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Reagire - L'inizio di una nuova vita?

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con Kaori, Kouki

17:03 Kouki:
  [Panchina] Non sa quanto tempo abbia effettivamente passato ad osservare la casa bruciare, la notte scorsa. Sa solo che è rimasta in piedi fino a quando l’incendio non è scemato, lasciando solo ceneri e uno scheletro di quello che ormai era stata la sua casa. Fino alla fine i suoi occhi non si sono mai staccati da quelle fiamme, andando a percepire dentro di sé quel fuoco, cercando di vivere appieno, fin dentro alle proprie cellule, quella parte di sé alla quale aveva posto fine. Tutto è stato distrutto e lei è rimasta senza nulla come lo era all’inizio, con quella sensazione, però, di assoluto abbandono. Non ha modo di pensare che i propri ricordi e i propri pensieri siano stati fin troppo influenzati da Mirako, e Lei rimane l’unica persona che effettivamente le sia rimasta vicina. Dopo quella notte, il grosso cagnolone se n’è andato, è corso via senza nemmeno voltarsi indietro, o forse si, chi lo sa, non ci ha dato troppa importanza… alla fine persino lui l’ha lasciata sola. Non le rimane che il piccolo Kuro, quel micetto nero che all’ultimo ha deciso di risparmiare. Lei e un gatto. Deve pensare bene alla sua prossima mossa, non può certo rimanere in quello stato per sempre, e si fa strada dentro di lei la consapevolezza che forse dovrebbe davvero andare a sentire cos’ha da dire quello strano Uchiha. Sospira la piccola Chunin, seduta su una panchina del Bosco dei Ciliegi, lo sguardo lontano, perso in un’espressione carica di… nulla. Il viso pallido, le occhiaie appena accennate sotto agli occhi gialli, segno che ha ripreso a non dormire, i lunghi capelli neri che le fanno da cornice, e quei vestiti che sono a tutti gli effetti gli unici che le sono rimasti. Non ha pensato proprio per niente alle conseguenze. Dove andrà? Come mangerà? Be… non è tanto diverso dalla vita da barbona che faceva prima dopo tutto, solo che adesso ha abbastanza soldi da permettersi una stanza in una locanda. Si. Un sospiro, mentre il micino se ne sta acciambellato sulle sue gambe, e lei completamente abbandonata su quella panchina… la schiena appoggiata allo schienale, la testolina rivolta verso l’alto e le braccia mollemente lasciate sul proprio grembo, o meglio, sul gatto. Gli abiti appunto sono quelli della sera precedente, ovvero il kimono color panna dai bordi azzurri, lungo fino a metà delle cosce circa, e con le maniche lunghe e larghe, morbide, fino a coprire le mani guantate. Il tessuto dell’abito presenta dei motivi floreali azzurri, mentre il simbolo del suo clan Yakushi capeggia sulla schiena, in mezzo alle scapole, e sul davanti all’altezza del cuore. Al di sotto indossa un paio di pantaloni neri e stretti, ma elasticizzati per non impedirle i movimenti, che coprono le gambe fino ad infilarsi nei calzari ninja. In vita, a stringere e chiudere il kimono, vi è la fascia del copri fronte di Kusa, con tanto della placca in metallo col simbolo del villaggio posta sul davanti. Il porta kunai e shuriken alla coscia destra e il porta oggetti in vita, dietro alla schiena. È tutta lì, uno scricciolo e niente più, con quella sua corporatura minuta e fragile, l’altezza molto al di sotto della media e quelle sembianze che le danno un’età inferiore a quella che dovrebbe avere. Non ha nemmeno fame e non riesce a togliersi quella sensazione di vuoto abissale che sembra crescere dentro di lei, divorando tutto quello che incontra sul suo cammino. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

17:19 Kaori:
 Dopo la chiacchierata con Fumiko Kaori ha organizzato il suo viaggio per Kusa per andare a trovare la sua bambina. Fra i nuovi doveri da Consigliera, i turni in ospedale e in Accademia, le missioni e quella sua recente distrazione dovuta al ritorno di Azrael, non è riuscita ad arrivare prima di adesso. Aveva pensato di raggiungerla di corsa ma questa volta non ha potuto farlo: da quando è tornata ha promesso a Hitomu che sarebbe rimasta, che non sarebbe più andata via e che avrebbe dedicato a Konoha la sua vita e perciò non ha potuto semplicemente fare i bagagli ed andarsene mettendo in secondo piano i suoi doveri. Ha ritagliato un paio di giorni per sé da trascorrere a Kusa senza che fosse richiesta da nessuna parte e quindi eccola qui, finalmente capace di andare a trovare la piccola Kouki. Inutile dire che quanto ha veduto appena giunta alle colline le ha semplicemente fatto gelare il sangue nelle vene. La casa è distrutta. Ridotta in cenere fino alle fondamenta, annerita, un mucchio di resti fragili e oscuri come fiammiferi consumati. Kaori ha perso il poco colore che aveva in volto e, correndo fra le macerie, ha pregato tutti i Kami di non trovare resti umani fra di esse. Alla fine non ha effettivamente trovato tracce di corpi e questo le ha dato una briciola di speranza. Ha iniziato a setacciare il Villaggio correndo per ogni via, ogni locanda, fino a ritrovarsi a correre per i prati fioriti, il tempio ed infine il bosco. Il bosco dei ciliegi. Giunta qui Kaori è stremata, con i capelli in disordine, i vestiti scomposti e sporchi di cenere, la polvere delle macerie a ricoprire persino il suo viso, le mani, il mantello da viaggio che ha indosso. Sembra una profuga ma non le importa: deve trovare Kouki. Sotto il mantello nero -chiazzato di cenere grigia e polvere, indossa un kimono lungo bianco con dei ricami viola abbinati all'obi attorno alla sua vita. I bordi inferiori della veste sono sporchi e anneriti, così come le calze bianche ed i calzari di legno, dandole un'aria davvero poco ordinata. Ha lasciato in locanda il suo borsone ed ora non ha nulla con sé se non il coprifronte della Foglia ricevuto il giorno del suo diploma dall'Accademia e mai indossato prima di adesso visto che Azrael si è ripreso il proprio. Avanza per il bosco sfinita, esausta, dopo una giornata di ricerche, fino a quando -alla fine- non riconosce la sagoma familiare della figlia seduta su una panchina assieme al suo piccolo Kuro. < KOUKI! > esclamerebbe con disperazione e sollievo insieme, correndole incontro con le lacrime agli occhi. < Kouki, grazie a Dio, sei qui! > direbbe andando ad inginocchiarsi ai piedi della bambina -se lei avesse permesso- cercando di alzare le mani per portarle sul viso di lei, quasi come se quel contatto potesse effettivamente dirle se la piccola sta bene oppure no. < Cosa... cosa è successo? Ho visto-- la casa, e ho avuto paura... > chiede, col fiatone, il cuore in gola, continuando ad osservare la ragazzina come se fosse un miracolo divino. [chakra: on]

17:59 Kouki:
  [Panchina] C’è silenzio intorno a lei, almeno è quello che sente dopo aver eliminato dai propri sensi ogni traccia umana altrui. Se ci sono passanti in quel luogo lei non li vede e non li sente, persa in un mondo tutto suo, fatto di silenzi e nulla. Gli occhi puntati verso il cielo nuvoloso osservando le nuvole di passaggio, cercando di trovare in essere qualcosa, una forma forse. Ha passato il suo tempo seduta lì, tutta la giornata, senza fare alcunchè, senza andare in ospedale, senza adempiere a nessuno dei suoi doveri da ninja. Non ne ha semplicemente voglia, del resto chi glie lo fa fare se nemmeno si sente parte di quel villaggio? Nonostante abbia voluto dare un taglio netto al passato, a Raido, a tutto quello che l’ha portata lì, il suo cuore non può che piangere la mancanza di quel padre. E ogni volta che ci pensa subito ecco arrivare la rabbia. Ma quale padre e padre… l’ha lasciata. Ed ecco il rancore, l’odio, la soddisfazione di aver bruciato ogni cosa che potesse ricordarglielo, salvo quel micino. E poi i pensieri vanno a Fumiko e a quella sua dannata bambina, lei che ha scelto di prendere la neonata e andare via, poco importa se sia stata colpa di Mirako, lei non lo sa, non ricorda. Dovrebbe bruciare anche quella donna, bruciare la bambina, ogni cosa che le ricordi quanto è successo. Dovrebbe eliminare chiunque l’abbia fatta soffrire fino ad arrivare a Kaori, prima ed unica madre che non vede però da giorni. E poi Shade. Non si rende nemmeno conto di quanto Mirako stia infettando la sua mente e i suoi pensieri, sola con Lei e il suo veleno. Una macchia scura che si espande nel suo cuore, riempiendolo e che si dirama per tutto il corpo. Qualcosa però irrompe violentemente nella sua mente, con la forza pari a quella di un terremoto, la piccola si scuote, la mente sobbalza e le orecchie percepiscono il proprio nome che viene urlato con affanno. Disperazione in quella voce, mista ad un sollievo senza precedenti, mai sentito prima. La testa si muove, gli occhi vacui a ricercare la fonte di una voce che stenta a riconoscere, così come la fisionomia di Kaori. La vede, ma non si smuove. La osserva, ma non la riconosce. Sembra appena, addormentata nel suo modo, come se tutto intorno a lei fosse distante ed ovattato. La vede inginocchiarsi davanti a lei, il micino si muove, spaventato, andando a spostarsi sulla panchina e lei… lei la osserva, confusa, spaesata, ne ascolta le parole. La vede sporca di cenere e non ne capisce il motivo, la vede contrita dalla paura e dal sollievo. Con lo sguardo fisso in lei, ma senza vederla, andrebbe a formare un lieve sorriso sulle sue labbra. Un sorriso fine, che si fa via via più somigliante ad un piccolo ghigno, sente una strana euforia, una strana soddisfazione. <Le ho dato fuoco.> sibila verso di lei, e il sorriso si allarga, l’espressione trasfigurata in quella che sembra una lucida follia. È divertita dalla cosa, sinceramente. <Ho bruciato la casa. Sono rimasta a guardarla bruciare fino a quando non si è spento il fuoco.> abbassa ancora di più il tono come se stesse raccontando un qualche tipo di segreto, e alla fin fine… inizia a ridacchiare. <Dovevi vedere quanto era bella. Vero, Mirako?> parla ancora, ma continua a fissare Kaori negli occhi, ma effettivamente è come se la donna non ci fosse, come se la piccola stesse parlando solo con la Voce di Mirako nella sua testa. E poi ancora si perde nello sguardo della Hyuga, si perde… vola nella sua profondità, il sorriso si spegne insieme alla risata e tace, come se si fosse spenta di colpo. Solo in quel momento la sua mente sembra elaborare la persona che ha davanti, e lo sguardo cambia, sembra farsi più vivo, consapevole, la fronte si corruga e il corpo inizia a tremare. <Mamma.> un lieve sussurro, il cuore sobbalza, quel nero che lo riempiva sembra tentennare e ritirarsi lievemente, sente dentro di sé la voglia di stringersi a lei, tenersi stretta, piangere e pronunciare il suo nome più e più volte. Mamma, la sua mamma. Sembra squarciare quel nero che la opprime, quei sentimenti maligni, sembra portare la luce, una ventata d’aria fresca. <Mamma…> il viso finalmente ha un’espressione, dolore e rabbia si mischiano, il viso si contorce, sembra sul punto di piangere, ma non succede. Quello che alla fine predomina è l’odio. <Se n’è andato.> sibila velenosa, la voce strozzata, le mani che si stringono. <Ve ne siete andati tutti.> ed eccolo, l’orgoglioso gioiellino che Mirako sta plasmando, lo sguardo gelido e tagliente che si sofferma nello sguardo di sua madre. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

15:03 Kaori:
 C'è qualcosa di strano. Kaori lo nota immediatamente e sente il sangue raggelarsi sotto pelle. Kouki è strana, è assente e il suo sguardo sembra quasi non raggiungerla. Gli occhi dorati della bambina sono fissi su di lei, sì, eppure sembrano semplicemente non vederla. La Hyuga sente di star toccando fra le sue mani una bambola priva di vita, una bambola con le fattezze di sua figlia ma priva di sentimenti. < Kouki. Kouki. > ripeterebbe a bassa voce cercando di raggiungerla, cercando di carezzarle il viso, i capelli, di trovare un punto di contatto con lei. E improvvisamente la vede sorridere di un sorriso sottile, velenoso, infido, nel raccontare come sia stata proprio lei a dar fuoco alla Magione, alla casa che un tempo sarebbe dovuta essere loro e che per un breve periodo aveva creduto sarebbe potuta esserlo di nuovo. Kaori l'ascolta e sente un brivido freddo percorrerle la schiena nel notare come Kouki sembri quasi priva di ragione, o -più che altro, preda di una lucida follia. Che sia Mirako a parlare? Lo stile è molto simile eppure in qualche modo non le sembra lei. Le sembra semplicemente—spenta. E difatti la ragazzina va parlando *con* Mirako togliendole ogni dubbio circa la sua identità e aumentando di contro la preoccupazione della Hyuga. < Kouki. Guardami. Per favore, piccola, ascoltami. > le direbbe Kaori con dolcezza, quasi con supplica, continuando a carezzarle il viso, a rimanere in ginocchio fra le sue gambette per tentare di raggiungere quegli occhi spenti e distanti. Occhi che vanno lentamente a riprendere vita, colore, fino ad inumidirsi di lacrime che tuttavia non si versano. E poi, alla fine... eccola. Kouki la chiama, la sua voce si rianima perdendo quella fredda indifferenza che così poco le si addice e Kaori sente il cuore contrarsi dolorosamente al pensiero di quanto ferita sia la sua piccola bambina. < Sì. Sì, sono qui Kouki. Sono qui. > le dice abbozzando un sorriso che vorrebbe essere rassicurante, ma ritrovandosi a vederla mostrare tutto il suo odio con la sua voce sibilante, spezzata, che va subito dopo a colpirla col suo tono carico d'accusa. Kaori incassa silenziosamente quelle parole e, stringendo le labbra, va prendendo un profondo respiro. < Sono corsa qui il prima possibile bambina mia. > le dice cercando di non far vacillare la voce, di rimanere tranquilla così da cercare di essere di sostegno alla Yakushi. < Fumiko è venuta a cercarmi, mi ha raccontato tutto. Abbiamo parlato di tuo padre, di come ti ha fatto sentire e mi ha chiesto di aiutarti. > le spiega con dolcezza, guardandola dritto negli occhi. < Non se n'è andata. E' venuta a cercarmi perchè potessi prendermi cura di te. > continua inspirando e deglutendo. < Dopo quello che hai minacciato di fare a Miho non è potuta rimanere. Non vuole e non può farti del male ma deve proteggere anche la bambina. Così mi ha raccontato tutto così che potessi rimanerti vicino. > Sembra assurdo eppure... per amore della piccola Kouki, le due donne che mai prima di allora si erano neppure volute incontrare, adesso avevano parlato, avevano trovato un accordo e- in verità, si sono persino quasi piaciute. < Non sei da sola piccola mia. Le tue mamme sono qui, ti vogliono bene e faranno il possibile per rimanerti vicino. So che non possiamo ricoprire il ruolo che aveva-- > inspira a fondo, con rabbia, stringendo i denti. < --tuo padre nella tua vita, ma non lasceremo che la sua decisione ti danneggi più di così. E' chiaro? Noi rimaniamo. Noi siamo qui. Per te. > le dice seria, sincera, cercando di trasmettere con le sue parole e col suo sguardo tutto il sentimento che riesce. [chakra: on]

15:30 Kouki:
  [Panchina] La voce di sua madre è lontana, sconosciuta, tutto intorno a lei sembra asettico e privo di valore alcuno. Rimane immobile, persa nel proprio mondo, gli occhi spenti che osservano la madre senza realmente riconoscerla… e poi si, quel sorriso, quell’immensa soddisfazione nell’ammettere di aver dato fuoco a tutto, a quella casa. Ma non vorrebbe certo fermarsi lì, proprio no. Non dice altro mentre la donna la tocca, l’accarezza, dita gentili che vanno a sfiorare il suo viso e i suoi capelli… ciocche nere per niente in ordine. Una bambola spenta, una bambola rotta, che potrebbe anche non tornare come prima perché vane sembrano le prime parole della Hyuga, quei primi tentativi di farsi guardare e sentire. Permane immobile, svuotata, fin troppo immersa in quel mondo nero dove accanto a lei vi è Mirako. E la Serpe infida va a risponderle, ride annuendo con foga, elogiando la sua decisione di bruciare tutto e tutti. La sprona a fare lo stesso, qui ed ora, con Kaori. Ma la ragazzina riprende lucidità, gli occhi si ricolmano di lacrime che non vengono versate e i sentimenti tornano a galla. Amore, desiderio di tuffarsi tra le braccia della propria madre, e la chiama sentendosi rincuorata nell’averla lì vicino, sentendo come ella sia presente ora. Ora. Solo ora. L’odio che torna in superficie, il rancore per quelle persone che l’hanno abbandonata. I piccoli pugni si stringono, gelo e veleno dalla sua voce, le labbra serrate e l’espressione tesa. <Mirako mi ha detto che non vuoi avere più nulla a che fare con me.> sibila contro di lei, bassa, rancorosa e dolorante. <Nessuno vuole più starmi accanto. Voi andate avanti tutti con le vostre vite. Shade… tu, Fumiko e la sua mocciosetta.> suo padre che ha preferito andarsene piuttosto che stare con lei. La rabbia è tanta, gli occhi si assottigliano, eppure sua madre va a dire qualcosa di strano, qualcosa che lei non concepisce. <Io… non ho minacciato Miho. Fumiko l’ha presa e se n’è andata lasciandomi lì!> ha il ricordo chiaro della donna che prende la neonata e senza dire nulla si volta e se ne va. Non ha altri ricordi, di sicuro non sa di aver minacciato la piccola, qualcosa che ha fatto Mirako e che ha completamente cancellato dai ricordi della Yakushi, modellandoli a suo piacimento. <Bugiarda.> sibila ancora una volta a denti stretti, il corpo così in tensione che trema. <Rimanermi vicina? Davvero? E allora dimmi… che cosa vorresti fare con me? Con questo… questo corpo penoso che voi avete distrutto coi sentimenti, l’amore e gli abbandoni?> si piega leggermente in avanti per avvicinarsi il viso a quello della donna, fissarla dritta negli occhi, vedendo sua madre. Una volta non era così, una volta niente e nessuno avrebbe potuto ferirla così tanto, una volta non provava nulla e stava bene, poi… poi Raido ha rovinato tutto coi sentimenti. Le persone l’hanno rovinata, le hanno permesso di scoprire le gioie, le emozioni, solo per calpestarle e farla soffrire. Nella sua mente Kaori è sua madre, ma il viso è sfigurato da un’espressione superficiale e sadica, ricorda parole che in realtà non sono mai state dette, ha l’impressione che sua madre sia sua nemica, che le abbia fatto male di proposito. L’influenza di Mirako aumenta, lei stessa va ad intaccare le memorie e le emozioni, corrode sempre di più la mente della piccola per farle pensare quello che vuole Lei. <Non è più mio padre. Io lo troverò, e lo ucciderò. Sono stanca di tutto questo, stanca di essere così.> di colpo le mani vengono sollevate e fanno a prendersi la testa, le dita si stringono come artigli andando ad afferrarsi ciocche di capelli neri. Gli occhi sbarrati, le labbra pure, in un urlo silenzioso mentre ricordi veri e ricordi falsi si mischiano e il dolore dell’infezione aumenta. <Smettila!> un grido carico di disperazione, ma non sembra rivolto alla donna, sembra essere rivolto verso qualcun altro. Gli occhi verrebbero ora chiusi, le mani sempre sulla testa che ora andrebbe a muoversi con colpi secchi a destra e a sinistra, come se volesse scrollarsi qualcosa di dosso. <Mi lascerete anche voi! L’amore non dura! I sentimenti sono falsi! Mirako lo sa! Mirako! Mirako basta!> i capelli vengono tirati con forza, eppure non piange, è una disperazione dettata da un problema mentale insito in lei, perché solitamente questa non sarebbe una situazione di così difficile soluzione. <Ho sbagliato qualcosa? Cosa? Dovevo tenere la famiglia unita? Così mi ha detto lui? Ma ho sbagliato… no, no… non sono io quella sbagliata! Siete voi quelli sbagliati!> sembra vaneggiare, parole che scorrono in quel suo tormento, ma la verità è che ora non sa più a chi credere. Mirako? Kaori? Ragione o follia? Sentimenti o apatia? Cosa sarà mai meglio? Quali ricordi giusti e quali sono sbagliati? Ma in tutta quella confusione, mentre la testa continua ad essere mossa, i capelli tirati i gemiti che fuori escono dalle sue labbra, qualcosa di puro e sincero sembra venir fuori. <Aiutami!> una richiesta, una sola parole che viene fatta sfuggire forse dal sub conscio della ragazzina. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

16:13 Kaori:
 Kaori aggrotta le sopracciglia quando quelle prime parole vengono pronunciate dalla bambina, ritrovandosi a guardarla a labbra schiuse. Kouki sembra essere tornata parzialmente in sè, non è più assente e sembra reattiva e recettiva, tuttavia quello che dice non ha senso. O meglio, non si è mai verificato. < Cosa? > chiede la Hyuga sinceramente basita, sorpresa da quelle parole, sentendola esprimere tutto l'astio, la paura e la preoccupazione che ha conservato fino a quel momento dentro di sé per quel creduto abbandono. < Kouki, per favore, ascoltami. Calmati. > le dice Kaori cercando di respirare, di rimanere tranquilla abbastanza da impedire che la bambina si agiti ancora di più. < Non ho mai detto una cosa simile né a Mirako né a nessun altro. Non c'è niente che vorrei di più se non riaverti nella mia quotidianità. Credi che non avrei voluto che venissi a vivere con me a Konoha? > le domanda Kaori con dolcezza, cercando nei suoi occhi una traccia di comprensione. < Ma avevi la tua vita qui. Avevi tuo padre. E non lo avresti lasciato. Quindi sei rimasta qui con loro. Ma non ti ho mai dimenticato, mai. E neppure Shade. > continua seria andando quindi a umettarsi le labbra. < Fumiko è preoccupata per te. Sai che io e lei non abbiamo mai avuto buoni rapporti, eppure pur di non lasciarti sola è venuta a dirmi cosa ha fatto tuo padre e mi ha chiesto di aiutarti. E' solo il pensiero della tua sicurezza che ci ha permesso di chiarirci e di parlare. E se su molte cose non abbiamo mai potuto concordare, su questa non potevamo che essere concordi: entrambe vogliamo solo che tu stia bene. > le dice con quanta più sicurezza e sincerità possibile, ritrovandosi quindi a udire quella sua incertezza quando le rivela quanto accaduto con Miho. Kaori inspira e guardandola negli occhi va continuando. < Fumiko mi ha detto che Mirako ha preso un coltello e ha tentato di colpire la bambina. Non avrebbe motivo di mentire... e... Mirako ha strani modi di mettere alla prova l'affetto della gente che avete attorno. > le dice Kaori con voce morbida, paziente, stringendo le labbra. < Ricordi quando sei venuta a trovarmi in ospedale prima della tua partenza? Quando avevo il piede bruciato? Mi facesti parlare con Mirako al tempo e lei premette sulla mia ustione per farmi male. Per vedere se ti avrei odiata così facendo. E ovviamente non ha cambiato quello che provo per te, così come non è cambiato l'affetto che Fumiko nutre per te. > le spiega con tono lento, serio, a voce bassa, prima di sentire quel successivo fiume di domande che Kouki le rivolge lasciandola spiazzata, devastata nel realizzare quanto a fondo la piccola sia stata ferita dal gesto di Raido. < Vieni a casa con me. Vieni a Konoha. > le risponde immediatamente Kaori senza alcuna incertezza, fissandola negli occhi. < Vieni con me dove potrò rimanerti vicino, dove potremo condividere la stessa casa, dove potrai vedere anche Shade... La mia casa è sempre aperta per te, lo sai. Spetta solo a te scegliere cosa fare Kouki... > le ricorda con candore, con dolcezza, sperando che almeno questo possa aiutarla a rinsavire. Ma le cose sembrano precipitare e immediatamente la bambina prende a tirarsi i capelli, a gridare, a sfogarsi, lasciando fuoriuscire quella rabbia che la sta divorando poco a poco. Kaori cercherebbe di afferrare i polsi della bambina per impedirle di tirarsi oltre i capelli, tenterebbe di fermarla senza applicare reale forza, guardandola con viva preoccupazione. < Kouki, Kouki, per favore, respira > le intimerebbe Kaori non sapendo come placare quell'accesso d'ira, prima di udire quella richiesta d'aiuto che le arriva dritta al cuore. La Hyuga sente l'organo contrarsi e, presa dalla semplice voglia di farlo, andrebbe a sporgersi verso di lei per tentare di abbracciarla. Tenterebbe di stringerla a sé circondando le spalle, la schiena, poggiando il suo capo contro la sua spalla, cullandola contro di sé come una bambina in preda agli incubi. Tenterebbe di fare quello che qualsiasi mamma farebbe vedendo soffrire la propria bambina, ovvero farle scudo col suo corpo in una calda stretta. < Ti voglio bene bambina mia. La mamma ti vuole bene. Te ne ha sempre voluto. Qualunque cosa tu possa fare, qualunque cosa tu possa dire, questo non cambierà mai. La mamma non ti lascerà più, la mamma non se ne andrà via di nuovo. Ti prego Kouki, ti prego... credimi... > [chakra: on]

17:01 Kouki:
  [Panchina] La sua mente viaggia su binari diversi, i suoi ricordi corrotti le mostrano una Kaori che la osserva schifata, le volta le spalle affermando di non volerla più vedere, che si è rifatta un’altra vita, che sta aspettando un bambino dal suo vero amore, così come era successo con Fumiko e la sua bambina. Si sente sempre in disparte, sempre di troppo. E basta, è un pensiero che le martella la testa costantemente, giorno e notte, le toglie il sonno e le toglie la fame. Se ne vanno tutti, lei è al centro del proprio mondo nero e tutti si allontanano, Mirako le fa vedere questo, unico suo modo per tenere la Yakushi ancorata a Lei. La perplessità sul viso di sua madre però la blocca qualche secondo… vede che Kaori non capisce, non comprende, come se davvero non avesse mai detto, fatto o pensato una cosa simile. Si ferma, galleggia in un mondo di gelatina mentre con calma la donna cerca di avere la tua attenzione per parlarle. <Cosa…?> ripete quella sua domanda, un sussurro, e non solo lei stessa fisicamente si blocca, ma anche tutte le sue emozioni, come se fosse in stasi. Con calma la donna va a spiegare la situazione… di come lei si sia semplicemente fatta da parte per mettere alla ragazzina di vivere con suo padre, di come però la vorrebbe nella sua vita, come prima, come doveva essere. E Shade… sua sorella, che non vede da tanto, non sente da tanto… nella sua mente si è circondata di molte altre amicizie, ha trovato altre persone degne di essere chiamate sorelle, Mirako sibila nelle sue orecchie ogni secondo di quanto sia stata un fallimento come sorella. Eppure non sembra sia così. Infine Fumiko, quella donna che non sarebbe scappata con la bambina, ma sarebbe andata solo a cercare aiuto, perché Mirako era diventata pericolosa, perché aveva minacciato la piccola Miho. Gli occhi sbarrati della piccola si riempiono nuovamente di lacrime, la mente che si contorce, le Voci nella sua testa che si moltiplicano, Mirako che inietta il suo veleno e lei che sente quell’assordante confusione. <Io non…> mormora, singhiozza, le spalle che sussultano e i ricordi corrotti. <… Non riesco più a capire cosa è vero e cosa no… Mirako mi dice altre cose… Mirako mi mostra altre cose… ho altri ricordi.> ammette finalmente dolorante, stanca, si sforza ma non riesce ad ignorare quello che prova e che sente, le mani si muovono sul proprio viso, lo stropicciano come se cercasse di estrarre dalla testa tutto ciò che è sbagliato in lei. <Cosa è vero… cosa no… Mirako, certo.> Mirako ha strani modi di agire, eppure non ha pensato nemmeno per una volta che potesse arrivare a modificare i propri ricordi e le proprie emozioni. Andrebbe quindi ad avere quella crisi, una lotta interiore per cercare di mettere ordine nella propria vita e nella propria testa. Ma è difficile, tremendamente difficile. <Venire con te?> anche Fumiko glie lo aveva chiesto. Ma Fumiko desidera altro, ne è convinta. Sa che vuole stare con Miho, sa che vuole andare avanti e vivere libera. <Mirako non vuole!> va a gridare di punto in bianco, mentre cercherebbe di tirarsi i capelli, ma la stretta dolce e ferma di Kaori glie lo impedisce, le ferma i polsi e cerca di tranquillizzarla, in quell’escalation che termina con la sua richiesta di aiuta e di colpo arriva. Una risposta, qualsiasi cosa che possa fermarla e donarle un poco di pace. Un abbraccio. Sente il calore, come se quel gesto contenesse in sé un potere particolarmente caldo in grado di spazzare via ogni dolore, ogni pensieri sbagliato. Le invade il corpicino e si espande a macchia d’olio. Cerca di regolare il respiro, e i singhiozzi pian piano sembrano diminuire ed è come se si sciogliesse in quell’abbraccio. I muscoli si rilassano, le mani piccine e tremolanti cercherebbero di toccare, solo toccare, le vesti dell’altra. Il suo cuore. Il cuore di sua madre che batte nel petto, sembra cullarla e donarle ristoro e gli occhi vengono chiusi lentamente. <Voglio venire… no, non posso.> sussurra, parole piccole, veloci, senza un filo logico tra loro. <Devo bruciare tutto… devo eliminare tutto quello che mi ha fatto male. Brucia… eliminare.> scuote appena la testa, ma il tono è senza emozioni, senza forza alcuna. <Non voglio… voglio stare con te.> le dita si stringerebbero lentamente alle vesti. <No, Mirako, no… stiamo meglio sole.> ancora una volta, ancora la testa viene mossa in maniera negativa, e ancor di più si stringerebbe contro il corpo di Kaori. <Non voglio stare sola, mamma…!> la voce strozzata, la stanchezza di quella battaglia che sta combattendo contro la propria mente divisa. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

18:11 Kaori:
 Kouki sembra sinceramente sconvolta dalle parole della Hyuga. Sembra persa, disorientata mentre la ragazza le racconta e spiega ogni cosa. Non conosce bene il rapporto fra la bambina e Mirako, non comprende a fondo la natura di quel legame, ma è evidente che Mirako stia cercando di creare una crepa nel loro rapporto, che stia cercando di dividerle in qualche modo allontanandola l'una dall'altra. Kouki però non respinge a priori le parole di Kaori e sembra credere a quanto le viene detto nel modo in cui si dimostra sorpresa, nel modo in cui alla fine si rivela confusa e distrutta, incapace di distinguere la verità da quelli che sono ricordi che forse non le appartengono davvero. < Chiedimi tutto ciò che desideri sapere piccola mia. Se c'è qualcosa che non sai riconoscere come vera o falsa, se hai qualche dubbio, chiedimi tutto ciò che desideri e ti dirò qual è la verità. Permettimi di rassicurarti, di starti vicino... > le chiede teneramente la giovane lasciando che sia sempre sua la scelta su come agire. Kouki è libera di chiedere o fare qualsiasi cosa voglia: Kaori è lì per proteggerla, per difenderla, certo, ma non per imporle alcunché. Le chiede di vivere con lei, di seguirla a Konoha dove avrebbe potuto rimanerle ogni giorno accanto, dove avrebbe potuto tenerla sempre vicino a sè, dove nessuna delle due sarebbe rimasta sola. A Konoha dove forse avrebbe potuto presentarle Azrael se mai il loro rapporto adesso così confuso si fosse stabilizzato e chiarito. Dove avrebbe potuto lasciare che lei e Shade si comportassero come vere sorelle, magari persino vivere assieme. Hitomu, inoltre, sarebbe senz'altro stato ben felice di accoglierla all'interno della Foglia. Kouki però sembra non voler seguire la madre in quanto Mirako non desidera farlo. Kaori stringe le labbra in una espressione lievemente sconfortata, cercando di carezzare ancora i capelli della bambina con fare premuroso. < Kouki. Tu cosa vuoi? > le domanda allora la Hyuga con dolcezza, cercandone lo sguardo. < Quello che tu desideri è tutto ciò che conta. Se vuoi non essere sola, se vuoi avere una famiglia, a Konoha ne hai una. Io e Shade saremmo sempre con te, potresti vivere con l'una o con l'altra e comunque vederci ogni giorno. Potremmo prenderci cura l'una dell'altra e nessuna rimarrebbe sola. > le illustra quella possibilità con tenerezza. < Se desideri rimanere a Kusa Fumiko può prendersi cura di te, ma deve poter proteggere Miho perchè lei da sola non può farlo, è troppo piccola per capire. E tu dovresti aiutarla cercando di chiedere a Mirako di non minacciarla più. > continua con pazienza, con dedizione, cercando in tutti i modi possibili di rassicurare la chuunin, di mostrarle come ogni cosa è solo una sua scelta. Ma alla fine tutto ciò che conta è l'abbraccio che Kaori le offre. La cinge a sé, fra le sue braccia e la culla come farebbe una mamma con la sua bambina spaventata. La carezza, la tiene stretta e sente la piccola calmarsi poco a poco e mormorare parole sconnesse, confuse, che mostrano quanto la sua mente sia straziata e dilaniata. Prova dolore al rendersi conto della condizione della piccola e si ritrova a stringere i denti con forza nel reprimere un urlo ricolmo di rabbia indirizzato all'Oboro. Alla fine, però, la stanchezza di Kouki ha la meglio e la bambina finisce con l'aggrapparsi alle vesti della donna, più sfinita che mai. < Non succederà. Non sarai sola bambina mia. La mamma è qui. La mamma è con te. > la rassicura con dolcezza, con affetto, carezzandole i capelli scuri, tenendola stretta al proprio petto. < Dimmi solo cosa vuoi che faccia. Dimmi dove desideri vivere e troveremo il modo di far andare tutto bene. > le chiede, allora a bassa voce, dandole un tenero bacio fra i capelli. < Andrà tutto bene. Andrà tutto bene. > [chakra: on]

18:35 Kouki:
  [Panchina] Mirako vuole Kouki tutta per sé, e lo fa cercando di renderla sola nel mondo reale, per poi poter essere libere di fare quello che più vogliono. Ma la presenza di Kaori e le sue parole stanno andando a minare i piani di Mirako, e Lei non può permettere che questo accada. <Chiederti qualsiasi cosa… tu non mi hai mai detto che sei stanca di me?> va a chiederle titubante, confusa, non riuscendo più a capire cosa stia accadendo alla propria testa martoriata, piena di buchi, per niente stabile. Fumiko a quando pare non le ha voltato le spalle e lei ha minacciato Miho, o meglio Mirako. Andare a Konoha poi… come potrebbe essere possibile? Andare a vivere con Kaori, con Shade, in un villaggio totalmente diverso di Kusa, ma alla fine non è dei villaggi che le importa. <Kusa, Konoha… per me è indifferente… io non sento appartenenza a nulla.> mormora biascicando quelle parole tanto flebili, mentre cerca di capire che cosa vuole lei. Ma non sta parlando con Kaori al momento, anche se difficile comprenderlo. Restare o andare? Ma la domanda di sua madre è giusta e arriva a colpire il punto. Lei cosa vuole? <Io voglio… voglio…> non conclude quella frase, gli occhi sbarrati che si muovono a destra, a sinistra, su e giù, come se stesse seguendo una mosca invisibile e veloce. Persino scegliere e capire cosa vuole lei sta diventando difficile. Una famiglia… a Konoha ha lei e Shade, a Kusa Fumiko e Miho. <Non voglio fare del male a Miho, non posso starle accanto! Mirako la ucciderà!> il panico, il tono di voce che si alza e il respiro che si fa affannoso col battito veloce. Sa bene cosa potrebbe fare l’Altra, sa bene che se rimane con Fumiko e Miho potrebbe fare del male ad entrambe, ma soprattutto a quella bambina. Non si potrebbe stare tutti insieme al sicuro? Un’enorme casa per tutti. Si lascia andare, morbida, a quell’abbraccio, stringendosi a lei e farfugliando parole che un senso lo hanno si, nella sua mente. Ascolta quello che le viene detto, tutto torna ad essere ovattato e lontano. <Io voglio pensarci…> Non vuole stare sola e le si offre un’opportunità. Ma il corpicino della piccola pare ora irrigidirsi ancor di più, teso come una corda di violino, mentre le braccia ricadono lungo i fianchi. Un colpo, una spinta e la ragazzina si ritrova ad affondare nell’oscurità del suo mondo interiore. Scivola sempre più in basso, il mondo si allontana da lei. Non sente più, non vede più, non ha più nessuna sensazione. Galleggia in un mare infinito di nero, mentre dopo quegli attimi in cui il corpo pare ricadere senza vita, ecco che si rianima. Veloce, scatta, piena di rabbia e frustrazione, con forza e velocità cercherebbe di spingere indietro Kaori per liberarsi di quell’abbraccio, come se di punto in bianco quel corpo si fosse fatto bollente. Gli occhi si fanno taglienti, gelidi, mentre un ghigno arrogante si delinea sulle sue labbra. <Non l’avrai mai. Lei è mia. Io e lei andremo avanti da sole, non ci servi tu, non ci serve nessuno.> sibila velenosa verso la donna, andando ad alzarsi dalla panchina. <Non permetterti mai più di interferire col mio operato.> è una minaccia bella e buona, nonostante il sorrisino che caratterizza Mirako, gli occhi sono carichi di serietà. Il gattino sembra farsi impaurito, scende dalla panchina e andrebbe a mettersi vicino a Kaori, dietro di lei. <Non ci faremo mai più rammollire dai sentimenti.> lo decide Lei, perché è forte, predomina. Fissa negli occhi Kaori senza avere nessun ripensamento, solo odio e rabbia, gli stessi sentimenti che prova anche per Fumiko. <Abbiamo un compito, degli obiettivi. E li raggiungeremo.> [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

18:36 Kaori:
 < Mai. Che i Kami possano fulminarmi all'istante se ho mai pensato una cosa simile su di te bambina mia > andrebbe a rassicurarla immediatamente Kaori guardandola dritta negli occhi ambrati, come a voler sostenere il suo sguardo per dimostrarle che non sta mentendo, che ciò che sta uscendo dalle sue labbra altro non è che la verità. Rimane immobile a guardarla, le carezza il viso e poi le offre quella possibilità: andare a Konoha con lei, ricostruire la famiglia al suo fianco, rimanere persino accanto a Shade, la ragazza che considera come una sorella. La invita a stare con lei, le offre tutto ciò che può offrirle in quel momento, quella stabilità familiare che non sarebbe in grado di donarle vivendo in due Villaggi differenti. E Kouki ricade nella sua tristezza, in quel vago senso d'annichilimento ove nulla ha reale importanza, ovattato da quella sensazione d'abbandono e solitudine che Raido le ha caricato sulle spalle. Kaori stringe le labbra, l'osserva con impotenza sentendo di non poter far davvero nulla per aiutarla a superare quel dolore, ritrovandosi quindi a sentire il tono spaventato di Kouki quando le dice che- semplicemente, non vuole far del male alla figlia di Fumiko. < Lo so bambina mia, lo so. E lo sa anche Fumiko. Non è arrabbiata, è preoccupata per te. > le dice Kaori con dolcezza, cercando di calmarla almeno un po'. < Vuole solamente che tu stia meglio. Vuole solamente che riesca a rimetterti presto da questa brutta situazione. Ed anche io > le mormora con tono morbido, gentile, abbozzando un sorriso incoraggiante, prima di lasciar modo alla bambina di riflettere seriamente sulla proposta appena fatta. < Non devi darmi una risposta adesso, prenditi tutto il tempo che desideri, va bene? > le dice Kaori inspirando a fondo, sorridendo. < Io pernotto qui per un paio di notti. Possiamo dormire insieme, farci un bel bagno, mangiare qualcosa... tutto quello che vuoi. Sono qui per te. > le ribadisce con sicurezza prima di vedere l'evidente cambiamento nella figlia. S'irrigidisce di colpo e quando ritorna presente a se stessa è diversa. L'espressione quasi maliziosa, tagliente e lo sguardo gelido mentre di colpo si divincola dall'abbraccio della donna con forza. Molta forza. < Mirako. > la saluta Kaori scostandosi da lei come suo desiderio, rimettendosi in piedi, espirando piano. < Cos'è che desideri? Cos'è che stai cercando di realizzare e per cui Kouki ti serve così tanto? > domanda la donna guardandola negli occhi, seria, ma tentando di mantenere quella gentilezza che fino a quel momento ha riservato alla sua bambina. < Io non sono vostra nemica. Io voglio bene a Kouki e posso voler bene anche a te se solo mi permettessi di conoscerti. Potremmo essere dalla stessa parte... > [chakra: on]

19:05 Kouki:
 Kaori non ha mai pensato quelle cose su di lei, mai dette e nemmeno ha mai tenuto un comportamento del genere verso la Yakushi. Che i Kami possano fulminarla all’istante… in maniera quasi buffa, ingenua, la ragazzina andrebbe allora a sollevare leggermente il viso verso l’alto, verso il cielo. Attende. Attende quello che la donna le ha appena detto, che si verifichi o non si verifichi. Attende la venuta di qualche fulmine dal cielo che possa smentire le parole della donna, ma di fatto non avviene nulla del genere. Questa sua ricerca di conferma tanto infantile ed ingenua sembra quindi rilassare leggermente la ragazzina, la quale si rende conto che sua madre le sta dicendo la verità. O almeno è quello che inizia a credere al momento. Torna a guardarla negli occhi, i suoi così stanchi e confusi, spaesati, sembrano ricevere un qualche tipo di balsamo in quelli dolci e gentili della donna. Non sa cosa dire e rimane quindi in silenzio, piccola e gracile, mentre cerca di capire se sia meglio andare a Konoha oppure no, se sia meglio stare vicino a Fumiko e Miho, oppure no. Ma sa che sarebbe un pericolo per quella neonata, e sente sempre più quella spinta che la riavvicina a Kaori, quel desiderio profondo di rimanere tra le sue braccia, ascoltare la sua voce, perdersi in quello sguardo. Il cuore si stringe, si riduce fino a farle male, così come la testa, sempre in confusione, sempre dolorante. Si sente tanto distante dal mondo ora, o meglio… distante da ciò che ha fatto Raido e da quello che ha fatto lei alla Magione. È come se stesse facendo un pessimo sogno, come se tutto quello che le sia successo non sia stato nient’altro che opera della sua testa, e che solo ora si stia realmente svegliando. <E’ preoccupata.> mormora con un filo di voce, un soffio quasi impercettibile mentre cerca di elaborare la situazione. Fumiko è lontana, se n’è andata per qualcosa che ha fatto Mirako, e ha chiesto aiuto a Kaori per aiutarla. Due donne che si preoccupano per lei e che hanno parlato. <Papà diceva che potevo far rimanere unita la famiglia…> a quanto pare è riuscita ad avvicinare solo Kaori e Fumiko alla fine, mentre la famiglia, in qualunque forma fosse, si è sgretolata come nulla. <Riprendermi. Papà se n’è andato… sai che era… l’unico che fino ad adesso mi aveva dato sicurezza?> non lo dice con cattiveria verso Kaori, non lo dice per chissà quale motivo, ma è evidente che Raido è sempre stato un elemento costante della sua vita, che più e più volta l’aveva rassicurata dicendole che mai l’avrebbe lasciata, per alcun motivo. Alla fine Kaori lo aveva fatto per due volte, Fumiko idem, alla fine per la Yakushi era proprio Raido la persona della quale più aveva imparato a fidarsi. <Cosa succede quando… una sicurezza così grande svanisce?> a questo punto davvero chiunque, per un motivo o per un altro, poteva realmente lasciarla. Fidarsi delle persone diviene ancor più difficile a questo punto, eppure sua madre è qui con lei ora, nonostante tutto è ancora la sua bambina. La sua unica bambina, e quell’abbraccio glie lo ricorda, le da speranza, ma purtroppo non riesce a cancellare le radici di quella paura tanto atavica di essere lasciata. E nel momento in cui la ragazzina si rilassa e cerca di lasciarsi andare alla donna, accettare quell’invito a stare insieme, farsi un bagno, mangiare, parlare… tutto così perfetto come un tempo… ecco che Mirako prende il sopravvento. Mirako è lì, si districherebbe da quell’abbraccio, un gesto al quale la donna non si oppone. <Kouki mi serve, perché mi appartiene. Se si lascia abbindolare ancora una volta da voi, ne soffrirebbe ancora, inoltre è importante che stia dalla mia parte. Mentre se sta con voi, si allontana da me.> un discorso molto semplice, che viene portato con un sorriso sghembo e lo sguardo velenoso che si posa lentamente sul micino che si è andato a nascondere dietro alla donna. <Raido è sempre stato pessimo, ma su una cosa aveva ragione. Nessuno di voi ci permetterebbe di realizzare i nostri obiettivi, per questo Kouki deve stare lontana da voi, deve disintossicarsi dai sentimenti, l’amore, l’affetto.> pronuncia quelle parole con disgusto, sentendo le proprie viscere rivoltarsi a quei sentimenti. <Non ci aiutano a raggiungere il nostro scopo. Seguire le orme del nostro unico e vero padre, Orochimaru. Raggiungerlo e superarlo!> gli occhi ambrati che lentamente di spalancano, il sorriso che si amplia al suo massimo, mentre pronuncia quelle frasi come se fosse una qualche fanatica. E poi ride, una bassa e velenosa risata mentre si sistema i capelli. <Vedi tu, voi, non potete darci ciò che cerchiamo. Raido poteva… ma è scappato come un codardo, e io intendo trovarlo per ucciderlo.> si allontanerebbe dalla panchina facendo qualche passo per distanziarsi dalla donna. <Quindi come vedi, sei nostra nemica. Dubito ci permetteresti di raggiungere tale ideale di perfezione.> forse parla un po’ troppo, ma si sta lasciando andare e forse è proprio per questo che andrebbe a cambiare argomento di colpo. <Puoi tenerti quel gatto. In mano mia non farebbe una bella fine.> chiosa infine, andando a sogghignare in direzione del piccolo Kuro. <Voglio proprio vedere… quanto tempo ci metterete anche voi a lasciarla.> sussurra infine, sorridendo. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro]

19:42 Kaori:
 Kaori osserva Kouki titubare, attendere, tacere e raccogliere le idee per diversi istanti prima di smuovere le labbra e soffermarsi a pensare quanto, effettivamente, Fumiko sia preoccupata per lei. Ripete la cosa a bassa voce, piano, e quello che dice successivamente porta la Hyuga ad inspirare a fondo e quindi umettarsi lentamente le labbra, tentando di trovare le parole migliori per affrontare il discorso ed evitare -quindi- di ferire la bambina. < Lo hai fatto Kouki. Anche se adesso non sembra, anche se sembra difficile crederlo, l'hai fatto. > mormora Kaori con dolcezza, lo sguardo ricolmo di comprensione. < Dopo quello successo con tuo padre non avremmo più dovuto avere a che fare l'uno con l'altra, ma semplicemente grazie a te siamo rimasti legati. Ti amavamo al punto che non c'importava se stare insieme faceva male. Volevamo essere ancora presenti per te. > le spiega Kaori con tono gentile, basso, catturando il labbro inferiore con i denti. < E adesso grazie a te io e Fumiko abbiamo parlato. Abbiamo trovato un punto d'incontro. Siamo dalla stessa-- parte. > le dice con tenerezza espirando piano, infilandosi una ciocca di capelli viola dietro l'orecchio. < So che tuo padre era... tutto per te. So che era la tua roccia, la tua colonna portante. E so che era l'ultima cosa al mondo che avresti potuto aspettarti da lui, ma-- il mondo non finisce per questo. > Adesso tenta di osservarla seriamente negli occhi, le mani a posarsi sulle sue spalle con dolcezza se lei avesse concesso. < Adesso ti sembra di aver perso la terra da sotto i piedi, ti sembra di essere persa e sola e confusa. Niente ha più senso e non sai più di cosa fidarti e cosa no. Lo capisco. Ed è terrificante. Ma tu sei forte Kouki. E non sei sola. > mormora con sincera serietà fissandola negli occhi. < Io, Fumiko, Shade, siamo tutti qui per te. Ti vogliamo bene e vogliamo starti accanto. Ti aiuteremo se ci concederai di farlo. Ma... adesso sta a te reagire. Decidere di voler andare avanti. > La vita non è qualcosa che qualcun altro può portare avanti per noi. Kouki ha avuto un inizio difficile nella vita, ha bisogno di aiuto, ma deve anche riuscire a fare quel primo passo da sola per poter vivere davvero. Vivere per se stessa e non per l'obiettivo che qualcun altro ha trovato per lei. < Raido è stata una parte importante della tua vita ma-- non è la tua vita. Questa appartiene a te soltanto e tu sei l'unica che può decidere cosa farne. Fa male perdere qualcuno di così fondamentale, sì. E per un po' ti sentirai vuota e persa e stanca. Ma-- la tua vita continua Kouki. Puoi fare tutto ciò che desideri se lo vuoi davvero. E noi ti aiuteremo, ti sosterremo. Ma la decisione spetta a te. A te soltanto. > Cerca di darle un incoraggiamento, cerca di darle forza, speranza fiducia. Ma fallisce. Mirako prende il controllo mettendo fine al loro abbraccio e quello che dice porta la Hyuga ad ascoltare silente. Non commenta, non dice alcunché fino a quando la bambina non dà segno di volersi distanziare da lei ritrovandosi ad avvertire il piccolo Kuro fra le gambe, tremante. < Cosa vuoi seguire di Orochimaru? La grandezza? > domanda lei cercando di capire. < Ho tanto che potrei insegnarti in tal caso. Sono una maestra nell'arte del ninjutsu così come lo era lui. > cerca di guadagnare tempo, di attirare in qualche modo la sua attenzione. < Cosa nella quale Raido era davvero pessimo, a dirla tutta. > aggiunge poi stringendosi nelle spalle. < Inoltre è a Konoha che Orochimaru è nato, cresciuto e diventato forte. Da Konoha è nato il mito ed è fra quelle terre che è evoluta la sua leggenda. > tenta in qualche modo di attrarla a sé. < Ma... la vera domanda è: come vorresti usare il potere di Orochimaru? Per fare cosa? > chiede, ancora, sentendo un brivido gelido risalirle la colonna al timore della sua possibile risposta. < Non sono necessariamente tua nemica. Se solo mi dicessi cosa cerchi davvero, forse potrei persino aiutarti Mirako. Abbiamo già qualcosa in comune: teniamo a Kouki e vorremmo che non ci abbandonasse. Ma forse c'è persino più di questo in fondo... > Tenta, con queste parole, il tutto per tutto. < Vieni con me. Stai con me questi giorni, permettimi di conoscerti > le chiede, a bassa voce, tendendole la mano nella speranza che l'altra non decida -invece, di rifiutare quel gesto e allontanarsi da lei. [chakra: on]

20:32 Kouki:
 Ha tenuto insieme la famiglia? Sul serio? Non casca a quelle parole, sa quanto siano sbagliate, almeno alle sue orecchie, almeno al momento. Non dice nulla in risposta, niente di niente, ascoltando come solo in effetti sia riuscita ad unire le due donne, le sue mamme. Dalla stessa parte, e si allontana anche la paura di ferire l’una o l’altra, quella decisione che non voleva prendere ed affrontate. Ma ora è tutto diverso. Kaori va a dire parole giuste, parole forti, parole alle quali è impossibile andare contro. Suo padre era tutto, e si rende contro solo ora, grazie alle parole di sua madre, si quanto male le abbia fatto. L’ha portata a pensare la sua vita in funzione di lui, un legame troppo stretto che ora la sta facendo crollare a terra una volta spezzato. Ma sta a lei reagire, e in parte lo ha già fatto, in parte ha già preso quelle decisioni che la faranno andare avanti. <Ma io andrò avanti. Mi sono allontanata da quella casa, l’ho lasciata alle mie spalle. E se… vorrei anche non andare a cercarlo, lasciarlo definitivamente alla sua decisione… ma non riesco. Devo andare a cercarlo, devo trovarlo. Guardarlo in faccia.> affiora ancora un po’ di quel rancore. Vorrebbe fargli male, vorrebbe ucciderlo come vorrebbe uccidere Otsuki. Vorrebbe davvero farlo, si. <Voi siete ancora qui? Mi volete ancora bene?> debole quella voce, titubante mentre ora osserva Kaori come un cucciolo perso e solo. Richiede quell’ennesima conferma che potrebbe farla scivolare ancor di più tra le sue braccia, verso Konoha. Verso una nuova vita. <Tutto ciò… che desidero…> oh, si, eccola lì, guardatela come sorride, un piccolo cenno di sollievo mentre si sente trasportare verso sua madre, verso Shade, verso Konoha… ma ovviamente qualcuno non è d’accordo, ovviamente Mirako si fa sentire molto forte, prende la parola, agisce, si alza, parla e si allontana. Completamente diversa da Kouki, semplicemente Mirako. Il veleno scorre dentro di lei, dalle sue labbra e dal suo sguardo pungente, pronta a mordere chiunque sia un nemico per lei. Chiunque tenti di ostacolarla, portarle via Kouki. <L’immortalità.> allarga le braccia, solleva un poco le mani verso il cielo, come se stesse lodando il proprio sangue, il proprio grande Padre. <Lo supererò, sarò grande, si, e non solo. Io voglio essere di più. Immortale e potente come un Dio, là dove lui probabilmente non è riuscito.> lei sarà il nuovo Orochimaru, certo, era un progetto, un obiettivo che le avevano imposto, ma perché no? Dopo tutto le piace, lo sente affine, se lo sente nel sangue, nel DNA, nella mente. <Lui è in me. Lo userò per diventare molto di più.> gli occhi sempre più sbarrati, gli elogi per lui e per se stessa sempre più vivi, emozionata come una bimba. Ma poi si blocca… Kaori va a dire una cosa giusta e concreta. Orochimaru è nato e cresciuto a Konoha, è diventato grande in quel villaggio e lì potrebbe trovare molto di più che a Kusa. Poco ma sicuro… anche se il Clan si trova lì. <Non hai tutti i torti.> sembra seria ora, il viso si fa pensieroso, le mani si abbassano portando le braccia lungo i fianchi. Cavolo, ci sta pensando davvero su. Complice anche il fatto che effettivamente Kaori sarebbe più indicata di Raido per quanto riguarda il ninjutsu, e dire che lei vorrebbe appunto migliorare in quell’arte! Gli occhi prendono consapevolezza, il sorriso torna fine sulle sue labbra, sottile e mellifluo, un sorriso si… ma poco affidabile. <Il Clan è qui, però. Ma è anche vero che volevo andare a Oto per saperne di più. Ma a questo punto… perché non partire dalle sue origini?> anche se dubito che la donna possa effettivamente aiutarla, infatti quando va a farle quella precisa domanda, Mirako scoppierebbe in una fragorosa risata prima di rispondere. <Quello che mi va. Non mi interessa portare giustizia. Voglio solo essere pari a un Dio, che io sia temuta o lodata, non mi importa. Voglio essere la più forte e perfetta, imparare tutto quello che c’è da imparare.> niente di positivo, comunque. <Kouki invece… vuole anche lei questo obiettivo, ma con quel potere vorrebbe aiutare gli altri.> disprezzo nella voce, ancora una volta. <Per questo non posso permettere che stia dalla vostra parte, ma dalla mia.> va a chiarire infine quello che gira nella sua testa, il perché voglia tenere per sé Kouki. <Ma vedremo.> sorride e torna ad avvicinarsi alla donna. <Starò con te, forse verrò anche via con te, a Konoha. E vedremo davvero se potrai essermi utile.> accetta dunque, e non se ne va, ma ovviamente dovrà fare bene attenzione che il piccolo Kuro non finisca tra le grinfie di Mirako. Non aggiunge altro, e per il momento non lascia libera Kouki, preferendo rimanere Lei, Mirako, allo scoperto. Seguirebbe Kaori, starebbe con lei… e molto probabilmente la seguirebbe anche a Konoha. E Raido? Sicuramente troverà occasione per cercare e trovarlo, così come per Otsuki… non c’è fretta, meglio crescere e fortificarsi prima. [Chakra On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 5 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici coagulanti e 5 speciale – 5 tonici recupero chakra e 3 speciale – 6 veleni composto speciale – 3 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale sul petto – un sigillo potenziante Fisico speciale sul braccio destro][END]

20:53 Kaori:
 < Mi sembra legittimo. > mormora Kaori con un sorriso triste sulle labbra, ben comprendendo ciò che prova la Yakushi nel voler cercare Raido ed affrontarlo. E le fa rabbia il pensiero che mentre l'Oboro è scappato, tocchi proprio alla bambina decidere di fare la cosa giusta e affrontare la situazione di petto, faccia a faccia. Cerca tuttavia di trattenere e nascondere l'odio per l'albino concentrandosi soltanto sulla figlia e su ciò di cui lei ha bisogno al momento, ovvero conferme e rassicurazioni. < Non abbiamo mai smesso piccola mia, e mai smetteremo. > le mormora con dolcezza la donna abbozzando un sorriso gentile, calmo, vedendo quasi affiorare sul visino della bambina un primo sorriso sereno, quasi esitante all'idea di poter effettivamente stringere fra le manine una nuova vita. Ma tutto sfuma quando Mirako prende il controllo di lei iniziando a tessere le lodi del Sannin del Suono, della sua potenza, della sua forza. Kaori ascolta stringendosi le labbra, non osando replicare. Se vuole riuscire a ragionare con Mirako non è saggio andare contro ai suoi desideri in maniera diretta, soprattutto non ora che si fida così poco di lei. Deve prima riuscire a capirla meglio, avvicinarla e far sì che la giovane abbia una qualche considerazione delle sue parole. Per fortuna, poi, quel che dice riesce ad interessarla, ad attrarla, portando Mirako a ragionare e riflettere sul suo dire per qualche istante. Kaori tace, lascia che lei rifletta ad alta voce e, solo alla fine, si ritrova ad inspirare a fondo limitandosi ad annuire. < Se il tuo desiderio è semplicemente affermare la tua forza ed elevarti a guerriera più forte mai esistita non è detto che non possiamo stare dalla stessa parte. Tutto dipende da come deciderai di usare quel potere una volta ottenuto... ma ci sarà tempo per parlarne. > dice la ragazza semplicemente, andando quindi a chinarsi per raccogliere il piccolo Kuro da terra e stringerselo al petto, carezzando il pelo scuro che ricopre il suo corpicino tremante. Kouki vorrebbe che il piccolo fosse al sicuro e per lei, Kaori, se ne sarebbe occupata. Così, guardando Mirako, la Hyuga si ritrova a tirare un silenzioso sospiro di sollievo dentro di sé accogliendo di buon grado l'idea di aver convinto la Yakushi a seguirla fino a Konoha. E' un piccolo passo per aiutare la sua bambina, un piccolo passo per dimostrarle di non essere sola. < Bene. E' un inizio. Almeno avremo modo di conoscerci finalmente. > chiosa semplicemente, alla fine, Kaori, prima di avviarsi assieme alla bambina verso la locanda che le avrebbe ospitato per il resto della notte e della sua permanenza all'Erba. [END]

Kaori va a Kusa dopo che Fumiko le ha raccontato quanto successo con Kouki. La Hyuga quindi cerca la piccola Yakushi per poterle parlare, assicurarsi che stia bene e provare ad aiutarla. Ne nasce una discussione durante la quale la donna cerca di rassicurare la piccola facendole comprendere quali ricordi siano veri e quali no, la sprona a reagire e le chiede di andare con lei a Konoha. In seguito Mirako prende il controllo del corpo di Kouki, per allontanarla dalla Hyuga, ma la donna riesce a tenere stretta a sè persino Mirako, convincendola a stare con lei tramite uno piccolo scambio di idee su Orochimaru. Mirako accarezza quindi l'idea di andare a Konoha.