Giocata del 11/01/2018 dalle 18:58 alle 23:39 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Una giornata uggiosa, una giornata che non ha nulla di interessante nel suo insieme e anche nel villaggio della caccia vi è la monotonia, la consolante frequenza degli stessi ritmi giorno dopo giorno. Gli unici posti allegri alla fine, sono all'interno dei chioschi, luoghi di ritrovo dove si può mangiare e bere. Nelle strade sono presenti diverse persone, intente sopratutto a compiere le mansioni giornaliere e diversi "ninja" che pattugliano la strada. Attorno a voi il villaggio, grande nel suo insieme vive in perfetta armonia con la natura. Il verde ricopre letteralmente le case con rampicanti e foglie e alberi selvatici che crescono forti e immensi non solo attorno al villaggio, ma anche tra le case, alcune volte all'interno delle case stesse. Nel periodo invernale mostrano le loro vesti più spoglie ma, è palese che durante la primavera tale villaggio sbocci in tutta la sua bellezza come una rosa in fiore. Diversi bambini giocano ancora a quest'ora tarda nella strada, vicino alle lampade per illuminare le vie del villaggio e tutto, è tranquillo. [Ambient della caccia- turni liberi]
[Esterno] Una giornata alquanto triste, una giornata costellata da nuvole che coprono il cielo e da un’umidità nell’aria che dovrebbe sentirsi a ridosso della pelle. Una giornata strana, a dire di alcuni, una giornata normale al dire di altri. La Genin indossa un maglione pesante dal colore blu scuro, un paio di pantaloni pesanti del medesimo colore e un paio di anfibi neri ai piedi, con il doppio nodo a ridosso delle stringhe. I capelli rossi sono rilegati in una treccia che si appoggia sulla spalla destra mentre iridi blu osservano lo spazio attorno a sé, simili al colore dell’abisso più cupo. Rilegato alla gamba destra troviamo il solito porta kunai e shuriken, contenente le medesime armi e due tonici sono conservati all’interno delle tasche, per non trovarsi impreparata in caso di necessità. Ma vorrebbe prendere altre precauzioni, inizia a sentire troppo tranquilla la situazione nel villaggio e non vorrebbe incorrere in imprevisti. Cercherebbe di alzare le braccia e di portare le mani a congiungersi tra loro, affinché le dita possano incrociarsi e tentare di dare vita al sigillo della Capra. Una volta ricreato, cercherebbe di richiamare l’energia fisica, quella forza che muove i muscoli, quella forza insita in ogni fibra del suo corpo, in ogni cellula, dal capello alla punta dei piedi. La forza che le permette di camminare, di stare in piedi, di poter muovere le dita e il resto del corpo. Assieme a essa, proverebbe a ritrovare la forza psichica, quella che smuove i pensieri, quella che smuove le immagini all’interno della propria testa, inerenti al suo passato, a quei genitori dispersi, a quella famiglia che vorrebbe avere accanto. Energie mentali, energie dettate dall’esperienza, da quella poca esperienza ancora insita in lei. Proverebbe a mescolarle tra loro, a fonderle insieme, a renderle un’unica realtà, a renderle un’unica entità, a rendere un unico colore, come se quel viola venisse effettivamente ricreato nel suo corpo. Proverebbe a mandare il tutto al centro del suo corpo, alla bocca dello stomaco e lì mescolarlo, in senso antiorario, affinché possa essere smosso nelle diverse parti del corpo, nei diversi angoli. Tenterebbe, quindi, di spostarlo appena verso le gambe, spingendolo verso il basso e verso le braccia, spingendolo in laterale e verso la testa, spingendolo in alto, in modo tale che possa riempire ogni anfratto e cercare così di avere un quantitativo equo dappertutto. Si sentirebbe meglio e inizierebbe ad addentrarsi nel cuore del villaggio della caccia, diverso da Kusa, diverso da quel mondo che conosce a menadito. Curiosa, prudente, con il konohano che dovrebbe essere nei paraggi, dato che compie azioni per conto proprio, senza interpellare la Kakuzu. Una testa calda, un essere arrogante, un elemento completamente fuori di testa. Si muove tranquilla, pacifica, il viso più rilassato del solito. Una semplice passeggiata, nulla di complicato, un’azione che svolge nella sua quotidianità. [Tentativo Impasto Chakra 30/30] [Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 - Tonico per Chakra x1 – Tonico Coagulante x1] Una triste giornata uggiosa fa da panorama al villaggio della caccia, ricreando un ambiente piuttosto noioso e monotono. Tutto questo non è ancora stato visto dal genin della foglia, che in questo momento si trova nella stessa posizione in cui si era lasciato andara la notte prima. Infatti il corvino, è in posizione del tutto spaparanzata sulla poltrona, immerso in un sonno profondo dalla notte precedente in cui ha discusso con Naoko. Ha dormito un quantitativo di ore non ben definite evidentemente la sua ansia, la sua notte insonne, il lungo viaggio e la continua lotta mentale introversa, lo hanno portato ad uno stato di coma profondo. Con viso quasi angelico e la tazza della tisana, trangugiata la notte prima, rotolata ormai sul pavimento, se ne sta li a sognare chissà che cosa. Lentamente inizierebbe finalmente a riprendere coscienza, avendo nuovo contatto con il mondo. TERRA CHIAMA SAISA. <Yaaaawn...> sbadiglia a fauci spalancate com suo solito, mostrando la sua perfetta dentatura bianca. Andrebbe poi a portarsi lentamente in posizione seduta, distendendo le braccia in alto per sgranchirsi le ossa ed allungare la muscolatura. Scrocchierebbe il collo prima a destra, poi a sinistra ed infine si porterebbe in posizione eretta, non curandosi della tazza rotolata a terra, non la nota nemmeno. Raccoglierebbe la giacca di pelle nere, parte del suo nuovo outfit ricevuto dalla caccia, per poi indossarlo sopra la sua t shirt bianca con un teschio stampato sul fronte. Questa nasconde sotto di essa la sua pettorina da 50 kg, la sua seconda pelle. Sulla parte bassa invece, calza gli stessi jeans grigio scuro strappati sulle ginocchia, semi aderenti, che terminano su degli anfibi neri in pelle, anche questi ricevuti dalla caccia in sostituzione ai suoi sandali neri distrutti. < che diavolo....quanto ho dormito..?> si domanda ancora intontito. L'ultima cosa che si ricorda, è di aver chiesto a NAoko di fare da guardia. <hey tu, miss scontrosa? Sei in casa?> direbbe con tono freddo, senza ricevere risposta <dove c***o sarà andata...doveva farmi da guardia....tsk...> ed ecco che riporrebbe le mani all'interno dele tasche frontali dei pantaloni, per poi dirigersi verso l'uscita della casa. Il suo equipaggiamento è minimale come al solito, nella sacchetta legata sulla cintura sul lato destro, porta con se alcuni tonici di vario tipo, mentre a coprire gli avambracci, indossa ben stretti i suoi vambracci in cuoio pregiato, il suo regalo da parte di Mekura. Aprirebbe la porta, per poi uscirvi ed osservare intorno a se la situazione, in modo da comprendere che ore si siano fatte. <Kusana? Sei qua nei dintorni???> prova a chiamarlla a gran voce senza considerare gli altri presenti. [ch ON] Due anime tranquille, due situazioni differenti: Naoko in giro a godersi la passeggiata pensando al compagno casinista che fa tutto di testa sua, e Saisashi che si lamenta perché la ragazza ha fatto di testa sua. C'è stata una mancanza di comunicazione a quanto pare, ma ormai è fatta. Probabilmente sarebbe andata in un modo differente, ma è così che vanno le cose. Naoko si ritrova con il chakra attivato correttamente nelle strade del villaggio e Sasiashi sta uscendo in quel momento per andare a cercarla gridando. Da un momento all'altro, nell'atto in cui apre la porta Saisashi si troverebbe davanti [blob:https://web.whatsapp.com/03a1dd27-33e6-4c89-8cc2-53a0766d4cb4] non si sa bene cosa sia, ma ha sembianze femminili ed in qualche modo attorno a lei vi è un'aura fumosa. Sembra quasi una statua nella sua agghiacciante perfezione e nell'inquietante armatura che si porta appresso. <no> afferma la donna sovente, come se ogni sua parola tuonasse seppure calma <ma ci sono io> La figura è vibrante in quell'aspetto oscuro, un fantasma dalla voce femminile <posso parlare con te?> chiede con gentilezza, anche se è evidente che è un ordine. <la "kusana" è andata a fare una passeggiata, presto vi accompagnerò a casa, ma voglio sapere e dirti alcune cose> insomma, devono parlare. [Naoko] intanto mentre passeggia, per un motivo o per un'altro continua a passeggiare ritrovandosi senza volerlo in una zona più alberata, più oppressata dalla natura e più buia. Da quel buio davanti a lei, senza nascondersi comparirebbe LA STESSA medesima figura che è apparsa davanti alla soglia di Saisashi. <Salve> di presenta solo in questo modo tenendo le mani dietro le spalle <sono qui per riportarti al tuo villaggio, Naoko giusto? spero che il tuo alloggio al villaggio sia stato, tranquillo, in effetti vorrei proprio chiederti come ti sei trovata e se hai delle domande da porre> sono parole comuni, quasi da proprietaria da albergo che chiede se hanno alloggiato bene nella sua locanda e effettivamente l'ambiente sarebbe quello, se non fosse per il modo di parlare e per l'aspetto inquietante che porta con se. [ambient Caccia: Naoko - Saisashi]
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[Esterno] Una pace dei sensi immensa stanzia nella mente di Naoko, dopo essere andata a dormire, lontana dal konohano ed essere poi uscita nel pomeriggio senza la sua presenza intorno. Non vuole sentirlo, non vuole vederlo, non vuole averci a che fare con un ragazzo che non ragiona e che farebbe di tutto per far saltare i nervi a chi gli sta intorno. La sua sanità mentale dipende dai fattori esterni e quel fattore esterno la farebbe innervosire peggio dei propri pensieri, di quelle immagini che tornano del suo passato. Aghi che penetrano nella sua mente, un marchio che viene lasciato sulla pelle candida di una bambina, volti mascherati, volti conosciuti, volti da dimenticare. Un gran caos dentro la testa della ragazza, un gran caos nella vita della ragazza, un gran caos attorno a questa ragazza. Non sa cosa dire, non sa cosa fare a volte, non sa cosa pensare con quella confusione perenne. Passi che continuano senza sosta, che verrebbero portati in avanti, fino a quando non andrebbe a ritrovarsi in una zona alberata, fitta, buia, cupa, abbastanza tetra. Non credeva di essersi spinta così ai confini, di essere andata verso i bordi del villaggio. Ma una presenza è ciò che si paleserebbe davanti ai suoi occhi, una figura che sa di evanescente, che sa di oscuro, pare quasi un fantasma davanti alle iridi blu della Genin. Non direbbe nulla, si bloccherebbe, come paralizzata, se non fosse per quella mano destra che si avvicinerebbe appena al porta kunai, per avere una pronta presa per un eventuale pericolo. Parole che arriverebbero al suo orecchio, parole che spaziano nella sua testa, parole che la farebbero riflettere per un attimo. La presa contro il proprio contenitore viene allentato momentaneamente e decide di ascoltare quella donna, decide di risponderle. <Mi sono trovata bene con gli altri abitanti del villaggio, sebbene il mio compagno d’avventura non sia proprio dei migliori e dei più tranquilli> parla di Saisashi, ovviamente e solo cose belle dicevano. <Sì, ne avrei una che mi assilla da qualche giorno. Che cosa ci faccio io qui?> ha seguito il konohano per “sostenerlo”, per vederlo magari evaporare lontano da lei, dalla magione. Ma se non l’hanno rimandata a casa prima, deve esserci un motivo alla base. Quale? <Tu chi sei?> una domanda necessaria, una domanda piuttosto scontata. [Chakra 30/30] [Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 - Tonico per Chakra x1 – Tonico Coagulante x1] <uhm?> espressione sbigottita e fredda del corvino nel trovarsi di fronte una figura del tutto poco accogliente, proprio fuori dalla porta. <no, evidentemente tu non sei Naoko.> proferirebbe quasi con acido sarcasmo per poi rimanere impassibile, con sguardo serio e penetrante rivolto verso tale figura. La scruta cercando di capirne le intenzioni, mantenendo nervi saldi e mani in tasca. Nella sua mente sta già cercando di pensare a quali eventuali vie di fuga e/o mosse compiere in caso di pericolo. Non ci può fare nulla, da quando è tornato in questo stato e da quando Lind gli ha impartito certi pensieri, i pensieri del genin sono sempre rivolti al peggio. Resta in allerta senza darlo troppo a vedere. <il fatto che ci sia tu...non so se debba rendermi felice, oppure debba farmi venire un mal di pancia.> così, tanto per dire <con me? Anzi tutto non ho idea di chi tu sia, ma non mi dai alcuna buona sensazione se devo dirtela tutta> sereno , acido e schietto, non tiene nulla per se, non può farne a meno. <mi sembrava tutto troppo bello e tranquillo in effetti...tutto così calmo..nessuno fa mai qualcosa senza chiedere nulla in cambio...immagino che sia giunto il momento del riscatto vero..? Vuoi la mia vita? Un mio braccio forse?> ironizza con una smorfia quasi divertita. Il fatto che questa strana ed oscura tizia, si presenti così di colpo, non ha un senso secondo quanto Saisashi si era immaginavo. Aveva fatto alcune supposizioni su come sarebbe andata avanti la faccenda al villaggio, evidentemente aveva sbagliato i suoi calcoli. <il mio villaggio dici....e quale dovrebbe essere....intendi forse quello sporco villaggio di traditori? Anche tu sostieni che io ne faccia parte? Io non credo proprio. Non vedo alcun motivo per tornare in un posto simile. Avevo un piano, e lo stavo portando avanti con Lind. Sono venuto qui solo perchè una strana ragazzina ha detto di conoscermi molto bene, di avermi salvato, e che mi avrebbe detto tutto su Lind. Fino ad ora però ho soltanto convissuto con una mezza psicopatica, in un villaggio in mezzo al nulla. Parla.> direbbe con sguardo sottile , fulminando la donna senza aver alcuna paura [ch ON]{Naoko] La mossa viene notata. ma la figura non batte ciglio, limane li ferma mostrando lentamente le mani, come per dire che non vi è nulla, in effetti a parte quella strana armatura, non ha con se nessuna arma. <ne sono felice> afferma questa con un piccolo cenno del capo <ah..> una risata bassa viene scaturita dalla frase di Naoko, oscura e dolce come la morte. <il destino, spesso, non ci permette di decidere quali sono i nostri compagni di viaggio. Si può solo accettare e fare buon viso a cattivo gioco> Lascia perdere la domanda principale di Naoko e si presenta <puoi chiamarmi Despair> solo dopo, alla fine, la donna rivela i suoi "piani" <perché sei qui?> domanda la donna retorica <perché ti volevamo conoscere e in particolare, voglio conoscere la tua storia> afferma la figura facendo un passo in avanti, sembra fluttuare <qualcosa che ti porta ad essere...sbilanciata da quello che tu sei. Puoi decidere di non dirmi nulla, è nelle tue facoltà, ma se vorrai soddisfare la mia curiosità, sono più che felice di ascoltarti> [Saisashi] il sarcasmo del ragazzo la fa sorridere, una risata bassa ma leggera. <suppongo di no> alla frase successiva ne segue solo <qualunque cosa pensi che io ti possa suscitare, l'importante è che sia quello che senti realmente...non mi offenderò, del resto non sono che una sconosciuta per te e capisco che ti senta teso> breve pausa mentre lo guarda direttamente <ma non devi> dice soltanto mentre continua serenamente a parlargli. <hai ragione, io mi chiamo Despair...un po' come la disperazione che senti tu in questo momento> afferma la donna diventando seria tutta d'un tratto, solo per ritornare a ridere, questa volta singolarmente cristallina <ahahaha no...no, non sono un mostro...cioè forse non è il vestito migliore per presentarmi> afferma la donna girando su se stessa gonfiando quella specie di gonna che porta <a dire il vero sono qui per aiutarti, aiutarti seriamente> afferma puntando con l'indice della mano sinistra la testa. <...sei sicuro di ricordarti questo? sei sicuro di ricordare esattamente quello che pensi?> ma non parla e semplicemente allunga la mano <vuoi liberarti da quel blocco che senti? vuoi riprendere i tuoi ricordi?> [ambient - Naoko - saisashi]
[Esterno] I pensieri riguardanti il konohano andrebbero a sparire, in un certo senso, con quella donna che appoggia appena le sue parole, che le rende un poco di sollievo da ciò che ha passato nelle ultime ore. <In effetti hai ragione. Spesso assecondiamo gli altri per poter vedere la destinazione, per poter capire qualcosa dell’altro. Conoscere chi si ha di fianco è un’ottima tattica sia di difesa che di attacco> è il suo personalissimo pensiero che, ovviamente, piò scostare da quello dell’altra. Poco dopo, giungerebbe la risposta alla propria domanda, alla prima, dato che la presentazione è arrivata senza alcun intoppo. Non si sentirebbe minacciata, non si sentirebbe in pericolo. Pensa qualche attimo alla sua proposta, la mente lavora, gira, non si ferma. La guarderebbe da capo a piedi, la studierebbe, la vorrebbe memorizzare, per avere riferimenti per un prossimo futuro. Decide di aprirsi a questa sconosciuta, è la donna di cui le ha parlato Sayuri qualche sera fa, proverebbe farsi aiutare, proverebbe a confessarsi con lei. <D’accordo> decide, convinta, una voce delicata, educata, da bambolina di porcellana. <Non sono originaria di Kusa, bensì sono nata in una casa nel villaggio di Ame. Un villaggio piovoso, umido, il sole fatica a porre la sua presenza sulla popolazione, sulla flora e sulla fauna. I miei genitori sono di due Clan differenti, due Clan che, in un certo senso, sono difficili da vedere assieme. Idee scostanti, idee lontane> una prima parte, non ha detto molto ma vuole spiegare tutto per bene. <Mio padre fa parte del Clan Ryoshu, muovono l’Acido, mentre mia madre è una Kakuzu, utilizza le fibre nere per attaccare, per difendersi e per curarsi. Ho ereditato quel gene, l’ho scoperto dopo esser diventata Genin> altro stralcio della sua storia, altri dettagli. Ma la parte più dolorosa arriva solamente ora <Quand’ero ancora una bambina, all’età di circa sei anni, hanno tentato di fare un esperimento su di me. I membri del Clan di mio padre, i Ryoshu, volevano che io prendessi i loro geni, le loro caratteristiche, le loro tecniche di combattimento. Mi hanno drogata con un veleno allucinogeno o qualcosa di simile, mi ha legata su di un lettino e, poco prima di porre i loro aghi su di me, mia madre è riuscita a intervenire e a portarmi via dalle loro mani, da quei volti mascherati, subdoli> il nervosismo comincerebbe a prendere forma nel suo corpo, la mano destra andrebbe a torturarsi la sinistra, graffi che appaiono e sangue che inizierebbe a uscire dall’epidermide. Nella mente quel dolore comincerebbe ad affiorare, alcune lacrime comincerebbero a solcarle il viso, un’instabilità fin troppo evidente, fin troppo radicata nel suo cuore, nei suoi ricordi. <Per punirmi di quel gesto, di quella “fuga”, mio padre mi porta via da casa e mi rimette sotto le grinfie del Capo Clan e mi appone un marchio sulla schiena, un marchio fatto da aghi e inchiostro. Un kanji che indica il tradimento, che indica un gesto che io non ho mai fatto nella mia esistenza e, sicuramente, non potevo farlo in quella tenera età> altre lacrime che scendono, il sangue comincia ad aggrumarsi sotto le unghie della mano destra, per il gesto che rimane insistente. <Dopo tutto questo, la mia vita torna in uno stato di finta tranquillità, di finta gioia, di finta allegria. Passo giornate immersa nella febbre, svenimenti. All’età di quattordici anni mi abbandonano, mi lasciano al mio destino e finisco nel villaggio di Kusa, a vivere al meglio delle mie possibilità. Qui incontro il mio papà adottivo, che mi insegna la trasformazione e che mi dona una casa in cui vivere, in cui poter crescere> termina qui il suo dire, sebbene quel tic non trova pace, quella carne viene torturata ancora, quel sangue continuerebbe a uscire lentamente, le lacrime si bloccano ma lasciano evidenti segni che partono da quelle iridi blu fino al mento, in due semicerchi. [Chakra 30/30] [Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 - Tonico per Chakra x1 – Tonico Coagulante x1] Saisashi ascolta le risposte di quella stramba donna fluttuante, somigliande ad un demone dell'inferno più che ad una tenera e dolce fanciulla, anche se il suo modo di parlare non lascia trasparire nessun tipo di ostilità. Non lo convince. < spero che queste non siano le tue vere sembianze...> direbbe per poi sfilare le mani dalle tasche, portando le braccia al petto, conserte, in segno di chiusura verso la donna <altrimenti se la prima impressione che dai alle persone, è la stessa che stai dando a me...la vedo dura trovare un compagno con cui fare figli> direbbe procedendo con il suo acido sarcasmo, accompagnato da un accenno di sorriso sul lato destro delle labbra. <hai detto che non ti saresti offesa. Quindi....> non che questo abbia cambiato le cose, gli avrebbe fatto notare la stessa identica cosa. Muoverebbe ora qualche passo, lentamente, cercando di spostarsi da quella posizione sfavorevole in cui avverte uno stato di intrappolamento, si muoverebbe verso la destra, in modo circolare rispetto alla donna fluttuante. <sei in grado di volare? che cosa sei tu?> proverebbe ad interagire con domande piuttosto randomiche, una semplice tattica della psicologia per spostare l'attenzione dell'interlocutrice sulle parole del corvino, piuttosto che sui suoi movimenti, con cui sta cercando di raggirarla posizionandosi in uno stato più favorevole. <Despair... mmm> riflette chinando il capo <no, non ci siamo. Anche il nome non porta che malinconia> annuirebbe per poi passare a qualcosa di più serio <tu che cosa ne sai di quello che provo io....riesci a leggermi anche il cervello? Io te lo sconsiglio...non inviterei nessuno a vedere che cosa ho nella testa in questo momento...> il casino e la desolazione più totale <tu...aiutarmi? Come faresti ad aiutarmi...sono proprio curioso...e poi so bene che tutto questo, come l'accoglienza in questo posto, sarebbe troppo bella per esser vera...c'è qualcosa sotto, un conto che tornerà per essere pagato, e so che sarà caro. Ne sono certo. Scoprirò cosa c'è dietro tutto questo, non mi convince niente di questo posto, e nemmeno di questo mondo> il suo pensiero tetro viene esposto nuovamente alla sconosciuta <ri...cordare quel che penso.......> balbetta un attimo bloccandosi <da quel....blocco........io...io...> è entrato come in uno stato di come vigile. Di punto in bianco, rieccolo catapultato dentro il suo mondo parallelo. Ancora una volta, quella stanza buia, quelle voci, quella sensazione di dolore. La gabbia, quella gabbia è ancora presente intorno alui, e le catene lo avvolgono stretto in tutto il corpo. Di fronte alla gabbia, appare in un battibaleno la sagoma nera, sempre lei, quel demone che lo scruta di fronte le sbarre, come a studiarlo, come a tenerlo intrappolato. E' la sua stessa sagoma, tutta in nero, con i suoi soliti occhi rossi iniettati di sangue. Le voci, le voci che lo fanno impazzire da tempo, che man mano si sono fatte sempre più vive, iniziano nuovamente a farsi sentire. "Saisashi...Saisashi....ricorda..devi ricordarti di noi...siamo la tua famiglia...siamo la tua famiglia" pronuncerebbero in eco quelle femminili, anche se non riesce a ricondurle a Mekura e Sakura, non le conosce. "non darle retta...tu sei Nessuno...ricordi??? Ci siamo solo tu ed io...possiamo fidarci solo di noi stessi...stiamo bene ora...staremo bene...senza traditori staremo bene...senza traditori staremo bene" e così partirebbe in loop quell'altra vocina bisbigliata e cupa, che riesce a ricondurre alla voce di Lind. <no.....no.....starò bene...starò bene....> intando pronuncia a ripetizione parole bisbigliate senza senso nella realtà, con sguardo perso nel vuoto [ch ON] [Naoko] inizia a parlare del suo torbido passato, del terrore che le suscita, della rabbia, della frustrazione. La donna rimane perfettamente in silenzio e una volta che ha finito, una volta visto quel tick, la donna si avvicina quasi in modo materno <shhh va tutto bene, non sei in quel posto, non sei nel passato> allunga una mano una volta abbastanza vicina alla ragazza senza toccarla portando la mano destra sotto il volto per raccogliere le lacrime <cose terribili accadono a chi è al di fuori della caccia, ne abbiamo salvati molti come te, anche io in un certo senso sono stata salvata, anche solo dalla sola fortuna di essere cresciuta tra i cacciatori: come nella natura, vi è rigidità, ordine nel caos e si, anche noi condividiamo i sentimenti più oscuri dell'uomo, ma allo stesso tempo vi resistiamo perchè siamo inondati dalla bellezza, dalla speranza di quello che offre la caccia: una nuova vita, un nuovo equilibrio, un nuovo scopo di esistere> porge la mano verso la ragazza <la caccia non è riuscita ad aiutarti quando ne avevi più bisogno, ma forse...forse posso aiutarti io> afferma la donna cordiale verso Naoko <se vuoi, io posso cancellare dalla memoria tuo padre e tutto quello che è capitato, posso farti dimenticare i soprusi che hai avuto e quel simbolo farlo completamente sparire, posso darti una possibilità che a pochi è concesso: il permesso ed il diritto di ricominciare da capo> sussurra alla fine per poi aggiungere <l'unica cosa che ti chiederò al massimo..sarà un favore che per ora non posso dirti, vuoi accettare? una nuova vita, in cambio di un favore?> chiede la donna verso Naoko attendendo con la mano tesa una risposta. [Saisashi] continua a far ridacchiare la donna <ehhh lo so, ma questa è una delle divise della caccia, hai visto che ci piace la teatralità no?...in realtà ho un po' di seguito..non dire così> afferma imbarazzata sollevando le mani verso lo sterno unendo gli indici, tamburellando imbarazzata con la testa bassa guardando verso questi <..a me piacerebbe avere un bambino, o una bambina> La donna lo lascia muoversi senza problemi e intanto si diverte <hum...non ci ho mai provato aspetta> allarga il braccio sinistro verso il basso e il destro teso verso l'alto a pugno, distende la schiena e esclama <Despair prende il volo!> ma non succede nulla e alla fine cinguetta <nu, non so volare ancora> è questo binomio mostruoso Kawaii che lascia perplessi. <non lo faccio troppo per te a dire il vero, lo faccio per Toshiko...le dispiace vederti così, come se non la riconoscessi> prende un lungo respiro e torna seria tendendo di nuovo la mano mentre questo rigetta di nuovo la proposta <io so come camminare negli intrecci della mente, nel caos del pensiero, io vedo come alba i ricordi e come tramonto il pensiero. L'io per me non è che un libro da leggere, il me non è che un dipinto da osservare, il me stesso non è che una canzone da cantare, ti prego, lasciati aiutare, lascia che ti mostri dove si trova lind, devi solo stringere la mia mano e poi potrai decidere dove andare> afferma la donna rimanendo ferma sul posto aspettando che Saisa faccia la sua mossa <puoi anche decidere di non conoscere e di rimanere così, se vuoi tu> [ambient - Naoko - Saisashi, master a cena]
[Esterno] E’ tutto così confuso, è tutto così torbido, è tutto così scuro, dalle tonalità del grigio scuro a quelle del nero, dal blu scuro dell’abisso al verde muschio. Immagini che continuano a susseguirsi senza sosta, le mani che si porterebbero all’attaccatura dei capelli, per stringere, forte, come a voler rimuovere ogni singolo dettaglio, ogni singolo elemento, ogni singola sfumatura. Uomini con maschere antigas sul volto, uomini con camici verdi o bianchi, simili a quelli dei medici, uomini con la voce artefatta, con scopi fin troppo radicati. Le lacrime non scenderebbero più, le lacrime non farebbero più parte del suo presente, sebbene si vedano ancora chiaramente quelle righe sul volto. Ascolterebbe le parole della donna, le soppeserebbe, una per una, guarderebbe quella mano alzarsi in sua direzione senza essere toccata, senza essere lambita da quell’affetto materno che Despair vuole dimostrare. Una proposta “indecente” viene portata all’attenzione della Genin, una proposta che sa di arma a doppio taglio, una proposta che sa di pericolo, che sa di sangue, che sa quasi di guerra. Non potrebbe mai immaginare l’altro volto della medaglia ma è stanca di soffrire, è stanca di vedere quelle immagini, è stanca di vedere quei volti nella propria mente, nella propria esistenza. E’ stanca, è nervosa, vuole essere tranquilla, lucida, concentrata, senza che qualcuno possa interferire con le sue mosse. E’ stanca, molto, troppo, in modo alquanto esagerato. Quel tic è solo l’ultimo di una lunga serie, disturbi che fanno di parte di lei da molto, moltissimo tempo. E’ una vera e propria arma a doppio taglio, lo sa e lo potrebbe percepire. Non si dona mai nulla per nulla, ma vuole stare bene. E’ un suo diritto, lo vuole con tutta sé stessa. Vuole tornare da mamma Kurona ma senza quei tic, senza quei disturbi, in modo che si possa concentrare sugli insegnamenti della donna e di nessun altro. <Puzza di bruciato tutto questo, Despair… tremendamente> una piccola postilla iniziale <ma accetto le tue condizioni. Non voglio soffrire per il passato, se dovrò soffire è per qualcosa che ho deciso io e nessun altro. Despair, aiutami> il sangue sotto le unghie è ancora presente, ma non andrebbe più a grattarsi il dorso della mano sinistra. Fisserebbe la donna in modo insistente, vedrebbe in lei una figura d’appoggio, come la Kokketsu all’interno della sua vita. [Chakra 30/30] [Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 - Tonico per Chakra x1 – Tonico Coagulante x1] Non riesce ad uscire da dentro quel suo mondo parallelo, come ogni giorno, una volta che ci si trova all'interno, prima di riuscire a riprendere coscienza deve lottare fino allo stremo delle forze. In sottofondo recepisce le parole della donna, nonostante non riesca in alcun modo a risponderle, ne a compiere frasi di senso compiuto. Lentamente entrambe le mani si porterebbero contro le tempie, afferrando la testa fino a stringerla lentamente. Le dita sprofondano fra i corvini capelli mentre la presa si farebbe sempre più forte, come a voler spremere il cervello e smettere di soffrire. Lo sguardo è fermo, fisso di fronte a se, punta il vuoto. "noi staremo bene....sono traditori....stai con me...non ti serve essere qualcuno....Saremo Nessuno, e non soffriremo più...questo mondo è crudele...questo mondo è crudele...questo mondo è crudele..." la vocina inquietante e sottile continua a rimbombare cn queste nuove parole, mentre la sagoma nera di fronte a Saisashi, annuisce lentamente con il capo, come a voler approvare le parole dettate da quella voce sibilata, sempre riconducibile a quella di Lind <basta.....io....basta....uscite.....uscite....> voce tremante piena di dolore, mentre una lacrima inizia a colare dall'occhio destro, senza che il ragazzo possa accorgersene "pensaci...senza un nome...senza ricordi...solo io e te, contro il mondo....siamo nati solo per sopravvivere....e nel mondo di oggi sopravvive chi non soffre, chi non ha debolezze, chi non si lascia fregare da cose tanto inutili comel....una propria identità. Saremo Nessuno. Staremo bene" ripete ancora, in continuo, in un eco che porta alla follia. All'esterno un'altra lacrima cola dall'occhio opposto, mentre Saisashi si ritroverebbe a cadere in ginocchio, le sue gambe iniziano ad essere molli, cedendo al pesso del proprio corpo. Sta tremando. Nel frattempo, il Saisashi immerso nella stanza buia, continua a non riuscire a liberarsi da quelle catene, e non può fare a meno di sentire quella voce "i traditori la pagheranno. Ripaghiamoli con la stessa moneta. Se il mondo vuole dominarci, saremo io e te a dominare il mondo...ignorando cose futili come i sentimenti. Mi credi? Fidati di me....staremo bene" e qui di colpo, il vero Saisashi incatenato, sembra perdere le speranze, cessando di divincolarsi dalle catene. Intanto all'esterno, la donna porge la mano verso il genin, pronunciando parole d'aiuto, vuole aiutarloa ricordare. Lui è venuto qui per uno scopo, ricordare e scoprire che cosa è successo a Lind, per quale motivo si trovasse nella caccia. DEVE RICORDARE. Nonostante il dolore, lo deve fare PER IL SUO AMICO. Di colpo all'interno della cupa stanza, una luce fioca inizierebbe a brillare sopra la figura incatenata del genin, squarciando l'oscurità. Dietro le sue spalle, apparirebbe la sagoma di Mekura alla sinistra. Ella poggerebbe la mano sulla sua spalla destra, sorridendo verso il ragazzo, che alza lo sguardo verso di lei, inebriato e rincuorato da quel sorriso, tanto da farlo scoppiare in lacrime. Sulla sua destra, poco dopo, apparirebbe Sakura, che compierebbe la stessa azione, abbracciandolo sulla spalla destra. Un istane dopo, fuori dalla gabbia, altre figure luminosa fanno comparsa una alla volta, interrompendo l'oscurità. Sensei Robot, Furaya, Hitomu, Raido, Shiro, il tessai JIN.... ed infine llo stesso Lind, che con quel suo solito sorriso acido verso di lui, gli porge la mano. La gabbia si dissolve in un istante, le catene intorno al giovane si sciolgono. La sagoma nera sparisce inghiottita dalla luce, e tutti fissano il giovane, sorridendo verso di lui. Con passo lento, si trascinerebbe incredulo verso Lind. "Li.....Lind.....io....ho fatto del mio meglio vero...? ti...ti ho salvato vero..? Ti ho ritrovato vero...? Mi dispiace..mi dispiace tanto..." direbbe con voce rotta dal pianto "non possiamo essere Nessuno...non ora...non adesso...io devo ricordare cosa ti è successo... devo ricordare come ti ho trovato e dove eri finito....io ...io...." e la frase si concluderebbe anche nella realtà, dove il giovane riprenderebbe coscienza, andando ad afferare la mano di Lind nella visione e di Despair contemporaneamente <VOGLIO RICORDARE TUTTO, VOGLIO SAPERE TUTTO DI LIND!> [ch ON] [Naoko] Bastava prendere la sua mano ma, si dimentica di farlo, tuttavia da il suo consenso e la donna allunga il dito per andare a toccare la sua fronte con l'indice. <chiudi gli occhi e lasciati trasportare> se lo avesse fatto, Naoko si sarebbe ritrovata nel buio, in un buio infinito insieme alla donna la quale come Virgilio che accompagna Dante all'inferno la guida verso un contenitore. Attorno a Naoko vi è il caos della sua mente, vi sono le sue sofferenze che urlano, i suoi ricordi come ombre che si aggirano nell'oscurità lontane da una scatola aperta. <il tuo vaso di Pandora> afferma la donna <un posto che sto usando per descrivere il luogo dove si trovano le tue esperienze> Lo afferra e glielo mostra: un liquido nero si trova all'interno. <dovrai accettare tutto quello che farò come se fosse la realtà, è l'unico vero modo per farti dimenticare senza imperfezioni. Toglieremo il tuo passato e ripareremo le tue ferite, anzi, la cosa bella è che lo farai tu> afferma la donna guardandola <ovviamente avrai bisogno di un giorno di riposo completo, ma alla fine quando sarai sveglia non ci sarà più nulla del tuo passato e le tue connessioni mentali faranno il resto> con il tempo si creerà lei a cosa vorrà credere del suo passato. Con delicatezza, rigirerebbe il vaso lontano dai suoi piedi, facendo cadere il liquido nero. In quel momento vi è un impulso di ricordi che tutti insieme ed in modo troppo confuso la colpiscono come immagini frammentate e troppo frenetiche per essere lette. VI è solo dolore, per un solo attimo e poi nulla. Non vi sarebbe più nulla, nessun dolore, nessun rammarico, nessun tradimento, nessun esperimento. Le voci scompaiono e così anche la donna lasciandola da sola in un torpore caldo ed accogliente. In quel momento appaiono solo immagini nella sua mente che si stanno formando, di pace, di tranquillità, di normalità, nel senso buono del termine. Una vita serena e felice, una vita senza dolore. Come aver combattuto per tanto ed alla fine aver trovato la pace. Nel buio, una immagine appare: piove, e la porta finestra in riso porta verso il corridoio coperto che a sua volta affaccia verso un bellissimo giardino. La magione, la attuale casa dove si trova Naoko...e lentamente si sveglia ritrovandosi all'interno di un fuuton, al caldo con un thè fumante li accanto. Non vi è nessuno nella magione e si accorgerà di essere effettivamente li, ma, c'è un ma...Naoko non ricorderà di Despair in alcun modo, ma solo della sensazione che ha un patto da mantenere. [SAISASHI] afferra la mano ed è vuoto. Gli echi di alcune voci sembrano lontane, molto lontane e la vista è appannata. <...cos'è, un animale?> sono poco più che sussurri <è UN RAGAZZO UN RAGAZZO> la riconosce, è la voce della ragazzina che correndo verso questo lo guarda dall'alto come se fosse disteso <è ferito! è ferito! chiamate qualcuno> poi delle sagome si affacciano sopra la testa della bambina, ma l'unica che vede nitidamente è lei <stai tranquillo oni-chan, adesso ti curiamo la bua> la scena passa a pochi giorni più avanti, dove riprende coscienza. Li vi sono scene di quando ha vissuto nella caccia: il modo in cui stava vicino alla bambina mentre si riprendeva dalle ferite e veniva ascoltato, aiutato dove altri non sono riusciti. Un periodo sereno, un periodo in cui è stato accompagnato a cercare Lind, trovandolo. Era smagrito e sofferente, in mano a dei brutti ceffi che sarebbero scappati lasciandolo li se non fosse stato per loro. Li hanno uccisi e hanno curato anche Lind...ma la sofferenza di averlo trovato in quel modo lo ha fatto impazzire e scappare non sapendo più cosa fare facendo perdere le sue tracce aprendo le porte, sensi di colpa per quello che è successo. Poi, alla fine, vede Lind, in una casa a Konoha, a ristabilirsi, mantenendo i contatti con la caccia. Lo può vedere come il muro si scioglie, ha la consapevolezza di quello che è stato, di quello che è successo, i ricordi fluiscono e si fanno chiari, limpidi e non solo quelli legati al suo vuoto, ma anche quelli successivi che ha vissuto come il "nessuno". Ed ogni ricordo ed ogni emozione ricominciano a ricostruirlo come i tasselli di un muro, un nuovo muro ma che non rappresenta un blocco, al contrario sembra le fondamenta del suo essere e sopra vi è scritto "IO SONO SAISASHI" solo allora Despiar riemergerebbe girandogli attorno, consegnandogli un pennarello <io direi che manca qualcosa a questa affermazione...vuoi completare?> [ambient Naoko - Saisashi [NOTA OFF // è possibile che a Saisashi serva un fato in più, Naoko noi abbiamo concluso, non vedo altro da aggiungere, se vuoi fare l'end sarà molto gradito(e per gradito intendo obbligatorio)]
[Esterno] Il tutto giunge a un termine, il tutto giunge a una fine, il tutto giunge e viene portato via in un battibaleno. Chiuderebbe gli occhi, sicura, tranquilla, sospirando appena. Un lungo respiro, forte, prima di vedere il dolore ancora una volta, penetrante, diretto, senza sconti, senza alcun riguardo. Il vaso di Pandora viene rovesciato, il liquido nero si sparge per il terreno e, mano a mano, il dolore svanisce, il dolore scompare, la sola tranquillità e la sola allegria prenderebbe posto nella mente della Kakuzu, dimenticando così i suoi genitori, dimenticando così quel marchio che porta sulla schiena, tutto ciò che le è stato inflitto. Non tarderebbe molto, lunghissimi istanti, prima di ritrovarsi nuovamente all’interno della magione, nel suo futon, un thé caldo accanto a sé e la mente vuota, completamente, senza alcun ricordo particolare, senza alcun riferimento particolare ai suoi genitori naturali. Un sorriso leggero si distenderebbe sulle labbra della giovane, in quel sonno pacifico, in quel sonno ritrovato, in quelle ferite che col tempo si rimargineranno, che col tempo si ricostruiranno, senza avere altro per cui soffrire. Ma qualcosa pizzica nella sua testa, qualcosa che sa di dover fare ma che, per molto o poco tempo, non è di massima priorità. Un patto che busserà alla sua porta, ma non oggi, non qui, non nella sua casa, accanto ai suoi veri genitori, nella sua nuova e splendida vita. [End] [Chakra 30/30] [Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 - Tonico per Chakra x1 – Tonico Coagulante x1] Di colpo, il vuoto. La stanza buia in cui si trovava fino a quel momento inizia a crollare, come a frantumarsi in un lontano ricordo. Le figure che erano apparte pocanzi, iniziano a sparire insieme al mondo stesso. E tutto bianco intorno a se, una luce forte, che impedisce quasi di tenere gli occhi aperti "sono...sono morto...?" si domanderebbe mentre pian piano qualcosa di fronte a lui inizierebbe a prendere forma, materializzandosi come un susseguirsi di scene su di un grande schermo di un cinema, di cui Saisashi è l'unico spettatore. Di fronte a se la visione di se stesso da piccolo, mentre rincorre i suoi genitori, di colpo si farebbe più grande rivedendo il suo rapporto così distaccato da loro, coloro che lo hanno messo al mondo non prestavano alcun interesse verso di lui. Uno dietro l'altra le scene delle marachelle e delle cazzate che ha fatto fin da piccolo, solo per attirare la loro attenzione, senza avere risultati....la sensazione di desolazione, la può sentire, la sente di nuovo, ricorda quei momenti "perchè mi avete messo al mondo..?". La frustrazione che lo porta ad isolarsi da tutti, preso in giro dai suoi coetanei per essere un poco di buono. Vedrebbe la scena come se la stesse rivivendo, quei ragazzini lo puntavano con il dito, ridendo di lui..tutti.....tutti tranne Lind, che invece gli rivolse un sorriso, andando a parlare con lui "da oggi saremo grandi amici. Fanculo tutti gli altri!". Le scene del loro passato, il loro rapporto che cresce pian piano spingendoli al giorno della grande scelta. Lo rivive, proprio li, di fronte a se...la loro "grande scelta", scappare di casa e vivere giorno per giorno la monotonia della vita, come dei barboni spensierati in giro per le strade di Konoha, senza una casa. Nella scena successiva, può rivedere il primo incontro con Mekura, la loro sfacciataggine che finisce in un battibaleno con la loro testa sbattuta contro un bancone...lo ricorda...lo rivive "toglimi le mani di dosso GOOOORILLA SAIYAN!!". Riesce a risentire l'emozione provata per la sua prima cotta verso quella ninja tanto forte. Riesce a rivedere il momento in cui proprio lei si offre di far loro da sensei, dandogli uno scopo, una casa, una famiglia "si, ho deciso. Diventerò un ninja e fiiiiinalmente le ragazze si accorgeranno di meeee. Sarò il più FOOOORTE!". Sente di nuovo quel calore. Nella scena successiva un susseguirsi di lezioni accademiche, svolte di nascosto, i suoi allenamenti segreti, per poter stare al passo dei suoi compagni usando solo il proprio corpo, non essendo in grado di usare tecniche od armi. Sente il suo sudore sulla fronte "Anf....Anf...Fottuti bastardi...vi farò vedere di cosa sono capace! Supererò le vostre innate e le vostre stupide tecniche da cacasotto!" . Sente la gioia nel superamento dell'esame, rivive i festeggiamenti fatti a casa Mekura, ed il suo "fantastico premio" ricevuto per tale successo (il bagno insieme). Cambio di scena, ed ecco la prima missione con Lind, in cui incontra per la prima volta Sakura, la odiava, si presero ad insulti "sei solo una falsa ninja che abbandona i suoi compagni!". Subito dopo il ricordo delle porte dell'inferno, ciò da cui tutto ebbe inizio, la follia di Lind. Ricorda la rabbia, il dolore, la scomparsa del suo amico. Nessuno sapeva nulla. Nuova scena, ed ecco che si ritrova nella stanza di Sakura, sdraiato sul suo letto in preda alla febbre , senza potersi muovere....ogni ricordo di quell'amore sbocciato dal nulla, viene rivissuto passo dopo passo..il primo abbraccio, il primo bacio "io...ti...ti....ti amo.."...i genjutsu subiti, la cena con Furaya. In un lampo nella scena successiva si può rivedere il primo viaggio del genin, preso dallo sconforto, sentendosi inferiore agli altri compagni, ottiene il permesso da Mekura e viaggia verso Kusa, dove incontra Shiro , migliora il proprio taijutsu, fino ad incontrare JIN la leggenda, con cui si sfida apertamente in una lotta all'ultimo respiro "sei pronto??? NON MI FREGA UN CAZZO SE SEI UNA LEGGENDA. TI FARO' VEDERE LA MIA FOOOORZA!" . Da quel viaggio tornò maturato, cambiato, una persona nuova con una tecnica segreta nel proprio bagaglio ed il suo fisico trasformato in una macchina da guerra. Nelle scene successive, rivede tutto ciò che è successo con i suoi compagni, le missioni, le idiozie, le liti con Furaya, i battibecchi con il kage "sono tutti capaci a starsene dietro la scrivania come fai tu mentre i ninja combattono per te!!". Ed ecco che si giunge al torneo...la folla che esulta, l'emozione di mettercela tutta, nonostante nessuno credesse nella sua vittoria. I suoi allenamenti fino allo stremo, l'allenamento speciale con Mekura "sei la mia sensei, sottoponimi all'alenamento più disumano che tu possa conoscere!", fino a giungere almomento della vittoria. Il cuore che batte a mille, la gioia mista all'essere incredulo. Il suo braccio ch viene alzato al cielo dal cronista "IL VINCITORE DEL TORNEO DEI VILLAGGI E'......SAIIIIISASHIII!!!", le urla del pubblico che gridano il suo nome e subito dopo gli abitanti del villaggio che accettano la sua presenza, vedendolo con occhio diverso. Da quel momento il periodo più difficile, la tristezza nel non esser riuscito a ritrovare Lind, la disperazione del non essere abbastnza forte per salvarlo da solo...il rtrovamento di una pista, il viaggio con Raido ed il suo allenamento speciale "ragazzo, non ti serve il sigillo....io credo di aver visto in te un potenziale che pochi altri posseggono...ti sottoporrò ad un allenamento speciale e prometto di sbloccare il tuo potenziale latente." E così è stato. Nella scena successiva Saisashi torna al villaggio, nuovamente cambiato, il corpo pieno di cicatrici, diventato quasi roccia. I suoi occhi sono più forti, lo sguardo è più sicuro di se, ha raggiunto una forza di cui nemmeno lui è consapevole, nonostate sia solo uun genin. Nella scena finale, la lite con Sakura e con Mekura, il loro negare aiuto al suo grido per ritrovare il suo amico, ed infine la sua fuga, il suo addio verso la sua sensei "dentro il mio armadio, troverai una cosa che mi ha consegnato il kage...non mi sono mai sentito di indossarlo...Addio...Mekura...." il tutto fino al suo esser ritrovato dalla caccia, quella maledetta bambina a cui si è affezionato, Despair, il ritrovamento di Lind, il suo crollo mentale, il suo viaggio verso Konoha con intento di distruggerla. TUTTO RITORNA A FORMARE SAISASHI, mentre un muro si costruisce ora di fronte ai suoi occhi con quella scritta al di sopra di esso: "IO SONO SAISASHI". Sente la voce di Despair, afferra con forza il pennarello, per poi restare in silenzio qualche secondo. SI avvicinerebb tremante, con capo chino verso il muro. Un minuto di silenzio ed attesa. Lentamente, con quel pennarello, il corvino andrebbe a scrivere qualcosa sopra il muro, coprendo la visuale alla donna con il proprio corpo. Terminerebbe gettandolo a terra <io....io sono....> voce cupa e pacata. <IL SUUUUUUUBLIME!>, per poi sollevare il capo di colpo, girandosi verso la Donna con un sorriso serrato a trentadue denti, deciso e sicuro di se. Uno sguardo acceso e pieno di energia, il SUO sguardo di sempre. Con la mancina andrebbe a puntare il pollice verso se stesso a livello del petto. <SCUSATE PER L'ATTESA> [ch ON] Appena inizia a gridare, Saisashi può sentire qualcosa di freddo colpirgli la testa. Una vera e propria secchiata d'acqua gelida. Improvvisamente si ritroverebbe nella periferia di Konoha, in piedi, fradicio , vicino alla finestra di uno dei palazzi dalla quale si affaccia un uomo di mezza età in canotta, con un paio di baffi grigi e un corpo tarchiatello <E CHISSENE FREGA CRETINO! C'è GENTE CHE STA DORMENDO!> ne segue l'apertura di un'altra finestra dalla quale appare una donna <O BERTINO! QUI MI SVEGLI I BAMBINI!> grida anche questa <E AL DIAVOLO TE ED I TUOI BAMBINI URLANTI> Probabilmente Saisashi dovrebbe andarsene ora che può, in ogni caso, all'interno della tasca dei giubbotto troverebbe un biglietto con un indirizzo scritto sopra " si trova li". In quel momento tuttavia nella sua mente, un bisbiglio, un sussurro che scivola "queste persone non meritano il tuo perdono" un sibilo, un seme del male, un seme della caccia. [end]