Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

{ Essere forti }

Free

0
0
con Kaori, Raido

14:02 Kaori:
 Ci vuole qualche minuto prima che Kaori trovi la forza di rialzarsi in piedi. Si sente fuori luogo lì, una estranea in terra straniera. Non si sente neppure un'ospite, solamente una presenza momentanea in una casa a lei sconosciuta. Si rimette sulle proprie gambe, stanca, stringendosi nel mantello per cercare calore dalla frescura esterna che fino a pochi istanti prima l'aveva avvolta mentre attendeva sulla soglia di casa. Si strofina le mani nervosamente, l'un l'altra, non osando muovere un passo dalla sua postazione, vicino al muro dove Kouki si era accucciata poco prima, stringendosi le labbra. Si guarda attorno deglutendo, osservando il mobilio dell'abitazione, il luogo in cui negli ultimi mesi la sua bambina ha vissuto assieme a Raido. E Fumiko. Almeno crede. Non sa da quanto tempo i due si siano lasciati, non sa se sia una cosa fresca e recente o vecchia di mesi, ma in ogni caso il pensiero la nausea. Fa male. Estremamente male. Aveva pensato che forse col tempo avrebbe fatto meno male il pensiero di non essere più nulla agli occhi dell'Oboro, ma si rende conto solo adesso che invece è sempre atrocemente doloroso. Adesso più che mai. Per la prima volta l'ha visto guardarla con autentico odio, con astio, con un disgusto tale che davvero ha creduto potesse colpirla da un momento all'altro, seduta stante. Il solo pensiero le fa pizzicare gli occhi ma non può piangere lì, non ne ha il diritto. Dev'essere forte. Così la ragazza tira su col naso respirando a fondo per cercare di calmarsi; si aggrappa al pensiero che la sua piccola Kouki sta bene, che nonostante la tristezza per il suo allontanamento non è stata ferita né attaccata. Questo le basta per dire che le cose vanno bene nonostante per mesi sia stata confinata a letto con gli arti rotti e dolori lancinanti come unici compagni di stanza. Ha potuto sopportare ogni cosa solo grazie al pensiero che una volta tornata a casa avrebbe potuto -così sperava- rivedere la sua bambina sana e salva, avvisarla del pericolo e avvisare Raido così da aumentare ancor di più la protezione nei di lei confronti. Invece loro sapevano già tutto. Probabilmente anche Fumiko sapeva. Lei soltanto non aveva idea di cosa stava accadendo, di cosa la sua bambina avesse vissuto. Come poteva considerarsi sua madre? Il solo pensiero le chiudeva la gola bloccandole il respiro. Era indescrivibilmente doloroso. Non sa Kaori cosa aspettarsi adesso. Raido ha detto che avrebbero dovuto parlare, le ha chiesto di aspettarlo col tono più gelido e perentorio che le avesse mai rivolto e Kaori non sa cosa avrebbe potuto dirle. Le avrebbe intimato di non farsi più vedere? L'avrebbe minacciata? L'avrebbe cacciata? Ogni opzione sembra possibile e probabile agli occhi della Hyuga che improvvisamente non sente di essere pronta a quel momento. Una parte di lei vorrebbe fuggire ma il suo intero corpo è come paralizzato sul posto. Pesante, dannatamente pesante... [chakra: on]

14:19 Raido:
 Una bellissima serata andata completamente distrutta, praticamente morta per una visita inattesa e indesiderata. Tutto è caduto nuovamente ma forse, forse è riuscito a recuperare almeno la piccola Kouki. Ha sentito le sue ultime parole, c'è speranza per lei ma adesso la sua mente è fragile, molto fragile e rischia nuovamente un crollo nervoso. Le ha letto un libro, una piccola favola della buonanotte e si, ci ha passato almeno un'oretta li dentro per permetterle di farla dormire serenamente. Un bacio viene lasciato sulla sua fronte, un bacetto piccolo <Buonanotte amore mio> lo dice con tono malinconico. E' distrutto, letteralmente a pezzi, non riesce a reggere più, non può andare avanti così ancora per molto. Anche la sua psiche, in questo momento, è piuttosto delicata, molto delicata e crollare sarebbe la soluzione più semplice, ripiombare nuovamente in quel baratro di alcol e droga in cui è caduto per colpa della Senjuu. Ora deve affrontare una nuova sfida, un nuovo problema e sa già che il suo cuore non avrebbe retto, la sua mente sarebbe caduta ancora una volta e la sente, sente quella parte di se che ha sempre lasciato dentro, quella parte dedita alla violenza, alla forza e che si lascia prendere dalla rabbia, quella parte che viene fuori attraverso il sigillo. La sente parlare dentro di se intimandogli di fargli posto, di fare in modo che sia lui a comandare da ora in avanti e di non permettere più che qualcuno li faccia soffrire in quel modo. La schizofrenia è dietro l'angolo ma ancora mantiene la lucidità, non si lascia andare, non vuole. I passi si susseguono fuori dalla stanza, la porta viene chiusa mentre si prodiga a scendere gli scalini che conducono nel corridoio d'ingresso dove ancora sosta Kaori. Li scende uno ad uno con una lentezza disarmante pensando a cosa fare, a come muoversi adesso. Una situazione tragica oltre ogni dire, una situazione che non vorrebbe vivere eppure è li, si trova li con quella donna. Si ferma dopo l'ultimo gradino, lo sguardo posato su di lei e sospira, sospira pesantemente per poi cominciare nuovamente a camminare in sua direzione e i passi sono sempre lenti. Lo sguardo è pregno di rabbia, di dubbi e si, c'è anche l'odio in tutto quello ma perchè l'odio? Quando si ama tanto una persona, dopo quello che è successo, l'amore può essere solo sostituito con l'odio. Si ferma a pochi centimetri da lei ricercandone lo sguardo <Non muoverti, devo capire una cosa> le intima con tono severo, rigido e duro mentre si piega in avanti, il viso viene avvicinato a quello di lei, gli occhi piano piano si chiudono cercando di poggiare le labbra su quelle di lei, cercando di darle un bacio prolungato, molto prolungato, il bacio che si darebbe ad un'amante e lo fa anche con una certa passione. In quel momento il suo cuore batte, batte in preda all'emozione, all'eccitazione, sempre se la ragazza glielo avesse concesso. Stacca le labbra dalle sue, le stacca tornando a guardarla <Lo sapevo> e con queste parole si avvicina alla porta andando ad aprirla e li davanti dovrebbe ancora trovarsi Asia, accucciata <Entra dentro, vai vicino al camino, li starai al caldo> intima all'animale cercando di farlo entrare e, solo allora, la porta viene chiusa <Sono a pezzi Kaori, letteralmente a pezzi e sto crollando. Non sono più il Raido forte che conoscevi, quell'uomo è morto> ed è solo la pura verità che viene a galla. [Chk on]

14:40 Kaori:
 Il tempo passa. Lento. Implacabile. Interminabile. Kaori non ha idea di quanto abbia atteso, non sa quanto sia passato, né cosa stia succedendo al piano di sopra. I minuti si rincorrono, la notte cala e ormai il freddo lascia il suo corpo sostituito dal calore di quell'abitazione che continua ad apparirle quasi ostile. Non è la benvenuta lì e la cosa la fa sentire a disagio, scomoda. L'unica traccia di gelo ancora presente nella stanza risiede nelle ossa e nelle viscere della Hyuga. E' un gelo che non ha niente a che vedere con la temperatura o con il clima, è il freddo della paura e del tormento. E' qualcosa di totalmente diverso ed innato, è il timore di aver perduto ogni cosa una volta e per tutte. La ragazza sospira per rilasciare un po' di tensione iniziando a sentire le gambe seriamente deboli. Sta in piedi da un pezzo, è da poco che è uscita dall'ospedale e che ha potuto tornare ad una vita relativamente normale ed il suo corpo deve riabituarsi ai ritmi ai quali era avvezzo un tempo. Adesso è guarita ma è fiacca per via della lenta convalescenza che ha dovuto sopportare in tutti quei mesi. Cerca però di resistere, di essere forte, perchè non può permettersi di donare loro anche la sua debolezza. Li ha appena feriti tutti quanti e l'unica cosa che può fare per cercare di non far crollare ogni cosa è essere forte per loro. Lasciare che, per una volta, siano loro ad aggrapparsi a lei anche se a stento pensa di poter sostenere se stessa. Glielo deve. Alla fine i passi di Raido risuonano per la stanza e Kaori ruota il viso d'istinto verso le scale. Il ragazzo scende con una certa flemma, pare infinitamente stanco oppure per niente convinto di quanto sta accadendo. Magari entrambe le cose. Vederlo ancora disarmato è una nota decisamente positiva ma lui potrebbe ferirla in ben altri modi senza alcun bisogno di nessuna arma. Kaori rimane immobile quasi come in attesa di un giudizio divino e lo vede fermarsi dinnanzi a sé. Si guardano per un istante e lui le chiede di non muoversi. Anche volendo, probabilmente, non ne sarebbe stata capace, ma preferisce tacere. Deglutisce timorosa ritrovandosi a sentire il cuore esploderle nel petto quando vede il viso di lui avvicinarsi al proprio. Ed è un attimo prima che le labbra di Raido siano sulle sue, un attimo prima che si ritrovi ad essere baciata e baciarlo, un attimo prima che quel gelo dentro di lei svanisca sostituito da un calore tutto nuovo e al tempo stesso antico. Per quanto tempo aveva desiderato che accadesse una volta ancora? Per quanto tempo aveva sperato prima di accettare che nulla di tutto quello sarebbe mai tornato indietro? Cosa significa? Perchè? Non la odiava? Non l'avrebbe voluta morta fino ad un istante prima? Domande che affollano la sua mente portandola a guardare fisso nel vuoto una volta che Raido si divide dal bacio per far entrare Asia in casa. Kaori è ancora immobile, sconvolta, con il sapore del bacio dell'Oboro a permanere caldo sulle sue labbra schiuse. <Che--> Sbatte le palpebre, boccheggia, impreparata a quanto appena accaduto. <...Che significa?> domanda alla fine incapace di dire o fare altro, vedendo Asia che si fa largo in casa accucciandosi davanti al camino, guardando Kaori con fare attento mentre la ragazza si ritrova ad osservare Raido con espressione combattuta. Confusione e speranza si mischiano in un sentimento tutto nuovo e senza nome mentre lui parla con il tono esausto di chi ha sulle spalle molti più anni di quanti ne abbia effettivamente vissuti. <Okay. Hai bisogno di sederti Raido.> dice lei dopo un lungo attimo di silenzio tentando di afferrare il di lui avambraccio per guidarlo fino al vicino divano e tentare di lasciarlo sedere su di esso, non osando sedersi a sua volta quasi col timore di poter fare qualcosa di sbagliato in una casa non sua. <E puoi crollare se ne senti il bisogno. Sei dovuto essere forte per tutti in questi mesi... adesso... adesso tocca a me.> mormora lei annuendo ed inspirando a fondo. <Lasciati andare.> aggiunge, morbida, con tono carezzevole, chinandosi quindi accanto a lui per guardarlo negli occhi, pronta ad accogliere qualsiasi tipo di reazione da parte sua. [chakra: on]

15:03 Raido:
 Ha scelto di fare qualcosa di cui, probabilmente, se ne sarebbe pentito amaramente ma lo ha fatto, ha deciso e lo ha fatto, ha baciato la ragazza per capire cosa prova ancora per lei, lo ha fatto per mettere pace a se stesso. Oramai è da solo, non ha più nessuno e le speranze di riavere Fumiko con se muoiono ogni giorno di più, sta finendo per non crederci più nemmeno lui in quella storia. Per quanto si sente ancora legato alla Senjuu, per quanto l'ami, non può rimanere ancorato a lei e se deve reagire, deve fare anche quello che si sente di fare senza pensare alle conseguenze. Il bacio è caldo, il suo corpo si riempie di calore, un calore che non prova da tempo proprio perchè la ragazza ricambia il suo gesto, non si distacca e non glielo impedisce. Il cuore batte forte, così forte da essere in procinto di uscire dal petto ma non deve lasciarsi trasportare, rimanere lucido è la cosa migliore che può fare, rimanere con la mente aperta e non permettere a strani pensieri di farsi largo in lui. Si distacca guardandola pochi attimi negli occhi prima di far entrare la tigre all'interno dell'abitazione ed è proprio quell'animale che si porta da sola nel salotto, piccoli passi fino ad arrivare vicino al camino <Significa che ti odio Kaori, ti odio con tutto me stesso per aver causato dolore a Kouki. Non bastavo io con le mie cazzate a farla piangere, ci volevi anche tu, il suo muro portante> comincia a parlare, comincia a dire la sua su quella questione e deve essere sincero <Significa che, nonostante tutto quello che è successo, un odio del genere non è giustificato ma ora ho capito, ho capito che ti amo ancora ed è questo che mi ha fatto scattare in quel modo prima> l'amore che prova per la Hyuga è tutt'altro che scomparso ma perchè uno si chiederebbe, perchè non è morto quando ha conosciuto Fumiko? Tutte le sue storie sono andate a ramengo, tutte quante sono scomparse eppure la Hyuga è tornata di nuovo, tornata ma mai andata via per causa sua. Prova ancora affetto e amore per quella donna, la conosce e sa che ha un cuore puro, lo sa e cerca un modo per incolparla di tutto. Lascia che il proprio braccio venga preso, si lascia tirare verso il salotto dove va a sedersi sul divano davanti al camino e li sosta, in silenzio, a guardare il fuoco che scoppietta sotto i suoi occhi, un fuoco caldo e confortante. Sta crollando di nuovo, la sua mente non riesce a reggere davvero più, è esausto, è distrutto mentalmente anche se fisicamente sta bene. Vorrebbe rialzarsi ma trova sempre un muro a colpirlo in testa riportandolo giù. Ascolta ancora il dire della special jonin, ode le sue parole senza dire niente ma si limita a sorridere in modo sarcastico, suona quasi come una presa in giro <Non posso, devo essere forte per Kouki, lei ha bisogno di me> sta in piedi solo per sua figlia, si ostina a rimanere in piedi solo ed esclusivamente per la sua bambina che è tanto fragile e ha bisogno di qualcuno su cui reggersi <Ho visto le fasce sul polso, cosa è successo? E siediti, non stare in piedi, mi mette soggezione averti alle spalle> avere quella ragazza in piedi, dietro di se, non è una cosa bella, considerando che potrebbe fare qualunque cosa, preferisce essere sicuro di tutto e vedere i suoi intenti prima che si compiano. [Chk on]

15:26 Kaori:
 Per quanto tempo si era tormentata sul ricordo di Raido? Sul ricordo del loro amore, della loro storia? Per quanto tempo ha portato al dito l'anello che lui le ha regalato quando avevano progettato un futuro assieme, una vita solo per loro e Kouki? Per quanto tempo ha osato sperare che un giorno sarebbe rinsavito e tornato da lei prima di rassegnarsi ed accettare che era perduto per sempre? Che apparteneva ad un'altra donna, che sarebbe stata qualcun'altra ad avere una vita con lui? Non saprebbe quantificare quella che per lei è stata una eternità e si ritrova adesso stordita da quel gesto. Stordita nel credere quasi che possa essere un sogno ad occhi aperti. Si era aspettata di tutto nel veder Raido avvicinarsi a lei: una ramanzina, una punizione, persino un attacco. Mai un bacio. E le parole che egli le offre in spiegazione, in un primo momento, la confondono ancora di più. La odia, la odia per aver deluso la loro bambina, glielo dice chiaramente. Ma allora cosa...? Kaori sente il cuore contrarsi dolorosamente a quella rivelazione per poi ritrovarsi a schiudere le labbra quando Raido continua nel suo dire. Kaori l'osserva paralizzata. E' come andata in tilt, i suoi pensieri si rincorrono nella sua mente frammentandosi, confusi, incapaci di trovare una forma sensata e finale dietro le sue labbra. Boccheggia sentendosi quasi presa in giro dal fato che ora le dona quelle parole proprio quando aveva accettato l'idea d'averlo perso per sempre. <Non...> la voce esce sottile, incrinata dalle sue labbra. <Non capisco. Credevo che fosse tutto finito. Credevo che amassi lei. Tutto quello che mi avevi detto...?> non capisce. Non riesce a capire. Per settimane, mesi ha combattuto col pensiero di averlo perduto per quella donna, col fatto che fosse finita e che ora per lui esistesse solo Fumiko. Cosa dovrebbe farsene ora di quelle parole? Come avrebbe dovuto accoglierle? Dirgli che non aspettava altro? Dirgli che per tutto quel tempo non ha sognato che quel momento? Ma non vuole essere un ripiego. Non vuole essere un rimpiazzo. Non vuole che lui torni da lei ora solo perchè è finita con la Senjuu. Non merita anche questo. Nel mentre lo accompagna a sedersi sotto lo sguardo attento della tigre lasciandolo accomodarsi sul divano e rimanendogli accanto, in piedi, quasi pronta ad andarsene al suo minimo segnale. Raido, invece, la invita a sedersi e Kaori si ritrova ad aggirare il divano per accomodarsi su di esso a poca distanza da lui. Le sue parole la colpiscono in pieno, la portano a stringersi il mantello ancor più stretto quasi come a volersi coprire ancor di più nonostante lui ormai avesse visto quello che aveva cercato di celare. <Te l'ho detto. Non mi hanno medicata dei ninja. Sono dovuta guarire alla vecchia maniera. Arti steccati, punti, cicatrici...> ne parla come se fosse una cosa di poco conto, non vuole che l'altro si preoccupi anche per lei adesso, per il corpo sfigurato da quelle ferite ormai guarite e cicatrizzate. <Ma il punto è che nessuno può essere forte per sempre, Raido. Hai visto quanto sei andato vicino a perdere il controllo poco fa? Sei così carico di pressione e frustrazioni che potresti esplodere da un momento all'altro. Va bene voler essere forte per lei, ma se dovessi crollare, alla fine, a cosa sarà servito?> domanda la Hyuga guardandolo in viso, preoccupata. <So che non vi fidate di me. So che... non ho voce in capitolo in questa famiglia, ormai, ma ti conosco. Sai che è così... e so che vorresti essere forte per tutti dimenticandoti di esserlo per te stesso. I tuoi occhi sono vecchi di anni, Raido. Come se fossi invecchiato di colpo in pochi mesi...> la sua voce si affievolisce mentre con la mano tenterebbe di andare a sfiorare il di lui viso carezzandone la gota se lui non si fosse scansato. <Hai bisogno di riprendere fiato. Hai bisogno di crollare per essere forte di nuovo. Devi liberarti di quello che ti sta soffocando. Permettimi di aiutarti... Permettimi di essere utile. Sfogati con me.> chiede lei deglutendo, lo sguardo a cercare il suo mentre il tono si fa sottile. <Urla, insulta, cacciami. Colpiscimi se serve. Butta tutto fuori. Nulla di tutto quello che dirai uscirà da qui> [chakra: on]

16:04 Raido:
 Ne capisce meno di lei al momento, le sue azioni non hanno un senso, non hanno niente ma le fa lo stesso e le motivazioni sono chiare. Lo ha fatto per un motivo ben preciso, lo ha fatto perchè è libero ora e può farlo, può capire meglio di quanto non abbia fatto prima. Kaori non capisce sul serio ma come spiegarle? Come dire tutto quanto? Forse la verità può solo fare bene <Era vero, era tutto vero. Tu hai perso la mia fiducia quando te ne sei andata e avevo bisogno di andare avanti, di guardare avanti, fare un ultimo tentativo. Ho incontrato lei che mi ha concesso questa possibilità e ho deciso che l'unico modo per dimenticarti era semplicemente lasciarmi andare, non pensare più dedicandomi completamente a lei. Ho finito per innamorarmi> non avrebbe mai smesso di amare Fumiko, anche in questo momento il suo pensiero è rivolto a lei, la rivuole li con se <Ammettere ciò che sento ancora non vuol dire che io ti abbia perdonata, anzi, è una cosa che non potrò mai fare> e mai l'avrebbe fatto, non può perdonare quell'abbandono ma la cosa è divertente. Kaori voleva del tempo per se stessa e se ne è andata, Fumiko vuole del tempo per se stessa e se ne è andata solo che, a differenza di Kaori, con lei ha una figlia e non può sparire completamente. Tutti quanti hanno bisogno di tempo, tutti vogliono stare da soli e nessuno che mai, per una volta, si è fermato a pensare di cosa lui abbia bisogno. Nessuno ha mai davvero pensato a lui e ora ne sta prendendo sempre più consapevolezza, sta capendo sempre di più questa situazione. Si siede su quel divano lasciando che la Hyuga faccia lo stesso, che vada a prendere posto al suo fianco prima di porle quella semplice domanda e capisce cosa sta dicendo, capisce il significato di quelle parole <E le nascondi? E' il simbolo della tua vittoria, dovresti portarle con fierezza invece di trattarle come cose orribili> un po' come fa lui che va fiero di ogni sua cicatrice anche se quella sul viso la tiene nascosta sotto delle pitture per non rovinare il proprio profilo. Ode e ascolta le parole della ragazza, ascolta tutto quanto in silenzio con il capo chinato, lo tiene rivolto verso il basso cercando di pensare a cosa risponderle, a cosa dirle. Ha notato i suoi occhi stanchi e distrutti, li ha visti, almeno lei ci è riuscita e poi quello, gli sta intimando di sfogarsi, di cadere smettendo di essere forte per una volta <Siete tutte uguali> comincia a parlare con questa frase, diretta, concisa e senza mezzi termini. Si alza dal divano, si muove per il salotto con passi lenti e agitati, il cuore sbatte contro il petto ritrovandosi a sentire male, un grande male <Tu avevi bisogno di tempo per te stessa e te ne sei andata> prende lei come prima vittima <Fumiko, dopo quello che ha passato, aveva bisogni di tempo e se n'è andata> non specifica cosa è successo alla ragazza, non dice niente su quello preferendo mantenere la riservatezza <Io dovevo stare zitto, acconsentire e aspettare che tutto si sistemi, devo sempre aspettare> e qui comincia lo sfogo mentre la voce esce strozzata ma allo stesso tempo rabbiosa <Ma vi siete dimenticate che anche IO facevo parte della vostra vita e vi siete mai soffermate a pensare, almeno una volta, cosa volessi io? Vi siete mai chieste per una dannata volta come mi sentissi io dopo aver affrontato tutto quanto? No, certo che no, io devo solo subire, devo essere forte> le gambe diventano pesanti, tremano e vorrebbe cadere, vorrebbe rimanere a terra senza più muoversi ma si ostina a resistere <Nessuna di voi mi ha mai dato fiducia, nessuna di voi due ha mai davvero creduto in me. Preferite andarvene, tanto cosa ve ne frega? L'importante siete voi, voi dovete guarire mentre io no, a me va tutto bene, vero? A me va bene andare in laboratori nascosti a salvarti dopo un mese. Mi va bene mettere a ferro e fuoco un intero paese per riportarla a casa e nonostante tutto soffrire per quello che vi è successo, stare male per tutto perchè non sono stato abbastanza forte da impedirlo. Io problemi non ne ho, sensi di colpa non ne ho, a me va tutto quanto alla perfezione e INTANTO la prendo nel culo non una ma ben due volte> non ce la fa, cade a terra, si accascia sul pavimento in ginocchio e le lacrime escono dal di lui viso arrivando a bagnare il pavimento, lacrime che bruciano, prova un dolore immane e immenso <Dopo di te ho voluto ricominciare ma non dopo lei, non ce la faccio, non posso. Perchè non riesco a tenermi le persone che amo? Perchè tutti quelli che amo se ne vanno? Mia madre, mio padre, tu, Fumiko> rabbia e dolore represso che viene fuori, tutto quanto viene fuori in quel momento. [Chk on]

16:27 Kaori:
 Fa male. Fa terribilmente male. Sapeva già che Raido non l'aveva perdonata, che non l'avrebbe fatto mai, ma sentirglielo dire così chiaramente ancora una volta è in qualche modo devastante. Quelle parole riducono a brandelli quella piccola speranza che l'aveva animata poco prima per un attimo, riaccesa da quel bacio come una fiammella troppo debole per resistere alla raffica di vento che ora le è stata scagliata contro sotto forma di uragano. Il suo cuore si crepa ancora una volta, finisce in frantumi, ma lei non si piega. Non piange. Stringe la mascella annuendo appena col capo, incassa in silenzio trattenendo il dolore dentro di sé. <Lo capisco> mormora semplicemente, alla fine, troppo stanca per dire qualsiasi altra cosa, troppo stanca per soffermarsi a pensare quanto male faccia saperlo innamorato di un'altra donna. Si siede al suo fianco e sente la sua voce parlarle stancamente. Per un attimo tutto sembra quasi tornato alla normalità. Per un attimo sono solo due persone che si conoscono da tanto tempo e che chiacchierano condividendo pensieri ed esperienze, persino consigliandosi a vicenda. Kouki sarebbe stata fiera di loro, pensa Kaori con una vena di amarezza, ritrovandosi quindi a palesare un sorriso sardonico sul volto. <Hai visto come ha reagito Kouki sapendo cos'è successo.> dice lei abbassando lo sguardo, concedendosi solo ora di aprire il mantello e lasciarlo cadere giù dietro le spalle, allungando le braccia in avanti così da far risalire le maniche del kimono e mostrare le fasciature attorno agli avambracci. <Non potevo lasciare che le vedesse. Non ora. Non prima di averle spiegato...> la sua voce sfuma disperdendosi nel silenzio opprimente di quella casa mentre lentamente lascia ricadere le braccia, come inermi, contro le cosce, ricoprendo le fasciature con le ampie maniche della veste scura. E giunge il momento per Raido di sfogarsi, di liberarsi e i suoi pensieri trovano strada attraverso le parole. Misura la stanza a grandi passi, nervoso, teso, seguito dallo sguardo della Hyuga che ancora una volta incassa in silenzio. Si è offerta lei di accogliere il suo dolore, si è offerta lei di far tesoro della sua sofferenza e non avrebbe reagito a nessuno dei suoi improperi a nessun rinfaccio. Lascia che lui l'accoltelli al cuore con le sue parole una, due, tre, una infinità di volte, rimanendo immobile, sostenendo il suo sguardo, ricacciando le lacrime brucianti salite al viso. Ha promesso che sarebbe stata forte per permettergli di essere finalmente debole e lo avrebbe fatto. Avrebbe accolto a testa alta ogni cosa per concedergli di crollare e potersi poi rialzare più forte di prima. Raido si sfoga, alza la voce, e poi alla fine cede. Si ritrova in ginocchio, distrutto, le lacrime a scivolar via dai suoi occhi. Kaori accorre immediatamente alzandosi dal divano ed inginocchiandosi davanti a lui, tentando di portare le sue braccia attorno alle spalle dell'Oboro. Tenterebbe di cingerlo a sé, cercherebbe di abbracciarlo e di portare il suo capo ad affondare sulla sua spalla per accogliere le sue lacrime ed il tremito del suo corpo stanco. Vorrebbe cercare di offrirgli riparo e rifugio da quel dolore lacerante che lo sta logorando dall'interno giorno dopo giorno. <Non so cosa sia successo con...> le riesce difficile dire il suo nome, soprattutto ora che cerca di essere forte. <Fumiko> deglutisce inspirando a fondo per trattenere il pianto e ricacciarlo indietro. <Ma io sono qui adesso. E non pretendo assolutamente niente. Non... devi perdonarmi, non devi fidarti di me. Va bene così. Lo capisco. L'ho accettato> mormorerebbe lei al suo orecchio se lui si fosse lasciato abbracciare. <Ma ci sono. E...> la voce le trema mentre, chiudendo gli occhi, si maledice per star cedendo a quello che si era ripromessa non avrebbe più detto. <..ti amo. E le cose non possono tornare quelle di un tempo. Siamo cambiati tutti e troppe altre cose sono successe. Ma le cose sono così ora e... non sei solo. E sei amato. E mi dispiace. Mi dispiace per averti fatto sentire abbandonato. Mi dispiace per averti fatto sentire solo. Mi dispiace se ti ho fatto credere di non amarti perchè è l'unica cosa al mondo che non è mai cambiata in tutto questo tempo. E non sistema niente, non risolve nulla, ma... non sei solo. E non andrò più via. E voglio aiutarti> le trema la voce, si stringe le labbra mentre si sente esposta e vulnerabile come non mai dopo aver messo nuovamente a nudo il suo cuore martoriato. Tace, abbassando il capo sulla di lui spalla, quasi in attesa di una sentenza o della peggior condanna. [chakra: on]

16:52 Raido:
 Dire quelle parole fanno male, sia a lui che alla ragazza, parole che non avrebbe mai pronunciato in passato ma ora non può tenersi tutto quanto dentro, non può impedire a quel suo dire di uscire dal corpo. Non l'avrebbe mai perdonata per averlo lasciato e niente potrebbe fargli cambiare idea su questo, niente di niente. Può sopportare tutto ma non questo ed è proprio questo che lo sta distruggendo da dentro, è questo che gli fa più male, il fatto che nessuno lo capisca veramente, nessuno sa cosa pensa davvero e si sfoga, si sfoga come non mai facendo uscire ogni singola parola che si è tenuto dentro per tutto questo tempo. Ha promesso a Fumiko di lasciarla andare e così ha fatto, la ragazza se n'è andata e adesso è a casa sua, chissà con chi a fare chissà cosa. Il solo pensiero lo devasta, solo a pensare a un'evenienza simile lo uccide ed è lo stesso pensiero che gli ha attanagliato le viscere quando Kaori è scomparsa. Soffre e nessuno lo vede, soffre e nessuno lo capisce e non può fare affidamento su Kouki, è solo una bambina, lasciare che lei soffra in quel modo per causa sua sarebbe troppo. Sbraita e sa benissimo che tutto ciò che porta dentro, quel dolore misto a risentimento le avrebbe fatto male, molto male ma non gli interessa, lo ha chiesto lei. Lei è la prima che gli chiede una cosa simile, essere debole, non restare in piedi, cadere e sfogarsi completamente. Di questo ha bisogno in questo momento, ha bisogno della debolezza più pura, ha bisogno di essere come tutti gli altri, non più il potente Raido, non più il Jonin che tutti temono e rispettano, adesso vuole solo rimanere a terra senza pensare più a niente nessuno, desidera quello, essere coccolato, avere qualcuno vicino che lo ascolti. Si lascia cadere inesorabilmente, non ce la fa più, alla fine ha scelto di crollare nuovamente, di buttarsi a terra senza se e senza ma, la pressione è troppa così come il dolore. Sente la vicinanza di Kaori, le sue mani che lo afferrano spingendolo contro di lei e non lo impedisce, si avvicina poggiando la testa contro la sua spalla, il viso rivolto verso l'interno a guardare il vuoto, lo sguardo è perso nel vuoto. Cerca di ascoltare le parole della ragazza, quelle raccomandazioni, non deve perdonarla, non deve fidarsi. Sembra tutto semplice a parole, sembra davvero semplicissimo eppure non lo è, in questo momento niente è semplice. Le mani si muovono, si appendono alle di lei braccia, cerca in esse la forza mentre le carezza, le lacrime continuano a uscire da quel viso stanco e poi ode quelle due semplici parole. Lo ha detto di nuovo, lo ama. Il labbro inferiore trema, le lacrime aumentano, si sente uno schifo, si sente a pezzi, quella parola ha solo peggiorato la sua condizione. Tutto ciò che dice, ogni cosa che la Hyuga dice avrebbe voluto sentirlo da Fumiko, lo brama con tutto se stesso ma è lei a farlo, è lei a pronunciare quelle parole, a dargli quella sicurezza che gli manca da troppo tempo. Come deve reagire? Come deve muoversi? <Nessuno mi ama, io non merito amore, l'ho capito> non può fare a meno di dirlo ma è così. Come può una persona che è stata abbandonata, pensare di poter essere amato nuovamente? Non è così, lui è destinato a rimanere da solo e da solo sarebbe rimasto perchè è solo questione di tempo prima che Kouki gli dica addio lasciandolo. Kaori non sarebbe andata più via, sarebbe rimasta per aiutarlo e non le crede. Fumiko ha detto la stessa cosa ma è rimasta solo per paura, per la pena e per i sensi di colpa <Non devi rimanere perchè ti faccio pena> non riesce a capire, ancora confusione nella sua testa. Una pretende la forza, l'altra lo lascia essere debole. Quale delle due ha ragione? Quale linea deve seguire? Sta impazzendo e piano piano la mente si rompe. [Chk on]

17:09 Kaori:
 Rimangono abbracciati in ginocchio per un tempo indefinito. Raido lascia che Kaori lo stringa, che si prenda cura di lui una volta ancora. Gli permette di cadere e di crollare lasciando che la sua forza per una volta venga meno. Per una volta non deve badare a nessuno, per una volta può lasciare che sia qualcun altro ad occuparsi di lui. Per una volta... Kaori lo ascolta, sente il suo corpo tremare dai singhiozzi fra le sue braccia, sente le lacrime inumidirle la veste. Gli carezza i capelli nel modo in cui ha fatto in passato con lui e con Kouki per placare il loro dolore. Come una madre che accoglie la sofferenza di un figlio stanco lascia che lui riversi ogni briciola di risentimento contro di lei. Carezza i capelli, la schiena, con movimenti circolari e lenti delle mani piccole dalle dita affusolate. Lascia che ogni cosa esca fuori e che gli argini si rompano definitivamente. Raido non le è mai sembrato così fragile in vita sua e istintivamente se ne sente colpevole e responsabile. Chiude gli occhi stancamente, maledicendosi, sentendosi la causa del suo dolore e si morde il labbro con forza, odiandosi per aver dato vita ad una serie di eventi così orribili. Una spirale di dolore e negatività al centro della quale Raido ha combattuto con le unghie e con i denti per il bene della piccola Kouki. Quello che lui dice alla fine porta la Hyuga ad espirare piano un respiro tremante. <Ci sono tante cose che non meriti Raido. Ma l'amore non è una di queste> mormora lei con voce morbida al suo orecchio, con fare rassicurante e colpevole. <Non meriti di essere lasciato solo. Non meriti di sentirti tradito. Non meriti di sentirti abbandonato. Non meriti questa immane stanchezza. Non meriti quello che ho fatto...> la voce viene meno per un secondo, Kaori si riscuote e si schiarisce la voce. Non può vacillare, non può permetterselo ora. Adesso deve essere forte per entrambi. <E non mi sognerei mai di starti vicino solo per pena. Di tutti i modi in cui posso averti mancato di rispetto, questo è l'ultimo che potrei mostrarti> aggiunge poco dopo abbandonando il capo contro quello di Raido, la tempia contro la sua, i loro capelli a confondersi in un delicato intrico di fili viola e d'argento. <Ho promesso ai tuoi genitori di prendermi cura di te. L'ho promesso agli Dei quella notte in albergo, quando ho votato la mia vita a te> la sua voce è un sussurro, i suoi occhi scintillano di lacrime nascoste, le sue gote si fanno rosse mentre i ricordi ripiombano violenti fra loro. <E forse non ti ho amato nel modo giusto, forse non ti ho protetto come dovevo, forse ho sbagliato tutto... ma ci provo. Ogni giorno, ci provo a mantenere quelle promesse. Nonostante tutto> E forse non dovrebbe dirlo. Forse non è quello che dovrebbe dire in quel momento, non mentre Raido è così vulnerabile e sensibile. Ma sono parole che da troppo tempo premono per uscire, parole che nascono sentite dal suo cuore e che bruciavano sulla punta della lingua per trovar finalmente libertà. [chakra: on]

17:34 Raido:
 E' strano da pensare ma in questo momento sta bene, così, debole e distrutto sta bene. Di questo ha bisogno, di qualcuno che sappia tenere i momenti di debolezza, di qualcuno che lo aiuti a risollevarsi. Oramai è chiaro che non ce la fa più a farlo da solo, non ha più la forza di stare in piedi e reggersi sulle sue gambe. Se solo Kaori fosse rimasta, se solo la ragazza fosse rimasta al suo fianco, a quest'ora sarebbe ancora integro, non avrebbe subito niente di tutto ciò e starebbe bene, letteralmente bene. Si lascia carezzare, coccolare da quella ragazza. Solo i Kami sanno quanto gli è mancata quella sensazione di calore, solo loro possono sapere quanto quell'essere coccolato gli sia mancato in questi mesi. Ha passato un periodo difficile, estremamente difficile e non è ancora finito, non riesce a farlo passare. Ha sputato addosso alla Hyuga tutto quanto, non si è tenuto niente dentro conscio che l'avrebbe ferita come non mai ma adesso è troppo tardi per pensare a questo genere di cose, troppo tardi per pensare a cose come questa. I capelli vengono carezzati insieme alla schiena e la sua mano si stringe ancora di più intorno alle di lei braccia, cerca di scalarle, di usarle per tirarsi su ma non ne ha ancora la forza, non ha il potere di farlo. L'amore è un tasto delicato, ogni volta che lo prova, rimane da solo come un cane, nessuno osa rimanere al suo fianco, nessuno sceglie di capirlo e di ascoltarlo, tutti preferiscono andarsene e di questo soffre, soffre terribilmente eppure Kaori insiste su questo, lui lo merita e lo merita eccome. Continua ad ascoltare le sue parole in silenzio e, sempre in silenzio, piange versando le lacrime che cadono senza interrompersi. Non merita molte cose, il tradimento, la solitudine, l'abbandono, la stanchezza e questo dolore, non merita niente. Vuole dormire, vuole dormire per sempre, è stanco di questa vita e vorrebbe lasciarsi andare ma anche li non può. La sua morte provocherebbe in lui un grande sollievo ma allo stesso tempo procurerebbe un grande dolore a tutti quanti. Non vuole che altri soffrano per causa sua, non desidera che altre persone provino dolore per le sue azioni <Sono stanco> riesce soltanto a dire ma è la cosa che più si evince e che solo Kaori sembra notare ma ecco un'altra dimostrazione che la ragazza gli da, non sarebbe rimasta per pena, no, non sarebbe rimasta per i sensi di colpa ma perchè lo vuole. Sente il di lei capo poggiarsi sul proprio e i sensi di colpa circondano il cuore del Jonin, si sente pressato da essi in una maniera indescrivibile mentre i ricordi si fanno vivi, i ricordi di loro due insieme. Al cimitero davanti alle tombe dei suoi genitori e poi in albergo quando le ha chiesto di sposarlo. Troppo, troppe cose vengono dette e ricordate e il culmine arriva solo alla fine. Lei lo ha sempre protetto, è sempre rimasta con lui, ha sempre cercato di mantenere ogni singola promessa e lui l'ha scacciata, l'ha mandata via, le ha gridato contro. Non lo merita, Kaori non lo merita e lui non la merita. Il pianto viene udito, lasciare uscire dei versi, piange facendo rumore per la prima volta <Mi dispiace Kaori, mi dispiace di averti detto tutte quelle cose quel giorno> riferendosi al giorno in cui l'ha lasciata definitivamente <Mi dispiace di averti aggredita> i sensi di colpa emergono e fanno male, fanno tremendamente male <Sono stato uno stupido, dovevo aspettarti, dovevo farlo> il rimpianto per quello che non ha fatto, tutto esce, non tiene più niente dentro di se. [Chk on]

17:57 Kaori:
 <Lo so. Lo so...> mormora lei tenendolo stretto, tenendo il suo capo contro la spalla, lasciando che si sfoghi senza limiti, senza freni. Sa quanto è stanco, lo sente, lo vede nei suoi occhi, lo avverti nel tremito del corpo. Lo conosce, ha imparato nel tempo a leggere le sue espressioni ed i suoi pensieri e sa quanto l'altro sia giunto al suo limite. Un guerriero formidabile e portentoso dall'animo fragile e sensibile di chi desidera solamente essere amato. Essere felice. Non è, alla fine, quello che chiunque desidera? Kaori accoglie il suo dolore senza replicare, senza dire nulla. Lascia semplicemente che lui si liberi di tutto e quando alla fine gli dice di essere lì per proteggerlo, perchè vuole rimanergli accanto, ecco che qualcosa si rompe, qualcosa cambia e Raido si aggrappa a lei con maggior forza ritrovandosi col piangere sentitamente contro di lei. La stretta di Kaori si fa maggiore attorno a lui, sente il cuore spezzarsi nell'udire la sua voce rotta, quei bassi gemiti uscire dalle labbra in quel pianto incontrollato. Di tutto quello che ha vissuto di orribile negli ultimi mesi, vedere Raido in queste condizioni è forse una delle cose peggiori. Kaori lo stringe forte, lo abbraccia, sente le lacrime pizzicarle gli occhi mentre lui biascica delle parole che giungono frammentate alle sue orecchie, ma comprensibili tutto sommato. Gli dispiace. Gli dispiace per quello che è successo, gli dispiace per lei. E Kaori sente il respiro rompersi, il cuore fremere nel petto. <Va tutto bene. Va tutto bene Raido> gli sussurra lei tirando su col naso, sentendosi travolta da una ondata di sensazioni e sentimenti contrastanti nel momento in cui per la prima volta l'altro non le offre odio e rammarico per quanto accaduto in passato, ma stanchezza e dolore. La Hyuga è mortificata. Una parte di lei difende ancora quanto fatto quel giorno catalogando come essenziale quel periodo di pausa da tutto, ma l'altra parte di lei la odia per quello che ha fatto. La odia per aver fatto soffrire tutti, per non aver voluto dar fiducia alle persone che più di tutte ama al mondo. Le dispiace averlo ridotto in quello stato, avergli fatto passare un periodo del genere. Vorrebbe poter cambiare le cose, vorrebbe poter sistemare tutto, prendere il suo dolore e tenerlo in sé, sopportarlo lei da sola perchè è quello che merita. Ma non può, e tutto ciò che le rimane da fare è aiutarlo a sostenere la sua sofferenza, condividerla con lui. <Ho sbagliato. E' colpa mia. Tutto. Ogni cosa...> mormora lei ad occhi chiusi, abbandonandosi contro di lui, in quell'abbraccio, affondando il viso sulla sua spalla, espirando con fare tremante. <Hai ogni diritto di odiarmi. Hai ogni diritto di voler essere felice senza di me. Hai ogni diritto di essere arrabbiato... va bene> cerca di confortarlo, di rassicurarlo, di prendere tutto il suo dolore come può. Ci prova, tenta, anche se sa che non potrà mai liberarlo di ogni cruccio che lei ha causato. <Va bene se mi odi. Va bene se non ti fidi. Va bene se sei arrabbiato. Va bene se non puoi perdonarmi. Non devi scusarti per questo. E' colpa mia. Ma troverò il modo per fare ammenda. Troverò il modo per rimediare. Col tempo, un giorno...> mormora lei con la voce sottile, spezzata da un respiro incerto e fragile. <Per ora riposa. Per ora lascia che sia forte per tutti. Lascia che vi protegga come avrei dovuto fare prima... Ti prego... permettimi di rimediare...> sussurra, supplicante, al suo orecchio. [chakra: on]

18:26 Raido:
 Si odia per essersi mostrato tanto debole, si odia per quello che sta dicendo ed è un odio che non può andare via tanto facilmente, anzi, è un qualcosa con cui avrebbe dovuto convivere un giorno. Si sta aggrappando a lei con tutte le sue forze, lo sta facendo con tutto se stesso per sorreggersi e rimanere nel mondo. Adesso è lei la sua ancora di salvezza, lei che sta facendo esattamente tutto il necessario. Semplicemente lo ascolta, lo lascia sfogare cercando di capirlo e di comprenderlo, di comprendere i suoi pensieri, il suo punto di vista. Povera Kaori, costretta a farsi carico di tutto quel dolore, di tutta quella sofferenza che per mesi aleggia nel cuore dell'albino, una sofferenza che non fa altro che aumentare di giorno in giorno senza mai trovare pace. Non esiste pace nel suo cuore e nel suo animo, non esiste niente di niente, solo buio, solo dolore, un dolore immenso, un dolore continuo che lo trafigge da parte a parte. Ha ricevuto tanti colpi e ognuno di loro è riuscito a portarlo sempre più verso il basso, a farlo cadere e l'ultimo colpo è arrivato proprio di recente. Riposare per sempre è la cosa che più brama, la cosa che più vuole, è stanco di vivere, stanco di andare avanti. In 28 anni ha visto e fatto cose di ogni tipo, ha affrontato mille pericoli, mille battaglie, ha provato il brivido di avere una donna, una famiglia e di avere una figlia ma tutto questo risulta essere troppo per lui, troppo per un guerriero come lui abituato ad essere solo. La vita vissuta è completa ed andare avanti non servirebbe a niente ma non può morire così, no, vuole una morte degna, vuole morire combattendo, vuole andarsene nel modo in cui Hotsuma gli ha insegnato. Quel giorno è vicino ma chi si sarebbe preso la responsabilità di una tale azione? Forse potrebbe essere il più grande atto di amore nei suoi confronti, un'amore che mai ha visto e che potrebbe sentire. Gli dispiace, gli dispiace di tutto quanto, chiede scusa per quello che ha fatto, per quello che è successo con Kaori. La ragazza lo rincuora per l'ennesima volta e non può fare altro che aggrapparsi a quelle parole come fonte vitale. Non ci riesce, non ce la fa più sul serio, è tutto troppo pesante, sente un macigno sul proprio cuore e sul proprio petto <N-no> balbetta stancamente, fa fatica persino a parlare e ad esprimere ciò che pensa. Quell'abbraccio diviene più stretto, viene avvicinato a lei con più forza, con una grande forza. Ogni parola pronunciata dalla ragazza è un'altra stilettata al proprio corpo, un altro colpo che non riesce a reggere. Sta facendo soffrire anche lei con le sue parole. Si sarebbe dovuto contenere, avrebbe dovuto stare zitto ed evitare di dire tutto quanto <R-resta con me> singhiozza in risposta ma la prospettiva di riposare è la cosa migliore che possa avergli offerto. Non vuole e non pretende altro. Il capo si lascia completamente andare contro Kaori, le palpebre diventano pesanti, piano piano si chiudono <R-resta> un'ultima parola prima di chiudere gli occhi definitivamente. La mano cade come morta sul pavimento, in pochi attimi si addormenta tra le braccia della ragazza. [END]

18:39 Kaori:
 Tutto sembra così strano e fuori dal tempo in questo momento. Raido non ha mai voluto mostrarsi debole, non ha mai lasciato che nessuno scorgesse il lato più sensibile e vulnerabile di lui. Ha sempre cercato di nascondere le proprie debolezze per timore che qualcuno potesse approfittarne per ferirlo ed abbatterlo. Eppure concede a Kaori di assistere. Permette a Kaori di vederlo debole ancora una volta, proprio come un tempo molti mesi prima, quando insieme erano felici, quando lei era l'ultima persona al mondo che avrebbe mai potuto ferirlo. Sembra quasi di essere tornati a a quel periodo, sembra quasi di essere ritornati indietro a quando nel bel mezzo delle difficoltà l'uno era la luce e la speranza dell'altro. Ma non c'è modo di tornare indietro, si può solo andare avanti e le cose sono molto diverse fra loro. Tutto è diverso, tutto è nuovo. E fa male. Kaori non vuole illudersi. Raido l'ha baciata, le ha detto di amarla ancora, la sta abbracciando. Ma questo non toglie il fatto che lui non possa perdonarla, che non possa dimenticare, che la odi, anche. Kaori cerca di tenerlo a mente, cerca di non dimenticare. Deve ricordare che quello che sta succedendo ora non vuol dire che qualcosa possa cambiare fra loro. Non può concedersi di sperare perchè veder crollare le sue speranze avrebbe semplicemente fatto troppo male. Così si sforza di pensare che quello sia solo un piccolo passo avanti fra loro, un piccolo riavvicinarsi, magari un modo per riuscire a vivere l'uno accanto all'altro. Ma non deve vedere altro in quel gesto, non può concedersi di vedere altro. Stringe a sé il ragazzo stringendosi a sua volta a lui, cercando di cullare il suo dolore, di placare la sua sofferenza. Lo stringe e lo conforta come può prendendosi la colpa di tutto, di ogni cosa, per liberarlo del peso che fino a quel momento ha gravato sul suo corpo, sulle sue spalle. E Raido alla fine cede, capitola e si abbandona totalmente a lei chiedendole di non andare, chiedendole di restare. Kaori si sente scaldare dal profondo da quelle parole, si sente pervadere da una ondata di amore e tenerezza che la travolge come un'onda anomala. Carezza il suo viso, il suo volto e annuisce piano col viso. <Sono qui> sussurra piano per placare il suo pianto, per calmare il suo dolore. <Non vado via> aggiunge, lentamente, sentendo il di lui corpo farsi poco a poco più pesante, il suo respiro regolare e profondo. L'incoscienza prende il sopravvento e Raido s'assopisce fra le sue braccia dopo aver gettato fuori, faticosamente, tutto ciò che fino a quel momento lo aveva tenuto dolorosamente in piedi. Kaori non si muove, non si scosta, lasciando che l'altro rimanga addormentato addosso a lei, vegliando solenne sul suo sonno. Per questa notte sarebbe stata lei a proteggerlo, ad essere forte per tutti. [End]

Dopo aver mandato a letto Kouki Raido scende di sotto a chiarire le cose con Kaori.
Qui il ragazzo si riscopre combattuto fra i sentimenti che nutre per lei e per Fumiko finendo con lo sfogarsi con Kaori per tutto lo stress e le brutte notizie dell'ultimo periodo.
Alla fine crolla fra le sue braccia dopo un lungo pianto carico di rancore e dispiacere.