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Chiacchiere sotto la pioggia

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con Raido, Haran

21:10 Haran:
 Ha iniziato a piovere. Quelle che erano state solamente un paio di gocce sono ben presto divenute un bell'acquazzone. Le nuvole scure si sono addensate andando a nascondere alla vista la candida luna bianca di quella notte ed un violento temporale si è scatenato andando a riversare sull'Erba un violento scrosciar d'acqua. La brezza è tagliente, l'aria fresca e di tanto in tanto un tuono roboante scuote l'aere riverberando un rombo assordante tutt'attorno. Azumi si trova nel bosco dei ciliegi, al riparo dalla pioggia sotto la tettoia di legno di uno dei vari chioschi presenti lungo la zona. Vista la tarda ora il chiosco è chiuso e praticamente nessuno si trova a passeggiare per quelle vie sotto quel tempaccio. Lei ci si è ritrovata d'un tratto mentre era fuori per una passeggiata solitaria. Lo spazio riparato è poco, la tettoia non è particolarmente larga, ma sufficiente per la sua esile e minuta figura. Il vento sospinge ugualmente qualche goccia al di sotto della copertura ma in una quantità così minima da impedirle di raggelare come sarebbe successo se avesse continuato a camminare sotto quel tempo inclemente. I lunghi capelli celesti aderiscono, umidi, al suo collo candido, ai vestiti per lo più asciutti ma pesanti di quell'umidità che pregna l'aria. Indossa un corto kimono dal tessuto pesante e caldo, di un colore blu scuro. Le maniche lunghe ed ampie nascondono la forma delle braccia e l'obi azzurro attorno al suo ventre stringe il corpo tenendo ben fermi i lembi di tessuto che, incrociati, nascondono il suo petto. La gonna a balze che completa il kimono è del medesimo colore della parte superiore dell'indumento ed è decorata da un motivo floreale azzurro chiaro che risale dal bordo della gonna fin lungo il fianco. Le gambe magre ma sode sono coperte da calze color carne piuttosto spesse, mentre ai piedi indossa dei bassi stivaletti ninja perfetti per ogni genere di terreno e dotati di un bassissimo tacco. Non ha armi con sé, né strumenti. Il chakra è sopito in lei, solo il coprifronte presente legato attorno alla coscia sinistra. La sua figura è piuttosto graziosa alla vista: ha un portamento elegante, una espressione raffinata e composta, una femminilità ereditata da sua madre e mai sfruttata davvero. <Uff> Sospira pigramente lasciando scivolare una ciocca di capelli celesti dietro l'orecchio destro, sollevando dunque il capo per portare le limpide iridi celesti ad osservare la pioggia che scende scrosciante da oltre la tettoia del chiosco.

21:23 Raido:
  [Bosco] E' in prossimità della casa di Fumiko, non può fare a meno di passarci davanti, la ragazza gli manca e gli manca tanto. A casa con se ha una sua copia ma non è la stessa cosa, non è come essere con quella vera. Cerca di non pensarci, di andare avanti aspettando il suo ritorno dalla caccia e per fare quello ha scelto proprio il bosco come luogo dedito al suo passeggio serale. I passi si susseguono uno dopo l'altro sotto quel cielo coperto da grossi nuvoloni grigi tendenti al nero la cui capienza è ormai sorpassata e la pioggia cade rovinosamente sul terreno bagnando tutto e tutti. I capelli del Jonin cadono lungo la schiena bagnati, fradici, si appiccicano al collo, al vestito e sulla fronte rendendoli al quanto fastidiosi, forse è ora di tagliarli sul serio ma è troppo presto per pensarci e poi tiene sul serio alla sua chioma argentata. I passi si susseguono lenti, calmi, non vuole correre il rischio di farsi male o di cadere, non ora che tutto sta andando bene, non ora che tutto sta andando per il verso giusto. Indosso, come suo solito, porta un semplice kimono bianco che giunge fino alle ginocchia; le punte basse del kimono sono rosse così come le maniche. Una cintura rossa legato e stretta alla vita per tenere chiuso il kimono mentre sotto di esso non vi è niente ed è possibile vedere e notare dei pezzi di metallo e una vestaglia un po' più pesante del normale, qualcosa di aderente al corpo ovvero un'armatura pesante per proteggerlo da possibili guai in arrivo. Pantaloni neri a ricoprire le gambe, pantaloni da ninja mentre ai piedi porta dei semplicissimi sandali neri, sempre ninjeschi. Sulla schiena ha posto la samehada, sua fedele arma in ogni situazione ed è anche la più potente di tutto l'armamentario mentre alla vita ha legato la sua katana, compagna di mille avventure che non lascia indietro. Le vesti iniziano ad appiccicarsi al corpo, diventano insopportabili così come quel tempo stesso. Avanza verso il chioschetto più avanti, gli occhi fissi su di esso cercando di arrivarci il prima possibile e una volta giunto nota la presenza di una giovane ragazza dai capelli azzurri. E' la prima volta che vede quella donna a Kusagakure. La scruta per qualche attimo prima di andare a mettersi sotto la tettoia <Permette? Non ce n'è sono altri per un po' e il tempo non vuole collaborare> chiede con gentilezza dandole del lei, una forma di rispetto che non usa da tanto tempo ma ora è tornato, ora è nuovamente sicuro di se, ora è il vero Raido. [Chk on][Armatura pesante equip][Samehada equip][Katana equip]

21:34 Haran:
 Il buio è piuttosto spesso e non vi sono luci ad illuminare la via se non i lampioni che si susseguono ad intervalli regolari lungo la capienza dell'intero bosco. Gli alberi spogli sono un po' tristi e spettrali in questa nottata silenziosa; i rami si dilungano verso l'alto come falangi nodose, pronte a graffiare e squarciare il cielo con i loro artigli sottili. Un lampo abbaglia ogni cosa per un brevissimo istante, subito seguito dal roboare di un tuono piuttosto distante e Azumi nota come l'acqua abbia creato molteplici pozzanghere lungo il sentiero. Si chiede se avrebbe piovuto fino al mattino, se sarebbe rimasta bloccata lì ancora a lungo e se la sua unica possibilità per tornare a casa avrebbe dovuto comportare una doccia gelida e un possibile raffreddore. Per il momento, comunque, decide di attendere e vedere se le cose si sarebbero calmate, rimanendo con di poco distaccata dal muro del chiosco, al coperto sotto l'ombra proiettata dalla tettoia di legno della struttura. Tutto sembra essere monotono e uguale fino a quando una chiazza bianca non si fa spazio nella notte, in avvicinamento. Azumi assottiglia appena lo sguardo distinguendo nel giro di pochi istanti, i lineamenti di una figura umana. Man mano che questa si fa più vicina la giovane riesce a notare i lunghi capelli d'argento, la pelle pallida, gli abiti chiari. Non ci vuole molto perchè riconosca in quella figura il jonin dell'Erba Raido Oboro. A quanto pare non è stata l'unica a venir sorpresa da quel tempaccio e, quando l'altro si fa avanti, le chiede se può sostare lì assieme a lei per ripararsi dalla pioggia. La ragazza rimane immobile ad osservarlo per qualche secondo, chiedendosi che tipo di espressione avrebbe potuto mostrare se per gioco avesse provato a dirgli di no. Ma è un gioco che non vale la pena fare e, semplicemente, alla fine va inspirando silenziosamente dalle narici. <Certo. Ce n'è di spazio> dice semplicemente annuendo piano col capo. Non sa bene cosa potrebbe dire ad un ninja di quel livello, a quello che avrebbe potuto essere tecnicamente il capo del capo del suo capo, ma sente che l'idea di rimanere entrambi in silenzio in una situazione come quella non è comunque piacevole. <Iniziavo a pensare che questo temporale avesse intrappolato solo me qua fuori> commenta, semplicemente, dicendo la prima cosa che le passa per la mente, tenendo lo sguardo fermo dinnanzi a sé, verso il sentiero che si dirama ormai scivoloso per il bosco.

21:51 Raido:
  [Bosco] L'idea di passare la serata sotto la pioggia non lo attizza, si sarebbe ammalato facilmente, specialmente ora che la sua saluta non è al massimo, non dopo che ha passato un periodo tanto buio da debilitarne interamente il corpo in quella maniera e la tettoia gli appare una soluzione più che efficace per restare in salute. Non si sarebbe aspettato di trovare qualcuno in quel posto con quel tempaccio e spera vivamente di ricevere il permesso di sostare sotto li altrimenti sarebbe dovuto fuggire a casa o peggio, avrebbe dovuto fare irruzione nell'abitazione della Senjuu senza permesso per evitare di bagnarsi troppo ed a lungo. Resta in silenzio a scrutare la di lei figura per pochi attimi finchè non ne ode la risposta e un leggerissimo inchino viene fatto dinanzi alla ragazza <Vi ringrazio> gli occhi si chiudono per qualche attimo giusto per essere il più formali possibili. Con quel permesso ricevuto andrebbe a togliere la samehada dalla schiena per poggiarla vicino al tavolino, poco importa se si bagna, è una pelle di squalo, non una pelle di procione, l'acqua è il suo pane quotidiano ed è grazie a quell'arma che il suo controllo sul suiton è aumentato e si è rafforzato in quel modo tanto sofisticato. Il silenzio piomba tra i due mentre si siede sollevando la katana in modo che non impedisca l'operazione, lo sguardo viene mantenuto davanti a se, fissa letteralmente il nulla, fissa la pioggia cadere copiosa, le pareti della tettoia, tutto quanto meno che la ragazza per non creare una situazione d'imbarazzo anche se, ora come ora, l'imbarazzo c'è e non si sa per cosa. Per fortuna ci pensa lei a rompere il ghiaccio, a cominciare una conversazione e un mezzo sorriso si crea sul volto del Jonin. Gli occhi ocra vanno a portarsi sulla genin, distaccati, di ghiaccio, non lasciano più trasparire alcuna emozione, non vuole che qualcuno lo veda, nessuno deve capire chi è, non più <Purtroppo ci sono cascato anche io, pensavo di rilassarmi nel bosco e invece è stata una corsa contro il tempo, letteralmente> una piccola assonanza tra il tempo in qualità di meteo e tempo in qualità di ore, minuti, secondi, quasi simpatico dire <Non vi ho mai vista a Kusa> nota il copri fronte legato al braccio con il simbolo di Kusa, questo è davvero strano, non ha mai sentito parlare di lei e non compare nemmeno nei registri del villaggio <Siete appena arrivata?> forse, come lui, anche lei è stata trasferita da un altro villaggio per un qualche capriccio di qualche Kage come successo con Yukio. [Chk on][Armatura pesante equip][Samehada equip][Katana equip]

22:07 Haran:
 L'uomo s'inchina lievemente, ringrazia e dunque prende posto al coperto di quella tettoia mentre la ragazza si limita a ricambiare quel piccolo inchino con un lento moto del capo. Abbassa di poco la testa, i capelli celesti a scivolare come lembi di una tenda ai lati del viso, lungo le spalle, pendendo nel vuoto. Rialza dunque il viso vedendolo sedersi, liberarsi della spada, osservare l'ambiente circostante in silenzio. Sarebbe una visione quasi rilassante se non fosse che sono due completi estranei, da soli, di notte, costretti ad una convivenza forzata per via di quel brutto temporale. Insomma, un po' d'imbarazzo c'è, e la giovane tenta di spezzarlo dicendo la prima cosa che le passa per la mente. Non è una grande chiacchierona, non ama le lunghe conversazioni, ma preferisce una conversazione banale ad un silenzio troppo denso e scomodo. L'altro non sembra essere infastidito dalla sua iniziativa e dunque va sorridendo nel risponderle. Azumi sorride a sua volta trovando piacevole quel semplice gioco di parole. < Per fortuna ero qui vicina quando ha iniziato a peggiorare. Ma adesso inizio a chiedermi se abbia intenzione di smettere. > commenta lei andando a sporgere solo di poco il capo verso il limitare della tettoia per alzare le iridi verso l'alto, verso il buio cielo soprastante. Le mani son portate dietro la schiena, intrecciate fra loro, mentre i lunghi capelli lasciati lisci scivolano ai lati del suo corpo ad ogni minimo movimento. In qualche modo i due hanno una chioma assai simile per lunghezza ed aspetto, l'unica reale differenza risiede nella dissimile sfumatura di colore. Ode dunque il successivo dire del jonin e si ritrova a schiudere le labbra volgendo solo ora il viso in sua direzione, tornando in posizione eretta con le mani a pendere inermi lungo i fianchi. < No. > dice dopo alcuni attimi di silenzio sostenendo lo sguardo altrui, sbattendo le ciglia. < E' già qualche anno ormai che vivo qui. > spiega senza troppi particolari andando a volgere ora il viso verso l'orizzonte, lo sguardo a disperdersi nel nulla mentre il tono muta appena di tonalità andando a sfumare verso una intonazione leggermente più amara. < Passo solamente inosservata. > O quanto meno questo è quello che ha sempre tentato di fare. Non attirare l'attenzione, mantenere un profilo basso, impedire che la notizia della sua esistenza si propaghi fino a raggiungere il Villaggio del Suono e dunque le orecchie degli assassini di suo fratello.

22:29 Raido:
  [Bosco] L'imbarazzo in questi casi è la cosa più normale che ci possa essere, due sconosciuti che non si sono mai vista ne mai incrociati si ritrovano in un posto stretto e vicini, costretti da un tempo infido e infame, un tempo che non permette a nessuno di uscire, ne di andare in giro. Se non fosse per la pioggia sarebbe già a casa ad abbracciare Kouki, davanti al camino a giocare con lei, passare del tempo con lei e invece è fermo li senza sapere cosa fare e dire. Il ghiaccio viene rotto dalla donna, probabilmente nessuno dei due ama i silenzi imbarazzanti, nessuno vuole convivere in quel modo per il tempo necessario <Smetterà, non si preoccupi> un altro cenno del capo viene fatto dal ragazzo in direzione della donna <In questo periodo è normale che piova tanto, almeno a Kusa ma non mi aspettavo che continuasse per tutto questo tempo> sta continuando da troppo per i suoi gusti, veramente troppo. A Kiri ha vissuto sotto la nebbia, ha praticamente passato il tempo sotto il maltempo ma qui, qui le cose sarebbero dovute cambiate e invece no. Non hanno molto da dirsi e questo è evidente purtroppo, non si conoscono, non sanno che argomenti toccare, lui stesso non sa cosa dire senza essere troppo invasivo o dire qualcosa di storto che possa creare disguidi. Forse la cosa migliore è fare la cosa più semplice di tutte durante un primo incontro <Mi chiamo Raido Oboro, comunque> un altro cenno del capo in sua direzione viene fatto. Presentarsi è la cosa più semplice che ci sia, qualcosa che rende il tutto più piacevole, più tranquillo. Il silenzio ripiomba tra i due, un piccolo silenzio tombale mentre pone quella domanda alla ragazza. Il silenzio va avanti, pochi attimi in cui, probabilmente, ha chiesto qualcosa di troppo eppure la risposta arriva alle orecchie del Jonin, un "no" secco che non ammette repliche ma la spiegazione giunge veloce dopo, qualche anno. Vive a Kusa da un po' e non l'ha mai vista, questo è strano, davvero strano. Il tono di voce cambia, diviene più amaro, più triste sotto certi versi ma è palese che la mente sia rivolta ad altro, verso qualcosa che non è presente in questo momento <Anche io cerco di passare inosservato nel villaggio> un mezzo sorriso si forma sul viso dell'Oni, piccolo e impercettibile <E' una sensazione bella camminare per strada, nessuno ti conosce, nessuno ti vede, sei libero> è una cosa che brama e che vuole, una cosa a cui tiene veramente ma che, purtroppo, ha perso con il tempo <La capisco ma, nella sua voce, c'è qualcosa di malinconico, si sente bene?> una piccola preoccupazione improvvisa. [Chk on][Armatura pesante equip][Samehada equip][Katana equip]

22:57 Haran:
 Già. Ormai è lì da quanto? Minuti? Ore? Non ne è certa. Il tempo si disperde quando nulla attorno accade, quando il paesaggio rimane uguale ed immutato a lungo. Nessuno è passato da lì, niente è cambiato attorno a lei se non l'incessante ritmo della pioggia e ciò ha reso difficile per Azumi riuscire a tenere un ipotetico conto del tempo passato lì sotto. Sa solo che inizia ad essere annoiata, che inizia quasi a tollerare l'idea di farsi un bagno sotto la pioggia piuttosto che rimanere in attesa sotto quella tettoia. La voce dell'Oboro la raggiunge, quel commento va a portare il di lei viso ad annuire piano. < Speriamo si esaurisca presto > dice, semplicemente, stringendosi nelle spalle per poi ritrovarsi nuovamente costretta in quel silenzio denso e avvolgente. Una situazione non propriamente spiacevole, ma scomoda. L'altro sembra essere tranquillo e nient'affatto scortese, ma non lo conosce e non ha idea di cosa potrebbe mai dire ad un totale sconosciuto. Se l'estraneo in questione, poi, è anche un famoso ninja del Villaggio ove vive ormai da diversi anni, la situazione è ancora più bislacca e complessa. Si sente troppo debole per poter in qualche modo risultare una compagna di conversazione stimolante e, oltretutto, non è neppure una grande esperta dell'arte oratoria. Ha un carattere piuttosto chiuso ed introverso e le riesce difficile aprirsi al prossimo: non è esattamente un gran punto di partenza per una situazione come quella. Tuttavia in qualche modo il suo banale tentativo di far conversazione ha avuto successo e l'altro ha colto l'occasione per proseguire con la chiacchierata. Si presenta all'indirizzo della ragazza portando Azumi a volgersi verso di lui e quindi distendere appena le rosee in un risolino leggero. < Sì, lo so. > dice come se solamente uno sciocco non avesse potuto sapere quell'informazione. < Io sono Azumi. > si presenta a sua volta con un lieve inchino del capo, omettendo il cognome come ormai è abituata a fare da quando è lì. Non che abbia qualcosa da nascondere, non a Kusa almeno, ma l'idea di dover impedire ad orecchie sbagliate di udire il suo nome si è radicata così a fondo nel suo animo da portarla a presentarsi sempre allo stesso modo. L'altro prosegue nel suo dire portando la giovane a sollevare un sopracciglio quando quelle prime parole la raggiungono. < Mi perdoni se glielo dico ma non sta svolgendo proprio un ottimo lavoro. > dice ironica riferendosi al suo tentativo di passare inosservato per strada. Comprende però quello che cerca di trasmetterle; la sensazione di muoversi in mezzo agli altri come uno spirito invisibile, parte del flusso, libero di fare ciò che più preferisce senza interruzioni, senza fastidi. Ma sono le sue ultime parole che portano Azumi a sussultare appena e a ruotare il capo in sua direzione schiudendo di poco le labbra morbide. < Sì, no, sto bene. > dice inciampando appena nelle proprie parole, scuotendo il viso e le mani dinnanzi a sé. < Niente di importante. > sminuisce così l'argomento andando quindi a cercare di sviare la di lui attenzione su ben altro tema. < Come mai vorrebbe passare inosservato? Molti ninja ucciderebbero per avere una fama come la sua. > chiede, quindi, sostenendo il di lui sguardo con le sue iridi azzurrine.

23:20 Raido:
  [Bosco] Parlare delle condizioni atmosferiche non è qualcosa di emozionante e si esaurisce piuttosto in fretta e si passa ad altro, alle presentazioni. Per un momento si è dimenticato di essere conosciuto e rimane leggermente spiazzata andando a sorridere a quel risolino che la ragazza gli sta rivolgendo mentre pronuncia quelle parole. Non c'è più emozione nel dire il proprio nome, non c'è più sorpresa, tutti quanti sanno chi è, tutti quanti lo conoscono e sanno quasi tutto di lui, almeno in apparenza, almeno in superficie possono dire di conoscerlo <Già, me n'ero dimenticato> china lo sguardo portandolo sul tavolo, osserva letteralmente il tavolo senza più incrociare lo sguardo della genin. Non le ha chiesto nemmeno il grado, non le ha chiesto niente, si sarebbe informato una volta arrivato al palazzo del governo per capire se ha frequentato l'accademia e come mai non è passata sotto il suo sguardo come tutti i deshi di Kusa. Solitamente è lui ad esaminarla ed a decidere se promuoverli o meno ma lei gli è sfuggita, forse ha completato l'accademia in quei giorni di totale assenza in cui è letteralmente caduto a terra come una larva <Solo Azumi?> alza lo sguardo portandolo versa di lei, si, è impiccione sotto certi versi ma preferisce avere un quadro completo e non solo una parte di esso <Piacere di conoscerla> un ennesimo cenno del capo viene fatto. Gli è mancato comportarsi così, in modo distaccato, in modo più raffinato, cortese, un modo che lo ha sempre caratterizzato in passato e che ora sente di nuovo suo nonostante tutto quello che è successo. Nuovamente riesce a farla sorridere, è strano, davvero strano ma ci riesce <Me ne duole ma lo so, sto cercando di rimediare> vuole tornare ad essere anonimo come un tempo, come una volta ma nemmeno a Kiri può dire di essere realmente sconosciuto ma almeno li nessuno gli ha mai dato fastidio, nessuno ha mai osato avvicinarsi in quanto conosciuto abbastanza da sapere quando interpellarlo o quando no. Ha capito che vi è qualcosa che non va in li, c'è qualcosa che la preoccupa, che la porta via con la mente in questa giornata di pioggia <Mh> non sta bene, non nel modo in cui intende lui eppure le preoccupazioni della giovane permangono e non crede non sia niente di importante. Non risponde, non dice niente per non insistere ma si concentra sulla successiva domanda della donna nei suoi confronti, una domanda la cui risposta è praticamente già pronta e detta <Per avere quell'espressione sul viso senza dover attirare l'attenzione di nessuno> indicando il visino della genin, delicato e gentile, un visino puro e gentile <Quando sono fuori casa non posso mostrare cosa mi passa per la testa, non posso far vedere se sono triste, se sono felice, non posso fare niente senza attirare l'attenzione ma voi si, voi potete, potete essere libera di sentirvi come volete> è una bella sensazione quella che il Jonin vorrebbe provare e che la ragazza prova in questo momento <E comunque non credo sia niente di importante, un'espressione del genere la si ha quando qualcosa ci prende veramente> consce le emozioni umane, ne ha provate fin troppe in questo periodo e adesso sa. [Chk on][Armatura pesante equip][Samehada equip][Katana equip]

23:37 Haran:
 La domanda dell'albino porta Azumi a mordere il labbro inferiore. Non avrebbe senso sviare il discorso, non sarebbe sensato o prudente negare alcun ché davanti ad una richiesta così diretta e precisa, eppure una parte di lei vorrebbe potersi tirare indietro da quella domanda. Ormai a quanto pare più gente di quanta credesse conosce la sua identità e tuttavia ancora non si sente al sicuro all'idea di andare a pronunciare ad alta voce quel cognome che solo fino a pochi giorni prima riconosceva quasi come una condanna, sicura che al mondo non esistessero altri Goryo come lei. Non più, comunque. Alla fine la giovane espira piano e, alzando di poco il viso con fare sicuro come per affrontare una dura sfida, continua. < Goryo. Azumi Goryo. > si presenta nuovamente, questa volta senza omettere o trattenere alcun ché se non il suo banale grado ninja. < Genin di Kusagakure. > Un tempo si sarebbe presentata come genin di Oto ma ormai quei tempi son finiti ed è divenuta Kusa la sua casa. Kusa e l'abitazione che condivide con la sua piccola Torihi. < Piacere mio. > replica al dire altrui con un lieve inchino del busto, tornando dunque in posizione eretta subito dopo e udendo le risposte che l'altro dà alle sue parole. Sembra proprio che l'uomo preferirebbe essere un signor nessuno piuttosto che il famoso e rinomato ninja che è e Azumi può in parte comprendere quel sentimento; lei personalmente odierebbe la fama ma era certa che fosse un qualcosa che solamente lei sentiva appartenerle. Invece, a quanto pare, è una sensazione condivisa anche da altri, persino da chi è condannato dalla sua stessa fama. La pioggia continua a riversarsi senza pietà dal cielo in uno sciabordio dolce e violento al tempo stesso. Un tuono rimbomba distante, un lampo illumina ogni cosa e svanisce nel giro d'un battito di ciglia. Azumi rimane meravigliata del modo in cui tutto diventi semplicemente bianco per un infinito istante quando un fulmine si manifesta e sfarfalla le ciglia scure quando l'oscurità cala nuovamente attorno a lei. La voce di Raido infrange nuovamente i suoi pensieri andando a rispondere alla sua domanda. Azumi lo guarda negli occhi, ascolta, e quando lo spadaccino va pronunciando quelle ultime parole si trova a fissarlo in silenzio per diversi istanti prima di muovere un paio di passi fino a raggiungere il tavolo al quale egli è seduto. Scosta una delle sedie vuote presenti e va a prender posto con le gambe elegantemente chiuse, la schiena dritta, portando le mani a giacere immobili sulle proprie cosce, sul tessuto morbido e caldo della gonna del suo kimono. < Vi siete appena smentito. > sorride lesta, lei, sfidando con lo sguardo l'altrui volto. < Avete detto che una persona sconosciuta come me può liberamente mostrare il proprio sconforto senza attirare attenzioni, eppure eccovi qui a notare lo sguardo che ho in viso. > spiega lei con tono tranquillo senza mostrare particolare fastidio né risentimento. E' semplicemente una constatazione, un dato di fatto. < Le attenzioni non fanno per me. Preferisco non essere notata. > spiega alla fine lei umettandosi le labbra, ruotando ora il viso così da portarlo verso la strada oltre la tettoia. < Ci sono persone che vorrei non sapessero di me. > aggiunge, mesta, tornando a puntare lo sguardo sul volto del jonin. < Tutto qui. > conclude, semplicemente, andando a sostenere lo sguardo altrui col proprio, senza abbassare o distogliere le iridi da quelle ocra dello spadaccino.

00:05 Raido:
 Una Goryo, un'altra Goryo si manifesta al suo sguardo. Non ha molta fortuna con i membri di quel clan visto che una ha quasi ucciso la sua bambina e un'altra ha tentato di baciarlo a tradimento. In qualche modo deve essere una calamita per i membri di quel clan, specialmente i membri femminili, riesce sempre a trovarne e quando succede, tutto va in malora, tutto quanto va letteralmente a farsi benedire e succedono casini su casini. Kouki è andata in ospedale e ha passato giorni con lei a consolarla. Per via di Sayuri il rapporto con Fumiko è andato in malora. Non prova molta simpatia per quel clan, si può dire che non ne prova niente ma giudicare un libro dalla copertina non è il suo stile e Azumi sembra tutto meno che malvagia o con cattive intenzioni e questo è un dato di fatto assoluto praticamente. Una genin, solo una semplice genin, è alle prime armi e questo va a confermare il suo pensiero, lo è divenuta nel momento in cui è caduto rovinosamente <Azumi Goryo, un bel nome> e anche questo è un dato di fatto, Goryo a parte ovviamente. Un semplice cenno del capo viene fatto mente quella discussione procede tranquilla, va avanti senza intoppi, sono momenti semplici, di pura semplicità e non pretendono di essere diversamente, sono nati così e devono morire tali. La pioggia aumenta sempre di più, fulmini, tuoni e lampi si abbattono sulla terra e per pochi secondi uno di essi va ad abbattersi vicino a loro illuminando tutta quanta la zona. Uno spettacolo meraviglioso come se ne vedono di rado in quella zona del paese dell'erba, una zona che solitamente è tranquilla, molto tranquilla. Gli occhi si spostano sulla Goryo, vanno a puntarsi sul di lei viso notando come, per la prima volta, decide di avvicinarsi, decide di muoversi e di andare a sedersi dinanzi al Jonin in un portamento quasi regale, molto raffinato, molto tranquillo, illibato si può dire. Si fissano per qualche momento, la guarda negli occhi cercando di capire cosa pensa e questo pensiero viene mostrato a parole <Ah si?> ora è curioso di sapere come, ora ha attirato la sua attenzione ma anche quelle parole hanno una risposta pronta, una risposta che non tarda ad arrivare. Sorride leggermente chinando il capo verso il tavolo ancora una volta <E' vero ma solo perchè avevo lo stesso sguardo qualche giorno fa> provare le stesse cose a così poco tempo di distanza, per quanto ne sa lui ovviamente. Capisce ogni sua singola parola e le condivide alla fine ma non sempre <Le attenzioni, se sono sincere, se sono giuste, fanno bene al corpo e allo spirito> possono essere attenzioni di ogni tipo purchè siano positive, questo è il significato della sua frase, positive, pure, sincere e senza nessun doppio fine o qualsiasi altra cosa <Non lo sapranno se tu non vuoi che sappiano> dipende da lei e non dalla sua fama <Oppure le affronti> questa è un'alternativa molto sua, molto particolare, affrontare un problema, risolverlo subito e non pensarci più. [Chk on][Armatura pesante equip][Samehada equip][Katana equip]

00:21 Haran:
 Non saprebbe dire se il suo nome sia bello o no. Le sembra semplicemente... banale. Sarà che è la norma quando si sente ripetere in continuazione una parola, sarà che spesso è difficile apprezzare davvero ciò che si possiede fino a quando non lo si perde. Chissà... magari se un giorno avesse perduto il suo nome forse avrebbe pensato anche lei che sia bello. Per ora le sembra semplicemente una parola come tante, un modo per identificarla.< Grazie. > risponde con semplicità senza ostentare finta modestia o senza voler polemizzare su quella che, a conti fatti, è una semplice gentilezza. I Kami solo sanno quanto, di quei tempi, una cortesia disinteressata sia rara e perciò decide di non contestare preferendo apprezzare quel gesto ed esserne riconoscente. L'incontro si rivela essere tranquillo. Contrariamente a quanto si era aspettata l'uomo non sembra essere infastidito dalla sua presenza, né pare guardarla con la sufficienza che si riserverebbe a qualcosa che ci è inferiore. La tratta come si potrebbe trattare un proprio pari, le riserva la stessa educazione che avrebbe potuto mostrare ad un'altra jonin o ad una civile. La cosa le fa piacere, rende le cose più semplici e leggere. L'imbarazzo scema pian piano e, man mano che nota l'educazione altrui, si ritrova a pensare che tutto sommato persino il silenzio sarebbe stato più facile da sopportare al fianco di quell'uomo dai capelli d'argento. Tuttavia in qualche modo hanno trovato qualcosa di cui parlare e le loro parole si succedono l'una dopo l'altra, l'una in risposta all'altra. Azumi sembra aver catturato la di lui curiosità con le sue parole e quando va spiegandosi l'altro si ritrova a sorridere con leggerezza. Ella ascolta il suo dire e si ritrova a puntare le iridi azzurre sul suo volto pallido. < Anche voi eravate assorto in riflessioni importanti? > domanda lei inclinando di poco il capo, con la stessa delicatezza d'un gatto che muove il muso per meglio osservare lo sbattere d'ali d'una falena. Il successivo dire di Raido la porta però a stringere le labbra, a espirare piano, con fare silenzioso. < Dipende da quanto è importante per noi la persona che ce le rivolge, suppongo. > osserva lei con semplicità, rialzando poco dopo lo sguardo. < Non c'è nessuno da cui m'importi ricevere attenzioni qui. Soltanto una persona. Tutti gli altri non contano. > Può apprezzare la gentilezza e la cortesia di una persona sconosciuta, ovviamente, ma l'educazione di un estraneo non potrà toccarla e confortarla quanto l'affetto di una persona cara. Ma lei non ha nessuno che potrebbe definire 'caro' a questo mondo escludendo Torihi e perciò preferisce rifuggire qualsiasi tipo di attenzione così da evitare possibili problemi. < Non lo sapranno > ripete lei con decisione, lo sguardo determinato ad illuminarsi di una scintilla di forza e convinzione. < E' meglio così. > annuisce sicura sapendo di rendersi fin troppo riservata e bizzarra con quel suo modo così breve e semplice di rispondere. Ma non è qualcosa che vorrebbe rivelare ai quattro venti, non è qualcosa di cui vorrebbe parlare in generale. < Ma vi ringrazio per averlo notato. E' stato gentile da parte vostra. > aggiunge quindi, dopo poco, tentando quanto meno di dimostrarsi cortese nei di lui riguardi. Dopotutto avrebbe potuto semplicemente ignorarla e non dire niente.

12:36 Raido:
 La vita si dimostra strana in molti casi, anche fin troppo strana, permette all'uomo di passare momenti terribili, momenti in cui si desidera la morte perchè non si vede un'alternativa e poi, tutto quanto, torna tranquilla. Per mesi e mesi il suo cuore è rimasto chiuso in una morsa d'acciaio, la sua mente è stata distrutta e lui stesso è caduto, rompendosi definitivamente. Giorni bui, gli occhi non hanno visto altro che ombre e persino la presenza della sua Kouki non ha sortito alcun effetto. E' rimasto in un limbo per così tanto tempo, per talmente tanto tempo da preferire la dipartita prematura piuttosto che continuare ad andare avanti in questa vita ma tutto è cambiato, ogni singola cosa è cambiata in questi pochi e ultimi giorni. La sua vita ha preso una piega a dir poco strana e tutto si è azzerato, tutto è tornato alla normalità. In quella missione ha capito cosa gli piace, ha capito la vera essenza di se stesso e dell'essere un guerriero, un soldato esperto, ha provato l'ebrezza di confrontarsi con ninja ben più potenti di quanto lui possa immaginare. Ha ucciso a sangue freddo divertendosi in un certo senso, si è divertito senza avere pietà per nessuno riscoprendo una parte di se stesso e poi? Poi ha fatto ritorno e la Senjuu gli ha dato il colpo di grazia, l'ultimo colpo per farlo tornare quello di un tempo. I dubbi sono andati via, le indecisioni sono scomparse così come la sua innaturale insicurezza. Sa di cosa è capace, conosce bene la sua forza, conosce bene se stesso e la rinascita è avvenuta quando meno se lo sarebbe aspettato. Anche ora, in compagnia di Azumi, sente di aver ritrovato il se stesso di due anni a mezzo fa, quello che è arrivato a Kusa, quello che ha trovato l'amore in Kaori, quello che ha combattuto contro il consiglio facendo il doppio gioco. La forza nel suo corpo scorre forte e potente, sente i muscoli andare in fermento al solo pensiero e ora riesce anche a godersi la compagnia di altri senza sentirsi a disagio, incerto, senza avere su dubbi su cosa e cosa non fare. Ora come ora non gli interessa niente di nessuno, nessuno è più importante di lui e anche se ferisse quella ragazza, non ne risentirebbe in modo alcuno. Non nega che abbia un bel nome, non lo ha mai udito prima d'ora e non ha mai visto lei prima d'ora. Non avanza altri complimenti, non è il caso, non è nella posizione per farlo anche se gli occhi volano sui di lei capelli, lunghi e azzurri, una novità per gli occhi e per la sua mente. Un grazie semplice quello di lei, un grazie che potrebbe anche non essere detto e si sarebbe accontentato, non ha doppi fini, non ha desideri nascosti. Muove il capo verso il basso, un altro cenno prima di spostare lo sguardo dinanzi a se. Pochi attimi prima che la donna si muova prendendo posto sulla sedia in posizione regale. Stanno parlando, stanno sostenendo una chiacchierata tranquilla, interessante sotto molto punti di vista e stanno passando una bella e piovosa serata <Si, riflessioni che hanno condizionato tutta la mia vita> e sono proprio quelle riflessioni ad averlo distrutto in modo tanto potente, in modo così forte da buttarlo giù completamente. Gli occhi si perdono qualche istante nei proprio pensieri, assorto per pochi attimi in quella che è proprio la sua vita adesso e prima <Si ma sa, non deve essere sempre così. Si, più la persona è importante e più quelle attenzioni sono belle ma ogni tanto, fa bene lasciarsi andare e godersi quella che è la vita> e qui arriva un qualcosa che ha imparato da solo, che ha imparato quel giorno quando Fumiko lo ha trovato devastato nella camera da letto <La vita è una sola e non è nemmeno tanto lunga, specialmente per noi che la rischiamo tutti i giorni. Cerchi di godersela per non avere rimpianti> purtroppo lo ha imparato troppo tardi altrimenti le cose, probabilmente, sarebbero completamente diverse ora <Allora stia con quella persona. E' bello essere cercati ma se si vogliono attenzioni, bisogna anche cercare> andare dalla persona con cui si desidera stare, andare e stare con lei per portare avanti con quel rapporto. Vede una scintilla di determinazione nel suo sguardo, una scintilla che non vede da molto, moltissimo tempo. La ragazza ha una grande forza d'animo, ha una grande energia, sopita da tutti quei pensieri che si accumulano nella di lei mente. Un piccolo sorriso velato si crea sul volto del Jonin fino a sentire quei ringraziamenti da parte di Azumi <Spero di non essere apparso scortese o invadente> se solo gli avesse detto qualcosa, avrebbe smesso di parlare, di dire qualunque cosa per tornarsene zitto a contemplare la notte. [Chk on][Armatura pesante equip][Samehada equip][Katana equip]

12:51 Haran:
 Nel bel mezzo del bosco gli unici suoni che si riverberano per la zona sono i tuoni lontani che rombano forte e lo scroscio dell'acqua che colpisce il terreno, il fogliame, gli alberi spogli i cui rami arrancano nudi verso il cielo. Vi è una tale calma, una tale pace che persino quello strano incontro diviene lentamente piacevole e tranquillo. L'imbarazzo scema nel giro di pochi istanti, soprattutto quando Azumi si rende conto della propensione dell'altro alla calma ed alla cortesia. Non avrebbe mai pensato che un ninja così famoso fosse allo stesso tempo così... ordinario. Anche lui a cercar riparo dalla pioggia, anche lui solo coi propri pensieri, anche lui a suo agio nel conversare rilassatamente con una totale estranea. A volte Azumi dimentica che anche le più grandiose leggende sono, in fin dei conti, uomini ma adesso ne ha nuovamente conferma rivedendo nella figura tranquilla dell'Oboro una persona come un'altra. Un po' più grande, forse, un po' più maturo, ma non assai dissimile da sé. L'osserva con le iridi celesti puntate sul volto candido udendo la sua voce e le sue parole. < Sembra che sia riuscito a trovare un punto fra queste riflessioni. Ha trovato le risposte che cercava? > domanda lei, pacatamente, inclinando solo di poco il capo verso la spalla sinistra. Non chiede altro, non desidera sapere a cosa abbia pensato, cosa abbia compreso. Non sono affari suoi e non sarebbe cortese avanzare alcuna richiesta. Chiede semplicemente se tutto quel pensare si sia infine rivelato utile e producente, sperando per lui di sì. L'altro ascolta la sue parole, le sue considerazioni e quando chiosa nuovamente in risposta Azumi va ad osservarlo a testa alta, con sguardo deciso e fermo. < Non mi dispiace la mia vita. Non sono infelice. > spiega lei non desiderando dare l'idea sbagliata di sé all'uomo. < E' solo complicato. Devo fare attenzione a più cose rispetto ad altri, ma ormai ho imparato ad essere prudente. > si è abituata alla vita che conduce giorno dopo giorno da quando si è trasferita a Kusa con una bambina a cui badare. Ha imparato a tenere un profilo basso, a svolgere il suo mestiere senza creare problemi e senza lasciarsi troppo coinvolgere da rapporti personali. Non li ricerca, non ne desidera, preferendo rimanere sola con Torihi ed il ricordo d'un affetto che non sarebbe mai tornato. Per quanto tutto questo possa suonare malinconico e triste, Azumi non ne soffre particolarmente. Ormai ha accettato che questo è come la sua vita sarebbe stata e ci si è adeguata perfettamente. < Finché riuscirò a mantenere fede alla mia promessa, non avrò alcun rimpianto. > aggiunge, quindi, sicura, pensando al giorno in cui aveva garantito ai genitori di Torihi che si sarebbe sempre presa cura di lei. Nei suoi occhi brilla una vivida sicurezza, una cieca convinzione. Non vacilla, non mente. E' sicura nelle sue parole e determinata nei suoi scopi. < Affatto. In verità vi siete rivelato più piacevole e gentile di quanto non avrei pensato. A volte è facile dimenticare che persino gli eroi non sono altro che semplici uomini. > ammette, poco dopo, lasciando disperdere dunque lo sguardo attorno a loro.

13:14 Raido:
 La calma continua tra loro, un calma quasi innaturale per due estranei. Non sa niente di lei e lei non sa niente di lui o quasi. La sua fama permette agli altri di conoscere la superficie, le sue imprese, ciò che ha fatto nel corso degli anni a Kusa. Non si è mai mosso per la fama, non si è mai mosso in quella direzione, non ha mai cercato di farsi vedere anche se, il riconoscimento, può essere gradito molte e, ora che ci pensa, gli manca qualcosa. Per anni ha servito Kusa senza dire niente, lo ha fatto senza richiedere niente in quanto la sua carriera è già al culmine eppure vuole un qualcosa di più. I suoi piani prevedono per lui una condizione nel villaggio ben superiore a chiunque altro per avere la certezza che nessuno sospetti mai di lui in nessun caso e in nessuna condizione. Forse è tempo di incontrare Yukio nuovamente, di parlarci, di discutere con lui di una certa questione, essere riconosciuto a tutti gli effetti come Dainin del villaggio dell'erba per ciò che ha fatto. Arrivare a un tale traguardo gli permetterebbe di avere una certa immunità e una certa libertà nel mondo ninja. Resta silente a pensa a questa prospettiva, un silenzio che lo rilassa e che lo spinge a sorridere nella propria mente, un sorriso soddisfatto. Deve pensare a come convincere Yukio, a come farsi dire di si oppure farsi affidare una missione da portare a termine per essere valutato definitivamente. Sposta lo sguardo verso Azumi andando a scrutarne gli occhi per ascoltare la di lei domanda. La risposta anche qui c'è ma è ben più complicata di così, potrebbe passare ore a parlare dei suoi problemi degli ultimi mesi ma non vuole farlo, non vuole aprirsi, non con chi non conosce, non chi non ha la sua completa e totale fiducia <Ho trovato le conferme che cercavo> non proprio risposte, le domande sono poche alla fine, sono i dubbi ad essere tanti e persistente, dubbi oramai superati, dubbi passati che non valgono più niente, non contano più niente ai fini della sua vita <E le ho avute facendo ciò che più mi piace, ciò che mi ha forgiato> un consiglio per la donna? Decisamente, un consiglio velato, un consiglio implicito che spera la ragazza colga. Piega leggermente il capo di lato andando a guardarla meglio, deve aver frainteso le sue parole in qualche modo oppure non si è fatto capire bene <Non ho detto questo> ma non è il caso di continuare, non vuole insistere più del dovuto per evitare che quella calma si sfaldi nel nulla <Se posso darle un consiglio spassionato, ogni tanto fa bene evitare la prudenza> essere prudenti vuol dire frenarsi in ogni cosa, frenarsi nelle relazioni, frenarsi nel proprio mestiere, frenarsi in tutto ciò che concerne la propria vita. L'ascolta in silenzio, non commenta anche se è curioso di sapere di quale promessa si tratti ma non sa bene che non sono affari suoi, non può avanzare certe pretese <Non sono un'eroe, sono semplicemente un uomo come tutti gli altri che ricerca una vita normale come quella di chiunque altro> non si è mai definito un'eroe e ora lo è meno che mai. Agisce perchè deve farlo ma non lo fa per la gloria o per la fama. Finalmente smette di piovere, l'acqua cessa di scendere dal cielo ma le nuvole permangono li, non se ne vanno. Si alza dalla sedia andando a prendere la samehada che viene riposta sulla schiena <La ringrazio della compagnia signorina Azumi, spero di rincontrarla un giorno, magari non sotto la pioggia> un lieve sorriso si va a creare, piccolo, mai eccessivo mentre si esibisce in un leggero inchino verso di lei <Buona serata> e con questo si congeda uscendo dal chiosco, oltrepassando la tettoia dirigendosi verso la propria magione, verso quel posto che ancora considera casa. [END]

14:07 Haran:
 Quasi non se ne accorgono ma, poco per volta, la pioggia va diminuendo. Lo scroscio dell'acqua diviene un rumore via via più leggero fino a quando non svanisce sostituito dal ritmico gocciolare che di tanto in tanto s'infrange contro le pozzanghere per strada. Assorti da quella semplice conversazione si ritrovano a non rendersi conto che finalmente l'incubo è passato e la via verso casa nuovamente agibile. Rimangono ancora per un po' sotto quella tettoia a scambiarsi pareri, consigli e osservazioni. Azumi annuisce semplicemente quando l'Oboro le conferma di aver trovato quanto stava cercando in quelle riflessioni che lo avevano tenuto occupato nei giorni precedenti. Non replica, non ritiene vi sia niente che possa dire in proposito, ma si limita a rimanere silente fino a quando l'altro non va consigliandole spassionatamente di lasciarsi un po' andare ogni tanto. Azumi vorrebbe che fosse così semplice, ma non pensa di poter concordare con lui. Lei è solamente una genin e non è forte abbastanza da poter proteggere se stessa e la sua bambina in caso di pericolo. Ci prova, ci avrebbe provato sempre, ma se solo avesse smesso d'esser prudente lasciando giungere le voci sbagliate alla gente sbagliata, avrebbe rischiato di mandare all'aria tutto quello per cui si è impegnata in quegli anni. Non è qualcosa che può concedersi, niente che possa permettersi. Non adesso, comunque. Non finché in qualche modo non sarà certa che Torihi sia al sicuro. < Lo terrò a mente... > replica quindi, alla fine, dopo qualche attimo di silenzio, decidendo di non contestare oltre il dire altrui. Apprezza il suo volerle dare un consiglio e preferisce accogliere il suo consiglio piuttosto che negarlo da principio con ostinatezza. Magari un giorno avrebbe davvero deciso di dargli retta lasciandosi un po' andare, magari un giorno si sarebbe abbandonata ad una serata di semplicità e frivolezze. Chissà? Per ora si limita a rimanere lì, seduta a quel tavolo, ascoltando la voce dello spadaccino andare a spiegare quella che vorrebbe fosse la sua vita. Azumi non lo interrompe e osa aprir bocca solo quando l'altro va terminando il suo dire. < Le due cose non devono necessariamente negarsi l'un l'altra. > osserva lei tenendo le iridi azzurre fisse in quelle altrui. < Può essere un eroe che ricerca una vita normale come quella di chiunque altro. Ci pensi su. > sorride lei andando dunque a notare, seguendo lo sguardo di Raido, come la pioggia abbia smesso di cadere. Entrambi si alzano dal loro posto e, sistemandosi la gonna del kimono, Azumi va quindi ad osservare il volto dell'Oboro ritrovandosi infine ad inchinare lievemente il capo in segno di rispetto. < Grazie a lei. E sì, magari saremo più fortunati la prossima volta. > concorda lei abbozzando un semplice sorriso, il primo -forse- di quel loro breve incontro. [END]

Per ripararsi dalla pioggia si rifugiano sotto una tettoia e qui chiacchierano tranquilli della malinconia, di come affrontare problemi e vita. Si conoscono e si presentano