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La perdita di un amico

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con Kaori, Shade

23:15 Kaori:
 Quanto successo con Raido ha portato la Hyuga a sentirsi ancor più stanca e distrutta di quanto non avesse creduto possibile dopo tutti quei mesi di riabilitazione e sofferenza. Le ferite del corpo sono guarite, sono ormai richiuse e sanate, ma quelle dell'anima sono ancora lì, in bella mostra e sanguinanti. Kaori ha deciso di mettere una pietra sopra la sua storia con l'Oboro. Si sono riavvicinati un'ultima volta e ha osato sperare di poter tornare ad avere indietro il suo uomo, ma alla fine lui le ha detto che niente del genere sarebbe potuto tornare fra loro. Kaori vuole andare avanti, vuole stare meglio e per farlo eccola tornare nella sua amata Konoha. Asia, la sua tigre del bengala, è andata a casa portando con sé le sue armi e i suoi strumenti mentre la Hyuga, coperta di un caldo kimono blu notte e di un mantello da viaggio nero, si ritrova ad avanzare per le vie della Foglia verso casa di Hiashi. Le bende che ricoprono i suoi arti sono nascosti dal tessuto dell'abito ed i capelli viola ondeggiano ad ogni passo smossi dalla brezza serale che le frusta il viso, gelida. Ha bisogno di vedere un volto amico, ha bisogno di tornare a stringere quei contatti che per lei sono importanti e, dopo Raido e Kouki, la prima persona che le viene in mente è proprio lo Hyuga che, per lei, è come un fratello. Il viso di Hitomu le sorride dietro le palpebre, anche, ma teme che non sia il caso di disturbare il suo Hokage solo per un semplice saluto. Non questa notte, comunque. Così, inspirando a fondo e stringendosi nel suo mantello, la ragazza si ritroverebbe ad arrestare il passo dinnanzi la porta di casa del suo vecchio sensei e compagno sollevando delicatamente una mano per far cozzare le proprie nocche contro il legno della stessa. [chakra: on]

23:28 Shade:
 Una splendida serata, per chi ama la pioggia, i tuoni e i fulmini che cadono dal cielo come se la fine fosse ormai giunta. Ma la fine è lontana dal giungere, anzi, potremmo dire che siamo solo all’inizio di questa serata fuori dal comune. Ormai sarà qualche mese che vive tranquilla in quella casa, l’ex abitazione del suo sensei, dell’uomo che, con la sua morte, è riuscito a lasciare un incolmabile vuoto nel cuore della nostra Shade che, tutt’ora, piange quando è da sola e che, ogni mattina, porta dei fiori alla sua tomba. Fortuna vuole che non è mai da sola. La casa è sempre piena di vita grazie agli animali di vario genere che la circondano, di cui probabilmente il più problematico è il mamba nero che non sa proprio dove infilare per evitare di fare danni. Al secondo posto abbiamo il panda rosso, che non era di Hiashi, ma appartiene alla Hyuga stessa…una sottospecie di pallina rossiccia, fuori taglia, che si diverte a dare fuoco a casa…prima o poi ne scoprirà il motivo. Al terzo posto abbiamo Uta, che non è un animale, ma una persona, un povero ragazzo sfortunato di 20 e passa anni che si ritrova a convivere con Shade mostrandole pienamente il suo amore…quando il panda glielo permette. Insomma la casa è piena di bestie di vario genere ma, al momento, in questa serata fredda e umida, non c’è nessuno a romperle le scatole, nessuno a cercare cibo o affetto, nessuno che abbia bisogno del suo aiuto. Il silenzio regna sovrano e Shade ne approfitta per poter riprendere in mano carta e penna per scrivere qualche lettera a sua sorella Kouki, per avere qualche notizia di lei e sperare che si decida a lasciare il padre e Fumiko per qualche giorno per passarlo con lei. Indossa un pigiama, oh che novità, di quelli a due pezzi. Colore bianco perlato, molto morbido al tatto e mediamente caldo. In salotto con lei, precisamente sul divano con lei, ci sono il falco e l’aquila del capo addestratore, entrambi appollaiati sulla seduta vicino ai suoi piedi, mentre il topino bianco, Nazu, se la dorme tranquillamente sulla sua testa. Il mamba è chiuso in un’altra camera, i cavalli sono fuori, il lupo ormai è scomparso da tempo e il panda è fuori con Uta, non esiste serata più tranquilla di questa per accogliere ospiti in casa.

23:40 Kaori:
 Il tempo peggiora di minuto in minuto. I tuoni rombano rumorosi, la pioggia scende violenta e Kaori non ha neppure pensato di portare un ombrello con sé. Le vesti le si incollano alla pelle, i capelli pesano sulla schiena attaccandosi al viso e un brivido freddo le risale il dorso fino alla nuca. Il vento che frusta gelido non aiuta e sembra quasi far penetrare il freddo fin dentro le ossa. La sua bussata sembra non aver ottenuto alcun effetto perchè nessuno viene ad aprirle la porta nonostante dalle finestre sembra che la luce sia accesa in casa. Che Hiashi non l'abbia sentita? Che non voglia essere disturbato? Forse dovrebbe andarsene, forse sarebbe dovuta tornare un altro giorno... Eppure... Mordendosi il labbro inferiore abbassa la mano per un attimo dalla porta osservando l'abitazione davanti a sé per un secondo prima di inspirare a fondo e decidersi a fare un altro tentativo. <Hiashi?> chiamerebbe ad alta voce tentando di sporgersi verso una delle varie finestre della casa per guardare all'interno. <Sono io, Kaori> chiarirebbe sperando che, magari, il suo nome l'avrebbe convinto ad aprirle la porta. <Posso entrare?> domanderebbe, quindi, tacendo. Farebbe un passo indietro osservando nuovamente la porta, attendendo quindi una qualsiasi reazione da parte dell'altro. [chakra: on]

23:56 Shade:
 Fra un tuono e l’altro sembra essersi persa qualcosa per strada e quel qualcosa è il bussare alla porta. Eppure ora le cose cambiano, non è un semplice suono sordo quello che sente, ma una voce femminile, che riesce ad arrivare alle sue orecchie forte e chiara e che la lascia perplessa. Qualcuno che si presenta con questo tempo, che bussa alle porte di una persona morta chiamandola per nome. Immagina sia qualche amico di vecchia data....e ora cosa dovrebbe fare? Paura, ansia, dolore. Dovrebbero sapere tutti che l’addestratore è passato a miglior vita da un po', eppure adesso lo stanno cercando e lei è una usurpatrice in quella casa. Prende un profondo respiro, si alza dal divano e, con passo veloce si dirige alla porta, sta piovendo, non vuole assolutamente che quella persona si prenda un malanno per colpa della pioggia, in più ha sentito quel nome. Tempo addietro ha cercato di capire chi era il sensei che per primo le fece la lezione in accademia, quella a cui disse che non avrebbe mai alzato un dito contro il proprio nemico, che si sarebbe astenuta dal fare del male, e beh, chissà cosa penserebbe a scoprire che ormai non prova nulla nel togliere la vita al prossimo. Preferirebbe di gran lunga affrontare quel macabro discorso, piuttosto di essere lei la persona incaricata di informare un amica di Hiashi del suo decesso. Aprirebbe la porta, lasciando il tempo all’altra di vedere che, dall’altro lato, non c’è Hiashi ma una ragazzina che mantiene lo sguardo basso. <Kaori Hyuga…giusto?> Glielo chiede, per sicurezza, per via del tempo passato dalla prima e ultima volta che l-ha vista, anche se, essendosi presentata, non dovrebbe nemmeno avere dei dubbi sulla sua identità. <Ciao…sono Shade…non so se ti ricordi di me. Vieni…entra.> la inviterebbe ad entrare, facendosi da parte, per permetterle un facile ingresso, incapace di capire come affrontare questa questione con il massimo del rispetto e del tatto. [ch off]

freeze

15:10 Kaori:
 Non riesce a veder nulla dalle finestre giustamente chiuse e si ritrova ad attendere dinnanzi la soglia per alcuni istanti con aria dubbiosa. Che Hiashi non voglia vederla? Dopotutto i loro rapporti sono stati strani negli ultimi tempi per via di vecchie vicissitudini e di una frattura che non si è mai sanata davvero. Hanno ripreso a parlare, a incontrarsi, collaborare, ma il loro rapporto non è mai stato lo stesso. Non hanno più avuto il rapporto di un tempo, ne hanno costruito uno nuovo: un po' più professionale e distaccato, ma per lei ugualmente importante. Non ha mai smesso di considerarlo un amico od un fratello nonostante tutto ed in questo momento ha davvero bisogno di rivedere un volto amico. Attende con la pioggia scrosciante che le scivola addosso fino a quando non vede la porta aprirsi dinnanzi a sé tirando un piccolo sospiro di sollievo, un gesto che lascia il tempo che trova. Kaori aggrotta confusa le sopracciglia quando vede comparire dinnanzi a sé quella che, a giudicare dagli occhi, è una giovane Hyuga che deve aver già visto da qualche parte. Ha un'aria familiare ma non ricorda bene dove l'ha vista: forse per il dojo, forse durante qualche vecchia missione, forse in Accademia, ma di sicuro mai a casa di Hiashi. <Sì... io...> annuisce meccanicamente la special jonin prima di boccheggiare ancora perplessa e quindi umettarsi le labbra. <Cercavo Hiashi> chiarisce allora pensando che questa spiegazione suonasse meglio di “Che ci fai tu in questa casa?”. La giovane, comunque, si presenta confermando i sospetti dell'altra su di un qualche loro precedente incontro, invitandola ad entrare. La ragazza varca la soglia senza farselo ripetere due volte se non altro per ripararsi da quella fastidiosa pioggia. Si ferma nell'anticamera d'ingresso sfilandosi gli stivali ninja e cercando di non gocciolare in giro per casa. <Grazie> dice, quindi, guardando l'altra in volto e cercando di ricordare le circostanze del loro incontro. <Ricordo che ci siamo già incontrate ma non credo di ricordare esattamente dove...> ammette alla fine Kaori assottigliando lo sguardo come per mettere a fuoco qualcosa. <Scusami. Questi ultimi mesi sono stati... piuttosto impegnativi> continua con una mezza risatina sarcastica ripensando a quanto difficili siano stati gli eventi che l'hanno tenuta lontana per così tanto tempo da casa propria. [chakra: on]

15:41 Shade:
 Sono lì, una di fronte all’altra, due Hyuga che si sono incontrate prima dell’inizio della fine di entrambe. Mesi impegnativi, si, si potrebbero definire così anche quelli che sono ricaduti sul groppone della piccola Shade. La osserva, sorridendo piuttosto tranquilla, seppur l’idea di doverla informare della scomparsa di un amico non sembra piacerle molto. Al nome dello Hyuga abbassa lo sguardo. Le fa ancora male, le fa decisamente molto male, pensare di non poterlo più rivedere e sospira vistosamente prima di iniziare a parlare. Chiuderebbe la porta dietro di lei, per lasciare il freddo fuori da quella casa e lasciare che anche il corpo di Kaori inizi a beneficiare della presenza di un piacevole calore. <Hiashi…> si morde le labbra e si lascia il tempo di pensare a cosa dire o cosa fare e si lascia distrare dalle successive parole della ragazza. <Io lo ricordo, molto bene> ammette con tranquillità e un pizzico della allegria che un tempo le apparteneva e che, ormai, la sta lasciando sempre più facilmente. <Sei stata il mio primo sensei all’accademia. Sai, dopo quella lezione ti ho cercata qualche volta> ammette iniziando a muoversi verso il salone di casa, invitandola a seguirla con un cenno della mano, sperando che l’altra la segua, anche per avere un posto più comodo dove parlare di cose belle e brutte. <I tuoi occhi sono inconfondibili, come quelli di un qualunque Hyuga e ho chiesto di te con Mekura, scoprendo il tuo nome e segnandolo nella mia mente. Avevo molte cose di cui, al tempo, avrei voluto parlarti. > qui si fermerebbe, sperando sempre di esser seguita verso il salone. <Poi però ho incontrato Hiashi. Lui mi ha…presa sotto la sua ala protettiva, prima come aiuto addestratrice e poi come sua allieva> ma non è durata molto a quanto pare. In fin dei conti di Hiashi si era presa una gran bella cotta e perderlo all’improvviso l’ha distrutta. <Hiashi…è andato in missione con Mekura. Non chiedermi i dettagli, non li conosco…> si fa evidentemente più seria, incredibilmente più triste e dopo un profondo sospiro si morde le labbra e, avvicinandosi al divano la inviterebbe a sedere accanto a se, a prescindere dall’acqua e dalla presenza degl’animali dello Hyuga che, al momento, sono abbastanza tranquilli, soprattutto il topo sulla sua testa. < Mekura è tornata, distrutta, fisicamente e mentalmente…Hiashi…> come glielo deve dire? Non ha nemmeno la forza di pronunciare quella parola. Si blocca semplicemente, abbassando lo sguardo al pavimento, gli occhi sono lucidi ma ben lontani dal piangere. Ha avuto tempo per abituarsi a quella situazione, anche se effettivamente fa male.[ch off]

15:55 Kaori:
 La casa è piacevolmente calda, un gran miglioramento rispetto al gelo del di fuori, con quel tempaccio a imperversare violento contro le finestre dell'abitazione. L'odore dell'edificio è sempre lo stesso, strano, dovuto alla presenza di vari animali tutti presenti sotto lo stesso tetto. Kaori conosce piuttosto bene quella struttura, ci è stata varie volte ma mai prima di allora in compagnia di qualcuno che non fosse lo stesso Hiashi. La situazione è sempre più strana e la ragazza, prima di spiegarle dove sia il padrone di casa, le spiega dove si siano già viste prima di questo giorno. Kaori quindi schiude le labbra ricordando frammenti di quel lontano giorno in Accademia andando a battersi appena una mano sulla fronte seguendo al contempo i passi dell'altra verso il salone. <Ohhh. Credo di ricordare qualcosa. Avevamo parlato di qualcosa durante la lezione> mormora la Hyuga ricordando solo piccoli pezzi di quel giorno. <Devi scusarmi: con tutti gli studenti che vedo ogni giorno quando sono di turno a volte è difficile ricordarsi di tutti. E poi ultimamente sono stata via per diverso tempo...> le spiega quasi con tono di scuse, dispiaciuta del suo non ricordarsi di lei. Non benissimo, almeno. <Mi dispiace di non esserci stata. Ma se ancora posso aiutarti in qualche modo, adesso sono qui. Tornata per restare, mi auguro> le dice con un piccolo sorriso cortese raggiungendo infine il salone. Al sentire quanto detto dall'altra, poi, un sorriso più morbido e gentile si delinea sulle sue labbra, ricordando quella che sembra tutta un'altra epoca. <Sai? E' stato anche il mio maestro, un tempo. Poco dopo aver risvegliato il Byakugan è stato lui a insegnarmi ogni cosa... mi sembra passata una vita> rivela lei ritrovandosi a condividere quella parte di sé con la giovane, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e tentando di accomodarsi sul divano quando l'altra la invita a farlo. Ode quanto le viene spiegato da Shade circa la posizione attuale di Hiashi e si ritrova poco a poco a sentire il corpo farsi teso e nervoso. C'è qualcosa che non le piace. C'è qualcosa in arrivo, qualcosa che la preoccupa e che le gela il sangue nelle vene. E' come un presentimento che pesa sul suo petto bloccandole il respiro. Il tono della voce di lei, il suo sguardo, il modo in cui abbassa lo sguardo incapace di continuare la frase. Kaori si blocca, la fissa come paralizzata mentre la sua mente corre ad una velocità tutta nuova. I pensieri si mischiano e confondono e ogni cosa perde di significato mentre sopra e sotto s'invertono di significato e il gelo della pioggia che aveva inzuppato i suoi capelli ora si fa strada fin dentro le sue ossa improvvisamente molli come gelatina. <Shade> la voce di Kaori è improvvisamente atona, piatta, priva di qualsiasi inflessione mentre il suo corpo si fa rigido, quasi a tentare di farsi più duro e resistente contro la bomba in procinto di esploderle contro. <Dov'è Hiashi?> Ha bisogno di una risposta precisa sebbene una parte di lei sente di sapere già cosa l'altra avrebbe potuto dirle, sente già di conoscere la verità. <Dimmi che è ferito. Dimmi che è ridotto male. Ma dimmi che è vivo...> le chiede, allora, con una voce che vorrebbe esser supplichevole ma che invero esce fuori quasi glaciale. Incredula, scioccata, non riesce a controllare le sue emozioni né le sue reazioni. Osserva semplicemente Shade cercando, nei suoi occhi, la verità. [chakra: on]

16:25 Shade:
 Ama l’odore e il calore di quella casa, la fa sentire meno sola, meno abbandonata da un certo punto di vista. Ama anche il fatto di avere così tanti animali di cui prendersi cura. Sono tutti diversi e hanno un gran bel caratterino, ma le danno anche un impegno non indifferente da portare avanti, un impegno che le permette di non pensare a quello che la circonda. Kaori si ricorda di lei e la cosa la fa sentire sollevata. Immagina che il quantitativo di alievi all’accademia, per un qualunque sensei, potrebbe essere anche troppo elevato per permettergli di ricordare l’ultima arrivata, quella vista si e no una volta. <Tranquilla. Immagino che potrebbe non essere semplice avere a che fare con persone come me. Durante la lezione abbiamo parlato delle missioni…che hanno la precedenza su tutto e sulle mie volontà di non ucciedere nessuno> le scappa una piccola risatina a quell’argomento, non sa se dirle o meno che ormai non le importa nulla della vita di coloro che cercano di farle del male, tutto grazie a Hiashi, Kouki e un genjutser che la voleva morta. <Come mai sei stata via, se posso chiedere ovviamente> si mostretebbe comunque particolarmente educata, seppur non riesce a nascondere un evidente interesse per la sua situazione. <Non è con me che devi scusarti> ammette, senza aggiungere altro, ma rimane tranquilla e le sorride, per poi andare a prendere fra le braccia anche il falchetto di Hiashi, accarezzandone ali e testa e tirandogli il becco di tanto in tanto. Si torna a parlare di Hiashi e lì l’aria diventa incredibilmente più pesante. <Ha fatto lo stesso con me, con il Byakugan…per quanto io odi completamente questi occhi…> li ha ma non li vorrebbe, non ora che ha perso la sua guida, il suo faro in quella tremenda oscurità che la avvolge. <Odio il clan, le sue leggi e le sue regole, e il suo totale disinteresse per i suoi membri> non solo lei, ma anche Mekura che è una sfregiata. E poi lui torna ad essere il protagonista. Abbraccia con dolcezza il falchetto, udendo la sua supplica, quasi incapace a rispondere in maniera normale, ma desiderando di chiederle di chiudere la bocca per evitare di sentirla parlare in quel modo. <Non chiedermi di dirti qualcosa che non è vera. Hiashi mi ha lasciata, ci ha lasciati, tutti. Darei qualunque cosa per farlo tornare, annullerei qualunque cosa io sia, rinuncerei a tutto ciò che mi appartiene, pur di poterlo riavere qui…> lo dice con tristezza e con serietà, trattenendosi dal piangere. <Hiashi è morto> non la guarda, non ci riuscirebbe.[ch off]

16:43 Kaori:
 Le parole di Shade risvegliano un ricordo nitido nella mente di Kaori che quindi si ritrova a sgranare ora gli occhi come se vedesse la ragazza finalmente con chiarezza. <Ma certo! Come ho fatto a dimenticarmene> esclama con un tono sicuro e cordiale sorridendole adesso con maggior candore. <Avrei davvero tanto voluto ritrovarti per affrontare quella conversazione insieme, quel giorno. Forse non lo sai, ma mi ricordi tanto me stessa molto tempo fa. Anche io ero solita pensarla a quel modo, un tempo> rivela Kaori con un sorriso laconico mentre con la mente ritorna ad un passato che ora le sembra lontano migliaia di anni. <Avrei voluto saperne di più su ciò che pensi e che credi, ma altri problemi mi hanno...uh, allontanata> rivela lei schiarendosi quindi la gola con fare appena imbarazzato. La domanda giunge dunque quasi obbligata da parte della genin portando Kaori ad inspirare a fondo e ravviarsi la folta chioma umida con una mano. <Sono partita per una missione personale, diciamo> spiega lei cercando di essere sincera e di tenere al tempo stesso per sé i dettagli di quell'ultimo viaggio. Cosa ne sarebbe venuto, ad entrambe, se anche le avesse raccontato che era caduta in una imboscata per amore di quella che ritiene essere la sua bambina? <E ho fallito. Ho dovuto affrontare le conseguenze dei miei errori prima di poter tornare a casa> aggiunge poi stringendosi appena nelle spalle, chinando lo sguardo. Detesta ammettere di aver fallito, ma deve farlo, non può fare o dire altrimenti. Shade si dimostra essere carina, gentile ed educata ma nonostante tutte queste deliziose qualità, non riesce a rendere più semplice il discorso che giunge poco dopo. La Hyuga ascolta in silenzio quel suo piccolo sfogo circa il loro clan e si chiede se forse quella ragazzina non fosse venuta a conoscenza dei segreti del progetto Hyuga puri per parlare a quel modo. <E' un... pensiero piuttosto diffuso> commenta Kaori con un lieve sospiro, ricordando come anche Hiashi stesso pensasse questo del loro clan. <A volte è dura capire quali principi guidano le decisioni della nostra famiglia> A volte si chiede perchè si ostinassero a rimanere così bloccati nel passato. E poi... la verità. Shade parla, spiega e quello che dice porta la Hyuga a schiudere le labbra e liberare un semplicissimo <No>. Un mormorio basso, silenzioso, quasi come un verso involontario sfuggito alle sue labbra per negare la verità dei fatti. <No> ripete allora scuotendo il viso, incredula, sentendo qualcosa spezzarsi dentro di sé. Hiashi è morto. Hiashi che le ha insegnato come utilizzare correttamente il suo potere. Hiashi che le ha insegnato come sfruttare il suo Byakugan per utilizzare tecniche che solamente il loro clan è in grado di usare. Hiashi che le ha sempre offerto ospitalità. Hiashi che le ha sorriso e che l'ha accolta ubriaca dopo una giornata di pianti e sofferenza. Hiashi col quale ha combattuto innumerevoli battaglie e sostenuto decine di missioni. Hiashi che avrebbe voluto sposarsi un giorno e avere una famiglia lontano da lì. Hiashi dal quale ha quasi avuto un figlio. Morto. Kaori si alza, sente la gola chiusa, i pensieri confusi. Sospesa in un eterno attimo di stordimento scuote lievemente il capo rifiutando quell'atroce verità. Il suo cuore batte violento ad un ritmo irregolare, quasi inceppandosi ogni due battiti, incespicando e ripartendo a scatti. Fa male. No. E' insopportabile. Osserva dinnanzi a sé senza vedere niente davvero, si dimentica di non essere sola, ogni cosa perde di significato attorno a sé mentre nella sua mente le parole di Shade si ripetono in una eco infinita e spietata. Hiashi è morto. Hiashi è morto. Hiashi è morto e non sarebbe più tornato. <No> ripete portandosi una mano al cuore, sentendo gli occhi colmarsi di lacrime che, tuttavia, non lascia scivolar via. La sua voce è fragile, bassa e spezzata, il tono sconvolto e ancora incredulo. <Quando..?> osa semplicemente domandare, alla fine, ruotando il corpo verso la ragazza con espressione persa ed il viso pallido come un lenzuolo. [chakra: on]

20:51 Shade:
 Molte cose sono cambiare, moltissime cose, dalla prima volta che le due si sono viste. Lei ha conosciuto molte persone, ha cercato di vedere il mondo attraverso i loro occhi e, alla fine, ha capito di aver sbagliato molto tempo fa, di esser stata stupida, di esser stata un’illusa ad aver sperato di poter rimanere pura. <Ormai la mia visione del mondo è cambiata molto, ma continuerei a non abbandonare quel bambino da solo nella foresta…> si, continuerebbe a lascar scappare il criminale per non far morire da solo il bambino. Quella è una cosa su cui non tratta, un tratto che difficilmente abbandonerà nonostante il male che si è ritrovata a soffrire. Ascolta la sua spiegazione con interesse. Partire per una missione personale e poi, tornare sconfitta, in un momento in cui il mondo è cambiato molto in sua assenza, sono successe molte cose, alcune veramente molto brutte. Non riesce ad immaginare come potrebbe reagire alla notizia della morte di Hiashi, ma quella reazione non sembra farsi attendere poi tanto. Prende atto dell’odio che Shade ha per il clan, ammettendo che, probabilmente, non è l’unica a pensarla in quel modo. Lei, per fortuna, non conosce il famoso “progetto Hyuga puri” ed è evidentemente un bene, visto che già odia il clan così, senza sapere troppo sul loro conto. E poi eccola, la reazione che si aspettava dall’altra, la reazione che non avrebbe mai voluto vedere su qualcun altro. Così diversa da quella che ha avuto lei, così composta che probabilmente le fa solo più male vederla. Il suo cuore inizia a farle male, come se qualcuno glielo avesse chiuso in una strettissima morsa che la porta a stringere anche di più il piumaggio del falco, prima di lasciarlo andare definitivamente e vederlo valere lontano da lei, traumatizzato dal comportamento anomalo della aiuto addestratrice. <Mi dispiace…> ammette, con dolcezza, cerca di mettersi in piedi per avvicinarsi ancora di più a Kaori, per potersi mettere esattamente di fronte a lei o, per lo meno, tentare di farlo. Qualora l’altra glielo permettesse cercherebbe di abbassarsi in ginocchio di fronte a lei. Sa che l’altra è più sconvolta di lei, ma quella storia le fa ancora molto male e anche i suoi occhi sono lucidi in questo momento. <Sono quasi tre mesi ormai…che vivo in casa sua per potermi prendere cura dei suoi animali…> non poteva abbandonarli a se stessi. Non cerca di prendere il posto di Hiashi come loro capobranco, ma evita che facciano danni o che si facciano del male da soli. Cercherebbe un minimo contatto fisico con l’altra, il petto le trama mentre sospira, e evita di parlare, di dire quelle cose che anche se belle da sentirsi dire non aiutano mai veramente, non in un momento simile. [ch off]

21:13 Kaori:
 Un sorriso triste, abbozzato, si dipinge sulle labbra della Hyuga quando sente le parole di Shade circa la conversazione che le due avevano avuto molto tempo prima durante il loro primo incontro. Adesso le è più semplice ricordare cosa si erano dette, adesso è più facile ritornare indietro a quel giorno, a quella lezione. Si umetta le labbra scuotendo appena il viso con fare lento. <Vorrei poterti dire che esiste una decisione giusta ed una sbagliata da prendere in una situazione simile. Ma alla fine credo che esista solo quello che la nostra coscienza ci dice di fare e come riusciamo a convivere con le nostre decisioni> sospira la Hyuga con fare stanco. Dopo tutto quello che ha vissuto e passato sente di non poter totalmente dire che sia corretto seguire quanto "l'Accademia insegna". A volte ci sono scelte che appaiono insostenibili e che nessuno potrebbe riuscire a prendere, anche se è quello che la missione richiede. E per quanto le riguarda questo non rende una persona meno valida di un'altra, o meno ninja. Solo diversa. Ma l'argomento cade ben presto quando tutt'altro tipo di conversazione prende luogo nella stanza. Shade rivela a Kaori la peggior notizia che avrebbe potuto sentire quel giorno. Hiashi è morto e lei non è neppure stata lì al suo fianco. Non è stata al suo funerale, non è stata presente. L'ha scoperto dopo chissà quanto tempo, totalmente ignara della verità. Sente il respiro bruciarle nei polmoni, la gola chiusa e un violento senso di nausea chiuderle lo stomaco. Non riesce davvero a credere a quello che Shade le ha detto. E' come se avesse detto un'assurdità, qualcosa d'impossibile. Eppure... è come se ora che le è stato detto possa sentire concretamente un pezzo mancante dentro di sé. Un vuoto profondo ed incolmabile che mette radici in parti di lei che credeva irraggiungibili. Il suo maestro. Il suo amico. Il suo confidente. Morto. Nessuna lacrima sale agli occhi, nessuna lacrima viene versata. Lo sguardo è immobile, la voce spezzata ed incredula. E' evidentemente ancora alle prese con l'accettazione di quella notizia. Sta negando quanto le è stato detto e si accorge solo dopo del tempo che Shade si è inginocchiata davanti a lei. Kaori la guarda dall'alto prima di abbassarsi a sua volta in un moto meccanico ed involontario guardandola con fare perso, attonito. Tre mesi. Tre mesi che Hiashi non c'è più. Tre mesi che non è più parte della sua vita senza che lei lo sappia. E' come uno schiaffo che le mozza il respiro. Kaori volge il capo verso la stanza, vede il falchetto volare in giro, il topolino, sente Hidalgo nitrire dal cortile. Ricorda quando lui le chiese di prendersi cura dei suoi amici animali quando lo aveva immobilizzato a letto dopo il Torneo dei Villaggi. Ricorda il suo affetto per loro. Ricorda la sua voce in maniera distorta, attutita dall'incertezza del tempo. <E'... quello che vorrebbe> riesce a trovare alla fine la forza di dire espirando con fare tremante, abbassando il capo per poggiare una mano sul viso e tentare di respirare a fondo. Le riesce difficile, però. Sente un bruciore acido salirle la gola, la gola chiusa e stretta, come se qualcosa fosse bloccata nella sua trachea. <Non mi sembra vero.> ammette alla fine con un sussurro fragile, rialzando il viso per guardare la ragazza e specchiarsi nei suoi occhi così simili ai propri. <Mi sembra un incubo. Non... riesco ad immaginare un mondo in cui lui non è più qui> rivela timidamente battendo le palpebre. Ha l'aria sperduta e confusa, assorta, mentre si guarda attorno per ritrovare ora, in ogni angolo della stanza, un vecchio ricordo del tempo passato lì assieme a lui. <Ma succede sempre così. Quando si perde qualcuno.> aggiunge poco dopo umettandosi le labbra, tentando di deglutire. <Sembra tutto irreale. Ma alla fine si accetta la verità. E arriva il dolore. E la rabbia. E un vago senso di annichilimento> tutte fasi che ricorda di aver affrontato quando suo padre fu ucciso sotto i suoi occhi a causa della madre di Mekura. Solo a quel punto si rende conto che quella ragazza dev'essere lì per rispetto nei riguardi di Hiashi. Non di un maestro, ma di un amico. Vede nel suo gesto di prendersi cura dei suoi animali il suo dolore e addolcisce appena lo sguardo trovando in quella giovane una compagna nel loro profondo cordoglio. <Tu in che fase sei?> le chiede, a bassa voce, tentando a quel punto d'allungare una mano verso il di lei capo per poggiare le sue dita sulla sua guancia, una carezza gentile, morbida, che vorrebbe donarle un minimo di conforto o dirle, per lo meno, che in quel momento non è sola nel suo dolore. [chakra: on]

22:07 Shade:
 L’accademia non ti insegna mai veramente ad affrontare il mondo che ti aspetta. Ti da una base, un infarinatura, un idea che tu dovresti provare a seguire se vuoi essere il perfetto ninja che gli altri si aspettano che tu sia, ma non per questo è una sera e propria maestra di vita. <Non esiste giusto e sbagliato in quella situazione. Ne salvi uno e rischi di condannarne cento, ma per salvarne cento ne devi condannare uno.> la solitudine è una cosa orrenda. Ha stressato l’Hokage fino a farsi offrire una cena per esser sicura che non passassase tutte le serate da solo nel suo ufficio, figuriamoci se lascia morire un bambino da solo. Lo spiega poi lei a all’Hokage che si è fatta scappare il criminale e ha fatto fallire la missione solo per salvare o rimanere al fianco di un bambino morente, non ci sono problemi. La reazione di Kaori, il suo dolore, sono così composti, così silenziosi. Lei ha desiderato di distruggere il villaggio, di far provare tutti la sua sofferenza, di diventare forte, anzi qualcosa anche più di forte, per poter raggiungere quell’obbiettivo, a prescindere dalle promesse che ha fatto a Hiashi in passato. Lei ha desiderato vendetta, ha iniziato a provare odio, ha anche desiderato la morte ad un certo punto. Ora si sta riprendendo da quella serie di batoste, ma non per questo soffre meno la scomparsa del suo caro. Fortuna vuole che non è sola, c’è Uta, ci sono gli animali e c’è Kouki. Sono le persone che più le permettono di andare avanti, insieme a quella sottospecie di orfanotrofio ambulante che risponde al nome di Mekura. Quella donna ogni tanto tira fuori una coppia di bambini dal nulla e poi sicuramente la sfrutterà come babysitter! Rimane in silenzio ad osservarla, cercando di mantenere un minimo di contatto fisico con lei. Ricorda di aver provato odio per Kaori, lo ricorda bene, ma per fortuna tutti quei sentimenti negativi stanno scivolando via lungo il suo piccolo corpicino, tornando all’oscura zona del suo io da cui son venuti fuori. <Io…non l’ho mai superato davvero> ammette con un mezzo sorriso, lasciandosi cullare dalle gentili carezze di lei, arrivando ad appoggiarsi alla mano di lei, chiudendo gli occhi desiderosa di quel contatto, seppur si rende conto di dover esser più sicura, per poter essere di qualche aiuto alla Hyuga che ha di fronte a se. <Io continuo a svegliarmi con l’idea di entrare in cucina e vederlo preparare il suo curry…di sentirlo farmi un’altra lezione sui Kage di Konoha…eppure so che non c’è più e che mai tornerà a casa.> ammette, andando a nascondere il volto, mentre le lacrime iniziano a scorrere in maniera molto contenuta. Potrebbero essere quasi definite false per quante poche esse siano, ma le asciuga subito, come se volesse nasconderle, perché ha ben poco da piangere ora come ora. <Quando ho perso lui ho perso…molto. La donna che sembrava interessata a prendersi cura di me non lo aveva molto in simpatia. Ha cercato di allontanarmi da lui, definendolo un mostro…ma io non ci sono riuscita. Hiashi era buono…aveva qualche difetto come tutti, ma era buono…e quando è morto mi sono sentita dire che era solo gelosa…e il resto delle persone che amo si sono semplicemente allontanate da me. Ormai sono rimasti solo…> sua sorella e il suo amato. Tutti gli altri sono scomparsi poche settimane dopo. In che fase è non lo sa nemmeno lei. [ch off]

22:25 Kaori:
 <Esattamente> annuisce Kaori con una espressione di amara consapevolezza sul volto. <Ma dopotutto è qualcosa che avremmo dovuto sapere fin dall'inizio, vero? Che la giustizia che cerchiamo di portare nel mondo non è perfetta. Si basa su sacrifici. Su vite e morti che non torneranno più indietro> mormora la ragazza ritrovandosi a dar voce a quei pensieri che lentamente, nel tempo, si sono affacciati nella sua psiche. Ripensamenti? Non proprio. Non ha mai pensato di poter essere altro che una ninja, eppure forse vorrebbe che essere un ninja significasse qualcosa di diverso a volte. Non solo uccidere delle minacce ma proteggere degli innocenti. Sono entrambi modi di lavorare alla pace dopotutto, no? <A volte penso che sia il normale ordine delle cose. Altre volte vorrei trovare un modo di spezzare questo schema. Una volta dentro è difficile riuscire a capire cosa riteniamo necessario e cosa giusto. Mi sento veramente stanca> ammette la Hyuga con un mezzo sospiro, rivelando ad alta voce quanto si senta esausta al solo pensiero di dover fare i conti con ciò che dovrebbe fare e ciò che invece vorrebbe fare. L'argomento comunque dura ben poco in quanto ben altri temi vengono sfiorati dalle due. Shade si abbandona alla carezza di Kaori poggiando il viso contro il di lei palmo e la ragazza continua a sfiorare la di lei gota con il proprio pollice, delicatamente e con dolcezza. <E' normale... non si superano mai davvero. Si impara a convivere con questi vuoti> sussurra la ragazza proferendo quello che è il suo pensiero, un pensiero maturato nel tempo dopo le perdite subite, dopo le esperienze vissute. Non si può semplicemente superare la morte di una persona amata, si può solo cercare di accettarla e di ignorare quel logorante dolore che cresce e ringhia giorno dopo giorno dentro di noi. Ascolta la voce della genin, i suoi pensieri, i suoi sentimenti e lascia che liberi quelle poche lacrime contro la sua mano. D'istinto Kaori tenterebbe di avvicinarsi a lei per racchiuderla in un abbraccio gentile e purtroppo umido per via delle vesti ancora zuppe dell'acqua piovana. Tenterebbe di stringerla a sé con fare premuroso per lasciarla libera di sfogare il suo dolore in tutta libertà per poi udire, ancora, la sua voce. La sua storia è piuttosto triste e la ragazza si sente toccata dalla solitudine dell'altra. Le sembra una brava ragazza, una bella persona, una di quelle che non vorrebbe sapere sole al mondo. <Hiashi è...> la voce viene meno per un istante mentre, deglutendo, Kaori andrebbe ad inspirare piano. <...era una brava persona. Non l'ho mai sentito gridare contro nessuno, mai visto disdegnare una richiesta d'aiuto. Anche nei momenti di difficoltà non ha mai fatto del male a nessuno. Era un esempio...> Ricorda le ultime confidenze che l'alto le aveva donato e ricaccia giù un groppo salitole alla gola. <Ha sofferto molto, più di quanto sarebbe giusto. E' rimasto ferito su più livelli... ma nonostante tutto è sempre stato buono. E sono felice che tu lo sappia, che tu lo ricorderai con lo stesso affetto col quale lo ricorderò anche io> la ragazza tenta di abbozzare un sorriso triste alla volta di Shade cercando di trattenere le lacrime che ora sente pizzicarle negli occhi. Morto. Hiashi. Morto. Non sarebbe tornato mai più. <Non ci conosciamo bene. Anzi, direi che non ci conosciamo affatto. Ma abbiamo qualcosa in comune... qualcosa di grande e di importante.> continua Kaori, dopo poco, schiarendosi la voce e guardandola dritto negli occhi. <Se mai dovessi aver bisogno di aiuto o di qualsiasi altra cosa... cercami. Cercherò di aiutarti al meglio delle mie possibilità Shade. Non voglio che tu ti senta sola. Voglio mostrarti che forse può esserci un altro Hyuga della quale potrai fidarti col tempo... ti va?> abbozza un sorriso mesto, amaro, tentando di lasciare una nuova e delicata carezza a lato del di lei viso. [chakra: on]

22:59 Shade:
 Se solo sapesse che i protagonisti di quella storia, coloro che l’hanno lasciata a se, sono delle conoscenze in comune, probabilmente avrebbero un argomento di più di cui parlare, ma sfortunatamente non è questo il luogo e il momento per certi argomenti. Quel contatto, dolce, le sembra quasi sufficiente in quel momento. Non è lei quella che sta soffrendo, non è lei quella che ha appena scoperto della morte di un caro amico, eppure alla fine è lei quella che si ritrova ad esser consolata. Triste? Si, probabilmente, ma ha vissuto anche di peggio in questi ultimi tre mesi e quell’abbandono, quella solitudine, sono quasi ininfluenti davanti al resto delle esperienze che l’hanno forgiata. Sicuramente sono nulla di fronte alla morte di Hiashi. Ma Shade non si tira indietro dinanzi ad un abbraccio, non si spaventa, né lo rifiuta, anzi lo accetta e lo ricambia, cercando riparo per poter sfogare le lacrime che, fino ad ora, ha cercato di trattenere. Nel peggiore dei casi si confonderanno con la pioggia che bagna le vesti della Hyuga. <Hiashi è una brava persona…anche io dicevo “era” ma lui lo è, da vivo o da morto, lui rimarrà sempre una buona persona per me…> si ferma si, ma solo per prendere qualche profondo respiro, qualche respiro insicuro <La sofferenza è evidentemente un segno comune dei membri del clan Hyuga> sembrerebbe intenzionata a cambiare discorso e per questo prova a scostarsi quanto basta per poter poggiare una guancia contro il petto di Kaori, lasciandosi la possibilità di farsi sentire chiaramente, senza necessariamente scogliere quell’abbraccio. <Ma Hiashi era speciale.> un fratello, per lei era come un fratello. Adorava passare il suo tempo con lui, stressarlo come si deve con i suoi discorsi e la sua pigrizia e poi…rimanere comunque al suo fianco. Vederlo sorridere, anche se di rado, sentirlo ridere e gustare quella sottospecie di piatti a volte un po’ scotti che le rifilava. <Scusami. Io sto rubando le tue attenzioni e il tuo affetto, quando sei tu quella che in questo momento ne avrebbe più bisogno> oh finalmente se ne è resa conto! Tonna come poche questa ragazza. <Io…non posso dire di essere felice nel sapere che qualcuno ha in comune con me il dolore della perdita di una persona speciale come quello stupido…> gli insulti sono dovuti, perdonatela se parla male dei morti, ma se lo avesse davanti a se ora lo riempirebbe di botte. <Ma sarei felice di avere una persona con cui parlare…anche non di questo o di questi…> indica gli occhi, con un espressione di disgusto sul volto, ma dura qualche secondo e poi lascia spazio ad un amaro sorriso. <Anche io...vorrei poterci essere per te, anche se sono un fallimento in questo. Ho fatto un promessa simile ad una persona e continuo ad avere dei problemi a passare del tempo con lei...principalmente perchè io ho gli animali di cui prendermi cura e lei...non vuole lasciare suo padre> ah sua sorella...mai che risce a rubarla a Raido per troppo tempo.

23:26 Kaori:
 La giovane non si scansa, non rifugge quell'abbraccio, ma si abbandona a quel gesto in silenzio, piangendo piano contro le vesti della special jonin che, senza dire altro, si limita a tenerla stretta a sé carezzandole il capo ed i capelli con quel fare materno che ha preso possesso di lei da quando ha accolto Kouki nella sua vita e nel suo cuore. Ascolta le parole di Shade e sorride con amara dolcezza quando l'altra pronuncia quel dire. Ha ragione. Il fatto che sia morto non toglie che sarebbe rimasto per sempre una brava persona. <Hai ragione> le dice annuendo piano col capo ripercorrendo con la mente i fotogrammi di alcuni loro momenti assieme. <Sarà sempre un brav'uomo> concorda con voce mesta e distante prima di dare in un piccolo verso sarcastico alla seguente frase della ragazza. <Sembra proprio di sì Shade... sembra di sì> constata con amarezza ripensando a come, nel tempo, tutti i membri di quel clan sembrano esser stati segnati da un'atroce sofferenza senza fine. Suo padre, le vittime del progetto Hyuga puri, Hiashi... persino Mekura ha avuto i suoi bei problemi con il clan e al momento ne è stata persino allontanata ma questo, Kaori, non lo sa. Rimane in terra tenendo Shade stretta a sé fino a quando ella si sentirà a suo agio in quella posizione e va ad annuire al suo dire senza aggiungere nulla. Sì. Lui era sempre stato speciale e questo non era cambiato neppure quando il loro rapporto era andato in frantumi. Aveva continuato ad amarlo come un fratello anche allora, persino in quel momento ed ora si pente di aver sprecato così tanti giorni ad esser arrabbiata con lui quando invece avrebbe potuto cercare di strappare una parola di più, un sorriso, o magari una semplice carezza. <Non scusarti, non devi. Anche tu gli vuoi bene e stai soffrendo quanto me. Hai bisogno di conforto tanto quanto chiunque altro nella nostra situazione in questo momento> le dice con sincerità, a bassa voce, guardandola con fare gentile per poi ritrovarsi a sorridere con fare triste e nostalgico quando Shade continua con il suo discorso. <Potremo parlare di qualsiasi cosa. Qualunque cosa possa aiutarci ad andare avanti. O possa permetterci di conoscerci, comunque, non preoccuparti> la rassicura sentendo quel senso di vuoto e stanchezza impadronirsi sempre più di lei man mano che i minuti passano e che l'idea della morte di Hiashi attecchisce sempre più nel suo cuore. <Ti ringrazio per la tua gentilezza e la tua sincerità, Shade. Se dovessi aver bisogno magari verrò io da te.> le dice con un sorriso gentile carezzandole il volto. <Sapere che vorresti aiutarmi è già una gran cosa. Non molti mi direbbero la stessa cosa di questi tempi...> ammette lei con un mezzo sospiro pensando a tutte le persone perdute, i contatti interrotti, il dolore causato e sofferto. Sicuramente se avesse avuto bisogno di aiuto non sarebbe potuta andare da Raido dopo la loro ultima notte assieme. Hiashi è morto e Mekura.. beh, non sa dove sia con esattezza. Hitomu è l'Hokage è a molto da fare, cose più importanti che stare a sentire le sue lagne. Infine c'è Kouki. Nonostante sia così giovane sarebbe perfettamente capace di ascoltare e capire i suoi problemi intelligente com'è, ma l'ultima cosa che Kaori vorrebbe al mondo è di far preoccupare la sua bambina. <Uh. Capisco...> mormora lei stringendo appena le labbra. <A volte è difficile mantenere dei rapporti con le persone. A volte dividere il proprio affetto fra tutti è difficile ma sono sicura che questa persona ti vuole comunque bene. Abbi fede Shade> le sorride con fare incoraggiante prima di sospirare stancamente e chiudere gli occhi. Si sente decisamente a pezzi dopo quest'ultima pessima notizia. La giornata iniziata già male era proseguita nel peggiore dei modi e la Hyuga sente di non avere più forze da spendere. Si ritrova ad alzarsi lentamente guardando la ragazza con fare triste. <Per ora credo di aver bisogno di metabolizzare la notizia da sola... Ho bisogno di... capire. Di pensare> mormora lei abbassando lo sguardo e sentendo il cuore contrarsi nel petto dolorosamente. <Di ricordare> mormora chiudendo gli occhi con uno spasimo delle labbra. <Ti ringrazio per avermi detto la verità Shade. Tornerò presto a trovarti, te lo prometto. Affronteremo questa difficoltà insieme. Va bene?> le chiede con un sorriso incoraggiante e sfumato di antica tristezza prima di sospirare e sistemarsi il mantello addosso. <Ci vediamo presto, Shade. Cerca di aver cura di te nel mentre> le chiede, con voce gentile, prima di dirigersi verso l'uscita se l'altra non le avesse in qualche modo impedito di andarsene da lì. [END - Scusa la end ma devo staccare il pc a breve perchè ho la levataccia domani e non vorrei farti congelare una decima volta ;W;]

23:55 Shade:
 Ormai quella è una realtà di questo mondo. Gli Hyuga sono destinati a soffrire, così come sono destinati ad esser cacciati per i loro occhi, preziosi come delle perle, occhi che sarebbe felice di non avere in momenti come questi o come tutti gli altri. Ma Shade ha superato la sua sofferenza da un po’, ha ripreso a sorridere e ad amare, anche se la porta sempre con se, legata al suo cuore e ai suoi ricordi, non ha da metabolizzare la scomparsa come l’altra ed è proprio per questo che si sente incredibilmente in colpa per aver monopolizzato il suo affetto e le sue attenzioni. Vorrebbe poter fare qualcosa per Kaori, ma nel momento in cui ha scoperto della morte di Hiashi non ha fatto altro se non piangere e cadere nel circolo vizioso dell’odio e del dolore. Fortuna vuole che quelle parole la rassicurano, la fanno sentire meno sola, anche se non sembrano aiutare i suoi sensi di colpa per l’aiuto che la sofferente Kaori prova e sta mettendo da parte per lei, per colpa sua. <Non giustifica il mio comportamento…mi dispiace Kaori> la chiama per nome, si sente quasi a disagio a chiamarla per nome e darle del tu, soprattutto dopo averle detto della morte di Hiashi con così poco tatto. <Io sono sempre qui….sarò sempre qui. Non sono da sola, non vivo da sola fortunatamente, questo mi rende più facile affrontare tutto e prendermi cura degli animali…> troppi animali di cui prendersi cura e quello che dovrebbe aiutarla a volte sembra essere uno di loro con fin troppo entusiasmo. <Potrei dirti la stessa cosa. Pochi sembrano davvero interessati a me in questo periodo> basti solo pensare che, dopo esser stata strangolata da Noboru, nessuno si è curato di sapere come stava, così come lei non si è curata di andare a cercare gli altri due presenti a quello spiacevole episodio. Questo le ha portato a sviluppare una sorta di paura nei confronti di Raido e Fumiko, forse come protezione per evitare di iniziare a provare rancore verso la felice coppia di Kusa. Le loro strade ormai si sono divise e, se non fosse per Kouki, non si preoccuperebbe di andare fino alla magione di tanto in tanto. <Io lo spero…lei è la mia sorellina. Io farei qualunque cosa per lei> morirebbe per Kouki, la seguirebbe ovunque. <Va bene. Io sarò qui…per qualunque cosa> capisce la sua necessità, non la approva ma la capisce, per questo la lascia andare, anche se preferirebbe poterle rimanere accanto in questo momento. <Abbi cura di te….a presto> la saluta, abbastanza mogia nei toni e nelle parole, per poi tornare alle sue lettere e alle sue faccende. [END]

Kaori parte alla ricerca di Hiashi recandosi a casa sua, ma li vi trova Shade che la informa della prematura scomparsa dello Hyuga. Il dolore è tanto ma le due cercano di farsi forza