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Benvenuta a Konoha

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con Azrael, Kaime

10:19 Azrael:
 Un altro giorno a Kooha. Forse uno degli ultimi giorni a Konoha, forse - addirittura - uno degli ultimi giorni che il Nara trascorrerà sulla faccia della Terra. Ma è inutile farsi scoraggiare, no? Quella stessa mattina è andato a solgere una commissione piuttosto importante: prelevare una persona da Kusa per ospitarla nel Villaggio della Foglia, come si era preposto di fare e come, per consiglio di unaecchia e cara amica, ha deciso di incontrare prima che la sua vita potesse incontrare un drastico stop. Indosso porta una camicia bianca in tessuto leggero, quasi trasparente, tanto da lasciar intravedere le bende candide che gli coprono il petto e la parte superiore dei bicipiti. Le gambe sono fasciate da un comodo pantalone in cotone nero, retti in vita dalla cintura di cuoio la cui fibbia riporta il simbolo del clan a cui appartiene per diritto di nascita. Ai piedi indossa un paio di scarpe dal taglio classico in pelle lucida nera, il tacchetto basso risuona ad ogni passo che compie con le agili leve inferiori, come ad annunciare il proprio arrivo. Il coprifronte di Konoha è legato al collo, ma la placca metallica è rivolta verso la nuca, invece che verso la gola come al solito. Il nodo, formato da un nastro in raso nero, campeggia sul pomo d'adamo come fosse una collana. La dislocazione gli ha permesso di andare a prendere la giovane Ishiba e di portarla al di fuori delle mura di Konoha in poco più che un battito di ciglia. Non le ha detto nulla, si è semplicemente palesato laddove Anaka gli aveva indicato, per allungare un braccio a toccar la figura della neo genin e ritrovarsi qualche istante dopo fuori dalle mura. In piedi, un leggero venticello a smuovergli il crine corvino perfettamente spettinato, a puntare le iridi scure sulla figura che sta per fare il proprio ingresso nel Villaggio che tanto ama. La genjutser non gli ha spiegato molto, ma pareva piuttosto apprensiva nei di lei confronti, un campanello di allarme che ha confermato solo i sospetti che il Nara ha avuto precedentemente sulla donna che porta il nome di sua madre. Non sa di preciso come mai tanta fretta e tanta urgenza nel doverla portare in quel luogo senza il fratello, ma qualcosa la immagina di certo. Tuttavia non chiede, non intende essere minimamente invadente, qualunque cosa lei avrà da raccontargli di sua spontanea volontà, sarà ascoltato con piacere. Ma, prima di tutto, ci sono delle pratiche burocratiche da sbrigare per completare quello che è, a tutti gli effetti, un trasferimento. Per quel motivo non l'ha portata direttamente dentro casa propria, ma al di fuori di quelle mura che cingono tutto il perimetro del Villaggio, il grosso portone di legno aperto, ma guardato a vista da varie pattuglie, sia di shinobi, sia di Anbu. E poi c'è lui. In camicia, il coprifronte girato al contrario ed una ragazza portata quasi forzatamente in quel posto. [ Chakra ON ]

10:31 Kaime:
 La giornata si apre con una rinnovata luce nell'animo dell Ishiba. Gli occhi, ormai aperti da un'oretta, scrutano ogni particolare della stanza, ogni vezzo, ogni ricordo legato a quel luogo. La toelettatura è stata ultimata già da un po'...denti candidi dopo lavaggio, capelli perfettamente lisci e dallo splendido colore degli smeraldi, alcun trucco in viso, se non un velo di burro-cacao sulle rosee. Sono giorni che ormai non si punisce, che non compie la mortale penitenza, ritrovando un aspetto più gradevole, più sano. Strano quando abbia fatto in fretta il corpo a riprendersi da anni di errori e sofferenze. Il suo vestiario è composto da un vestitino nero, composto da un busto aderente in cotone, smanicato e con una leggera scollatura circolare, con bretelle larghe, mentre, sulle leve inferiori, si allarga a campana una gonnella a balze, che le copre fino alle ginocchia. Ai piedi vi sono degli stivaletti neri a tacco a spillo, alti cinque centimetri. Un soave suono giunge dal letto, sopra il quale vi sarebbe il cucciolo, bianco, finalmente lindo, che gioca con le lenzuola. Al fianco del cucciolo vi sarebbero due valigie, una grande in cui vi sarebbero tutti i vestiti della Ishiba, mentre una più piccola dove andrebbe a porre tutti i suoi effetti personali e...il cucciolo. Questo si acciambellerebbe all'interno della borsa, mentre la zip andrebbe ad essere chiusa, non nella sua interezza, lasciando così aria al cucciolo. Tutto sarebbe pronto, infatti andrebbe a prendere i suoi bagagli, uno per mano, portando nella destra quello al cui interno vi sarebbe il canide. Resterebbe in attesa, così, della bussata del Dainin, ma quest'ultimo non è della stessa idea. Una mano andrebbe ad afferrar la sua nivea spalla sinistra. Un sussulto, occhi che si spalancano alla ricerca del padrone dell'estremità e un battito di ciglia, un solo battito di ciglia, prima che un sole improvviso le accarezzi il capo, l'aria fresca del mattino la rinfreschi, gli stivali adattati al nuovo terreno e...Azrael, più alto di lei, immerso in una pianura erbosa, con vari arbusti, con uccellini canterini, e con il suo cuore che manca in battito. Non verbia, non emette suoni, solo la bocca schiude le sue rosee e, pietrificata, guarda ciò che la sua vista le concede...

10:46 Azrael:
 La giornata è splendente, solo qualche passeggera nube biancastra interrompe il tragitto dei raggi solari verso il suolo della Foglia. < Un altro giorno di sole. > Osserva il corvino alzando placidamente il capo verso il cielo terso, emettendo un lieve sospiro dalle rosee appena schiuse. Il tumulto che nel proprio animo dilaga al pensiero di non potersi godere quella tranquillità come vorrebbe viene ben celato dal volto privo di qualsivoglia espressione negativa. La giovane Ishiba ha avuto il tempo di portare con sé i propri effetti personali in due comode borse, ottima cosa, sarebbe stato scomodo dover tornare in quella casa per farle da facchino. Il capo si riabbasse e la schiena viene poggiata su uno degli stipiti del grosso portone. Lo sguardo puntato su di lei, su Kaime, addolcito dal vederla stranamente bene. Sana, in forze, sorpresa giustamente da quel trasporto così improvviso e coercitivo. Ne studia le espressioni, non trovando nulla di ciò che non si sarebbe aspettato. La mancina va alla propria gola, portando il nodo del coprifronte a ruotare fino a mettere in mostra la placca di metallo recante il simbolo del Villaggio che, da dietro il portone, si mostra in tutto il suo placido splendore. Allegro, pieno di vita, il profumo di fiori e del ramen a far da padroni, i bambini che giocano e i ninja che lavorano col sorriso sul volto. Knoha. La sua Konoha. < Oh, buongiorno signorina. > Le rivolgerebbe così parola, il tono fintamente professionale. Al solo udire la sua voce qualche ninja di guardia alle mura gli rivolge una rapida occhiata, incredula ed ammirata, ma nulla che interrompa il dire del Dainin. < So che l'ho già fatto, ma mi permetta di presentarmi in veste ufficiale. Sono Azrael Nara, Daiin della Foglia. > Sorriderebbe a questo punto, ricordando come aveva compiuto una presentazione un po' diversa al duo degli Ishiba, non rivelando il proprio grado effettivo per evitare di impressionare due ragazzi che ancora non erano effettivamente giunti al punto di definirsi kunoichi e shinobi dell'erba. < Deve aver fatto molta strada per arrivare sin qui da Kusa, prego, si riposi pure. Sono qui per prendere le sue specifiche anagrafiche, controllare i documenti e darle il benvenuto ufficiale nel Villaggio della Foglia. > Prosegue, incrociando le braccia al petto, le labbra sempre incurvate in un sorriso misto di cortesia e velato divertimento. < Iniziamo dal motivo per cui ha deciso di trasferirsi qui, sono molto interessato. > Le domanderebbe infine per saggiare il peso delle sue parole, della sua determinazione a lasciarsi alle spalle Kusa, che le ha fatto da casa così a lungo, benché la cosa non la rendesse affatto felice. [ Chakra ON ]

11:03 Kaime:
 Un cielo clemente, bianco a tratti, come leggere esalazioni di sigaretta...proprio come capitava in compagnia di Karitama...il suo amato fratello a cui ha annunciato il trasferimento nei giorni precedenti e che a malincuore ha dovuto dire, temporaneamente, addio. Eccola lì, a kilometri di distanza da quel Paese orribile, nella sua nuova casa. Il corvino andrebbe a richiamare la sua attenzione, portando alla di lei vista la targhetta ufficiale di Konohagakure no Sato. La sua presentazione è formale, retorica, alla quale andrebbe, una volta poggiate le valigie a terra, delicatamente, replicando, snudando i denti in un timido sorriso e facendo una riverenza, prendendo i lati della gonna con le corrispondenti mani, andando a flettersi sulle gambe...<oh, piacere...Kaime Ishiba, facente parte dell'omonimo clan e genin del Paese dell'Erba, nativa di Amegakure no Sato.> Per poi portar alla di lui volta un occhiolino divertito con l'occhio destro. Ripresa posizione retta andrebbe, riprendendo i suoi bagagli, a rispondere alle successive stimolazioni del ragazzo, probabilmente conscio della timidezza della giovane...<si il viaggio è stato lungo e veramente stancante...> Trattenendo a fatica il riso per una cotanta sciocchezza chiosata <...ma è stato mio volere, soprattutto per cominciare una nuova vita a Konohagakure e servire un paese dall'inclinazione più simile alla mia, cosa che non trovavo nel mio Paese patrono>. Il silenzio sarebbe calato, mentre, guardando anch'essa il cielo, dopo l'affermazione del Nara, andrebbe, in un sussurro a intonare una melodia, con voce acuta, sicura, in un mellifluo canto che andrebbe ad ergersi come un ringraziamento della propria anima nei confronti del fato...<...And it's another day of sun...> sorridendo, un sorriso involontario, un sorriso liberatorio, un sorriso che nasconde la mancanza di quel fratello, ma un sorriso per l'avvicinamento a se stessa...

11:34 Azrael:
 La ragazza prende a parlare, assecondando l'intento giocoso del Dainin atto a far scaricare la tensione e la timidezza della giovane, una serie di tratti caratteriali che aveva avuto la possibilità di esaminare in quel loro primo ed unico incontro durante una loro missione al Villaggio dell'Erba. Si guarda attorno, rendendosi conto solo in quel momento di essere sprovvisto di un qualcosa di fondamentale. Carta e penna. Solleverebbe lo sguardo sulle mura, portando indice e medio della destrorsa a porsi sotto la lingua per soffiare ed emettere un sonoro fischio alla volta di chiunque, in ronda dall'alto, possa sentirlo. Un giovane genin si affaccia, interrogativo, ma restando quasi sconvolto alla vista dell'uomo che lo ha chiamato a sé. "M-mi dica, Azrael-dono!" Una voce flebile, tremante, ma alta abbastanza da essere unita. < Carta e penna, per favore. > Domanderebbe il Dainin, dunque, in un vociare a metà tra l'ordine e la richiesta. Poco tempo, qualche secondo appena, prima che dalle mura cada quanto richiesto, come sospinto da divina provvidenza. Allungherebbe le leve superiori per afferrare al volo gli strumenti e tornare, solo a quel punto, con lo sguardo sulla Ishiba. < Come dicevamo... > Chioserebbe, prendendo a scribacchiare sulla pergamena appena ricevuta < Kaime Ishiba, appartenente al clan, originaria di Ame. Molto bene, molto bene. > Pronuncerebbe assorto nell'atto di scrivere per sollevare il capo solo alla fine di quel rapido appuntare. < Ti vedo meglio, sai? Più serena e rilassata. Ti piace la zona? > Le domanderebbe ora, in tono più confidenziale e diretto, ascoltando il di lei canto con espressione alquanto ammirata. < Non pensavo sapessi cantare. Quando saremo da me, magari, possiamo fare un duetto. > Un leggero risolino si leverebbe dalle rosee appena appena dischiuse, prima di proseguire con la compilazione di quei campi da riempire per soddisfare il processo burocratico. < Stato civile, lavoro e nuova residenza, poi dovremmo aver finito con le informazioni generali. > Enuncerebbe, andando poi, che lei abbia risposto oppure no, a segnare l'indirizzo di casa propria come risposta a quell'ultimo quesito posto alla giovane, conoscendone già la più ovvia delle soluzioni. [ Chara ON ]

11:49 Kaime:
 La giovane riporterebbe, ridestata da quel fischio, all'ordine, riabbassando di scatto la testa e, notando con la coda dell'occhio il musetto del cagnolino, a cui ancora non aveva dato un vero e proprio nome, uscire dalla zip. Solo il suo tartufo riuscirebbe ad uscir da esso, ma questo non palesa un guaito, un latrato...sarebbe solo curioso da suoni e nuovi odori, oltre che dal canto della padroncina. La Ishiba farebbe, comunque, finta di nulla, per non far accorgere, forse ingiustificatamente, il Dainin della presenza del piccolo animale. La scena che vede è...al quanto strana. Un ninja che quasi si prostra alle volontà del corvino. Lei non ha ben chiaro la figura del Dainin cosa comporti, o meglio, lo sa solo a livello teorico, grazie agli studi accademici, ma non sa cosa, nella reale vita quotidiana, tale grado cosa comporti, quindi giustifica il fare del povero shinobi per un semplice rispetto gerarchico. Dunque il Nara, preso carta e penna 'volontariamente' consegnati da quella guardia, andrebbe a scrivere tutte le informazioni dette in precedenza dalla genin. A queste, Azrael, andrebbe a seguire nuove domande, nuove questioni, alcune delle quali non sa dare una risposta, per questo il suo verbiare andrebbe ad essere il seguente...<stato civile nubile, nessun lavoro e..per la residenza dovrei un attimo chiedere ad un amico...> direbbe, schiarendosi la voce in modo sonoro e voluto...<Azrael sai per caso dove sia la mia nuova abitazione?> attendendo dunque il dire dell'uomo dalle iridi d'onice, prima di riprendere quel, giocoso, ma serio documento burocratico. Solo infine andrebbe ad annuire, ripensando a quelle proposte fatte dall'altro riguardo a duetti e stato di salute, ma la priorità era lo stilare quel documento, per cui il giovane potrebbe anche non cogliere che quel cenno di capo si riferisse a delle frasi cronologicamente antecedenti.

13:02 Azrael:
 Tutto quel che la gemma Ishiba dice di sé viene annotato prontamente sul Foglio il cui posto finale sarà la scrivania di Hitomu. Non ci sono più domande da porre, pare. La risposta a quella giocosa domanda sulla nuova residenza della ragazza viene presto data < Ho già segnato che verrai a stare da me, a tal proposito ci sono delle cose che devo dirti ancora più fondamentali di queste generiche sciocchezze, > Porterebbe lo sguardo a scandagliare in toto la figura che ha di fronte < In casa mia niente scarpe. Potrei arrabbiarmi molto se la cura del mio parquet venisse lesa in qualunque modo. Per lo stesso motivo, niente animal-- > Le iridi si fisserebbero sul musetto appena spuntato fuori dalla borsa di Kaime. Una forte espressione di disappunto verrebbe a formarsi sul volto diafano del Dainin. < No. Quello in casa mia non deve entrarci. > Pronuncerebbe, piatto e gelido. < A meno che non gli spunti le unghie o non ci metti dei tappi di sughero o altro. E non deve sporcare. > Continuerebbe quel proprio chiosare perentorio e severo nei confronti del cucciolo che sta scrutando la nuova area attorno a sé. < Detesto lo sporco ed il disordine. Se vuoi stare a casa mia, regolati di conseguenza. > Terminerebbe il proprio dire, prima di voltarsi e darle le spalle, per addentrarsi di qualche passo all'interno del Villaggio, attendendo che l'altra lo segua in quella che, per un tempo indefinito, sarà la sua nuova casa. < Konoha non è strutturata in cerchi, a differenza di Kusa. E' tutto sullo stesso piano, uno stradone principale e varie traverse. Spero riuscirai a trovare presto l'orientamento. > Avanzerebbe ad addentrarsi nel luogo che sta descrivendo, se la ragazza lo stesse seguendo, mantenendo carta e penna nella mancina, attento a non stropicciarle. < Di là c'è il chiosco di Ichiraku. > Direbbe, indicando il luogo pieno di vita, suoni e profumi di varie pietanze, con un cenno del capo. < Quella enorme Magione in lontananza è la sede del Governo, dell'Hokage. > Proseguirebbe col suo dire e con l'incedere tenuto appositamente lento per consentire alla nuova arrivata di scrutare i dintorni pieni di vita e colori. < Quello lì in fondo è il Monte dei Volti, dove sono scolpiti i visi di tutte le persone che hanno governato la Foglia. Il resto lo scoprirai, insomma, suppongo tu abbia voglia di conoscere un po' di gente e storia del posto. > Queste le ultime parole che verrebbero pronunnciate, prima che i passi dei due li portassero di fronte ad una grande casa in legno scuro e muratura, dall'ampio portico di ingresso. < E questa... è casa mia. Casa nostra, adesso. > Si silenzierebbe, fermandosi davanti la porta, in attesa che l'altra gli ponga qualche domanda o, semplicemente, entri per sistemare le proprie cose nel nuovo spazio che dovrà occupare. [ Chakra ON ]

13:19 Kaime:
 Ed ecco la destinazione del loro incedere, da lì a poco cominciato, e la scoperta del suo alloggio. La casa di Azrael Nara...un attimo, la casa di chi?!..<d-dobbiamo vivere i-insieme?> direbbe la giovane arrossendo sulle gote vistosamente. Non si aspettava di avere una convivenza con il suo...teletrasportatore? Il dire di lui, in seguito alla spiegazione di dove la Ishiba sarebbe andata a abitare, andrebbe sulle regole da rispettare in quelle mura, e tra queste vi è anche il veto agli animali. Proprio in quel momento che il dainin andrebbe ad accorgersi della presenza di quella piccola palla di pelo bianca, la quale, una volta scoperta, andrebbe ad esser liberato un po', con un gesto aggraziato, che comprende l'apertura della zip, quanto basta per permettere al canide di far uscir, dalla borsa in cui è posto, la sua testolina, completamente ricoperta da candido vello, da grandi occhi ambrati, come quelli della padrona, per quanto più felici e spensierati, un tartufo scuro, di un marrone tanto incupito da ricadere in una tonalità di nero. Lo sguardo andrebbe al piccolo animaletto, prima che la giovane verbiasse...<tranquillo, non sporcherà. Anche io detesto lo sporco ed il disordine e..> girandosi verso il piccolo cucciolo, che li guarda incuriosito ed inconsapevole di ciò che gli umani stiano dicendo <...a costo di mettergli delle pattine ma non sporcherà...VERO!?>. Il suo dire cesserebbe, seguendo quel ragazzo, ormai avviatosi per le strade della cittadina che, rigogliosa e gioviale, andrebbe a palesarsi alla di lei vista. Il suo incedere andrebbe ad cominciar, lento, ancheggiato, delicato ed aggraziato. Ascolterebbe il dire di lui, durante il loro cammino, scoprendo che il villaggio si basa su una sola superficie, diviso, diramati da un vialone principale, in soli vicoletti. La notizia la riempie di gioia...forse ha trovato l'unico luogo in cui non si sarebbe persa. Viene a conoscenza dei luoghi di maggior importanza e, stranamente, viene elencato per primo il chiosco di I..chi..satu?. L'ultimo luogo, avanti il quale andrebbe a fermarsi il loro incedere, sarebbe una grande e lignea dimora, bella, curata, ma chiusa, almeno fino a quando il Nara non avesse concesso a quell'anta di spalancarsi, per accoglier così i du...tre presenti.

13:36 Azrael:
 La giovane non ha molte domande da fargli o curiosità particolari da soddisfare, sembra unicamente intenta ad osservare i dintorni, studiando il Villaggio che la ospiterà finché ne sentirà il bisogno. Giunti dinanzi la dimora, dunque, saranno ancora poche le parole che il Nara le rivolgerà per completare un quadro generale della situazione, esponendo ora i punti di interesse non puramente turistico. < Per allenarti c’è una zona poco al di fuori delle mura, i campi d’addestramento. In caso i suddetti allenamenti dovessero portarti ad aver bisogno di cure, beh- > Solleva la destrorsa ad indicare un grosso complesso di edifici non eccessivamente in lontananza < -quello è l’Ospedale. Non dovrebbe essere troppo difficile da raggiungere e spero ne avrai bisogno il mero possibile. Tornando a te… > Abbassa il capo sul piccolo quadrupede che li osserva incuruosito e felice. Quasi gli costa sforzo mostrarsi cattivo nei confronti di una creaturina così candida ed innocente. < …piccola e adorabile palla di pelo. Se sporchi ti butto fuori casa e se mangi qualcosa io mangio te. Sono stato chiaro? > Pronuncia, serio, ma piuttosto intenerito dal cucciolo che la ragazza reca con sé. < Mh? > Si arresterebbe, al notare quanto l’idea di condividere la stessa abitazione metta a disagio l’Ishiba. < Volevi davvero vivere da sola in un posto in cui non conosci nessuno? Non ho cattive intenzioni nei tuoi confronti e non ci incroceremo nemmeno più di tanto. Casa mia è grande e ho abbastanza camere da ospitare una decina di persone, restando comunque larghi. > Abbozzerebbe una risata, andando dunque ad estrarre la chiave dalla tasca per aprire la porta sul salone principale, non permettendosi ancora, però, di fare un passo nella dimora < Dovrò star via per qualche giorno, in ogni caso. Quindi almeno per il primo periodo mi faresti un piacere a sorvegliare la casa per me. > Direbbe, andando solo ora ad addentrarsi nella casa. Il salone principale è ampio, il parquet in legno scuro percorre tutto lo spazio, un divano in pelle nera è al centro di essa, innanzi ad un tavolino basso in vetro. Le pareti sono bianche e percorse da dei rami di ciliegio stilizzati, in cui colore scuro sfuma poi nel rosa dei petali. < Al piano di sopra la mia stanza è la prima sulla destra, le altre sono tutte libere. Le porte che troverai chiuse devono restare tali. Se non c’è altro che devi chiedermi, andrò a portare i tuoi dati alla Magione dell’Hokage. > Direbbe restando sull’uscio per farle spazio, ma senza richiudere la porta, in modo tale che possa uscire ed accompagnare coi fatti quella sua ultima affermazione. [ Chakra ON ]

13:55 Kaime:
 La giovane si godrebbe lo spettacolo di quel Azrael cattivo nei confronti del cagnolino, che, vedendosi il Nara avvicinandosi, andrebbe ad allungarsi verso il suo viso, spingendosi al massimo del suo possibile, mentre solo la ragazza può percepire lo scodinzolare frenetico, sentendo la sua borsa vibrare. La cosa le fa allargare le rosee in un sorriso, tra il divertito e l’intenerito, prima che il giovane si riportasse retto e riprendesse a chiosare riguardo i punti di interesse che il villaggio offre. Al nominar l’ospedale, la giovane riporterebbe alla sua mente, aprendo un cassetto della memoria, ciò che pochi giorni prima sarebbe successo durante la sua ronda, ma non ne parla ancora, in quando il ragazzo andrebbe ad aprire la sua casa e a spiegare la disposizione delle stanze. I passi sarebbero lenti, attenti, andando a superare quella soglia dove, posate le borse, cane compreso, ancora prigioniero di quel bagaglio, andrebbe a togliersi le scarpe, con un fare abituale, cosa che può suggerire al Nara che quella sia una sana abitudine della Ameana. Il pavimento ligneo scuro, le cui assi sono perfettamente allineate, quasi da non distinguere l’una con l’altra, mentre le mura, stilografate, andrebbero a ricoprir le pareti di tutta la sala da pranzo. Ne studierebbe la disposizione dei mobili, la fora degli ambienti ed, in ultimo, andrebbe ad ascoltare il dire riguardante l’assenza del dainin e il suo ruolo di…portinaia. La cosa non le dispiace, anzi, vuole rendersi utile per una persona che, nel momento di smarrimento, la ha accolta all’interno della sua abitazione. I passi son svolti in punta di piedi, prendendo la caratteristica posizione di una ballerina di danza classica, posizione vissuta senza problemi, senza fatica, a causa però di quell’effetto collaterale…la piattezza dell’alluce di entrambi i piedi, abituatisi a quella postura. Giunta al divano, dove le mani andrebbero ad accarezzare la pelle di quel divano, la giovane andrebbe chiosar tal verbo <Hai una casa bellissima e, tranquillo, cercherò di mantenerla nel modo pi consono possibile…> andando a prendere una pausa per poi riprender il suo dire, chiedendo più che altro consiglio ad una persona più esperta di lei. <Azrael, non ti spiego nel dettaglio perché non so se posso ma…durante una ronda sono entrata in contatto con del sangue animale. Non ho avuto reazioni allergiche o altro ma…ho paura di eventuali ceppi virali che possano intaccare il mio organismo…> chiudendo gli occhi, pronunciando le ultime parole con sofferenza, disagio…vergogna <…soprattutto perché sono uscita da poco da un lungo periodo di bulimia> direbbe, rimanendo ad occhi chiusi e con il capo volto verso il pavimento, avendo paura dello sguardo di lui e delle sue variazioni facciali. Attenderebbe quindi un consiglio da lui, restando in silenzio, un silenzio disturbato solo da qualche lieve affanno del cagnolino, un affanno provocato dal suo tentativo di evadere, un bellissimo e goffissimo tentativo di evadere.

15:59 Azrael:
 Il Dainin ascolta brevemente le parole della Ishiba. Una lieve smorfia di disgusto gli deforma impercettibilmente il volto candido. < Ngh- vai a farti controllare in Ospedale. Conosco il primario... > il disgusto si dissipa dal viso per lasciar spazio ad un sorriso intenerito al solo pensiero della persona di cui sta parlando < ...chiedi di Kaori Hyuga e fatti dare una controllata. Se le analisi risultano positive porta il referto in Magione, così che venga allegato alla tua richiesta di soggiorno temporaneo. > Chiosa, senza più metter peso sulla questione in sé e neppure sui cmplimenti fatti alla propria dimora, che mantiene sempre con estrea cura ed attenzione. Quello che adesso gli preme precisare è unicamente quel concetto di "temporaneo". Sa bene che quella non è una scelta definitiva, che sta venendo compiuta unicamente per evitare che l'odio e l'esasperazione di una giovane donna possa tramutarsi in qualcosa di malvagio e che, comunque, lei resta una genin di Kusa e sorella di una persona che, certamente, avrà voglia di rivederla di tanto in tanto. < Non diverrai una Konohana, non in tempi brevi, almeno. Ti ho portata qui perché tu possa curare le ferite del tuo animo > quale, appunto, anche la bulimia che la ragazza ha poco prima citato < ma non dimenticare che hai dei doveri. Questo foglio andrà sulla scrivania del Kage per informarlo della tua presenza qui, non perché tu possa rimanere in pianta stabile. Quando ti sentirai pronta, ogni volta che desidererai, ti porterò a Kusa perché tu possa adempiere ai tuoi doveri da kunoichi e di sorella. A piccoli passi, così che tu possa diminuire il tuo astio e le tue dipendenze. Ci stai? > Non una vera e propria proposta, la sua, quanto più un metterla al corrente di come andranno le cose da quel momento in poi. Quel che le sta offrendo è un appoggio, certo, ma non un modo per scappare da ciò che la spaventa. Un modo per trovare e perseguire la pace, in modo che possa - in futuro - vivere e servire la sua patria con maggiore efficacia. < Ora, se non hai altro da dirmi, dovrei andare a sbrigare delle faccende. Ti lascio il tuo tempo per adattarti. E tieni quella belva nella borsa, finché non avrai trovato una soluzione che tenga il mio parquet al sicuro, mh? > E tali sarebbero le sue ultime parole prima di, se lei effettivamente avesse esaurito gli argomenti, uscire e portare quel foglio all'attenzione del governo della Foglia. [ se end ]

16:11 Kaime:
 La giovane andrebbe ad ascoltare tutto il dire del ragazzo, tutto il suo affrontar l’argomento sanitario e tutto il suo punto di vista sulle condizioni che devono essere rispettate per una convivenza pacifica. La kunoichi non aveva mai preso in considerazione l’idea di impradronirsi di un coprifronte che non le compete e né di arrogarsi diritti che non le si addicono. Quale modo migliore sarebbe quello di star lontana da quel paese nefando ma allo stesso tempo poter, con il tempo, cominciar ad amarlo, non per le infrastrutture o le leggi del luogo, per il legame con le persone con cui è entrata in contatto e con cui vuole mantenere un rapporto, siano queste indissolubili, come il rapporto con il syuo amato fratello, siano queste novelle, dolci, melliflue, come il rapporto venutosi a creare con la piccola Eiko, considerata dal profondo del suo cuore la sua sorellina. Il dire del dainin va anche a consigliarle un medico in particolare, una certa Kaori Hyuuga, la quale sarebbe primario e medico molto apprezzato dallo shinobi e, a veder il viso, si può supporre, senza prove a comprovare tanto ragionamento, che sia la donna che abbia nominato al loro primo incontro. Il giovane dal corvino manto andrebbe, in seguito ad uscir dalla dimora, dando l’ultimatum a quel povero cagnolino tanto goffo quanto adorabile, ma i cui artiglietti, concretamente, potevano rendere quel parquet una scacchiera di dama cinese. Restata sola, la giovane andrebbe a raccogliere, sempre in punta di piedi, i suoi bagagli, andando così a portarsi in una delle stanze libere, ma facendo attenzione a non forzare le stanze chiuse, essendo uno dei veti principali imposti dal Nara qualche minuto prima. [end]

Kaime arriva a Konoha e lascia le proprie generalità per informare il Kage della propria presenza temporanea nel Villaggio e per dare il via alla propria crescita personale, lasciandosi alle spalle turbamenti psicologici ed astio per Kusa, con la promessa di continuare i propri doveri da kunoichi quando si sarebbe sentita più pronta a farlo.