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l'ombra dal passato.

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con Azrael, Mekura

10:02 Mekura:
  [zona monti ardenti] Stava continuando a correre, aveva lasciato giusto il tempo per lasciare una copia a casa e scattare come un pollo senza testa verso l'ultimo posto che le ha detto Yukio. L'ultima volta che lo ha visto era li. Non sa neppure se trovarli li o meno, non lo sa...si è mossa senza pensare: dove è? è una trappola? Cosa deve pensare? sa solo che sta facendo tutto il possibile per farsi sentire, per farsi percepire da Azrael. <dove sei? dove sei?> era l'unica cosa fattibile da fare, l'unico modo per trovarlo davvero. La Hyuga indosso porta una delle sue divise leggere, non le piace usare quelle pesanti, le reputa per lo più un impaccio, soprattutto se sono di metallo. Infatti al momento il vestiario della donna è composto da un completo intero: La parte superiore è riconducibile ad una maglia nero fumo aderente con il collo alto e le spalle scoperte con delle cuciture tattiche che seguono la fisionomia del corpo in modo e che simulano la posizione dei muscoli, il resto invece copre addome, fianchi fino alle caviglie diventando quasi una seconda pelle per la donna. Sopra di esso tuttavia porta una sorta di gonna alta, legata a una cintura poco al di sotto del seno e che finisce al di sotto dei fianchi, che ha uno scopo ulteriore di nascondere la parte frontale del corpo e posteriore dove si troverebbero le sacche porta oggetti facilmente agibili per lei dato che tale gonna ha due spacchi su entrambi i lati in modo che bastasse infilare la mano lateralmente per poter afferrare gli oggetti che le servirebbero. Il resto del suo abbigliamento è composto da un paio di stivali alti neri, manicotti grigio scuro con sopra delle protezioni per gli avambracci, che partono dai polsi e arrivano ai gomiti, questi hanno la trama a squame che spesso si ripresenta nel suo vestiario da qui a diversi anni. L’anello della Akatsuki è nell’indice della mano destra come sempre. L’equipaggiamento che si porterebbe dietro si trova diviso tra la tasca porta oggetti che tiene al livello della natica sinistra dove all’interno si troverebbero: due stock di fumogeni, del filo di nylon conducente, tre fuuda con tanto di tronchetto per la sostituzione all’interno. 3 tonici per il recupero del chakra, altrettanti coagulanti e una bomba luce insieme ad un rotolo piccolo. Nel cosciale della gamba destra invece porterebbe 5 kunai con annessi in due delle bombe luce, mentre nelle ultime tre delle carte bomba legate ad esse. Dentro l’armatura inoltre, a contatto con il corpo, porterebbe diversi sigilli con scritto sopra “potenza”. Infatti uno di questi si troverebbe sul braccio destro nascosto sotto il manicotto ed è uno di quei sigilli potenzianti legati al miglioramento della prestazione fisica di tipo speciale, sul petto invece porterebbe un sigillo speciale potenziante per il ninjutsu, accanto a questo uno per il taijutsu di quelli preparati precedentemente, tutti pronti per essere usati alla necessità.[equip in scheda][ch on]

10:25 Azrael:
 Il sonno, quel sonno da cui non si è ridestato per un tempo a lui ancora indefinito e che tanto lo spaventa ancora. Chiudere gli occhi e lasciarsi andare, indifeso, allo scorrere incessante degli eventi attorno a sé. Quanto è stato difficile farlo, ma quanto gli è servito. Le palpebre schiudono quegli occhi del colore di un cielo senza stelle nella più buia delle notti. Il soffitto, la flebile luce diurna che gli rischiara il volto. La sensazione di essere vico, ma, ancora più importante- di essere. Essere davvero, concreto, materiale, non un guscio vuoto in una mente tormentata dai suoi stessi demoni. E Kenbosho, quel frammento di se stesso così fragile e spaventato, finalmente riunito a tutto il resto. Dovrebbe farlo sentire completo ed, in un certo senso, lo fa. Non del ttutto, però. I pensieri viaggiano verso ciò che davvero gli manca più di tutto. "Sto tornando. Sto tornando." Ripete a se stesso e a lei. L'ha pensata incessantemente ed altrettanto incessantemente ha provato a chiamarla, a chiederle aiuto, nell'impossibilità di ricevere una risposta. Di sentire, seppur solo mentalmente, la voce della donna che ancora ama. La sua presenza così rassicurante. Ed avvertirla di nuovo è il battito decisivo che gli ha riavviato il cuore. Dove sei, gli ha chiesto. Gli ha chiesto di raggiungerla, lo ha chiamato col suo nome e al pensiero non può gar altro che non sia dimenticare la fatica ed alzarsi da quel letto che per tutto questo tempo lo ha tenuto intrappolato. Non hq altro che i suoi vestiti e la sua katana, quel ricordo che lo ha sempre rasserenato, anche se non ne era cosciente. La sensazione del chakra che gli scorre dentro ed irrora ogni cellula del'organismo... l'aveva quasi dimenticata, ma è lì, a ricordargli giorni in cui era uno dei ninja più temuti mai esistiti. E adesso cos' è? Un uomo. Un uomo innamorato. Il nulla ed il semplice nessuno. Le leve inferiori si portano dal ciglio del letto a terra, le piante nude a toccare il pavimento. Una camicia bianca di lino, delle sue solite, stropicciata e macchiata di sangue e lacrime, ssolo quella gli copre il busto. Le gambe fasciate da un paio di pantaloni in tela neri a ricadergli morbidameeente sui fianchi. Si mette a sedere, la schiena ricurva in avanti, i capelli scuri dinanzi al pallido viso, latteo e leggermente scavato dal tempo e dall'incuria che ne consegue. Le mani corrono nelle volute del crine, sollevandolo tra le dita. < AAAAAAH-! > Urla, gli occhi si gonfiano di disperazione, della frustrazione del tempo passato. La mente la ricerca. Ricerca la sua Mekura. La immagina, ne ripercorre i delicati lineamenti, quegli occhi che tanto ha amato, quelle labbra che ha per tqnte volte baciato ed il corpo che ha stretto nel proprio abbraccio ogni volta come fosse la prima. La mancina si sposta dal capo ee verrebbe portata al petto, formerebbe dunque il mezzo sigillo della capra ed è allora che la sua forza vitale ripercorrerebbe il keirakukei e gli tsubo verrebbero aperti per lasciare che il corpo venga ricoperto dalla patina azzurra tanto calda ed impetuosa. Lo lascerebbe scivolare in ogni piega del proprio essere, uniforme, e solo quando sarebbe sicuro di aver compiuto questa consueta azione con successo andrebbe a connettersi all'Hiraishin. Un battito di ciglia e si dislocherebbe dinanzi a lei. In piedi, mal ridotto, esausto e provato, ma con tutta la felicità che ogni iomo possa mai aver provato espressa negli occhi e nel cuore. < Sono qui... > Sussurra a vove bassa ed attende, attende e proprio non sa che cosa, in verità. [Chakra on] [Dislocazione Istantanea]

10:52 Mekura:
  [zona monti ardenti] Ha fatto tutto quello che poteva per continuare a pensare a lui, a cercare di contattarlo ed a far sapere dove si trova. Prende un lungo respiro mentre continuerebbe a correre cercando di capire cosa fare. Continuerebbe a pensare a dove si trova, a descrivere ogni parte del posto, solo per dare altre indicazioni: gli odori, il freddo, tutto quello che poteva fare. Lo sente di nuovo "dimmi dove, DOVE?" Continua a chiamarlo. Azrael può sentire chiaramente i sentimenti della Hyuga: tristezza, felicità, rabbia, felicità e molto, molto altro, anche i sensi di colpa. Annaspa cercando di prendere fiato, cercando di riprendersi dalla corsa che ha appena fatto. Un lungo respiro e rallenta, gonfiando il petto, rimanendo in silenzio fino a quando non sente una voce. Si gira, di scatto guardando in direzione di colui che non pensava sarebbe mai tornato. Gli occhi sgranati, senza fiato ad osservare con orrore le sue condizioni...eppure era lui. Non riesce a dire nulla mentre le lacrime le scivolano dagli occhi. C'è stato un tempo in cui lei era arrabbiata con lui, iraconda, lo ha fatto per proteggere se stessa, per non soffrire più di quanto non lo stesse facendo allora. Egoisticamente ha anche cercato di appropriarsi delle poche cose che le ricordavano Azrael, e dopo anni, dopo molti anni, era riuscita a fare pace con se stessa, a lasciarlo andare. Aveva fatto pace con l'idea che l'aveva lasciata e che era andato in un luogo dove era vivo e in salute, felice ed in ogni caso lontano da questo mondo di tenebra...invece eccolo li. Le lacrime continuano a scivolare e in quel momento, sente solo un conforto che è arrivato solo dopo anni. <Azrael> si lascia sfuggire strozzata, prima di avvicinarsi a questo, scattando per stringerlo in un abbraccio, appoggiando la testa sul petto di questo. Non sapeva neppure cosa dire: perché era tornato? Akendo lo punirà, cosa..cosa deve fare? Lo sa cosa deve fare in cuor suo lo sa...ma per ora vuole sentire di nuovo l'abbraccio di quella persona che ha amato. Rimane così, in silenzio mentre si riasciuga le lacrime chiedendo a se stessa di affrontare la situazione. Un lungo respiro e lo fissa <cosa è successo?> prende lunghi e pesanti sospiri <dimmelo, ORA> [ch on]

11:17 Azrael:
 Nemmeno si è reso conto del luogo in cui si trova. I Monti Ardenti che fanno loro da sfondo. Fa caldo? Fa freddo? Non gli importa. Sente solo il gelo della solitudine che gli ha atyanagliato l'anima in tutto questo tempo e poi- quel calore. Il fuoco dell'abbraccio, del contatto con lei. E lui lì, immobile, non fa nulla se non tentare di sollevare le leve superiori per cingerle le spalle, ma sono quelle inferiori che cedono. Le ginocchia si piegano in un mancamento dovuto allo sforzo, al sistema nervoso che - ora riattivo - percepisce tutte le proprie emozioni e quelle della Hyuuga insieme. Lo sforzo fisico dello stare in piedi e dell'aver utilizzato la dislocazione istantanea. Tenterebbe di reggersi alla donna che ha di fronte, agguantandosi con le braccia alle di lei spalle, nel disperato e goffo tentativo di restare in piedi, di non mostrarsi debole quanto in realtà è. E biascica a fatica qualche parola sconnessa, qualche risposta. < Non- non lo so... sull'Issola, nel letto... > Si blocca. Il respiro carente nei polmoni, ma la forte volontà di volerle spiegare tutto. < -nella mia testa > Solo questo riesce a quasi sputare fuori dalle sottili e secche labbra prima di cominciare a pensare, come lo stesse urlando, a tutto ciò che ha passato. Kenbosho. Gli sforzi ed il fallimento di non riuscire a batterlo. I tentativi che ha fatto per chiamarla, per chiederle aiuto, il vivo ricordo di lei che è l'unica cosa che lo ha portato a divincolarsi da quella situazione. Il confronto finale. Il suo preferire uccidersi ricordandola che vivere senza più poter fare tesoro di ciò che li ha legati. Percorre e ripercorre quelle sofferenze nel tentativo di comunicarlo a Mekura tramite l'empatia, così che lei possa capirlo. E sulle emozioni che invece gli arrivano di rimando non dice nulla. La rabbia ed il senso di colpa li comprende, se lei vorrà esternarli lo farà di certo liberamente. Prende un profondo respiro che brucia negli alveoli, si umetta le labbra con la punta della lingua e domanda, infine, pronto a ricevere probabilmente una risposta che lo spezzerà ancora < Quanto tempo è passato? > E cerca i suoi occhi, silente, col solo desiderio di passare in quell'abbraccio almeno il doppio del tempo che li ha tenuti divisi. [Chakra on]

11:55 Mekura:
  [zona monti ardenti] Lo regge, facendo forza con le braccia per sorreggerlo. Passa il suo braccio dietro la testa di Azrael e la sua testa sotto il braccio sinistro del Nara. Questo parla di una isola,di un letto, nella sua testa...Non capisce, è molto confuso tutto quanto. Prende un lungo respiro mentre lo trascinerebbe verso un punto più tranquillo, dove potranno parlare e lui potrà riposarsi. Mekura lo ascolta, non solo con le orecchie ma anche con quello che sta sentendo. Lo sconforto, la rabbia, il senso di colpa, sente tutto ed allo stesso modo Azrael può sentire tutto quello che prova Mekura. C'è un dolore straziante, una ferita che non era mai guarita era qualcosa che le è rimasta dentro, sente preoccupazione e sente anche determinazione, ma che quella determinazione l'avrebbe fatta ulteriormente soffrire. <...> quella domanda, non è pesante solo per lui, ma anche per lei. <prima ti porto in un posto più tranquillo...non sforzarti, non usare la dislocazione> afferma la donna seriamente mentre continuerebbe a portarlo verso una di quelle grotte che sono presenti nella catena montuosa in modo da trovare riparo sotto questo. Una volta arrivata lo poggerebbe a terra e assicurandosi di non fargli male si inginocchia di fronte a questo, cercando di prendere dalla tasca posteriore un tonico coagulante. <prendi qualcosa, è l'unica cosa che posso fare al momento< cerca di ritardare il più possibile il fatto che prima o poi dovranno parlarne. Prende un lungo respiro e alla fine si convince. <sono passati più di due anni da quando sei scomparso...quasi tre> è passato molto tempo, molto tempo. [ch on]

12:24 Azrael:
 Si dirige con lei, lascia guidare le proprie membra stremate verso un cantuccio più comodo e riparato e lì s' abbandona, si lascia andare seduto e stqnco. La schiena ad impattare con cautela sulla parete rocciosa. Gli occhi vagano attorno a sé per qualche istante, prima di tornare sulla figura della Hyuuga e rivelare un piccolo sorriso malinconico. Un sospiro divertito. < L'ultima volta che siamo stati così vicini in una grotta- te lo ricordi? > E pare sollevato al pensiero, al ricordo, quel ricordo che temeva potesse non avere più, assieme a tutti gli altri. La mancina si tenderebbe a raccoglierw il dorso di quella di Mekura col palmo, quella che le sta porgendo il tonico coagulante. < Non sono ferito nella carne, ma solo nel cuore. Ho solo bisogno di un po' di riposo. > S'arresta, solleva le spalle per avvicinarsi a lei, senza mai lasciarle la mano a meeno che non sia lei a volerlo < Avevo solo bisogno di- te. > E poi arriva quella sua risposta. Quasi tre anni, quanto tempo. Lo stesso che passò col capo dell'Alba nei deserti di Suna a scambiare parole, cenni fiducia. E se tre anni possono saldare un rapporto, possono incrinarne un altro, per quanto forte fosse stato in precedenza. < Mi dispiace. > La voce è bassa, ma non per fatica nel parlare, stavolta. Lo è unicamente perché, immersi nel silenzio, non vuole che un suono troppo forte possa interrompere il flusso di emozioni che prova. Che lo tengono sveglio, vivo. < Non so quanto ancora ti fidi di me, capirei se npn fosse più così, ma sai che non me ne sarei mai andato di mia sponganea volontà. > Le lascerebbe la mano ora solo per poggiare la propria sul di lei viso, il pollice a carezzarne delicatamente lo zigomo, ad asciugare l'alone di tutte le lacrime versate < Guardami. Guardami negli occhi. Dove sarei potuto mai andare, un uomo quanto lontano può decidere di dirigersi, senza il proprio cuore nel petto? > E qualora lei stesse ancora tentando di sentire le sue emozioni potrebbe solo avvertire l'amore. Quell'amore che mai lo ha abbandonato. Ed il dubbio che vi si insinua al di sotto, il dubbio che lei non gli stia dicendo qualcosa. < Ho lottato tutto questo tempo solo per tornare da te. > Termina infine, lo sguardo puntato sul suo viso, cercandone gli occhi per percepirne le intenzioni prima ancora che con l'empatia. [Chakra on]

12:44 Mekura:
  [zona monti ardenti] Più lo sente parlare, più le sembra di parlare con un morto, o di essere morta. Magari ha battuto la testa, è affogata nella vasca, magari è morta in missione da molto tempo e non se ne è mai resa conto. Invece è qui, tutti e due sono vivi. Non risponde alla prima affermazione andando a prendere il tonico per porgerglielo. Le sue mani tremano ogni volta che parla ed è costretta ad abbassare la testa ed a chiudere gli occhi per non urlare mentre sente il suo petto sanguinare mentre la mano cerca la sua per stringerla. Al mi dispiace la donna scuote il capo. <prendi> afferma la donna con la mano libera, gli porta indietro le ciocche di capelli che stanno in mezzo, in modo gentile come al solito.<...> Una volta mollata la mano, riporta la mano verso le sue labbra. <mangia questo comunque, non sei messo bene> sente quel amore, lo sente fin troppo bene e questo è paragonabile al suo cuore che viene stretto in una morsa e schiacciato. Lo guarda sentendo l'ultima domanda di Azrael con un groppo alla gola che si fa sempre più opprimente. Lo guarda, ne guarda gli occhi e dal profondo risale quell'emozione che pensava di aver perso, che era sorda in lei...amore...ma al contempo, sa bene che non è possibile, non più possibile, se solo avesse aspettato tutta la vita, se solo avesse aspettato di più, se solo. Non rimpiange la scelta che fece in passato, ma adesso, immaginandosi Azrael tornato i sensi di colpa si fanno più forti. <...quanti anni sono sopravvissuta senza il mio cuore?> ma il colpo di grazia è quando sente l'ultima frase: non sapeva se credergli, se avercela con lui, se stare li con lui e impotente si solleva in piedi cercando di trattenere i singhiozzi. Gli da le spalle, tirando un lungo sospiro seguito da una sorta di "grour" mentre con un braccio si stringe il petto, mentre con l'altra mano si massaggia le tempie <devo portarti da Akendo, nasconderti non servirà a nulla, se riesci a spiegare la situazione...> si ferma portando le mani sugli occhi, un momento di pausa prima di continuare. <...se non sei scappato e sei qui non...non credo che sia non comprensivo è stato rapito a sua volta> [ch on]

13:17 Azrael:
 Un sibilo gli sfugge dalle labbra, la consapevolezza che il tempo non tornerà più. Eppure non gli importa, non è il yempo che è passato che rivuole, è la possibilità di averne ancora. La speranza, che troppo a lungo gli era mancata. Scuote il capo ancora all'idea di prendere quel tonico. < Non perdo sangue, so che vuoi fare qualcosa per me, ma potrebbe farmi del male prenderlo senza bisogno effettivo. > Poggia la destrorsa a terra, facendo leva sul braccio e sulle piante dei piedi per alzarsi e muoversi verso di lei. Petto rivolto alla sua schiena. < Nascondermi? > Le domanda, tentando di poggiarle le mani sui fianchi. Salde, ma delicate. In una presa familiare, fatta centinaia di volte ed ognuna in modo diverso. < Andrò da Akendo, ovviamente. Non voglio scappare, tenterò di farmi comprendere e di riprendermi quello che era mio. > Sorride, il suo mantello ed il suo anello, il suo posto del mondo. Certamente lo rivuole e certamente andrà a richiederlo, dovesse anche prostrarsi ad un uomo che è, sì, il capo della corporazione, ma prima un suo amico. La aggirerebbe, ora, mettendosi di fronte a lei. Le mani dove sono quelle della ragazza, a prenderle entrambe per farle smettere di torturare petto e tempie. < Perché mi dai le spalle? Guardami. > Dolce, amorevole. < Capirei se non ti fidassi di me, se non mi credessi, ma... dimmelo. Dillo guardando gli occhi dell'uomo che una volta amavi ed il cui cuore batte ancora solo per te. > La scruta, chinando impercettibilmente il capo verso destra, un sorriso gli rallegra le labbra. < Non ti fidi più di me? > E si silenzia, pur non attendendo una risposta verbale. Si avvicina, avvicina il proprio volto a quello dell'amata. Lo inclinerebbe verso la sua guancia, ove vorrebbe lasciare una piccola impronta, l'ombra di un bacio. Poi si scosterebbe, alle labbra, senza toccarle, ma urlando il desiderio di sfiorarle con ogni fibra di se stesso. E lì, a mezz'aria, sussurrerebbe infine < Mi hai dimenticato? > [Chakra on]

11:31 Mekura:
 <sta zitto e prendilo> afferma la donna stizzita. Lo sa anche lei che non serve e che non sta sanguinando, ma qualcosa gli doveva dare. Lo sente parlare annuendo riguardo ad Akendo ed al fatto che non si sottrarrà: una cosa in meno a cui pensare. Appena questo le gira attorno comportandosi come il solito seduttore la donna guarda altrove chiudendo gli occhi poggiando una mano sul petto di questo senza realmente ritrarsi tuttavia. Ha lo sguardo pesante e teso e involontariamente dal collegamento empatico continua a mandare dei sensi di colpa costanti, non verso Azrael, non solo, ma più che altro verso se stessa. <...se ti avessi dimenticato ti avrei colpito invece che abbracciato, non ti pare?> prende un lungo, faticoso respiro sentendo tutto il peso delle decisioni che ha fatto anni fa. <ci ho provato, ci ho provato per non impazzire, dopo mesi che ti ho cercato, chiedendo a Yukio dove fossi a dispetto di quello che mi dicevano che eri andato via e che non era possibile che i demoni ti avessero preso, perché ce ne saremmo accorti, li abbiamo sconfitti, ma a quanto pare non era del tutto così vero? era il ticchiettio vero? dimmi che era quello!> allibita e sofferente nel sapere la risposta, porta una ciocca di capelli indietro continuando sempre più nervosa trattenendo a stento l'isteria <e HO PROVATO ED HO PROVATO...ho provato...e alla fine l'ultimo indizio in cui sono andata a cercare era il lago nero, dove mi hanno detto che ti trovavi l'ultima volta> prende un lungo respiro mentre gli occhi le si fanno rossi <hai idea di che cosa ho fatto, di che cosa ho pensato mentre di notte ad Oto, superando il confine ho cercato come una folle se il tuo cadavere era sott'acqua. E io PREGAVO che non ci fossi, e pregavo di trovarti ancora sano e salvo. Dopo ore a cercarti mi sono resa conto che non ti avrei più, mai più trovato e mi sono crogiolata nella disperazione, sperando che anche se mi avevi lasciata eri vivo, eri lontano da tutto...da tutto questo!> apre le braccia cercando di ricomporsi, rimanendo in silenzio per un po' stringendosi con le braccia per darsi un minimo di conforto <ho tenuto tutto quello che mi ricordava te: la tua maschera da anbu, l'ho protetta in casa, la tua foto, i tuoi strumenti...ho comprato la tua casa per evitare che finisse in mano a qualcun'altro, con la consolazione che almeno avrei potuto lasciarla ad Ai quando sarebbe diventata grande ed a...Ken> piega il collo di lato guardandolo, arriccia le labbra e sospira <sta diventando ogni giorno bello quanto te> scuote la testa mentre sente le lacrime salire di nuovo <ho inseguito anche i serpenti bianchi per trovare una pista che potesse condurmi a te> prende un lungo respiro <e sono dovuta andare avanti...ho dovuto: avevo due figli da proteggere e una situazione di merda che la lotta contro i demoni sembrava acqua fresca> [ch on]

11:57 Azrael:
 Viene fermato, viene fermato in quel gesto che per i due era da sempre consueto. Ma consueto, per il Nara, era anche essere respinto da lei, per un motivo o per un altro. E quei sensi di colpa, oh, quei sensi di colpa che sente nella propria testa e vede sul suo viso. Così familiare. < Uhm... > Permane fermo davanti a lei, il più vicino possibile. Porta indice e medio sul mento a grattare quello che una volta era un curatissimo accenno di barba, restando quasi inorridito al sentire che sotto i polpastrelli vige severa l'incuria di più di due anni < Dio- che schifo. > Mormora tra le labbra appena schiuse, però, in un'espressione amaramente divertita. < Non devo essere un bello spettacolo. Quando mi sono risvegliato non mi sono nemmeno guardato allo specchio per l'ansia di raggiungerti. > E ridacchia, tra sé e sé, pur ascoltando le sue parole con attenzione. Ne percepisce chiaro il peso, la sofferenza, l'angoscia. < Ai? La mia bambina... sta bene? > Abbassa il capo, ma poi- poi sente un altro nome. Sconosciuto, certo, ma non è difficile intuire a chi appartiene. < Ken... non sarà mica-? > La voce gli si strozza in gola alla consapevolezza che potrebbe essere suo figlio e suo fratello. Quello che ha abbandonato perché non pronto a prendersi le proprie responsabilità, per farlo star bene lontano dall'uomo che ha ucciso sua madre. La loro madre. < È con te? Posso vederlo? Mi odiano? > Un fiume di domande mwntre gli occhi si sgranano, in preda a dei swnsi di colpa ben diversi da quelli della giovane, ma altrettanto intensi. < Ho provato a farmi trovare, provato a contattarti, se fosse stato possibile pensi che npn lo avrei fatto?! > Alza il tono, avanzando un altro passo verso di lei < Mekura io ti ho amata e ti amo ancora e sai quante ne ho passate anche solo per farti sapere che c'ero! Anche solo per dirri quanto fossi bella sotto il cielo stellato di Konoha, benché fossi in ronda coi miei soldati. Te lo ricordi?! > Retorica, quella domanda. Sa che anche lei lo ricorda e spera che qiesto le faccia capire quanto fosse atato impossibilitato a muoversi, a farsi trovare. < E mi spiace, cazzo, quanto mi spiace che hai dovuto passare tutto questo. Ti promisi che avremmo sempre affrontato tutto insieme e, finché sarà nelle mie possibilità, io tengo ancora fede a quella promessa. > Chiudw gli occhi, ricacciando indietro piccoli frammenti di lacrime intrappolati nella pece delle sue iridi. < E ora sono qui, non ce l'ho con te, ma solo con me stesso per aver vinto la mia battaglia con quel ticchettio troppo tardi. Ma sono qui, con te. Almeno- almeno abbracciami ancora. > Una supplica che gli esce dal più profondo dell'anima, mentre allarga le braccia, qualora la Hyuuga decidesse di concedergli quella grazia. E poi, infine, che sia in quell'abbraccio o ancora di fronte a sé < È d'altri il tuo cuore, adesso? > Sforza la gola a fare quella domanda. Potrebbe essere tornata da Yukio o aver conosciuto qualcun altro ed il Nara deve saperlo. Ne ha assoluto bisogno. [Chakra on]

12:21 Mekura:
 Scuote il capo esprimendo un sorriso amaro con la gola strozzata <si, si hai bisogno di riprenderti> ogni gesto di affetto è una pugnalata sanguinante al suo cuore già trafitto e grondante. Chiude gli occhi di nuovo abbassando il capo dopo aver ricevuto le sue attenzioni. Poi parlano di altri, di Ai, di Ken <Ai sta bene, ho trovato dei nuovi occhi per lei, non è più cieca, ci vede e le ho preso anche un cane da guardia, Andoss, anche lei ti ha cercato molto> Riguardo a Ken <si è lui...l'ho preso e portato con me. Non so cosa sia successo, ma le tutrici sapevano che cosa era successo e ti hanno dato la colpa non sapendo i dettagli> sospira <non ho voluto dirgli molto su suo padre, volevo prima assicurarmi di dargli una infanzia serena, almeno lui> in pratica Ken poteva essere rappresentato come l'Azrael vissuto senza violenza, senza essere abbandonato, ma solo amato e protetto in una famiglia <aspettando il momento giusto per parlarne e quando mi fa delle domande sulle tue foto, le ho solo detto che era una grande persona, un Nara, che ha fatto molto per il suo paese e per me...che eravamo molto vicini ma che era scomparso in una missione, anche a Ai ho detto questo.> sorride <sai che vuole diventare un anbu? ti assomiglia anche di carattere per alcune cose, lo abbraccio ogni volta che posso> poi la domanda successiva, se può vederlo, se lo odiano <no, non ti odiano...e potrai vederli, con me, con il tempo, preparandoli. A prescindere da quello che le tutrici dell'orfanotrofio mi hanno chiesto di fare: ovvero non fartelo mai conoscere è giusto che prima o poi queste cose vengano affrontate, sei suo padre alla fine, hai rinunciato a lui è vero, ma è giusto che sappia chi sei> in più è passato molto tempo, il bambino era poco più di un neonato quando sono accaduti i fatti, potrebbe essere meno traumatico del previsto. Mekura sorride sollevando il capo verso questo, un sorriso per nulla tranquillo e spento, malinconico mentre ripensa a tutto quanto <si...era la festa di fine guerra> abbassa lo sguardo di nuovo <ma se penso a te, il mio ricordo migliore è stato sotto il cielo stellato del paese del vento, una coperta, il ramen e te> ma è passato tanto tempo da allora. <...neanche io ho tenuto alla mia promessa alla fine> piega la testa mentre i suoi occhi si spengono. Lo guarda di nuovo e lo abbraccerebbe con vigore nascondendo contro il suo petto il pianto che inizia a irrompere, quasi urlato dal suo corpo <mi dispiace...dovevo aspettarti per sempre, dovevo essere più forte, non dovevo pensare a me stessa, di rifarmi una vita, di essere qualcosa di meglio, non lo sono, non lo sono mai stata, sono miserabile, ti prego, perdonami> si aggrappa ai suoi vestiti continuando a piangere dando così la risposta alla sua ultima domanda. [ch on]

13:03 Azrael:
 Accetta quel gesto ed il cuore, per troppo tempo sopito, del Nara salta diversi battiti, poi prende a correre così furiosamente nel petto quasi da far male, come se volesse sfondare il torace ed andare da lei. E nulla ha più importanza, la vergogna, i sensi di colpa, l'incessante fluire di emozioni negative che lo hanno accompagnato in questi anni. C'è solo- l'amore. Un amore semplice, quasi infantile, primordiale. La stringe a sé con tutta la forza che ha, affonda il viso tra i suoi capelli e ne inspira a fondo il profumo. < Andrà tutto bene. Sistemeremo tutto. Sono stato tenuto lontano troppo a lungo ed è tempo che non posso recuperare. Sono un uomo, solo un uomo, ma farò tutto ciò che è in mio potere perché quel tempo non sia che un ricordo sbiadito all'idea di quello che verrà. Per Ai, per Ken, per te e per me. Risolverò tutto. > Sussurra tutto d'un fiato, la voce strozzata a causa delle lacrime che silentti gli sfugfono dalle palpebre. < No, no, no... > Solleva il capo e cerca lo sguardo della ragazza col proprio, pur tenendola sempre tra le braccia < Non sei una miserabile, abbiamo fatto tutto, tutto quel che potevamo. Ma siamo qui ora. > E sul fatto che lei si sia rifatta una vita, beh, non fa perdere vigore alla stretta delle sue braccia < Va tutto bene, lo capisco. Solo- chi è? Ti rende felice? Stai bene? > Una punta di amarezza nella voce, la tristezza che non sia più sua, ma che in quel momento npn conta, non mentre si stanno abbracciando. < Il ricordo più bello che ho è la felicità nel sapere che, finalmente, volevi e potevi stare con me. Non per chissà quale soddisfazione nella vittoria, ma perché- eri felice. È il tuo sorriso, il mio ricordo più bello, quel sorriso che ti coinvolgeva anche gli occhi. Quello che mi faceva innamorare di nuovo di te ogni volta. > Sospira adesso, abbozzando a propria volta una timida espressione di felicità < Sono stato e sono solo un uomo, ma quel tuo sorriso mi ha sempre reso un Dio. E se è contro un'entità semi divina che ho combattuto per averti- > Una pausa, le dita sottili che le accarezzerebbero la schiena fino ai capelli < -cosa pensi che sarei capace di fare perché tu sia di nuovo nella mia vita? Sento che neanche Dio in persona possa fermarmi, stavolta. > E ci scherza su, le lascerebbe un delivato bacio sul capo, rapito da quel sentimento che lo sta travolgendo sempre con maggiore intensità. < Sei ancora più bella di quanto ti ricordassi, sai? > Termina così, speranzoso, tranquillo- felice. [Chakra on]

13:19 Mekura:
 Rimane stretto a questo ascoltando le sue parole di conforto mentre cerca di calmarsi, cerca di non piangere. Lo fissa, lo guarda e annuisce lentamente, mentre sente le braccia farle male, una orrenda sensazione allo stomaco, la testa che le gira come se avesse la febbre e l'ansia che le fa battere il cuore molto forte lasciando nel suo corpo un senso di oppressione. <...> non può dirlo, sarebbe pericoloso dirlo <non posso rispondere a questa domanda> ma il suo cuore inevitabilmente va ad esprimere quelle emozioni, quell'amore, la devozione quasi religiosa verso quella figura, di rispetto, di apprensione anche e vagamente di solitudine ma anche di comprensione. Tutto in quello che percepisce è complesso, come tutto nella sua vita, complesso, mai semplice <si, mi rende felice> afferma sincera. <si...sto bene> ma questa non è tutta la verità <non proprio, non è colpa sua, ma mi è stato vicino in molte situazioni, anche quando mi hanno cacciato dal clan, le cose tuttavia stanno migliorando e devo dire, che mi sento quasi bene nel non dover fare fronte ai doveri di una vera Hyuga> sospira affranta. Appoggia la testa rimanendo sul petto di questo con la testa. <si, eh? devi affrontare la rabbia di un Dio adesso, non ci scherzare troppo> e li farebbe attenzione a concentrarsi per mascherare i suoi sentimenti: c'è un motivo per la quale hanno tenuto nascosto a tutti il fatto che sono tanto vicini lei ed Akendo. Non può permettersi di essere una sua debolezza, il capo della akatsuki non ne deve avere alcuno. <tu sei ancora più ruffiano di quando mi hai lasciato> afferma sospirando vedendo come Azrael sta rendendo le cose più complesse di quello che già non lo sono. SI allontana sollevando le mani verso il suo volto rimanendo ferma a toccarlo, di tenerlo tra le sue dita che tremano alla fine per un secondo per poi sospirare pesantemente ancora e lasciarle cadere, senza dire più nulla <e bello come ricordavo: segni della fatica e maltrattamenti a parte> mugugna riuscendo a calmarsi un poco. [ch on]

11:43 Azrael:
 Lascia la presa delle braccia, ma gli occhi npn la abbandonano mai. Quegli occhi che brillano come stelle solo per lei. Che non vorrebbero mai vedere altro o altri. Non glielo può dire, solo da questo può pensare che non si tratta di Yukio, non di nuovo almeno. Eppure la situazione glielo ricorda così tqnto che un flebile sorriso gli si incurva sul volto. < Rispetto la tua scelta, avrai i tuoi motivi per tenerlo nascosto, anche se non li comprendo. > Solleva la mancina a propria volta ad accarezzarle teneramente la guancia in un gesto di puro affetto < Traditrice del clan, coi tuoi trascorsi, è il minimo che una persona sana di mente avrebbe potuto fare. Eppure... eppure fossi mia urlerei al cielo la mia gioia, il fatto che sei la donna della mia vita. Anche se mi rendesse un traditore a mia volta, anche se mi togliesse l'onore che ho con fatica guadagnato. Non meriteresti nulla di diverso. > E per lui l'onore è tutto, il suo ruolo a Konoha è da sempre stato la sua linfa vitale. E proseguirebbe quindi, sfiorandole le labbra col pollice in un gesto quasi timido, che lo manda in fibrillazione. < Se guardassi dentro di me, tu Mekura vedresti, che per te sono il solo ad amarti con il cuore, ma tutti gli altri no... vogliono il tuo dolore. > Sussurra a voce bassa, forse non è del tutto vero, forse quella misteriosa figura di cui non sta cercando di scoprire l'identità andando a scavare con il sigillo dell'empatia per rispetto della Hyuga non vuole trattarla male. Ma sa, sa perfettamente, quanto siano cristallini i suoi sentimenti, sa che amarla è la cosa più semplice e naturale che abbia mai fatto. Sa che la renderebbe felice, non in mqniera complessa, ma solo felice. < Sono esattamente come ricordavi, forse ancora più determinato. Lo vedrai nel mio chiedere ammenda ad Akendo e, beh, per il resto sai già come andrà... > Una piccola pausa, il volt si avvicinerebbe in direzione di quello di lei, snudando i denti candidi nel suo solito, malizioso sorriso < Tu di un altro, io cotto di te, tento e ritento finché non ci decidiamo a smettere di soffrire, di rendere tutto fin troppo complesso. Non ti ricorda nulla? > In un sussurro direttamente volto alle sue labbra pronuncerebbe quei suoi pensieri, quelle sue care intenzioni. < Dimmi che non ti è mancato il sapore dei miei baci, la carezza delle mie mani, il nostro abbraccio, dimmi che in nessuna parte di te vorresti riviverlo. Anche solo per un istante, anche solo in un dono di bentornato. > E che la perdona nemmeno glielo esprime a parole, npn c'è astio in lui, c'è solo bisogno della sua amata, di risentirsi vivo. [Chakra on]

12:17 Mekura:
 Fa male, fa tutto molto male, il modo in cui la guarda, il modo in cui le parla fa male, il modo in cui la tocca fa male. Lo trova corrosivo, velenoso nel suo sentimento. Determinato lo è sempre stato con lei, ha sempre trovato la strada per il suo cuore. Ma forse è in questo atteggiamento che riesce a trovare un minimo di rigidità <non sai davvero nulla di quello che mi è successo> sibila corrugando la fronte mentre lo guarda, incrociando le braccia mentre lo ascolta. Ma è solo un attimo, alla fine dato tutta l'emozione che ci mette dentro. Rimane in silenzio ad ascoltarlo mentre le gira attorno nel solito modo. Chiude gli occhi, abbassando il capo per non incontrarlo stringendosi ancora tra le braccia. <basta> afferma sfiancata dal fatto che il Nara stia facendo di tutto per mettere in dubbio le sue scelte e di come andrà a finire <non forzare la tua sorte e le mie parole più di quanto tu non lo stia già facendo> quella durezza è nuova in Mekura, qualcosa che si è costruita nel tempo, qualcosa che Azrael non ha ancora visto. <negli anni della tua assenza io sono cambiata Azrael, potrei anche non piacerti più, potrebbe essere un amore di un ricordo quello che hai, non per quello che sono adesso> afferma la donna mentre si fa male da sola a parlare così < non è quello che voglio che importa, non posso darti quello che chiedi...è un prezzo che ho pagato a mie spese, ricordi?> afferma la Hyuga con determinazione nella agonia della situazione. [ch on]

12:44 Azrael:
 Quella reazione un po' lo spiazza. Lo spiazza e lo diverte in verità. I canini affilati torturano il labbro inferiore, le narici inalano una profonda quantità d'aria. Solleva le braccia, le mani a mezz'aria all'altezza delle orecchie coi palmi aperti e volti verso di lei. Un gesto a voler dire "D'accordo, mi arrendo". Arretrerebbe di un mezzo passo, a terminare quell'assedio forse anche un po' ingiusto. Sospira e riabbassa le leve superiosi a ricadere lungo i fianchi. < Hai ragione, sono sempre il solito, inguaribile, romantico. Speravo di ritrovarti ad aspettarmi da un lato, dall'altro sono contento che tu sia andata avanti. Ti ho causato fin troppa sofferenza. > La mancina a ravviare la chioma, notando ancora una volta con disgusto quanto è meno curata di quanto vorrebbe. < È vero, certamente sarai cambiata ed io sono stato molto ingiusto nel mio essere un ruffiano innamorato. Tu, però... vorrei mi dessi una possibilità, una soltanto. > Chinerebbe il capo sulla destra, un piccolo sorrisetto spavaldo, ma che nasconde tanta insicurezza, che è certo che la Hyuga coglierà al volo. < Io... > Le tende la mano destra, mantenendo un tono solenne, quello che ha sempre usato mentre si presenta. < ... sono Azrael Nara, puoi chiamarmi Az se desideri. Sono un povero imbecille, su di me se ne sono sempre sentite tante, ma vorrei conoscerti e farmi conoscere oltre alle cose che già si sanno su di me. Mi concederesti questo onore? > Ed attende lì, con la mao sospesa a mezz'aria, speranzoso e quasi infantile in viso. La spensieratezza di un bambino in un negozio di giocattoli, quella che lui non ha mai provato, ma che spera possa invaderlo adesso. Per loro due, per Ken, per Ai e per tutto il resto di ciò che hanno da recuperare. E vorrebbe che ricominci da lì, da una semplice stretta di mano. [Chakra on]

13:03 Mekura:
 Sembra un cucciolo di cane bastonato mentre osserva quel gesto e non solo visivamente ma anche per quello che sta provando in questo momento. Le parole successive inoltre sembrano quasi alle sue orecchie un attacco diretto, un comportamento passivo aggressivo sul fatto che non lo ha atteso, ma preferisce incassare e non dire nulla: hanno solo da guadagnare adesso invece che litigare e perdere tutto, forse non più come amanti ma, qualcosa che renda conto il fatto che erano più di questo, con Ai, lui e lei erano quasi una famiglia, mancava davvero poco. <una possibilità?> ripete, non capendo del tutto quello che lui le stava chiedendo. Poi alla fine le tende la mano, dicendo quelle cose, una mano va al petto stringendosi l'altra rimane ferma lungo il fianco. Lo lascia finire e rimane a guardarlo sempre con quello sguardo sconsolato sul volto, dispiaciuto per lunghi interminabili secondi mentre somatizza le sue espressioni e le sue emozioni. Lentamente un accenno di sorriso appare sul suo volto e seppure i suoi occhi siano, stanchi, affaticati, e esprimano il dolore di una donna che ha vissuto una vita completa e per lo più infelice, per un breve attimo si riempiono di serenità. Il sorriso si allarga prendendo un lungo respiro mentre tende la mano <sarebbe un piacere Az...io mi chiamo Mekura...solo Mekura> Si...è difficile dire che le cose andranno meglio d'ora in poi, ma questo è già significativo <so che abiti a Konoha e che sei senza casa...ne ho giusta una in più, potresti dormire li se mi aiuti con la polvere> [ch on]

16:46 Azrael:
 Quel sorriso, quello di cui ha parlato prima gli squarcia in due il petto, ma l'espressione non tradisce alcunché. Non può, non adesso. Ed in fondo la sta studiqndo, sta esaminando la situazione nella maniera razionale in cui solo un Nara sa fare. Specie QUEL Nara. Le dita si stringono attorno il dorso della Hyuga ed il pollice passerebbe sotto il di lei palmo per sollevarne piano le nocche e portarsele in corrispondenza del viso. Un mezzo inchino a voler dare solennità al gesto, un po' per fioco, per non farla smettere di sorridere. < Solo Mekura, eh? Secondo me c'è molto di più che "solo" Mekura. Ma lo scopriremo assieme, suppongo. > E eiguardo alla casa, la sua casa, quella che gli manca davvero davvero tanto. < Sono sicuro che sarà bello tornare in quella casa, ma è la mia casa che rivoglio. Sai, era dei miei genitori e ci sono molto legato. > Sorride, stringendo affettuosamente la mano nella propria < Magari dopo che l'avrò tirata a lucido potremmo accordarci per l'acquisto ed il passaggio di proprietà. > Poggia le labbra sul dorso della mano della Hyuga in un galante baciamano. L'opposta verrebbe portata al petto, nascosta da quel mezzo inchono a compiere il mezzo sigillo della capra, permettendo al chqkra di ricoprirlo così come aveva fatto poco tempo prima, per arrivare fin lì. < È e sarà sicuramente un piacere, "solo" Mekura, ma ora devo proprio andare. > Le lascerebbe la mano e si riqlzerebbe, mostrando il sigillo ancora formato dinanzi al petto. < Non me ne vado più. Questa è una promessa che intendo mantenere, ma prima ho delle cose da fare, prima tra tutte darmi una sistemata. Non voglio che i miei piccoli mi vedano in questo stato. Puoi chiamarmi quando vorrai, ti risponderò e verrò da te, se necessario. > E termina, connettendosi così mentalmente al posto che tanto ama e che tanto gli manca. Konoha, casa sua. Ed, infine, un'altra promessa che ha da mantenere. Così, con un sorriso, sparisce, ma, stavolta, per tornare. [ Dislocazione Istantanea | chakra on | END ]

Mekura e azrael si reincontrano