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con Kaori, Tayuya

11:24 Kaori:
 Un sole tiepido viene nascosto da alcune bianche nuvole ovattate. L'aria è fresca in quel di Konohagakure mentre le rigide temperature invernali vanno via via salendo in vista della primavera ormai non troppo lontana. E' una bella giornata e Kaori ha finito i suoi allenamenti mattutini. Decide di fare un giro per Konoha andando a soffermarsi poi ai piedi del Monte dei Volti. Lo osserva dal basso ritrovandosi a sentire il vento scompigliarle i lunghi capelli viola. E' da tempo che non si reca lassù ad osservare Konoha dall'alto, a pensare, a lasciare che il silenzio di quel luogo le porti un po' di pace. I ricordi carezzano la sua mente e quindi portano le leve inferiori a muoversi verso la scalinata che conduce verso la cima del monte. Indossa un completo da kunoichi piuttosto semplice composto da dei pantaloni elasticizzati molto comodi che fasciano le sue cosce ed un corsetto nero che le stringe il busto ed il seno, accompagnato da un coprispalle del medesimo colore che avvolge le braccia agili. Il coprifronte della Foglia donatole da Azrael Nara risiede attorno al collo mentre degli stivali ninja proteggono piedi e gambe dal fresco di questa mattina. Avanza a passo tranquillo, cadenzato, salendo i gradini uno per volta ripensando a quando, anni fa, era solita raggiungere quel luogo quando si sentiva più triste o sola, vulnerabile e confusa. Lì trovava la pace e la chiarezza di cui aveva bisogno per affrontare una nuova giornata. Chissà se anche adesso che è così cresciuta e che ha così tante esperienze sulle spalle, può ancora trovare pace nell'osservare la Foglia vivere sotto i propri piedi? Così, silenziosamente, sale l'ultimo gradino muovendo solo un paio di passi verso l'orlo del monte che si affaccia sul Villaggio.

11:32 Tayuya:
 Pace e tranquillità, freddo e un tempo che finalmente sembra andare bene per la giovane quattordicenne. C’è il sole, ma non è accecante grazie alle nuvole che ogni tanto lo coprono, smorzandone l’effetto. Tutto sembra essere a posto, se non fosse per quel freddo in realtà. Le entra nelle ossa e non le fa godere la giornata, pare incontentabile, ma nulla sembra fermarla nella sua scalata sul monte. Passo dopo passo sale le scale in ferro con assoluta calma e serenità, il volto rilassato anche se non sorride e gli occhi celesti ben puntati davanti a sé. I lungi capelli albini con sfumature azzurre sono legati con quella sua solita coda alta, impeccabile e perfetta, ci ha messo un bel po’ per catturare con l’elastico ogni singolo ciuffetto. Indossa un paio di pantaloni blu dal tessuto abbastanza pesante che possa proteggerla dal freddo, abbastanza attillati e ricoprono le proprie gambe come una seconda pelle, infilandosi negli stivaletti neri indossati ai piedi. Sopra ai pantaloni cade morbida una maglietta dalle lunghe maniche larghe, nera per riprendere il colore delle calzature, e con disegni blu e bianchi a raffigurare ghirigori senza senso, ma distribuiti in maniera omogenea per il tessuto. Il copri fronte di Konoha questa volta è presente ed è tenuto intorno alla vita come se fosse una cintura, facendo attenzione che la placca in metallo sia esattamente centrale e dritta, di fatti se la risistema ad ogni scalino macinato. Non ferma la sua avanzata, una figura non troppo alta ma ben proporzionata nelle sue forme, esile ed elegante nel portamento, forse appena appena troppo rigida. Il visino sereno risulta comunque concentrato, questo perché sta contando ogni singolo gradino da quando ha iniziato a salire. Una volta arrivata in cima si fermerebbe, immobile, con il viso abbassato sui propri piedi. <Dispari.> mormora tra se e se, delicata ma decisamente insoddisfatta. <Dispari. Ma come si fa?> chiude gli occhi e scuote leggermente la testa, infastidita da quel conteggio che sicuramente rifarà nello scendere per essere sicura del risultato. Decisamente disturbata si avvierebbe dunque per continuare la sua camminata in cima ai volti, cercando di riprendere la propria espressione serena ed imperturbabile… anche se quel numero che gira nella sua testa… santo cielo se le da fastidio! Fortuna che i suoi pensieri vengono interrotti dalla figura di una persona abbastanza celebre da essere riconosciuta, almeno dalla giovane, ferma ad osservare il villaggio nella sua interessa o quasi. Si avvicinerebbe fermandosi anche lei ad ammirare lo stesso panorama. <Salve.> saluta, educata, un principio di conversazione insomma. <E’ un panorama abbastanza piacevole?> una domanda come le altre, mentre con gli occhi cercherebbe di scrutare quella figura, palese agli occhi la lunga cicatrice che le attraversa l’occhio sinistro, che per fortuna non ha ricevuto danni. [Chakra Off]

11:47 Kaori:
 Pace, silenzio e quella brezza leggera che carezza la pelle ad ogni soffio di vento. E' una sensazione piacevole quella che va scatenandosi sul viso della Hyuga: il calore dei timidi raggi di sole a confondersi e scontrarsi con la frescura di quegli aliti di vento. Un brivido risale la colonna, piacevole, facendola sentire viva mentre i capelli si smuovono appena attorno al suo volto. Konoha vive, ride e cresce sotto i suoi occhi. Bambini corrono e scherzano per strada, le coppie passeggiano mano nella mano, gli anziani siedono ai bordi delle strade chiacchierando e ricordando gli anni passati della giovinezza. I ninja fanno le loro pattuglie, i genin ripuliscono le strade e tutto segue un ritmo costante e vivace che sa semplicemente di vita. Kaori inspira a fondo gonfiando i polmoni, stringendo piano i pugni lungo i fianchi. Quella è la sua terra, il Villaggio che ha giurato di proteggere ed amare. Quella è la sua Konoha e lei è finalmente a casa. Ed in tutto quel pensare un suono leggero giunge chiaro e nitido alla sua mente; un ritmico pestar di piedi sull'acciaio di quella scalinata che la induce a ruotar appena il capo in direzione dei gradini. Nota l'avvicinarsi di una giovane dalla chioma d'argento, gli occhi azzurri e la pelle nivea. Bellissima, giovane, dall'aria piuttosto tranquilla ed elegante. Ha un portamento raffinato, aggraziato, la fa quasi sembrare un fioco di neve. <Buongiorno> risponde al di lei saluto con un lieve chinar del viso, l'espressione tranquilla, la voce pacata e calma mentre ode quella domanda venirle rivolta. Sorride piano, leggermente, ruotando ora il viso verso l'orizzonte di fronte a sé, verso i monti che, in lontananza s'innalzano distanti. <Il migliore possibile> ammette Kaori felice di poter essere testimone di un simile momento di pace. Certo, i pericoli sono sempre in agguato e questi recenti avvenimenti di cui non ha ancora capito bene le dinamiche scombussolano un po' la tranquillità dei cittadini, ma tutto sommato la vita prosegue pacifica e prolifica. <A volte ho bisogno di osservare coi miei occhi ciò per cui combatto. Talvolta quando ti impegni troppo nel raggiungere un obiettivo, finisci col perdere di vista il motivo stesso per il quale lotti così duramente> spiega la Hyuga con un sorriso mesto e amaro sulle labbra, prima di voltarsi nuovamente verso l'altra, pacata. <Venuta a cercar pace?> domanda, tranquilla, ricercandone lo sguardo.

12:01 Tayuya:
 Ci sarebbero mille modi per iniziare una conversazione, ma lei ha optato per quello, semplice e forse un po’ sciocco, anzi, scontato. Ma sempre meglio che iniziare parlando del tempo, ecco. Nel mentre si sistema i vestiti che con il salire le scale sono andati un po’ fuori posto, nulla di terribile, infatti ci impiegherebbe solo qualche attimo in quell’operazione. Osserva la donna senza distogliere lo sguardo, rischiando di sembrare insistente in effetti, ma non sembra curarsene per il momento, come se non se ne rendesse nemmeno conto. Una bella donna, come Mekura incontrata qualche sera fa nello stesso posto, così pacate e tranquille, forse è una caratteristica di quel Clan Nobile, tuttavia si rincuora di quel numero dispari grazie alla perfezione che sembra emanare la donna davanti a sé. Persino i capelli hanno un loro perché, smossi dal vento… forse fin troppo disordinati per i gusti della ragazzina, ma nulla di irrimediabile. L’altra risponde al saluto, dolce e pacata, sembra che vi sia una cortesia di altri tempi al momento, e in seguito ascolta la risposta alla sua domanda, costringendola a voltare il capo verso il villaggio ed osservarlo. Serafica in quel gesto, in quell’osservare, nonostante dentro di sé vi sia ben altro al momento. Lei vede tutt’altro che un villaggio pacifico, vede sporcizia e ipocrisia, ma sorride. Sorride nel tornare ad osservare la donna come se quei pensieri non esistessero in lei. <Si lotta per tutte quelle persone innocenti.> indica il villaggio con un gesto lieve della mano. <Difendendoli non solo dai nemici esterni, ma anche interni.> placida dice la sua, in un sussurro atto ad arrivare alle orecchie della donna corvina. Ha detto l’ovvio, nulla di nuovo o di incredibile, solo le cose come stanno, ben visibili a tutti alla fin fine. <Comunque piacere, mi chiamo Inori Hyuga.> si presenta gentile, accennando un piccolo inchino e un gesto del capo in sua direzione, per poi aggiungere altre parole piuttosto velocemente. <Ma non faccio ancora parte del Clan. Sono ancora nessuno al momento.> ed è una giusta descrizione si se stessi quando si è solo uno dei tanti in un istituto pieno di ragazzini e ragazzine. <Be, si. Volevo venire qui per passare un po’ di tempo, passeggiare, far volare i pensieri. Anche se il numero degli scalini mi ha disturbata dal mio intento.> commenta pacatamente continuando ad osservare il villaggio, come se cercasse di vedere qualcosa o qualcuno a quella distanza. <Sai, sono dispari. E ora non riesco a non pensarci.> sospira amareggiata mentre gli occhi vanno a chiudersi per qualche secondo. [Chakra Off]

12:14 Kaori:
 La ragazza emana un candore ed una pacatezza senza tempo. Lo sguardo di Kaori ne scruta le forme, i movimenti, soffermandosi forse per qualche istante di troppo su quella cicatrice che le ripercorre parte del viso. Un segno che strazia la bellezza di quel volto ma senza rovinarla davvero. Nonostante quella piccola imperfezione rimane ugualmente bellissima. Quasi- eterea. Kaori ascolta il dire della giovane andando a dilungare lievemente i bordi delle labbra verso l'alto in un accenno di sorriso, annuendo piano col capo concordando con lei. <Da chiunque voglia far loro del male> sottolinea la Hyuga. E poco importa che si tratti di uno straniero o un loro compagno di stanza, chiunque avesse osato ferire un innocente sarebbe stato preso e punito per il male fatto. Questa è la sua politica, questa la sua opinione. E pare che anche la giovine la pensi come lei e di questo ne è felice e sollevata. A quel punto la ragazza si presenta e Kaori inarca appena le sopracciglia sorpresa nell'udire il di lei nome, colpita, schiudendo le labbra. <Oh, una Hyuga> osserva colpita, interessata più di prima, ruotando ora anche il corpo in sua direzione, donandole la sua più completa attenzione. <Piacere di conoscerti, Inori. Io sono Kaori Hyuga> si presenta a sua volta per amor di educazione e correttezza, portando il capo a chinarsi appena ed il busto ad eseguire una mezza flessione in avanti. <Ricorda sempre una cosa importante, Inori. Non è il clan a fare di te ciò che sei. Sei tu che decidi chi vuoi essere e cosa. Non sarai mai "nessuno". E non permettere a te stessa di vedere la tua forza solo in relazione al cognome che porti> le dice con tono serio, deciso, guardandola dritta negli occhi. <Tu sei Inori, kunoichi della Foglia> le dice portando per un secondo soltanto lo sguardo sul coprifronte che ella ha attorno ai fianchi. <E sei anche una Hyuga>, come se questo fosse solamente un fattore di secondaria importanza. Le sorride con gentilezza sperando di averle fatto intendere ciò che desidera trasmetterle e dunque ascolta quanto ella dice circa il motivo che l'ha portata fin quassù. Al suo ultimo dire Kaori inclina lievemente il capo verso la spalla sinistra andando quindi ad osservarla incuriosita. <La cosa ti disturba?> chiede, delicatamente, senza alcun tipo di particolare inflessione nella voce.

12:32 Tayuya:
 Un discorso tranquillo e pacato, che potrebbe portare a parole profonde come ad una semplice e gradita conoscenza. Continua nel suo rimanere immobile ad osservare il villaggio, senza riuscire a vederci il lato positivo, ma probabilmente è una macchia che dovrà imparare a sopportare. Come se nel suo campo visivo di fosse qualcosa di scuro e fastidioso che la porta a vedere le cose in maniera negativa. <Da chiunque.> le piace quello che ha sottolineato la donna, e si volta verso di lei ad osservarla mentre il viso si illumina, come se fosse felice di aver trovato qualcuno che la pensa a quel modo, anche se in realtà chiunque potrebbe pensarla così. <Esatto. Molto spesso quelli che si dicono siano i buoni, in realtà fanno del male ad innocenti. Ma nessuno dice o fa nulla alle volte.> parla per esperienza personale, eppure allo stesso tempo sembra che stia facendo un discorso come un altro, come se non ci stesse dando la giusta importanza, come parlare del tempo o di qualsiasi altra cosa. Ma le piace come la pensa la donna, e molto anche, ed annuisce quando si va a presentare per educazione e con cortesia. <Piacere di conoscerti.> sorride in maniera alquanto sincera in realtà, andando ad aggiungere poche altre parola. <Anche se ho sentito parlare di te, per il torneo.> si ricorda di quell’evento, lì fra gli spalti, insieme ad altri ragazzini più piccoli ai quali doveva badare bene che non si perdessero. In un certo senso ha sempre ammirato il Clan, una sensazione che si mischia alla paura e al disprezzo. <Hai perfettamente ragione, quello che dici ha un senso. Il cognome potrebbe anche passare in secondo piano, e io dovrei essere chi sono e basta, senza aver bisogno di altro.> un ragionamento corretto ed impeccabile. <E’ solo che quando non hai nessuno il desiderio di appartenere ed avere una famiglia a volte prende il sopravvento. Io sono una Kunoichi di Konoha, ma vorrei anche essere figlia di qualcuno.> un piccolo desiderio forse comprensibile, atto solo a spiegarle il motivo di quella sua auto definizione di poco prima. <L’appartenenza al Clan, anche se forse mi fa paura, è l’unica cosa che ho per andarmene da dove mi trovo adesso.> semplice considerazione, per poi andare ad ascoltare quella domanda… curiosa domanda, legittima da parte della Hyuga, ma forse qualcosa che non avrebbe mai dovuto fare. <Si, e molto anche.> torna a guardare la donna negli occhi, come se quei graditi le avessero fatto un affronto incredibile. <Sono dispari.> come se quello spiegasse ogni cosa. <Dovrebbero essere pasi, affinchè possano essere appaiati, ma soprattutto suddivisi in maniera simmetrica, omogena e perfetta. In questo modo ho compiuto un numero dispari di gradini, significa che devo farne ancora uno per armonizzare il tutto. E non posso farlo, perché sono finiti i graditi. Perché sono dispari.> nonostante la cosa le crea un nervosismo palpabile dall’espressione del viso, il modo di parlare e i gesti, per quanto dettati dalla frustrazione, appaiono comunque gentili e delicati. Sospira. [Chakra Off]

15:14 Kaori:
 Annuisce quando Inori ripete quel dire, concordando con lei una volta ancora per poi udire la sua voce e osservarla in silenzio per una manciata di secondi. A giudicare da ciò che sta dicendo si direbbe che sia accaduto qualcosa nella su vita che l'abbia portata ad avere qualche sorta di problema con i 'buoni'. Ma Kaori non può saperlo e non vuole chiedere per non essere invadente e indelicata; tiene per sè questa opinione, questo presentimento, e si limita ad espirare piano mentre un alito di brezza va scostando la sua chioma di seta. <E' più difficile fermare un compagno che un nemico. Ma a volte i compagni diventano nemici e allora non ci si può permettere di tirarsi indietro. Anche se difficile, anche se fa male... bisogna fare la cosa giusta> annuisce Kaori nel chiosare quelle parole, quasi un sussurro rivolto a se stessa. E dunque le due si presentano, si conoscono e quando Inori rivela alla Hyuga di conoscerla già la ragazza arrossisce appena, imbarazzata, portandosi una mano dietro la nuca, fra i lunghi capelli scuri. <O-oh, sì, immagino... sì> balbetta leggermente in difficoltà, ancora poco avvezza a quell'improvvisa fama che si è ritrovata addosso. Ma è poco dopo che il discorso si fa più serio. Inori parla della sua condizione di vita, del suo essere apparentemente orfana, sola al mondo con la sola consapevolezza di essere una Hyuga. Kaori quindi va rimanendo silente mentre l'altra chiosa e, quando egli si ferma, va sorridendole con dolcezza. <Non so cosa ti sia successo. Non so cosa tu abbia dovuto vivere o passare ma... hai una famiglia. Una famiglia da cui puoi andare ogni volta che ne hai bisogno. A prescindere che tu abbia risvegliato o meno il Byakugan. Non dire di non essere nessuno. Sei parte del clan dalla nascita, okay?> le dice Kaori con tenerezza andando quindi a tentare di poggiare una mano sul di lei viso, sulla guancia, con delicatezza, guardandola negli occhi. <Da dove devi andare via? Potrei darti una mano, se lo desideri. Se è in mio potere farlo...> si offre quindi Kaori cercando di donar aiuto e conforto all'altra prima di ascoltare quanto ella ha da dire circa il numero dei gradini che compongono le scale che portano fin su in cima. La Hyuga assottiglia piano lo sguardo nell'ascoltare tale spiegazione e si ritrova a schiudere le labbra boccheggiando per un istante prima di schiarirsi piano la gola. <Beh...> inizia col dire lei umettandosi le labbra e guardando Inori con fare tranquillo, leggero. <Messa così effettivamente è abbastanza fastidioso notare che i gradini siano dispari. Ce n'è uno che rimane da solo> Non che la cosa la disturbi particolarmente ma le sembrerebbe assai indelicato dire all'altra che non è poi così importante che i gradini non possano essere perfettamente divisi in due metà uguali, ecco. <Mi spiace che la cosa ti turbi così tanto. Dev'essere un pensiero davvero fastidioso a punzecchiarti la mente>

15:24 Tayuya:
 Ancora una volta le parole che vengono dette dalla donna si rivelano logicamente esatte. Nulla da ridire o da ribattere per un discorso che nasce, si sviluppa e muore con la più assoluta coerenza. E’ più difficile fermare un compagno che diventa nemico, senza ombra di dubbio, almeno se sei molto legato a quel suddetto compagno, quindi si ritrova ad annuire con garbo e tranquillità, mantenendo quel leggero sorriso cortese che le illumina il volto roseo. <Non lo metto in dubbio, ma io non parlavo necessariamente di compagni che da ‘buoni’ diventano ‘cattivi’. Ma non fa niente…> scuote appena il capo, delicata, come a voler far morire per davvero quel discorso che le sta accompagnando in quel momento. <La cosa giusta.> eppure quelle ultime parole le stanno stringendo il cuore, stanno facendo salire in lei una rabbia cieca che per anni, e con fatica, ha imparato a soffocare dietro a quel visino dolce e gentile. I pugni vengono stretti, cerca di trattenersi perché non saprebbe nemmeno come esprimere il suo pensiero, ma è troppo forte e batte con forza per uscire. <Quando può ritenersi giusta una cosa fatta dai buoni ma che prevede la sofferenza di alcuni innocenti?> soffia quelle parole e nonostante la rabbia e il rancore che grattano l’interno del suo petto, comunque riesce a mantenere un’apparenza pacata, se non fosse per il linguaggio del corpo… i pugni stretti, il viso leggermente più rigido. Eppure sorride, come se volesse passare quel discorso come un qualcosa senza importanza… e con questa leggerezza si passa alle presentazioni e alle parole della giovane che fanno arrossire ed imbarazzare la famosa Hyuga. Una reazione che porta la ragazzina a sorridere delicata e dolce, non immaginandosi certo che qualcuno del suo calibro si imbarazzasse per essere conosciuta. <Quindi complimenti, non pensavo di avere l’opportunità di farteli di persona.> sincera in quel suo dire, senza voler per forza mettere in difficoltà ancor di più Kaori con i complimenti, infatti cerca di alleggerire il momento con una piccola risatina, lieve e sottile come il vento. Quella stessa risata che viene però bloccata di botto non tanto dalle parole successive, così cariche di dolcezza ed empatia, ma per quella carezza che le viene donata. Si blocca, si ferma, osserva la donna come se avesse appena visto un fantasma o qualcosa di assolutamente alieno per lei. Sorride, questa volta è il suo turno per imbarazzarsi, il cuore sembra sciogliersi e per un momento… crede di poter essere sincera. <Quello stesso Clan che ha allontanato i miei genitori, come hanno fatto con Mekura.> sfregiati, e non nasconde di conoscere anche quella donna, non solo perché famosa, ma soprattutto perché appena incontrata di persona e sa che molto probabilmente è conosciuta anche da Kaori. Non tanto per qualche tipo di legame, ma appunto per lo scalpore che ha creato nel Clan. Odia e ama nello stesso tempo quel Clan e il villaggio. <Non so quanto ritenerlo famiglia, ma sarebbe l’unica che avrei, si…> anche qui difficile capire quanto la cosa possa darle fastidio, nasconde tutto dietro a un sorriso. <Devo andar via dall’istituto.> istituto, orfanotrofio, qualsiasi posto che possa chiamare casa sarebbe decisamente meglio che condividere ogni cosa con un branco di ragazzini e bambini che non hanno il minimo senso dell’ordine e della pulizia come ce l’ha lei. Al suo stesso livello, cioè. Quanto ne soffre non si sa, difficile decifrare quel suo viso perennemente gentile e cortese, ma il fastidio diventa palese quando racconta dei gradini e del numero dispari. <So perfettamente che alla gente non importa.> inizia così, come a voler dare la possibilità alla donna di dire tranquillamente come la pensa. <Eppure per me è come un pensiero fisso ora. Un tarlo, una macchia, un prurito che non va via. Un prurito al cervello che non si può grattare.> e deve fare un enorme sforzo per non piombare nuovamente delle sue vecchie crisi. <Ora scendendo dovrò ricontarli sperando che mi sia sbagliata.> chiude gli occhi e fa un profondo respiro, il petto si alza i polmoni si dilatano come per purificarsi con quell’aria pungente e fresca e gli occhi si chiudono mentre il viso viene portato verso l’alto. Cerca di rilassarsi, di ritrovare il proprio controllo… e poi ci si chiede anche come mai nessuno l’abbia mai adottata. [Chakra Off]

15:46 Kaori:
 Inclina il viso Kaori nell'ascoltare le parole della ragazzina, senza comprendere cosa ella stia dicendo. Non può capire ciò a cui si stava riferendo con le sue parole e al tempo stesso le pare evidente che la giovane non voglia approfondire il discorso. Inori si rivela essere piuttosto cortese, elegante nei movimenti e persino riservata nel modo in cui lancia piccole briciole di pane circa la propria storia senza però fornire reali dettagli della sua vita. Ma le reazioni del suo corpo parlano chiaro e qualcosa la sta tormentando nel profondo. Kaori non se la sente di porre altre domande, però, non volendo risultare invasiva e si ritrova dunque ad inspirare piano e umettarsi lentamente le labbra. < Temo di non aver compreso a cosa ti stessi riferendo ma non voglio essere indelicata ponendo domande alle quali forse non desideri dar risposta, per cui sappi che qualsiasi cosa tu voglia dire o chiedere, io ti ascolto. Se hai bisogno di qualcosa, di chiarire un dubbio o di un semplice confronto con qualcun altro, puoi parlarmene liberamente, quando vuoi. > le dice con gentilezza dandole dunque modo di decidere da sé se chiudere definitivamente il discorso o se, invece, porre la domanda che le preme davvero. Ed alla fine questa arriva e quando la Hyuga l'ascolta si ritrova a schiudere le labbra e boccheggiare per un momento, presa alla sprovvista. < A volte la cosa giusta non è semplice. A volte la cosa giusta non è giusta per niente. > sorride amaramente Kaori voltando il viso verso l'orizzonte, verso il Villaggio che si dispiega sotto di loro come un lago frizzante di vita. < Talvolta non esiste la cosa giusta da fare, ma solo la cosa meno sbagliata. E purtroppo spesso gli innocenti pagano il prezzo di queste situazioni. > sospira la ragazza con fare affranto, tormentato, tornando a rivolgere all'altra la propria attenzione. Dunque lascia che le presentazioni alleggeriscano appena l'atmosfera ritrovandosi a sorridere sinceramente grata dei complimenti dell'albina. < Ti ringrazio. E' un pensiero gentile da parte tua. > le dice andando ad inchinare appena il capo con fare mesto, pacato, prima di donarle quella carezza leggera e gentile. Ascolta il dire della ragazza e stringe le labbra in una linea sottile, combattuta, non sapendo bene cosa poter dire e cosa no, quanto potersi sbilanciare nel discorso sebbene la giovane sia una Hyuga tanto quanto lei all'apparenza. < Ha fatto molte scelte sbagliate nel corso del tempo, questo Clan, sì... > annuisce la ragazza con un mezzo sospiro stanco, preferendo quindi non andare nello specifico ma farle intendere che anche lei non è troppo d'accordo con molte delle decisioni prese dai vertici del clan negli anni. < C'è qualcosa che posso fare per aiutarti, Inori? Che genere di aiuto cerchi? > domanda cercando per quanto possibile di offrirle aiuto, sorridendole con candore così da mostrarle la sincerità del suo interesse e dei suoi intenti. Interesse che si estende anche all'apparente fissa della giovane nella conta dei gradini, denotando quello che potrebbe essere un disturbo ossessivo compulsivo di una certa identità. La Hyuga non sa bene come poter trattare la cosa e si ritrova ad ascoltare la descrizione di quella fastidiosa sensazione dell'altra con fare attento e appena perplesso. < Ti capita spesso di sentirti così? > [chakra: on]

16:12 Tayuya:
 È vero la ragazza non si è spiegata per bene e di conseguenza la donna non ha potuto comprendere il suo punto di vista, ma nonostante tutto sono state dette parole più che giuste, logiche e lineari. Non prova fastidio o risentimento, ma nemmeno la voglia di approfondire quel discorso che riguarda la sua vita. Il motivo è forse da ricercare in una nota del suo carattere che la porta a non voler tormentare ulteriormente la sua interlocutrice. Si sente però accettata, accolta, dalle sue parole, quella sua disponibilità all’ascolto e al dialogo, vi è dietro una profonda dolcezza, altruismo, generosità, tutti tratti caratteriali che rendono quella Hyuga decisamente nobile, e non solo per una questione di Clan, ma di spirito. Il sorriso si accentua sulle labbra della giovane albina, un sorriso educato, dolce, sollevato e a tratti forse un po’ malinconici. Si siete felice per quelle parole, ma è una felicità che le porta anche una sorta di tristezza, qualcosa che lei non saprebbe definire. <Ti ringrazio davvero, sembri interessata a me. O meglio… sinceramente disposta ad aiutarmi e questo è nuovo per me.> talmente nuovo che non riesce quasi a credere che sia vero, e inizia quindi a pensare che quelle parole siano state solo parole di circostanza… si, forse è quello che la rende triste. <In un certo senso fai… parte della mia famiglia?> domanda quasi titubante verso la donna, cercando di comprendere al meglio quello che possa essere la realtà dei fatti. Il clan è un conto, le singole persone sono un altro. Come se ricercasse una certa sicurezza prima di poter parlare e dire qualcosa di più su di sé, o meglio, cercare di avere un’opinione di un altro Hyuga. Tuttavia non sembra ci sia bisogno di dire altro da parte sua, perché le basta sentire le parole successive ed osservare la sua reazione. È affranta, stanca, amareggiata. Quel sorriso che non ha nulla di felice e quelle parole che descrivono perfettamente la situazione. La cosa giusta a volte non è quella giusta. Ma soprattutto è sollevata nel sapere che anche la donna la pensa almeno un poco come lei. Le scelte sbagliate del clan. <Mi sento soddisfatta. Scusami, non volevo intristirti, ma mi fa piacere che qualcuno la pensi come me.> afferma in seguito, decisamente più leggera rispetto a prima, rincuorata dalle parole usate da Kaori. Più leggera, più cordiale ora che il viso si rilassa e i pugni vengono aperti… chiude gli occhi e inspira profondamente l’aria nei propri polmoni, mentre l’altra osserva il villaggio e poi le pone quelle precise domande. <Oh, non penso che potresti fare qualcosa. Cioè, vorrei solo andare via dall’istituto, avere una casa, una famiglia. Ma mi basterebbe già avere un posto tutto mio, senza doverlo condividere con tanti altri ragazzini e ragazzine.> ammette con una piccola risata divertita. Ora come ora deve cercare di mantenere i propri spazi ed è estremamente difficile quando condividi la stanza con altre persone e l’ordine del luogo non dipende da te. Così, dal nulla, andrebbe a fare una piccola giravolta su se stessa, facendo ondeggiare i lunghi capelli raccolti in quella coda alta, e tornando a fissare il proprio sguardo sul villaggio. <Però se sei sincera… mi basta sapere che nel caso io potrò parlarti di qualsiasi cosa.> già quello è molto per lei e non ha motivo di mentire a riguardo. Certo poi la situazione va un po’ a degenerare quando descrive il suo pallino fisso in testa, quei gradini dispari e quel pensiero che torna a tartassarle la mente. È difficile conviverci, ma di fatto basta qualche piccolo accorgimento, quale rituale, e tutto è più semplice. <Mi capita ogni volta che le cose sono fuori posto, fuori dal mio schema. Non sono in ordine, non sono uguali o simmetriche.> è una mania che arriva fino ai propri vestiti, che devono essere sempre perfetti. <Ogni cosa deve avere un suo perfetto posto.> scandisce bene quelle parole, con quella sua voce dolce e delicata, andando ora ad osservare nuovamente la donna in viso. <Io devo fare in modo che tutto sia in ordine. I vestiti piegati in una certa maniera, gli oggetti disposti in un determinato modo. E se i miei occhi vedono qualcosa di armonioso e simmetrico, be è come se… se trovassi una sorta di pace e benessere profondo.> chiude gli occhi, sorridendo, cercando di tornare alla mente a quelle sensazioni. <Mi calma.> torna ora a guardare il villaggio e solo dopo qualche istante di silenzio andrebbe a ridere nuovamente. [Chakra Off]

16:33 Kaori:
 C'è una sorta di luminosa innocenza a circondare la figura di questa ragazza. Kaori può vedere trasudare da lei delicatezza, eleganza, classe e--ingenuità. Come se il suo animo fosse chiaro e trasparente come vetro, privo di macchie o di colpa alcuna. C'è qualcosa di pulito, di b i a n c o in lei che la porta ad esserne colpita ed ammirata. Sorride con candore, con dolcezza, quando l'altra le rivolge quelle prime parole lasciando che le iridi color perla permangano sul suo bel viso, ignorando quella cicatrice che ne strazia l'armonia. < Siamo compagne. E siamo parte dello stesso clan. Perchè non dovrei volerti aiutare? > le sorride come se l'idea di non essere interessata ad offrirle aiuto fosse ridicola. < Se posso fare qualsiasi cosa per qualcuno in difficoltà non vedo perchè dovrei tirarmi indietro. E poi-- > si ferma un istante soltanto per distendere le labbra verso l'esterno. < Mi sembri davvero una brava persona. > ammette con candore prima d'udire quella domanda. < Immagino di sì. Dipende dal senso che vuoi dare a questa parola. > replica la Hyuga sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio, guardandola in viso. < Condividiamo in parte lo stesso sangue anche se non so in che misura e questo basterebbe a dire che apparteniamo allo stesso nucleo familiare. > inizia col dire lei umettandosi le labbra, respirando a tempo. < Ma se intendi famiglia come... una persona che senti così vicina da vedere in lei un pezzo di te... beh, non saprei. Potrei esserlo, un giorno. > si stringe nelle spalle con dolcezza, sorridendole. < Dipenderà da te, suppongo. > Magari conoscendosi avrebbero scoperto di tenere l'una all'altra, di volersi prendere cura di loro a vicenda e avrebbero preso a vedersi come parte della loro reciproca vita... chissà? Ma a quanto pare la giovane non sembra essere assai felice del loro clan, per niente convinta delle loro azioni e questo porta Kaori ad ascoltarla e quindi scuotere piano il capo come per volerla rassicurare fermando le sue scuse. < Nessun problema. Non è colpa tua, sono solo--pensieri. > replica schioccando la lingua contro il palato, espirando. < Non sono perfetti. Nessuno lo è. Ma stiamo cercando di lavorare per impedire che in futuro si ripetano gli errori del passato. > Almeno questa è la sua speranza dopo quanto accaduto a Cappuccio Rosso. Kaori ascolta quanto Inori le rivela circa il suo vivere in un istituto assieme ad altri ragazzini e ragazzine e si ritrova dunque a schiudere le labbra vedendo apparirle in un flash improvviso il volto di Shade sotto gli occhi. < Sai una cosa, Inori? > le chiede Kaori accarezzando lentamente quella folle idea passatale di mente. < Vorrei presentarti una persona. Si chiama Shade ed è una Hyuga anche lei. E' una ragazza molto gentile e anche lei nutre molti dubbi nei riguardi del clan, a riprova del fatto che non sei la sola ad avere dei conti in sospeso con loro. Penso che potreste andare d'accordo e... chissà? Magari potrebbe farvi bene. > Magari avrebbero potuto vivere assieme se si fossero riscoperte amiche e compagne. L'una avrebbe alleviato la solitudine dell'altra e insieme avrebbero potuto dare una nuova possibilità al clan riscoprendo nell'altra una nuova speranza. < Potrai cercarmi ogni volta che ne avrai bisogno, Inori. Per qualsiasi cosa cercherò di esserci nei limiti delle mie possibilità, te lo prometto. > le garantisce con tono assolutamente convinto, sincero, sorridendole con tenerezza, prima di lasciare che l'altra le spieghi quanto l'ordine sia importante per lei e per la sua psiche. < Capisco. > mormora la special jonin pensando di comprendere un po' meglio il suo pensiero, pensando che forse non è una mania così bizzarra. C'è davvero pace nell'ordine, talvolta. [chakra: on]

16:56 Tayuya:
 Le piace osservare il viso di quella donna, un viso perfetto, senza imperfezioni, gli occhi dolci e perlati, i capelli scuri che le fanno da cornice. Trova pace nell’armonia e nella perfezione e forse è per questo che si sente così bene nel guardare la donna, nello stare in sua compagnia. Di certo non è quello che prova nel guardarsi allo specchio, dove quella cicatrice ha interrotto bruscamente il suo principio di perfezione. Si ritrova a chiudere gli occhi, in quei momenti… prendere profondi respiri e cercare di rilassare la mente, ma nel buio dietro alle sue palpebre rivede gli anbu in quella terribile notte. Rivede il sangue, i corpi, sente la ferita sul suo occhio. Ma non è questo il caso ne il momento di lasciarsi andare a simili sciocchezze. Scuote appena il capo, il sorriso morbido sulle labbra e un’espressione rilassata. <Forse non ho avuto esempi di persone tanto altruiste con me, tutto qui.> afferma semplicemente verso Kaori, rispondendo alle sue prima parole. <Persone così ben disposte per il solo motivo che… aiutare è giusto.> in realtà lei non si è mai ritrovata in quelle situazioni, non ha mai avuto modo di farsi aiutare, non ha mai chiesto e nessuno si è offerto, la sua vita è andata avanti tranquillamente in quel modo. <E’ molto nobile da parte tua.> non risponde al fatto che lei sembri una brava persona, nemmeno lei stessa ha idea se lo sia o meno, i suoi pensieri la portano su una strada completamente diversa, e nasconde il tutto dietro a quella facciata di tranquillità e sorrisi. Ma chi sia veramente ancora non lo sa. Altre parole vengono dette, un discorso ancora una volta giusto e inopinabile, che porta la giovane a sorridere ed annuire, quasi si sente sciocca nel non aver pensato in quella maniera. <Hai ragione. Il nucleo familiare è lo stesso, ma difficile dire in che quantità. Solo il tempo e solo noi stesse saremo in grado di capire quanto forte potrà essere o non essere il nostro legame. Se mai ce ne sarà uno… io spero di si. Mi piaci.> lo ammette senza paura e senza vergogna, senza peli sulla lingua, e mostrandosi in quella sua candida gentilezza e sincerità. In silenzio torna ad osservare il villaggio, speranze future aleggiano nella sua mente mentre ascolta le parole di Kaori. Parole riguardanti i pensieri e a quello che si può fare per migliorare ancor di più il Clan. Le persone non sono perfette, ed è una pecca effettivamente, ma non si possono incolpare di questo. <Già… il passato non si può cambiare, quindi perché fossilizzarsi su di esso? Molto meglio lavorare in funzione del futuro, possiamo solo evitare che gli errori si ripetano.> tutto qui, nulla di più semplice e scontato, ma si sentiva in dovere di dirlo. Ma quando la donna richiama la sua attenzione ecco che si volta verso di lei, si incuriosisce ed ascolta con interesse quello che le viene detto. Incontrare qualcuno che forse potrebbe essere simile a lei. <Shade Hyuga.> memorizza quel nome, e poi ci riflette su, il viso che si fa pensieroso e leggermente si piega verso il basso, mentre le braccia vengono incrociate al petto. <Non dico mai di no al conoscere qualcuno.> afferma infine, sciogliendo le braccia e tornando a guardare la Hyuga. Non ha motivo di allontanarsi da una cosa simile, non sarebbe cortese e nemmeno gentile da parte sua. Quindi annuisce a rafforzare quella sua scelta. <Grazie per la tua disponibilità, e ovviamente la cosa è reciproca. Nel mio piccolo, se posso fare qualcosa, non esitare a chiedere.> si sente di dover ricambiare, lo sente non solo come convenzione sociale, ma soprattutto sente che è un volere che nasce da dentro di lei, nel profondo. Come la voglia di aiutare Mekura. Così andrebbe a muoversi verso di lei, le braccia ad allargarsi leggermente, proprio come se avesse intenzione di abbracciare quella donna tanto dolce e gentile, ma di colpo di blocca. Rimane immobile, ferma, e il cervello inizia a lavorare chiedendosi se sia una cosa giusta oppure no. Si ritrova un attimo in difficoltà, cerca di ritrovare la propria compostezza e le braccia tornano mollemente lungo i fianchi, il viso leggermente malinconico e lo sguardo che torna sul villaggio. Tentativo fallito, magari sarà per la prossima volta. [Chakra Off]

18:06 Kaori:
 < Ti ringrazio. > le dice, semplicemente, in risposta alla sua osservazione non osando commentare in alcun modo le persone che può aver frequentato nel corso della sua vita prima di allora. A quanto pare ha un difficile trascorso alle spalle e le dispiace pensare che una ragazza così cortese ed educata non sia stata trattata al meglio dalla vita stessa. La vede sorridere, la vede rimanere tranquilla e posata e quindi ode quanto l'altra dice in risposta al suo semplice discorso sulla famiglia. Una osservazione che porta le labbra di Kaori a distendersi verso l'esterno con tenerezza, con gentilezza, felice di sentire quelle parole venire dalla ragazza. < Anche tu mi piaci, Inori. Sono convinta che andremo davvero d'accordo. > le dice con altrettanta sincerità, fermamente convinta di quella possibilità. La compostezza di quella giovane le piace, così come il modo semplice e lineare in cui proferisce i propri pensieri. C'è qualcosa di semplice e candido in lei e, al tempo stesso, anche di caotico. Come se dietro i suoi bellissimi occhi azzurri si nasconda una matassa di pensieri estremamente difficile da liberare. Tuttavia non indaga oltre, non osa porre troppe domande, limitandosi ad offrirle tutte le risposte che è in grado di dare e la disponibilità di cui l'altra può avere bisogno, andando ad annuire quando la Hyuga fa quella semplice ma condivisibile osservazione. < Concordo. Insieme possiamo migliorare le cose se lavoriamo sugli errori del passato. > le dice annuendo e sorridendo con candore, prima di avere quell'illuminazione giunta improvvisa. Forse Inori e Shade avrebbero potuto salvarsi a vicenda: forse avrebbero potuto trovare nell'altra qualcuno che capisca i loro bisogni e al tempo stesso rendere meno vuote le loro vite. Inoltre per quel che può osservare circa i caratteri delle due, pensa che sicuramente potrebbero andare d'accordo. < Credo che potreste diventare amiche. Almeno me lo auguro. > rivela Kaori con semplicità, inclinando lievemente il viso verso la spalla destra quando Inori le offre a sua volta il proprio aiuto. Una offerta dolce, gentile, che smuove appena il cuore della Hyuga portandola a sorriderle con dolcezza. < Ti ringrazio per la tua gentilezza. Magari approfitterò del tuo aiuto un giorno. > le dice tranquilla notando a quel punto la breve esitazione dell'albina. Quell'invito delle braccia che viene a mancare in un istante e che smuove un moto di tenerezza nel cuore della Hyuga che, dal canto suo, va quindi ad allungare gli arti superiori per tentare di donarle quel breve abbraccio che la giovane non è riuscita a darle. < Che ne dici? Ti va se andiamo a mangiare qualcosa? > le propone alla fine con un sorriso, cercando di non mettere ancora fine al loro tempo, di non lasciare ancora alle spalle la ragazza. Dopotutto è arrivata ora di pranzo e le sembra una idea carina quella di offrire qualcosa alla ragazza assieme a lei, un modo per conoscersi meglio e magari anche per alleviare il fastidio che potrebbe ritrovarsi a provare nel momento in cui -scendendo le scale, avrebbe ripensato alla disparità di gradini presenti. [chakra: on]

18:28 Tayuya:
 Porta le mani dietro la schiena, congiungendole, per poi ondeggiare leggermente sulle proprie gambe, avanti e indietro. Si culla, un movimento che fa senza nemmeno pensarci, e che ripropone di tanto in tanto anche quando è seduta. Così lieve, così fresca, non smette di sorridere e non continua quel discorso portato avanti, facendolo finire con quel ringraziamento. Annuisce leggermente, la testa che si muove in segno di rispetto verso la donna, come a dirle ‘prego’. Quella conoscenza le piace, e desidera portarla avanti, desidera iniziare a circondarsi di persone che potrebbero diventare sue amiche, e andare così a colorare le sue giornate. <Mi ha fatto davvero piacere conoscerti, dico sul serio.> risponde a quelle sue successive parole, il sorriso che si allarga e una felicità che non ha timore a trattenere. <Mi sento davvero molto meglio.> ammette con semplicità, lasciando andare un lieve sospiro di sollievo, mentre annuisce al fatto che insieme potranno sicuramente migliorare tutto quanto. <Spero davvero che ci sia un modo per aiutare Mekura.> non sa bene cosa è successo, ma le è parsa una donna estremamente forte per sopportare tutto quello e non meritevole di questo trattamento. Tuttavia per il momento le cose stanno così e lei non può farci niente. Rimane in silenzio un altro poco, senza aggiungere altro ma limitandosi ad ascoltare. <Tu dici? Mi piacerebbe avere degli amici, insomma, iniziare una nuova vita nel miglior modo possibile.> accenna una piccola risata e la fantasia già vola a questa fantomatica Shade. Com’è fatta, fisicamente ed emotivamente, quanti anni possa avere, quali potrebbero essere le cose le piacciono o non le piacciono, ma soprattutto… sarà una ragazza ordinata? Inutile dire che per lei quello potrebbe essere un enorme metodo di valutazione delle persone. Annuisce ancora una volta e poi… poi si ritrova ad essere abbracciata, quel gesto che lei non ha portato a termine viene concluso da Kaori stessa. Non può che arrossire, sentirsi fuori luogo, il cuore che batte all’impazzata per una sorta di… paura? Non è tanto quella, ma tanto il fatto che aveva sentito il bisogno di abbracciarla, ma poi si era fermata per il fatto che non la conosce abbastanza bene. E poi la mente parte per la sua tangente… e se le sta spiegazzando i vestiti? Se aveva le mani sporche? Si fa della violenza per rimanere immobile e cercare di sforzarsi di lasciar correre tali pensieri, andando finalmente e dopo un bel po’ a sollevare le braccia e provare a stringere con delicatezza le vesti dell’altra. Le mani è come se si appoggiassero e basta, e lei molto lentamente inizia a rilassarsi. Approfitta di quella domanda per distaccarsi improvvisamente, come se fosse arrivata al suo limite e si può notare un disagio misto a dispiacere, il sorriso che viene comunque rivolto alla donna, mentre lei con piccoli gesti eleganti, che nascondono un certo nervosismo, va a sistemarsi i vestiti. Si passa le mani sui tessuti, è vero, a prima vista si potrebbe dire che sia quasi disgustata, ma non è affatto così. È molto, molto più complessa. <Grazie. Non… cioè, avevo rimandato ad un altro tentativo, ma mi ha fatto piacere l’abbraccio, sul serio.> è sincera e cerca di far comprendere anche all’altra che sta dicendo il vero, nonostante si stia ancora sistemando i vestiti. <Accetto la proposta, mangiamo insieme.> prende un profondo respiro, perché ora dovrà riaffrontare le scale e quella lunga conta, ma deve farlo, non può esimersi. <Dove andiamo a mangiare?> così si avvierebbe insieme alla donna verso le scale e sempre insieme a lei andrà a mangiare un lauto pasto, e Kaori avrà modo di osservare qualche altra sua mania, ma pare accettarla senza problemi e quindi torna a rilassarsi lentamente. Insieme a lei quindi lascia la montagna dei volti e riprende a contare quegli scalini. Pari o dispari? [Chakra Off][END]

Kaori e Inori si incontrano per caso sulla cima del monte dei volti e si ritrovano a parlare di vari argomenti fra cui le macchie passate del clan e il tentativo di migliorarlo collaborando fianco a fianco