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In cucina di Kaime Ishiba

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con Kaime, Eiko

10:32 Eiko:
 Dopo aver lasciato i cagnolini al canile e la sua proposta di adozione, Chibi-chan ha seguito Kaime fino a casa sua con la promessa di fare dei buon biscotti. Non ha tempo per cambiarsi, quindi deve rimanere con gli indumenti che si è scelta quella mattina per la missione appena svolta. I pantaloni stretti al ginocchio e larghi, larghissimi e gonfi sulle cosce, di quel colore marroncino che non è nè scuro nè chiaro. La maglietta arancione fluo al di sopra, mezze maniche e larga così da caderle morbidamente sui fianchi, le gambette nude al di sotto del ginocchio che però concludono con un paio di stivaletti neri. Il tutto è rifinito con la sua felpa arancione, ma di una tonalità più scura, col cappuccio calato sulle spalle e la cerniera tenuta aperta, in modo che svolazzi. La nanetta saltella baldanzosa al fianco della ragazza, sua sorella spirituale, facendo ondeggiare morbidamente i capelli biondicci e lggermente mossi che sono raccolti ancora in quella coda alta che lascia libera solo la frangia. Osserva coi suoi occhioni ambrati tendenti al rosso tutto ciò che la circonda, col sorriso stampato sulle labbra, compiaciuta di quello che l'aspetterà da questo momento in avanti: la compagnia di Onee-chan, i biscotti e un futuro cagnolino a casa. La sua vita non potrebbe andare meglio di così, anche se la notizia del trasferimento di Kaime a Konoha le ha lasciato un po' di amaro in bocca, non può negarlo ed è inutile che faccia finta di niente, ma lo ha accettato soprattutto se ci sono buone ragioni anche se lei non le conosce, ma si fida di lei. <Come chiamerai il tuo cucciolo? Dovrò pensare anche io ad un nome! Uhm...> si porta avanti con il pensiero assumendo un'aria pensierosa, corrugando la fronte come se si stesse sforzando oltre modo per trovare un nome appropriato. E' difficile, almeno per lei, probabilmente dovrà vedere al momento, forse guardando quel musetto le verrà in mente qualcosa.

10:50 Kaime:
 Il canile è ormai alle spalle delle due ragazze, e con esso i due cagnolini, nella speranza di un esito positivo alla loro richiesta di adozione. I passi sono lenti, ancheggiati, mentre i capelli ondeggiano lenti dietro la schiena della giovane Ishiba. La piccola compagna le saltella al fianco, con fare giocoso, quasi la notizia del suo trasferimento ledesse più il suo animo che quello della piccola Eiko. Il tragitto non è molto lungo, la propria abitazione, la dimora che condivide con quel fratello idolatrato, si troverebbe sullo stesso cerchio, tanto vicina che le due possano vederla, ad una distanza di circa un kilometro, quindi non distintamente, avanti a loro. <Noi siamo dirette a quella casa bianca...> Andando ad alzare la destrorsa, chiusa a pugno, fatta eccezione per l'indice, retto in avanti. Il suo incedere sarebbe proporzionato alla velocità della piccola, la quale andrebbe a verbiare quella domanda, una domanda che lei, nella sua ignoranza riguardo a cosa sia scritto nel fato, non si era ancora fatta. La lingua, timidamente, andrebbe ad idratare le rosee, per poi schiuderle in codesto chiosare...<a dire il vero non lo so...> Andando a portare l'indice, precedente utilizzato per indicare la propria domus, al mento, sollevando gli occhi verso l'angolo in alto a destra della propria visuale, pensando a cosa rispondere...<bhe... è bianco, quindi ci posso pensare. Al momento mi viene in mente solamente Shiro...>. Shiro, un nome corto, così da poter richiamare subito il cucciolo in caso stesse facendo dei guai, ma dolce al suono, oltre che significante 'bianco'. Nel frattempo le leve inferiori di entrambe avrebbero macinato i metri, giungendo ad un paio di centinaia di metri dalla struttura domiciliare. Questa si erge su due pianti, mura bianche con dei gradini, avanti la porta in legno scuro. Le finestre sono chiuse, tutte occultate da tendaggi candidi, fatta eccezione per una stanza dall'indaco occultamento, camera di Karitama. Non chioserebbe altro, attendendo eventualmente responsi da parte della piccola, al suo fianco saltellante.

11:04 Eiko:
 Segue la direzione indicata dall'indice della ragazza per poter posare gli occhi sulla casa della giovane. E' bianca, candida e spicca in mezzo a tutte le altre. <Mi piace!> certo un commento che potrebbe contare poco dato che la ragazza si deve trasferire a breve. Come suo solito preferisce non pensarci, lascia che il cuoricino si stringa senza che alteri il suo umore. Cammina al suo fianco alternando lo sguardo su varie case ma tanto alla fine la sua attenzione torna sempre sulla sorella che va a risponderle per quanto riguarda il nome da dare al cucciolo. <Shiro...> borbotta, rimugina, cerca di farlo risuonare nella sua mente per poi annuire in maniera convinta, facendo saltellare la frangia e i capelli raccolti. Le piace come nome, delicato e dal suono armonico. Lei invece non ha intenzione di chiamarlo come il colore del suo manto, anche perchè non le piace come nome. <Avrò tempo per pensarci immagino!> mugugna portando il visetto verso l'alto dispiaciuta per non aver già trovato un nome appropriato per il cucciolo. Sospira e ferma il suo passo non appena arrivano davanti all'abitazione. Carina, su due piani, con tendaggi che si intravedono dalle finestre, chiari anch'essi ad eccezione per una stanza. <Perchè quelle tende sono di colore diverso?> lascia fluire la sua curiosità dalle labbra per poi osservare la ragazza e la porta. In quel momento vorrebbe dire altro, parole riguardo il suo trasferimento, ma si morde il labbro inferiore per trattenersi. Non vuole risultare pedante o appiccicosa con lei, quindi si trattiene cadendo inevitabilmente in un attimo di incupimento. Si ripete nella mente che potranno vedersi quando vorranno. Si, quando vorranno sarà un attimo raggungersi. Si convince di questo ancora una volta e lascia da parte quei pensieri e quelle domande. <Mi piace la tua casa, molto meglio della mia!> decide di cambiare discorso ed aspetta che sia la padrona di casa a fare il suo ingresso per prima, ma intanto inizia già a slacciarsi gli stivaletti, così una volta entrata per lei sarà un attimo toglierli e lasciarli all'ingresso. Sotto tanto ha un paio di calzine bianche.

11:31 Kaime:
 Ultimi passi prima che le due figure giungessero all'uscio della dimora. Si fermerebbe avanti i gradini unicamente per guardare quella tintura che contrasta tutta la cromatura della casa. Gli occhi le si illuminerebbero, andando, in seguito, a verbalizzare la risposta alla domanda della sorellina...<è la camera di mio fratello. Io e mia madre l'abbiamo cucita con il suo colore preferito...>. Terminerebbe, infine, il dire andando a, in seguito, salire quei granitici gradini, tre per la precisione, non molto alti ma larghi e profondi, prima di giungere alla porta di casa. La chiave viene estratta dalla sua tasca destra dei pantaloni, impugnata nella corrispondente mano e andata inserita nella serratura. Pochi gesti le bastano per aprire ogni chiavistello con poche mandate, per poi, all'ultima di queste,leggermente più forza sarebbe servita per permettere che quel 'click' andasse a permettere l'apertura effettiva della dimora. Le scarpe andrebbero ad esser sfilate con la mano sinistra, alzando, verso le spalle, le leve inferiori, mediante flessura della ginocchia, inarcando la schiena, così da raggiungere agilmente le estremità inferiori, mentre, finito questo passaggio, le chiavi andrebbero ad esser poste in un piatto in ottone posto su un piedistallo a pochi centimetri dall'entrata. La piccola potrebbe vedere un largo ingresso, al cui interno, sulla destra, vi sarebbe un arco senza porta, alto tre metri e largo uno e mezzo, che porterebbe, se si voltasse, alla camera da pranzo/salotto, mentre alla sinistra vi sarebbe il medesimo arco conducente alla cucina. In fondo, infine, vi sarebbero delle scale a chiocciola, larghe e lapidiche. La giovane, in seguito, andrebbe a girarsi verso la piccola, sorridendole, snudando i bianchi denti, aspettando il suo ingresso, per chieder, infine, la porta al suo passaggio, in modo delicato, così che non sbatta...

11:42 Eiko:
 Occhietti curiosi in trepidanza attesa della risposta alla sua curiosità che non si fa attendere. Altro non sono che tende cucite da lei e dalla madre per il fratello, un colore preferito diverso dal tendaggio restante, nessun incredibile segreto o motivazione. La bocca si aprirebbe appena in un'espressione di stupore intanto che muove la testa su e giù nell'annuire. <Ho capito! E' stata una cosa carina!> andare incontro ai gusti di tutti è giusto, perchè non farlo per una persona che si ama, che sia un fratello, un genitore o un amico. Pazientemente attende che la sorella estragga la chiave dalla propria tasca per poi aprire la porta di ingresso con poche mandate. <Adesso in casa c'è qualcuno?> cerca di informarsi prima di entrare, sia per prepararsi ad un eventuale altro incontro, sia per evitare di mettersi ad urlare esaltata come farebbe di solito, e dare così fastidio. Una volta aperta la porta entrerebbe dopo di lei, andando a sollevare il ginocchio sinistro al petto, piegandolo, così da poter raggiungere con le manine lo stivaletto da sfilare dal piede. Cerca di mantenere l'equilibrio saltellando sul posto sul piede destro, mentre la caviglie si piega pericolosamente lateralmente, ma dovrebbe riuscre a mantenere l'equilibrio e sfilarsi il primo stivaletto. Stessa cosa farebbe poi col destro, dimostrando un peggior equilibrio sulla gamba sinistra. Una volta tolta le scarpe le lascerebbe in maniera defilata lì nell'ingresso, mostrando due calzini spaiati. Credeva di avere su dei calzini bianchi, e invece uno si, è di quel colore, ma l'altro è azzurro... e non solo! Vi è anche un buchino dal quale fa capolino il piccolo alluce. Senza vergogna alcuna farebbe qualche passo all'interno della casa. <E' magnifica!> esclama ad alta voce, facendo capolino per sbirciare il salotto e la cucina. <Quelle scale portano al bagno e alle camere da letto?> domanda indicandole senza pudore alcuno ed avviandosi in maniera definitiva verso il salotto per poterlo guardare meglio. Entusiasta e piena di energia, saltella qua e la cercando di carprire ogni cosa col proprio sguardo.

11:56 Kaime:
 Il viso si addolcisce, il sorriso si spalanca e il riso nella voce è palese. A voce, per quanto proveniente ancora dall'ingresso, dovrebbe esser facilmente udibile alla biondina...<siamo sole...mio fratello esce presto e torna tardi con qualche bozza di solito.> Direbbe, per poi avviarsi anch'ella nel salotto, dove troverebbe Eiko allucinata alla vista della casa. I passi sarebbero lenti e, a causa dei piedi scalzi, silenti, mentre si avvicinerebbe alla piccola deshi andando a verbiare...<a dire il vero c'è il bagno di servizio in cucina, ma è nascosto. Questa è la riproduzione della casa che i miei genitori avevano comprato ad Ame...l'hanno fata riprodurre per farci abituare> direbbe, mentre controllerebbe che tutto fosse in ordine. Il bege divano è ordinato, con i soliti cuscini marroncini, avabti ad esso vi sarebbe un tavolino con solo un vasetto bianco contenente una orchidea scarlatta. Quadri del fratello alle pareti e, a circa tre metri dal camino marmoreo, vi sarebbe il pianoforte a coda, nero, con il proteggitasti serrato, così da non esser intaccati da polvere o eventuali cadute di oggetti. La coda sarebbe aperta, mantenuta dal pilastrino, anch'esso nero...e null'altro. È una casa tanto grande quanto vuota, non avendo voluto mai inserire oggetti non presenti nella dimora Ameana. Le parole andrebbero, ora, a ripresentarsi, continuando il discorso iniziato...<poi sopra ci sono tre camere da letto, la mia, quella dei miei genitori e quella di Karitama, mentre i bagni sono tutti posti in ogni stanza da letto. Vi sarebbe anche lo studio dei miei, ma non abbiamo il permesso di entrarvi e, se lo avessimo...non avremmo la chiave> direbbe socchiudendo gli occhi e tirando fuori la lingua.

12:08 Eiko:
 <Tuo fratello disegna?> domanda al dire dell'altra che di solito torna con delle bozze. Sarebbe qualcosa di particolare perchè sarebbero una famiglia di artisti dunque! Lei è una ballerine, il fratello disegna, c'è da chiedersi se anche i genitori non abbiano qualche capacità artistica. SI guarda intorno curiosando in giro per il salotto intanto che le arrivano alle orecchie le parole della sorella maggiore riguardo al bagno segreto in cucina e alla costruzione della casa. <Ah... come mai nascosto?> prima domanda che le viene in mente dopo averla ascoltata. Fa una giravolta su se stessa e torna a fissare Kaime con curiosità. Emana una sensazione di freschezza e spensieratezza. <Perchè vi siete trasferiti qui da Ame? E i vostri genitori ora dove sono?> si lascia andare a macchinetta a fare domande, il tono alto e innocente, infantile, intanto che si avvicina al divano, osserva i quadri ed infine annusa l'orchidea in quel vao bianco. Sorride, ridacchia, quindi con un'altra giravolta si avvicina al pianoforte, i cui tasti però non sono raggiungibili dalle ditina della piccola Chibi-chan. <Chi lo suona questo?> ha solo domande e non si fa problemi a porle. Gli occhietti sembrano brillare di entusiasmo man mano che la ragazza va avanti a descrivere quella casa. Una casa enorme, almeno per lei. <Anche i tuoi genitori fanno qualcosa di artistico?> ultima domanda che riguarda famiglia e casa, almeno per il momento, perchè ora corricchierebbe in cucina per vedere anche quella parte della casa. Un concentrato di energia che non ha intenzione di fermarsi nemmeno per un istante. <Ame è bello come villaggio? Non l'ho mai visto.> chiosa infine verso di lei, oramai all'interno della cucina. <Ho sempre vissuto qui, non ho visto altri posti all'infuori di questo villaggio!> si blocca per un breve istante, incapace ancora una volta di esprimere domande riguardo al suo trasferimento, ma questa volta decide di lasciarsi andare, cercare di arrivare al discorso per vie traverse, prendendola larga. <A te... non ti piace Kusa?> non sa se la ragazza le stia dietro in quel suo girovagare per a casa, ma la ricercherebbe con lo sguardo. Un'espressione leggermente titubante mentre attende quell'ultima risposta.

12:18 Kaime:
 La piccola è paragonabile ad una pallina da ping pong lanciata con tutta la propria forza verso un angolo, andando a rimbalzare ovunque. Si avvicina a tutto, osserva i dettagli, ma mai 'no' viene pronunciato, solo risposte a quel limpido chiedere, innocente, genuino...<allora...in ordine. Si, mio fratello disegna e dipinge...i quadri che vedi alle pareti sono stati fatti da lui.> Andando, per ogni risposta, ad allungare un dito della mano destra, mentre l'indice della sinistra andrebbe ad appesantirsi sul dito di turno, come a tener il conto...< Il bagno è nascosto è nascosto perché... è brutto vederlo, no?!...> Continuando con un nuovo dire quel suo sito somatico<...siamo venuti qui per un decreto di qualche anno fa, dove Ame è stata spopolata. La casa è stata costruita solo grazie all'importanza dei miei genitori e delle loro finanze. Per quanto riguarda i miei gnitori, bhe, mio padre non è molto artistico, o meglio, strimpella in un il pianoforte ma nulla di più, mentre mia madre sa cucire, cucire e cucina benissimo...ora sono in missione, come fanno spesso. Sono ninja diplomatici, quindi viaggiano per motivi legali e burocratici, non amando troppo l'arte bellica, per quanto riguarda Ame...si è bella. Non si può spiegare se non dicendo... è l'opposto di Kusa, tranne per la pioggia.> Andando a rispondere alle ultime due domande in un sol dire, prima di andar a domandare, sorridente in viso e nella voce...<bhe...biscotti al cioccolato o facciamo dei fagottini alla marmellata di fagioli?> Domanda buttata lì, attendendo la golosa risposta dell'altra.

12:28 Eiko:
 Osserva ogni cosa che le capita a tiro, potrebbe scodinzolare se avesse una coda. Comunque alla prima domanda viene data risposta e veloce lo sguardo scatta verso i quadri indicati dalla ragazza, osservandoli ora con maggior attenzione. <Wow! E' davvero bravo!> almeno per lei quello è un livello tutt'altro che mediocre. Non guarda la ragazza nel mentre che lei parla, preferendo osservare per un altro poco quei disegni e quei quadri fatti da una mano esperta. Solo in seguito, al dire del bagno, tornerebbe ad osservare la ragazza per poi scoppiare in una piccola e genuina risata. <Giusto! Giusto! E' che... pensavo ci fosse qualche segreto segretissimo!> un mistero insomma, ma non viene accontentata e in risposta gonfia appena le guanciotte in maniera giocosa, non essendo realmente delusa, ma fa solo finta. Ora ribalza verso la cucina continuando a porre le sue domande, e la povera Kaime con pazienza risponde a tutte, tranne che all'ultima, ma la piccola potrebbe arrivare da sola alla risposta. Se Ame è bella ed è l'opposto di Kusa, allora è evidente che Kusa non le piace. <I tuoi genitori sembrano davvero persone importanti... e si vogliono bene tra di loro?> questa è una domanda che sembra posta lì a caso, senza nessuna importanza, ma in realtà si rifà ai genitori stessi della piccola nanetta. Volge un attimo lo sguardo indietro al suo passato in attesa di una risposta per fare un paragone, o per avere una qualche conferma. <Konoha assomiglia più ad Ame?> altra domanda per sapere un po' il motivo che la porterà lontana da lei. A parte la pioggia, a meno che a Konoha non piova ogni giorno anche. <Oh! Uhm...> a quell'ultima richiesta saltella un attimo sul posto, assumendo un'aria pensierosa. <Tutti e due? Sia i biscotti che i fagottini?> domanda innocentemente verso la sorella, con aria angelica. Una risata per poi scuotere la testolina. <Se no preferisco i biscotti al cioccolato! I fagottini potremmo farli la prossima volta!> in ogni caso per lei andrà bene.

12:39 Kaime:
 Gli ambrati occhi andrebbero a seguire gli spostamenti della piccola, andando in seguito a vederla addentrarsi nella cucina, dove la seguirebbe. Bisogna attraversare il disimpegno e giungere nella stanza prima di poterne vedere il contenuto...ampio tavolo da lavoro, posto come isola separata dal resto del mobilio, la tua superficie in marmo è l'ideale per lo svolgimento di ricette. Alle sue spalle vi sarebbe un ambio lavello rettangolare, alla cui destra vi sarebbe un set composto da fornelli e forno e, ancora più a destra, un ampio frigorifero a due ante, la prima più stretta, essendo utilizzata per mantenere i congelati. La voce, un po' triste, andrebbe q verbiare...<allora oggi i biscotti...non penso di avere ingredienti per cucinare entrambe le cose.> Per poi, battendo le mani, l'una con l'altra, andrebbe a dire, con tono goffamente autoritario...<lavarsi le mani!> Sorridendo infine. Il lavello è dotato anche di un piccolo vasetto contenente del sapone in crema, solubile e che creerebbe molta schiuma nell'utilizzo. Questo dovrebbe essere tranquillamente alla portata della piccola, mentre tutto l'ambiente verrebbe illuminato da una grande vetrata posta alla destra della cucina, dalla quale è possibile vedere le poche piante poste alle spalle di quella serie di edifici. Anche la giovane Ishiba andrebbe a muoversi per lavarsi le mani, attendendo, però, che la prima fosse la stessa Eiko, per poi andar a cercare tutti gli ingredienti necessari.

12:49 Eiko:
 La cucina si presenta come un ambiente abbastanza grande: un ampio tavolo in marmo come isola separata dal resto del mobilio, un lavandino rettangolare, fornelli, forno e frigorifero. Una cucina gigantesca se paragonata alla piccola Chibi-chan o alla sua stessa casa. <La mia casa non è nemmeno la metà della tua. Va bhe che non ho nemmeno due piani, ne ho solo uno!> commenta alla vista di quell'enorme vetrata che fa entrare un sacco di luce e permette la visione di qualche pianta ad abbellire ancora di più la casa. <La tua famiglia che dice del tuo trasferimento?> ci prova ancora, timidamente, senza guardare l'altra negli occhi per poter nascondere a lei quella sua tristezza, ma sono domande che vuole fare e che non vanno ad intaccare la fiducia che ripone in Kaime. Intanto si dirige al lavello, si tira su le maniche della felpa, apre il rubinetto e fa scorrere un po' l'acqua. Intanto che si lava le mani canticchia qualcosa di allegro. <E biscotti siano! Non vedo l'ora!> commenta allegra andando ad insaponarsi le mani divertendosi nel fare più schiuma possibile. Un buon profumo si sprigionerebbe da quel sapone per poi andarle a lavare sotto il getto dell'acqua per far scorrere via il sapone. Erano sporche, non c'è che dire, dopo tutto ha accarezzato quel cucciolo a lungo, oltre che a farsi leccare. <Che ingredienti servono? Prendo qualcosa? Cosa faccio intanto?> iperattiva. Non c'è altro modo per definirla mentre si asciuga le mano con una salvietta ed attende istruzioni dalla ragazza che intanto cerca gli ingredienti dopo essersi lavata anche lei le mani. Ondeggia sul posto, ogni tanto saltella, si guarda intorno, cammina per la cucina... datele qualcosa da fare o potrebbe anche inventarsi lei qualcosa con cui occupare il tempo. Canticchia nel mentre la sua ninna nanna preferita, una melodia non molto allegra se non per alcuni momenti, eppure nonostante questo lei accompagna tale motivetto con un'espressione sorridente e spensierata.

13:04 Kaime:
 La piccola si sarebbe lavata le mani, lasciandole spazio di compiere lo stesso gesto. La leva del rubinetto andrebbe a permettere allo stesso di far fuoriuscire acqua tiepida, andando, prima di idratarle, a raccogliere, con le punte delle dita della mano destra, un po' di quel sapone, impastandolo tra le mani, per poi, sol ora, andarle a mettere sotto il getto acqua, accarezzandole nel fare, andando a pulire ogni impurità da ogni angolo nelle mani, sfregando energicamente, riempendo la base dello scarico del lavandino di candide bollicine, dalla trama arcobalenante. Chiusa l'acqua, con il polso della mano destra, flettendo quest'ultima all'indietro, andrebbe ad asciugarle grazie uno strofinaccio. Il dire della piccola è frenetico, vitale, e la risposta non tarda...<allora, sotto il forno, in quell'anta...>indicando con un cenno di capo l'unica anta presente sotto l'elettrodomestico< ci sono delle zuppiere in plastica...prendile e mettile sull'isola, intanto prendo gli ingredienti. > Direbbe, non volgendo più lo sguardo alla piccola che, per facilità del compito, dovrebbe giungere alla superficie prima della Ishiba, vedendola giungere con zucchero, cacao, una brocca di latte. In seguito Kaime si riallontanerebbe, per ritornare in seguito con gli ultimi ingredienti...uova, burro e un vasetto di gocce di cioccolato, poggiando tutto sul mobile e, andando a prendere una gocciolina di fondente, la porgerebbe alla sorellina, chiosando...<le cuoche hanno bisogno di energie...ergo> non finendo la frase, ma spostando il capo verso destra e chiudendo gli occhi. Solo ora andrebbe, silentemente, a respirare, per rispondere a quelle domande 'scomode' ma con un fare tranquillo...<non so se Konoha è come Ame, non l'ho mai vista, ma ho bisogno di allontanarmi un po'. Mia madre è d'accordo, ma mio padre preferirebbe che io restassi con Karitama...sai fratello maggiore che protegge sorellina.>...e pensare che è divenuta genin prima di lui.

13:15 Eiko:
 Saltella in giro mentre attende che l'altra si lavi le mani, tenendo le maniche della felpa ripiegate fino ai gomiti per non averle come impiccio. Secca, piccola e minuta, osserva ora il forno con aria rapita. Chissà se lei potrebbe starci tutta in quel forno... scuote la testa stizzita verso se stessa per quel pensiero tanto ridiolo, ma che soprattutto prende in giro se stessa. <Sotto al forno!> è già lì, quindi si accuccia e allunga la manina destra verso l'anta indicata dalla sorella, andando ad aprirla con un gesto veloce e pieno di energie. <Zuppiere di plastica... zuppiere di plastica... ah! Eccole!> si fa largo con le braccia nel mobiletto per afferrare tutte le zuppiere, una sopra l'altra, e tenerle strette con le mani. Si rialza mettendosi dritta con le gambe e si dirige verso il tavolo il marmo dove al di sopra posa le zuppiere. <Fatto!> tornerebbe indietro per chiudere l'anta e poi torna in posizione davanti al tavolo. Osserva tutti gli ingredienti che la sorella porta al tavolo, sgranando gli occhi famelici alla vista delle gocce di cioccolato. <Aaah! Grazie!> accetta ben volentieri quella goccia che le viene offerta, prendendola e mettendosela in bocca, senza sgranocchiarla però, la assaporerebbe lentamente in modo che il sapore del cioccolato le riempia la bocca. <Buona!> ovvio. E' di cioccolato. Ogni cosa di cioccolato è buona! <Da cosa iniziamo?> vuole seguire le indicazione e la ricetta della sorella, senza fare di testa sua. <Ah, si.> risponde alle ultime parole che vengono pronunciate dalla sorella. <I fratelli maggiori hanno davvero questo compito? Insomma... se tu te la sai cavare da sola o sei più forte, non potrebbe anche essere che sei tu a proteggere lui? L'età non è mica un'etichetta!> si zittisce per qualche istante per poi sospirare e rivolgere un sorriso dolce verso Kaime. <Spero che questo allontanamento possa farti bene e guarirti.> spera che lei stia meglio. E' sincera quando lo dice e non sa esattamente il motivo, ma se una persona si deve allontanare da un posto è perchè non sta bene, almeno è questo che pensa la sua testolina.

13:34 Kaime:
 Quell'augurio, quel candido visino che, tenero, le augura di guarire. Il cuore manca in battito, il labbro inferiore viene impercettibilmente mordicchiato al suo interno e le lacrime restan nei condotti lacrimali, per non rattristare un evento tanto lieto come quello di cucinar qualcosa in compagnia. Passerebbe al dire più 'tranquillo' della piccola figura, andando a replicare, con il riso nella voce...< bhe, sai...io penso di sapermela cavare tranquillamente da sola, ma mio padre ha ancora in mente la Kaime di qualche anno fa, la Kaime che piangeva se qualcosa non andava come desiderato o che andava a dormire nel lettone quando c'erano i tuoni...ha ancora la mia immagine da piccola nella mente, quindi non accetta che sua figlia sia cresciuta...> direbbe, per poi, come la sorellina, andar a risollevarsi le maniche, portandole poco prima del gomito, non snudandolo, per poi, come faceva la madre anni prima...<allora, mia aiutante-cuoca...lei ha il compito di eseguire i lavori manuali, io quelli di precisione!> il tutto detto a mo' di generale bellico prima di un chissà quale piano strategico. Una delle zuppiere verrebbe presa, sfilata dalle sue gemelle, e portata al di sotto dalla sua visuale, per poi andar a prendere il pacchetto di uova e prendere quattro di queste, poggiandole sul tavolo, facendo attenzione a non farle rotolare via dal piano di lavoro, perchè sarebbe un po' strano voler fare dei biscotti ma finir facendo una frittata...sul pavimento. Una alla volta le uova verrebbero raccolte e, avvicinandosi una seconda zuppiera, andrebbe a battere l'uovo di lato, creando così una crepa nel suo guscio. Fatto, il guscio verrebbe aperto a metà, lavoro svolto su una delle zuppiere, così che il contenuto abbondante non possa cadere sul marmo o in terra, andando a far 'ballare' il tuorlo tra una metà guscio e l'altra, permettendo, così, solo all'albume di cadere copioso nella zuppiera. Questo procedimento andrebbe ad esser svolto per tutte le uova prefissate, andando, alla fine di ogni gesto, a versare il puro tuorlo nella seconda zuppiera, la quale vedrebbe, alla fine, quattro mezze sfere giallo-arancioni. Il contenitore degli albumi, in seguito, verrebbe spostato verso la piccola, la quale, dopo un incedere rapido della Ishiba, verrebbe dotata di frusta manuale, e, nel porgerla, Kaime andrebbe a 'ordinare' sempre nel suo modo comico...<allora, battile tanto...devono diventare come le nuvole, ma non troppo forte da far schizzare tutto via> il tutto detto con viso truce, fino a quando il viso non si rassenerebbe, chiosando....<altrimenti dobbiamo ricominciare e ci saranno meno biscotti da mangiare.> sorridendole, andando in seguito in direzione dello zucchero, pronta a versarne una certa dose nei tuorli...

13:46 Eiko:
 Non vuole più affrontare l'argomento, è qualcosa di importante che deve fare, e lei non può certo pregarla di rimanere solo per un capriccio personale. Come detto... è egoista riguardo al cibo, ma non così tanto verso il prossimo. Lei non ha esattamente quei ricordi, non ha mai dormito nel lettone dei suoi genitori, non si è mai sentita protetta con loro. Non con una madre che soffriva ogni giorno e forse lo faceva anche per proteggerla, mentre il padre... bhe... il padre è un sadico maniaco. Però sorride, le piace immaginare di avere quei ricordi, si raffigura in una piccola Kaime che piange e cerca giustamente la protezione del padre, ma va a comprendere anche come quell'uomo possa sentirsi. Così legato ad una figlia ormai cresciuta e divenuta forte. <Lo accetterà. Sarà fiero di te in ogni caso immagino!> diventerà autonoma e ha preso una decisione importante. Come Gekko, che ha deciso di rimanere a Kusa lasciando la sua famiglia. Sono entrambi molto coraggiosi dal suo punto di vista, prendono in mano la loro vita e non hanno paura dei cambiamenti. Mica come lei. Rimane sorridente, un sorriso amaro, prima di ritrovare la propria vitalità ed energia. Si metterebbe sull'attenti, andando ad alzare il braccio destro portando la mano a compiere il saluto militare, con la mano dritta alla fronte. <Agli ordini Onee-chan!> tono alto ed importante, ma non smette di sorridere con sguardo deciso mentre osserva con cura il fare della ragazza che va a rompere le uova separando i tuorli dagli albumi. <Che brava... quando ci provo io mi rimangono sempre i pezzettini di gusci dentro!> già. Si mangia dei biscotti che dentro hanno pezzettini di gusci delle uova. Forse è un bene che sia egoista e non li offra! La guarda ammirandola per poi afferrare il contenutore degli albumi e prendere in cosegna la frusta. <Sarà fatto!> intende metterci tutta l'energia, ma il richiamo da parte dell'altra la fa fermare non appena immersa la frusta nei bianchi. <Non troppa forza... o ci saranno meno biscotti?? Sia mai!> esclama inorridita da quell'idea e andando quindi a meterci la giusta dose di forza nel battere gli albumi. <Come le nuvole, come le nuvole, come le nuvole...!> si impegna propro come si deve, al massimo, con la linguetta che spunta dalle labbra come simbolo di impegno e fatica.

14:01 Kaime:
 Come potrebbe Kaime non sorridere al fare della piccola Kusana? non potrebbe mai non partorire un eterno sorriso in sua presenza, sorriso amplificato anche dal commento riguardo all'accettazione da parte del padre delle sue decisioni. Nel frattempo lei andrebbe a prender il pacco di zucchero per andar a versare quattrocento grammi di zuccherosa polverina, uno zucchero formato da glucosio e fruttosio...il solito zucchero presenti in ogni casa. Versato verrebbe a crearsi una montagnella bianca granulosa, la quale andrebbe, con l'utilizzo di una frusta, presa dal cassetto, dove ne sono presenti altre due, differenti per grandezza e grana del filo metallico, ad esser miscelata ai tuorli fino alla formazione di una crema gialla, una soluzione molto dolce che sarebbe la base di tutta la ricetta. A questa andrebbe, in seguito, esser aggiunta la farina, in una quantità pari a tre cucchiai, e, come in precedenza, di miscelerebbe il tutto fino al raggiungimento di una crema omogenea, facendo attenzione a non formare i grumi. Fatta la base, verrebbe aggiunto il mezzo panetto di burro presente nella apposita carta e il latte, omogeneizzando il tutto e verbando, quasi alla completezza del suo intento...<quando hai fatto versa, delicatamente, le nuvole nella mia zuppiera..> mentre andrebbe, con un lento incedere, ad aprire il secondo cassetto, dove andrebbe a prelevare un mestolo in legno dalla estremità piatta e rettangolare, portandola, con sé, verso il piano da lavoro, attendendo che la piccola vada a completare il suo fare.

14:12 Eiko:
 Mescola. Mescola. Mescola. Mescola. Così si ripete mentalmente il proprio agire. La manina destra ferrea a tenere la frustra, intanto che col movimento circolare del braccio e del polso va a mescolare velocemente gli albumi d'uovo. Sempre più veloce fino a fermarsi di tanto in tanto quando vede che il bianco tende ad uscire dalla zuppiera, ed è qualcosa che deve assolutamente evitare se non vuole diminuire drasticamente il numero dei biscotti. Canticchia a labbra serrate quella ninna nanna a tratti inquietante e a tratti allegra, ma forse solo perchè lei la rende tale. Visetto concentrato e sorridente nel mentre che si impegna nel suo fare. Ogni tanto lancia qualche occhiata a quello che fa la sorella che lavora con i tuorli, lo zucchero e la farina, mescolando il tutto insieme anche al latte e al burro, in modo da creare una deliziosa cremina. Non resta che attendere le nuvole di Chibi-chan. <Un attimo, non credo che manchi molto, ma ancora non sono delle nuvole!> ci impiega un po' di più forse perchè non è un asso nella forza fisica, ma almeno è veloce anche se più imprecisa. Infatti non è che abbia risparmiato il marmo di quel tavolo da qualche minuscolo schizzo. <L'hai imparata da tua mamma questa ricetta? Io guardo qualche libro che trovo in biblioteca invece!> afferma tutta entusiasta verso la sorella, nel mentre che continua a battere il bianco delle uova fino ad ottenere le nuvole tanto desiderate. <Ecco!> è pronta. Mette la frusta sul tavolo in marmo e quindi avvicinerebbe la zuppiera a quella della sorella, andando ad alzarla ed inclinarla leggermente verso quella contenente la cremina di Kaime. Lentamente e con attenzione andrebbe a versare il bianco montato nella zuppiera preparata precedentemente dalla ragazza smeraldina, per poi posare il contenitore vuoto a lato ed osservare la mossa successiva. <Ora?>

14:25 Kaime:
 La forza, la vitalità, l'impegno con cui la piccola Eiko va a montare quegli albumi sono un tepore che entra fin dentro le ossa, andando, mentre lei continua nel suo fare, a rispondere alla sua domanda, avendo ormai finito il suo incarico, molto più veloce di quella meccanica azioe imposta alla piccola, ma le dosi per i dolci sono importanti, per questo si è occupata lei di ciò...<si...e no. Mia madre mi ha insegnato la ricetta dei biscotti alla cannella ma, per sbaglio, un giorno al posto della cannella misi del cacao e...da allora quella ricetta è divenuta questa ricetta> direbbe, ammettendo un suo errore nel passato. Gli occhi le brillerebbero...riguarderebbe l'intera scena come se lei impersonasse la propria madre, mentre la piccola Eiko sarebbe una Kaime del passato. Le scene, i profumi, le azioni e lo sporcume...tutto la riporta a quella scena. Ridestatasi, andando a riportarsi al presente, la giovane andrebbe a prendere quel mestolo e comincerebbe, in un movimento orario dal basso verso l'alto, ad omogeneizzare il composto, ruotando, oltre la mano, anche il mestolo all'interno del composto, assecondandone il movimento come la luna, che nel suo continuo modo porta sempre alla visione della medesima faccia. Mentre il moto continuerebbe, sporcando quelle bianche nuvole e schiarendo quel giallo composto, la giovane andrebbe a verbare precisa, ma ironica...<ora?..prendi il cacao e mettine quanto te ne sembra opportuno...non ti dirò nulla né se fosse troppo poco né fosse troppo...> mettendo un minimo di ansia nella loro avventura...e per Eiko è vera ansia, perchè ciò potrebbe comportare la mal riuscita dei dolcetti da lei tanto bramati.

14:37 Eiko:
 Ridacchia divertita al racconto della nascita di quella ricetta, lavorando di fantasia nell'immagina la madre di Kaime, che lei non ha mai visto, quindi lavora molto di fantasia, e una piccola Kaime intente a cucinare in una casa uguale a quella dove sono ora, dato che è una riproduzione fedele di quella che aveva ad Ame. La fantasia va avanti, l'immaginazione corre, e ora vede la sua di mamma al posto di Kaime, in un ricordo che non è mai esistito, in un momento che non ha mai passato, ma lo sta vivendo ora per la prima volta. <Io... conserverò questo ricordo e quelli futuri con te, gelosamente, nel cuore.> afferma di punto in bianco. Il sorriso, la dolcezza, ma anche la serietà con la quale va a dire questa frase. E' contenta, si sente bene e vorrebbe che questo momento non finisse mai. Lascia che Kaime mescoli il tutto in un'unica zuppiera, rimanendo ad ammirarla in trepidante attesa saltellando sul posto. I profumi sono invidiabili, la sporcizia è un po' ovunque su quel tavolo ma anche sul nasino della ragazzina. <A me il compito del cacao!> così prenderebbe la scatola con decisione, senza sentire ansia in un primo momento. <Se si parla di cacao non ce n'è mai abbastanza!> e andrebbe a dare un paio di scrollate alla scatole per versare quantità media di cacao nel composto, sollevando una piccola nuvoletta che, finendole nel naso, la fa starnutire. Fortuna che ha i riflessi per voltarsi di lato, il più lontano possibile dal tavolo, ma nello starnuto stringerebbe involontariamente anche la scatolina di cacao fra le manine, facendone finire un po' per terra. <Ops...> si volta ora in maniera innocente verso la sorella, un sorriso angelico e dolce su quel visetto un poco sporco di ingredienti. <Dopo pulisco!> e sarebbe anche il caso!

14:50 Kaime:
 Il composto andrebbe a colorarsi sempre più, mentre il dire della piccola andrebbe ad esser, momentaneamente, ignorato. Il composto, grazie a quella dose di cacao, andrebbe sempre più a scurirsi, continuando a farlo fino alla perfetta omogeneità del tutto, divenuto di un marrone intenso. Il composto sarebbe pronto, mancherebbe solo la fase di cottura, ma non avverrebbe subito. La ragazza porterebbe il mestolo alla superficie di marmo, sporcandola in parte, ma non le interessa. l'unico passo da dover fare verrebbe svolto, per poi, buttandosi in ginocchio, andrebbe alla ricerca di un abbraccio, cingendo, forse con troppa forza, la piccola, cominciando, se lo permettesse, a sbaciucchiarle la guancia destra in maniera continuativa, con numerosissimi bacetti sonori, mentre le braccia la coccolerebbero in quel tepore di amore. Passerebbero un paio di minuti così, prima che la Ishiba si allontanasse appena e andrebbe a verbiare...< io prendo la teglia, tu, nell'anta dove hai preso le zuppiere, dovresti prendere le formine...prendi quelle che preferisci> direbbe, prima di fare leva sugli arti inferiori per rimettersi retta, e dirigendosi verso il forno, dove, una volta aperto, andrebbe a prelevare la teglia, piatta e larga, utilizzata per poggiarvi sopra le formine una volta che la piccola le avesse recuperate.

14:59 Eiko:
 Le piace come il composto si colora sempre più di marrone. Color cacao. Diciamo che si ritiene soddisfatta della quantità decisa, e dopo lo starnuto andrebbe a rimettere sul tavolo la scatola prima che possa combinare qualche altro guaio. Si mette appena sulle punte dei piedi tenendo le manine sul bordo del tavolo, non che non ci arrivi, non dovrebbe essere troppo alto, ma così cerca di avere una visuale migliore di quello che sta accadendo nella zuppiera. <Non abbiamo messo i grembiuli.> commenta distrattamente mentre osserva la sorella poggiare il mestolo sulla superficie del tavolo, assumendo un'aria perplessa perchè niente le viene detto e lei si butta in ginocchio davanti a lei. In un primo momento pensa ad un malore, ma poi arriva quell'abbraccio. Così potente e forte. Così stretto e carico di affetto. Un abbraccio così, lei, non lo aveva mai ricevuto. Sente le sue mani, il suo calore, il suo amore, quel legame stretto stretto e poi si lascia baciare senza problemi. Piccoli e sonori bacetti sulla sua guancia destra che la portano a sorridere e ridacchiare allegra. Felice. A posto. Cercherebbe anche lei di abbracciarla, stringersi al suo corpo e sentirsi protetta. Al sicuro. Per la prima volta. Una sensazione strana ma piacevole. Tenta anche lei di ricambiare con qualche bacio, presa dall'entusiasmo e dalla gioia del momento, il quale però, una volta finito, viene fatto passare come se non fosse successo niente. Lei sorride, continua a sorridere dolcemente e felicemente, mentre prende le formine da dove le è stato detto. Qualcuna a forma di cuore, altre a forma di stella o animali se ce ne fossero. Le porterebbe tutte al tavolo preparandosi a immettere in esse il composto. <Ti voglio tanto bene.> solo questo va a dirle col cuore in mano, sentendo il suo stringersi e farsi ancor più piccolino all'idea che presto lei se ne andrà da Kusa.

15:14 Kaime:
 La giovane andrebbe a vedere le formine prese dalla piccola...non ricordava ci fossero quelle a forma di animale, avendole usate forse una sola volta in vita sua, ma le va bene. Dapprima le formine andrebbero ad esser poste sulla teglia, e solo allora il mestolo sarebbe preso e immerso nell'impasto, avvicinato, per evitare le solite macchie di trasporto, andando a riempire ogni stampino fino al massimo possibile. Svolto questo passaggio, la giovane andrebbe a reggere la teglia con entrambe le mani, andando a portare quest'ultima nell'apposito incastro dell'elettrodomestico, richiudendo lo sportello e portando la temperatura del forno a centoventi gradi per un tempo di circa venti minuti, controllando, con uno spaghetto, se questi fossero pronti. Il risultato finale dovrebbero essere dei biscotti morbidi e pieni di cacao....ma senza gocce di cioccolato. Una volta sfornati, la giovane si accorgerebbe di questa mancanza e andrebbe a dire, tra il preoccupata e la divertita...<ci siamo dimenticate le gocce di cioccolata...quindi...ogni morso pretendo che ne mastichi cinque, così compensiamo...> andando a lanciare un occhialino verso la sorellina, con la quale andrebbe a godersi i suddetti biscotti in un pomeriggio passato, stranamente, con il sorriso in volto e senza preoccupazioni alcune...se non per il suo viaggio[end]

15:21 Eiko:
 Kaime va ora a riempire le formine che la piccola le ha portato. Ha preso quelle che ha trovato, senza badare alla quantità perchè lei è convinta che vengano un sacco di biscotti. A lato della ragazza la guarda mentre col cucchiaio va a prendere l'impasto per poi metterlo nelle varie formine, facendo attenzione a non fare la classica strada di gocce dalla zuppiera alla teglia. Il tutto sembra che stia venendo più che bene, a parte il fatto che hanno dimenticato le gocce di cioccolato, ma anche la piccola nanetta sembra se ne sia dimenticata. Ammira ogni stampino che viene riempito di quella cremina che ben presto si cuocerà andando a formare dei biscotti più che buoni, ne è certa. Quando la teglia viene messa in forno per venti minuti, la ragazzina si accuccerebbe davanti ad esso, godendosi del calore che arriva dal forno ed osservando trepidante i biscotti cuocere. <Abbiamo dimenticato le gocce...> mugugna ad un certo punto. Dispiaciuta ma troppo presa dallo spettacolo che ha davanti agli occhi e soprattutto rapita dal delizioso profumino che sente arrivare dal forno ormai arrivato quasi alla fine della cottura. Ed eccoli sfornati e portati a raffreddare sul tavolo. Chibi-chan li seguirebbe come un'ombra. <Già! Concordo, non dico certo di no!> risponde ridendo la nanetta alla sorella, passando in definitiva un pomeriggio in allegria, spensierata, a mangiare biscotti e gocce di cioccolato in compagnia di sua sorella. <Li finiremo tutti!> sembra una minaccia, ma è una sua convinzione che spera di avverare! [end]

Kaime e Eiko, dopo la missione dove hanno recuperato i due cuccioli scappati dal canile di Kusa, si ritrovano a casa della Ishiba con la brama di cucinare dei biscotti al cioccolato. Tra domande da parte della piccola e l'indottrinamento della ricetta da parte della smeraldina, le due passano il pomeriggio a cucinare, parlare e coccolarsi.