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Giustizia e Vendetta

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con Haran, Naoko

14:00 Haran:
 La sensazione dell'erba soffice sotto la pelle è sempre stata piacevole e rilassante. Da quando era piccola Azumi ha sempre trovato conforto e pace nello stendersi ad osservare il cielo. In quel piccolo gesto si ritagliava un angolino di spazio, fuori dal tempo, ove tutto è fermo e immobile, ove ogni dolore e sofferenza è estranea. In quel piccolo punto nel tempo esiste solo lei e la vastità del cielo al di sopra del mondo. Azumi è distesa in un imprecisato punto dei prati al di fuori delle mura di Kusa; circondata da margherite e fiori di campo dai petali bianchi e rossi, osserva l'azzurro cielo invernale sopra di sé, la sua pelle candida baciata ove possibile da caldi raggi di un sole brillante e ben scoperto. I suoi lunghi capelli celesti si disperdono attorno alla sua figura come un ventaglio fatto di fili brillanti. Un mantello sfilacciato e setoso che s'intreccia ai fili d'erba verde e soffice tutt'attorno. Ha gli occhi aperti, osserva le nuvole bianche rincorrersi lassù mentre il suo corpo è coperto da semplici abiti non particolarmente sgargianti. Un paio di shorts neri ed un maglioncino senza maniche, a collo alto, color panna sormontato da un paio di strette bretelle scure. Le spalle sono nude ma le braccia sono quasi interamente coperte da dei manicotti neri da cui fuoriescono le dita sottili ed affusolate della genin. Attorno alla coscia destra è legato il coprifronte di Kusagakure mentre delle parigine scure scivolano da poco sopra le ginocchia fino a perdersi dentro dei bassi stivaletti ninja che stringono lungo le gambe. Poco sotto il coprifronte è assicurato un porta kunai mentre alla cintura in vita è legata una tasca porta oggetti. Il chakra è disattivo, non vede perchè dovrebbe attivarlo fuori da una missione e senza alcun tipo di minaccia nei dintorni. Le cose con Torihi sono complicate in questi giorni; le ha mentito per anni e adesso deve pagare il prezzo delle sue menzogne. Le due parlano, l'Uchiha non l'ha esclusa dalla sua vita, ma le cose sono difficili. C'è tensione ed un vago senso di disagio che strazia l'armonia nella quale hanno vissuto fino a quel momento. Sospira pensando a quanto le manchi avere accanto a sè la sua amica con tutta la naturalezza che hanno imparato a provare nel tempo fra loro. Le riesce persino strano definirla 'amica' perchè, in cuor suo, ormai ha imparato a vederla come una sorellina minore se non -addirittura- una sorta di vera e propria figlia. Rimane stesa al suolo con le braccia larghe ed il petto ad alzarsi e abbassarsi al ritmo dei suoi respiri osservando coi suoi grandi occhi celesti le nubi bianche rincorrersi nel cielo. Respira, piano, cercando di trovar rifugio in quel piccolo angolo di pace che il silenzio di quel luogo è in grado di offrirle.

14:05 Naoko:
 Il sole splende a ridosso del villaggio dell’Erba, rischiarando la vita delle persone e della natura stessa. Chi si perde nella vita quotidiana, chi si allena per diventare più forte, chi semplicemente vuole intraprendere una passeggiata per alleggerire la mente e stare meglio con sé stessa. E’ questo ciò che starebbe facendo la giovane Genin, con il suo coprifronte mantenuto legato nella zona apposita, un nastro blu e il simbolo di Kusagakure in bella vista. Capelli rossi rilegati in una treccia lunga che si appoggia sulla spalla destra e iridi blu che spaziano intorno al luogo. Indossa una maglietta larga, lunga, con le maniche fino ai polsi e dal colore della notte; leggins neri a fasciare le gambe snelle e agili, così come gli anfibi allacciati ai piedi. La maschera Kakuzu è nascosto nella zona lombare destra, un porta kunai è rilegato alla gamba destra, con all’interno le rispettive armi; un portaoggetti è rilegato al braccio sinistro, invece, con all’interno altre armi e strumenti utili nei momenti di necessità. Solitamente impasta il Chakra prima di uscire di casa, ma non si sente in pericolo, per adesso, quindi rimane nell’assoluta tranquillità, con un insolito nervosismo che si staglia insistente all’interno del proprio animo. Ricordi si susseguono nella testa, il volto della madre prima e quello dei Ryoshu subito dopo: il marchio, il veleno allucinogeno, il bruciore per cinque lunghissimi giorni. Voleva rilassarsi e invece si ritroverebbe a crollare verso il terreno, poco distante da Azumi, con il pugno destro che verrebbe picchiato contro il terreno e piccole lacrime che andrebbero a scendere sul viso, a rigare quel volto delicato e fragile, simile a una bambolina di porcellana. E’ stanca, è stufa, è arrabbiata. [Chakra Off] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Shuriken x2 – Kunai x3 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Spiedi x3 – Veleno Inibente x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

14:16 Haran:
 Il silenzio regna sovrano per quelle terre. Distanti dal Villaggio, da qualsiasi tipo di forma di vita nelle immediate vicinanze, qui c'è solo pace. Verde puntellato di giallo, rosso e bianco a perdita d'occhio ed un magnifico cielo terso che ricopre ogni cosa schiarito da un sole gentile. Azumi ha imparato ad amare questo posto nel tempo. Le sono sempre piaciuti i fiori, fin da quando era piccola; ricorda che più di una volta, ad Oto, aveva legato fiori e foglie fra loro per creare piccole coroncine colorate che amava indossare fingendo di essere una bella principessa o che, a volte, tendeva a poggiare sul capo del suo fratellone come pegno d'affetto. O solo per dargli fastidio, a seconda dell'umore. Inspira a fondo il profumo di quei fiori selvatici e rimane a cercare di spegnere la mente fissando l'azzurro del cielo sopra di lei. Cerca di non pensare a quanto, ogni giorno, le manchi suo fratello. Cerca di non pensare a quello che ha fatto alla piccola Torihi. Cerca di non pensare alla possibilità che l'altra non l'avrebbe mai perdonata davvero per le sue menzogne e si abbandona al silenzio di quei luoghi avvertendo il piacevole tepore del sole sul viso. Chiude lentamente le palpebre lasciandosi via via andare ad una calma sempre maggiore, sempre più profonda, iniziando quasi ad avvertire l'annebbiamento del sonno calare sui suoi occhi chiusi. Non sarebbe così strano vederla addormentarsi di punto in bianco sotto il cielo, dopotutto. Ma poi qualcosa muta nell'invariabile monotonia di quel luogo. Un suono come di ritmici colpi, tonfi sordi e poco distanti troppo chiari per essere passi ma troppo bassi per essere esplosioni o chissà cos'altro. Azumi aggrotta appena le sopracciglia, confusa, andando dunque a sollevarsi da terra col busto rimanendo semplicemente seduta. Le mani son poste sull'erba ai lati del bacino, i capelli seguono quel modo distanziandosi dal terreno e scivolando lungo la sua schiena. Si guarda attorno fino a notare, poco più in là, la figura di una giovane dai capelli rossi china sul terreno. Il suo primo istinto sarebbe quello di rimanere a distanza e lasciarle i suoi spazi, mai stata troppo espansiva od estroversa con chi non conosce, tuttavia il pensiero che quella figura potrebbe trovarsi in difficoltà -magari anche fisiche, ma porta ad alzarsi e muovere un paio di passi verso di lei, le braccia semplicemente inanimate lungo i fianchi. <Hey> direbbe fermandosi ad un paio di metri da Naoko con voce moderatamente bassa e tranquilla. <Va tutto bene?>

14:33 Naoko:
 L’erba non ha mai fatto nulla di male a nessuno, la soffice essenza che emana può solo aiutare chi si trova in difficoltà, chi ha bisogno di conforto, chi ha bisogno semplicemente di mettere la parola fine su di un passato che bussa forte contro la propria testa, che torna e che fa male. Tremendamente male. Con la mano destra, e l’ausilio del braccio sinistro, andrebbe ancora a battere contro il terreno, a macchiarsi le nocche di terra e fili d’erba, a far screpolare quel punto preciso della mano. Senza sosta, senza dare una fine, senza trovarsi appagata in un gesto automatico e naturale. Ancora e ancora, il sangue comincerebbe a vedersi su quella mano, come i graffi che intaccano il dorso di entrambi gli arti e il dolore che si apre a ridosso del viso. Diverse smorfie che si susseguono, rabbia che farebbe digrignare i denti, che farebbe stringere le palpebre e che farebbe contrarre i muscoli delle guance. Un fascio di nervi unico, lo stress che viene buttato fuori in un battito di ciglia, lo stress che provocherebbe dolore allo stomaco e che, ora, la piegherebbe in due. Le braccia si stringono attorno allo stomaco, la schiena si inarcherebbe in avanti e le lacrime continuerebbero a sgorgare, ignara di essere guardata, ignara di essere osservata in una debolezza fin troppo evidente. Singhiozzi misti a dolore, lacrime mischiate a sangue e delusione. Vuole sua madre, l’unica che le vuole davvero bene o che, comunque, dovrebbe provare un sentimento simile nei suoi confronti. Vuole Kurona, ne ha il grande bisogno. La voce di Azumi giungerebbe al suo orecchio come un rumore sordo, come una tonalità che si mescola nella dolcezza della natura. Lo sguardo si alzerebbe, le lacrime rigano ancora il volto <No, non va tutto bene. E’ tutto sbagliato, è tutto troppo sbagliato. Chi ti dovrebbe proteggere, ti butta sempre più giù. Chi dice di volerti ancora bene, ti fa sentire il peso del passato. Quindi non va tutto bene. La vita è sbagliata, le persone sono sbagliate, tutto intorno a me è sbagliato> si sfoga con la sconosciuta, nonostante non sa chi sia, ma si trova accanto a lei in questo momento e quella domanda ha fatto scaturire la rabbia, le ha donato l’input giusto. Parole vomitate senza sosta e Azumi, purtroppo, si trova ad ascoltare tutto questo. [Chakra Off] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Shuriken x2 – Kunai x3 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Spiedi x3 – Veleno Inibente x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

14:45 Haran:
 Sa perfettamente che la sua è una domanda stupida: è evidente che la ragazza non stia bene. Si contorce su stessa e si avvolge con le braccia quasi come se stesse tentando di tenersi tutta unita con quel suo abbraccio, tentando disperatamente di non perdere pezzi attorno a sé. Le lacrime le rigano il viso, la pelle è arrossata e le mani sporche di terra, erba e sangue. Ovviamente non sta bene, ma come avrebbe dovuto introdursi senza risultare banale o semplicemente invadente? Non le è venuto nulla di meglio da dire e così si ritrova a porgere quella domanda stupida e banale alla quale la giovane risponde con una punta di sarcasmo e molta, molta rabbia. Azumi inspira a fondo senza scomporsi, non si lascia perturbare dall'evidente stato di malessere dell'altra, limitandosi a chinarsi così da reggere il peso del proprio corpo sui talloni, sulle punte dei piedi che, al momento, son l'unica parte di lei pienamente poggiata contro il terreno. Ha le ginocchia unite, piegate e le braccia incrociate su di esse mentre osserva Naoko con espressione tranquilla e nient'affatto offesa. In parte si sente quasi presa in giro dal cosmo quand'ode quelle prime parole della genin. Le sembra quasi una velata accusa contro di lei che nel tempo si era presa il compito di proteggere Torihi ed ora si ritrova ad averla delusa con tutte le bugie che è stata costretta a dirle per nasconderle la sua vera natura di Uchiha. Sa che, ovviamente, la rossa davanti a lei non può sapere niente di tutto ciò, ma la beffa arriva comunque forte e chiara al suo cuore portandola a sentirsi appena schernita dal fato. <Va meglio?> domanda alla fine quando l'altra tace, inclinando di pochi gradi il viso per osservarla coi suoi grandi occhi azzurri, il tono pacato e sereno di chi non sembra essersi minimamente scomposto da quella che qualcuno potrebbe definire 'scenata'. <Quando sono furiosa mi sfogo con la prima cosa che mi capita a tiro anche io. Non risolvo niente, ma mi sento più leggera senza tutto quel peso sullo stomaco.> aggiunge poco dopo stringendosi nelle spalle, quasi con indifferenza. Non conosce quella ragazza, non sa chi sia e non vuole fingere di essere interessata ai suoi problemi quando non potrebbe neppure comprenderli. Il suo compito da kunoichi l'ha portata ad assicurarsi che non fosse ferita o in pericolo, ma adesso sta solamente all'altra decidere cosa fare. Se parlare o scacciarla, se chiedere aiuto oppure no. <E comunque sì. La vita fa schifo ma è l'unica che abbiamo> continua, dopo pochi secondi, rialzandosi in piedi e ravviandosi la folta chioma azzurrina con un semplice gesto della mano. La sua, di vita, le ha tolto tanto. La famiglia, suo fratello, i loro ideali, la libertà di tornare a casa, ad Oto. Ha perso molto, ma non per questo può permettersi di fermarsi e bloccarsi. Non può fare niente per cambiare il passato o le ingiustizie che gravano sulla sua testa, può solo cercare di prendere da tutto ciò che la circonda il meglio che può.

14:58 Naoko:
 Sensazioni diverse che continuano a susseguirsi, sensazioni che annebbiano la sua mente e la rendono nervosa, confusa, vulnerabile. Debole. Una parola che non vorrebbe guardare, nemmeno sbirciare, perché non vuole più sentirsi tale, non vuole più essere un peso per nessuno, non vuole più essere la bambolina dei Ryoshu. E nemmeno dei Kakuzu. Lei decide per lei. Basta. Le ginocchia permangono contro il terreno sottostante, permettendo così alla terra e all’erba di macchiare i leggins a ridosso di quel punto. La schiena, di contro, andrebbe a inclinarsi all’indietro e riprendere così la postura eretta almeno in parte. Le braccia rimangono a ridosso dello stomaco, come a volerlo sigillare, come a volerlo proteggere, come a voler placare quel dolore causato da stress e rabbia. Tirerebbe su un attimo con il naso, il segno delle lacrime andrebbe a permanere a ridosso delle guance e lo sguardo blu si poserebbe vivo sulla figura della donna celeste. Capelli azzurri, occhi azzurri, viso candido e bianco quasi quanto il proprio. Sembra quasi un angioletto inviato dal cielo, come se qualcuno gliela avesse mandata per rincuorarla, per farla sentire nuovamente al sicuro. Le braccia di Kurona non ci sono qui, in questo luogo, quindi si deve accontentare di quello che trova. <Sì, mi sento decisamente meglio> a livello emozionale, mentre lo stomaco continua a fare male. <Non dovevi sentire tutto questo, non dovevi essere oggetto del mio sfogo. Spero solo di non averti amareggiata> perché molti se ne sarebbero andati via senza aggiungere altro, senza darle modo di offrire spiegazioni in merito. <Io sono Naoko> si presenta, solo con il nome e omettendo volutamente il cognome. Non sa nemmeno lei quale sia quello giusto, ormai, quello che si sente in dovere di pronunciare e di legarla a una salda realtà. <Sì, è vero. Ma fa tremendamente schifo, ultimamente. Gente che entra nella tua testa e te la mescola, ancora e ancora. Un groviglio confuso che non si riesce a districare, che ti vuole condurre alla follia> continua quel suo incedere, nelle parole, in quanto ormai ha cominciato e non può lasciare tutto a metà. <E’ normale volere la gente morta?> una domanda buttata fuori a getto, senza troppe mezze misure, con una serietà e una naturalezza incomprensibile. Ha solo sedici anni, ma certe idee le ha fin troppo chiare nella testa. [Chakra Off] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Shuriken x2 – Kunai x3 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Spiedi x3 – Veleno Inibente x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

15:20 Haran:
 <Nah> Azumi muove la man destra in un gesto che vuol portare l'altra a lasciar perdere il discorso, a scacciare le sue scuse non perchè non apprezzate ma perchè ritenute non necessarie. <E' evidente che avresti reagito così davanti a chiunque e non con me nello specifico. E se anche ce l'avessi avuta direttamente con me, senza offesa, non ti conosco e le tue parole possono difficilmente ferirmi> spiega lei facendo spallucce. <Come ovviamente le mie non possono ferire te> chiarisce, subito dopo, onde evitare di risultare scortese nel suo dire. Non è che voglia dire alla ragazza di non essere importante, solo che le parole di un estraneo hanno meno effetto di quelle di una persona amata. Almeno fintanto si decide di non voler credere a quelle parole. La verità è che l'importanza di ogni cosa dipende direttamente da quanto ognuno di noi vuole crederci, da quanto ci aggrappiamo a qualunque cosa. Azumi sa che quella giovane non vuole davvero ferirla e perciò lascia semplicemente che quelle parole le scivolino addosso senza darci troppa importanza, chiedendosi però, in silenzio, cosa possa esserle successo da farle vedere la vita attorno a sé in questo modo così tetro e scuro. <Azumi> si presenta a sua volta senza troppi giri di parole, annuendo una volta soltanto col capo e raccogliendo dal terreno una singola margherita mentre va rialzandosi per rimettersi in posizione eretta. Si rigira il fiore fra le dita e quindi ascolta le parole della ragazza che ora sembra quasi più tranquilla. Le lacrime paiono essersi fermate sebbene continui a tenersi stretta con le braccia come se da un momento all'altro potesse spezzarsi a metà o cadere in frantumi. Sembra che qualcosa di davvero orribile sia accaduto alla giovane dinnanzi a lei; le sue parole fanno risuonare qualcosa nella mente di Azumi, una strana sensazione che le rimescola le interiora, come un campanello d'allarme che trilla muto riverberandosi ovunque nel suo corpo, una scossa sottopelle che la mette sull'attenti senza però risvegliare reali ricordi di pericolo o di affinità a quel suo dire. Una sensazione strana, eterea, che l'avvolge senza toccarla davvero. Familiare ed estranea al tempo stesso. Un brivido le sale fino alla nuca. Si ritrova senza parole, incapace di commentare quelle affermazioni, presa in contropiede dalle sensazioni che quelle parole hanno scatenato, riscuotendosi soltanto quando quella domanda le viene posta improvvisa ed inattesa. Azumi punta gli occhi celesti sul viso umido dell'altra inspirando piano. <E' normale voler far cessare il dolore. O volere giustizia. O chiedere vendetta.> risponde dopo alcuni secondi la genin umettandosi le labbra. <Credo che tutti abbiamo desiderato una cosa simile almeno una volta nella vita.> Lei, di sicuro, ha desiderato ardentemente uccidere qualcuno. Di fatti, a ben pensarci, lo desidera ancora. <Non m'importa se sia normale. Non m'importa che altri capiscano. Non voglio chiedermi se quello che provo o penso sia normale per gli altri: darei loro troppo potere su di me> dice, alla fine, con tono sicuro e deciso, annuendo col capo una volta soltanto prima di guardare Naoko dritto negli occhi e quindi continuare. <Non dare a nessuno il potere di farti del male>

15:52 Naoko:
 Lo stomaco vorrebbe uscire da quel corpo se solo potesse, se fosse veramente fattibile un gesto di questo calibro. Macabro, tetro, scuro, come a voler strappare parti di sé pur di non avvertire più nulla. La mente è immersa nella confusione più totale, una piccola Naoko che chiede pietà verso le persone più vicine alla sua famiglia ma che, invece, continuano a torturarla senza sosta. Un marchio che non doveva essere apposto contro la sua schiena, un kanji che sa di tradimento quando lei, di suo, non ha mai strappato la fiducia a nessuno. Nessuno. Eppure il dolore è ancora lì, nella sua testa, nel suo corpo, nella sua anima. Il dolore è ancora lì e non vuole cessare. <Esattamente. Ma chiunque se ne sarebbe andato invece di rimanere qui, invece di ascoltare il proseguimento. Tu, invece, sei rimasta e questo vuol dire che ti importa di coloro che ti circondano. E’ un punto a tuo favore, Azumi> ripete quel nome per memorizzarlo, per avere un collegamento con quel viso e quei capelli color del cielo. E’ una sconosciuta, ma si sente un pochino meglio adesso. Proverebbe anche lei a rialzarsi in piedi, a mettersi completamente in postura eretta, con le braccia che, lentamente, dovrebbero lasciare la presa contro lo stomaco e permettere così al dolore di proseguire, senza calcare la sensazione esterna. Altre parole giungerebbero verso di lei, altre parole spassionate e senza alcun freno, altre parole che sanno di forza, di determinazione, di grinta. Ora capisce quello che mamma Kurona vuole farle comprendere, ora capisce quello che la Beta vorrebbe nei suoi confronti. Forte, sveglia, in modo che nessuno possa realmente spezzarla. <Giustizia. La giustizia non basterebbe per quello che ho avvertito qualche anno fa, per quello che il mio corpo ha dovuto subire. La vendetta è l’arma migliore, una tortura infinita prima di recare il colpo di grazia. Persone che fanno esperimenti su altre persone, senza pensare alle conseguenze. Sarò io ad avere il coltello dalla parte del manico, molto presto. Non sanno quello che gli aspetta> parole crude, sanguinose, rabbiose. Un’anima nera che prende forma in quel corpo da bambolina, un’anima nera che scaccia lentamente il piccolo spiraglio di luce che rischiarava nella mente della Genin. E’ stanca di subire, è ora di affilare le armi una volta per tutte. [Chakra Off] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Shuriken x2 – Kunai x3 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Spiedi x3 – Veleno Inibente x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

18:24 Haran:
 La genin riflette su quanto le viene detto da Naoko. E' rimasta lì davvero perchè le importa di quella ragazza? In senso lato, sì. Si è trattata di mera "professionalità" se così si può dire, più che pura bontà del suo cuore, ma forse sarebbe troppo crudele dirle chiaramente che si è avvicinata a lei in quanto ninja e non in quanto persona. Un tempo, forse, si sarebbe avvicinata perchè non avrebbe tollerato di vedere qualcuno piangere, ma adesso tutto è diverso. Azumi non è più la ragazza che era stata una volta, non è più la ragazza dal cuore gentile che desiderava la pace. Azumi è distante, adesso. Azumi è disinteressata, lontana da tutto. Vive in una bolla assieme a Torihi all'unico scopo di proteggerla e saperla al sicuro e, forse, il suo compito è persino giunto al termine ora che suo padre le ha rivelato la verità sul suo sangue Uchiha. Da quando Kaito le è stato strappato via da quei maledetti e schifosi traditori, non è più stata la stessa, sempre attenta a non venir braccata, sempre alla ricerca di pace, di solitudine perchè a questo mondo non c'è nessuno di cui ci si possa fidare davvero. Da quanto ha perso Kaito ha perso una parte di sé, probabilmente la più speciale di tutte. No, non c'è nessun "punto a suo favore". <Mhn> un verso a mezza bocca come per voler metter fine a quell'argomento piuttosto scomodo. La vede rialzarsi, la vede rimettersi in piedi e poco a poco sembra andare a calmarsi fino a tornare ad essere quanto mai tutta d'un pezzo. Quello che dice lascia presagire una gran brutta situazione alle sue spalle ma Azumi non fa domande: tutti loro hanno una qualche tragedia che li ha portati su quella strada, vero? Lei, almeno di pessime storie ne conosce fin troppe e ormai non si sorprende più tanto nel vedere la gente soffrire per il proprio passato. Si può solo andare avanti e cercare di trarre il meglio da quello che riusciamo a trovare sul nostro cammino, questa è la sua filosofia di vita. Ascolta quello che Naoko dice e la guarda negli occhi con fare pacato, senza scomporsi. Assottiglia solo leggermente lo sguardo. Kaito avrebbe odiato tutto questo. Avrebbe odiato queste parole. Vendetta, sofferenza, tortura. Era tutto ciò contro il quale si erano battuti nel tempo fino a diversi anni prima. L'Azumi di una volta avrebbe cercato di dirle che non avrebbe trovato benessere o felicità nella vendetta, che il dolore subito non sarebbe scomparso o divenuto più leggero. L'Azumi di un tempo le avrebbe offerto una spalla su cui piangere ed una mano per affrontare insieme un cammino migliori. Ma quell'Azumi è morta in quel piazzale al fianco di Kaito ed ora non rimane che un lontano risentimento per quegli ideali che son costati la vita di suo fratello. Stringe i pugni lungo i fianchi, la margherita a schiacchiarsi nella sua stretta, mentre cerca quasi di scacciare dalla sua mente le parole che un tempo aveva predicato assieme a lui. A cosa sarebbe servito tentare di proseguire l'opera di bene di suo fratello? Si sarebbe solo fatta ammazzare. <Giustizia o vendetta, niente ti ridarà ciò che ti è stato tolto e niente ti farà sentire meglio. Quello che hai perso è perso per sempre e l'unico modo per stare meglio è accettarlo il prima possibile> la sua voce esce quasi amara dalle sue labbra mentre il cuore si contrae dolorosamente nel petto. Anche lei desidera ogni giorno di ficcare un coltello nel cuore dei maledetti bastardi che hanno tradito suo fratello, desiderando regalar loro quello che hanno dato a lui, ma sa anche che ucciderli uno per uno non le avrebbe ridato Kaito indietro. L'universo non fa scambi. Mai. <Te l'ho detto, no? Questa vita fa schifo> sorride sarcasticamente voltando il capo verso la propria sinistra, lo sguardo perso in lontananza mentre un alito di brezza smuove le corone dei fiori che circondano le due in quel punto del prato.

18:37 Naoko:
 La vita fa schifo ed è un concetto che ormai ha appreso fin troppo bene nel tempo. Ha solo sedici anni, è giovane, ha un futuro davanti, ha delle prospettive davanti ma questa vita le farebbe letteralmente schifo ormai. Una famiglia di sangue che l’ha trattata peggio di un animale, abbandonandola al suo destino per una protezione che nemmeno voleva su di sé. Figlia unica, almeno crede, di due genitori che miravano ai propri interessi e non al suo benessere, alla sua sopravvivenza. Sarebbe potuta morire, sarebbe potuta scomparire. Invece è qui, più forte di prima, più caparbia di prima, più cocciuta di prima. Forse. Yukio e Kurona l’hanno accolta nella propria casa, senza avere nulla in cambio ma vuole ripagare questa fiducia, vuole ripagare quel tetto sulla testa che le hanno fornito. Vuole bene a loro, una famiglia adottiva, lontana dal sangue Kakuzu che scorre nelle sue vene. Una ragazza semplice e cordiale trasformata in una vera traditrice: ancora non ha compiuto nulla, ma giungerà il suo momento. Le parole di Azumi arriverebbero forti contro il suo orecchio, nella sua testa, come a volerla destare da un desiderio fin troppo sopito, fin troppo reclamato. <Io ho accettato quello che è successo, ho accettato quello che mi hanno fatto, ho accettato quello che ancora mia madre continua a fare. Ma sono stanca di subire i loro capricci, sono stanca di subire le loro abilità, sono stanca di vederli anche solo respirare in questo mondo> arrabbiata, nervosa, il pugno sinistro che andrebbe a chiudersi e a mostrare delle nocche bianche, calcando su quella sensazione. <La vita fa schifo e anche se non porterà all’effetto sperato, non li voglio più vedere attorno a me, per nessun motivo. Sono altri i miei genitori adesso, sono altri coloro che si prendono cura di me, sono altri coloro che mi insegnano a essere più forte, a essere solamente me stessa. Non posso cancellare la mia discendenza dal mio dna o dal mio sangue, ma posso cancellare le loro facce> come una sorta di lavaggio del cervello nella sua testa o un omicidio. E’ uguale per lei, diciamo. <Mi hanno marchiata sulla schiena, mi hanno reso una traditrice pur non essendo tale. Ti sembra giusto tutto questo?> una domanda decisa, una domanda precisa, una domanda che viene buttata fuori spontaneamente. [Chakra Off] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Shuriken x2 – Kunai x3 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Spiedi x3 – Veleno Inibente x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

18:53 Haran:
 Può vedere nei di lei occhi le fiamme, il fuoco di una rabbia che non si sopisce, di un tradimento che ancora brucia lungo le sue carni. Azumi può chiaramente vedere la voglia di rivalsa bruciare nei suoi occhi e sebbene Naoko non si risparmi nel fornire piccoli frammenti della sua storia, lei non può pienamente comprendere o capire quello che le sia successo. Non può capire cosa provi, cosa le sia stato fatto. Qualcosa di indegno, senza dubbio, a giudicare da quel che le par di capire. Ma non può sapere o dire più di questo, né le sembra carino chiederle una spiegazione più esaustiva su un argomento che così palesemente la fa soffrire. Oltretutto, come ribadito poco prima, le due neppure si conoscono e non sarebbero fatti suoi sebbene sia la stessa Naoko ad averle offerto per prima quei piccoli pezzi della sua storia. Azumi ascolta in silenzio alternando il peso del suo corpo da una gamba all'altra, continuando a rigirarsi quel fiore ormai morto fra le dita in un cenno nervoso. Alla fine lo lascia ricadere a terra e avanza di un paio di passi fino a fermarsi dinnanzi all'altra ed osservarla negli occhi dall'alto della sua altezza, appena maggiore di quella di lei. <Non esiste giustizia a questo mondo. Forse è per questo che tutto fa così schifo> dice quasi divertita, con un piccolo ghigno ad aprirsi sulle sue labbra prima di tornare seria ed inspirare, quindi, a fondo. <Non so cosa ti sia successo e non so cosa ti abbiano fatto, ma se sei decisa a voler cambiare vita per ottenere la tua libertà dal loro giogo, assicurati di non star commettendo alcuno sbaglio. Da queste scelte non si torna indietro> le dice guardandola dritta negli occhi, fissando l'azzurro delle sue iridi brillanti nel blu di quelle di Naoko. <Mai> aggiunge, poco dopo, quasi con spietato realismo, ben consapevole di come una volta abbandonata la vecchia vita non la si possa riavere indietro. Lei adesso ne ha una nuova, una diversa e sebbene abbia imparato a viverci e muoversi senza paura, continua a sentirla quasi estranea alla sua pelle, come se ci fosse qualcosa che non quadra, qualcosa che manca. Che stona. Forse è semplicemente che dentro di lei c'è un vuoto che non si sarebbe mai più riempito e che l'avrebbe fatta sentire sempre incompleta. <Sei pronta per questo?>

19:09 Naoko:
 Solo Kurona sa cosa le sia effettivamente successo, solo Kurona conosce ogni singolo dettaglio di una vita lasciata alle spalle, sebbene in parte. Una madre di sangue che torna ancora nella sua vita, che la muoverebbe ancora come una marionetta, che la farebbe stare ancora più male di quanto non lo sia già stata. Scorci di passato che fluttuano nella sua testa, incubi che la tengono sveglia la notte, incubi che la tengono sveglia di giorni, visioni che vanno e vengono senza una vera logica. Aghi che entrano nella sua schiena, inchiostro che marchia la sua pelle, bruciore di un candore profanato da un simbolo che non le appartiene. Ma, in cuor suo, quella nomina deve diventare parte della sua esistenza, della sua attuale realtà. Mettere la parola fine a un pezzo di vita e dare un inizio a una vita che vuole, che le si cuce perfettamente addosso. Altre parole che arrivano al suo orecchio, altre parole che sanno di esperienza e di ricordi ormai sopiti. Parole che sanno di dolore provato e di una vendetta mai consumata, mai ricercata. Parole che sanno di sangue ma che non hanno mai trovato quel rosso che scorre nelle vene di ogni persona. <Sono pronta a tutto questo perché più vado avanti, più mi vengono forniti motivi per farla finita con i loro giochetti, con la loro falsa bontà, con la loro voglia di prendere ancora decisioni per conto mio. Non ho scelto quello che sono, non ho scelto il sangue che scorre nelle mie vene, ma posso scegliere di staccarmi da loro e di essere finalmente me, senza che nessuno possa interferire in questo. I miei genitori adottivi non mi recano freni, mi fanno solo capire cosa possa essere giusto per la mia esistenza, per il mio futuro> elogi portati verso i due Kokketsu e fango buttato addosso a Ryoshu e Kakuzu. Lei, sì, è una Kakuzu ma vorrebbe non aver mai scoperto di essere tale, rimanendo nell’ignoranza. <Tu non sai chi sono, non sai quale possa esser stato il mio passato ma mi farebbe piacere raccontartelo, un giorno> si trova quasi affine alla mentalità dell’altra, come se avesse trovato lo specchio dei suoi pensieri, dei suoi desideri. <Ora torno a casa, devo sbrigare alcune commissioni. Ci rivedremo molto presto, Azumi. Se hai bisogno, puoi contare sul mio appoggio> si offre come spalle per qualsivoglia necessità, in quanto elargisce aiuto e sostegno a tutti coloro che non frenano le sue prospettive, che comprendono la vendetta che matura verso i genitori naturali. Solo ora riprenderebbe la strada verso la magione, per potersi riposare e pulire tutta la terra e il sangue che ha addosso. [End] [Chakra Off] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Shuriken x2 – Kunai x3 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Spiedi x3 – Veleno Inibente x1 – Tonico Coagulante x1 – Tonico per Chakra x1]

19:20 Haran:
 La ragazza non sembra desiderosa di volersi tirare indietro, sembra pronta a quanto sta per arrivare. Sembra decisa e Azumi non osa dire altro. Non ha interesse né nell'assecondarla né nel frenarla dai suoi piani. Si è limitata semplicemente a darle dei consigli ma la decisione finale spetta a Naoko soltanto e lei non osa metterci bocca. Può comprendere come ci si senta ad avere quella fiamma che brucia dentro e consuma ogni cosa. Quella fiamma che tiene svegli giorno e notte riportando alla memoria ricordi orribili ed esperienze che hanno il sapore dell'odio. Lo sa e può capirla, in parte. Annuisce semplicemente al suo dire, quindi, ritrovandosi alla fine a rimaner sorpresa quando Naoko le dice che un giorno avrebbe avuto piacere a raccontarle qualcosa di più chiaro su di sé. In altre circostanze avrebbe potuto vedere in quell'incontro il principio di un rapporto, di un'amicizia, ma in questo momento non sa bene cosa fare. Si è impegnata per anni a tenere la gente lontana da sé per non rivelare la verità sul suo conto, per impedire che il suo nome richeggiasse di villaggio in villaggio fino ad Oto ed ora si ritrova incerta ad accogliere la gentilezza di questa ragazza. <Un giorno...> ripete semplicemente non sapendo come altro rispondere alle sue parole. Un dire che sa di futuro lontano, un dire che sa quasi di sogno irrealizzabile, come se si stesse concedendo di sperare ben sapendo che quelle parole non sarebbero mai divenute realtà. Inspira a fondo andando dunque ad udire il saluto della rossa annuendo ancora, scostandosi una ciocca di capelli celesti dal volto per vederla allontanarsi da sé. <Buona fortuna Naoko. Spero che non ti pentirai di quanto desideri fare> le augura, semplicemente, vedendola infine allontanarsi fino a quando non diviene un semplice puntino nero contro l'orizzonte. [END]

Azumi e Naoko s'incontrano per caso ai prati fioriti.
La Kakuzu si sfoga con la Goryo circa il suo passato e la sua famiglia rivelandole quanto desideri vendicarsi di loro mentre la Goryo ascolta limitandosi ad offrire qualche semplice consiglio spassionato.
Le due si riscoprono in parte simili e si lasciano alla fine con il desiderio, da parte di Naoko, di raccontarle il proprio passato.