La giovane Kaime, reduce da quel risbeglio a metà tra il sogno, la realtà e l'illusione, esce di casa per troare già lì presente da un po', quella figura dal roseo crine ad attenderla. Vestita come lo era anche negli avvenimenti poco prima avvenuti non chiosa verbo e non proferisce parola alcuna. Semplicemente, va ad incamminarsi per le vie ed i cerchi che formano il Villaggio dell'Erb. I passi si susseguono rapidi, non un fiato viene emesso dalla figura magra e slanciata che si avvia a far da guida all'Ishiba. Che lei la segua ppure no non sembra importarle, come fosse un automa che ha semplicemente l'ordine di guidarla attraverso quelle strade, sino ad arrivare alla Magione del clan che si fa fregio di essere antico e potente, il clan di Konan, membro dell'Akatsuki originale. La magione è imponente, il portone in legno chiaro è chiuso, due anelli a far da maniglie, le mura sono dipinte su colorazioni che sfumano dal bianco al viola, all'azzurrino. E' finemente decorata, perfettamente in linea con tutto ciò che il clan degli utilizzatori della carta rappresentano. Vari alberi di ciliegio segnan il confine per la stradina che conduce all'ingresso. Non vi sono guardie, ma, già da fuori, si potranno notare vari piccoli foglietti, come coriandoli e petali candidi che passano al di sotto del portone. Se Kaime avesse seguito quei passi e se, poi, si volterà vers la sensei Anaka... non la vedrà più. Svanita nel nulla come trasportata via da un alito di vento. E adesso sarà da sola, dinanzi quelle porte che sono prive di lucchetti o quant'altro. Basterà una semplice spinta che la porterà al salone principale in cui, aleno per quanto ne sa, dovrebbe trovare la capoclan ad attenderla per sancire il suo ingresso all'interno della famiglia e, più profondamente, all'inizio di una nuova vita. [ Chakra impastato - Entrata in clan per Kaime ]
Non un fiato, non un verbo, un augurio, un commento...il silenzio più totale che rende il tutto più angusto, più pesante. L'incedere delle due scandirebbero lo stesso ritmo, scandito dal rumore causato dall'impatto di tacchi e asfalto. La genjutser si muove sapientemente tra quelle tortuose vie ed i suoi tornanti, facendo attenzione a non perderla mai di vista, in quanto, altrimenti, sarebbe persa, in una parte della città mai percorsa. I minuti passano, il cammino è lungo, ma stranamente il cielo dà pace alla cittadina, quasi volesse premiare il ritrovato orgoglio della genin, la quale sta per qffrontare il suo secondo esame. Per altri potrebbe essere un evento jnferiore alla nomina di genin, ma che senso avrebbe essere shinobi ma non abbastanza brava agki occhi dek proprio clan. Infine, dopo aver cambiato girone ed aver continuato a camminare ancora, la giovane si troverebbe avanti uno spettacolo...un corridoio di alberi di ciliegio che cingono ed indicano la via a quella magione tanto bella, tanto delicata ma tanto possente. L'incedere rallenterebbe, il cuore mancherebbe di un mattito, la gola si seccherebbe e il fiato si farebbe corto. Il tutto non viene minimamente preso in considerazione dalla sensei, la quale andrebbe a continuar nel suo passo costante. Giusta alla porta della magione, una porta elegante, ma un'eleganza nella quale traspare forza e robustezza, la giovane andrebbe a fermarsi, girandosi, una volta superata la sensei, in modo da poterla ringraziare, ma...ella non c'è, non vi sono i suoi occhi accusatori ma al tempo stesso amorevoli, non vi è il suo manto chiaro ma al tempo stesso violento ... sparita come arrivata, dal nulla, lasciando la propria impronta nell'anima della Ishiba, sperando che questa si dia una seconda possibilità. Il capo ritorna al portone, avanti al quale svolazzano leggiadri piccoli coriandoli, che lei non prova neanche a toccare. Le mani si portano sue ante lignee andando a praticare un po' di forza per innescare il movinento a semicerchio che permetterebbe di entrare nell'ambiente, sperando che, una volta uscita, possa affermare orgogliosa di essere Kaine Ishiba, membro del clan.[chakra on]Il portone chiaro si apre mostrando alla neo genin un salone ampio, circolare, tempestato di quei piccoli ritagli di carta. No ne calpesta alcuno, la Ishiba, perché questi si smuovono come scossi dal vento, lontani dalle piante dei suoi piedi. Quando si sarà addentrata nella stanza tutti quei piccoli pezzetti bianchi andranno a vorticare in un moto circolare. Un vero e proprio tornado di carta, ma privo di vento. Petali bianchi che roteano nell'ambiente circostante, andando a collidere tutti verso il centro. All'occhio del ciclone, in pchi istanti, verrà formandosi una figura femminile. Alta, snella, i lunghi capelli scuri raccolti su di una spalla. U lungo kimono bianco dalla fantasia floreale ed un paio di sandali in legno di ciliegio formano il suo abbigliamento. I tratti sono dolci, fini, aggraziati. < Buongiorno e benvenuta, Kaime Ishiba. > Chiosa in direzione della giovane dal crine clor smerldo, puntando gli occhi bicromi - verde e blu - in sua direzione. < Figlia di Akejinu e Koji Ishiba > Prosegue, mostrando quanto lei sappia della biografia e della genealogia della ragazza che ha di fronte. < Ho seguito il tuo percorso fino alla nomina a Genin dell'Erba. Mi complimento con te. Io sono Kimamura Ishiba, capoclan. > Il tono, per quanto le parole siano formali, è morbido ed accomodante, per nulla serioso o dispotico in quel dire. < Immagino tu voglia entrare a far parte della famiglia a tutti gli effetti. Ma, dimmi, conosci le tradizioni della famiglia di cui porti il cognome? Sei in grado di manipolare l'arte che ha reso grande il nostro ordine? > Le domanda, senza mai scostar lo sguardo dall'esile figura della genin. [ Entrata in clan per Kaime ]
Una stanza si palesa avanti quegli ambrati occhi, una stanza perfettamente circolare e senza arredamento, ma la particolarità risiede nella presenza di quegli innumerevoli pezzettini di carta, che evitano i passi dell'incedere della Ishiba. Non vi nessuno ad accoglierla, non vi son suoni, non vi son profumi, se non un velato odore di ciliegio, probabilmente giunto dall'esterno. Gli attimi passano, lunghi come secoli, prima che la carta prenda vita, andando, man mano, a dirigersi verso un epicentro, nel quale andrebbe a nascere un vortice, un uragano cartaceo che raggiungerebbe circa i due metri di altezza. Se questo non è abbastanza strabiliante, in aggiunta all'interno di quel vortice andrebbe a condensarsi una figura, una sagoma che lei conosce per rare occasioni. È kimamura Ishiba, diretta discendente di Konan Ishiba e attuale capoclan, stimattissima dai genitori e grande kunoichi. Composta, mediante i frammenti di carta, la donna andrebbe a chiosare un'accoglienza gentile, pacata e amorevole. Le racconta di sapere tutto riguardo il suo percorso da allieva e sa perfettamente da chi discende la genin. Probabilmente l'ha vista anche quando è nata, forse per pratiche burocratiche anagrafiche, ma al momento non le importa ciò, ma le domande successive poste dalla Ishiba-sama, la quale andrebbe a chieder se Kaine vuol far parte della famiglia e se ha mai avuto modo di richiamare prematuramente la loro nobile innata. La lingua andrebbe a detergere le rosee e la gola andrebbe a schiarirsi delicata, prima di udir la voce della genin in tal guisa...< Salve Kimamura sensei...> Andando a svolgere un leggero inchino orientale, per poi riprendere posizione retta e continuar il suo verbiare <...si, ho la brama di far parte del clan, e si, conosco le tradizioni del clan, clan di cui sua madre è stata fondatrice, un clan votato alla difesa di Ame e, ora, di Kusa in sua vece, un clan basato sull'eleganza e la cura dei dettagli, ma tanto elegante quanto potente e dinamico.> Direbbe, per poi prendere una pausa e continuando con la parte dolente del dire...<no signora, non sono capace di richiamare la nostra innata, o meglio, ho avuto veto di non provarci fino al giorno odierno>. Il dire è formale, per quanto la donna che la fronteggia sia amabile e dolce, quanto esteticamente perfetta. Ciò che dice è il vero...la madre le ha parlato approfonditamente della loro innata, ma ha messo veto sul provare a richiamarla fino a quando non fosse stato il giorno, veto da allora rispettato.[chakra on]La stanza, invero, è vuota. L'unico elemento a tappezzarla e decorarla erano quei leggeri petali di carta, che si sono ora andati a condensare nella figura elegante, ma austera di colei che guida l'ordine degli utilizzatori della carta. La donna osserva quella che si sta protendendo a voler diventare una gemma Ishiba. Un piccolo seme che, se piantato in terreno fertile, fiorirà sino a diventare un maestoso albero le cui radici si stagliano solide nel suolo ed i cui rami si ergono sicuri verso il cielo. La donna assottiglia gli occhi ed inclina il capo sulla destra, mostrando un sorriso gentile < Non occorre essere così formali, piccola Kaime, ma apprezzo l'educazione. > Le risponde, avvedendosi del linguaggio forbito adottato dalla neo genin in presenza di una figura tanto rispettata da lei e dalla sua famiglia. < Ciò che dici è giusto. Eleganza e potenza sono, da sempre, i capisaldi della nostra vasta famiglia. > Prosegue, dunque, andando a portare la destrorsa innanzi al viso. il palmo aperto e rivolto verso l'alto, rasente alle labbra piene, ma mai volgari < Quello che non hai mai avuto il permesso di fare è constatare se sei in grado di padroneggiare l'arte che ci ha reso famosi. Ma ora, davanti a me, dovrai dar prova delle tue origini. > Le labbra si richiudono in una morbida "o" che permette a Kimamura di emettere un soffiare leggero. La pelle del palmo della sua mano si alza, si divide in sottilissimi strati ed uno di questi si distacca per prendere a lambire l'aria che intercorre tra le due. Un foglietto par quasi prendere vita, volteggiare a mezz'aria, senza ricadere al suolo. Si piega, prende la distinta forma delle ali e del corpo di una farfalla e vola, vola sino a raggiungere la spalla di kaime. Restando lì, inerte. < Non occorrono sigilli perché l'Ishibaku si attivi > Prosegue la donna, facendo ricadere la mano mollemente lungo il fianco < Tutto ciò che devi fare è far sì che il chakra si unisca ai gemi che riportano il retaggio di Konan e farli reagire al tuo volere, al tuo richiamo. Immagina d'esser comporta di sottili strati e fa in modo che ogni cellula del tuo corpo si infonda della tua forza vitale, sino a farle prendere vita, sino a controllarla. Sarai in grado di tramutare ogni parte di te in carta e la controllerai a tuo volere, se sarai dovutamente concentrata. E' un grande potere, Kaime, per cui concentrati e prenditi il tuo tempo. > Resta silente, ora, dopo quella breve spiegazione, permanendo in piedi ad osservare il fare della genin. Adesso è il momento di mostrarsi, il veto è caduto e deve essere dimenticato per lasciar posto al risveglio dell'abilità innata che scorre in ogni Ishiba. [ Entrata in clan per Kaime ]
La giovane compie l'azione richiesta dalla capoclan in maniera precisa, così come da dovuta spiegazione. Il chakra risveglia i suoi geni Ishiba, sopici all'interno della spirale di acido desossiribonucleico. Le sue cellule cambiano proprietà fisiche e chimiche ed il suo stesso corpo cambia con esse. el preciso attimo in cui va riproducendo il gesto compiuto da Kimamura, un timido foglietto di carta si leva dal palmo, distaccandosi dal tessuto epitelliale senza ferirla affatto, ma ricadendo al suolo meno di un metro più in là. Non un origami, non una farfalla. Ma non era questo il fine dell'esercizio. L'innata sembra essere stata attivata con successo, di fatti, sul gentile volto della radice Ishiba v'è un sorriso tenero, soddisfatto e felice. < Ottimo, Kaime. > La rassicura soltanto con questo breve dire, andando poi a raggiungerla per scortarla alla porta da cui è entrata e che, ora, la farà uscire. < Ricorda i dettami del clan e porta alto il nome degli Ishiba sempre e comunque, ovunque andrai. > Le pronuncia solennemente in quel breve tragitto che separa le due donne dalla porta < Benvenuta in famiglia, nuova gemma degli Ishiba. > [ End - Prego, tirare un d50 e abbiamo concluso. ]
Kaime tira un D50 e fa 44