E per iniziare... pannoloni!
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Giocata di Corporazione
Giocata del 07/12/2017 dalle 20:28 alle 23:46 nella chat "Ospedale Distrutto [Kusa]"
[Reparto Geriatria] C’è un bel temporale stasera, questo vuol dire che una volta a casa, nel proprio letto, la giovane Chunin potrà addormentarsi senza problemi grazie a questo dolce suono. La bambina indossa dei semplici pantaloni neri e caldi, attillati ma elasticizzati, che coprono le sue esili gambe, infilandosi nelle scarpe ninja che porta ai piedi. Al di sopra indossa una semplice maglia a maniche corte, lunga e morbida che le ricade dolcemente sui fianchi e di un colore viola scuro. Su di essa, al centro, vi è un’enorme stampa di un bianco serpente, un disegno come un altro, insomma. Al collo porta il ciondolo del clan Oboro regalatole dal padre, ancora non se l’è tolto nemmeno una volta. Alla vita, come una cintura, è tenuto il copri fronte di Kusa, mentre al di sopra dei vestiti indossa il camice bianco tenuto aperto, la sua divisa in quanto ninja medico. Non porta con sé armi o equipaggiamento di alcun genere, dato che all’interno dell’ospedale è vietato portarlo, lo ha lasciato diligentemente in custodia agli anbu di guardia. Il chakra anche sarebbe vietato, ma data la sua posizione, il suo sarebbe stato impastato già dalla mattina, dopo tutto deve tenersi pronta nel caso serva il suo intervento medico. I capelli neri, lisci e lunghi fino ad oltre il sedere, sono stati raccolti in una coda alta ed elegante, che lascia libere solo due ciocche laterali al viso in modo che, insieme alla frangia, lo incornicino. Pelle pallida, occhi gialli e magnetici, pensierosi al momento, tanto da sembrare distratta. Il suo corpo, sotto ai vestiti, non è fasciato dalle proprie bende bianche questa sera, lasciando a nudo ogni cicatrice e bruciature che ricoprono ogni centimetro della sua pelle. Brutte, la deturpano risparmiando solo il viso, ma comunque sia sono nascoste dai vestiti e dal camice al momento, essendo visibili solo sul collo quindi. Quel piccolo e gracile collo dove dietro, nulla nuca, è possibile vedere, grazie ai capelli raccolti, le parole ‘E-001’ incise a sangue col fuoco sulla pelle viva. Difficile capire chi ci sia ora nel corpo della ragazzina, ma con molta probabilità vi la nuova Gemella, solo semplicemente non sorride come suo solito, ma rimane pensierosa a fissare fuori da una delle finestre dell’ospedale, attratta da quella pioggia che scende, da quel temporale. Ma in realtà non sta guardando l’esterno, bensì il proprio riflesso, con quel suo bisogno di autodeterminarsi, eppure ancora è titubante nel farlo. Immobile nel corridoio del reparto di geriatria, intenta a fissare la finestra, che guardi fuori o il proprio riflesso a chi la vede non è dato saperlo, semplicemente è ferma, nel bel mezzo del proprio turno, ma vuol dire che non ci sono particolari urgenze al momento. Le è stato detto che qualcuno le è stato affidato, un tirocinante, ma non sa chi è e non sa come è fatto, ma è evidente che al momento non è al centro dei suoi pensieri. [Chakra On] [Reparto Geriatria] Eien vorrebbe tanto dire di essersi abituato al clima di Kusa, ai costanti temporali che sembrano manifestarsi un giorno si e l’altro pure, costringendo lo stesso sunese ad interminabili fremiti e continui spaventi, per nulla contento de meteo del paese a causa della sua fobia dei temporali e, guarda caso, questa sera qualcuno di più “importante” ha deciso che dal cielo devono cadere acqua, fulmini e lampi. Fortuna vuole però che il ragazzino si ritrovi all’asciutto in poco tempo, avendo modo anche di asciugarsi un po’ e infilarsi il camice da tironcinante al di sopra degli abiti che, purtroppo, non sono del tutto asciutti, costituiti comunque da un semplice paio di pantaloncini ed una maglietta a giremaniche, insomma... un abbigliamento perfetto per Suna, decisamente sbagliato per vivere a Kusa . Solo il coprifronte – con l’effige di Sunakagure – dichiara il suo stato da genin o, quanto meno ninja, legato in fronte e sostenendo il groviglio di capelli rossi e umidicci, lo stesso colore delle iridi del ragazzino e delle gote. Armi di qualunque tipo, ventaglio hoshi incluso sono stati lasciati agli Anbu di turno, costretto anche a dover tenere il chakra spento, ancora non a conoscenza che per quanto riguarda i tironcinanti e altro personale medico è un altro paio di maniche. Il passo accellerato e il continuo vagare degli occhi è un chiaro segno evidenteche sta cercando qualcosa o, esattamente, qualcuno. E’ da ieri che in effetti è alla ricerca della propria Sensei, colei che in via teorica dovrebbe occuparsi della sua stessa istruzione e che, seppur non conosca, ammira già a prescindere e ne ha il massimo terrore, giusto perchè ad Eien piace stare costantemente oppresso dall’ansia e dalla timidezza. Fonti attendibili – o quasi – gli avrebbero rivelato che la Chunin dovrebbe trovarsi nel reparto di Geriatria, ed oltre a questa informazione si è anche appuntato mentalmente di comprendere che diamine sia la geriatria. Dovrebbe ormai aver varcato l’ingresso di una delle settordicimila stanze in cui è stato, ed ancora una volta le labbra vanno a schiudersi verso la ragazza intenta a fissare la finestra, o il suo riflesso, Eien non bada a questo.<Sto cercando Kouki-Sensei... sa... sa dove posso trovarla?>Balbetta, rassegnato all’idea che neanche ella sia la persona cercata, ma lo sguardo non può non cadere sul di lei collo, le cui ferite e il marchio impresso – forse – dovrebbero essere visibili agli occhi di Eien, ma per ora nessuna domanda. [Chakra OFF – Disarmato] [Reparto Geriatria] Le ferite e il marchio sono visibili ad un occhio attento, ma nessuno ha mai fatto domande in proposito là dentro, preferendo il silenzio e l’assoluta professionalità. Che cosa desideri la ragazzina invece è oscuro. Rimane ferma davanti a quella finestra, qualche infermiera passando le dona qualche occhiata, ma non sembrano soffermarsi più di tanto sulle stranezze della piccola, alle quali probabilmente sono abituate. La cena è stata servita da un pezzo, la terapia serale si sta avviando al suo termine e il giro visite di certo non si tiene in questo orario, ma alla mattina. Quindi lei è lì solo per intervenire in caso di bisogno o urgenza, o se nel caso le infermiere fossero occupate con qualche altro paziente. Le manine vengono infilate nelle tasche del camice, là dove tiene un blocco e una penna con eventuali appunti e note che le sono state date al cambio turno. Il turno di notte è decisamente quello più lungo, ma anche adatto per chi, come lei, soffre di insonnia, ma per lo più non succede nulla di che. Una voce però le si avvicina, arriva alle sue orecchie e attira la sua attenzione soprattutto perché viene fatto il suo nome. Lentamente sposterebbe il capo, andando a fissare quel ragazzino poco più alto di lei. Lo scruta, lo analizza, osserva il camice e quell’aria spaesata, ma soprattutto il viso mai visto prima. Un sorriso lentamente si forma sulle sue labbra pallide, dolce e cortese, mentre va a portare l’intero suo corpo a ruotarsi verso di lui. <Sono io Kouki. Kouki Oboro del clan Yakushi.> specifica con più precisione. Il tono delicato, sussurrato come a sembrare quasi un sibilo, ma non c’è niente di minaccioso in lei, anzi, sembra che voglia mettere il ragazzo a suo agio. <E tu saresti?> immagina quello che le hanno assegnato, ma desidera sentire il nome da lui stesso. Osserva le sue reazioni, i movimenti, ogni cosa cerca di memorizzare in quella sua testolina. Si rivolge a lui con fare dolce e premuroso, almeno per il momento, ma non avrebbe motivo di trattarlo in modo diverso. C’è calma al momento, assoluta calma in quel reparto dove vi sono i pazienti anziani con le più varie patologie. Molti di essi sono vittima di polmonite, altri di qualche frattura del femore, insomma, i malanni della vecchiaia più comuni. [Chakra On] [Reparto Geriatria] Probabilmente quelle ferite l’hanno distratto da un punto fondamentale, la giovinezza di Kouki, di cui s’accorge effettivamente quando questi si volta e gli rivolge quel sorriso dolce che fanno arrossare ancora di più le guance del giovane Hoshi. Gli occhi del ragazzino però si spalancano nel momento in cui sente la presentazione altrui, seguiti dalla bocca che anch’essa si schiude leggermente, fissandola, scrutando l’intera figura di lei per moltissimi secondi, prima di borbottare un<d-davvero?!>Stupito però, con un tono sorpreso e non di scherno, di certo non si aspettava che fosse il sottoposto di una persona che, all'apparenza almeno, sembra essere molto più piccola di lui, e non solo di statura – e diciamocelo, si sente al settimo cielo nel sentirsi più alto di qualcuno o qualcosa che non sia il mobiletto del bagno - <ma... q-quanti an... >Gli scappa anche subito dopo, senza neanche fare caso alle proprie parole ma che vengono interrotte dal rombo di un tuono, che oltre ad interromperlo gli causano anche un brivido lungo la schiena e l’inevitabile piegarsi appena sulle ginocchia.<s-sc... scusami.>Borbotta con la voce leggermente tremante, ma per lo spavento improvviso o per la domanda che le stava porgendo, è tutto da vedere.<Io... Eien d-del clan... H-Hoshi... >Mormora con un tono appena percettibile, ancora leggermente tremolante ma che comunque dichiara perfettamente il terrore e la sua costante timidezza. [Chakra OFF – Disarmato] [Reparto Geriatria] Continua ad osservare l’altro, notando quelle sue espressione che tradiscono una certa dose di timidezza. Arrossisce il ragazzino, senza però capirne il motivo o la causa, forse ha preso un colpo di calore, tuttavia accoglie quell’espressione stupita che va a creare sul viso del nuovo arrivato. Stupore puro, accompagnato da quella prima parola incredula. La ragazzina rimane per un attimo immobile, incerta, forse perplessa, ma alla fin fine andrebbe ad allargare quel sorriso che prima aveva solo accennato, sentendosi divertita da quella situazione così strana per lei. <Si, davvero, sono io.> forse si aspettava qualcun altro, una donna alta e adulta forse, non lo sa. <Come mai tanto stupore?> va a domandare con fare lieve, sempre dolce, mentre alle sue orecchie arriva quell’accenno di domanda interrotta solo da un potente tuono. L’età è il punto fondamentale, molti non hanno avuto fiducia in lei in quell’ambito, o l’hanno sottovalutata, ma si trova ancora lì, è migliorata e ha chiuso la bocca a tutti. <Non sottovalutare mai nessuno, ricordalo.> un consiglio, solo quello, dato col sorriso e con affetto quasi materno. Nota quel terrore per via del tuono appena avvenuto, l’espressione, quel suo piegarsi sulle ginocchia come a ricercare una posizione chiusa del corpo che possa dargli sicurezza. Lo sguardo si sposta ancora verso la finestra, verso quel temporale. <E’ stupendo, vero?> nonostante possa sembrare, non lo sta prendendo in giro, per lei il temporale è qualcosa di fantastico, il suo tempo meteorologico preferito. Espressione quasi sognante, tono vago, ma poi torna nuovamente a concentrarsi sul ragazzino davanti a lei. Ne ascolta la presentazione notando quell’incredibile, troppa, timidezza. Inizia a chiedersi come abbia fatto a diventare un ninja, ma magari nasconde dentro di sé un’incredibile sicurezza quando si trova in combattimento, chissà. <Eien del clan Hoshi, dunque. Quanti anni hai?> prima domanda, fondamentale per lei, un poco per riuscire ad inquadrare il soggetto. <E come mai mi stavi cercando?> ancora vuole che sia lui a parlare, vuole sentirlo dire da quella sua voce, ma perché? Che sia solo una fissa sua? Non dice altro, lo fissa ed attende le sue risposte. [Chakra On] [Reparto Geriatria] Strabuzza gli occhi per più di qualche secondo, è ancora sorpreso e la testolina rossiccia sta ancora cercando di metabolizzare l’idea di essere il sottoposto di una persona più bassa di lui, ma stranamente non sembra farsi altre domande, tipo se è al sicuro la sua istruzione medica con una persona tanto... giovane. Il sorriso altrui però fa tutto l’opposto di quello che potrebbe essere un tentativo di metterlo a proprio agio, facendogli arrossare ancora di più le gote arrivando ad una tonalità quasi simile ai propri capelli.<oh beh... >Inizia a dire, con la mancina che prende a grattare nervosamente le ciocche umide dietro alla nuca e la caviglia destra che si strofina contro il retro di quella sinistra<... no no no no! Non... ti... stavo sottovalutando, davvero!>Si affretta anche a dire il giovanotto, con le mani che infine si portano davanti al petto, coi palmi aperti, neanche gli stessero puntando un kunai contro<è solo che... non mi aspettavo... qualcuno di... giovane, e-ecco>E più basso di lui, ma questo preferisce tenerlo per sè e gioirvi in silenzio, non offendiamo prima di iniziare le lezioni, ecco. Il rombare dei tuoni l’ha portato però a chiudersi in sè stesso, e se non fosse che è già rosso porpora lo sarebbe diventato anche per via di questo, non sopportando mostrare la propria paura, trovandola sciocca, ma certo non può farne a meno. Si ritrova a strabuzzare gli occhi alle di lei parole, riguardanti il temporale, pensando per un attimo che lo stia prendendo in giro in effetti.<s-si... c-certo... stupendo... pr-proprio magnifico!>Ed è sarcastico, eccome se lo è, e chiunque sarebbe in grado di capirlo, anche perchè sta ancora tremando per il forte rumore di poc’anzi.<Ne ho... quattordici, Kouki-Sensei... d-da poco compiti.>Mormora poco dopo, cercando di apparire calmo seppur sia del tutto inutile, e trovando un tantino strano darle della Sensei ma, le buone maniere priam di tutto.<Mi hanno detto che... saresti stata tu a... occuparti della mia istruzione, credo.>Ammette, ora non tanto sicuro, tant’è che abbassa lo sguardo per una manciata di secondi intanto che si gratta nervosamente il braccio destro<”cerca Kouki e fatti insegnare qualcosa da lei” mi è stato detto così... > Forse non esattamente così, ma il senso è quello. [Chakra off – disarmato] [Reparto Geriatria] Le reazioni di quel ragazzino sono decisamente divertenti per lei, ma almeno è grata che non sia una di quelle persone che si rifiutano di prendere ordini da chi è più piccolo di loro. Ammira questa sorta di rispetto da parte del ragazzo, senza infastidirsi per via del suo stupore, ma limitandosi a rispondergli con il sorriso. Ascolta quelle parole, quel suo difendersi come se lei lo avesse attaccato in qualche modo e allora non può trattenere una piccola risata divertita. Nulla di cattivo, non lo prende in giro, è evidente quanto sia cristallina e spensierata mentre però cerca di soffocare quella piccola risata. <Tranquillo, voleva essere solo un consiglio a te utile per il futuro.> non voleva metterlo a disagio, eppure è quello che sta succedendo e un poco se ne dispiace. <Sei capitato in un turno abbastanza tranquillo stasera, soprattutto qui in geriatria.> comunica senza un’apparente ragione, o forse vuole fargli un quadro della situazione iniziale che gli spetta. Ne osserva l’altezza, attende di saperne l’età, e intanto fa qualche suo calcolo personale, anche se non è una cima a determinate quanti anni uno abbia. Lei per esempio nonostante i suoi dodici anni, appare molto più piccola per via dell’altezza e della corporatura gracile e minuta. Ha capito di essere bassa per la sua età, ma spera un giorno di crescere. Finalmente l’età del giovane viene rivelata, ed ora è il suo turno di essere sorpresa… di certo gli avrebbe dato meno anni, perché in confronto a lei non sembrava essere tanto più grande. <Sei piuttosto basso, nh?> poverino, e dire che non lo dice nemmeno con cattiveria perché è evidente l’ingenuità che ci mette in quella frase. <Ma lo sono anche io. Ho dodici anni, ma ne dimostro meno perché sono tappa.> è la prima volta che ci scherza su, forse perché questa sera le gira in questo modo, tutto qui. Il discorso del temporale viene messo da parte per il semplice fatto che il sarcasmo udito è un chiaro segno di come invece egli ne abbia paura. Non ride, accentua solo un leggero sorriso, ma niente altro viene aggiunto in merito. Occuparsi della sua istruzione, ecco cosa esattamente gli è stato detto, ed è perplessa in merito, perché evidentemente ci sono in giro molti altri medici, mentre lei è solo una praticamente, ma evidentemente potrebbe essere un’occasione per lei di fare carriera, perché no? <Quindi dovrei istruirti, bene.> il sorriso si fa più fine, affilato, forse potrebbe apparire lievemente minacciosa ora, eppure quella nota di divertimento, di scherzo, rimane sul suo visino. <Allora innanzitutto raccontami qualcosa di te, ma soprattutto voglio sapere perché hai scelto di intraprendere la via del ninja medico.> nel mentre gli farebbe cenno di seguirlo in quella che sarà una lenta passeggiata lungo il corridoio del reparto. Lei si avvia aspettandosi di essere seguita ovviamente, passando a rassegna con lo sguardo ogni porta di quelle stanze che danno sul corridoio, occupate dai pazienti che ormai stanno per abbandonarsi al mondo dei sogni. Le porte delle stanze sono aperte, ovviamente, per poterli controllare meglio con il solo loro passaggio nel corridoio. [Chakra On] [Reparto Geriatria] <Grazie mille, Sensei!>Afferma alle prime parole della ragazza, con aggiunta di un profondo inchino che, stranamente, lascia trasparire una leggerissima sicurezza, e per una volta tanto non balbetta o trema, quando pronuncia quelle parole. Solo una volta ritornato con la schiena ritta ed aver finito di ringraziarla cordialmente, le iridi rosso-arance si fissano sul di lei volto, scrutando con attenzione il suo volto e concedendo qualche fugace occhiata al collo della piccola, impossibile che questi non attiri l’attenzione del maggiore, ma per ora cerca di trattenere l’impulso di chiederle il perchè, di quei segni.<Geriatria... a proposito... cos’è che si fa in geriatria... ?>Chiede però il giovincello alle successive parole di Kouki, un tantino ignorante in materia ma anche ancora leggermente sorpreso dal trovarsi una tappetta, più giovane di lui per giunta, che apparentemente sembra essere anche di un livello “maggiore”. Ci farà l’abitudine... prima o poi. La cosa che l’altra non doveva fare, però, era esattamente quella di non ricordargli che tra lui e un gnomo da giardino, quest’ultimo è più alto. Gli occhi si assottigliano in due piccolissime linee, con le mani che si stringono in due pungi serrati lungo i fianchi e la rabbia che sale in tempo zero<Io... non... sono... un nanerottolo.>Brontola, ma dal tono è evidente che sta cercando di trattenersi dallo sbraitare, ma il viso è livido dalla rabbia, che lo porta a borbottare anche un<esatto, non sei da meno.>E rimarrebbe anche sorpreso di sapere la giovane età di lei, se non fosse per il nervoso. Un sospiro viene fatto poco dopo cercando di lasciar perdere la cosa e concentrarsi su altro, seguendo le stesse movenze del Chunin, affiancandola in questa che è una passeggiata lungo il corridoio del reparto. <Vengo da SunaKagure.>Ammette all'ultima richiesta dell’Oboro, il cui sorriso tagliente di poc’anzi l’ha messo un tantino in soggezione, ma a cui Eien ha cercato comunque di non badarci, per non morire di crepacuore probabilmente.<I miei genitori sono... o meglio, erano dei Ninja, e mia madre si occupava anche di medicina... >Afferma, con voce tranquilla, quieta, dopotutto non vi è alcuna tragedia nel suo passato, tant’è che una nota di spensieratezza vi è anche nel tono.<Vorrei essere anche io un ninja medico come lo è stata lei... anzi, voglio diventare il migliore!>Ed eccola quella strana luce negli occhi dovuta dall'entusiasmo e quella sicurezza nella voce, accantonando l’insicurezza e la timidezza per questa parte del discorso.<Ho bisogno di curare le persone... ho bisogno di sentirmi utile!Devo assolutamente diventare un ninja medico, questo è il mio pbbiettivo! Essere in grado di proteggere e curare chi non è in grado da solo!>E dovrebbe essere evidente il cambiamento nei suoi modi di fare, anche se non guarda la ragazza, anzi, gli occhi vanno anch’essi da una stanza all’altra alla ricerca di altri medici, pazienti ma soprattutto... l’esecuzione di qualche Jutsu medico. [Chakra off- disarmato] [Reparto Geriatria] Sorride a quel ringraziamento, annuendo leggermente nel vederlo compiere quell’inchino che forse non merita poi tanto. Meno male che non è Mirako a controllare il corpo della ragazzina oggi, se no si sarebbe montana non solo la testa, pure i capelli. Tuttavia alla domanda successiva del ragazzo alza un sopracciglio, perplessa, possibile che non sappia cosa sia la geriatria? Partiamo proprio bene. <Qui ci si prende cura dei pazienti più anziani. Geriatria infatti significa ‘cura dell’anziano’. Qui troverai solo persone avanti con l’età, e che presentano le più svariate patologie. C’è chi si è rotto qualche osso fragile, chi ha malattie dei bronchi, polmoniti. Troverai qualche reduce da infarti, ma tutti oltre alla loro diagnosi principale, presentano anche altra sintomatologia.> inizia a spiegare, con tranquillità e pacatezza, senza far pesare nulla al ragazzo. <Un anziano ricoverato qui per una polmonite, e sarebbe la diagnosi principale, magari potrebbe soffrire anche di pressione alta o diabete, quindi bisogna fare attenzione anche a quei parametri. C’è anche il rischio, purtroppo, che prenda qui delle infezioni e sviluppare febbre.> c’è da dire però che il ragazzino se la prende un po’ troppo per quella che è stata una frase detta dall’ingenuità di una bambina, di fatti lei non comprende quella sua reazione, quella rabbia improvvisa, ma almeno sa che deve scusarsi. <Scusa, non era mia intenzione procurarti tale rabbia. Era solo una constatazione e non ho pensato che potesse essere un problema per te l’altezza. Insomma, per me non lo è, quindi ho parlato a sproposito, scusa.> e sono scuse sincere le sue, che vengono seguite persino da un inchino. È dispiaciuta per quello che ha detto e per la reazione che ha causato, una volta effettuato l’inchino si porterebbe in posizione eretta ed inizierebbe a camminare col ragazzo affianco. Tace, ascoltando la sua breve storia. <Da Suna… com’è Suna?> lei non ha mai visto quel villaggio, e un deserto la incuriosisce e non poco. <Erano ninja? Perché al passato?> è solo curiosa, non vogliatele male, pone delle domande che potrebbero essere scomode, come quel suo dargli del tappetto poco prima. Tuttavia la motivazione sul voler essere un ninja medico le piace, la fa sorridere ed annuire. <Una motivazione migliore della mia.> mormora appena al ricordo di come la vecchia Kouki abbia intrapreso quella via. Il perché, lo scopo… era tutt’altro che nobile. Ma man mano è cambiata e ha iniziato a capire le cose importanti e cosa voglia dire prendersi cura del prossimo. <Allora sappi una cosa. Prendersi cura di una persona non vuol dire solo curare le sue ferite o la sua malattia e basta. Questo lavoro non è fatto solo di tecniche ninja, ma è fatto anche della giusta empatia con la persona, i sorrisi, il semplice parlare.> inizia a parlare di quello che lei ha capito solo dopo essere diventata ninja medico. <Una persona ricoverata qui ha bisogno certo delle medicine e che le sue ferite siano guarite, ma ha bisogno anche di sentirsi accolta, amata, messa a suo agio. Prendersi cura di lei significa anche semplicemente imboccarla quando non può mangiare da sola, ascoltare le sue parole, asciugare le sue lacrime, cambiarle i vestiti, portarle l’acqua, lavarla.> una piccola pausa, si ferma dinnanzi a una stanza osservandone l’interno. <Certo c’è del personale sanitario che potrebbe fare tutto questo, ma penso che anche un medico debba cogliere l’importanza di prendersi cura della persona anche al livello più basilare. Una persona bloccata a letto… vivrà nel disagio se non è in grado di lavarsi da sola, pulirsi, mangiare, e anche il solo pettinarla potrebbe darle conforto. Si cura si il fisico, ma anche l’animo. Bisogna preservare la loro dignità, avere rispetto di loro e curarli sotto ogni punto di vista.> e lo sa bene lei, che è rimasta blocca nel gesso per giorni in ospedale, impossibilitata a fare nulla da sola. Conclude quelle sue prime parole, e ora osserva il ragazzo per coglierne le reazioni. È seria, dolce e decisamente professionale mentre parla, ma si sente che ha a cuore quelle parole. [Chakra On] [Reparto Geriatria] Si sente leggermente a disagio ora che ha rivelato di non sapere neanche cosa sia “Geriatria”, ma dopotutto non è che conosca ogni singolo settore della medicina, mancano parecchie basi se non addirittura tutte, ma alla fine il genin è in ospedale proprio per imparare, e la spiegazione altrui su quella branchia della medicina viene annotata nella propria testolina, desiderando ardentemente inchiostro e rotolo per poterlo anche scrivere, per sicurezza.<Ora capisco... non pensavo ci fosse un reparto apposito per gli anziani, sinceramente!>Ammette, ma non vi è entusiasmo o sorpresa nelle proprie parole, anzi, solo un velato disagio per quella sua mancanza, non gradendo il non conoscere determinate cose, poco male comunque.<Quanti altri reparti ci sono... allora? Oltre al pronto soccorso... >Quello è sicuro che l’abbiano, avendo sentito quanto sia acclamato l’ospedale di Kusa, non immagina minimamente che ne sia sprovvisto, soprattutto con gli ultimi avvenimenti. S’accorge di come le parole altrui mostrino il dispiacere della ragazza e in effetti Eien ci rimane un tantino male per come si è comportato, rilassando i muscoli delle mani e delle braccia mentre lo sguardo vaga verso i piedi<di... dispiace anche a me>Afferma il ragazzino, balbettando la sua timidezza come al solito.<non sopporto essere... considerato basso, mi da un grande fastidio ma... so di aver esagerato, quindi... scusami.>Borbotta, gli costano parecchio queste parole per quanto sia orgoglioso, arrivando anche ad inchinarsi leggermente, così da concludere le scuse sincere. Accettate o meno, però, si mette a seguire Kouki e a guardare i vari pazienti nelle loro stanze, lungo il corridoio del reparto, ascoltando con attenzione le parole della Chunin e, in effetti, oltre che a rimanere sorpreso par quasi commuoversi, asciugandosi velocemente un occhio col dorso della mancina<hai... un grande cuore... per l’età che hai... >Afferma, non che poi lui sia così vecchio, ma la curiosità fa padrona poco dopo, tant’è che va a chiedergli subito dopo<Perchè la mia sarebbe una motivazione migliore della tua?>Visto che le parole pronunciate da lei son tutt’altro che brutte, anzi, la sua professionalità ed empatia l’hanno lasciato di stucco e, sotto sotto, l’ammirazione che aveva verso il presunto sensei sconosciuto, rivelatosi poi essere Kouki, è stato più che confermata.<Suna è... molto calda!>L’ovvietà della serata non poteva certo mancare, cambiando totalmente discorso ed andando a rispondere ad una vecchia domanda della chunin<Ci sono dune si sabbia dorata... oasi... il Sole è sempre presente! E poi il villaggio è... magnifico, è impossibile non sentirsi a casa, lì!>E nonostante la nota di malinconia nella voce, gli occhi gli brillano a sol parlare della propria terra natia.<I miei genitori sono andati in pensione, più o meno... mia madre non si occupa più di nulla, di tanto in tanto insegna... mentre mio padre fa qualche missione di livello veramente basso ma, effettivamente, è come se fossero in pensione a tutti gli effetti!>Ed anche questo vien detto tranquillamente, come già annunciato, nulla di tragico sembra esserci stato nella sua vita. [Chakra Off – Disarmato] [Reparto Geriatria] Ascolta quelle semplici parole del ragazzo, ma non si è irritata per la sua mancanza di informazione, anzi, ha spiegato ben più che volentieri. Comunque sia sente di dover dire qualcosa a proposito, qualcosa che riguarda se stessa. <Non ti preoccupare. Quando sono arrivata qui io non sapevo niente di niente. Ho dovuto imparare le cose da capo, non sapevo nemmeno come relazionarmi con le persone. Ero come… una neonata.> l’aver perso la memoria ed aver vissuto come un automa non l’ha aiutata nella vita, per quanto breve effettivamente sia la sua vita di dodicenne, comunque sia ha ricevuto molto aiuto e ne è felice. <Vuoi che te li elenchi tutti?> domanda verso di lui, ma non si tira indietro se è quello che vuole… che qualcuno prenda nota che è stato proprio lui a chiederlo. <Dunque, se ben ricordo l’ospedale è suddiviso in molti reparti: Anatomia e Istologia patologica, Anestesia e Rianimazione, Chirurgia dell'arto superiore, Chirurgia Generale, Diabetologia, Ematologia, Farmacia Ospedaliera, Gastroenterologia, Laboratorio analisi, Lungodegenza, Medicina Generale.> una piccola pausa, pensa, riflette, sta cercando di raccogliere la propria memoria per essere sicura di non stare dimenticando nulla. <Poi… Medicina Trasfusionale, Nefrologia e Dialisi, Neurologia, Oculistica, Odontoiatria e Stomatologia, Oncologia… Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia, Otorinolaringoiatria, Pediatria, Pneumologia, Recupero e Riabilitazione Funzionale, Radiologia, Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura e infine Urologia.> ecco un bell’elenco per il ragazzo curioso, ma non si metterà a spiegare ogni singolo reparto, anzi. <Come compito per la prossima volta fai una ricerca su ogni reparto per sapere di cosa si occupa. Ti interrogherò.> afferma infine, con un sorriso divertito, ma sa che tutto quello è per il bene del ragazzino, così non avrà più dubbi o lacune. Seguono poi quelle serie di scuse, sia da parte della piccola, che da parte del giovane tirocinante, e lei ancora gli rivolge quel dolce sorriso. <Ora che lo so, non mi azzarderò più a dire una cosa simile.> sincera e ben determinata in questo, non farà più menzione all’altezza del ragazzo. In seguito lei parla, spiega, e spiegare tutte quelle cose non le costa niente, ma è ben conscia che probabilmente il ragazzino ne sappia gia qualcosa, e che già sapesse tutto quello detto dalla Yakushi, ma è comunque sua premura mettere in chiaro le cose e partire dalle basi. Del resto è un tirocinante alle prime armi, ed è giusto che si faccia un po’ di gavetta, partire dal fondo per avere basi solide e reggersi su uno sviluppo della carriera ben saldo. Lui esordisce con quella frase, quel così detto buon cuore della piccola e lei non dice nulla, sa che è molto più complicato di così. <Ti ringrazio per il complimento, fanne tesoro anche tu, e allora si che saremo dei medici perfetti.> conclude verso di lui per poi sentire quella domanda ben precisa. Rispondere o no? <La vecchia me non era così, avevo scelto questa strada solo per conoscere l’anatomia del corpo umano e apprendere dei jutsu utili anche in combattimento.> come il bisturi di chakra, per esempio. <Conoscere l’anatomia per fare più male possibile ai miei nemici.> motivazioni tutt’altro che nobili insomma. <Ma col tempo ho imparato che c’è molto di più, ho imparato a conoscermi meglio e ad apprezzare questo lavoro in ogni sua sfaccettatura.> conclude con un piccolo sorriso, sperando che l’altro comprendi appieno. Una pausa, resta in silenzio mentre il ragazzino le racconta di Suna… decisamente troppo caldo per lei, anche se non le dispiace, la descrizione sembra molto affascinante. <Ho capito. Piacerebbe anche a me ricordarmi del mio villaggio.> Oto, la cara e vecchia Oto. Ma anche volendo non potrebbe ricordarla avendo passato tutta la sua vita in un laboratorio sotterraneo. Il discorso viene accantonato dalla piccola e segue ad ascoltare il destino dei genitori del tirocinante. <Uhm… è ottimo, potresti farti dare qualche dritta da tua madre, ma per il momento vorrei che imparassi da solo.> quella ricerca soprattutto, non vuole che venga aiutato dalla madre insomma. Ma ecco che qualcuno da una stanza solleva un braccio appena vede passare la Yakushi e l’Hoshi. Un vecchietto dall’aria simpatica, il viso pieno di rughe e una demenza galoppante. Tutto quello che il vecchietto urlerebbe dalla stanza sarebbe un: “Ho bisogno di essere cambiato!”. Ed ecco che la giovane andrebbe a fare un occhiolino verso il ragazzo. <Arriviamo subito signore.> si premura di avvertirlo per poi rivolgersi al tirocinante. <Iniziamo allora, non scomodiamo le infermiere per questo, devi giusto imparare a partire dalle cure più basilari.> andrebbe quindi a dargli i giusti ordini, indicandogli il carrello delle infermiere. <Prendi un pannolone di ricambio, una traversina, la brocca che riempirai con l’acqua, le salviette insaponate, una traversa per asciugare, una padella e dei guanti.> le pare di aver detto tutto, quindi attenderebbe che l’altro abbia fatto ed entrerebbe in stanza insieme a lui. Ci sarà da cambiare il pannolone a quel dolce anziano che purtroppo pare soffrire di una forte diarrea, l’odore non è dei migliori, ma così potrebbe osservare sul campo il giovane tirocinante… ovviamente aiutandolo. [Chakra On][END] [Reparto Geriatria] E’ sollevato all’idea che anche l’altra era nella sua stessa situazione, se non peggio visto quello che par di aver capito il genin, il cui sopracciglio destro si inarca appena, trattenendo la curiosità di chiederle il motivo per cui non riscisse a relazionarsi, ma appuntando mentalmente quella domanda che, probabilmente, le farà quanto prima possibile. Solo un leggero sorriso quindi viene fatto al riguardo, seppur una vaghissima preoccupazione va a palesarsi nell’animo del quattordicenne, che per ora cerca di mascherare.<Chirurgia... Anestesia... Generale... Ematocosologia... >E prova anchea starle dietro, ripetendo in piccoli borbottii ogni singolo reparto che viene elencato da Kouki, volendo memorizzarli già da ora anche se alcuni termini gli sembrano o sconosciuti o addirittura impossibili da pronunciare, ma probabile che un po’ di pratica con i nomi delle malattie più assurde ed improbabili lo aiuteranno parecchio. Finisce di ripetere – bene o male che sia – l’elenco fatto dal praticante e spalanca gli occhi infine, quando questi gli assegna già il primo incarico<davvero?! Tutti?!>Chiede, ma non vi è spavento o paura nella sua voce, anzi... un misto di euforia ed impazienza voglia di mettersi sui libri, e magari anche un pizzico di masochismo, si palesa sia sull’espressione del quattordicenne che nella voce, i cui occhi son spalancati e le sopracciglia ambedue sollevate. Un lievissimo sorriso le viene donato infine però, quando Kouki fa quell’affermazione sull’altezza del ragazzino, che la ringrazia mentalmente e con quel leggerossimo sorriso che gli stira le labbra, ma nulla di più, seppur nei suoi confronti sia particolarmente grato.<Saremo dei medici perfetti... si... >E questo viend etto con aria sognante dal ragazzino, il cui sguardo diventa molto più preoccupato quando la Chunin rivela quell’informazioen su di sè<beh... l’importante è essere... cambiata, no? Insomma... fin quando non ci sono cattive azioni dietro... tutto è perdonabile... >E’ la sua filosovia di vita questa, e si limita a stringersi nelle spalle al riguardo, sperando che l’altra non ci rimanga troppo male o fraintenda.<hai... dimenticato del tuo villaggio... ?>Chiede però subiton dopo quell’affermazione, fissandola confuso, come se temesse di aver sentito male, ma ecco che un paziente li richiama entrambi, e il dire successivo di Kouki lo mette sull’attenti, ascoltando per filo e per segno le sue direttive che andrebbe ad eseguire, in fretta e furia e con una grande dose di goffagine e ansia da prestazione, e con grandi difficoltà, con tutto il materiale richiesto, andrebbe dentro la stanza insieme all’altra, ignaro di quello che gli aspetta veramente... maledetta Kouki.[End]