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con Kaori, Kaime

10:35 Kaori:
 Si sente una sciocca a trovarsi lì. Si sente una stupida a sostare dietro quella porta che sa celare una casa vuota. Osserva con le iridi color perla il legno dinnanzi a sé col cuore in subbuglio e l'animo tormentato dal pensiero di Azrael. Sono un paio di giorni, ormai, che questi è partito per andare a parlare con Akendo circa la sua decisione di voler lasciare l'Akatsuki per rimanere stabilmente a Konoha ma la sua assenza pesa come un macigno nel petto della special jonin. Non sa davvero come quell'incontro potrà andare a finire, sa solo che ovunque si trovi, Azrael farà del suo meglio per tornare indietro. Da lei. Tuttavia l'attesa è devastante e il non sapere cosa stia accadendo le toglie il sonno ed il riposo. La presenza della madre del Dainin in casa sua, soprattutto, la porta a pensare a lui ancor di più, ancor più spesso e prepotentemente. Il pensiero di poter averla liberata solo per poi farle scoprire che suo figlio è morto e non sarebbe più tornato la terrorizza. Ma non può permettersi di pensare questo, non può permettersi di credere che Azrael non sarebbe tornato. Lui... è l'uomo più forte che lei conosca, l'uomo che ama e che la ama e mantiene sempre le sue promesse. Inoltre non c'è cosa che non sia capace di fare, lui è il realizzatore delle cose impossibili e sarebbe tornato dall'incontro con un Dio per rimanere con lei. Ma allora perchè è qui, davanti alla porta di casa sua? Perchè sosta dietro la soglia della sua abitazione pur sapendo che è vuota? Dopotutto se fosse vivo, se fosse tornato, non le avrebbe mandato quanto meno un messaggio mentale come prima cosa? Pur ammettendo che non si sarebbe dislocato alle sue spalle, non le avrebbe quanto meno riferito di essere sano e salvo per tranquillizzarla circa le sue sorti? Eppure non riesce a pensare che lui possa davvero non esserci. Non tornare. Non riesce a credere che dietro quella porta non vi sia nessuno... Il pensiero la tormenta e la porta, semplicemente, a sospirare con rassegnazione bussando un paio di colpi contro il legno dinnanzi a sé. "Aprimi, aprimi, aprimi, aprimi..." penserebbe con supplica, stringendo gli occhi, sperando con tutto il cuore di vederlo apparire dietro la porta con uno dei suoi soliti e smaglianti sorrisi. Se la porta si fosse aperta l'avrebbe vista indossare un corto yukata lilla che arriva, morbido, fino alle ginocchia con una sottile cintura viola a cingerle i fianchi. L'haori bianco con lo stemma del clan Hyuga cucito fra le scapole sarebbe lasciato aperto a mo' di giacca sopra la veste con le ampie e lunghe maniche ad arrivare fino ai suoi palmi e gli orli inferiori a svolazzare attorno agli stinchi. Le gambe sarebbero nude se non fosse per la presenza di un paio di sandali che le coprono piedi e caviglie mentre i lunghi capelli viola sarebbero uniti in cima alla testa a stringere una coda di cavallo che risulti comoda e ordinata. Infine il coprifronte di Konohagakure è legato attorno al collo a protezione della gola, con il nodo che va nascondendo il sigillo dell'empatia e dell'Hiraishin che lo stesso Nara le ha impresso sulla pelle ormai settimane prima. [ Chakra: on ]

10:56 Kaime:
 La giornata, per la giovane Ishiba, è cominciata già da un paio d'ore. Gli occhi ambrati si sarebbero diretti, appena sveglia, a scrutare quell'ambiente con il quale ancora non aveva preso familiarità. Il suo rapido e leggiadro incedere l'avrebbero portata, dapprima, alla sala da bagno, per poi rivederla nella sua stanza, stanza situata nel corridoio, subito dopo la camera del Nara. Tornatavi, la giovane si sarebbe abbigliata con una maglietta smanicata nera aderente, che le cingerebbe l'intero busto, compreso di collo, il quale, mediante un collo alto, andrebbe ad esser coperto da quella cupa stoffa. Le leve inferiori andrebbero, invece, ad essere coperte da un pantalone di jeans, con alcuno strappo nella loro forma, se non fosse che un piccolo buco, quasi impercettibile, causato dal piccolo Shiro, il cagnolino che da pochi giorni convive con la smeraldina ragazza. In questo momento la giovane si trova nella camera da pranzo, cimentata nei lavori di casa, che comprendono, attualmente, l'atto di spolverare il pianoforte...cosa che lei, avendo vissuto per anni con Karitama, saprebbe fare alla perfezione, evitando, attraverso alcuni trucchetti, qualsiasi pericolo alla lignea superficie dello strumento musicale, mentre non andrebbe mai ad azzardare eventuali pulizie al meccanismo interno dello stesso, in quanto non saprebbe dove mettere mano. Ennesimo passaggio circolare di un panno asciutto, tenuto in una morsa della mano destra, andrebbe ad essere svolto prima che alla porta qualcuno busserebbe. Di istinto, come faceva nella sua dimora Kusana, andrebbe a verbiare, a tonno alto...<...un attimo, arrivo!> direbbe, per lasciare il panno sul proteggi-tasti, per andar ad incedere, a piedi nudi, così da non ledere al parquet della abitazione, verso la porta, dove, con un morbido movimento, andrebbe a girar il pomello interno, così da far scattare tutti i chiavistelli della serratura, così da permetter l'apertura di quella porta, aprendo i battenti di quella casa ad uno...sconosciuto...cosa che a ben pensarci non era molto logica.

11:12 Kaori:
 Quello che accade in quelle poche frazioni di secondo giunge totalmente inaspettato alla ragazza. Una voce risponde al suo bussare contro la porta di una casa che dovrebbe essere vuota. Una voce diversa da quella dell'unico padrone di casa. Una voce sconosciuta. Una voce femminile. Il suo cuore sembra come paralizzarsi in una dolorosa contrazione mentre gli occhi si riaprono e le labbra si schiudono in un muto atto di sbalordimento, la mano ce ha colpito la porta con quel ritmico bussare ad abbassarsi lentamente fino a scivolare inerme lungo il fianco. Una donna. In casa di Azrael. Perchè? La sola idea la nausea e stordisce portandola a sentirsi come sospesa in una assurda situazione di frastornamento simile a quello che precede uno svenimento. Quello strano momento in cui i colori esplodono davanti agli occhi, il corpo perde consistenza e si diventa leggeri al punto da poter volare. La realtà si accartoccia su se stessa, ogni cosa sotto lo sguardo si distorce perdendo di significato ed ogni suono giunge al suo udito distante ed incomprensibile, come dall'altra parte di una parete. La porta si apre e la figura di una giovane fanciulla fa mostra di sé sulla soglia. Slanciata, magra, con meravigliosi capelli d'un verde acceso e iridi dorate simili a quelle della sua bambina. La pelle è d'avorio finissimo, le dita affusolate, l'espressione fresca e femminile come lei non ha mai sentito d'esser davvero. Non c'è solo una donna in casa di Azrael. C'è una *bellissima* donna che, a piedi nudi, sembra totalmente a suo agio in quell'abitazione abbastanza da avere il diritto di aprire a qualcuno che bussa. Perchè? Perchè Azrael? Cosa significa? Chi è lei? Kaori non riesce a parlare, la sua gola è secca, vuota, le labbra paralizzate. Si sente schiaffeggiata da una forza invisibile e portentosa eppure continua a ripetersi che sicuramente c'è una valida spiegazione a quanto si sta verificando. Lui... non avrebbe mai... Non le avrebbe mai fatto una cosa simile, no? Dopo averla guardata con quegli occhi innamorati, dopo averle detto che era pronto a morire per mano di Akendo pur di poter avere la sicurezza di poter vivere la sua vita a Konoha al suo fianco, dopo averle detto di amarla così teneramente non avrebbe mai potuto-- E si scontrano nella sua mente la consapevolezza del passato da rubacuori del Nara con la convinzione della sua innocenza e della sua fedeltà. Si scontra il timore di essersi fidata troppo ingenuamente di lui con la ferma consapevolezza che lui non l'avrebbe mai ferita così. Mai, mai e poi mai Azrael avrebbe potuto mancarle di rispetto in maniera così vergognosa e plateale, mai avrebbe potuto farle qualcosa del genere. Non dopo il loro tenero, dolcissimo addio. Come avrebbe mai potuto mentirle guardandola in faccia in maniera così indifesa e trasparente? Il cuore le fa male, le ciglia vanno sbattendo rapidamente in un incontrollato battito di palpebre che la sblocca da quell'attimo eterno di paralisi. < Ahm. > si schiarisce la gola, deglutendo, umettandosi nervosamente le labbra. < Cercavo Azrael. > riesce semplicemente a dire tentando di trattenere l'istintiva ondata di fastidio e rabbia che l'ha appena attraversata da capo a piedi. < Tu saresti...? > aggiunge, dopo poco, cercando di mantenere la calma, di rimanere cortese ed educata nei modi ricorrendo ad uno sforzo di volontà decisamente non indifferente. [ Chakra: on ]

11:26 Kaime:
 La porta si aprirebbe lentamente, accompagnando il movimento tutto con la mano che impugna saldamente la maniglia, pronta a chiuderla in caso fosse qualche mal'intenzionato. Alla di lei vista si palesa una ragazza bellissima. Capelli viola, che andrebbero a contrastare quella nivea epidermide facciale, adornata da occhi di perla, la cui particolarità farebbe deglutire la ragazza per una sorta di terrore, il terrore di vedere qualcosa a cui non è abituata, qualcosa a cui nessuno potrebbe essere abituato al primo incontro. Il suo vestiario, infine, è tradizionale, splendidamente abbinati, tutto su tonalità di viola e rosa, colori che lei ama, in quanto le ricordano il fratello, il cui vestiario corrispondeva a tali cromature. L'altezza delle due dovrebbe essere la medesima, ma in questo momento la piccola ballerina si sente una formica davanti a qualcosa di troppo più grande di lei....e non capisce perchè. Poi vi è quel chiosare, quel verbiare con semplicità, una semplicità che lei conosce...la stessa che usava lei quando le chiedevano di Karitama. La replica è repentina, cercando di essere più completa possibile, andando a, arricciando le rosee in un candido sorriso, proferire...<ciao, Azrael non è in casa..> per poi, aprendo completamente la porta e mettendosi al lato corrispondente, andrebbe a stendere la mancina, andando a proferir in seguito...< vuoi entrare?> per poi, a prescindere dalla reazione dell'altra, andrebbe a continuar l'iniziale intervento...<sono Kaime Ishiba, genin di Kusa e Azrael mi sta ospitando per alcuni problemi personali. Posso sapere tu, invece, chi sei?> il tutto continuando ad essere il più cordiale possibile, mantenendo quel sorriso e sperando che con il suo fare, la ragazza potesse rilassarsi. Se non lo facesse il modo di fare della danzatrice, forse l'arrivo di Shiro potrebbe aiutare. Il cucciolo, infatti, goffamente, andrebbe a correre verso l'uscio della porta, con le sue zampette chiuse in dei fazzoletti in stoffa, così che le di lui unghiette non potrebbero ledere a quella delicata pavimentazione. Giunto alla porta andrebbe a latrare acutamente, scodinzolante, annusando l'aria e forse captando qualche altro odore dalla ragazza dalle parlacee iridi...forse il micino o il 'micione' che questa ospita nella propria dimora.

11:51 Kaori:
 Inspira. Espira. Inspira. Espira. La ragazza si impone di procedere a questo ritmo nel modo più profondo e completo possibile così da tenere la pressione a livelli accettabili. Mantiene per quanto possibile una espressione di educato distacco essendo dinnanzi ad una totale sconosciuta, cercando di imprimere sulle rosee un mezzo sorriso che possa nascondere il dissidio interiore che la sta lentamente logorando. Odia questo lato di sé: il continuo paragone con chiunque le si pari dinnanzi, il continuo negare la propria femminilità ritenendo che non possa mantenere il confronto con quella di chiunque altro su questa terra. E sì che la giovane che ha dinnanzi è di un livello davvero alto in quanto a sensualità e fascino. Il suo corpo par essere stato disegnato direttamente dalle mani di un Dio. Il suo fisico ha lineamenti eleganti, puliti, con curve morbide ma appena accennate e tratti lineari e perfetti a definire una vita sottile, un addome piatto, mani piccole ma dalle dita lunghe. Questa ragazza è semplicemente bellissima con uno sguardo che Kaori definirebbe accattivante. C'è qualcosa di felino nei suoi occhi che la fa apparire davvero bella. Tuttavia l'istintiva reazione di panico scaturita alla sua vista va scontrandosi con i suoi sorrisi gentili, con l'affabilità da lei dimostrata, dalla cortesia rivoltale nella sua educata risposta. La Hyuga si ritrova bloccata in una spiacevole sensazione: l'irrazionale e incontrollata paura di lei e il senso di colpa per aver immediatamente rivolto rabbia ad una giovane così tanto cortese nei suoi riguardi. Bene. Di male in peggio. La giovane la invita ad entrare in casa portando Kaori a sentirsi ancor più stranita nel sentirsi invitare nella casa di Azrael da un'altra ragazza che non conosce e che, in teoria, non dovrebbe vivere lì. Cosa dovrebbe fare? < Uh--mh, certo. > mormora distendendo il sorriso con fare incerto udendo dunque il dire dell'altra a seguito di quel suo chiederle chi sia. Le iridi della Hyuga si sgranano appena nell'udire il nome della fanciulla scoprendo che questa si chiama come la madre del Nara. La cosa la colpisce, la sorprende, ritrovandosi quindi ad annuire quando la genin le spiega che Azrael la sta ospitando lì per aiutarla in qualche modo. Non commenta, non sarebbe cortese da parte sua chiederle nulla circa i suoi problemi, ma si limita ad annuire prima di procedere con la propria presentazione. < Io sono Kaori Hyuga, special jonin della Foglia. > si presenta la ragazza seguendo il tipo di presentazione proposto dalla stessa Kaime, in quel modo di enunciare il proprio grado così simile a quello utilizzato dallo stesso Nara, un'abitudine presa nel tempo senza neppure sapere di tale somiglianza fra loro. < Piacere di conoscerti. > aggiungerebbe, quindi, sentendosi appena più calma nel sentire da lei che la sua presenza lì dipende semplicemente da quello che potrebbe essere definito un favore, nonchè dalla gentilezza mostrata dalla Ishiba. Sembra essere una ragazza per bene, gentile e ben disposta, forse -tutto sommato-, può prendersi qualche attimo per conoscerla davvero. Mentre starebbe per entrare però verrebbe raggiunta da un piccolo cagnolino dal musetto curioso che annusa l'aria attorno a loro portando la Hyuga a sorridere, chinandosi all'altezza dell'animale con una espressione assai più morbida e rilassata. < Ciao piccolino. Senti l'odore di Asia eh? > sorriderebbe con innocenza alla volta del quadrupede, rialzandosi poco dopo con espressione divertita. < Tranquillo, non è qui. > Solo a quel punto tenterebbe di varcar la soglia a seguito dell'invito dell'altra, fermandosi poco oltre l'entrata per sfilarsi i sandali e lasciarli all'apposito gradino che precede il parquet. < Così, uh, da quanto vivi qui? > domanderebbe lei non sapendo bene come dovrebbe rapportarsi con lei vista la strana situazione. < Non ho notizie da Azrael da un paio di giorni... Ero passata a controllare se ci fossero novità. > E, in effetti, una l'ha trovata. [ Chakra: on ]

12:07 Kaime:
 Il cagnolino, il piccolo cucciolo dal bianchissimo manto e da occhi dalla cromatura corrispondente a quelli della sua padrona, andrebbe ad alzare il musetti annusando, con quel tartufo nerissimo, l'etere intorno la Hyuga. Appena questa si abbasserebbe su di questo, Shiro andrebbe a saltare, nel tentativo di leccarla con la rosea linguetta, ma non la raggiungerebbe, ricadendo sulle zampette che, ammantate da stoffa, alla quale non sarebbe abituato, così da perdere la presa al suolo e accasciarsi di lato. Ma ciò non gli provoca dolore, anzi, lo porterebbe solo a stendersi sulla schiena, divaricando le zampa posteriori e flettendo quelle anteriori su loro stesse, lasciando tutto lo spazio che necessita alla special jonin di passare, seguendo, eventualmente, il passaggio della donna dai violacei capelli con lo sguardo, scodinzolando, non per la possibilità di essere accarezzato, o meglio, anche per quella, ma per la sola presenza di qualcun'altro in quella casa. La Ishiba, dal canto suo, andrebbe, al passaggio della konohana, a richiudere la porta, delicatamente, andando in seguito a seguir la giovane, cominciando a proferir, in sua direzione...<sono qui da tre giorni. Il giorno seguente Azrael mi ha detto solo che avrebbe dovuto fare delle cose, senza precisarmi nulla, e mi ha chiesto di gestire e pulirgli casa.> direbbe, per poi ripetere in mente quel nome...'Kaori'...ECCO! <...ah!tu sei il medico dell'ospedale?il primario?...Azrael mi ha rimandata a te per una questione medica, per la quale ancora non ho avuto il tempo necessario. Se hai un momento posso parlartene...> direbbe, quasi sottointendendo una richiesta, attendendo infine la risposta da parte dell'altra, mentre, con passo celere, andrebbe ad infilarsi in cucina dove, senza dir nulla, comincerebbe a metter sul fuoco un bollitore con dell'acqua precedentemente immessa, così da poter preparare del té. Sentendo, infine, i passetti incerti del cagnolino, alla ricerca di attenzioni dalle due giovani.

12:22 Kaori:
 Il cagnolino sembra essere desideroso di attenzioni e coccole, non ché pieno di voglia di giocare. Il suo musetto tenero e il suo atteggiamento allegro portano Kaori a rilassarsi ancor di più decidendo di ignorare l'istintivo moto di gelosia salitole alla gola in virtù della fede che nutre nei riguardi del Nara. Torna a porre verso l'altra la propria attenzione seguendola dentro casa assieme al cagnolino al quale darebbe poche carezze dopo essersi sfilata i sandali così da potersi liberamente muovere per la casa del Dainin nel pieno rispetto delle sue "regole di civile convivenza". Ascolta quanto Kaime le dice ritrovandosi ad annuire con fare comprensivo. Considerando quanto delicata sia la situazione nella quale si è andato a ficcare ha senso che non abbia specificato dove sia andato a finire. < Capisco. Sì, purtroppo non sa neppure lui quando riuscirà a tornare... Speravo davvero che avesse risolto tutto. > sospira la Hyuga chiudendo un istante soltanto le palpebre, rialzandosi dalla posizione chinata dalla quale aveva preso a carezzare il capo del piccolo Shiro. Quando avverte il tono sorpreso dell'Ishiba nell'udire il proprio nome si ritrova ad osservarla con espressione confusa, inclinando appena il capo, aggrottando le sopracciglia quasi in una muta espressione interrogativa. < E-eh? P-primario? > domanda la giovane sbattendo le ciglia rapidamente, le gote a tingersi timidamente di rosso, tornando col capo dritto sul collo e agitando le mani dinnanzi a sé come a voler fermare l'altra. < No, no, non sono il primario, figuriamoci! > esclama la ragazza come se la sola idea fosse assurda. < Però-- sì, sono un medico. Lavoro all'ospedale di Konoha. > conferma quindi facendosi adesso più seria nel guardare la ragazza negli occhi, quasi come se quanto l'altra le abbia appena detto avesse fatto scattare l'istinto protettivo da medico che l'ha sempre contraddistinta. < Certo, dimmi pure. C'è qualche problema? > la incoraggia allora seguendola, arrivando fino alla soglia della cucina sulla quale andrebbe a sostare invidiando quasi la naturalezza con la quale la ragazza si muove per quella casa. Sa che non dovrebbe, sa che probabilmente lei stessa avrebbe eguale se non superiore libertà di movimento fra quelle mura considerando il rapporto che la unisce al Nara, tuttavia fino a quando non avesse parlato con Azrael ancora una volta, non si sarebbe sentita in diritto di decidere di nulla in quel posto, di toccare alcunché se non lo stretto necessario nel modo più cauto e attento possibile. [ Chakra: on ]

12:40 Kaime:
 Le prime bollicine andrebbero a formarsi in quella calda essenza liquida, ma ancor freddo per esser utilizzato per la infusione delle erbe. Quel metallico bollitore non aveva ancora raggiunto il sonoro fischio che avvertirebbe la Ishiba della possibilità di poter passare alla fase successiva. Il chiosar, nell'attesa, si ripresenta, con naturalezza, andando a smorzar i titoli e cominciando a prendersi, forse, confidenze che non può permettersi....<ah...Azrael mi aveva detto che eri primario...comunque sia...> direbbe, ruotando il corpo, ma tenendosi nella medesima postazione, così che, al momento giusto, possa repentinamente spegner il fuoco e utilizzar quell'acqua come un gesto appropriato per una proprietaria di cas...usurpatrice di casa. Il dire giunge rapido, e la serietà riecheggia nel suo tono...< non posso spiegarti nel dettaglio, ma sono entrata in contatto con sangue animale e volevo farmi le dovute analisi per scongiurare la possibilità di malattie animali...rabbia o altre infezioni simili, in primis perchè sono in un villaggio che non mi appartiene, in secundis per evitar di poter trasmettere qualcosa a Shiro..> rivolgendo lo sguardo a quel cagnolino, ormai posto in cucina, il quale andrebbe a mordicchiarsi il fazzoletto posto alla zampa anteriore destra, quasi a volerlo strappare via. Il tempo del dialogo è bastato a quella stoviglia per portar al punto di ebollizione il liquido al suo interno, così, rapidamente, andrebbe ad aprire il mobile posto al di sopra del piano cottura dove, evitando le bottiglie di sakè...le troppe bottiglie di sakè, andrebbe a prender due tazze da té, marroni all'ersetno, mentre l'interno paleserebbe una tonalità candida di bianco. Queste non avrebbe alcun manico, ma il calore si disperderebbe attraverso la struttura esterna, basata su varie' pieghe', quasi a formar anelli lungo l'intera altezza. Per sua dienticanza, andrebbe, sol ora, a chieder una cosa importantissima alla Hyuga...<il té come lo preferisci? verde, nero...?> andando, mentre aspetterebbe risposta, a porre una seconda domanda...<..tu e Azrael siete fidanzati?> direbbe, aggiungendo infine...< non che siano affari miei, ma parli come me quando penso ad una persona...> per poi far calare il silenzio, interrotto solo dai versi prodotti dal piccolo canide.

13:25 Kaori:
 L'espressione di Kaori va ammorbidendosi al pensiero di Azrael che parla a questa ragazza di lei. A come parli delle sue capacità definendole persino superiori di quanto in realtà queste non siano, a dirla tutta. Il sorriso che va dipingendosi sulle sue labbra è dolce, morbido e la rende molto più cordiale di quanto non apparisse in precedenza. < Sì beh, credo sia stato solo troppo gentile... > mormora con una luce totalmente diversa nello sguardo, l'espressione morbida e intenerita al pensiero di lui prima di tornare seria e attenta alle parole di Kaime. Presta ascolto al suo racconto, alle sue parole, analizzando all'istante nella propria mente quanto sta udendo. Sangue animale, infezioni, malattie. Timori legittimi e comprensibili che dimostrano sicuramente una certa attenzione alla propria salute e che portano la Hyuga ad annuire con espressione coinvolta. < Capisco. Beh, sicuramente sarà bene fare delle analisi per assicurarsi che sia tutto okay. Quanto tempo fa è avvenuto questo contatto? > domanda la giovane cercando di iniziare a farsi una idea generale della situazione. < Sei stata male da allora? Febbre, vertigini, giramenti di testa, debolezza...? Niente del genere? > chiederebbe allora per assicurarsi delle condizioni della ragazza, per quanto in effetti le paia piuttosto in forma a guardarla. < E soprattutto: che tipo di contatto è stato? Il sangue è stato ingerito? E' stato solo un contatto superficiale? O è penetrato dentro ferite e/o tagli? > Insomma, le domande base per farsi una idea quanto mai generica su cosa possa essere effettivamente accaduto alla ragazza. Naturalmente, a prescindere dalle sue risposte, l'avrebbe comunque portata in Ospedale per fare degli adeguati controlli e, in caso, metterla sotto terapia antibiotica per qualche giorno, giusto per andare sul sicuro. Solo a quel punto la fanciulla va a proseguire il suo fare per preparare il té e quando chiede alla Hyuga che tipo preferisca Kaori si ritrova a risponderle con un sorriso cortese. < Del tè nero andrà benissimo. > E' il tè preferito di Azrael da che ricorda dalla serata del tatuaggio per cui immagina che la cucina ne sia ampiamente fornita. Sta già per dire qualcos'altro per non lasciar cadere un velo di denso ed imbarazzante silenzio quando la domanda a bruciapelo di Kaime la porta ad arrossire violentemente e boccheggiare con la stessa timidezza di una bambina alla quale hanno appena tirato le treccine davanti a tutta la classe in segno di burla. < E-eh? > domanda con voce tremante, balbettante, sentendo il cuore esploderle nel petto, le orecchie bruciare, le gote a fuoco. Perchè quella domanda -in maniera più o meno velata- continua a venirle posta in quei giorni? E perchè sempre dalla Kaime di turno? E' così palese ed evidente ciò che prova per lui? Le è scritto in faccia quanto sinceramente lo ami? La cosa non la stupirebbe affatto. Il sentimento che prova è così intenso e soverchiante che per quanto le riguarda deve brillarle a chiare lettere sopra la testa. < --Non lo so. > ammette, alla fine, con timidezza, abbassando lo sguardo con quel suo fare impacciato e genuino, sentendosi piccola piccola nell'ammettere così chiaramente quella verità. < Non ne abbiamo propriamente parlato... ma immagino.. voglio dire... > si morde il labbro inferiore rialzando lo sguardo con goffaggine, rigirandosi una ciocca di capelli viola attorno all'indice destro con estrema fragilità, della kunoichi medico di poco prima neppure l'ombra. < Siamo piuttosto legati. > E più di questo non crede proprio di poter dire senza temere di dire qualcosa di inesatto o sbagliato. Il silenzio che segue quella sua risposta, tuttavia, ha vita breve: ci vuole poco perchè la curiosità della Hyuga la porti ad osservare Kaime con l'ingenuo interesse di due ragazze alle prese con sentimenti simili e delicati. < Il tuo ragazzo? > domanderebbe timidamente, affrettandosi subito dopo ad aggiungere: < Cioè, non che mi riguardi! Non devi rispondere per forza, davvero! > [ Chakra: on ]

13:45 Kaime:
 La destrorsa andrebbe ad afferrar il manico, in gomma ricoperto, del bollitore, così che non possa scottarsi mentre, sollevandola, con un minimo di forza, il minimo che serve per mettere in evidenza vene e nervi posti alla base del polso, subito sotto il palmo della mano, sollevando la stoviglia per far aderire il suo beccuccio alla prima delle due tazze. un leggero movimento anti-orario andrebbe ad esser svolto per versare il bollente liquido all'interno di quei contenitori ceramici, mentre questi sono tenuti fermi mediante morsa della mano gemella. Fatto ciò, e dopo aver ri-posato il bollitore sul piano cottura, con un tintinnio causato dall'impatto di ferro e grata del fornello, la giovane andrebbe a prelevar due bustine di té, una al té nero, l'altra al té verde, meno amaro, più delicato...non tanto per il gusto, ma per le abrasioni a cui il suo esofago è sofferente, in maniera silente, senza lamentarsi...ma da quando ha smesso di autoflagellarsi l'animo il dolore è più nitido, è più intenso...ma più vergognoso. Le tazze verrebbero infine raccolte, una per mano e, cominciando un leggero incedere verso il medico, la piccola Kaime andrebbe a porgere quella tazza, dal filo, al cui capo vi sarebbe un piccolo quadratino cartaceo, penzolante. La sua risposta giungerebbe solo in seguito, una volta che la sua mano sinistra fosse stata liberata dall'ingrombro della tazza, per poi, finalmente, socchiudere le rosee e prender parola. <Allora...è passata poco meno di una settimana e il sangue è giunto sia per via di un contatto superficiale che per una leggera ingestione..solo qualche schizzo> direbbe, per poi riprender a parlare...<se può essere d'aiuto era un cervide...non so se hanno tipologie virali diverse da altri animali..> per poi andar a sedersi, dando per pochi istanti le spalle alla sua ospite, andando a portar i glutei sulla seduta di una sedia posta lì nella cucina, avanti al tavolino, andando ad accavallar la leva destra sulla sinistra in un lento e, mai volgare, movimento. La tazza verrebbe posta sul ligneo tavolino, andando, per un istante, a portar parte dei propri capelli dietro l'orecchio destro, con una rapida carezza delle dita destrorse, riprendendo a parlare...<ok...no, tranquilla..mi serviva sapere solo se fossi tu quella che nominò a me e mio fratello.> dicendo, per poi sorridere e ripensando a quella affermazione...'non è la mia ragazza,ma sarà la mia futura moglie', senza rivelarla alla giovane che ha di fronte, soprattutto perchè lo sguardo si spalanca e gli occhi si spengono, andando a chiosare, con un tono più mesto, in cui vi è l'arte teatrale di una vita, nella brama di dimostrar una felicità che in alcuni momento non caratterizzano il suo animo...<non è il mio fidanzato...ci conosciamo solo da quando siamo nati, praticamente e...non sa nemmeno di me e io non posso dirglielo...è complicato da spiegare.> direbbe, andando, portando la destra alla tazza e la mancina sotto di essa, a sorseggiar per la prima volta quella bevanda, che a lei non piace molto, ma non può certo bere saké già dalla mattina...a dire il vero non lo beve nemmeno di sera....a dire il vero non sa neanche che sapore abbia, ma se poi Azrael si ritrova con una bottiglia in meno è possibile che si adiri e cacci la Ishiba di casa, quindi perchè rischiare per un po' di liquore...con la possibilità che neanche le piaccia

11:09 Kaori:
 Non appena Kaime termina di versare l'acqua ed immerge le bustine di té in infusione, Kaori va scostandosi dallo stipite della porta alla quale si era in precedenza poggiata per allungare una mano in direzione di lei, pronta ad afferrare la tazza che l'altra le sta rivolgendo. L'afferrerebbe tramite una delicata presa di pollice ed indice attorno al bordo superiore della chicchera per poi ritrovarsi ad ascoltare il resoconto appena più dettagliato di quanto accaduto dalle labbra della genin. Annuisce ad ogni risposta ricevuta appuntandosi mentalmente ogni informazione per iniziare dunque a scartare possibilità e prenderne in considerazione altre in un rapido tentativo di diagnosi da poter iniziare a fornire alla giovane. < Allora.. pochi giorni, immagino nessun malore successivo all'evento visto che non mi hai accennato a nessun tipo di anomalia, poche gocce ingerite. > Riassume il medico assottigliando appena lo sguardo con fare serio, riflessivo, concentrandosi su quanto ha appena scoperto. < Il contatto superficiale è quello che mi preoccupa di meno. Se hai lavato subito via il sangue e usato del disinfettante dovrebbe non aver causato problemi. L'ingestione potrebbe essere più problematica. > osserva quasi parlase fra sé e sé più che con la ragazza davanti a lei, ritrovandosi solo a quel punto a rendersi conto di quanto la frase possa suonare preoccupante ad un orecchio inesperto, nonché ad una fanciulla così giovane. < Ma non vuol dire grave eh! Intendo che avendolo ingerito è possibile che possa essere avvenuto un eventuale contagio, ma considerando che sono state poche gocce le possibilità sono davvero esigue. Inoltre ingoiandolo non è andato a mescolarsi al tuo sangue ma anzi è arrivato allo stomaco dove i succhi gastrici dovrebbero aver ucciso gli eventuali batteri virali. > spiega la ragazza per poi rilassare il volto e quindi sorridere. < Ti porterò in ospedale a fare delle analisi: è l'unico modo per essere sicure della situazione. Se dovessi riscontrare dei valori alterati allora inizieremo un ciclo antibiotico. Non preoccuparti. > la rassicura quindi Kaori andando solo adesso a bere un sorso del suo té, raggiungendo l'altra verso le sedute che Kaime stessa ha raggiunto al tavolino della cucina. Gambe elegantemente strette fra loro, la mancina a reggere la tazza, la destrorsa abbandonata sul ventre. Quando si parla di Azrael la situazione si fa imbarazzante, delicata, scatenando come sempre quella reazione di innata timidezza nella giovane che, nonostante abbia confessato i suoi sentimenti al Nara e accettato con gioia i suoi, non sente di poter ancora dire a chicchessia di essere la sua ragazza. E' qualcosa del quale dovrebbe parlare con lui. < Mh? > aggrotta appena le sopracciglia, sbattendo le palpebre, non sapendo a cosa l'altra si stia riferendo. < Ha parlato di me? > chiede leggermente tesa, imbarazzata, mordendosi il labbro inferiore con fare timido, sorseggiando il proprio té mentre attende che sia Kaime, questa volta, a rispondere alla sua domanda. Quello che le racconta porta Kaori ad inclinare leggermente il capo trovando che questa fanciulla sia quanto mai misteriosa: faccende personali che l'hanno portata via da Kusa, problemi che l'hanno portata a contatto con del sangue animale, un amore complesso con qualcuno che le è stato accanto tutta la vita. Pochi accenni della sua vita, nessuna reale informazione, tasselli sparsi di un puzzle assai intricato del quale Kaori non sente di poter chiedere di più. Lei non è nessuno, dopotutto, e sarebbe scortese avanzare domande sulla vita privata di una ragazza che con lei non ha nulla a che fare. < Sembra una situazione difficile. > commenta semplicemente la Hyuga, alla fine, poggiando la tazza su uno dei poggia bicchieri presenti sul tavolo così da non lasciare macchie sul legno. < Non so come riesca a gestirla, a dire la verità. Personalmente non mi è mai riuscito bene di nascondere i miei sentimenti per qualcuno. > confessa con un sorrisetto appena accennato delle labbra pensando a quanto chiaramente la gente possa leggere sul suo volto ciò che prova per il Nara. < Spero che le cose possano andare meglio, però. Non conosco i dettagli e non so chi sia questa persona quindi non ho veri consigli da offrire ma... penso che rivelare i propri sentimenti sia sempre la cosa migliore. E se non puoi portarli alla luce... forse non è la persona giusta. Per quanto non si possa scegliere per chi provarli... > mormora lei stringendo appena le rosee in una espressione mortificata, stringendosi nelle spalle. [ Chakra: on ]

11:30 Kaime:
 Un sorso, un unico sorso basta alla giovane Ishiba per sentir il suo interno riscaldarsi, man mano che il caldo infuso le scende dalla gola lungo l'esofago, giungendo infine nello stomaco. Il gesto è aggraziato, non tanto per far bella figura, ma in quanto, per quanto pochi ne siano al corrente, la giovane, da sua madre, ha ricevuto un'indottrinatura tradizionale, di stampo geishistico, ma per un'unica ragione...le kunoichi devono sapere, in caso di bisogno, come infiltrarsi in contesti malavitosi, e le tradizioni antiche sono le più difficili da imparare e fingere. Ma per lei quel gesto è naturale, spontaneo, ed è per questo che sfrutta questo modo di fare mentre l'altra...parla da sola. A quell'affermazione gli occhi si spalancano e la tazza viene scostata dalle rosee e poggiata sul tavolino, cominciando, a causa della paura, a sentir il cuore accelerare il suo ritmico pulsare, il sangue gelarsi, la pelle accapponarsi...ma non per paura di essere malata o altro, o meglio, non per le conseguenze che avrebbero su di lei, ma se fosse una portatrice di virus come potrebbe avvicinarsi al suo amato Karitama? La giovane dal violaceo crine avrà capito che le proprie parole avrebbero potuto incidere sulla giovane, quindi andrebbe a rassicurarla ma...essere pronti con un cerotto mentre nella mano gemella si impugna una katana...non è proprio risolutivo. Il discorso varia, dopo la proposta dalla Hyuuga sul portare la ballerina in ospedale, offerta alla quale Kaime non si sottrarrebbe mai, anche per sapere se il suo corpo debilitato avesse avuto, a prescindere dalla possibilità di infezione, reazioni a quel sangue estraneo. <A dire il vero...no> direbbe la giovane, andando a replicare celermente a quella domanda postale, per poi continuar, forse sbagliando...<non ci ha parlato di te, e non ha detto che siete fidanzati...> Evitando di palesare l'ultima frase detta a riguardo dal Nara 'é la mia futura moglie', per poi sentir il commento riguardo al suo rapporto con karitama,andando, scurendosi gli occhi, ad abbassar lo sguardo sulla sua tazza, dove il destrorso indice andrebbe a perimetrare il bordo con il polpastrello, replicando infine...<non posso dirglielo...rovinerei tutto e nessuno sarebbe dalla mia parte. Ferirei perfino i mie genitori e, probabilmente, direbbero che sono pazza...> Il tutto detto con tono mesto, smorto, a stento concepibile e percepibile, mentre il silenzio calerebbe tra le due.

11:53 Kaori:
 Le dispiace di averle fatto venire un infarto con quelle sue parole. I medici a volte non si rendono conto di quanto una frase detta sovrappensiero possa far presagire le peggiori situazioni ai pazienti in cura. Per questo la Hyuga s'affretta a chiarire che la situazione non è così grave come possa apparire: la tempestività con la quale la fanciulla ha deciso di richiedere aiuto medico l'avrebbe portata a non subire conseguenze anche in caso di un effettivo virus in circolo nel corpo. L'argomento tuttavia vien fatto cadere e, mentre Kaori sorseggia lentamente il suo té, Kaime va precisando ciò che Azrael ha detto quando li ha incontrati. O meglio, precisa che non ha parlato della Hyuga e che non ha fatto cenno ad una loro presunta relazione. Il che non è propriamente confortante. < Oh. Capisco > annuisce Kaori piantandosi in faccia un sorriso di circostanza dissimulando la quasi delusione nell'udire tali parole. Quindi ascolta quanto la genin ha da dire in merito al ragazzo per cui prova dei sentimenti e si ritrova a non sapere bene come comportarsi. Non può chiedere delle specifiche visto che le due sono sostanzialmente estranee, nè le sembra cortese ficcare tanto il naso in una situazione che proprio non la riguarda. Di base non avrebbe neppure alcun motivo di rimanere in quella casa visto che Azrael non c'è e che non ha molto da condividere con quella ragazza se non la promessa di una visita medica. Tuttavia le dispiace il pensiero di lasciarla con quell'espressione crucciata, quel tono pacato e basso che cela una punta di malinconia. < Non conosco la situazione e non pretendo di capire. Così come dubito di poterti dare consigli in merito che possano risultarti utili ma... > poggia la tazza nuovamente sul tavolo sporgendosi appena verso di lei per puntare le iridi perlacee in quelle ocra della ragazza e tentare d'allungare una mano per portarla sulla spalla di lei se l'altra non ne avesse rifuggito il contatto -magari- invadente. < I sentimenti non sono mai sbagliati. > Lo dice con convinzione, annuendo, cercando d'imprimere quanta più sicurezza possibile nella sua voce. < Possono essere incomprensibili, irrazionali, scomodi persino. Ma mai sbagliati. Se non corrisposti potrebbero... sì, portare ad un distacco, ma è davvero questa la cosa peggiore che possa accadere? Non è peggio continuare a vivere amando qualcuno che non saprà mai quello che provi? > La ragazza si ferma andando a quel punto ad umettarsi le labbra e quindi lasciar cadere la mano dalla sua spalla. < Non devi rispondere a me. Pensaci su. Trova una risposta per te e... agisci di conseguenza. Mh? > le sorriderebbe, quindi, con gentilezza. [ Chakra: on ]

12:12 Kaime:
 Le iridi verrebbero riportate verso l'interlocutrice, andando a rispecchiare le sua dorate i quelle perlate dell'altra, umettandosi le rosee labbra es andando a verbiare, quasi fosse un pacato sfogo...<ma almeno chi non dice di stare con te afferma che sarai la sua futura moglie, mentre io che ricevo il pieno amore di quella persona devo accontentarmi a quel volermi bene...non che non mi basti> direbbe, andando a deglutire, per poi riprendere verbo <...ma non è l'amore che provo io...lui mi vuole bene, e ringrazio Kami per questo, ma non potrà mai amarmi>...e questa è la sua spada di Damocle che le pende sulla testa da sempre, da quando, giorno dopo giorno, dall'età approssimativa di dodici anni, ha cominciato a nutrire questo sentimento nei confronti di suo fratello...del fiore che sbocció due anni prima dallo stesso stelo, e che copri la piccola 'gemma' dai violenti raggi solari e dai dolori della vita, che la confortava quando i genitori partivano, quando aveva paura dei tuoni. Lei sa perfettamente che il suo sentimento è egoistico, che l'amore lo si deve provare in due, altrimenti è solo pura brama di egoismo crudele, ma lei non riesce a non provare questa sensazione, questo morbo, che la spingerebbe, solo infine, a riprender a verbiare verso la Hyuuga, andando a riprendere controllo della propria mente ed andando a chiedere, al contrario di quanto non stia facendo l'altra...<ma quindi...state insieme, e non ti sto chiedendo se lo avete reso pubblico...ti sto chiedendo se state insieme secondo te.> Andando ad aggiungere in ultimo...<non pensare sia maleducata...fidati ti sto facendo un favore...prima lo ammetti prima smetti di arrossire e pietrificarti, e soprattutto...Azrael mi ha allontanata da un villaggio che mi stava maledicendo, gli devo riconoscenza e, insomma, aiutarlo ad avere una vita felice è un modo,no?!> Direbbe, chinando il capo verso il lato destra, facendo conseguire una cascata di smeraldini capelli che andrebbero soggetti alla forza di gravità, mentre occhi e rosee andrebbero a distendersi, in una, finta espressione di autentica gentilezza.

12:40 Kaori:
 Se da un lato le parole di Kaime vanno a farle sbocciare in petto quel calore che solitamente accompagna il nominare Azrael, dall'altro portano la Hyuga a chiedersi cosa possa far soffrire così profondamente la ragazza. Ama qualcuno che tiene a lei ma che è certa non possa amarla. Non allo stesso modo. Un destino infausto e doloroso che le ricorda il periodo in cui era ancora innamorata di Raido mentre lui amava un'altra. Teneva a lei, le voleva bene, ma non era abbastanza. Non era lo stesso. E faceva male. < E' frustrante. Amare qualcuno che non ti ama allo stesso modo è doloroso. Per quanto possa tenere a te, non prova quello che provi tu e la cosa ti- consuma. > mormora Kaori con voce bassa, delicata, quasi ad aver timore che un volume più alto possa rendere ancor più doloroso il discorso. < Vorrei avere qualche consiglio da offrire. Un aiuto concreto da dare ma... temo che il massimo che possa fare sia ascoltarti. > le sorride con fare velato di una silenziosa tristezza. Si sente impotente nei riguardi dell'altra, vorrebbe davvero poter fare qualcosa per lei ma, semplicemente, non può. Nessuno può far nulla per lei se non se stessa e, forse, quel ragazzo che tanto profondamente ama. La giovane tuttavia decide di non crogiolarsi oltre nei suoi problemi e, invece di continuare a parlare di questo amore proibito, va cercando di informarsi sulla situazione di Kaori che, a quel suo dire, si irrigidisce una volta ancora con le braccia ben tese lungo il corpo, i pugni chiusi sulle ginocchia, leggermente sudati. < A-ahhhm. > boccheggia nervosamente, abbassando lo sguardo, sentendo chiaramente le gote infiammarsi, il sangue affluire con violenza al viso. < Non lo so. Cioè- credo. Sembra. > borbotta lei sentendo il cuore batterle forte, la bocca asciugarsi mentre deglutisce il groppo formatosi in gola. < ...Spero > sospira alla fine arrendendosi a quella verità, stringendo le labbra timidamente per poi ascoltare la spiegazione dell'altra sulla sua presenza a Konoha, l'origine del favore che Azrael le ha fatto portandola lì. Le sorride con gentilezza, rendendosi conto di aver lentamente perduto ogni traccia di fastidio circa la presenza di quella ragazza in quella casa. < Beh non so se posso renderlo felice. Di sicuro-- vorrei. Comunque non so che tipo di aiuto potresti darmi. Voglio dire, non è che la situazione sia male... voglio dire, le cose vanno piuttosto bene in realtà. E' solo che... > si ferma mordendosi il labbro inferiore distogliendo da lei lo sguardo per specchiarsi nel tè ancora contenuto nella tazza. < Temo di essere di troppo nella sua vita. Non dubito del fatto che tenga a me, non penso mi mentirebbe mai. Mi fido ciecamente di lui. Ma temo che col tempo le cose potrebbero cambiare. > Azrael ha già una famiglia lì. Una Mekura che le è parsa ancora enormemente legata a lui quando le ha parlato dei propri sentimenti per il Nara, due figli che li chiamano "mamma e papà", un passato ricco di ricordi che lei non ha da offrirgli. Cosa sta facendo lei? Approfittando di un uomo ritornato alla vita dopo tre anni d'inferno. Avrebbe.. dovuto dargli tempo, avrebbe dovuto avere più rispetto di lui. < Ma immagino che qualunque cosa accada dovremo solo aspettare no? Magari... Magari mi sto solo facendo problemi per niente. Non lo so. Per ora-- aspetto solo che torni. > sorride ostentando una forza che forse al momento non ha davvero. [ Chakra: on ]

13:54 Kaime:
 La voce della Hyuuga, la voce di una ragazza innamorata ma che si sente come un ciglio in un mazzo di rose rosse, una ragazza che non sa se con il suo essere può addentrarsi in una vita fatta di gesta, missioni, traumi...una vita che in molti conoscono solo per la di lui fama ma... perché lei che lo conosce non sa cosa fare?. Gli occhi si stringono, parlando quasi con rabbia, ma è solo per rendere il discorso più incisivo, un discorso che forse non dovrebbe affrontare lei, soprattutto in un modo e con un lessico che non è abituata ad utilizzare...<scusami ma...credo sia una cazzata. Insomma se stai bene come dici, come fai a provare disagio nell'intrometterti nella sua vita? Per me semplicemente hai paura di darti una risposta...> Andando a prendere fiato, avendo detto il tutto con un sol fiato, per poi, ri-idratandosi le rosee con un rapido tocco di lingua, andrebbe a continuare <...una risposta alla vostra posizione, al vostro rapporto...da quello che mi hai detto non state insieme ma non sai cosa siete, ergo, siete in uno stato di stasi, galleggiate in un oblio di incertezze e di non prese di posizione...> Direbbe, esprimendo tutto il suo, forse inappropriato, parere, riabbassando subito dopo lo sguardo, ormai conscia di quanto le parole fossero state partorite di getto, e per questo che un senso di imbarazzo viene a galla, facendo arrossire le gote della femminea figura, attendendo la sua replica, sperando che non sia aggressiva quanto la sua arringa.

15:34 Kaori:
 E' più complicato di così e Kaori si rende conto di star dando informazioni insufficienti per spiegare il suo punto di vista. Ma non può sbandierare in giro i fatti di Azrael a qualcuno che, per quanto ne sa, non è sicuramente al corrente della natura di Ken e che potrebbe non sapere neppure di Ai o di Mekura stessa. Non sa quanto i due si conoscano e non se la sente di andare a parlare della vita privata del Nara senza la sua approvazione. Si stringe le labbra scuotendo appena il viso con un sospiro stanco. < E' complicato. Non è che mi senta a disagio nella sua vita, è che ci sono cose che-- > si ferma alla ricerca di un modo migliore per spiegare quel concetto ma senza trovarlo. E' davvero frustrante. L'unica persona che potrebbe capirla è, forse, Mekura, la quale tuttavia è parte integrante del problema stesso e per cui è anche la meno indicata a sentire quanto la Hyuga ha da dire. < Beh, non sta a me dire, ecco. > termina stringendosi nelle spalle, inspirando. < Sì, è esatto. Ma è qualcosa che vorrei chiarire appena possibile. Appena tornerà a casa, magari.. > Perchè sì, lo sa, lui tornerà. < Spero di non averti dato una idea sbagliata di lui, comunque, con queste parole. Azrael è incredibile e mi ha trattata sempre al meglio. Sono io che ho bisogno di.. metter chiarezza su alcune cose. Tutto qui. > sorriderebbe allora alzandosi e quindi strofinandosi nervosamente i palmi l'un l'altro all'altezza del ventre. < Ad ogni modo penso proprio di dover andare. Ti ringrazio per il té e la chiacchierata, mi ha fatto davvero piacere conoscerti. Per quanto riguarda le analisi passa pure in ospedale domattina e chiedi di me, ce ne occuperemo immediatamente. E stai tranquilla, risolveremo tutto in pochi giorni, okay? > le sorriderebbe la Hyuga con gentilezza, ritrovandosi solo a quel punto a tornare verso l'ingresso a recuperar le proprie calzature. Se Kaime l'avesse concesso si sarebbe rivolta verso di lei per un ultimo inchino di saluto e quindi prendere la via d'uscita verso il Villaggio a schiarirsi un po' le idee. [ Se END ]

12:40 Kaime:
 Un altalenarsi di argomenti scomodi, è questa la fondamenta su cui si basa la conversazione delle due ragazze, sconosciute ma con un cuore simile, un cuore appeso alla tela di una ragnatela che tiene il loro amore sospeso, senza chiare definizioni, senza risposte esaustive...un cuore che aspetta solo di poter tagliare quegli impercettibili filamenti sentendo sotto di questo una base, che permetterebbe di non cadere in un infinito oblio. Entrambe sono rimaste sulle proprie posizioni, senza andar a definir meglio il proprio pensiero, una, la Hyuuga, per il rispetto della privacy del Nara, l'altra per pura vergogna, mera consapevolezza di saper che il suo amore è qualcosa di torbido e, in qualche modo, anche se l'amore non lo è mai, sbagliato. Poche sono le chiacchiere che seguono, prima che la Hyuuga decida di alzarsi dal tavolo, dopo aver terminato la propria bevanda, e decida di andar via, verso altre mete. Kaime andrebbe, di conseguenza, ad alzarsi anch'essa, per poter 'scortar' la giovane dal violaceo manto verso l'uscio della dimora, replicando solo, infine, al saluto della dottoressa...<certamente, domani risolveremo tutto e...grazie> il tutto detto con occhi socchiusi, capo traslato in senso antiorario, secondo la visuale di Kaori, verso la propria destra, causando una caduta repentina di smeraldini fili di seta, che andrebbero a carezzarle la spalla corrispondente, attendendo, infine, che la consigliera esca dalla dimora e si incammini per le gioiose strade di Konohagakure prima di chiuder la porta e andar a ripulire casa, ovvero ciò che stava facendo in principio, avendo nel cuore e nella mente le parole dette riguardo Karitama...e la sua consapevolezza che, a differenza di Kaori, per lei non ci sono dubbi... c'è solo rassegnazione.[end]

In attesa del ritorno di Azrael Kaori prova a vedere se egli sia tornato a casa.
Bussando alla sua porta fa la conoscenza della giovane Kaime e fissa con lei una visita medica per sua richiesta ritrovandosi poi ad affrontare con la ragazza una breve conversazione sui sentimenti che entrambe nutrono per i loro rispettivi amori.