondo piano eh? ma la mia vita è un luogo di secondo piano, io servo l'akatsuki, io servo il paese della foglia, io servo il clan Hyuga...io servo le persone alla quale devo molto, che cosa c'è in primo piano per me? sono una serva, il mio stesso potere non è mio...è stato lisciato e temprato con anni di allenamento, ma appartiene agli Hyuga...non sono neppure alla altezza di mia madre, una brillante Hyuga , ne di mio fratello o delle aspettative di mio zio...non sono neppure riuscita a mantenere le aspettative di quegli spiriti, ricordi? quando ti ho salvato nel vulcano?> domanda la donna verso Azrael cercando di fargli ricordare quell'aneddoto quasi ancestrale <mi sono dimostrata un fallimento costante, una perdente, cosa c'è in primo piano per me?> e riguardo a quella affermazione sul marchio sorride, di puro cuore questa volta "lo sai che odio quella cosa" <c'è da esserne fieri di me? cosa ho fatto per essere così ammirevole?> lo guarda fisso, rimanendo in ascolto e comprendendo quello che sta dicendo. "hai ragione" non riesce a nascondere quel pensiero. "...mia madre non sarebbe ancora viva se non fosse per me e per Hitomu, se non avessi iniziato quella indagine il clan Hyuga avrebbe sofferto una possibile attacco su larga scala, ho salvato la vita anche a Katsumi e Kimi e collaborato a riprendere Akendo, ho tenuto anche due neonati in casa con me per cercare la loro famiglia" un po' di cose insomma le ha fatte. "ma...non basta, sono colpevole di molto altro" ed a quel punto quando sente che i suoi figli stanno crescendo forti il suo sguardo si rabbuia, arrabbiata, non verso di lui e neppure verso se stessa. <hanno cercato di uccidermeli, di nuovo> stringe i denti <l'unica cosa che volevo era che avessero una vita serena e invece sono stati minacciati e rapiti...mi hanno costretto a scegliere tra Ken ed Ai, mi hanno fatto vedere Ai sgozzata> è furiosa al solo pensiero <come posso considerare me stessa in primo piano se devo proteggermi da tutto questo?> ma adesso aveva voglia di vedere i suoi figli ed in particolare, aveva voglia di vedere la faccia di Ai, sarà così felice di vederlo per la prima volta, oltre a sentirlo. <vado io> si solleva in piedi sorridendo <voglio fargli una premessa e dare il tempo a tutti di prepararsi> afferma avvicinandosi alla porta, andando ad aprirla per poi girarsi verso questo <andrà tutto bene> un ulteriore timido sorriso prima di percorrere il corridoio e scendere le scale verso il basso tornando in salotto <ragazzi, vi va di fermare il gioco per un po'?> domanda retorica la sua prima di continuare <non ero andata a preparare il bagno> con conseguente risposta da parte di Ai "si, lo avevamo capito". Un ulteriore sospiro viene fatto prima di farle riprendere la parola <avrei voglia di farvi conoscere una persona, sta scendendo giù o scenderà a momenti> si tiene sul vago la donna <è una persona molto importante> [ch on]

freeze 2 la vendemmia

17:24 Azrael:
 Ne ascolta le parole, accogliendo con un sorriso amaro le sue considerazioni sulla vita e con un sorriso divertito la battuta riguardo Kaori e quell’eventualità di essere malmenato dalle due Hyuga. < Partiamo dal primo punto. Andando giù, prepara le carte per il passaggio di proprietà della casa. In secondo luogo-- > Una breve pausa, mentre il sorriso si allarga mostrando in sequenza tutta la dentatura candida e curata < --per quanto mi piaccia l’idea che voi due possiate volermi picchiare, beh, dubito che la cosa possa avverarsi per davvero. > Troppo sicuro, tronfio ed arrogante riguardo le proprie capacità, la propria agilità e resistenza. Il solito Azrael. Prosegue, poi, sollevando la mancina a ravviarsi una ciocca dietro l’orecchio e tenendo un tono di voce tranquillo, perennemente calmo e pacato, tipico di chi sta dichiarando un’ovvietà o una legge della natura stessa < Al mondo non esistono schiavi e padroni. Cosa sarebbe Hitomu, senza alcun Konohano? Cosa sarebbe un capoclan, senza alcun clannato? Cosa sarebbe un Dio, senza alcun suddito? > Tiene lo sguardo scuro in quello più chiaro di Mekura, nell’enunciare quelle semplici parole sull’inarrestabile scorrere delle cose, sul ruolo delle persone su questa Terra < Ognuna delle persone che hai nominato, di cui ti sei dichiarata serva o seconda, hanno bisogno di te più di quanto tu abbia bisogno di loro. > Sempre rilassato, più di quanto ci si aspetterebbe da un individuo instabile come lui, nel terminare quel discorso, felice d’aver sentito che nei pensieri di Mekura v’è una considerazione di quanto di buono ha fatto nella vita < Ecco, considera le vite che hai salvato, non quelle che-- > Si arresta, resta di sasso a quanto la Hyuga ha da dire successivamente. Non dice nulla, ma la donna potrà chiaramente udire nella mente del Nara un impeto di rabbia e di furente ira che lo invade in una fiammata distruttiva, che non si riflette quasi nella di lui espressione, ma che lo porta a contrarre la mascella con forza, serrando i denti gli uni contro gli altri, la bocca secca e ridotta ad una sottile linea dura. “Chi? È già morto? Se non lo è, perché non stiamo andando a cercarlo in questo preciso istante?” Le domanderebbe mentalmente, troppo preso a placare la propria collera per proferire altre parole. E poi la lascia andare al piano di sotto, seguendo i suoi passi con lo sguardo e tenendo le orecchie ritte a cogliere ogni rumore, ogni passo ed infine—la voce di Ai. Il viso si rilassa, un profondo sospiro verrebbe tirato, finché poi – a calma ritrovata – andrebbe a sollevarsi a propria volta dal letto per seguire il tragitto fatto dalla Hyuga e, se gli fosse concesso, avanzerebbe un passo nella sala che accoglie il resto della famiglia. A capo chino, incapace per il momento di portar lo sguardo su chi è presente lì, permanendo in piedi con la destrorsa a grattare debolmente la propria nuca ed un filo di voce a risuonare dalle rosee < Ciao… > [ Chakra ON ]

18:08 Mekura:
 La Hyuga sente la rabbia dell'uomo trovando compatibilità con la sua. "non lo so chi sia stato, non lasciavano traccia, agivano e diverse persone ci sono finite in mezzo. Ad un'altra Hyuga, Shade Hyuga, hanno fatto vedere il suo compagno tagliato in due. Non era reale ma i danni mentali sono stati tali che non è più riuscita a tornare alla vita ninja. Qualcuno si era divertito a fare da giudice e carnefice delle vite di tutti e improvvisamente, nulla, scomparso" senza lasciare traccia, come già detto. Non ci pensa più mentre sente la voce di Azrael, non i suoi pensieri, nella sala, titubante quasi. Osserva la reazione dei figli: Ken è sorpreso, occhi sgranati e curiosi mentre si mette in piedi e si avvicina alla madre gesticolando con lei. La donna a sua volta gli risponderebbe con i propri gesti facendo mentalmente da traduttore ad Azrael "ha chiesto se eri quello della foto, gli ho detto di si e di non preoccuparsi" Ai invece ha la reazione più sconvolgente. <...> si gira in direzione di Azrael guardandolo dall'alto in basso, prendendosi il suo tempo mentre si alza lentamente <Azrael?> domanda perplessa mentre gli occhi le si gonfiano. Non è più una bambina come la conosceva Azrael orami è una adolescente, una vera signorina nel fiore dei suoi anni, eppure era lei anche con quei due occhi bicromatici verde ed azzurro. <Papà!> e detto questo, esclamandolo ad alta voce con le lacrime agli occhi si lancerebbe in direzione del Nara, braccia tese cercando di afferrarlo come se non volesse farlo fuggire, cercando di stringersi a questo con tutta la forza che disporrebbe. Mekura, in dispare osserva la scena con una mano sulla testa di Ken e l'altra sulla sua spalla sinistra, mentre questo continua a fissare la scena, perplesso. Ken, è praticamente la fotocopia di Azrael, tranne per la benda su un occhio, presenta le sue caratteristiche fisiche ed aspetto, tanto da essere impressionante la somiglianza, sopratutto ora che sono a confronto. [ch on]

18:40 Azrael:
 Sceso nella sala prende un profondo sospiro, gonfiando i polmoni e tentando di mantenersi quanto più neutro possibile in viso. Sollevq il capo cercando immediatamente con gli occhi la figura di Ken, suo figlio e fratello. E quello che potrà sentire la Hyuga attraverso l'empatia è... uno scoppio assordante. Il cuore di Azrael mancare un battito, il panico, il senso di colpa, il rimorso di averlo abbandonato e l'amore sconfinato di un padre verso il proprio bambino. Un affetto che non ha mai provato sulla propria pelle e che era sicuro di non riuscire a donare al proprio figlio. Eppure è lì, ad urlare a gran voce, a bruciargli in petto. "Mio figlio..." Mormorerebbe nella propria mente, deglutendo per mabdare giù il groppo di saliva e rammarico che gli preme forte sul fondo della gola. "È muto? E la benda? Che gli è successo?" Le domabderebbe, prima di concentrarsi, poi, su Ai. La squadra da capo a piedi, notando quanto sia cresciuta, cambiata, notando con piacere quanto i suoi occhi non siano più vitrei e vuoti. Ed è l'essere chiamato in quel modo da lei che lo spezza completamente, che gli fa tremare il labbro inferiore e che gli fa sgorgare una serie di lacrime dagli occhi, che s' avviano a rigargli il volto, mentre le braccia s'allargano per cingere la ragazzina dalla vita e sollevarla a mezz'aria < Ai, bambina mia! > La stringe, la tiene stretta a sé, incapace di frenare il pianto incontrollato di pura e semplice gioia < Mi dispiace, piccola mia. Mi dispiace di essere dovuto stare lontano così a lungo. Ma ora sono qui... > La voce si abbassa fino a diventare un fragile sussurro < Papà è qui... > La poggerebbe a terra, tenendole le mabi ai lati del volto, in modo che possano guardarsi e studiarai di nuovo, come per la prima volta. "Non li abbandonerò più. Ho già fatto troppi danni, ma-- sono i miei figli, sono il loro papà." Comunicherebbe mentalmente a Mekura, andabdo di nuovo a puntar gli occhi su Ken, convinto - mai come in questo momebto - di voler occupare il ruolo a cui si è sempre sottratto. [ Chakra ON ]

19:04 Mekura:
 "le donne dell'orfanotrofio hanno detto che sono due caratteristiche che sono venute fuori per difetto genetico, a parte l'occhio che ho fatto dei controlli, io ho dei dubbi sulla voce" afferma la donna continuando a coccolare il figlio istintivamente mentre intanto manda il messaggio mentale ad Azrael "effettivamente non ci sono danni alle corde vocali, è capace di parlare, volendo, ma in tre anni non lo ha ancora fatto, io non l'ho mai forzato, mi sono adattata alle sue esigenze." Si inginocchia arrivando al livello del bambino dandogli un bacio dietro la nuca. "vai da lui, gli piacerebbe conoscerti, sai? è molto bravo, è un Nara, ti può allenare dove io non posso allenarti" afferma la donna mentalmente ed intanto gesticola nel linguaggio dei segni verso Ken. Lui annuirebbe e lei lo lascia andare verso Azrael. "non so come fosse possibile, ma quelli dell'orfanotrofio sapevano chi era il padre di Ken, neppure fossero delle anbu" afferma la donna seriamente, lo deve sapere Azrael dato che "mi avevano detto che non avrei mai dovuto metterti in contatto con Ken, secondo loro avrebbe sofferto di un trauma per la morte della madre da parte tua, secondo loro lui ricorda" Sospira avvicinandosi "non so quanto credere a questa storia, mi ricordo quando me ne hai parlato, non era in una età dove è comune ricordare qualcosa" insomma, un po' di cose non tornano "meglio così...in questo modo sarà più facile farti avvicinare" anche se, dentro di se, da una parte aveva paura di perdere i suoi figli in questo modo.Sapeva che poteva fidarsi di Azrael, che non avrebbe mai fatto una cosa così crudele, ma sono le uniche due gioie che le sono rimaste i suoi figli ed aveva paura di perderli entrambi, di nuovo. Intanto <ti odio, dove sei stato, pensavamo che fossi morto> e continua ad abbracciarlo a prescindere dalle sue parole che tutto sono, tranne quello che voleva far intendere. non lo odiava, tutt'altro. <hai visto? ti vedo, ti piacciono?> domanda riferendosi agli occhi scostando i capelli tagliati a caschetto e non più lunghi come un tempo. "lo so" afferma la donna incrociando le braccia "e io sono la loro mamma" lo guarda preoccupata ma determinata "sai che volevo adottare Ken dopo aver ripreso Akendo? volevo farti cambiare idea e...crescerlo insieme" dopo questo aneddoto alla fine si umetta le labbra, vergognandosi un poco dei pensieri che le vengono in mente "va bene, essere loro padre, ma non portarmeli via, ti prego" [ch on]

19:43 Azrael:
 Ricaccia indietro le lcrime a forza, sorridendo gioiosamente alla bambina < Ah mi odi? { Le dice in tono profondamente sarcastico, riportandola coi piedi a terra < Allora colpiscimi. Più forte che puoi, così sfogherai il tuo odio e potrai volermi di nuovo bene, no? > Si batte un paio di volte sull'addome, per indicarle un punto dove sferrare un colpo ben assestato. < Certo che mi piacciono, sono gli occhi della mia bellissima signorina. E io? Ti piaccio? > Continua, portando poi l'attenzione a quanto dettogli mentalmente dalla Hyuga. La sorpresa ed il disprezzo sono piuttosto palesi. "Era un neonato, in una stanza diversa da quella in cui ho ucciso quella donna e non ha avuto modo né di sentire né di vedere nulla, nemmeno come fossi fatto." Le spiega, la rabbia crescente nella linea dei propri pensieri "Raderò al suolo il fottuto orfanotrofio, se le cose stanno così." Non ha idea di come abbiano fatto a sapere la sua storia, la sua identità e come si fossero permessi di dire quelle cose a qualcun altro. Tuttavia, ora come ora, è intenzionato a costruire un rapporto col piccolo passo dopo passo, senza infliggergli ulteriori traumi inutili. < Scusa Ai, adesso devo parlare un po' con questo bell'ometto. > Si piega sulle proprie ginocchia, dinanzi a Ken. Le mani al petto, nella tipica posizione che rese famoso Shikamaru. Mani a formare un rombo rovesciato, coi polpastrelli giunti insieme ed i plmi distaccati tra di loro. < Ehi campione. A quanto pare sei tu l'ometto di casa, mh? Io sono Azrael e sono molto felice di conoscerti. Sarei molto contento se tu volessi... allenarti con me qualche volta. > Gli sirebbe, seppur non con il linguaggio dei segni, che non conosce. "Non voglio portarteli via, ma... cerca di capirmi, ho bisogno di passare del tempo con loro. Magari potrei fare qualche ricerca in ospedale anche io per cercare di risolvere i problemi di Ken, se sei d'accordo." [ Chakra ON ]

20:05 Mekura:
 <si si ti odio> e effettivamente si metterebbe a colpirlo e Azrael se accettasse i colpi all'addome potrebbe intuire che Mekura l'ha allenata e non poco. La forza della ragazzina non è del tutto normale, non che possa fare danno ad Azrael in alcun modo, ma è solo una sorpresa in più. <si, si mi piaci un sacco...ma lo sapevo già che eri bellissimo> continua la ragazzina a dare attenzioni al genitore mentre mentalmente la madre continua "meglio così, lasciale perdere, non rispondo neppure da due anni alle lettere che gli mandiamo per far sapere come stiamo, si sono fidate e sono distanti per poter anche solo controllare cosa stia succedendo, in più, è una promessa che non ha nessun valore. Anche se hai perso la patria podestà non significa che non puoi riprenderla" rimane vicino al figlio mentre questo guarda verso Azrael sondandolo. Assottiglia le palpebre e letteralmente lo studia, dai piedi alla testa continuando a parlare senza mai staccare gli occhi da quelli del padre <chiede se sei davvero forte come dice la mamma> sorride quando questo le parla chiamandola mamma, la fa stare così bene. <e chiede se puoi insegnagli a diventare un Nara, la mamma ha detto che la donna dalla quale sono nato era una Nara> continua a fare da traduttrice Mekura prendendo poi un lungo respiro <si ma dilla tutta che a te piacerebbe diventare Anbu hum?> la risposta del ragazzino è immediata <ah...si certo, non puoi dirlo a tutti...giusto...ma il problema tesoro è che tu lo dici a tutti> SI inginocchia di nuovo portando le mani al capelli del ragazzino per arruffarlo e giocare con lui. "va bene...era la paura che sentivi prima, l'hai sentita no?" non l'ha nascosta "e credimi, ti seguirà anche Ai, gli sei mancato molto e non me la sento di negargli qualcosa che è di suo diritto" intanto dal salotto si alza anche il cane che arriva in direzione di Azrael <ah, lui è il cane di Ai, si chiama andoss era il suo cane guida e guardia prima degli occhi, adesso è solo il cucciolone della casa> insieme al gufo ed al corvo che al momento erano in giro a fare i loro comodi. [ch on]

15:22 Mekura:
 <si si ti odio> e effettivamente si metterebbe a colpirlo e Azrael se accettasse i colpi all'addome potrebbe intuire che Mekura l'ha allenata e non poco. La forza della ragazzina non è del tutto normale, non che possa fare danno ad Azrael in alcun modo, ma è solo una sorpresa in più. <si, si mi piaci un sacco...ma lo sapevo già che eri bellissimo> continua la ragazzina a dare attenzioni al genitore mentre mentalmente la madre continua "meglio così, lasciale perdere, non rispondo neppure da due anni alle lettere che gli mandiamo per far sapere come stiamo, si sono fidate e sono distanti per poter anche solo controllare cosa stia succedendo, in più, è una promessa che non ha nessun valore. Anche se hai perso la patria podestà non significa che non puoi riprenderla" rimane vicino al figlio mentre questo guarda verso Azrael sondandolo. Assottiglia le palpebre e letteralmente lo studia, dai piedi alla testa continuando a parlare senza mai staccare gli occhi da quelli del padre <chiede se sei davvero forte come dice la mamma> sorride quando questo le parla chiamandola mamma, la fa stare così bene. <e chiede se puoi insegnagli a diventare un Nara, la mamma ha detto che la donna dalla quale sono nato era una Nara> continua a fare da traduttrice Mekura prendendo poi un lungo respiro <si ma dilla tutta che a te piacerebbe diventare Anbu hum?> la risposta del ragazzino è immediata <ah...si certo, non puoi dirlo a tutti...giusto...ma il problema tesoro è che tu lo dici a tutti> SI inginocchia di nuovo portando le mani al capelli del ragazzino per arruffarlo e giocare con lui. "va bene...era la paura che sentivi prima, l'hai sentita no?" non l'ha nascosta "e credimi, ti seguirà anche Ai, gli sei mancato molto e non me la sento di negargli qualcosa che è di suo diritto" intanto dal salotto si alza anche il cane che arriva in direzione di Azrael <ah, lui è il cane di Ai, si chiama andoss era il suo cane guida e guardia prima degli occhi, adesso è solo il cucciolone della casa> insieme al gufo ed al corvo che al momento erano in giro a fare i loro comodi. [ch on]

15:58 Azrael:
 I colpi non lo impenwieriscono affatto, ma di certo lo rendw fwlice sapere che la piccola Ai sia in grado di imprimervi ben più forza di quanto sarebbe naturale trovare in una giovane donna della sua stazza. Le sue attenzioni, tuttavia, sono ora concentrate su Ken, che lo tratta - giustamente - come uno sconosciuto. Cosa che genera una serie infinite di piccole crepe che si diramano nel suo cuore. Fa male, dannatamente male. "Mekura... io..." Mabda giù un pesante grumo di saliva, rimettendosi dritto sulla propria schiena e tirando violentemente su col naso per ricacciare indietro un principio di pianto e far sì che un mesto sorriso possa incurvargli le labbra. < Non sono forte quanto dice la mamma. > Principia, portandosi una mano a grattare energicamente la nuca < Forse lo sono anche di più! > Esclamerebbe in seguito, fingendo tutta la calma e la tranquillità di cui non dispone in quel frangente. < Ho una cosa da proporti. Se tu e Ai venite un po' con me, posso portarti alla Magione Nara ed insegnarti la suprema arte del Controllo dell'Ombra. Che ne dici? > Si abbasserebbe poi verso di lui, accostandogli le labbra all'orecchio e sussurrando, benché sarà abbastanza udibile anche dalla Hyuga < E se vuoi posso farti conoscere un Anbu, ci hai mai parlato? Lo dico a te perché mi sembri veramente affidabile, mh? > Si alzerebbe, poi, facendogli un occhiolino e successivamente ruotando il capo verso Andoss. "Non temere, so che hai paura, ma fidati del fatto che non ti farò del male." Direbbe mentalmente alla Hyuga, riguardo i loro figli. "Ti spiace avviare le pratiche per la casa? Vorrei assicurarmi di riprenderla, prima di abdare." Termiba, infine, rimanebdo in silenzio, ma con un profondo senso di inadeguatezza a contorcergli le viscere. [ Chakra ON ]

16:34 Mekura:
 Sente il dolore di Azrael quando suo figlio lo tratta come uno sconosciuto, ma era un bambino che non sapeva la verità. A Mekura dispiaceva la cosa, continuava a guardare i due con ansia che nascondeva dietro la sua espressione materna mentre stava vicina al figlio continuando a fare da traduttore <dice che non è possibile che tu sia più forte di quanto ha detto la mamma, lei mi ha detto che potevi sollevare una zambato con due persone sopra, che i tuoi capelli sono così forti che hai imparato ad usarli come arma e mi ha detto che hai addirittura sconfitto un gigante, che hai salvato la mamma durante la guerra a kuugo> guarda Azrael, tutti e due, anzi, tre lo guardano. La hyuga si mette in piedi, sgranchiendo la schiena lasciando che padre e figlio interagiscano. Ken ha una espressione assolutamente rapita ed emozionata in particolare quando questo parla verso la donna. AI intanto era già scappata a fare i bagagli. Mekura, segue con lo sguardo Ai, piuttosto spenta e poi risponde a Ken, cambiando completamente espressione parlando nel linguaggio dei segni. Sorride, ma dentro di se sente svuotata. "Sto precisando che starai con lui per un po' senza tornare a casa, sto giustificando la cosa dicendogli che devo andare a kumo, cosa vera, e che preferisco che stiano con te piuttosto che con una copia" il messaggio mentale è quello prima di continuare a parlare con il figlio "promette che sarà bravo e attento alle tue lezioni... è quasi instancabile quando si impegna" lo avverte la donna prendendo un lungo respiro. Non tradurrebbe più tuttavia, ma non servirebbe dato che alla fine porta la mano alla bocca e la smuove dando un bacio verso il figlio <va, prepara le tue cose> e dopo uno schiaffetto sul sedere lo lascia andare in camera a prepararsi. Lo sguardo amorevole di mekura cambia drasticamente una volta riportato lo sguardo. Non dice nulla, per un po' rimanendo immobile, stoica sul posto <mi fido di te e so che non farai del male a loro> il tono tuttavia non è mesto, sembrava piuttosto un ordine, non una minaccia, non una richiesta. I figli sono l'unica cosa che non le possono toccare, se Azrael ha il permesso è perché è lui. <ho conservato tutto all'interno dei rotoli, pensi che non avessi già pronte le pratiche da quando sei tornato?> si muove velocemente in cucina, andando verso la cartella di cuoio dalla quale estrae dei documenti. Li porta ad Azrael già pronti, la casa è già sua. Il prezzo? Zero. <la casa è tua, lo è sempre stata, l'avevo solo tolta dal mercato. Per quello che guadagno è una perdita irrisoria...consideralo il mio regalo di ritorno al villaggio>[ch on]

17:12 Azrael:
 Sorride all'indirizzo del giovane Ken < So anche tenere in equilibrio la zanvato su un solo dito e lanciarla come fosse uno shuriken. E so teletrasportarmi, vai a prepararti che ti faccio vedere. > Non rialza lo sguardo su Mekura, lo tiene basso per la mancanza di forza nel guardare altrove se non sul pavimento. La mente è vuota, totalmente vuota. La quiete data dal panico più puro e primordiale. Lo sguardo è vuoto, quasi vitreo. Incurante del fatto che lei stia dicendo qualunque altra cosa, dwlle insicurezze, della casa. Sta solo pensabdo che ha da risolvere molte cose. Deve stabilire un rapporto ben misurato con Ken, riprendere quello con Ai, rivedere Kaori e pensare alla propria madre. Oltre a tutte quelle che dovrà fare come Shinobi della Foglia. Rialza lo sguardo, posabdolo su Mekura. < Sì, andrà-- tutto bebe. > Preciserebbe, pur non sapendo a cosa stia realmente rispondendo. Sgrana gli occhi sulla catyellina di cuoio, sorridendo alla di lei volta. < Oh... > Le si avvicinerebbe per schioccarle un ennesimo bacio sulla guancia, sussurrandole all'orecchio < Grazie. > Queste le sue ultime parole, prima di prendere la cartellina sottobraccio, abdare di sopra per recuperare rotoli e bambini e poi, esattamente come è arrivato, sarebbe pronto a compiere il sigillo della scimmia, ricoprirsi interamente di chakra e portare la propria mebte verso casa propria, seguita poi dal corpo e da tutto ciò che si porta dietro. [ se end ]

18:09 Mekura:
 In quel momento al piano superiore era il caos, anche il cane si era unito portando il suo giocattolo in bocca come se anche lui si preparasse a viaggiare, non era così, non per lui almeno. Si lascia dare un bacio da Azrael mugugnando a quel grazie. <mi aspetto molte cene offerte per questo> ironizza la donna prima di scappare di sopra a fare la mamma aiutando i figli a finire le valige in modo che non venga dimenticato nulla. Li amava, li amava tanto da farsi del male e si metterebbe a sorridere ed a salutarli <mi raccomando, fate i bravi> come se stessero andando in gita...e forse la cosa non era così tragica, forse doveva solo abituarsi alla idea che non potranno stare sempre con lei. Neppure usa la porta, li teletrasporta dove vuole lui e lei rimane da sola, con il cane che guaisce con l'osso di gomma in bocca. <andiamo Andoss, facciamoci compagnia> [end]

Azrael e Mek parlano di cose importanti, finisce il discorso con azrael che prende i figli con se e lascia mek con il cane.