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con Azrael, Kaime

10:33 Kaime:
 Si trova sul suo letto, nuovamente, dopo aver vissuto quei momenti di più totale oblio. Le lacrime hanno rigato quelle gote come delle cicatrici, andando a formare, una volta asciutte, una linea opaca che divide quasi geometricamente il suo niveo viso. La sensei Anaka è fuori la propria dimora, attendendo la neo-genin per accompagnarla alla magione Ishiba, anche perché la genin non ha idea di come raggiungerla. I piedi si muovono sulla lignea pavimentazione, così da portare la femminea figura verso il bagno, con un rapido incedere, in modo da prepararsi il più presto possibile, così da non far attendere oltre la genjutser. Il suo bagno, luogo di nrfandi avvenimenti. Gli occhi si muovono rapidi, andato a studiare il suo lavabo, il suo specchio, dove lavora per far sì che le lacrime scompaiano con un semplice lavaggio facciale. Il crine smeraldino viene pettinato, in modo da tornar liscio e setoso alla vista, mentre, con la coda dell'occhio del vespasiano viene osservato e diviene vittima di mortali occhiatacce, e niente più, non vi si avvicina...non riversa in esso parte della propria anima...non vuole diventare quel cadavere inanimato che ha vieto nella illusione pochi minuti prima, ed ecco che la sua figura si allontana da quel posto, dando le spalle a tutto, forse ritrovando un minimo di amor proprio. L'incedere riprende, fino a porre la Ishiba avanti al proprio armadio, dove andrebbe a prendere un lungo vestito bianco, stile orientale, composto da un unico intreccio di fili di seta. Indossato si palesa per quel che è: un vestito bianco che porta le spalle ad esser scoperte, mentre braccia e busto vengono sapientemente ricoperti da quel manto candido, che aderiscono ed evidenziano le forme della ameana. Il vestito continuerebbe, lungo, a scendere verso le leve inferiori, coprendoleper la loro intera lunghezza mediante una gonna, i cui lembi sfiorerebbero terra e nasconderebbero, possessive, sti stivaletti bianchi a tacco alto posti sotto di essi. La schiena è scoperta, in uno scollo a 'V' che scenderebbe fino ad una decina di centimetri dalle fossette di Venere, così da non sfociare nella volgarità. Capelli, volutamente, cadenti sulla spalla destra e nient'altro a decorare quella immagine così candida, quasi stesse ricercando una purificazione inconscia. Sarebbe pronta, se non fosse che le manca l'ultimo gioiello, l'ultima attenzione per ritenersi veramente perfetta...il chakra. La giovane Kaime, nel tentativo di richiamare il chakra, energia fondamentale per qualsivoglia tecnica magica, andrebbe a chiudere gli occhi dalle ambrate iridi. Il corpo andrebbe a rilassarsi, tranne per gli arti superiori le cui estremità andrebbero a porsi all'altezza dello sterno nel caprino sigillo. Le gambe sarebbero leggermente divaricate, respiro regolare, testa leggermente abbassata, a causa del completo rilassamento, e la mente sgombra, sgombra da tutte le preoccupazioni, da tutti gli impulsi, da tutte le brame, da tutte le distrazioni che potrebbero distoglierla dall'azione intrapresa. Per pura comodità la giovane andrebbe a rappresentare, mentalmente, una sua copia, come un riflesso in uno specchio, ma parecchio differente dalla sua reale forma, in quanto il riflesso sarebbe spento, inanimato, indefinito, quasi fosse un mero contenitore vitreo completamente vuoto, o quasi. Due forme andrebbero a distinguersi nel vuoto del suo animo, una piccola rappresentazione femminile all'altezza dei suoi seni nasali, dallo smeraldino colore, capelli lunghi e dalla sinuette simile a quella della shinobi, mentre l'altra avrebbe fattezze maschili, dal violaceo colore e dalla corporatura snella e slanciata, capelli di media lunghezza e spettinati in maniera magnifica, situata alla bocca dello stomaco. Con la dovuta concentrazione queste due figure dovrebbero cominciare a muoversi lentamente, l'uno verso l'altra, per poi prender sempre più velocità, ricercando quel contatto con bramosia e lussuria. La femminea figura andrebbe a lasciar dietro di sé una velata sfumatura verdina, sinonimo di una spensierata condizione emotiva, mentre la sua controparte maschile andrebbe a rilasciare alle sue spalle una folta linea di denso fumo, sinonimo della potenza del corpo e dell'aggressività dell'impulso fisico. I due amanti dovrebbero continuare a correre fino a giungere all'altezza del plesso solare, ovvero poco sotto rispetto a dove la giovane tiene saldo il sigillo della capra, prima di riuscire a congiungersi. La loro unione é basata su un semplice trattener le mani del partner con le proprie, dando vita ad una leggera sfumatura tra questi due colori, fino al tanto atteso bacio, al quale consegue una reazione incredibile: le due figure si unirebbero come sfera, come a sancire il proprio amore per l'altra figura, un amore inscindibile e dal quale nascerebbero centinaia, migliaia, milioni o anche miliardi di filamenti della sfera stessa, filamenti i quali andrebbero a scorrere lungo il sistema circolatorio del chakra, attraverso il quale l'energia andrebbe ad irrogare interamente la figura della genin, rendendo possibile, attraverso la fuoriuscita di tale energia dagli tsubo, vie di fuga presenti sul femmineo corpo della ballerina in trecentosessantun punti diversi, le più disparate tecniche ninja o semplicemente azioni precedentemente impensabili per la shinobi, la quale andrebbe or ad aprire le palpebre, con una lucentezza maggiorata rispetto al solito, il tutto fosse stato svolto nel migliore dei modi. Fatto ciò, la giovane andrebbe ad incedere, lenta, verso la porta della sua dimora, osservandone ogni particolare, ogni profumo, riportando alla mente ogni ricordo, in quanto non sa per quanto ancora possa godere dei suddetti.[tentativo impasto chakra]

La giovane Kaime, reduce da quel risbeglio a metà tra il sogno, la realtà e l'illusione, esce di casa per troare già lì presente da un po', quella figura dal roseo crine ad attenderla. Vestita come lo era anche negli avvenimenti poco prima avvenuti non chiosa verbo e non proferisce parola alcuna. Semplicemente, va ad incamminarsi per le vie ed i cerchi che formano il Villaggio dell'Erb. I passi si susseguono rapidi, non un fiato viene emesso dalla figura magra e slanciata che si avvia a far da guida all'Ishiba. Che lei la segua ppure no non sembra importarle, come fosse un automa che ha semplicemente l'ordine di guidarla attraverso quelle strade, sino ad arrivare alla Magione del clan che si fa fregio di essere antico e potente, il clan di Konan, membro dell'Akatsuki originale. La magione è imponente, il portone in legno chiaro è chiuso, due anelli a far da maniglie, le mura sono dipinte su colorazioni che sfumano dal bianco al viola, all'azzurrino. E' finemente decorata, perfettamente in linea con tutto ciò che il clan degli utilizzatori della carta rappresentano. Vari alberi di ciliegio segnan il confine per la stradina che conduce all'ingresso. Non vi sono guardie, ma, già da fuori, si potranno notare vari piccoli foglietti, come coriandoli e petali candidi che passano al di sotto del portone. Se Kaime avesse seguito quei passi e se, poi, si volterà vers la sensei Anaka... non la vedrà più. Svanita nel nulla come trasportata via da un alito di vento. E adesso sarà da sola, dinanzi quelle porte che sono prive di lucchetti o quant'altro. Basterà una semplice spinta che la porterà al salone principale in cui, aleno per quanto ne sa, dovrebbe trovare la capoclan ad attenderla per sancire il suo ingresso all'interno della famiglia e, più profondamente, all'inizio di una nuova vita. [ Chakra impastato - Entrata in clan per Kaime ]

11:08 Kaime:
 Non un fiato, non un verbo, un augurio, un commento...il silenzio più totale che rende il tutto più angusto, più pesante. L'incedere delle due scandirebbero lo stesso ritmo, scandito dal rumore causato dall'impatto di tacchi e asfalto. La genjutser si muove sapientemente tra quelle tortuose vie ed i suoi tornanti, facendo attenzione a non perderla mai di vista, in quanto, altrimenti, sarebbe persa, in una parte della città mai percorsa. I minuti passano, il cammino è lungo, ma stranamente il cielo dà pace alla cittadina, quasi volesse premiare il ritrovato orgoglio della genin, la quale sta per qffrontare il suo secondo esame. Per altri potrebbe essere un evento jnferiore alla nomina di genin, ma che senso avrebbe essere shinobi ma non abbastanza brava agki occhi dek proprio clan. Infine, dopo aver cambiato girone ed aver continuato a camminare ancora, la giovane si troverebbe avanti uno spettacolo...un corridoio di alberi di ciliegio che cingono ed indicano la via a quella magione tanto bella, tanto delicata ma tanto possente. L'incedere rallenterebbe, il cuore mancherebbe di un mattito, la gola si seccherebbe e il fiato si farebbe corto. Il tutto non viene minimamente preso in considerazione dalla sensei, la quale andrebbe a continuar nel suo passo costante. Giusta alla porta della magione, una porta elegante, ma un'eleganza nella quale traspare forza e robustezza, la giovane andrebbe a fermarsi, girandosi, una volta superata la sensei, in modo da poterla ringraziare, ma...ella non c'è, non vi sono i suoi occhi accusatori ma al tempo stesso amorevoli, non vi è il suo manto chiaro ma al tempo stesso violento ... sparita come arrivata, dal nulla, lasciando la propria impronta nell'anima della Ishiba, sperando che questa si dia una seconda possibilità. Il capo ritorna al portone, avanti al quale svolazzano leggiadri piccoli coriandoli, che lei non prova neanche a toccare. Le mani si portano sue ante lignee andando a praticare un po' di forza per innescare il movinento a semicerchio che permetterebbe di entrare nell'ambiente, sperando che, una volta uscita, possa affermare orgogliosa di essere Kaine Ishiba, membro del clan.[chakra on]

Il portone chiaro si apre mostrando alla neo genin un salone ampio, circolare, tempestato di quei piccoli ritagli di carta. No ne calpesta alcuno, la Ishiba, perché questi si smuovono come scossi dal vento, lontani dalle piante dei suoi piedi. Quando si sarà addentrata nella stanza tutti quei piccoli pezzetti bianchi andranno a vorticare in un moto circolare. Un vero e proprio tornado di carta, ma privo di vento. Petali bianchi che roteano nell'ambiente circostante, andando a collidere tutti verso il centro. All'occhio del ciclone, in pchi istanti, verrà formandosi una figura femminile. Alta, snella, i lunghi capelli scuri raccolti su di una spalla. U lungo kimono bianco dalla fantasia floreale ed un paio di sandali in legno di ciliegio formano il suo abbigliamento. I tratti sono dolci, fini, aggraziati. < Buongiorno e benvenuta, Kaime Ishiba. > Chiosa in direzione della giovane dal crine clor smerldo, puntando gli occhi bicromi - verde e blu - in sua direzione. < Figlia di Akejinu e Koji Ishiba > Prosegue, mostrando quanto lei sappia della biografia e della genealogia della ragazza che ha di fronte. < Ho seguito il tuo percorso fino alla nomina a Genin dell'Erba. Mi complimento con te. Io sono Kimamura Ishiba, capoclan. > Il tono, per quanto le parole siano formali, è morbido ed accomodante, per nulla serioso o dispotico in quel dire. < Immagino tu voglia entrare a far parte della famiglia a tutti gli effetti. Ma, dimmi, conosci le tradizioni della famiglia di cui porti il cognome? Sei in grado di manipolare l'arte che ha reso grande il nostro ordine? > Le domanda, senza mai scostar lo sguardo dall'esile figura della genin. [ Entrata in clan per Kaime ]

12:07 Kaime:
 Una stanza si palesa avanti quegli ambrati occhi, una stanza perfettamente circolare e senza arredamento, ma la particolarità risiede nella presenza di quegli innumerevoli pezzettini di carta, che evitano i passi dell'incedere della Ishiba. Non vi nessuno ad accoglierla, non vi son suoni, non vi son profumi, se non un velato odore di ciliegio, probabilmente giunto dall'esterno. Gli attimi passano, lunghi come secoli, prima che la carta prenda vita, andando, man mano, a dirigersi verso un epicentro, nel quale andrebbe a nascere un vortice, un uragano cartaceo che raggiungerebbe circa i due metri di altezza. Se questo non è abbastanza strabiliante, in aggiunta all'interno di quel vortice andrebbe a condensarsi una figura, una sagoma che lei conosce per rare occasioni. È kimamura Ishiba, diretta discendente di Konan Ishiba e attuale capoclan, stimattissima dai genitori e grande kunoichi. Composta, mediante i frammenti di carta, la donna andrebbe a chiosare un'accoglienza gentile, pacata e amorevole. Le racconta di sapere tutto riguardo il suo percorso da allieva e sa perfettamente da chi discende la genin. Probabilmente l'ha vista anche quando è nata, forse per pratiche burocratiche anagrafiche, ma al momento non le importa ciò, ma le domande successive poste dalla Ishiba-sama, la quale andrebbe a chieder se Kaine vuol far parte della famiglia e se ha mai avuto modo di richiamare prematuramente la loro nobile innata. La lingua andrebbe a detergere le rosee e la gola andrebbe a schiarirsi delicata, prima di udir la voce della genin in tal guisa...< Salve Kimamura sensei...> Andando a svolgere un leggero inchino orientale, per poi riprendere posizione retta e continuar il suo verbiare <...si, ho la brama di far parte del clan, e si, conosco le tradizioni del clan, clan di cui sua madre è stata fondatrice, un clan votato alla difesa di Ame e, ora, di Kusa in sua vece, un clan basato sull'eleganza e la cura dei dettagli, ma tanto elegante quanto potente e dinamico.> Direbbe, per poi prendere una pausa e continuando con la parte dolente del dire...<no signora, non sono capace di richiamare la nostra innata, o meglio, ho avuto veto di non provarci fino al giorno odierno>. Il dire è formale, per quanto la donna che la fronteggia sia amabile e dolce, quanto esteticamente perfetta. Ciò che dice è il vero...la madre le ha parlato approfonditamente della loro innata, ma ha messo veto sul provare a richiamarla fino a quando non fosse stato il giorno, veto da allora rispettato.[chakra on]

La stanza, invero, è vuota. L'unico elemento a tappezzarla e decorarla erano quei leggeri petali di carta, che si sono ora andati a condensare nella figura elegante, ma austera di colei che guida l'ordine degli utilizzatori della carta. La donna osserva quella che si sta protendendo a voler diventare una gemma Ishiba. Un piccolo seme che, se piantato in terreno fertile, fiorirà sino a diventare un maestoso albero le cui radici si stagliano solide nel suolo ed i cui rami si ergono sicuri verso il cielo. La donna assottiglia gli occhi ed inclina il capo sulla destra, mostrando un sorriso gentile < Non occorre essere così formali, piccola Kaime, ma apprezzo l'educazione. > Le risponde, avvedendosi del linguaggio forbito adottato dalla neo genin in presenza di una figura tanto rispettata da lei e dalla sua famiglia. < Ciò che dici è giusto. Eleganza e potenza sono, da sempre, i capisaldi della nostra vasta famiglia. > Prosegue, dunque, andando a portare la destrorsa innanzi al viso. il palmo aperto e rivolto verso l'alto, rasente alle labbra piene, ma mai volgari < Quello che non hai mai avuto il permesso di fare è constatare se sei in grado di padroneggiare l'arte che ci ha reso famosi. Ma ora, davanti a me, dovrai dar prova delle tue origini. > Le labbra si richiudono in una morbida "o" che permette a Kimamura di emettere un soffiare leggero. La pelle del palmo della sua mano si alza, si divide in sottilissimi strati ed uno di questi si distacca per prendere a lambire l'aria che intercorre tra le due. Un foglietto par quasi prendere vita, volteggiare a mezz'aria, senza ricadere al suolo. Si piega, prende la distinta forma delle ali e del corpo di una farfalla e vola, vola sino a raggiungere la spalla di kaime. Restando lì, inerte. < Non occorrono sigilli perché l'Ishibaku si attivi > Prosegue la donna, facendo ricadere la mano mollemente lungo il fianco < Tutto ciò che devi fare è far sì che il chakra si unisca ai gemi che riportano il retaggio di Konan e farli reagire al tuo volere, al tuo richiamo. Immagina d'esser comporta di sottili strati e fa in modo che ogni cellula del tuo corpo si infonda della tua forza vitale, sino a farle prendere vita, sino a controllarla. Sarai in grado di tramutare ogni parte di te in carta e la controllerai a tuo volere, se sarai dovutamente concentrata. E' un grande potere, Kaime, per cui concentrati e prenditi il tuo tempo. > Resta silente, ora, dopo quella breve spiegazione, permanendo in piedi ad osservare il fare della genin. Adesso è il momento di mostrarsi, il veto è caduto e deve essere dimenticato per lasciar posto al risveglio dell'abilità innata che scorre in ogni Ishiba. [ Entrata in clan per Kaime ]

09:46 Kaime:
 Una voce che la rassicura, un mellifluo canto che le giunge fin dentro le ossa e la mette a suo agio, non solo per la concessione di non usare un vocabolario forbito ed elevato, ma per quell’aria che profuma tutto l’ambiente, un profumo di ‘casa’, un odore che non sentiva da anni, precisamente da quando vive a kusagakure no Sato, un profumo che le ricorda la sua Ame, la sua infanzia, un profumo inesistente, composto da ricordi e benessere. È questa la magia che sta compiendo la sua capo-clan, una magia che Kaime credeva impossibile per lo stesso Kami in persona. Invece eccola lì, nella sala centrale della magione Ishiba a ricevere l’indottrinamento riguardante il risveglio della nobile innata che, forse, risiede dormiente nel suo animo, nelle sue vene, nel suo DNA. La dimostrazione pratica della sensei è accompagnata dal suo dire…un’innata rapida, senza necessità di sigilli alcuna, una innata che parte dall’anima, anima artistica, essedo questa la chiave per richiamare la suddetta innata, l’arte che, come color dei capelli, degli occhi, altezza, candore e, perché no, problemi ereditari, risiede nei loro cromosomi. Il tentativo, una volta richiesto dalla sensei, è imminente, è spontaneo ed è bramato. L’arto superiore destro andrebbe ad elevarsi, così da portare in corrispondenza della testa, all’altezza degli occhi, la mano destra. Gli occhi, per quanto aperti, non andrebbero più a guardare vigili la suddetta parte del corpo, ma andrebbero invece a escludere tutti i fattori esterni e, mediante concentrazione, andrebbe a lavorare sulla sua sfera di chakra primordiale, posta all’altezza della bocca dello stomaco. Questa andrebbe a svolgere un’azione mai compiuta prima, spronata fino al massimo della sua capacità. Dalla sfera andrebbero a diramarsi infiniti filamenti di chakra, troppi per esser contati, i quali andrebbero a diffondersi all’interno del sistema circolatorio del chakra, cercando di irrorare l’intero corpo, ogni singola cellula, di quell’energia, energia che da poco ha imparato a controllare al meglio. Le cellule andrebbero a riempirsi di chakra, fino a divenirne sature, così, una volta completato questo passaggio, l’intera sua figura dovrebbe andare ad essere infusa di chakra, il tutto senza andar a stuzzicar tsubo alcuno. L’energia dovrebbe essere forte in quelle membra, in quelle ossa, in quei nervi, in ogni singola cellula del corpo, in ogni sua minuscola componente, superando la barriera conferita dalla membrana cellulare, tramutando quest’ultima in parete cellulare, donando così all’intero corpo la capacità di produrre e trasformarsi nella proteina della cellulosa, di cui è composta la carta di cui gli Ishiba vivono. Una volta svolto questo passaggio, la ragazza andrebbe, sotto esempio di Kimamura-sama, a riempirsi leggermente i polmoni di aria, e, mettendo la bocca nella dovuta posizione, andrebbe ad emettere un flebile soffio diretto al palmo della mano destra, tenuta alta e con il palmo rivolto verso il cielo. Se il tutto fosse stato svolto nel migliore dei modi, anche se minimamente e molto meno dignitosamente dell’esempio precedentemente visto, un sottile e candido foglio di carta dovrebbe andar a distaccarsi dall’epidermide dell’estremità dell’arto. Ora resta solo in attesa di vedere come il tentativo si riveli nella sua reale forma, così da verificare se la sua capacità, in caso vi fosse, fosse abbastanza evoluta da potersi dichiarare membro del clan. [chakra on] [chakra 9/10] [tentativo richiamo Ishibaku I]

La giovane compie l'azione richiesta dalla capoclan in maniera precisa, così come da dovuta spiegazione. Il chakra risveglia i suoi geni Ishiba, sopici all'interno della spirale di acido desossiribonucleico. Le sue cellule cambiano proprietà fisiche e chimiche ed il suo stesso corpo cambia con esse. el preciso attimo in cui va riproducendo il gesto compiuto da Kimamura, un timido foglietto di carta si leva dal palmo, distaccandosi dal tessuto epitelliale senza ferirla affatto, ma ricadendo al suolo meno di un metro più in là. Non un origami, non una farfalla. Ma non era questo il fine dell'esercizio. L'innata sembra essere stata attivata con successo, di fatti, sul gentile volto della radice Ishiba v'è un sorriso tenero, soddisfatto e felice. < Ottimo, Kaime. > La rassicura soltanto con questo breve dire, andando poi a raggiungerla per scortarla alla porta da cui è entrata e che, ora, la farà uscire. < Ricorda i dettami del clan e porta alto il nome degli Ishiba sempre e comunque, ovunque andrai. > Le pronuncia solennemente in quel breve tragitto che separa le due donne dalla porta < Benvenuta in famiglia, nuova gemma degli Ishiba. > [ End - Prego, tirare un d50 e abbiamo concluso. ]

Kaime tira un D50 e fa 44

Kaime si reca da Kimamura per verificare e testare la propria appartenenza agli ishiba, con conseguente tentativo di attivazione innata.

OFF: Il risultato del dado è 44, per valutazione ed eventuale inserimento in clan attendo il CV, good game.