Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Goryo

Quest

Giocata di Clan

0
0
con Murai, Haran

L'Anteiku è un locale, a te la prima

17:40 Haran:
 Fa freddo. Nonostante abbia smesso di piovere il clima è piuttosto rigido. L'aria è frizzante, il vento pungente ed un freddo secco penetra fin dentro le ossa andando a far sentire la giovane Azumi piuttosto irrigidita. Una calda sciarpa rossa è avvolta attorno alla sua gola al di sopra di un caldo cappotto nero che le arriva fino a metà coscia. Pantaloni elasticizzati del medesimo colore le fasciano le gambe lunghe e snelle mentre ai piedi porta degli stivali ninja alti al ginocchio. Un porta kunai e shuriken è legato attorno alla sua coscia destra poco sotto il coprifronte di Kusagakure ben legato attorno al muscolo. La cintura regge una tasca porta oggetti nascosta dal giaccone, esattamente come il caldo maglione color panna dalle maniche lunghe e strette che lasciano scoperte le sole dita. I lunghi capelli celesti sono lasciati liberi e sciolti dietro la schiena mentre i brillanti occhi azzurri si guardano attorno per la via principale di quel cerchio di Kusa. Avanza a passo cauto, lento, le mani infilate nelle tasche cercando un locale dove potersi fermare per un po' alla ricerca di calore o, perchè no, di un modo per passare del tempo fuori casa. Avendo appena terminato di allenarsi, la giovane si ritrova con il chakra precedentemente impastato tramite l'ormai consueto esercizio che ha ripetuto più e più volte dalla sua nomina a genin di molti anni prima. Le dita erano state portate all'altezza del petto per unirsi a formare il sigillo della Capra; la mente era stata svuotata di ogni pensiero e distrazione così da favorire la concentrazione di Azumi nel richiamare nel proprio corpo le energie fondamentali alla base della sua stessa esistenza. Le energie psichiche erano state accumulate e richiamate all'altezza del capo, della mente, radunate in un unico punto a formare una sorta di vivida fiammella azzurra. Allo stesso modo le energie fisiche sarebbero state convogliate all'altezza del ventre per dar vita ad un unica fiamma rossa calda e potente. Queste due fonti d'energia sarebbero quindi state fatte muovere fino a raggiungere il plesso solare ove, tramite un rapido moto circolare a vortice, le due sarebbero andate a scontrarsi fino a mescolarsi e fondersi divenendo un'unica nuova entità: il chakra. Se fosse effettivamente riuscita a far questo durante i suoi allenamenti allora adesso si ritroverebbe con il chakra ancora ben vivo e vispo a circolare per il corpo mentre il suo sguardo andrebbe ora a cadere su un grazioso locale dalle ampie vetrate. Anteiku. Azumi si ferma e, osservando per un attimo l'edificio che ospita quella che pare essere una caffetteria, decide di entrare. Aprirebbe la porta varcando la soglia con passo tranquillo, accompagnata dal consueto trillo del campanellino d'ingresso, venendo quindi avvolta da una ondata di calore rigenerante. <'sera> saluterebbe guardandosi attorno e iniziando a sfilarsi lentamente la sciarpa di dosso. [Tentativo Impasto Chakra]

Il pomeriggio è piuttosto freddo in quel di Kusagakure, un pomeriggio tranquillo nel villaggio. La popolazione preferisce rimanere in casa, al caldo, nessuno esce e quei pochi che lo fanno si ritrovano a congelare in pochi minuti per via del freddo pungente che sta avvolgendo tutta l'alleanza ninja. Una ragazza, tra questi, ha deciso che combattere il freddo non è che cosa e, per questo, si rifugia in un piccolo locale chiamato Anteiku, dopo aver impastato il chakra. Lungo il viale dove si può trovare il luogo vi è un sostegno in legno sul quale è inciso "Anteiku - Caffè" appena affianco una porta, dotata di un campanellino, con vetri che danno a vedere parte degli interni del locale. Il locale all'interno è composto da una singola sala luminosa, causa le ampie vetrate presenti ad uno dei lati che danno a vedere sulle strade del villaggio. Agli angoli del locale dei vasi verdi privi di fiori, appesi alla parete d'ingresso quadri rappresentanti luoghi e paesaggi dei più disparati tipi. Pavimento in legno e pareti color panna, misti ad alcune luci che calano dal soffitto ed un sistema di ventilazione, creando uno stile misto tra moderno e tradizionale. Ad affiancarsi alle vetrate diversi tavoli in legno lucidato, attorniati generalmente da tre sgabelli. Al bancone presenti tre posti a sedere, quest'ultimo situato all'immediata sinistra della porta d'accesso, che riporta di fianco anche una seconda porta riservata allo staff. Dietro il bancone una zona adibita a preparare i più svariati caffè, generalmente occupata da un paio di membri dello staff che si danno il cambio ogni mezza giornata. Al suo interno vi sono un buon numero di clienti, tutti con una tazza fumante sul davanti, alcuni hanno tè, altri caffè ma il calore rende il tutto più accogliente. I camerieri passano di tavolo in tavolo mentre dietro il bancone è presente quella che sembra una donna, capelli neri e corti, un sorriso stampato in viso e pelle pallida <OH, Azumi> guarda la ragazza diritta negli occhi mentre pulisce un bicchiere di vetro con uno straccio bianco. La donna indossa una camicia bianca, un gilet nero, un paio di pantaloni neri e papillon rosso al collo. Il gilet è abbottonato per essere sempre in ordine <Prego prego, siediti al bancone, prendi qualcosa? Tè? Caffè? Whisky? Cappuccino?> chiede veloce guardandola sempre con un sorriso. [CLAN]

18:08 Haran:
 Il locale pare essere piuttosto grazioso. Ha uno stile pulito ed accogliente, con colori chiari che rendono l'intera area piuttosto luminosa. La grande vetrata che dà sulla strada è perfettamente lucidata e le luci dorate illuminano a giorno il locale. Il legno dei pavimenti contrasta con il color panna delle pareti in un insieme piuttosto armonioso e piacevole. Un odore dolciastro di caffé riempie l'aria rendendola calda e confortante. Azumi si sente come improvvisamente avvolta da una coperta e, tenendo la sciarpa con una mano va quasi per avvicinarsi ad un tavolo quando la sua attenzione viene catturata da una voce alla propria sinistra. Si ferma volgendo il viso verso tale direzione ritrovandosi sotto gli occhi la figura di una donna dai tratti piuttosto androgini; se non fosse stato per la sua voce chiaramente femminile avrebbe potuto perfettamente pensare che fosse un ragazzo. La ragazza schiude le labbra, sorpresa, aggrottando appena le sopracciglia con fare confuso. <Ci conosciamo?> domanda sbattendo le palpebre con fare perplesso avvicinandosi dunque al bancone con un paio di passi, in piedi dietro uno degli sgabelli liberi a disposizione della clientela. La commessa appare essere piuttosto espansiva ed allegra, disponibile, anche; le chiede cosa voglia ordinare, la invita ad accomodarsi, ma lo fa con un tono così amichevole e confidenziale da portare Azumi a sentirsi piuttosto a disagio. E' certa di non aver mai visto prima quella persona e non comprende come sia possibile che questa, al contrario, la tratti come se invece si conoscessero già. Insomma, il solo fatto che sappia il suo nome la stranisce non di poco! <Come sai il mio nome?> chiede, allora, prendendo posto allo sgabello centrale fra i te disposti, fissando la donna con fare attento, interessato, poggiando la sciarpa ripiegata sulle cosce e strofinandosi appena le mani gelide fra loro. <Comunque un caffè andrà bene> risponde, alla fine, alla richiesta dell'altra. [chakra: on]

Vedere una donna stramba come quella che ti conosce non è il massimo appena si entra in un locale, specialmente se poi si dimostra così amichevole e confidenziale. La perplessità della genin è giustificata, cosa succede? Deve fidarsi? Per ora non c'è niente di male in quello che sta succedendo, può solo sentirsi a casa in un posto come quello, una casa grande, accogliente e decisamente ben arredata ma se solo sapesse, quella non è una commessa, è tutt'altro che una commessa ma diamo tempo al tempo <Certo, io ti conosco, tu no ma ci conosciamo> il sorriso ancora sul viso, gli occhi chiusi. Felice come una Pasqua la donna mentre Azumi si avvicina al bancone ponendo un'ennesima domanda, anche questa giustificata <Tutti sanno il tuo nome qui dentro, tu sei Azumi Goryo, non lo ricordi? Dai su, come è possibile che non lo ricordi?> chiede continuando a pulire il bicchiere mentre l'ordine viene recepito forte e chiaro <Caffè? Arriva subito> si volta scappando a grande velocità verso la macchinetta per fare il caffè. Vi mette la polvere dentro, l'acqua, pigia il pulsante e una tazza messa sotto in attesa che il liquido degli dei esca fuori. Si, non è il vino la bevanda degli dei ma il caffè, la cosa più buona di questa mondo. Riempie la tazza fino quasi all'orlo, mette al suo interno due zollette di zucchero, un cucchiaino al suo intorno e ritorna dalla ragazza porgendole il bibitone preparato a puntino <Ecco a te mia cara> ancora solare, ancora molto rompiscatole la donna che poggia i gomiti sul bancone per osservare il viso della ragazzina <Allora dimmi, ti sei allenata? Riesci a controllare l'altra oppure hai ancora difficoltà? Tranquilla, possiamo parlare liberamente, i clienti che vedi sono tutti Goryo con la giornata libera> da un sacco di cose per scontate ma adesso tocca ad Azumi rispondere in maniera adeguata alla situazione. [CLAN]

18:42 Haran:
 La situazione diviene sempre più strana man mano che i minuti vanno avanti. La strana donna dietro al banco conferma le impressioni che Azumi ha avuto poco prima: le due si conoscono. O meglio, lei conosce Azumi ma Azumi non ha la più pallida idea di chi lei sia. La cosa la preoccupa enormemente. Non ha mai avuto molta importanza a Kusa in tutti quegli anni: non è sicuramente divenuta famosa e, decisamente, non ha molti amici. Non molti conoscono il suo nome lì, -per di più il suo nome completo poi-, per cui il fatto che sia conosciuta da qualcuno che lei per prima non riconosce la preoccupa. Ha sempre temuto questo momento ed ora inizia a sentire l'ansia e la paura farsi largo dentro di sé. E se fosse qualcuno venuto da Oto a cercarla? Uno dei vecchi membri della squadra di suo fratello? Se fosse venuta fin lì per ucciderla? Il pensiero la terrorizza e per un secondo pensa persino di fuggire. Tuttavia la ragazza al banco continua nel suo dire e d'istinto Azumi si ritrova a sgranare gli occhi e guardarsi attorno con aria spaventata e attonita. <Co-come fai a saperlo?!> domanda tornando a rivolgere la sua attenzione verso la cameriera, lo sguardo ora bruciante di una preoccupazione vivida e fiammeggiante. <Che vuol dire che lo sanno tutti?!> continua alzandosi in piedi, sentendosi improvvisamente messa all'angolo, in una trappola dalla quale non sarebbe riuscita a fuggire. <Chi sei *tu*?> domanda assottigliando lo sguardo, stringendo i denti. Se tutti lì sanno chi è allora vuol dire che sono in combutta con quella bizzarra donna. Se fossero tutti lì per ucciderla non avrebbe potuto fuggire da tutte quelle persone. E' fregata. Ed il pensiero vola immediatamente a Torihi, al suo segreto. Se avessero scoperto anche il suo oltre che al proprio? Se anche lei fosse in pericolo in questo momento, chissà dove e chissà con chi? Impallidisce all'istante mentre l'altra va allegramente a prepararle il caffè mettendoglielo davanti. Sembra essere assolutamente a suo agio, allegra, con fare spensierato si muove qui e lì sorridendole con fare tranquillo. Cosa significa, tutto ciò? Azumi è a dir poco basita. Osserva la tazza di caffè e poi la donna. Sente l'aroma della bevanda salire fino al suo viso, alle narici e dunque dritto fino al cervello. Delizioso. Ma non può abbandonarsi a questo, non prima di aver fatto chiarezza sulla situazione. E dunque arrivano le parole della cameriera. Parole che non comprende, che non capisce e che la portano a fissarla stordita e interrogativa. <Che diavolo vorrebbe dire? Controllare chi?> domanderebbe Azumi arricciando il naso, assottigliando lo sguardo. E poi quelle ultime parole la colpiscono dritta al cervello. <Tutti... Goryo?> mormora ad occhi sgranati schiudendo le labbra, improvvisamente quasi dimentica della paura e dei sospetti avuti fino a quel momento, sconvolta da quella verità. Si volta ad osservare la gente presente quasi aspettandosi di trovare nei loro tratti una qualche similarità con se stessa. Persone diverse e disparate, gente tranquilla che beve e chiacchiera, ride e scherza. Sembrano persone come tante, eppure -a quanto pare- tutti loro lì dentro condividono un legame profondo e piuttosto intimo fra loro. Un legame di sangue. <Che significa? Non... capisco> chiede alla fine con un sospiro, la tensione ad allentarsi appena sostituita da un avvolgente senso di confusione e... speranza. Non ha mai incontrato altri Goryo prima. L'unico altro che avesse mai conosciuto era suo fratello, ma da quando se n'è andato... Non ha mai neppure conosciuto suo padre, mai saputo chi fosse davvero. Ha solo ereditato il suo cognome perchè non dimenticasse mai, in futuro, che sangue scorresse nelle sue vene. O almeno così le aveva sempre detto sua madre. [chakra: on]

La confusione regna sovrana nella ragazza, la confusione di non sapere chi si è, di non capire cosa sta succedendo. Avere paura di qualcuno è normale, temere che qualcuno possa farci del male è estremamente lecito ma li l'aria è tranquilla, nessuno la calcola se non la donna dietro al bancone, nessuno si volta a guardarla <Come faccio a saperlo? Io conosco tutti i membri della mia famiglia> le rivelazioni piano piano aumentano, rivelazioni che non possono fare altro che confondere la ragazza sulla sua identità e su tutto ciò che sta accadendo li dentro <Vuol dire che tutti lo sanno, scusa, in quale altro modo te lo dovrei dire? Esibendomi in un cantico in greco antico?> comincia addirittura a fare dell'ironia, battutine tranquille che non mirano ad offendere bensì a strappare il sorriso ma per il momento, l'unico sorriso strappato, è quello della donna che ride e sorride allo stesso tempo. Osserva le movenze della ragazza, la vede alzarsi in piedi, forse sta esagerando ma bisogna rompere il ghiaccio in qualche modo <Oh> la mano destra va a pulirsi sul grembiule bianco che porta legato alla vita prima di distendere il braccio verso Azumi, la mano aperta <Nimura Goryo, gestisco l'Anteiku> finalmente la vera identità della donna viene fuori, finalmente riusciamo a capire di chi si tratta. Si presenta e lo fa sempre con occhi chiusi e il sorriso stampato in viso ma la ragazzina si allontana, si sente in trappola, spaventata. Le porta il tazzone di caffè come richiesto evitando di fare pressioni, lascia che metabolizzi tutto quanto senza avere fretta, in fondo sta avendo molte, moltissime rivelazioni in così poco tempo e il suo cervello rischia di scoppiare, letteralmente <Ma come chi? Il gene Goryo sciocchina. Non dirmi che non lo hai più attivato?> piano piano le rivela le sue appartenenze ma finalmente fa breccia in lei confessandole a quale famiglia si ritrova in mezzo <Si, la maggior parte sono tutti acquisiti e solo qualcuno è come te e me, di sangue puro> si guarda intorno osservando i vari clienti, osserva tutti quanti loro dalla testa ai piedi sorridendo. Gli occhi vengono nuovamente puntati su Azumi, visibilmente in difficoltà <Significa che sei finalmente tornata a casa. Ma scusa, l'incontro con Torihi non ti ha ricordato niente? Secondo me non sei venuta qui a caso, i Goryo sanno sempre come ritrovare la via di casa> ricomincia a pulire quel bicchiere il quale sa diventando più splendente del sole <Su, avvicinati e bevi il tuo caffè, non fare complimenti> inizia a canticchiare tranquilla e spensierata. [CLAN]

19:20 Haran:
 <Famiglia...> ripete quella parola in un sussurro basito, sbattendo le palpebre, sentendosi travolta e soverchiata da una ondata di sensazioni contrastanti. La paura ed il sospetto di essere finita in una specie di trappola si intrecciano alla curiosità ed al desiderio di capire cosa stia accadendo. Il desiderio di andarsene si scontra con quello di rimanere a parlare con quella figura per poter finalmente trovar risposta a tutte le domande che ha posto fino a quel momento. L'altra sembra trovare tutto così ovvio e semplice da iniziare persino a fare dell'ironia scoraggiando la giovane dal porre ulteriori domande o dal rispondere alla sua battutina. Non sa se interpretare quella sua sfacciata allegria come esagerata contentezza o come l'inquietante tentativo di nascondere un pericoloso segreto. Sì, è paranoica: non può farne a meno dopo aver perduto la persona più importante della sua vita a causa delle persone che avevano considerato più vicine, un tempo. La donna alla fine si presenta e Azumi scopre non con sconcerto di non avere idea di chi sia. Non ha mai sentito quel nome prima e si limita semplicemente a sedersi nuovamente quando i suoi sospetti si fanno da parte in favore della vorace curiosità nei riguardi di quel posto e, soprattutto, della gente al suo interno. Si sistema sullo sgabello portando le mani a circondare la tazza avvertendo il calore piacevole della ceramica, l'odore penetrante del caffè salire al cervello. Si rigira la tazza fra le dita umettandosi le labbra. <Non so di cosa stai parlando. Non ho... attivato niente> ammette lei aggrottando appena le sopracciglia, sorseggiando solo ora un po' di quella deliziosa bevanda. Okay. Nimura Goryo può essere una squinternata, una tipa bizzarra e completamente fuori di testa, ma decisamente sa come si prepara un caffè. Azumi lo assapora gustandolo lentamente e poi si ritrova ad ascoltare il racconto della cameriera con fare totalmente assorto. <Dubito che Torihi sappia niente di tutta questa storia. L'ho praticamente cresciuta io e se non sapevo io di voi non vedo come potrebbe saperlo lei> scuote il capo poggiando nuovamente la tazza sul bancone. <E voi cosa ne sapete di Torihi? Come sapete chi sono io? Non ho mai diffuso la voce, anzi. Ho cercato di tenere ben nascosto il più possibile su di me> chiede ora visibilmente più tranquilla ma decisamente avida di informazioni. <Non pensavo che i Goryo fossero un clan, nè che si trovassero proprio a Kusa. Pensavo di essere l'ultima rimasta al mondo ormai. Assieme a mio padre, se è ancora vivo da qualche parte> ammette lei tenendo ora lo sguardo basso, amaro, a specchiarsi nel caffè nella sua tazza. <Cosa vuol dire che la maggior parte di loro sono acquisiti?> Chiede allora, alla fine, rialzando lo sguardo sulla figura di Nimura. [chakra: on]

Azumi inizia a calmarsi, inizia a ritrovare un po' di pace e forse la paura si è allontanata del tutto da lei, una paura che l'ha spinta ad andare quasi via da quel posto ma, per fortuna, così non è e Nimura è riuscita a tenerla aggrappata all'Anteiku ancora per un po' <Bhe si, in quale altro modo definiresti un clan se non con famiglia?> una cerchia di persone che hanno tutte lo stesso DNA, le stesse abilità e quasi la stessa forza. La guarda avvicinarsi, sedersi nuovamente e prendere tra le mani quel tazzone di caffè, caldo, fumante e anche buono, molto buono ma chissà qual è il segreto di questo caffè. Forse Nimura, sotto sotto, è mezza italiana ma di questo nessuno può esserne sicuro. L'unica cosa sicura è l'espressione abbastanza sorpresa e stupita di Nimura nel sentire che lei non ha risvegliato niente <Ma come sarebbe? Kami santissimi, così non va bene ragazza mia, che figura ci fai fare?> sembra un dramma ma così non è <Allora> posa il bicchiere sul bancone insieme allo straccio, le mani si sollevano in direzione della giovane, rimangono a mezz'aria ben aperta <Il chakra, invialo nel punto centrale del tuo cervello, concentralo in quella zona e sblocca il gene Goryo, lasciala libera di uscire. Vediamo un po' che diamine è successo> praticamente le sta dicendo di attivare la loro innata proprio in quel punto, in quel preciso punto senza troppi complimenti. Non è possibile che una Goryo non riesca a sfruttare la loro forza, che non si sia allenata, che non abbia fatto niente di niente in tutto questo tempo <Oh, vedo che almeno questo te lo ricordi. Bene, posso eliminarla dalla lista> una buona notizia alla fine ma l'ha praticamente messa alla prova, su questo non c'è dubbio <Di Toriho? So ciò che so e non so ciò che non so, no?> stendiamo un velo pietoso <Io so chi sei dal giorno in cui sei nata, non ho mai smesso di tenerti d'occhio. Te l'ho detto, io conosco tutti i membri della mia famiglia e presto o tardi li riporto tutti a casa, oppure sono loro a tornare> vi è una certa vena filosofica in quella risposta, una filosofia molto spicciola ma abbastanza da poter far capire il concetto e far passare il messaggio a chiunque <Sono stata io a riunire i Goryo sotto un'unica bandiera. Ho creato l'Anteiku per accogliere tutti loro così da creare, a tutti gli effetti, il nostro clan e Kusa è il posto migliore per ricominciare> una spiegazione molto veloce e poco incisiva ma basta per il momento <Uh> Nimura porta il suo sorriso su tutti i presenti, guarda i vari clienti con molta attenzione e dedizione <Vuol dire che hanno ricevuto il dono del gene Goryo. La maggior parte di loro lo ha ricevuto tramite un trapianto> alza il braccio destro indicano una donna <Lei era una malata terminale, un cancro ai polmoni. Noi glieli abbiamo sostituiti con polmoni Goryo> sposta il braccio verso un ragazzino di circa 15 anni <Lui perse un braccio durante una missione, gliene abbiano dato uno Goryo> alla fine si porta su un uomo di circa 35 anni a prima vista <Lui invece...bhe, non te lo dico nemmeno cosa gli abbiamo sostituito ma ti posso dire che è messo meglio di prima adesso> e ora capite da soli a cosa si riferisce. [CLAN]

20:05 Haran:
 Famiglia... un concetto che ad oggi Azumi trova estremamente complesso. Non rivede la propria da anni, non la sente più vicina a sé da quella che le sembra una vita, non dalla morte di suo fratello almeno. Adesso, se pensa alla parola 'famiglia', l'unica cosa che le viene in mente è il dolce viso di Torihi, i suoi capelli verdi, la sua risata gentile. E' lei la sua famiglia adesso e non si sarebbe mai permessa di abbandonarla per nulla al mondo. Stringe le labbra fra loro meditando su quanto le viene detto, prima di ritrovarsi a fissare la donna con fare sorpreso e basito. <E-eh?> boccheggia confusamente sbattendo le ciglia, arrossendo appena sulle gote non comprendendo appieno di quali figure stia parlando Nimura. E poi arrivano quelle indicazioni, quella richiesta. Azumi è una kunoichi da molto tempo ormai e sa perfettamente che alcune famiglie di ninja possiedono poteri che altre famiglie possono solamente sognare di padroneggiare, ma non ha mai pensato che -proprio lei, potesse possedere una qualche capacità speciale unica al mondo. Il pensiero di scoprire una cosa simile la emoziona e non può negare a se stessa di essere incuriosita da questo esercizio. Mordendosi il labbro inferiore va quindi semplicemente ad annuire cercando di concentrarsi ora sul chakra che scorre nel suo corpo. Andrebbe a focalizzare la sua attenzione sull'energia azzurrina che corre e si riversa nei canali del suo keirakukei lungo tutta la lunghezza della sua figura. Si unirebbe al flusso di quella energia come se stesse correndo con essa, quasi potendola concretamente avvertire sotto le vene. E quindi andrebbe a cercare di guidarne il corso fino a portare il proprio chakra verso il capo. L'energia andrebbe a raggiungere il cervello, ad incanalarsi lungo il solco centrale fra i due emisferi concentrandosi proprio lì, nel bel mezzo del suo cerebro, laddove dovrebbe ora andare a bagnare e raggiungere il gene Goryo lì presente. Se vi fosse riuscita correttamente i risultati dovrebbero notarsi nell'immediato. Lentamente i suoi capelli andrebbero a scurirsi appena raggiungendo una sfumatura non più celestina e brillante, ma più vicina all'indaco con ombre quasi violette a seconda della luce presente. I suoi occhi si scurirebbero a loro volta in una tonalità indaco gentile ed affascinante. La sua pelle permane candida, bianca, mentre la sua espressione muta a livello sostanziale. La consueta calma viene sostituita da una sorta di serietà pungente. A labbra chiuse osserva la donna dinnanzi a sé inarcando appena un sopracciglio, distendendo la schiena verso l'alto e sbattendo lentamente le ciglia. <E quindi?> domanderebbe quindi con un tono quasi deluso, fissando Nimura con disappunto. <Non capisco come mai dovessi essere così impaziente di fare una cosa del genere, in tutta franchezza. Non vedo alcuna differenza> osserverebbe con spietata sincerità andando a bere un nuovo sorso di caffé. Questa volta non regge la tazza con ambo le mani ma la solleva con la mancina soltanto. Il portamento della sua figura -se tutto fosse andato a dovere- sarebbe interamente diverso. Molto più sicuro di sé, molto più posato. Meno grazioso ma più deciso. Ascolterebbe in seguito quanto detto dalla capoclan in silenzio ascoltando dunque ogni cosa senza interromperla. Trova snervante il modo in cui non risponda davvero ad alcune domande, ma è piuttosto certa che forzarla a rispondere non avrebbe facilitato le cose. <Voglio sperare tu sappia che non è il sangue a fare una famiglia. Non capisco perchè vorresti avere in casa gente che nemmeno conosci.> osserva Azumi respirando piano, rilassata, poggiando nuovamente sul banco la tazza mezza vuota. E poi ode quanto l'altra spiega circa i membri del clan presenti in quel locale, come alcuni di loro siano divenuti parte della "famiglia". Azumi segue con lo sguardo le direzioni indicate da Nimura andando a puntare le iridi fredde e distaccate su ognuno dei presenti indicati. <Mi sembra una coincidenza assurdamente impossibile che per caso tutte queste persone abbiano ricevuto pezzi di ricambio dalla tua... officina> constata la giovane tornando a ruotare ora il capo per affrontare il volto di Nimura. <Tutti i clan di cui ho sentito parlare cercano di tenersi stretti i loro poteri e i resti dei loro morti. Voi li donate come se niente fosse.> osserva lei assottigliando ora lo sguardo, l'espressione a farsi ancor più seria e circospetta. <Perchè?> domanderebbe, alla fine, attendendo una semplice risposta. [Tentativo Manifestazione: Primo Stadio (I) - 2/4] [chakra: 34/35]

Tira un D50

Azumi tira un D50 e fa 4

Il gene Goryo viene attivato con successo dalla ragazza, il suo aspetto muta in modo quasi drastico trasformandola da ragazza dolce e premurosa con i capelli azzurri in una ragazza ben più sicura dai capelli scuri, molto scuri. Il sorriso si allarga sul viso della donna, un sorriso di pura soddisfazione nel vedere quell'operato portato a compimento <Non ne vedi? Credo ti serva uno specchio allora> sorride tranquilla nel vedere le sue movenze completamente cambiate. E' divenuta completamente un'altra persona, qualcuna che non si è mai manifestata in quel mondo prima d'ora, a quanto pare <Un giorno capirai> risponde semplicemente la donna a quella domanda senza dilungarsi oltre, non ne ha bisogno ma i dubbi della nuova Azumi prevalgono, arrivano. Si dimostra piuttosto intelligente, mira a determinate cose, cerca determinate risposte <Anche questo lo capirai un giorno> torna a pulire quel bicchiere come una perfetta barman ma possiamo dire che tutto è finito, manca solo un'ultima, piccolissima cosa <Vieni con me, ti porto davanti a uno specchio. Seguimi> e con il sorriso in viso si porta verso una stanza sulla destra, chissà, magari le sarebbe venuto un infarto nel vedersi completamente cambiata. [END]

Azumi si reca all'Anteiku per ripararsi dal freddo ma qui scopre le sue discendenze Goryo in modo più approfondito apprendendo che, ora, esiste un clan e sblocca l'innata.

Note: niente da dire

Tiro dado 4/50
Voto master 45/50

Totale 49/100