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Sei reale o solo un'illusione?

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con Kouki, Naoko

15:49 Kouki:
  [Stanza] Sinceramente la piccola Yakushi non ha molti ricordi di quanto successo in seguito allo scontro contro Fumiko, o meglio, non ha idea di come si sia ritrovata in ospedale. Ricorda a malapena lo scontro, pochi frammenti, ma quello che è bene impresso nella sua memoria è il terribile dolore che l’accompagna anche adesso. E’ un dolore molto acuto, che si irradia partendo dall’addome per tutto il corpo, deve avere anche preso una botta alla schiena, dato il pulsare che sente anche in quel punto. L’addome presenta una profonda lacerazione, così tanto profonda da far fuori uscire le viscere e creare un’emorragia al fegato e al rene sinistro. Qualcosa che lei deve aver cercato di tamponare per continuare lo scontro, infatti sul comodino accanto al letto è presente il proprio copri fronte di Kusa completamente zuppo di sangue ormai secco. I vestiti sporchi le sono stati tolti per lo meno, e indosso porta solamente il camice dell’ospedale. La pelle nuda dunque mentre in mostra tutte le cicatrici e le bruciature che deturpano ogni centimetro della sua pelle. Non c’è un solo spazio che si salva, solo il viso sembra intonso. Non è un bello spettacolo di sicuro il corpo della bambina. Attende di essere curata, e nel frattempo è stata applicata una medicazione d’urgenza per evitare che la ferita si infetti e peggiori. Immobile nel letto, in balia di un dolore che però il viso non mostra, perché il volto della fanciulla è una maschera, immobile, pare nemmeno essere viva. Gli occhi gialli sono aperti e fissi sul soffitto della stanza, immobili, nessuna espressione, mentre le labbra sono leggermente dischiuse e si muovono appena quasi stesse sussurrando parole senza voce. Braccia lungo i fianchi, corpo sdraiato nel letto, i lunghi capelli neri sono sparsi sul cuscino. Mentalmente non sembra presente a quello che le circonda, qualcosa si è rotto in più parti in un qualche momento specifico dello scontro e sembra non riuscire più a riparare quel qualcosa. Il chakra non è nemmeno stato impastato in realtà, ma non è un problema dato che si trova in ospedale e quindi non essendo decisamente di turno per il suo lavoro, tale energia deve essere assente nel proprio sistema circolatorio del chakra. Le armi le sono state tolte ovviamente, così come i vestiti… e insomma se ne sta in quella stanza, porta aperta e nessuno dentro e fuori. [Chakra Off]

15:54 Naoko:
  [Stanza] Ha smesso di piovere ormai, le ultime gocce d’acqua scendono dagli alberi e permangono sul terreno, rendendolo un poco fangoso. Capelli rossi a incorniciare il volto candido e giovane, legati in una treccia che si appoggia sulla spalla sinistra e un paio di iridi blu che osservano il paesaggio, i volti delle persone, grazie a lenti impiantate tempo prima. Non vuole più avere contatti con il passato, sebbene non possa cancellare nulla. Indossa una maglietta a manica lunga verde scuro, leggermente larga, per coprire la maschera installata sulla schiena, nella zona lombare; un paio di leggins neri fasciano le gambe snelle e agili, così come un paio di anfibi del medesimo colore vengono portati ai piedi, con doppio nodo a ridosso delle stringhe. Coprifronte indossato, per indicare il suo essere Genin e solito porta kunai rilegato alla gamba destra, contenente alcune armi di supporto. Al braccio sinistro, invece, risiede sempre il fedele portaoggetti contenente un coltello, una bomba luce e un tonico coagulante per le evenienze. Ma non si sente totalmente apposto, totalmente a suo agio. Cercherebbe di alzare le braccia e di portare le mani a congiungersi tra loro, affinché le dita possano legarsi e tentare di dare vita al sigillo della Capra. Una volta ricreato, cercherebbe di richiamare l’energia fisica, quella forza che muove i muscoli, quella forza insita in ogni fibra del suo corpo, in ogni cellula, dal capello alla punta dei piedi. La forza che le permette di camminare, di stare in piedi, di poter muovere le dita e il resto del corpo. Assieme a essa, proverebbe a ritrovare la forza psichica, quella che smuove i pensieri, quella che smuove le immagini all’interno della propria testa, inerenti al suo passato, a quei genitori che le mancavano, a quella famiglia che vorrebbe distruggere dai suoi ricordi. Energie mentali, energie dettate dall’esperienza, da quella poca esperienza ancora insita in lei. Proverebbe a mescolarle tra loro, a fonderle insieme, a renderle un’unica realtà, a renderle un’unica entità, a rendere un unico colore, come se quel viola venisse effettivamente ricreato nel suo corpo. Proverebbe a mandare il tutto al centro del suo corpo, alla bocca dello stomaco e lì mescolarlo, in senso antiorario, affinché possa essere smosso nelle diverse parti del corpo, nei diversi tsubi presenti in ogni angolo. E, quindi, tenterebbe di spostarlo appena verso le gambe, spingendolo verso il basso e verso le braccia, spingendolo in laterale e verso la testa, spingendolo in alto, in modo tale che possa riempire ogni anfratto e cercare così di avere un quantitativo equo dappertutto. Solo ora si sente bene, solo ora avrebbe tutto sotto controllo. Deve essere sempre pronta, deve essere sempre attiva, anche in un luogo che sa di cura e non di violenza. Rilascerebbe le armi in mano alle guardie poste all’ingresso, come detta legge, e varcherebbe la soglia dell’ospedale alla ricerca di un medico per una visita veloce, un controllo di routine. Ed è qui che si addentrerebbe nell’unica stanza aperta, distante rispetto all’ingresso, speranzosa di trovare ciò che cerca. Invece vede Kouki, la figura gracile che l’accompagna e quella costrizione a letto di cui non può conoscere natura. La osserva, rimane immobile sulla soglia, come a voler constatare la gravità del momento e tentare qualcosa, una mossa che non dovrebbe pensare tra queste mura. <Posso?> chiede infine, delicata ed educata, un galateo impostato fin da bambina. [Tentativo Impasto Chakra 30/30] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Bomba Luce x1 – Tonico Coagulante x1] [Armi in mano alle guardie]

16:15 Kouki:
  [Stanza] Non si aspetta visite di alcun tipo, in realtà è già tanto che sappia dove si trova. La porta della sua stanza è stata lasciata aperta, come di dovere dovrebbe essere fatto, così i medici e le infermiere possano avere una visione continua dei pazienti anche solo passando per il corridoio. Ma non sempre avviene, per esempio per i pazienti infettivi, poverini, la porta deve restare chiusi, così come magari per quelli più testardi che preferiscono averla chiusa per una propria privacy. Ma la piccola non ha aperto bocca, non si è lamentata per quella porta aperta, ne tanto meno ha detto o reagito in qualche modo quando le hanno tolto i vestiti per metterle il camice e quella medicazione provvisoria. È lì, come una bambola senza vita, persa in un mondo completamente suo e distante dalla realtà. Tre parti. Tre parti che galleggiano nell’aria dentro di sé. Nel vuoto e nel buio. Quegli occhi fissi sul soffitto non vedono nulla se non quello che è presente nella propria testa. Le labbra continuano a muoversi lentamente e poco, sussurrando parole invisibili che si perdono in un mondo non udibile a chi è esterno. Ma qualcuno viene a disturbare quel momento, qualcuno che la ragazzina non conosce ma che nemmeno sembra sentire. Quell’unica domanda risulta troppo lontana ed ovattata alle sue orecchie, così tanto che in un primo momento sembra davvero che non abbia sentito la nuova venuta. In attesa, per lunghi secondi, prima che finalmente quella voce possa giungere alle orecchie della piccola. Le labbra vengono serrate, tutto il viso pare irrigidirsi di colpo e la testolina lentamente viene voltata verso la porta, verso la ragazza, in modo tale che quegli occhi si posino sulla figura della giovane sulla porta. E in quel modo permane. In silenzio ad osservare la ragazza con espressione vuota e distante, come se la stesse esaminando su un altro piano di quella realtà. Forse nemmeno riesce a vederla in realtà, forse si trova in un mondo differente. <Cosa vuoi fare?> la voce viene rilasciata di colpo, un sussurro ben udibile dall’altra, un sibilo senza emozione e colore che però dovrebbe giungere alle orecchie della ragazza. Una semplice domanda che potrebbe centrare oppure no col contesto, che potrebbe essere rivolta a lei come a qualcun altro. Ma non aggiunge altro, semplicemente attente continuando a fissarla. È libera di entrare oppure no, di sicuro la piccola non sembra intenzionata a reagire in alcun modo ad una invasione di spazio al momento. [Chakra Off]

16:27 Naoko:
  [Stanza] E’ venuta per una semplice visita di controllo, per farsi guardare gli occhi e capire se le lenti stiano reagendo bene o male a quell’operazione svolta tempo addietro. L’installazione in una parte così delicata è sempre un punto a sfavore, per tutti, data la delicatezza e la fragilità. E’ capitata nella camera di Kouki perché, semplicemente, si è persa tra quelle camere, alla ricerca di un medico, alla ricerca di qualcuno che le potesse realmente dare ascolto. Ed è una delle poche con la porta aperta, diretta sul corridoio, per controllare lo stato e intervenire in caso di bisogno. La guarda senza battere ciglio, le braccia sono incrociate sotto al petto e si alzerebbe appena la maglietta con quel gesto, rivelando un semplicissimo lembo di pelle della schiena e, purtroppo, anche la parte finale della maschera installata. Non ci farebbe caso, ma alcuni potrebbero notare quel dettaglio fugace, quell’essenza che l’accompagna da quando ha rivisto Mami, la sua vera madre. Noterebbe l’irrigidimento del corpicino della Yakushi quando lei prende parola ma non tirerebbe fuori alcuna emozione dal corpo, per non mettere in allarme una situazione alquanto sicura: non è qui per far male, è qui anche lei per le medicazioni. Una domanda giungerebbe di rimando e verrebbe avvertita in modo chiaro dal proprio udito, studiandola e memorizzandola. Pochi passi, solo ora, verrebbero mossi in avanti, con le braccia che andrebbero a distendersi lungo i fianchi e il viso che rimane a ridosso della bambina, poco più piccola di lei. <Non ho nessuno qui in ospedale, sono venuta per un semplice controllo agli occhi. Voglio solo aspettare con qualcuno, per passare il tempo, per rendere l’attesa meno snervante> spiega brevemente, con una leggera apatia nel tono, una distanza che pone con la semplice parola. <Che cosa ti è successo, piccola?> l’appella in tal modo per l’età minore che dimostra e non come strumento dispregiativo. Si avvicina ancora un poco e andrebbe a prelevare una sedia, che dovrebbe trovarsi alla sua sinistra, in modo da porsi comoda accanto al letto ove riposa l’altra. Due ragazzine in attesa di attenzioni, due ragazzine pronte a ricevere la visita di uomini o donne dal camice bianco. [Chakra 30/30] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Bomba Luce x1 – Tonico Coagulante x1] [Armi in mano alle guardie]

16:56 Kouki:
  [Stanza] Continua ad osservare la ragazza come se la stesse studiando, ma il suo sguardo vuoto non fa pensare a niente di simile. Tuttavia la piccola osserva l’altezza, decisamente maggiore della sua, osserva i capelli, rossi e chiari rispetto ai suoi. Gli occhi blu, di un colore così diverso da quello della Yakushi. Osserva la pelle, bianca quasi quanto la sua. È decisamente una ragazza diversa da sé stessa, e questo è anche abbastanza evidente, eppure la ragazzina la sta osservando come se stesse cercando di capire qualcosa di importante. I vestiti sono diversi e forse potrebbe notare quel dettaglio appena sotto la maglietta, un dettaglio che l’attira anche se non sembra per niente. In silenzio segue i suoi movimenti con cura, lentamente, senza tradire nessuna emozione, come se si trovasse in un luogo del tutto diverso e lei stesse solo sbirciando attraverso un velo la realtà. La ragazza si avvicina, compie piccoli passi e poi si ferma mantenendo le distanze. Non le dispiace quella scelta, ma non dice nulla a riguardo. Immobile, una piccola bambola buttata lì sul letto, sotto le coperte. Ascolta quelle parole che vengono pronunciate chiare e con cura, distanti e leggermente apatiche, vuote. Non risponde la Yakushi, non pare aver sentito quelle parole e lentamente il viso torna a puntare sul soffitto, lasciando che la giovane si sieda pure accanto a lei. Occhi che si puntano oltre quel tetto, respiro calmo, tranquillo, lento. <Non lo sai cosa mi è successo?> a quanto pare ha deciso di rispondere per domande quest’oggi, ma non lo fa intenzionalmente, si sente galleggiare. <Io non lo so cosa è successo. E poi a chi dovrebbe essere successo?> sembra completamente persa, delirante, eppure è evidente che non sta prendendo in giro la nuova venuta. <Ma tu chi saresti?> ennesima domanda, anche se dalla voce non pare esserci interesse, eppure vuole sapere, vuole capire. È tutto così confuso intorno a lei, nella sua mente che pare non esistere più. Le labbra ora tornerebbero a muoversi piano, sussurrando nuovamente parole senza però fare loro dono della voce. Sussurri invisibili… e dopo qualche altro attimo di pausa, pur continuando a sussurrare parole non udibili, tornerebbe a volgere il capo verso la ragazza, puntando quei suoi occhi fissi su di lei. [Chakra Off]

17:17 Naoko:
  [Stanza] Rimane a ridosso di quella sedia come se si trovasse in una sala d’attesa, come se stesse realmente aspettando quel medico che ancora non giunge, quel medico che ancora deve controllare le condizioni di Kouki, alquanto discutibili data la sua presenza nella stanza. Lei è qui per altro, ma ormai si è soffermata a concedere compagnia alla Yakushi, come se volesse realmente conoscerla, come se volesse realmente capirla. La osserverebbe in quelle piccole movenze leggere, in quella distanza che continua a essere presente nonostante la vicinanza, in quella distanza che le pone esattamente come all’inizio: due sconosciute, completamente sconosciute. Corpo minuto e più bianco del proprio, come se si trovasse davanti a una bambolina di porcellana con una volontà propria, con pensieri propri e con un carattere proprio. Nessuna emozione particolare andrebbe a trasparire dal volto della Kakuzu e non andrebbe a coprire la maschera sulla schiena, nonostante sia seduta, in quanto significherebbe attirare più attenzione, attirare più occhi su di sé e non vuole tutto questo. Lei agisce dietro le quinte, lei agisce nell’ombra, lei agisce nelle oscure trame della vita senza essere colta dalla luce. Le mani sono appoggiate con i palmi a ridosso delle ginocchia, in una posa automatica e comoda, per poter osservare meglio il corpicino dell’altro, quegli occhi chiari e particolari, quella inerzia che sembra appartenerle. Le domande giungono, a raffica verso il suo orecchio e un leggero cenno si intravede sul volto, il sopracciglio destro che viene alzato verso l’alto e un sorrisetto leggero che si dipingerebbe sulle labbra. Lei è un puntino nero in una tela completamente bianca, il disturbo della giornata. <No, non lo so cosa ti sia successo. Ma sei in un letto d’ospedale quindi è successo qualcosa a te> diretta e chiara, non gira intorno alle parole per nulla. Silenzio che calerebbe per qualche istante, silenzio che rimbomba forte e che graffia contro l’anima. Una richiesta che viene portata, una richiesta che viene esaudita, per correttezza <Mi chiamo Naoko e sono una Genin di Kusa. Non costituisco un pericolo se è questo che reputi con la mia presenza, qui> schietta. Lei ancora non costituisce minaccia per qualcuno, men che meno per la Chunin. E’ qui per passare il tempo, è qui perché si interessa alle persone, quando vuole, quando non ha nulla di occuparsi. E’ qui per semplice diletto. [Chakra 30/30] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Bomba Luce x1 – Tonico Coagulante x1] [Armi in mano alle guardie]

17:49 Kouki:
  [Stanza] L’altra rimane seduta al suo capezzale, non ne conosce il motivo e nemmeno sembra volerlo conoscere. Gli occhi più precisamente rimangono puntati su quella zona della ragazza che mostra quel qualcosa di anormale sul suo fianco. Ne è attratta e non distoglie il suo sguardo da quel punto, incurante che possa dare fastidio o meno. Ascolta le sue parole, sempre così lontane, mentre lei si trova immersa in un buio profonda, un’oscurità dolce. <E’ successo qualcosa. Ma non sono sicura di chi sia la persona alla quale è successo.> parole senza senso, decisamente strane e che la fanno apparire come una pazza. Ma lo è dopo tutto. <Potrebbe essere successo a me? Ma non so chi è questa me.> mormora, parla, parole con una voce piatta e bassa, sibila tra le pieghe del suo letto senza distogliere lo sguardo dalla ragazza. Vuota e persa. <Ci ha colpite e ci ha fatto uscire le viscere. Fa male, molto male.> il tono di voce si affievolisce sempre di più, tornando a scomparire, eppure lei le labbra continua a muovere, come se qualcuno le abbia messo il muto. <Poi non so cosa sia successo.> non ha ricordi molto precisi dell’accaduto, semplicemente si è ritrovata in ospedale. In silenzio ascolta anche le ultime parole della ragazza, ma un lungo silenzio viene portato dalla piccola prima di rispondere in qualsiasi modo lei voglia. <Non penso tu voglia farmi del male. Non ti reputo come un pericolo. Sto solo cercando di capire se appartieni al mio mondo oppure al mondo reale.> pronuncia senza problemi verso di lei, dato che non l’ha mai vista, non può sapere se sia frutto della sua mente o meno. Certo non le assomiglia per niente, ma sta già vedendo fin troppe Gemelle di se stessa al momento. <Cos’hai?> la domanda, fatidica, mentre lo sguardo allude al fianco della ragazza. Un tono piccolo, infantile, come se fosse attratta da un giocattolo. Vuole sapere, vuole soddisfare questa sua curiosità, ed attende così che l’altra le risponda, senza muovere un muscolo, senza dire altro, semplicemente respira. [Chakra Off]

18:02 Naoko:
  [Stanza] Una situazione piuttosto paradossale, una situazione piuttosto critica, una situazione piuttosto delicata in un contesto totalmente esterno alle missioni, totalmente esterno alla vita quotidiana, alla semplice salute mentale e fisica. La maglietta rimane appena alzata nella parte bassa, mostrando sempre quel piccolo pezzo di maschera bianca che la contraddistingue dalla massa, che le relega al Clan che scorre nel suo sangue, nella sua essenza, nella sua realtà. Le prime parole arrivano al suo orecchio, senza donare troppa importanza, ma a cui farebbe attenzione. Le suonano strane, le suonano quasi come un eco, le suonano come quelle di una ragazzina fuggita da un manicomio. Non parla di sé stessa, non parla di un’altra persona, ma parla per due, come se fosse composta da due entità differenti, da due entità che convivono da sempre. Non sa nulla di lei, non sa nulla del suo presente ma cerca di comprendere quello che percepisce, quello che l’altra elargisce in modo involontario. <Le viscere fuori dal corpo? Sei una kunoichi anche tu?> chiede diretta, senza soffermarsi su altro, dato che le ferite si ricevono soprattutto in battaglia, soprattutto durante le missioni. Non sa, ovviamente, dello scontro con la Senjuu ma sentir parlare di viscere la metterebbe in leggera allerta. <Non preoccuparti. Sicuramente qualcuno verrà presto a curarti e a rimetterti tutto in ordine> lei potrebbe provare a fare qualcosa, ma non sa ancora di riuscire a cucire le ferite con le sue fibre. Sua madre ha usato quel potere per cucirle la maschera sul corpo, ma lei ancora non proverebbe quel genere di approccio. Sebbene sia conscia delle potenzialità acquisite, di quel futuro che si prospetta davanti agli occhi. Le parole che seguono staccano un piccolo sorriso dal volto della ragazza, prima di replicare <Sono una persona reale, con una sua vita e una sua direzione. Non sono frutto della fantasia di nessuno, nessuna illusione> è veritiera, non potrebbe mentire su questo punto. Ma quello che segue la porterebbe a innervosirsi, a grattarsi dietro la nuca con la mano destra e, questo gesto, farebbe scoprire ulteriormente la maschera presente nella zona lombare. Si vedrebbe appena dalla posizione della Yakushi, ma è pur sempre lì, in bella vista. Un sospiro profondo viene espirato dalle labbra <Una maschera, cucita nella pelle. Il mio nome completo è Naoko Kakuzu. Non posso staccarla, è solo mia> spiega a suo modo, senza esporsi troppo, senza esternare informazioni vitali. [Chakra 30/30] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Bomba Luce x1 – Tonico Coagulante x1] [Armi in mano alle guardie]

18:20 Kouki:
  [Stanza] Il dolore alla ferita è forte, scaturisce su ogni nervo presente in lei, eppure il suo viso non sembra fare una piega. Niente, nessuna sofferenza, nonostante abbia affermato che faccia molto male. Gli occhi fissi, le palpebre si chiudono poche volte al secondo. C’è estrema calma in lei, come se davvero non provasse nessun interesse per quel mondo. Annuisce lentamente a quella prima domanda che le viene posta, se è una Kunoichi, se ha il copri fronte, e lo potrà notare la ragazza, quella fascia del suo villaggio, messa ben bene sul comodino e zuppa di sangue secco. <Sono Chunin.> afferma verso l’altra, dandole informazioni anche sul proprio grado. In effetti messa così, poteva anche sembrare una qualsiasi civile, ed invece anche se giovane ha già raggiunto quel risultato. Un risultato che però non è bastato per salvare il proprio addome. <Qualcuno arriverà, certo. I medici ninja sono efficienti.> pronuncia verso di lei, senza dirle che anche la Yakushi appartiene a quella categoria, un ninja medico. Un ninja medico che non può curarsi da solo, sembra quasi ironico. E di fatti le labbra verrebbero piegate in un leggero sorriso. Sorride a quel suo stesso pensiero ironico e non in riposta ad una qualche parola di Naoko. Eppure anche l’altra ora sembra accennare un piccolo sorriso e lentamente le va a spiegare cosa sia vero e cosa no. Come lei appartenga alla realtà e non alla mente della ragazzina, non è un’illusione… e se lo dice lei allora la bambina ci crede, perché fino ad adesso le sue Gemelle non le hanno mai mentito a tale proposito. <Sei reale dunque, bene.> è un sollievo, di fatti va a rilassare ogni singolo muscolo, risultando ancora più abbandonata a se stessa. <E a te allora cosa è successo? Come mai sei qui?> si ammutolisce dopo queste domande, fissando ora il copri fronte e l’intero corpo della giovane, alla ricerca di ferite forse? Ma non pare esserci interesse nel suo sguardo, non c’è niente. Forse è lì per quella strana cosa sul fianco. Finalmente le viene data una qualche spiegazione riguarda a quella cosa, ovvero una maschera cucita nella pelle, e nonostante sia qualcosa di incredibile e che lascerebbe perplessi a dir la verità, non vi è alcuna reazione da parte della piccola. <Chi te l’ha cucita? Fa male?> porge invece quelle domande, come se fosse la cosa più normale del mondo quello che ha appena sentito. Poche parole, tono lento e basso, ancora una volta si ammutolisce attendendo le risposte alle sue domande, ma come ultima cosa andrebbe a muovere il braccio esile fuori dalle coperte, quello più vicino alla ragazza. Un braccio piccolo e ricoperto delle peggio cicatrici e bruciature, e la manina in realtà verrebbe tesa verso la maschera della ragazza. <Posso?> vuole toccare, vuole sfiorare. [Chakra Off]

18:31 Naoko:
  [Stanza] Trovarsi nelle mura dell’ospedale, a chiaccherare con una sconosciuta. Chi l’avrebbe mai detto? Eppure succede, è evidente e quella conversazione vira verso discorsi particolari, verso discorsi giusti, verso discorsi che concerne entrambe le ragazze. Non avrebbe notato il coprifronte della Yakushi appoggiato sul comodino, con il sangue raggrumato, quindi è normale che abbia posto quella domanda precisa. Non si alzerebbe ancora per guardare il tutto, ma lascerebbe che sia la bambolina di porcellana a spiegare, a indicare il grado che ricopre all’interno del villaggio. E’ di certo più esperta di lei ed è sicuramente più forte di lei. Non le sembra una menzogna, la piccola non ne avrebbe motivo e farebbe sorridere appena la figura della Kakuzu, con la rivelazione effettuata. <Una Chunin. Quindi tu potresti insegnare anche alle nuove leve presenti in Accademia. Davvero un ottimo risultato per la tua età> è più piccola di lei, lo vede, ma questo sicuramente non la pone in una situazione di svantaggio. Non coglierebbe quel tratto ironico sul fatto dell’essere medico, visto che non potrebbe leggerle nel pensiero e comprendere quella natura insita in lei. Lascerebbe scorrere lunghi istanti di silenzio, quasi infiniti, prima di sentire quelle domande ancora una volta, generate da una curiosità giusta, voluta. <Sono qui per effettuare una visita di controllo, agli occhi. Ho lenti impiantate artificialmente, un colore diverso dell’iride rispetto a quello ricevuto dalla nascita> da rosa a blu, un cambio evidente per quei pochi a conoscenza del suo passato. L’argomento della maschera, tuttavia, attirerebbe sempre di più la figura dell’altra, con altre domande che arrivano e una piccola richiesta che viene effettuata in sua direzione, lecita. E’ gelosa della propria maschera, ma non si sente nella condizione di negare qualcosa, a una degente. <Mia madre, qualche settimana fa. Ha fatto male solo all’inizio, ma ormai è una parte di me e mi accompagna ogni giorno> un ricordo forte nella testa, ma non si lascerebbe sopraffare dalle emozioni. Non deve. Si alzerebbe, quindi, dalla sedia e si avvicinerebbe alla figura della Yakushi, voltandosi appena verso sinistra e rivelando così la maschera di leopardo installata nella zona lombare destra. <Fai piano> un ordine, implicito, senza calcare la mano. E’ la prima che riesce a vedere tutto senza che le fibre vengano estratte, ma rimane pur sempre cauta verso un simbolo che sancisce la sua rinascita. [Chakra 30/30] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Bomba Luce x1 – Tonico Coagulante x1] [Armi in mano alle guardie]

18:44 Kouki:
  [Stanza] Le parole della ragazza arrivano alle sue orecchie sempre con quel leggero ritardo offuscato, come se avesse qualche problema di udito che in realtà non ha. Mormora ancora una volta qualcosa senza emettere voce, le labbra si muovono piano, sussurrando chissà quali parole, ma niente che possa andare in risposta a quello che ha detto Naoko. Insegnare agli allievi in Accademia, in effetti non ci aveva mai pensato, potrebbe essere davvero stimolante e curioso farlo, ma non al momento, al momento le sembra tutto fuori e lontano da sé. <Già, potrei.> si limita a dire, concisa, lentamente, per poi continuare dopo una lunga pausa. <Ho raggiunto risultati soddisfacenti, ma non sono abbastanza.> proprio per niente, o non sarebbe in quel letto di ospedale. Non si sente realmente soddisfatta di quello che è, di quello che ha raggiunto, ha solo messo in evidenza i suoi limiti. L’espressione sempre neutra, la piccola bambola di porcellana, mentre continua ad ascoltare le parole dell’altra. <Perché non ti piacevano i tuoi occhi? Come sarebbero in realtà?> altre domande che vengono poste senza alcuna emozione, eppure se le fa vuol dire che le interessa almeno un poco, giusto? <Menzogne.> un sussurro, un sibilo forse non rivolto realmente a Naoko, eppure potrà percepirlo. In attesa poi di sentire quel qualcosa sulla maschera dell’altra, con la manina resa verso di lei, gli occhi puntati su quel lembo di carne, come se la desiderasse più di ogni altra cosa. Ma sono solo impressioni. <Deve essere scomodo dormire.> con un affare che ti spunta in quel modo, deve esserlo per forza, un’affermazione forse fatta con troppa ingenuità, ma quel che conta è che lei possa toccare. Aspetta che la ragazza si avvicini, e poi passerebbe le dita su quella maschera cucina. Un tocco leggero, dolce, forse debole per via delle forse che le mancano e del sangue perso, in realtà. <Anche io ho qualcuno che mi fa compagnia dentro.> pronuncia in maniera leggera, mentre la mano scivola via da quella maschera e verrebbe lasciata a peso morto fuori dal letto. Ultime parole, perché poi la ragazzina tornerebbe a fissare il soffitto e allora gli occhi si chiuderebbero. È abbastanza, è stanca e la sua mente in frantumi esige riposo. [Chakra Off][END]

18:56 Naoko:
  [Stanza] Una giornata che volge al termine, una giornata che volge verso la fine, verso le ombre della notte, lasciando indietro la luce del giorno, dei raggi solari che scaldano il villaggio, le persone, la natura. Molti Chunin insegnano presso l’Accademia alle nuove leve, a tutti coloro che si affacciano al mondo ninja e a tutti coloro che vogliono affinare le proprie arti di combattimento. In fondo, ogni persona insegna qualcosa e ogni persona impara qualcosa di nuovo. Le prime paroline estrapolate dalla ragazzina arrivano al suo orecchio <Sì, potresti. Può essere qualcosa di stimolante mostrare la propria esperienza a coloro che apprendono> un dato come un altro perché per lei significherebbe essere importante, essere qualcuno che conta. A questo pensiero, il sorriso andrebbe ad ampliarsi sul volto e le iridi vengono socchiuse appena, come in un’estasi che non deve essere spiegata. Per sé, semplicemente. <Non è mai abbastanza, piccola. Anche lo stesso Kage, i suoi sottoposti… tutti possono fare di meglio, tutti possono essere migliori di quello che già sono. Basta solo spingersi sempre più al limite, sempre oltre, senza mai fermarsi> come le sue fibre o quello che vorrebbe fare con esse, in futuro. Le domande tornerebbero ancora una volta in sua direzione, giuste e scandite nel momento opportuno. <I miei occhi erano rosa in principio, ereditati dal retaggio di Clan di mio padre. Non mi piacevano perché non voglio più vedermi riflessa con quel colore, un ricordo che voglio cancellare dalla mia testa. Mi hanno abbandonata e mi hanno marchiata. Non meritano il ricordo da parte mia> ne parla come se fossero morti ma, purtroppo, sono più che vivi. L’altra andrebbe a toccare la maschera installata sulla sua schiena, con quelle piccole parole che escono fuori <Ci fai l’abitudine. Sono parte di me> lo ripete ancora una volta, senza donare importanza a quelle sillabe sputate fuori poco prima. Non le importa, non farebbe pesare un dettaglio irrilevante. Al termine, si congeda dalla Yakushi <Sono sicura che hai un’ottima compagnia, anche tu. Rimettiti presto> un augurio come un altro, posto a una persona come un’altra. Sicuramente si rivedranno, ma adesso deve tornare a casa, deve rientrare alla magione per poter cenare insieme alla sua attuale famiglia. [End] [Chakra 30/30] [Coprifronte x1 – Porta Kunai/Shuriken x1 – Kunai x3 – Shuriken x2 – Portaoggetti x1 – Coltello x1 – Bomba Luce x1 – Tonico Coagulante x1] [Armi in mano alle guardie]

Le due ragazze hanno modo di parlare, dopo essersi trovate nella stessa stanza per caso. Naoko ha modo di rivelare la propria maschera tra domande e curiosità, mentre la Yakushi fa i conti con la propria mente e una seconda e lenta trasformazione.