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Il Dolore è Rinascita

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con Naoko, Kirito

21:40 Naoko:
  [Salotto] Fuori piove, a dirotto, senza dare tregua a nessuno. Le gocce sbattono contro le finestre e i muri della magione, li sentirebbe appena, non è il tempo ideale per mettere il naso fuori di casa. I capelli bianchi sono lasciati liberi, incorniciano ogni tratto del suo volto, così come le iridi blu, profonde, intense. Una pelle candida e fragile, dal colore perlaceo. Indossa un maglione blu scuro a coprire il busto, un paio di pantaloni pesanti a ridosso delle gambe e un paio di scarpette comode ai piedi. Vuole riprovare a sentire quella forza, quel nuovo potere che scorre dentro di sé, ma deve richiamare il Chakra prima. Cercherebbe di alzare le braccia e di portare le mani a congiungersi tra loro, affinché le dita possano incrociarsi e tentare di dare vita al sigillo della Capra. Una volta ricreato, cercherebbe di richiamare l’energia fisica, quella forza che muove i muscoli, quella forza insita in ogni fibra del suo corpo, in ogni cellula, dal capello alla punta dei piedi. La forza che le permette di camminare, di stare in piedi, di poter muovere le dita e il resto del corpo. Assieme a essa, proverebbe a ritrovare la forza psichica, quella che smuove i pensieri, quella che smuove le immagini all’interno della propria testa, inerenti al suo presente, alla sua attuale famiglia, a quella famiglia che finalmente ha trovato, che si prende cura di lei, che la fa diventare forte. Proverebbe a mescolarle tra loro, a fonderle insieme, a renderle un’unica realtà, a renderle un’unica entità, a rendere un unico colore, come se quel viola venisse effettivamente ricreato nel suo corpo. Proverebbe a mandare il tutto al centro del suo corpo, alla bocca dello stomaco e lì mescolarlo, in senso antiorario, affinché possa essere smosso nelle diverse parti del corpo, nei diversi angoli. Tenterebbe, quindi, di spostarlo appena verso le gambe, spingendolo verso il basso e verso le braccia, spingendolo in laterale e verso la testa, spingendolo in alto, in modo tale che possa riempire ogni anfratto e cercare così di avere un quantitativo equo dappertutto. Si trova nel salotto della magione, al piano terra, seduta presso uno dei divanetti presenti. Ci sono solo i servi di Yukio in giro per la casa, quindi è molto tranquillo all’interno. In silenzio, assoluto. [Tentativo Richiamo Chakra 30/30] [Coprifronte x1 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Spiedi x5 – Veleno Inibente x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

21:41 Naoko:
  [Salotto] Edit: [Portaoggetti x1 - Coltello x1 - Tonico Coagulante x1]

21:57 Kirito:
 Kirito è ormai un uomo a tutti gli effetti. Dopo le vicende legate ai suoi genitori e dopo essere diventato un cacciatore di taglie, si trova adesso tra le strade di Kusa. Senza un posto dove andare, senza una famiglia gira, guarda, osserva il fluire della gente che rende Kusa la città più attiva del Paese. Persino la pioggia che bagna ogni superficie non scoraggia i cittadini dediti alle loro attività. I locali sono gremiti di persone che gustano svariati piatti. Tutto davanti agli occhi di Kirito. Una certa invidia nel vedere quelle persone felici vivere le loro vite spensierate pervade a livello viscerale l'uchiha. A questo si aggiunge l'amarezza e la tristezza della sua condizione. Non avrebbe mai pensato di dire una cosa del genere ma sotto certi aspetti vorrebbe perdere nuovamente l'uso della vista. Si ferma sotto una tettoia di un locale appoggiando la schiena al muro. Una sorta di lampione permette di intravedere la sua figura per metà. Indossa un cappotto nero che arriva fino alle ginocchia. Al di sotto un kimono nero con una spaccatura che parte dalla cinta e arriva alle ginocchia. Attraverso di essa sarebbe possibile vedere, quando il genin è in movimento, un portakunai pieno fino al suo limite ed identico a quello sulla gamba gemella. Dietro la schiena un porta oggetti legato alla cintura di tela che stringe il kimono in vita. All'interno del portaoggetti altri 3 shuriken e 3 kunai. Inoltre negli altri compartimenti si possono trovare un set di makibishi, 3 kunai con carta bomba, 2 tonici coagulanti e 2 tonici di recupero chakra, del filo di nylon, un set da 5 fumogeni. Sulle braccia e sulle gamba vi sono, per arto, 2 fuuda per la sostituzione. Sulle braccia vi sono legati con delle bende due Tanto, e al disotto dei vanmbracci. Degli schienieri coprono le gambe. Infine uno zaino sulla schiena che contiene ciò che gli è servito per quel lungo viaggio appena fatto, tra cui viveri ed un sacco a pelo. Metterebbe la mano nel portaoggetti mentre la pioggia sembrerebbe attenuarsi leggermente. Troverebbe un biglietto. Un biglietto di Naoko, del loro ultimo appuntamento, se così lo vogliamo chiamare, in cui la ragazza ha trascritto le coordinate del posto in cui vive. Al momento sembrerebbe essere l'alternativa migliore, perciò decide di dirigersi lì. Proverebbe ad evitare la pioggia in quel breve tragitto riparandosi al meglio sotto varie verande e sporgenze che gli edifici offrono. Arriverebbe dunque dinnanzi alla magione. Una grande casa, ben visibile anche da lontano. Il cappuccio è alzato ed è fradicio come gran parte degli indumenti. Un'ultima occhiata a quel fogliettino ormai reso illeggibile dalla piogga e poi proverebbe a bussare a quella porta sperando che sia proprio Naoko ad aprire quella porta. Dopo tutto questo tempo ha voglia di rivederla.[chk off][equip [equip: zaino, 2 schinieri, 2 vambracci. 2 tanto, uno per braccio. 2 fuuda per ogni arto con tronchetto sostituzione, 2 portakunai: 3x suriken e 3x kunai ognuno. Portaoggetti: tonico chakra x2, tonico coagulante x2, makibishi, fumogeni x1(set), 3 kunai con carta bomba, filo di nylon (5m)]

22:07 Naoko:
  [Salotto] E’ tranquilla, pacifica, non avrebbe nulla a cui pensare, non avrebbe nulla a cui aggrapparsi, sebbene l’ultimo evento l’abbia lasciata un attimo euforica. Fa parte degli Anbu, è successo davvero, è stata scelta per essere parte di loro, per essere parte di un mondo unico, invisibile. E’ determinata, è grata di tutto questo, l’essere parte di un gruppo è un concetto che non si sarebbe aspettata. Ha ordinato del thé verde per passare un poco la serata su quel divanetto, il coltello rinfoderato nel suo contenitore, così come un tonico presente nella tasca dei pantaloni, per le evenienze. Non lascia mai nulla al caso, non lascia mai nulla per nulla, deve essere pronta a rispondere agli imprevisti, alle sorprese. Nessun sorriso o emozione particolare andrebbe a trasparire ora dal suo volto, segno di quel nero che pian piano prende posto all’interno della sua anima. Poca luce è ormai insita in lei, dato che il suo sangue ha ormai assunto la tonalità più cupa possibile. Ma sarebbe un suono proveniente dalla porta principale che attira la sua attenzione e decide di recarsi là personalmente, in modo tale da capire chi possa trovarsi fuori, a quest’ora, con la pioggia che imperversa sul villaggio. Si alzerebbe dal divanetto, passi leggeri che vengono portati verso l’atrio, poco distante dal salotto principale. Passi, uno dietro l’altro, prima di muovere la maniglia con la mano destra e vedere la presenza al di là della porta. Non si sarebbe aspettata di vedere Kirito proprio stasera e, per fortuna, i dolori lancinanti sono un ricordo per ora. <Non ti aspettavo qui, stasera. Sei sparito…> è da molto che non si vedono, lei si è dovuta chiudere nella magione dopo aver avuto l’incontro con la figura incappucciata. Ora sta meglio e lo potrebbe constatare anche l’Uchiha davanti a sé. Si scosterebbe dall’ingresso e la mano destra lo inviterebbe a entrare, a non rimanere sulla soglia, al freddo. [Chakra 30/30] [Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Tonico Coagulante x1]

22:22 Kirito:
 Il rumore delle gocce di pioggia che impattano su ogni superficie è l'unico che Kirito al momento riesce ad udire. E' fermo, in piedi dinnanzi alla porta sperando che sia quella giusta. Non passa molto tempo che qualcuno giunge alla soglia spezzando quel surreale silenzio. Una ragazza, più bassa di lui apre. Lei sembra conoscerlo ma lui ci mette un attimo a capire chi è. E' diversa da come lo ricordava ma non ci sono dubbi, è lei, è Naoko. Se non fosse stato per quella voce che col tempo ha imparato a conoscere bene sarebbe stato costretto a chiedere chi ella sia. Lei lo lascia entrare e lui non se lo fa ripetere due volte. <Scusami, hai ragione, sono successe molte cose> poche parole, brevi, decise che racchiudono tutte le esperienze che ha passato negli ultimi tempi. Con la coda dell'occhio osserverebbe la ragazza cercando di capire cosa le possa essere capitato. Una moltitudine di pensieri gli ronzano in testa, ma decide di non pensarci più di tanto. Se vorrà, sarà lei stessa a raccontargli tutto. Con calma farebbe qualche passo per poi fermarsi. Si girerebbe verso la ragazza osservandola da capo a piedi. <Ti trovo bene, anche se qualcosa in te è cambiato> cerca di essere gentile, educato, anche se non ci vuole un genio a vedere che i suoi capelli hanno una tonalità completamente diversa da quella precedente. <Il giubbotto è fradicio, lo posso mettere da qualche parte ad asciugare?> chiederebbe mentre al contempo inizierebbe a sfilarlo, manica dopo manica, fino ad appoggiarlo a penzoloni sul braccio destro. La magione è grande e le dimensioni esterne rispecchiano quelle interne. Si guarderebbe intorno per qualche secondo per poi far ricadere gli occhi sulla ragazza. <Non so come muovermi qui, dimmi tu dove andare> ancora una richiesta nei confronti della kokketsu. Kirito sta cercando di mantenere l'immagine di se che Naoko dovrebbe avere di lui. Anche se dentro di lui molte cose si sono rotte, frantumate in mille pezzi e molto difficilmente ritorneranno come prima. La sua visione del mondo è totalmente cambiata da quella notte ma ha deciso di non mostrare tutto questo alla ragazza. Prova qualcosa per lei. Qualcosa che lo ha spinto a fare quella strada sotto la pioggia e a raggiungere la sua magione. Non sa bene cosa. Ormai non sa più niente e più cerca di pensare e più l'oscurità dentro di se lo stringe in una morsa gelida e letale.[chk off][equip come sopra]

22:33 Naoko:
  [Salotto] Una casa enorme, una casa dalle molteplici stanze, una casa in cui sarebbe facile perdersi se non la si conosce fino in fondo. Una casa che è diventata la propria, una casa che l’ha accolta da tempo ormai, una casa grande e accogliente, calda, speciale. Non è abituata a vivere in mezzo all’agio, alle comodità ma essere aiutata non le dispiace. I capelli bianchi sono lasciati liberi dietro le spalle, una tonalità sicuramente scostante da quella precedente, da quel rosso fuoco che la distingueva dalla massa, che era solo sua. Una tonalità ormai dimenticata, una tonalità che contrasta con l’anima insita in lei. Le prime parole giungerebbero da parte dell’altro, prima di replicare <Sì, sono successe decisamente molte cose. Anche a me> e quei capelli ne sono la dimostrazione, un dettaglio che non potrebbe nascondere, a nessuno. Lo farebbe accomodare ed ecco che uno dei servi arriverebbe accanto a loro “Puoi prendere il suo giubbotto e farlo asciugare al caldo?”. L’altro preleverebbe la giacca dell’Uchiha, sorridente, prima di svanire dalla loro vista e lasciarli da soli. <Seguimi> direbbe semplicemente, tornando così in direzione del salotto, della stanza in cui si trovava poco prima, nella stanza che preferisce in tutta la magione. Accogliente, calda, semplice. <E’ giusto che tu sappia cosa sia successo perché, sicuramente, i miei capelli hanno destato la tua curiosità. Non è forse così?> sicura, schietta, diretta, senza troppi giri di parole. E’ chiaro che è cambiato qualcosa, che quel qualcosa ha mutato la sua natura. Si posizionerebbe a ridosso di uno dei divanetti, a due posti, lasciando che l’altro possa accomodarsi al suo fianco, sempre che lo voglia. <Sono sempre io, sono sempre Naoko ma quando una persona è venuta in questa casa, al mio cospetto, ha modificato il mio aspetto, ciò che sono nel sangue. Stavo per morire, ma sono rinata. Stavo per morire e sono tornata alla vita con dolori, forti, intensi. Quei dolori sono passati, ma i miei capelli sono rimasti così> inizia a raccontare stralci, senza specificare ancora nulla, senza mostrare ancora nulla agli occhi dell’Uchiha. [Chakra 30/30] [Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Tonico Coagulante x1]

22:51 Kirito:
 Uno dei maggiordomi di quella lussureggiante abitazione verrebbe a prelevare con garbo e gentilezza il cappotto di Kirito per portarlo ad asciugare. Dopo averlo ringraziato si volterebbe nuovamente verso la ragazza che nel frattempo recependo la sua richiesta precedente lo porterebbe in una sorta di salottino. Un ambiente semplice, caldo, sicuramente migliore del temporale all'esterno dell'abitazione. La ragazza si siede su un divano a due posti lasciando l'altro al ragazzo. Kirito si siede anche lui ascoltando in religioso silenzio le parole di Naoko. <Sì esatto> una risposta secca, che nasconde una piccola nota d'imbarazzo. La ragazza di rimando spiegherebbe all'uchiha ciò che è successo in una spiegazione molto frammentaria e piena di mistero. Kirito vorrebbe far luce su tutto ciò sperando che la kokketsu acconsenta. <Cosa intendi dire quando ti riferisci al tuo sangue?> domanderebbe rivolgendosi a lei per poi riprendere subito dopo senza lasciargli la possibilità di controbattere <voglio dire...> fa una breve pausa. I due sono molto vicini perciò l'uchiha alzerebbe la mano destra lentamente e con essa tutto il braccio andrebbe in estensione. A questo punto lo avvicinerebbe ai capelli della ragazza e se lei glielo avesse permesso metterebbe la mano al loro interno facendo scivolare quei capelli argentei tra le dita. <I capelli sono cambiati e lo vedo. Ma come fa ad essere cambiato il tuo sangue?> aspetterebbe una risposta mentre la mano, se la ragazza non l'avesse bloccata, sarebbe ritornata alla sua posizione originaria. <Mi dispiace per la tua sofferenza e avrei voluto starti vicino ma non potevo> concluderebbe così abbassando leggermente lo sguardo.[chk off][equip come sopra]

23:04 Naoko:
  [Salotto] Seduta su quel divanetto, in questa enorme casa, è un toccasana per la Kokketsu e le permette di essere libera, di essere sé stessa, di essere tutto ciò che vuole senza che estranei la guardino, senza che nessuno possa scoprire i suoi segreti, le sue paure, le sue preoccupazioni. Abbasserebbe un attimo lo sguardo alle prime parole, con le iridi blu che guarderebbero le proprie mani, colmi di tagli, colmi di quel nervosismo che la porta a grattarsi i dorsi ripetutamente nell’arco della giornata. Una piccola smorfia a ridosso del volto, di quei lineamenti delicati, prima di rialzare nuovamente lo sguardo in direzione dell’Uchiha. Si nota l’ansia nella sua mimica facciale, sebbene provi a nasconderla in qualche modo. Lei nasconde bene le emozioni ma è giusto che l’altro sappia, è giusto che l’altro conosca la sua nuova essenza, ciò che ribolle all’interno del proprio corpo. <Lo so che avresti voluto starmi vicino, ma ero io a non volere nessuno accanto in quel momento. Non ero bella da guardare, non ero sana mentalmente, non avevo emozione se non dolore, strazio, un’interminabile sofferenza> spiega ancora una volta, atona, senza una particolare enfasi. <Faccio prima a mostrarti ogni cosa> e lo lascerebbe fare, facendosi passare la mano tra i capelli candidi come la neve, prima che questo la lasci andare. Cercherebbe di sentire il Suiton dentro di sé, di sentire quell’acqua scorrere viva nel suo corpo, come un fiume in piena, come una cascata che raggiunge la pozza sottostante, come la pioggia che batte contro le finestre, contro gli ombrelli delle persone, contro ogni elemento vivente ed esistente. Proverebbe, così, a unire quell’elemento al proprio sangue, di mescolare le due entità, di rendere quel Chakra umido, unico, dalla consistenza diversa. Se ci fosse riuscita, dalle ferite presenti sui dorsi delle mani dovrebbe uscire il sangue nero, fluttuare nell’aria davanti a sé, per vederlo, per tenerlo sott’occhio. Un alone violaceo dovrebbe volteggiare attorno a quel sangue, tetro, scuro, subdolo, particolare. Attorno agli occhi della ragazza dovrebbero formarsi come delle occhiaie, come se non avesse dormito, dello stesso colore dell’aura del sangue, come se quel sangue si fosse bloccato improvvisamente in quel punto. Così facendo, due lacrime dovrebbero scendere da quelle stesse iridi e andare così a disegnare una linea fino al mento, fino alla punta dello stesso, con una forma semicircolare e dal colore violaceo, come se vi fosse un’unica vena disegnata sulla sua pelle. Eccola Naoko, nella sua forma più forte, in un’essenza che la rende unica, magica, di un etereo tetro e oscuro. <Questo intendo con il sangue. Questo ha provocato il mio dolore giorni fa, questo ha provocato in me sofferenza. Ma questo è diventato la mia forza, questo è diventato parte di me> atona, ancora una volta, come se fosse un fattore assolutamente normale. <Sei spaventato? Ti irrequieta?> domanda, il tono leggermente preoccupato. Lei è una Kokketsu, ora e, quindi, l’Uchiha potrebbe non accettare questo fattore, ciò che le ha sbiadito i capelli, che l’ha portata a chiudersi per giorni in sé stessa. [Tentativo Richiamo Innata Kokketsu no Hijutsu I] [Chakra 29/30] [Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Tonico Coagulante x1]

23:19 Kirito:
 La pace e la tranquillità di quel momento, di quella casa, è quello di cui aveva bisogno l'uchiha. Negli ultimi e irrequieti giorni non si è fermato un momento. Quest'altalena di emozioni, perlopiù negative, sembra adesso essersi fermata. Il cuore è calmo ed i battiti sono regolari. Ascolterebbe in silenzio il racconto della ragazza che si chiuderebbe in una dimostrazione pratica del tutto. Del sangue nero righerebbe il viso d'ella, partendo dagli occhi come delle vere e proprie lacrime di sangue. La guarderebbe per qualche attimo, stupefatto da tutto ciò. Uno stupore che in se è privo di emozioni. E' uno stupore puro, candido, come quello di un bambino che per vede per la prima volta qualcosa. La guarderebbe ancora cercando di capire come sia possibile tutto ciò ed immaginando i dolori che ha passato per ottenere il controllo su questo suo nuovo potere. <Non sono spaventato, anzi, sono affascinato> il sangue non lo spaventa più. Dopo quella sera in cui ha visto gli occhi morti di suo padre sgozzato che lo fissavano, mentre è stato lasciato lì, appeso come un maiale a morire, quelle lacrime nere non gli fanno alcun effetto. Molte cose ormai non lo toccano più, non gli fanno ne caldo ne freddo. Adesso è semplicemente curioso del processo con cui è possibile controllare un tale potere. Probabilmente è un gene sopito come il suo, come quello degli uchiha. La voce della ragazza è adesso diversa come se non lasciasse più trasparire emozioni. <Se adesso lo controlli perché dovrei essere preoccupato? Comunque puoi anche rilasciarlo, non vorrei che macchiassi questo divano> un sorriso ed una battuta per farle capire che a lui tutto ciò non interessa. Poi diventerebbe serio nuovamente e la guarderebbe dritto in quegli occhi blu <Mi sei piaciuta fin da quando ero cieco. Allora non potevo vederti eppure sentivo dentro me qualcosa che mi spingeva nella tua direzione. Spero che tu l'abbia capito che non sono una persona che bada molto all'aspetto esteriore delle cose.> concluderebbe così il discorso sperando di aver convinto la ragazza. Per poi accennare in maniera un po' egoistica qualcosa sulla sua persona situazione <A quanto pare abbiamo entrambi sofferto. Tu sul piano fisico ed io su quello emotivo. Sai... I miei genitori sono morti.> ed improvvisamente la bocca diverrebbe serrata ed un silenzio dovrebbe spargersi nella sala. Forse avrebbe potuto girarci intorno, avrebbe potuto dirlo in maniera più dolce più elegante. Ma a cosa sarebbe servito? La verità è questa e addolcirla non la cambierebbe affatto.[chk off][equip come sopra]

23:33 Naoko:
  [Salotto] Quel suo aspetto manderebbe tutti via, ignari di quello che potrebbe fare, ignari di quello che potrebbe provocare, ignari di quello che potrebbe effettivamente fare. E’ la sua essenza, è quello che scorre dentro di lei, è quella rinascita che ha raggiunto a fatica, molta fatica, con dolori che augurerebbe ai suoi nemici e basta. Dolori forti, che l’hanno resa più fredda, che l’hanno resa più determinata, che l’hanno resa degna agli occhi di molti. Forse. Parole che giungerebbero ancora una volta nella sua direzione <Io non ci credevo la prima volta che mi sono trovata questo tra le mani. Posso usare questo Sangue come voglio, a mio diletto. E’ il mio sangue, è ciò che realmente scorre dentro di me> spiega ancora, brevemente, prima di annuire appena con il capo e rilasciare il tutto, tornando nella normalità, in quell’aspetto candido come la neve, fragile come una bambola di porcellana. Sorriderebbe appena alle parole successive, apprezza quello che dice e adora questo dettaglio: lui l’ha conosciuta quando era cieco e non poteva vederla. Si è fidato della sua voce, si è fidato dei suoi rumori, del tono della sua voce. Questo la farebbe sentire meglio, questo la farebbe sentire nuova, unica nel suo genere. <E questo ti fa onore. Mi fa piacere che vai oltre il mio aspetto, che vai oltre questi capelli bianchi, sbiaditi dal dolore> sincera, lo è con pochi, solo verso chi ha acquisito la sua fiducia. Le parole che seguono, tuttavia, la lascerebbero un attimo interdetta, un dettaglio che non avrebbe mai immaginato. <Mi dispiace molto. Io non so nemmeno se i miei genitori sono vivi o morti, non ho ricordi> ed è vero, in quanto non potrebbe più collegare il suo viso a quello dei genitori naturali. Nessun Ryoshu, nessun Kakuzu. Niente di niente. Avvicinerebbe il viso a quello dell’Uchiha, andando a sussurrargli all’orecchio <Sono qui, vicino a te. Non hai nulla da temere. Devi pensare a loro quand’erano felici, quand’erano accanto a te. Solo così puoi andare avanti e dimostrare d’essere degno di esser stato loro figlio> non sa che rapporto avesse, ma vuole rincuorarlo a modo suo, sebbene non sia la persona più adatta in questo mondo. [Tentativo Richiamo Innata Kokketsu no Hijutsu I - Disattiva] [Chakra 29/30] [Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Tonico Coagulante x1]

23:55 Kirito:
 Naoko spiega come quello sia effettivamente il suo sangue e come ella possa modellarlo a suo piacimento. Un potere, il suo, in grado di controllare delle leggi della natura altrimenti incontrovertibili. Ma in fondo è questo che fanno i ninja, è questo che li distingue da tutti gli altri. L'abilità di camminare su ogni tipo di superficie o qualsiasi tipo di arte illusoria o i ninjutsu. Sono tutte cose che contraddistinguono un ninja e nel caso di Naoko queste abilità vanno oltre ogni immaginazione. A questo punto la ragazza rilascerebbe l'innata ritornando al suo stadio naturale. O meglio quello che è il suo nuovo stadio naturale perché anche se l'innata dovrebbe essere stata disattivata i suoi capelli restano bianchi. Poi qualcosa sui suoi genitori farebbe storcere il naso all'uchiha. Lei gli ha già parlato di loro. Li odia, li vuole morti. Come fa a non ricordare nulla? Una sorta di mistero in queste parole su cui, dopo averci ponderato, probabilmente il genin farà domande a riguardo. Ed infine la ragazza consolerebbe a modo suo Kirito. Si avvicinerebbe a lui sussurrandogli all'orecchio e lui la lascerebbe fare. Sentirebbe il calore della sua pelle ed il suo respiro accarezzargli le orecchie. Gli mancava tutto ciò. <Nella mia testa ormai è tutto nero. I loro ricordi si confondono con quelli di quella notte, perché sai io li ho visti morire davanti ai miei occhi. Adesso voglio soltanto vendicarmi> rabbia e frustrazione, le vere emozioni che stanno segnando i giorni dell'uchiha vengono finalmente allo scoperto. <Le persone come te si contano sul palmo della mano. Mentre la gran parte sono degli stronzi pezzi di merda che pensano solo ai loro comodi ed ai loro interessi. E dopo di loro ci sono gli animali. Feccia della peggior specie, barbari che per me hanno perso ogni traccia di umanità dal loro cuore> il turpiloquio sembra senza fine. Ogni parola è sentita ed è mossa dalla rabbia e dalla tristezza. Parole che vengono sussurrate allo stesso modo in cui Naoko ha fatto con lui. A questo punto farebbe scivolare la guancia, dopo averla avvicinata a quella della ragazza, all'indietro. Se glielo avesse permesso ne sentirebbe il calore, la morbidezza e la dolcezza. Scorrerebbe all'indietro senza allontanarsi troppo velocemente fino a riuscire a guardarla negli occhi. Occhi colmi di rabbia e di sete di vendetta. <Io li ucciderò tutti.> una lacrima improvvisa, fugace righerebbe il viso del giovane andando ad impattare il labbro superiore per poi cadere lenta sul pantalone nero che indossa. [chk off][equip come sopra]

14:24 Naoko:
  [Salotto] Il potere che Despair ha rilasciato su di lei è stato molto incisivo, totalmente, in quanto i ricordi dei suoi genitori sono sfumati via, come se non fossero mai esistiti, come se il dolore che le hanno procurato non fosse mai esistito. Un potere che le ha permesso di riprendere il controllo su sé stessa, sulle proprie emozioni, senza incappare in segni evidenti di nervosismo. Eppure il dolore è tornato comunque, il dolore è parte di lei, è stato parte di lei e questo lo accetta senza alcun rimorso, senza alcun rimpianto. Ha sofferto ma ha ricavato una nuova essenza, la sua reale essenza, la sua rinascita alla vita, in un certo senso. Un mistero quello che si cela nella testolina della Genin, un mistero in cui l’altro, probabilmente, affonderà gli artigli. Le parole dell’altro vengono accolte senza alcun problema, senza alcuna opposizione. Lo lascia parlare, lo lascia sfogare fin quando non si fisserebbero negli occhi e quella lacrima scende giù, fino a raggiungere i pantaloni scuri. Fa male vedere i genitori morire, fa male vedere tutto quel male ma lei sembra quasi una maschera impassibile davanti al dolore, almeno quello personale, quello provato sulla propria pelle. La mano destra vorrebbe alzarsi verso la guancia sinistra altrui, prima di riprendere parola <La vendetta non riporterà indietro i tuoi genitori, non te li farà riabbracciare ancora. Puoi ucciderli tutti, sterminarli, ma poi cosa ti rimarrebbe, Kirito? Forse ti sentiresti bene all’inizio, ma poi ti sentiresti come loro perché facendo così ti rimetti al loro livello. Devi essere superiore, devi essere tu, devi fargli capire di girare alla larga da te. Puoi semplicemente torturarli, lentamente, fino a quando non ti imploreranno, fino a quando non ti chiederanno loro di ucciderli. Allora sì che sarai superiore e clemente, concedendogli la libertà di raggiungere i morti> una visione subdola e contorta del mondo, una luce oscura che macchierebbe le iridi della Kokketsu. <Guardami. Guardami, Kirito. I miei capelli sono frutto del dolore, eppure mi sento rinata, mi sento meglio, mi sento unica. Il dolore ci rende più forti, il dolore ci rende migliori> sì, è decisamente contorta la sua visione. I tratti del viso tornerebbero a farsi delicati, gentili, di una purezza simile a quella dei ciliegi in fiore. [Innata Kokketsu no Hijutsu I - Disattiva] [Chakra 29/30] [Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Tonico Coagulante x1]

14:36 Kirito:
 Quella lacrima lasciata correre sul viso, selvaggia, incontrollata, segno di una debolezza celata. Non avrebbe voluto mostrarsi così agli occhi della ragazza ma un coacervo di emozioni sopite, soppresse fino ad oggi si sono risvegliate eruttando come un vulcano attivo. Qualcosa in quella ragazza lo spinge ad aprirsi a rendere il suo cuore meno duro di quanto non lo sia già. E' come se fosse nudo dinnanzi a lei fragile come non mai. Ma adesso basta. Con la manica del Kimono asciugherebbe quella lacrima solitaria ascoltando il discorso della ragazza. Un discorso perverso che nasconde una visione cinica, perversa e materialista del mondo. Una visione molto simile a quella dell'uchiha stesso. Il viso del ragazzo è impassibile, serio, attento a ogni singola parola. I suoi occhi nero pece fissano le dolci labbra della ragazza quasi come se guardandole potesse assorbire meglio le sue parole. Infine risponderebbe dando la sua opinione. <Torturati, morti, non mi importa. Certe persone devono sparire dalla faccia della terra. A cominciare dall'assassino dei miei genitori> serio come non mai. Freddo e sicuro di se. Come se il dolore gli donasse nuova forza, nuova grinta. Come se da esso dovesse risorgere come una fenice dalle ceneri. <Userò questo dolore per diventare più forte. Come te, io, rinascerò>. Afferrerebbe la mano ora sulla guancia accarezzandola e socchiudendo gli occhi aggiungerebbe <non andartene>. Aspetterebbe qualche secondo prima di ritornare all'argomento precedente, i suoi genitori. Adesso è più calmo. Quel precedente impeto di rabbia sembra essersi attenuato. <Veramente non ricordi niente dei tuoi genitori? Com'è possibile?>[chk off][equip come sopra]

14:58 Naoko:
  [Salotto] La mano destra vorrebbe rimanere su quella guancia ancora per parecchio tempo, in quanto sentire il calore altrui la farebbe sentire meglio, la farebbe sentire più tranquilla, calmerebbe quella macchia nera ormai insita nella sua anima. Una macchia in espansione ma che, con quell’unica luce, non copre totalmente l’essenza della Kokketsu. Unica luce che la tiene ancorata alle emozioni, unica luce che la tiene lontana da quella totale freddezza ormai maturata con il dolore, la sofferenza di giorni e giorni. Quelle parole vengono accolte, senza che lei aggiunga altro; quelle parole vengono accolte e annuirebbe appena a tutto questo, senza battere ciglio, senza controbattere nessuno. L’Uchiha è libero di fare quello che vuole, è libero di comportarsi come meglio crede, è libero di decidere del destino degli aguzzini dei suoi genitori come meglio crede. Lei di certo non fermerebbe simili azioni, in quanto sono affini a quello che vorrebbe fare lei a chiunque si opponga alle sue decisioni, alla sua mentalità. Solo gli Anbu possono decidere per lei, quello che è giusto fare, ma per il resto decide lei, senza opposizioni. <Non me ne vado. Dove dovrei andare? Se il mio essere non ti turba, puoi restare quanto vuoi> quei capelli bianchi avrebbero messo ansia a molti, ai deboli di cuore. Lei non è invecchiata precocemente, è solo il frutto di un fattore genetico mutato in lei, nella sua completezza. Quelle domande arrivano, forti, decise e prova a pensare, prova a ricordare, prova a vedere quei volti. Ma è tutto inutile, non potrebbe, è stato rimosso tutto, come se avessero formattato il suo passato. <Non ricordo nulla, davvero. Ti sembrerà strano, ti sembrerà anomalo, ti sembrerà una menzogna ma non ricordo assolutamente nulla di loro. Ci provo, ma nessuno mi viene in mente> l’altro non sa del suo piccolo viaggio al villaggio della Caccia e di ciò che Despair ha mosso su di lei. Una correzione che reclamerà un’azione da parte sua, a tempo debito. La mano destra si abbasserebbe appena, sfilandola da quella del Genin, per spostarla appena in alto e scombinargli un poco i capelli corvini. Sempre che glielo faccia fare, ovviamente. <Il dolore ci può solo migliorare. Lo devi far tuo e dimostrare ch’esso non ti abbatterà mai> lei è la dimostrazione di questo concetto. [Innata Kokketsu no Hijutsu I - Disattiva] [Chakra 29/30] [Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Tonico Coagulante x1]

15:08 Kirito:
 Il mistero sembrerebbe infittirsi. Quella domanda posta dall'uchiha non riceve la risposta sperata. Per quanto conosce Naoko, si è fatto una idea ben precisa di lei. E di certo lei non è una persona che mente, o almeno è quello che pensa Kirito. Perciò come sia possibile che ella abbia dimenticato tutto sui suoi genitori? Una smorfia di incredulità e di perplessità si palesa sul volto del genin. Com'è possibile che tutto il rancore, l'odio che covava dentro di se sia sparito, tutto d'un tratto come polvere mossa dal vento? Sicuramente c'è qualcos'altro dietro. Ma cosa? Forse domandare insistentemente sull'accaduto potrebbe soltanto innervosirla perciò ci proverebbe soltanto un'ultima volta. Un ultimo tentativo prima di rinunciare ed accettare definitivamente la realtà dei fatti. <Tu odiavi i tuoi genitori, li volevi morti. Com'è possibile che ti sia completamente scordata di loro?> domande sentite e provenienti dal cuore. Sono frutto della sincera curiosità del genin. Vuole capire, vuole sapere come sia possibile dimenticare una cosa del genere. E forse in cuor suo spera che ci sia un modo per cancellare i ricordi di quella notte. Un modo per eliminare quell'immagine fissa nella sua testa. L'immagine di suo padre immerso in una pozza del suo stesso sangue. Un modo per riuscire finalmente a dormire la notte. <Nell'ultimo periodo hai incontrato qualcuno di particolare? Che sia un genjutsu?> l'ipotesi più plausibile fatta da una persona che all'arte illusoria ha deciso di dedicare la sua vita. Nel contempo la mano della ragazza nei suoi capelli lo conforta e lo rassicura. E' dolce e nonostante tutto sembra la stessa ragazza a cui ha regalato un fiore sotto una quercia del bosco dei ciliegi. Afferrerebbe quella mano per portarla poi sulle sue gambe. Poi con un il braccio destro teso alla sua massima estensione proverebbe a raggiungere le spalle della ragazza. <Vieni qui> un sussurro dolce, delicato. Vuole che ella si ponga tra le sue braccia, vuole sentire il calore dei loro cuori battere all'unisono. [chk off][equip come sopra]

15:21 Naoko:
  [Salotto] Nemmeno lei si spiegherebbe tutto questo, nemmeno lei saprebbe dare una risposta a tutto questo. Non si ricorda di Despair, non può ancora ricordarsi di quel patto istituito con quella donna, un’abilissima kunoichi nell’arte del Genjutsu. Le ha rimosso il dolore, le ha rimosso ogni singola immagine per farla dormire in pace, per evitare che quello stesso passato torni ancora nella sua vita, prepotente. Le prime parole introdotte dal ragazzo la lascerebbero un attimo perplessa, confusa, interdetta, in quanto non ricorda nulla di quello che avrebbe detto sul loro conto. Non è menzogna, non è omissione, è semplice amnesia permanente. O momentanea, chissà. <Non lo so perché non mi ricordo di loro. Non lo so perché non ricordo le loro facce, quello che presumo abbiamo fatto per farmi odiare, per desiderare la loro morte. Non ricordo nulla, Kirito. Ci penso, spremo ogni ricordo ma non viene in mente nulla. Ho un vuoto, non ricordo nemmeno della mia infanzia, di come fossi da bambina. Non ricordo assolutamente nulla> eppure il marchio sulla schiena è ancora presente e non se lo spiegherebbe, se dovesse rivederlo con i suoi stessi occhi. <Sono solo stata portata in un villaggio lontano da qui, ma solo per curiosità. Ho conosciuto delle persone, ma erano perlopiù bambine e donne incinte. Non credo che qualcuno di loro possa avermi provocato questa amnesia> non se lo spiega, è sincera e quella piccola frustrazione nel tono ne sarebbe la prova lampante. L’Uchiha tenderebbe un braccio verso di lei per cingerla, per portarla verso di sé e non si opporrebbe a tutto questo. Ha bisogno di un abbraccio, ha bisogno di sentire quel calore, ha bisogno di sentire un cuore che batte per lei. Si fida di lui, uno dei pochissimi eletti ai suoi occhi. <Non andartene…> è lei che lo pronuncia, questa volta, in quanto ha davvero bisogno di qualcuno accanto, di sincero, che non sia la sua famiglia. Loro la stanno aiutando a crescere, ma è giusto che almeno una persona possa entrare nel suo cuore. [Innata Kokketsu no Hijutsu I - Disattiva] [Chakra 29/30] [Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Tonico Coagulante x1]

15:32 Kirito:
 Le parole della ragazza non cambiano. Neanche lei se lo spiega, eppure i suoi ricordi sono svaniti. Nella mente del ragazzo le più svariate ipotesi provano a farsi strada tra cui persino quella in cui il suo nuovo potere abbia offuscato la sua mente. Tuttavia niente di tutto ciò sembrerebbe plausibile. Naoko racconta di un viaggio in un villaggio, non specifica quale sia ma ella stessa afferma che questa amnesia non può essere stata causata da qualcuno di quel posto. Il ragazzo sospira come se abbia rinunciato a scoprire la verità. Una verità che a quanto pare resterà nascosta ancora per un po'. La ragazza si lascerebbe abbracciare e Kirito la stringerebbe a se. Ne sente il calore, ne sente il battito. Aveva bisogno di queste sensazioni, di sentirla e di abbracciarla. E per un momento il cuore diventerebbe più leggero come sospinto soltanto dalla forza delle emozioni. La ragazza sussurra le sue stesse parole e Kirito accenna un sorriso allargando leggermente gli angoli della bocca. Quest'ultima proverebbe a scivolare sulla guancia altrui facendo scoccare un bacio. Se la ragazza glielo avesse permesso, le labbra dell'uchiha spingerebbero sulla guancia altrui. La dolcezza di tale gesto sarebbe spontanea, voluta ma quasi incontrollata. Come una attrazione elettromagnetica le labbra sentirebbero il calore delle guance altrui. Sentirebbe il profumo della kokketsu e assaporerebbe al massimo delle sue possibilità quel momento. Poi si allontanerebbe ritornandola a fissare negli occhi. Sono molto vicini. Il naso di lei dovrebbe sfiorare quello altrui. Occhi negli occhi schiuderebbe le labbra per lasciar uscire poche parole <Non me ne vado. Anzi, avrei una proposta da farti> concluderebbe così lasciando quel pizzico di curiosità nella mente altrui.[chk off][equip come sopra]

15:42 Naoko:
  [Salotto] Non vuole occludere tutto questo alla mente dell’Uchiha, ma davvero non si ricorda nulla del suo passato, della sua infanzia, di quello che i suoi genitori volevano fare di lei, di quello che i suoi genitori stavano ancora facendo a lei. Tutto rimosso, tutto cancellato, tutto lasciato nel dimenticatoio con la chiave buttata chissà dove. Non si ricorda assolutamente nulla, nemmeno se rimane lì un’intera giornata a spremersi le meningi. <Non ti sto mentendo, davvero. Provo a ricordare, ma non viene fuori nulla. Provo a ricordare e arrivo solo al momento in cui sono stata portata qui dall’Hasukage in persona, come sua figlia adottiva> racconta un piccolo stralcio di un avvenimento passato, di quando Yukio l’ha accolta nella sua casa dopo la lezione sulla trasformazione. Sentirebbe le braccia altrui che la circondano senza alcuna fatica, con una naturalezza unica, con una delicatezza fuori dal normale, fattori che si gode solo in sua presenza in quanto, all’esterno, deve sguainare unghie e denti. E Sangue Nero. Lo lascia fare, gli lascia schioccare quel bacio sulla propria guancia, senza indietreggiare, sentendo quelle labbra contro la sua pelle e inondandola di un calore unico, un calore che le manca, di tanto in tanto. Poi gli occhi andrebbero a incrociarsi ancora una volta, blu abisso contro quelli nero pece dell’Uchiha. Entrambi scuri, profondi, di un’intensità magnifica. E quelle parole, poi, la farebbero un attimo sussultare, prima che una domanda sorga spontanea <Una proposta? Di cosa si tratta?> un sussurro appena accennato, la dolcezza che viene fuori solo in presenza di Kirito. E di nessun altro. Lei, per il mondo esterno, è una Kokketsu, una kunoichi dell’Erba, colei che vuole diventare molto abile nei combattimenti a distanza, senza troppi scontri ravvicinati. [Innata Kokketsu no Hijutsu I - Disattiva] [Chakra 29/30] [Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Tonico Coagulante x1]

15:50 Kirito:
 La distanza che li separa è infima. Metaforicamente anche i loro cuori sono vicini e dopo questa chiacchierata si può tranquillamente dire che anche le loro menti condividono la stessa visione del mondo. Per loro la regola "che gli opposti si attraggono" a quanto pare non vale. Sono due spiriti affini con molte cose in comune. Kirito ha trovato in Naoko un'ancora di salvezza e spera che anche la ragazza veda in lui qualcosa di simile. <Io al momento sono solo, non so dove andare> sincero come non mai. D'altronde è proprio questa la condizione in cui versa l'uchiha. Quella casa vuota piena di foto dei suoi genitori non fa altro che riportare alla mente i ricordi di quella notte. Il consiglio della ragazza sembra non essere applicabile alla sua persona. Aggrapparsi disperatamente ai bei ricordi non serve a nulla. Nella visione cinica e materialista del genin sorridere pensando a quei ricordi non può far altro che peggiorare la sua situazione. Perché la realtà colpisce duramente e lo fa senza mezzi termini e senza mezze misure. I suoi genitori non ci sono più ed è un dato di fatto. Deve accettarlo e andare oltre. Piangere sul latte versato non serve a niente. Tuttavia non è facile voltare pagina e nonostante dentro di se Kirito sia cambiato profondamente non è ancora pronto a tornare in quella casa. Perciò si butterebbe in quella che è la sua proposta <questa casa è molto grande> si guarderebbe in torno osservando ogni angolo di quel salotto che rappresenta una minima frazione della magione stessa <perciò se non ti da fastidio la mia presenza potrei restare qui per un po'> secco e diretto. Si aspetta una risposta altrettanto immediata. Un si o un no. In alternativa andrebbe a vivere per qualche tempo nella abitazione a lui dedicata nel quartiere uchiha.[chk off][equip come sopra]

16:08 Naoko:
  [Salotto] Rimane lì, accanto a lui, in quell’abbraccio infinito, in quell’abbraccio e in quel contatto che la fanno sentire bene, in quell’abbraccio che sa di tenerezza, di dolcezza, di complicità. Entrambi hanno sofferto, entrambi hanno provato il dolore, sebbene sia un fattore normale nella vita dei ninja. Ma qui è diverso perché, dalla parte della Kokketsu, è servito a farla rinascere a nuova vita, a porla in un’ottica diversa, dove è lei l’artefice del suo destino e non altri con esperimenti o veleni. Le prime parole che giungerebbero dalla bocca la lasciano un poco triste, il viso è come se si tirasse verso il basso e vorrebbe fare qualcosa, vorrebbe poter fare qualcosa. Non tarderebbe a giungere la proposta, una richiesta che non si aspettava, una richiesta che non dovrebbe porre problemi ai suoi genitori adottivi, ai due Kokketsu che passano la maggior parte del tempo fuori casa che dentro la magione. Una stanza in più occupata è il minor problema, in quanto è sicura che l’altro non recherebbe alcun problema. <Per me non ci sono problemi, Kirito. Per me puoi rimanere qui quanto vuoi, dirò io a mamma tutto e le spiegherò la situazione. Avevamo accolto un konohano qualche tempo fa ed era uno sconosciuto. Io conosco te e questo dovrebbe bastare come garanzia> è sicura che la Beta non abbia nulla in contrario, sebbene voglia dire un lungo interrogatorio e qualche Genjutsu di passaggio. <Adesso beviamoci un bel thé caldo. Fuori piove e bisogna scaldarsi un poco> un sorriso leggero e appena accennato, prima di schioccare un bacio sulle labbra all’Uchiha, per sentire quel calore, per sentire il cuore battere un poco più forte all’interno del petto. Rimarrebbe così, in sua compagnia, godendosi una serata diversa, godendosi momenti diversi una volta ogni tanto. [End] [Innata Kokketsu no Hijutsu I - Disattiva] [Chakra 29/30] [Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Tonico Coagulante x1]

16:15 Kirito:
 Il viso della ragazza è visibilmente dispiaciuto per le parole dell'uchiha. Parole dure ma veritiere. La realtà dei fatti è questa e la ragazza è abbastanza grande da poterla accettare. Tuttavia la proposta, a seguito dell'iniziale sorpresa, viene accettata di buon grado. Questo non può che risollevare l'animo dell'uchiha che si abbandona per qualche attimo in un sorriso spensierato. Aveva bisogno di questo tempo passato insieme a Naoko. Come un toccasana per l'anima la sua compagnia lo rasserena e lo tranquillizza. Un bacio ancora, questa volta da parte della ragazza lo fa sorridere ancor più di gusto. La pioggia scende cade ancora forte ed imponente ma adesso il ragazzo ha un tetto sopra la testa e una splendida ragazza con cui stare. Un rimedio per il suo cuore che lentamente si sta ricomponendo. <Va bene, però lo preparo io. E' il minimo che posso fare> si alzerebbe quasi di scatto senza permettere alla ragazza di controbattere e di fare gli onori di casa. Farebbe una decina di passi verso l'uscita di quel salotto per poi girarsi di scatto grattandosi la nuca con aria perplessa. Si rivolgerebbe infine alla kokketsu <Si, ma dov'è la cucina?>.[chk off][equip come sopra]

16:19 Kirito:
 edit [end]

Kirito si reca alla magione, a trovare Naoko dopo tanto tempo.
Parlano degli ultimi avvenimenti dell'Uchiha e del cambiamento subito dalla Kokketsu.
Il dolore fortifica e i concetti che si scambiano rendono il tutto più chiaro <3