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con Kaori, Kouki

21:08 Kaori:
 Dopo aver conosciuto Asami ed aver scoperto il legame che le lega, Kaori ha sentito l'improvviso bisogno di rivedere la sua bambina. Sente ogni giorno la sua mancanza ed è difficile riuscire a starle lontana per troppo tempo, ma sa di non poter andare a trovarla ogni giorno. La situazione con Raido è difficile, soprattutto considerando che dopo quell'ultima notte i due non si sono più rivisti ed ora il loro rapporto è più incerto e teso che mai. Questa sera però Kaori decide di muoversi e di tentare di raggiungere la sua bambina. Non la vede da giorni e le sembra anche giusto dimostrarle che non si è affatto dimenticata di lei, anzi. Così, la Hyuga ha preso il treno diretta verso la stazione di Kusa non molto distante dalle colline ove la Magione ha luogo. Indossa un giaccone scuro, caldo e pesante, che copre gli abiti sottostanti: un corto kimono nero dalle ampie maniche lunghe fino ai palmi ed un obi bianco a circondarle i fianchi. Sotto il kimono una gonna a balze nere con una fantasia di bianche farfalle in volo copre la parte superiore delle cosce lasciando poca pelle visibile fra l'orlo e le ginocchia. Da queste in giù partono delle calde calze nere e degli stivali ninja piuttosto comodi e pratici. I lunghi capelli viola sono ancora sistemati in una lunga morbida treccia che le scivola lungo la schiena mentre il coprifronte di Konoha è legato attorno alla gola. Le guardie circostanti la Magione conoscono già la Hyuga e per questo Kaori si avvicina all'edificio senza bisogno di venir perquisita o ammanettata e si ritrova a sostare dinnanzi la porta col cuore che le batte forte in petto ed il desiderio bruciante di riabbracciare la sua bambina. Spera di trovare lei ad aprirle la porta perchè non ha idea di come avrebbe potuto reagire se avesse incrociato lo sguardo di Raido in quel momento. Non dopo quell'ultima notte. Non dopo aver sentito un altro ragazzo dirle che vorrebbe frequentarla. Non dopo aver saputo della morte di Hiashi. [chakra: on]

21:15 Kaori:
 EDIT: [...] e per questo Kaori si avvicina all'edificio senza bisogno di venir perquisita o ammanettata e si ritrova a sostare dinnanzi la porta col cuore che le batte forte in petto ed il desiderio bruciante di riabbracciare la sua bambina. Alzerebbe la destrorsa per andare a far cozzare le nocche della mano contro il legno dell'anta dinnanzi a sé in un rapido e deciso bussare atto a richiamare l'attenzione di chiunque sia all'interno. Spera di trovare lei[...]

21:20 Kouki:
 Serata tranquilla, serata normale, una serata come tutte le altre da quando Kaori è tornata. Ha avuto una piccola crisi, per poco non crollava ancora una volta preferendo rifugiarsi nel proprio mondo, ma per fortuna le parole della donna e di Raido l’hanno fatta rimanere. La Yakushi è ancora forte della sua personalità, la principale, mentre Mirako ed Heiko sono sempre presenti in lei ma ora è come se avessero raggiunto tutte e tre un delicato equilibrio. La piccola ha finalmente deciso di farsi forza, smetterla di essere debole, smetterla di soffrire sia per la psiche debole e squilibrata che si ritrova, sia per l’infezione che ancora regna sovrana nel suo sangue. Calma, equilibrio, forza. Deve pensare a se stessa e al suo benessere, fare come si sente di fare, essere come si sente di essere e soprattutto sta cercando di riportare ordine alla sua lista di priorità. Ha degli obiettivi e ha discosto lo sguardo da essi per troppo tempo. La giovane Chunin è sdraiata sul divano, si prende una meritata pausa dopo essere appena tornata dal proprio turno in ospedale, ha avuto giusto il tempo di cambiarsi e mettersi comoda, quindi si è letteralmente spalmata sul divano. Piccola e minuta, gracile tanto da sembrare che possa spezzarsi col solo sguardo, indossa un paio di pantaloni neri lunghi e morbidi, attillati ed elastici, prendono la forma delle sue leve inferiori, riscaldandole con quel tessuto caldo. Al di sopra invece ha una maglietta azzurra a maniche lunghe, calda e morbida, abbastanza grande per lei, tanto che una spalla viene messa a nudo. Su di essa a livello del cuore e sulla schiena vi ha ricamato il simbolo del suo clan Yakushi, mentre al collo porta il ciondolo degli Oboro che le ha dato suo padre. Piedini nudi come al solito, e cicatrici e bruciature ben in vista laddove gli indumenti non coprono la pelle. Da sotto le piante dei piedi, là dove sono bruciate, ustionate, fino al collo, dove dietro alla nuca c’è inciso col fuoco il proprio codice identificativo: ‘E-001’. I lunghi capelli neri sono sciolti e sparsi sul divano come a creare una corona, o meglio, un’aureola nera attorno alla propria testolina. Visino pallido ed infantile, con quei suoi occhi ambrati fissi sul soffitto del salotto. Nella mano destra tiene un tramezzino che si è fatta al volo in cucina poco prima di buttarsi sul divano, vi è del prosciutto, della maionese e qualche gamberetto, al momento gli ha dato solo un morso prima di perdersi a fissare il soffitto. Espressione neutra, distante, mentre il piccolo Kuro, il suo nero micino, cerca invano di afferrare quel tramezzino con la zampetta da sotto al divano. Per non parlare di quell’enorme cane nero che ormai la segue da un bel po’, quella specie di guardiano che le è stato dato dalla caccia per difenderla da chissà cosa… al momento se ne sta sdraiato sul pavimento del salotto, pare dormire, ma di tanto in tanto muove le orecchie e la coda. Ad interrompere quella noiosa e placida serata vi è un bussare alla porta che la costringe ad alzarsi e mettersi seduta sul divano. Immobile, per qualche secondo mentre il viso viene voltato in direzione della porta, lentamente, in maniera quasi assonnata o meccanica. Il tramezzino viene lasciato sul tavolino, pregando qualche Kami che il piccolo micio non lo azzanni da lì, quindi si alzerebbe poggiando i piedi nudi sul pavimento e andrebbe alla porta. Solo allora la aprirebbe, senza nemmeno chiedere prima chi sia, e fermandosi non appena vede la figura di Kaori. Ha deciso di essere naturale, ha deciso di comportarsi come più le pare per pensare al suo bene prima di tutto. Il sorriso quindi nasce e si allarga sulle sue labbra addolcendo l’intero visino, lasciando che il cuore batta, lasciando che tutte quelle emozioni positive l’avvolgano. <Ciao mamma.> non intende scegliere fra le due donne, e si trova a suo agio in questo modo. Tono delicato e sincero. <Entra che se no prendi freddo.> la invita dunque ad entrare facendosi da parte e chiudendo la porta solo se ella avesse deciso di fare il suo ingresso. Occhi che si posano su di lei, la osservano, la analizzano per verificare ogni sua reazione… e quindi tenterebbe di andare verso di lei ed abbracciarla. Ci prova, cercherebbe di avvolgere le proprie braccia intorno alla vita della donna, sperando che ella non sia arrabbiata con lei. <Come stai?> un’importante domanda, tutta per la donna, carica di interesse. [Chakra On]

21:31 Kaori:
 Non ci vuole poi molto prima che la porta si apra andando a rivelare la piccola figura di Kouki. Il viso di Kaori si illumina, le sue iridi brillano di gioia mentre le labbra si distendono in un sorriso ampio e radioso quando la bambina le sorride e la saluta con quella parola che le scalda il cuore altresì piuttosto gelido. Non ha molti motivi, di quel periodo, per sentire il cuore caldo e ricolmo di gioia. Kouki è forse l'unica persona capace di donarle quel senso di calore e affetto che la riempie da capo a piedi nel semplice giro di una manciata di secondi. Dopotutto è così che succede quando una mamma incontra la propria figlia, no? La Hyuga avanza accettando l'invito della Yakushi e, quando Kouki va ad abbracciarla la stringe forte a sé circondando le sue spalle e la sua schiena con le sue braccia, godendosi quel gesto di spontaneo ed ingenuo affetto che le viene offerto dalla sua bambina. Si china sui talloni quando le viene rivolta quell'ultima domanda, andando a portare le mani sulle gote della chuunin in un gesto affettuoso e materno. <Adesso che sono con te molto meglio> le dice con un gran sorriso carezzando delicatamente la sua pelle se la piccola non si fosse sottratta a quel semplice contatto. <Avevo voglia di vederti e così ho preso il primo treno e sono venuta qui> le rivela sorridente andando a sistemare una ciocca dei suoi capelli scuri dietro il suo orecchio, se lei gliel'avesse concesso, quasi a voler mettere in ordine la capigliatura nera di lei attorno al viso. <Disturbo qualcosa, per caso?> le domanda guardandosi solo ora attorno verso l'interno della stanza, cercando di individuare qualche indizio su cosa la piccola potesse star facendo prima che lei la interrompesse. Non dovrebbe esserci nulla di strano od insolito lì attorno se non quel tramezzino appena addentato abbandonato sul tavolo al centro della stanza. Kaori andrebbe ora a rialzarsi in piedi per portarsi in posizione eretta e volgerebbe ora il viso in direzione di Kouki per sorriderle con fare intenerito. <Ti sei fatta un panino?> le domanda tranquilla tentando di carezzare il di lei capo passando le dita sulla seta nera dei suoi capelli. [chakra: on]

21:48 Kouki:
 Non si discosterebbe ancora dalla donna, non scioglierebbe quell’abbraccio, cercando di godersi appieno quell’affetto troppo a lungo mancato da parte della Hyuga. Si stringerebbe a lei, carica di affetto e sollievo, grata di rivederla, grata di averla ancora con sé, sollevata nel sapere che era stata lontana per colpa di qualcun altro e non per scelte sue. Certo dovrà però assicurare a Mirako che la storia di Kaori sia vera, ed intende parlarne con la diretta interessata. Al momento però vuole solo rimanere tra le sue braccia, senza pensare almeno per una sera a complotti, probabili bugie, o al rischio di far star male qualcuno coi suoi modi di fare. No. Questa sera penserà ad essere spontanea, penserà a volersi bene. Si scosta quindi appena dalla donna, giusto quel tanto per permetterle di posare le sue mani sul viso della ragazzina, accarezzarne i lineamenti e sistemarle con un gesto materno ed affettuoso i capelli. Il sorriso permane e si accentua a quelle prima parole, trovando sollievo nel benessere dell’altro. <Ne sono felice, perché non so come sono rimaste le cose dopo l’ultima volta.> ammette con tranquillità, il tono di voce basso e melodioso, tranquilla. <Sono contenta che sei venuta, puoi venire quando vuoi sai? E anche io verrò a trovarti, devo anche andare a trovare mia sorella.> parla senza nemmeno pensare di portare confusione nella testa della madre, eppure per lei non è mai stato un problema parlare di Shade come sua sorella. <Anche lei è una Hyuga, magari hai avuto modo di conoscerla, si chiama Shade.> parla, cristallina e spontanea, sentendosi bene, sentendosi se stessa, una ragazzina. Quando l’altra si alza, lei andrebbe a camminar verso la sala, la dove ha lasciato il proprio tramezzino inerme sul tavolo. <Già, non avevo molta fame.> che novità, non ha mai iniziato a mangiare regolare, infatti è ancora sotto peso, ma sta migliorando lentamente… ed eccolo lì, il micino Kuro che scatta da sotto al divano provando a correre veloce verso il tavolino, mirando al panino. Fortuna che la ragazzina dovrebbe aver raggiunto già il tavolo e prenderebbe l’alimento con la mano destra, mentre il gattino andrebbe a vuoto scontrandosi col mobile per poi schizzare ancora via sotto al divano. <Vuoi qualcosa magari? Un thè caldo?> domanda col sorriso, lasciandosi accarezzare il capo con gentilezza, per poi sospirare. <Mi spiace davvero per Otsuki… mi spiace per tutto quello che è successo.> ora a mente lucida si sentiva in dovere di dirlo. [Chakra On]

22:15 Kaori:
 Quando Kouki le rivela di esser stata incerta su come fossero finite le cose fra loro durante quell'ultimo incontro Kaori si ritrova a schiudere le labbra e umettarle lentamente con fare pensieroso, cercando un modo rassicurante e non allarmante di spiegare la situazione alla piccola Yakushi. Sa quanto il suo animo sia sensibile e quanto poco ci voglia per preoccuparla o farla sentire responsabile anche di vicende nelle quali non ha colpa e per questo desidera cercare di dire ogni cosa con la più accurata e attenta selezione di parole possibili. <Beh, le cose sono rimaste che adesso hai un papà e due mamme che ti adorano e con le quali puoi parlare di ogni cosa> Le fa male dover parlare in quei termini di Fumiko. Le fa male dover ammettere che anche lei è una figura materna per la sua bambina, ma non può fare altro. Non può chiederle di scegliere, non lo avrebbe mai fatto. Non avrebbe mai osato farle del male, metterla in una situazione scomoda, soprattutto quando -apparentemente- la Senjuu si è occupata di lei durante il periodo della sua assenza. <Io ti voglio bene come sempre piccola mia e questo non cambierà mai. Anche se dovessi essere arrabbiata con me o se non dovessi chiamarmi più mamma. Va bene?> tenta di rassicurarla con tono dolce, gentile, guardandola dritta negli occhi come per voler sottolineare la serietà dei suoi intenti e delle sue parole. Ed ecco dunque che a questo punto andrebbe a sentire quanto Kouki le dice poco dopo rimanendo a dir poco basita quando viene citata una sorella. <...sorella?> ripeterebbe, attonita, sgranando di poco gli occhi. E poi sente il seguito delle di lei parole ritrovandosi d'improvviso a far mente locale. Ripensa all'incontro con Shade e a come ella le abbia detto che le mancasse sua sorella per via del fatto che stava sempre con suo padre. Effettivamente Kouki e Raido hanno sempre avuto questa sorta di rapporto simbiotico che li vede uniti e inseparabili. Adesso tutto sembra tornare al proprio posto e acquisire senso. <Oh. Oooooh> mormora lei annuendo leggermente col capo. <Sì. L'ho incontrata proprio pochi giorni fa. Mi ha detto che le manchi, sai? Non avevo fossi tu la persona di cui stava parlando perchè non aveva pronunciato il tuo nome, ma ora è chiaro che stesse parlando di te> le dice con dolcezza sorridendole con candore, felice di sapere che Kouki abbia trovato ancora altre persone che tengano a lei come un membro della loro famiglia. <Mi sembra davvero una brava ragazza. Sono felice che siate amiche.> si ferma immediatamente come se si fosse resa conto di aver fatto un passo falso. <Scusami. Sorelle> si corregge con un sorriso candido andando quindi a seguire la figlioletta verso il centro della stanza dove ella va a recuperare il suo panino. <L'importante è che mangi comunque qualcosa nei tuoi pasti così da tenerti in forze. Magari un giorno di questi, se tuo padre vuole, potrei cucinare qualcosa per te. Non lo so, magari fermarmi per pranzo o per cena... mi piace cucinare per te> propone così, timidamente, quasi col timore che l'altra potrebbe trovare quell'offerta inopportuna o inadeguata. <Se... se vi fa piacere ovviamente> mette subito in chiaro andando a sfilarsi il giaccone di dosso per riporlo piegato sullo schienale di una poltrona. Rimane col kimono in bella vista, le maniche larghe e lunghe a coprire le bende che fasciano le sue braccia mentre i segni sulle gambe sono coperti dagli stivali e dalle calze. <No, sto bene così, ti ringrazio Kouki> le sorride teneramente andando poi a sedersi sul divano, ascoltando quell'ultimo dire da parte della Yakushi per poi inspirare a fondo e quindi farsi un po' più seria. <Lo so. E so anche che non volevi accadesse niente di tutto questo. Che non è stata una tua scelta e che non c'entri con quello che fa quel folle> lo dice seria, guardando Kouki negli occhi e cercando con la propria mano il di lei polso, scivolando quindi poco dopo verso la sua manina candida per tenerla nella propria. <Ma... perchè non me lo hai detto? Perchè non ho mai saputo di Otsuki?> domanda lei con tono leggermente triste, preoccupato, tentando di carezzare il dorso della sua mano con le proprie dita. <Avrei potuto cercare di proteggerti, magari lo avremmo fermato lavorando tutti insieme. Io... non so praticamente nulla di lui. Temo di essere l'unica ormai a non saperne niente...> è quasi certa che persino Fumiko sappia, che persino lei abbia la situazione molto più chiara di lei. [chakra: on]

22:43 Kouki:
 La donna inizia a spiegarle una situazione che ormai è divenuta ben chiara nella propria testa. Ha un papà, due mamme e una sorella… e non ha nessun legame di sangue con nessuno di loro. Certo, come dimenticare anche l’ultima arrivata, la piccola neonata che le ha causato così tante turbe. Quindi ha due sorelle. Sospira annuendo a quelle sue parole, trovando pace e sollievo, ma anche un leggero turbamento. <Ho capito. E’ una situazione parecchio strana, ma è forse quella meno dolorosa per tutti.> almeno è meno dolorosa per lei che vorrebbe solo mantenere calme le acque e basta. <Io voglio bene a te e ho imparato a voler bene anche a Fumiko. Non intendo scegliere, mi dispiace, anche se so che ti fa male. Lo so.> non vuole nascondersi dietro a una favola, non vuole nemmeno che Kaori pensi che la Yakushi creda che vada bene così per la donna. Sa quanto dolore le provoca, sa quanto la faccia stare male, non è stupida. Sospira ancora una volta, ingarbugliata in quella ragnatela che lei stessa ha creato. Ascolta in silenzio le parole della Hyuga, lascia che ella metabolizzi la notizia del suo avere una sorella, non di sangue, ma spirituale, e a quanto pare conosce davvero Shade, ha avuto modo di incontrarla e parlarci e questo non può che farla sorridere. <Si, proprio lei. E’ davvero una brava ragazza e ha sofferto proprio tanto.> si intristisce anche se mantiene il sorriso, le manca la sorella e vuole davvero andare a trovarla il prima possibile. <Come ti è sembrata quando l’hai vista? Stava bene?> bene forse è un parolone, ma spera anche almeno stia meglio, quello si. <Io e lei… abbiamo fatto amicizia, poi ci siamo avvicinate tanto da sentirci sorelle, avremmo dovuto stare tutti insieme, ma non fa niente… le cose sono andate in altro modo.> pensa a Fumiko, pensa alla litigata che c’è stata fra lei e Shade, pensa a come tutto poteva andare per il meglio e invece così non è stato… e per cosa? Per gelosia. Testardaggine. Basterebbe davvero poco, e invece nulla. Si siede sul divano, si lascia sprofondare in esso mentre tiene il tramezzino fra le mani e gli da un altro morso. Mastica con calma, senza fretta, ascoltando quello che la donna ha da dirle. <A me farebbe piacere, ma non voglio ci sia inutile tensione in casa. Quindi spero che papà sarà d’accordo.> si perché potrebbe esserci rancore e tensione solo da parte di Raido, e questo proprio non potrebbe sopportarlo, non è più intenzionata a sopportare cattiveria pura senza un briciolo di comprensione da parte di nessuno. Lei stessa deve imparare e migliorare in questo, e se ci arriva lei, vuole che ci arrivino pure gli adulti. Osserva sua madre, le sorride, ricordi nostalgici le riempiono la mente, sostituiti però dalla serietà dell’argomento che la donna sceglie di affrontare. <Nemmeno Fumiko sapeva nulla. Cosa potevo dire? Era già stato difficile accettare la mia condizione di essere umano e non di oggetto.> autodefinirsi è alquanto difficile ancora adesso. <Otsuki è il mio creatore, ha plasmato ogni mia singola cellula. Se avessi detto che sono solo… un esperimento in vitro avreste potuto spaventarvi.> certo, la doppia personalità no, la propria natura da esperimento si invece, quello avrebbe spaventato. <Lui mi ha torturata e punita in ogni modo, psicologicamente e fisicamente, in un certo senso gli appartengo. Eppure ho pensato di andare da lui per chiedergli informazioni su di me. Volevo sapere tutto… dove fossi stata creata, le informazioni genetiche che mi riguardano.> osserva il proprio tramezzino, ben più importante. <Voleva fare di me una macchina, uno strumento. Dato che mi ha creata gli ho anche chiesto di esaminare il mio sangue, e ho scoperto di avere un’infezione.> il viso abbassato, la voce lontana. <Sono stata infettata e ben presto mi porterà a trasformarmi in un orrendo mostro privo di coscienza.> scuote la testa. <Ho fatto tutto da sola credendo ingenuamente che non avesse voluto nulla in cambio, ma invece ha voluto la testa di mio padre. Ho rifiutato… e ha minacciato di uccidere ogni persona alla quale tengo. Ecco perché di Fumiko e di te, perché vi ha attirate.> mormora appena abbandonandosi con la schiena contro il divano. Molle, svaccata, insomma. <Fa di tutto per rendermi sola e fare in modo che torni da lui… ha una cura alla mia infezione, ma non vuole darmela e anzi… fa esprimenti su questa mia infezione.> chiude gli occhi, si lascia andare a quelle parole, cercando di ricordare se abbia tralasciato qualcosa. [Chakra On]

20:08 Kaori:
 Non ha senso negare. Non ha senso tentare di raggirare la piccola Kouki anche se è per il suo bene. Lei sa che Kaori soffre di quella situazione e sarebbe irrispettoso pretendere che non sia così, farla sentire una sciocca quando ha perfettamente ragione. Kaori schiude le labbra boccheggiando per un secondo prima di richiuderle e sorridere con una punta di tristezza sul viso. La guarderebbe negli occhi andando ad annuire appena liberando un piccolo respiro. <Non ti chiederei mai di scegliere. Anche se fa male> le dice con dolcezza, sincera. <Ci è voluto tanto perchè iniziassi ad aprirti agli altri, perchè ti affezionassi davvero a chi hai intorno e non oserei mai vanificare tutto questo per egoismo.> la rassicura teneramente, sorridendole con fare caloroso e gentile. Intende davvero quel che dice ed è contenta che la sua bambina si senta così amata da tante persone, soprattutto quando scopre che una di queste è la giovane Shade che ha incontrato proprio pochi giorni fa a casa di Hiashi. Non sa esattamente a che tipo di sofferenza si riferisca Kouki, ma di sicuro è evidente che la Hyuga sta ancora piangendo il lutto del Jonin della Foglia. Kaori ha potuto vedere nei suoi occhi, nei suoi gesti, la reale sofferenza dovuta dalla perdita dello Hyuga e in parte è stata felice di sapere che a Konoha esistesse qualcun altro che tenga a lui quanto lei. <Fisicamente mi è sembrata star bene. Ma mi sembra piuttosto scossa.> le dice tacendo per un istante e buttando giù il pesante groppo rimasto incastrato nella sua gola. <Qualche mese fa è morto uno Hyuga. Si chiamava Hiashi. Erano molto amici e sembra che stia ancora soffrendo molto per la sua assenza.> le dice volendo essere sincera con lei come le ha promesso. <E' stato il mio maestro, lo sai? Mi ha insegnato quasi tutto lui... avrei voluto presentartelo> le dice tentando di carezzare i suoi capelli scuri, sospirando piano. Adesso non avrebbe più potuto farlo. <Uh? Cos'è successo?> le domanda inclinando appena il capo, comprendendo che sia successo qualcosa che ha rovinato i loro progetti. Osserva come Kouki morda il suo tramezzino e ascolta le sue parole ritrovandosi a sorriderle con fare tranquillo, annuendo col capo in segno d'assenso. <Ovviamente. Non voglio rendere le cose ancora più complicate. Se tuo padre non vorrà non verrò. Magari quando verrai a trovarmi cucineremo insieme a casa mia, mh? Troveremo una soluzione per ogni cosa. Andrà tutto bene> la rassicura con un sorriso, cercando di dimostrarle che anche per i più piccoli problemi ci sarà sempre una soluzione che farà andare tutto bene. In qualche modo non sarà privata di niente da quella situazione. E poi ogni cosa si fa più seria, ogni cosa diviene più delicata. Otsuki vien fuori e Kaori chiede tacitamente spiegazioni alla Yakushi che, dal canto suo, va a spiegarle tutto dall'inizio, fin dal principio, portando la Hyuga ad ascoltare attentamente ogni singola parola. Kaori ascoilta, inorridita, quell'orribile racconto e nella sua mente si susseguono immagini di una Kouki da sola. Una Kouki spaventata. Una Kouki ferita. Una Kouki disperata. Una Kouki vuota. Il suo cuore si stringe dolorosamente nel petto e non appena la sua bambina interrompe il racconto si ritrova semplicemente a cercare di spingere il corpicino della figlia contro il proprio in un abbraccio caldo e ricolmo d'amore e d'affetto. Tenterebbe di stringerla a sé, di abbracciarla con tutto l'amore che possiede, premendo il di lei capo contro il proprio seno, lì ove batte forte il suo cuore. <Non sei e non sarai mai solo un esperimento. Chiaro? Non è il modo in cui si nasce a determinare quello che sei, ma ciò che fai della tua vita.> le dice con dolcezza, con convinzione, tentando di guardarla ora negli occhi. <Sei una persona. Sei una bellissima bambina. Hai una mente tua, una coscienza, dei sentimenti. Provi emozioni. Non c'è niente di diverso fra te e me. Sei fatta di carne e sangue e hai una splendida anima.> continua tentando di afferrare il suo viso per le guance con dolcezza, avvicinando il volto a quello di Kouki per guardarla dritta negli occhi. <Non appartieni a nessuno, Kouki. Non sei un oggetto. Ed è normale e comprensibile che tu volessi sapere, che volessi delle risposte. Purtroppo fra voi esisterà sempre un legame ad unirvi e non posso pretendere che tu lo ignori facilmente per quanto vorrei che fosse possibile.> Sospira cercando di rimanere tranquilla. Quelle informazioni l'hanno turbata nel profondo ma non vuole lasciare che le sue emozioni traspariscano troppo sul suo viso. Vuole che quella sia una bella serata per loro, non vuole allarmare la Yakushi con la sua preoccupazione. <Di che infezione si tratta? Cosa ha trovato?> domanda quindi andando alla parte fondamentale della discussione. <Sei stata brava a non cedere al suo ricatto. Hai fatto la cosa giusta. Ma adesso che tutti ne siamo al corrente potremo proteggerci a vicenda. O andare a cercarlo. Posso provare a cercare da me una cura al tuo problema in quanto medico ma... se non dovessi riuscirci lo costringerò a parlare. Fosse l'ultima cosa che faccio> [chakra: on]

20:43 Kouki:
 È una situazione strana, delicata, quasi assurda, ma è la situazione in cui vive non solo lei, ma anche le persone che ama. Sua madre Kaori, sua madre Fumiko, suo padre, sua sorella Shade e la piccola Miho. Eppure se si cerca di prendere le cose come vengono, senza farsi sopraffare e soffocare, allora tutto appare più semplice. I problemi trovano una soluzione e le situazioni sembrano stabilizzarsi. Ascolta le prima parole di Kaori, quel suo gentile e sofferto pensiero al quale non può che sospirare, trovando sollievo. Sa che molto probabilmente potrebbe non essere la stessa cosa per Fumiko, per via della gelosia e del suo modo di affrontare le situazioni… ma sta alla Yakushi decidere come vivere e chi amare. <Voglio solo che ti sappia che so quanto ti fa male, ma ti ringrazio di cuore per avermi perdonata e per non darmi questa scelta.> sorride appena, gentile, ringraziandola, ben sapendo però che se ci fosse stata la Hyuga molte cose sarebbero diverse. Il cuore si stringe al pensiero di quello che ha fatto Raido, al pensiero che Fumiko non l’abbia fermato o fatto ragionare, mentre ancora è convinta che Kaori non gli avrebbe mai permesso di fare quello che ha fatto, di creare quello che ha creato. Una profonda crisi della quale non può parlarne in maniera categorica con sua madre Kaori. È frustrante, fa sentire soli. <Il tuo maestro… mi dispiace. Mi dispiace per voi e per la vostra perdita.> è sincera, nonostante non possa comprendere effettivamente quello che si prova. <Mi sarebbe piaciuto conoscerlo.> ammette dopo aver ascoltato il resoconto della donna, alludendo a Hiashi. <Se ne è parlato tanto di questo Hiashi. Shade gli voleva bene, tanto bene, come un maestro o un fratello. Ma né a Fumiko, né a papà è mai piaciuto. Ecco cosa è andato storto.> fra Shade e Fumiko, la gelosia di quest’ultima nei confronti di Hiashi. <Si dicevano cose brutte su di lui, papà diceva di stargli alla larga, Fumiko lo odiava come se avesse fatto chissà che… io volevo solo conoscerlo per poter giudicare con i miei occhi. Ma per quel che mi riguarda, ero dalla parte di Shade.> lo ammette alla fine, quella povera ragazza che tentava solo di far notare quanto Hiashi non fosse un mostro, ostacolata sia da Raido che da Fumiko. <Fumiko era gelosa perché Shade aveva scelto di stare con Hiashi, col suo clan. E a quando pare non sono mai riuscite a venirsi incontro.> a Shade non piace Fumiko, la ritiene pazza, cattiva, e dire che la considerava come una madre, eppure la piccola Yakushi giudica per quel che vede, e con lei Fumiko è sempre stata dolce e protettiva. Alza le spalle e scuote la testa, non vuole ricominciare a farsi idee e storie mentali, vuole solo stare a ciò che vede coi propri occhi e ciò che sente con le proprie orecchie. Continua ad ascoltare, annuisce col sorriso per quell’idea di cucinare insieme a lei, non le dispiace affatto. <Potresti insegnarmi qualcosa. Io non so fare nulla se non tramezzini a quanto pare.> ammette con una piccola risatina divertita. Ma poi ecco Otsuki, quel suo blando racconto e l’abbraccio della donna alla quale di certo non sfugge. Si lascia stringere contro il suo petto, appoggia delicatamente la testa su di lei chiudendo gli occhi. Assapora quell’affetto, assapora quel gesto che le scalda il cuore e la fa sentire bene. Le sue parole sono giuste, corrette e va ad annuire piano mentre le prende il viso tra le mani. Ha ragione, è un essere umano e non conta come si nasce, ma cosa si fa nella vita… ma lei cosa potrà mai fare ormai? Nulla di buono. <Sai che Mirako è nata fra una tortura e un esperimento. È nata perché mi sono spezzata e lo ha fatto per difendermi. Lei ha… ammirava Otsuki, era come lui mi voleva, ma lui non ha mai voluto Lei. Quando sono andata da lui l’ha fatta stare male, ha minacciato di eliminarla e da allora diciamo che Mirako è passata dalla mia parte contro quell’uomo.> si ferma, prende un profondo respiro… ci sono molte cose da dire. <C’è… mi… c’è una nuova me. Come Mirako, insomma. Si chiama Heiko.> abbozza titubante, ben sapendo che deve essere sincera, raccontarle tutto, ma teme chissà quale giudizio. <Mentre non c’eri sono successe cose, e mi sono spezzata una seconda volta. Ed è nata Heiko. Uhm…> mormora, si porta una mano alla testa chiudendo gli occhi e nel frattempo ascolta le ultime parole della donna. Annuisce. <C’erano… dei mostri nelle fogne di Kusa, o ci sono ancora, non lo so. Io e un altro ragazzo ci siamo ritrovati a un passo dalla morte. Ci avevano circondati, c’erano addosso, mi hanno morsa.> rabbrividisce a quel ricordo, non riuscirà mai a toglierselo dalla mente. Mai come quella volta si è sentita morta. <E sono stata infettata. Otsuki dice che è collegata con le mie emozioni, infatti ad ogni picco emotivo, che sia bello o brutto, l’infezione sembra attivarsi. La testa fa male, non vedo bene… è come se perdessi il controllo della situazione e molto spesso ho perdite di memoria o… come quella volta che sono svenuta.> ormai è chiaro, anche se difficilmente riesce a distinguere i vuoti di memoria causati dall’infezione da quelli causati da Mirako. <Otsuki dice che peggiorerà. Dice che perderò del tutto il controllo e diventerò come quei mostri. Non vuole curarmi per usarmi come arma.> lo ha già detto, ma lo ripete come una cantilena mentre la rabbia si fa strada e i pugni si chiudono. <Io e papà… siamo andati alla magione del mio clan per prenderlo con la forza, rinchiuderlo da qualche parte e costringerlo a darmi una cura. Per poi torturarlo e fargli pregare la morte.> non può rinunciare a quella vendetta. <Ma lui non c’era, era già scappato. Papà lo ha rintracciato e spero di andare a prenderlo il prima possibile.> vuole mettergli le mani addosso, fargli male, eliminarlo dalla faccia della terra. Anche se qualcos’altro si muove nella sua testa, un altro pensiero appena accennato. <Anche se…> anche se… non conclude la frase, mormora e basta. [Chakra On]

21:37 Kaori:
 <Non avevo nulla da perdonarti Kouki. Sono io che dovevo cercare perdono per essermene andata quella volta senza dirvi nulla... Non ho diritto di arrabbiarmi per niente, è stata tutta colpa mia fin da principio> le dice con un sorriso tristemente consapevole prendendo un profondo respiro e cercando di non pensare a quante volte la sua bambina sia stata cullata da una donna che non era lei per colpa di quella sua scelta di molto tempo prima. <Grazie per riuscire a capire, però> aggiunge poi, poco dopo, sincera, grata che la sua bambina capisca il proprio dolore sebbene non se ne sarebbe mai lamentata ad alta voce con nessuno. Non più. Non ne ha il diritto. E dunque ecco che Kouki le racconta di Shade e di Fumiko e di Raido e del loro rapporto con Hiashi che porta la Hyuga a sospirare con fare stanco e piuttosto abbattuto. Sapeva già parte di quella storia, soltanto che non aveva idea di cosa questa avesse potuto portare nel rapporto fra Shade e la Senjuu. <Hiashi era una persona... tormentata. Ha subito una esperienza traumatica in passato che lo ha portato a soffrire di una specie di... disturbo.> spiega la ragazza ricordando bene lo sconcerto quando per la prima volta il compagno le aveva rivelato del suo "problema". <Fumiko è rimasta disgustata e schifata quando ha visto Hiashi cedere ai suoi impulsi e ha subito pensato che fosse una minaccia da debellare.> Almeno questo è quello che Hiashi le disse durante uno dei loro ultimi incontri, assieme alla verità sul suo essere 'cannibale'. <Raido ha avuto varie dispute con lui in passato, in alcune delle quali son c'entrata anche io in parte. Non l'ha più visto di buon occhio da allora. Non avevano un bel rapporto...> spiega Kaori ripensando a quella lite che per poco non li ha visti protagonisti di uno scontro. <Ma Hiashi non era una minaccia e non era crudele. Ha sempre lottato per il bene e per ciò in cui credeva giusto. Non era un mostro. E Shade non avrebbe dovuto trovarsi davanti ad una scelta simile.> mormora la Hyuga scuotendo leggermente il capo, un po' irritata al pensiero di sentire certe parole sul suo amico ormai morto. Morto in missione... morto da ninja, per proteggere qualcuno. Non osa dire altro, però. Non vuole parlar male di nessuno, non nella situazione in cui si trova. <Sono sicura che sarà felice se andrai a trovarla. Posso ospitarti io a Konoha, così Raido potrà star tranquillo, che ne dici?> le offre allora con dolcezza per poi sorridere al successivo dire della Yakushi. <Alla tua età anche io sapevo fare solo quelli. Si impara con la pratica e con il tempo. Ma sai cosa? Imparare insieme è sempre più divertente> le dice scoccandole un occhiolino complice prima di abbandonarsi ad un tipo di conversazione ben più triste. Kouki le racconta del rapporto fra Otsuki e Mirako e di come le recenti vicissitudini abbiano influito anche nel rapporto fra la stessa Kouki e la sua doppia personalità. Scopre quindi che non solo ci sono stati miglioramenti fra loro ma, persino, la nascita di una terza sfaccettatura di Kouki: Heiko. <Heiko...> mormora la Hyuga con fare pensoso. <Potrò conoscere anche lei, un giorno?> le domanda con dolcezza ed una vaga tristezza. Sapere che Kouki si sia 'spezzata' una seconda volta è un pugno alla bocca dello stomaco, ma forse non è il caso di fare troppe domande tutte insieme. Ascolta il racconto che Kouki le propose già una prima volta mesi prima e quindi si ritrova a schiudere le labbra nel capire come tutto sia infine collegato. <Quindi si trattava di una infezione. Per questo ti sentivi in quel modo quando venisti da me a chiedermi di controllarti...> sembra quasi una riflessione che la Hyuga fa fra sé e sé a giudicare dal suo tono di voce. <Sembra quasi quello che succede a tuo padre quando si agita troppo. Sai... come l'ultima volta quando sono venuta a trovarvi> osserva Kaori riferendosi a come le emozioni di Raido portino il sigillo ad attivarsi e prendere il controllo di lui. <Non possiamo fidarci del tutto di quello che dice Otsuki. Sta cercando di giocare con la tua mente per servirsi di te, per averti con sé. Per cui non credere ciecamente a quello che dice. Credo al fatto che possa esserci una infezione, ma... diventare un mostro...> scuote il capo stringendo le labbra. <Verrò con voi. Se volete stanarlo vi darò una mano. Il mio Byakugan può sicuramente essere d'aiuto, inoltre le mie arti mediche potrebbero essere utili durante uno scontro se dovesse fare qualunque cosa.> Vuole proteggere la sua bambina e vuole assicurarsi che quel mostro non la sfiori un'altra singola volta. Inoltre ha un conto in sospeso con lui, un conto di mesi e mesi che merita di essere pagato. <Ovviamente prima dovrò assicurarmi che tu e tuo padre siate d'accordo. Per lavorare al meglio dovremo essere uniti. Dovremo essere d'accordo> aggiunge poi come a volere mettere in chiaro che non ha intenzione di creare disordini o problemi fra loro. <...cosa? Anche se... cosa, Kouki?> le domanda quindi con preoccupazione. <C'è dell'altro?> [chakra: on]

21:58 Kouki:
 Non dice nulla a quelle prime parole, lascia che esse vengano dette e raggiungano le sue orecchie. Non ha parole da dire in merito, sa quanto quell’errore sia costato caro a tutti, sa a cosa ha portato. Ma al momento non ha alcuna voglia ne intenzione di rivangare quel periodo. Annuisce solamente a quel ringraziamento rimanendo ad osservare il proprio tramezzino e nel mentre ascolta le vicende di Hiashi. Del suo essere tormentato, del suo problema, di quanto sia stato mal compreso. Crede a quella versione, crede a Shade e Kaori, per il semplice fatto che sono reazioni psicologiche che ha avuto anche la Yakushi stessa. Sembrare un mostro, fare cose orribili, per via di traumi. Chi è lei per giudicare un uomo che comunque era al servizio del proprio villaggio? Non era mica come lei, quasi priva di buone intenzioni. <Sono d’accordo con quello che dici. Anche se avrei preferito accertarmene di persona, è molto semplice travisare e mal comprendere se non si vede o sente personalmente. Mi dispiace solo che sia andata così.> Kaori non l’ha messa davanti a una scelta… ma a questo punto Fumiko potrebbe farlo? Così come a quanto pare aveva fatto con Shade? Non sa cosa accadrà, ma sarà la sua occasione per comprendere meglio Fumiko e vedere coi suoi occhi, senza pregiudizi. Sospira, accenna un sorriso, ragionare a quel modo le da sollievo. <Preferirei forse rimanere a dormire da lei, non ci vediamo da un po’ e mi ha sempre invitata a stare in una stanza tutta nostra.> il sorriso si accentua a quella prospettiva, quella fantasia di un momento speciale e normale insieme alla sorella. <Poi la volta successiva starò da te.> un po’ per uno ed ecco che accontenta tutti, nessuno escluso, nessuno triste o solo. La osserva, ridacchia a quell’occhiolino annuendo e trovandosi d’accordo. Può imparare da entrambe quelle donne, ma al momento pensa a Kaori e alle sue proposte. <Heiko è… calma, equilibrata. Ha tenuto il controllo del mio corpo mentre io dormivo… nella mia mente. Mi sono completamente rifugiata senza avere nessun contatto con la realtà… e piuttosto che lasciare campo libero a Mirako, allora Heiko ha preso il ricordo e con calma ha cercato di farmi tornare in me.> accenna un sorriso carico di gratitudine verso quella sua Gemella. <Sapeva tenere sotto controllo Mirako, gestire emozioni e situazioni molto meglio di me. Sarebbe felice di conoscerti.> l’equilibrio di Heiko e la forza di Mirako, ecco cosa sta cercando di far per andare avanti, mescolare i punti di forza di ognuna in se stessa. Difficile ammettere che suo padre è stato una delle cause principali di quella frattura. <Esatto, un’infezione.> ma alle parole successive rimane ad osservare la donna completamente perplessa. Come suo padre? Come il segno, come quel potere. <Spiegami meglio quello che succede a papà… ma dubito che sia la stessa cosa.> non crede proprio che suo padre sia stato morso o infettato da qualche mostro per avere quel potere. <L’ho visto, mamma.> trema ancora una volta a quel ricordo. <Ho visto come Otsuki ha infettato persone con quello che ha estratto dal mio sangue. Ho visto come… si sono trasformate in mostri senza più umanità. L’ho visto.> quei mostri nelle fogne erano così… umani nella loro mostruosità. <Avevano protuberanze dalla pelle, come ali deformi, code… occhi gialli. E quelle loro urla così umane e disumane allo stesso tempo.> si perde in quelle parole, gli occhi fissi davanti a sé, preda di quei ricordi che non la lasceranno mai più. Ma sua madre la recupera con quella proposta e lei lentamente si gira verso di lei, piano, consapevole. <Si… si, è vero. Con i tuoi occhi… e poi sei forte, tu e papà siete decisamente più forti di me. E Otsuki è secondo solo alla capo clan.> sorride, il pensiero di avere entrambi affianco a sé contro Otsuki la rende felice e non lo nasconde. Scuote infine la testa quando lei la incalza a continuare la sua frase, chiude gli occhi e scuote la testa. <No, nulla.> un sorriso tirato, nervoso. L’ ‘anche se’ se lo tiene per sé, un profondo pensiero distorto solo per lei. [Chakra On]

22:21 Kaori:
 <Anche a me> ammette Kaori con un mezzo sospiro, stringendo le labbra. <Ma... posso capire chi non abbia voluto fidarsi di lui. Io lo conoscevo e sapevo che era una brava persona. Ma per chi avesse visto di lui solamente quel lato... sarebbe stato difficile credere che ci fosse del buono in lui. Non posso nascondere che anche io rimasi piuttosto sconvolta la prima volta che me ne parlò.> Sospira una volta ancora pensando a quanto quella notizia l'avesse scioccata, a quanto lui stesso fosse parso stranito e scomodo nel raccontarle quel raccapricciante segreto. <Ad ogni modo non possiamo più fare nulla ora. Spero solo che potrà riposare in pace adesso> dice con quella viva speranza a battere nel cuore per poi ascoltare le parole di Kouki e quindi annuire piano con fare cortese. Un po' ci rimane male al pensiero di avere Kouki a Konoha senza poterla avere in casa con sé, ma comprende il bisogno dell'altra di rinsaldare il suo legame con Shade e ripensa a quanto bene questa cosa avrebbe potuto fare alla giovane Hyuga e così scaccia rapidamente quella punta di delusione dal suo cuore. <Va benissimo. Nessun problema. Shade ha bisogno di avere qualcuno vicino ora più che mai> la rassicura con un ampio sorriso, fiera del modo in cui la sua piccola stia cercando di destreggiarsi fra tutte quelle persone che adorerebbero passare il loro tempo con lei. Quando le parla di Heiko, poi, si ritrova affascinata e colpita da questa nuova personalità, felice che sia stata capace di portare una sorta di calma ed equilibrio quando più ne ha avuto bisogno. <Mi dispiace di non esserci stata quando hai avuto bisogno di aiuto. Ma sono contenta che Heiko sia comparsa per salvarti. Ancora non la conosco, ma le sono già riconoscente per averti aiutata> sorride Kaori con tenerezza distendendo le labbra verso l'alto. <E sono anche contenta che Mirako voglia aiutarti a vendicarvi di Otsuki. Sembra che ora sia più semplice riuscire a convivere con lei, vero?> le chiede per assicurarsi che in qualche modo tutto stia trovando il suo equilibrio. <La sua non è esattamente una infezione. Non so esattamente come spiegarlo, ma è qualcosa che può controllare. Come se fosse una innata che può attivare a piacimento. Ma quando usa quel potere cambia e a volte questo prende il sopravvento> spiega Kaori quel poco che sa del sigillo, omettendo però i dettagli circa il fatto che questo vada consumando pian piano la vita dell'Oboro ad ogni utilizzo. Non vuole spaventarla, non vuole farla preoccupare più del necessario. Ascolta il suo raccapricciante racconto e quindi tenterebbe di stringerla con maggior dolcezza a sé per carezzare i suoi lunghi capelli scuri con fare materno. <Non lasceremo che ti succeda la stessa cosa tesoro. Non ti succederà niente del genere, te lo prometto. Fermeremo questa cosa tutti insieme> E forse è una promessa che non dovrebbe fare, ma sa che avrebbe dato tutta se stessa per cercare di salvare la vita della sua Kouki. Sorride quando lei appare visibilmente sollevata alla notizia di affrontare Otsuki tutti insieme e le dà un tenero buffetto incoraggiante sulla guancia per alleggerire leggermente l'atmosfera di quel momento. <Lo fermeremo. E saremo di nuovo felici e liberi> le dice con dolcezza per poi inclinare il capo all'ultimo dire della Yakushi. <Va bene. Non insisto> le dice tranquilla per poi inspirare. <Per stasera basta discorsi tristi, va bene? Che ne dici?> le propone, dolcemente, dedicandole un nuovo caldo sorriso ricolmo d'affetto. [chakra: on]

22:37 Kouki:
 Comprende quel discorso riguardo Hiashi e di come le persone potevano non avere fiducia in lui, per questo voleva conoscerlo di persona, per farsi una sua idea. Niente di più logico e giusto invece che non cercare di comprendere. Comunque sia quel discorso viene accantonato e la ragazzina si ritrova ad annuire riguardo a quella pace sperata per lo Hyuga morto. Non se ne intende di queste cose, per lei del resto è solo un cadavere ora, anzi… carne in putrefazione in chissà quale luogo. O sotto terra se l’hanno seppellito, non sa che fine abbia fatto in effetti. Cerca di stare con tutti, di farlo per gli altri ma soprattutto per se stessa, senza dannarsi e senza sentirsi in colpa, ecco come affronta al meglio quello che la riguarda. <Starò con Shade e anche con te, davvero.> rassicura con dolcezza la donna, donandole un piccolo sorriso. Si rilassa su quel divano ascoltando le parole che vengono dette in tranquillità riguardo Heiko. <Si, è tutto più equilibrato ora. Sappiamo quali sono i nostri obiettivi e cercheremo di portarli a termine.> l’ultima riunione di condominio con le sue Gemelle è stata molto utile, le ha messo però dei nuovi interrogativi sull’organizzazione di suo padre che, oltre ad essere concettualmente sbagliata per lei, sta dando dubbi persino a Mirako che aveva accettato di farne parte. Ma ormai è dentro, pena la morte nel lasciarla. Parole di suo padre. Scuote la testa e sospira. <Sembrava una cosa simile con il potere di papà, ma alla fine penso sia tutt’altra cosa.> non riesce ad arrivare da nessuna parte e non le resta davvero che acchiappare Otsuki e fargli sputare ogni singola informazione. Si terrebbe quindi appoggiata alla figura di sua madre Kaori, stretta a lei, chiudendo gli occhi e facendosi cullare da quelle sicurezze. <Si, parliamo d’altro. Grazie per esserci, mamma.> sussurra verso di lei, felice e grata che sia tornata, sollevata nel saperla vicino a lei contro Otsuki. Non vuole che altri si occupino dei suoi problemi lasciandola indietro, vuole esserci e non disdegna un aiuto. A Oto dunque, è lì che bisogna andare. Rimarrà tra le braccia di sua madre e parlare del più e del meno, probabilmente fino a tardi e probabilmente l’accompagnerà a letto… una serata nomale, però felice finalmente. [EnD]

22:52 Kaori:
 Tutto sembra rilassarsi poco a poco. Le due si aggiornano sui grandi cambiamenti nelle loro vite e finiscono col parlare anche delle persone per loro importanti. Ciò che hanno fatto, che non hanno fatto, che hanno perso. E' un bel momento di comunione e Kaori è felice di poterlo condividere con Kouki. Felice di poterla conoscere meglio, di poter capire un po' di più ciò che s'aggira nella sua mente e nel suo cuore. E' contenta di aver deciso di venire lì quella sera, è stata una buona idea. <Magari potrei venire a trovarvi entrambe se vi va. Così non dovrai dividerti...> le propone con fare pensoso, chiedendosi se a Shade sarebbe andata bene quell'idea. Una serata da trascorrere insieme, magari solo il tempo di una cena. Un modo per non impedire a Kouki di stare con entrambe o forse un modo -un po' egoista- di non perdere un altro giorno senza lei. Annuisce la Hyuga al dire della Yakushi e quindi lascia che la serata proceda, che vari argomenti vengano sfiorati e toccati fino a quando non decidono entrambe di lasciarsi alle spalle quelle conversazioni così serie e tristi. Adesso sono unite, sono insieme ed è tempo di pensare soltanto a qualcosa di bello. Kaori la stringe a sé, la coccola, godendosi il calore del suo corpo vicino al suo, lasciandole un bacio fra i capelli scuri. <Grazie a te per avermi perdonato, bambina mia> le dice con sincera gratitudine prima di continuare a parlare con lei di qualcosa di più leggero, di più felice, ritrovandosi a veder passare i minuti fino a quando non si fosse fatta ora, per la piccola, di andare a letto. Sarebbe rimasta con lei fino a quel momento scortandola fino alla sua stanza per poi augurarle la buonanotte e scivolare via dalla camera diretta verso casa. [END]

Kaori va a trovare Kouki a casa e le due parlano tra loro di vari e seri argomenti, passando una piacevole serata insieme.