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La cena

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con Mekura, Shade

16:57 Mekura:
  [interno casa] Ha praticamente occupato tutti i giorni a fare una cosa dietro l'altra. Tra queste, quelle che le ha occupato più tempo in assoluto è l'organizzazione e la pulizia della casa. La donna ha praticamente ripulito tutto, il cane e il gufo sono andati con Ai e Ken da amici sotto ovviamente la sua costante supervisione di una copia, tanto per non avere il capo della caccia che butta gli occhi sui suoi figli, non si sente a suo agio sinceramente e preferisce che tutto sia limitato a loro due. Ha organizzato la cena, ha chiesto a domicilio della cucina tradizionale, un grande classico per le cene formali e che abbia diverse cose da poter mangiare: vegetariano, pesce, carne, ha pensato alle varie possibilità ed ai vari gusti. In più ha avuto anche il suo da fare per vestirsi: come doveva vestirsi? solito nero? ma il nero è per le persone sposate, puntare sul chiaro con delle rifiniture? ma è una cena con uno scopo importante, non va bene, troppo informale. Ma se è troppo formale, implica che ha esagerato? Alla fine ha optato per si, il tradizionale con qualcosa di nuovo. L'abito è un Hanbok con la gonna legata sotto il seno di un rosso pompeiano. La lunghezza arriva a metà degli stinchi con una certa ampiezza, ne troppo ne troppo poco in modo che si vedesse la linea dei fianchi e del bacino quando cammina, in modo sinuoso, per poi nascondere tutto il resto. La parte superiore invece è una maglia nera, aderente che lascia le spalle scoperte nella parte frontale con un certo ti vedo non ti vedo presente soprattutto vicino alle mani, ove simula la pelle di un serpente e sfuma sparendo verso le spalle. Nel retro, la schiena è quasi del tutto scoperta mettendo in risalto la linea dritta con il collo, quasi scoperto se non fosse per i suoi capelli, i quali al momento sarebbero curati in modo preciso. Si stava giusto dedicando al trucco, gli ultimi ritocchi insomma di qualcosa che non era prepotente sul suo volto ma faceva comunque la sua figura: le labbra appena tinte con un color pesca leggero, molto vicino alla sua carnagione che scuriva le labbra solo quella punta che serve per definirle. Ha puntato principalmente sugli occhi definendole la linea e colorando le palpebre senza, come sempre esagerare sulla palette. Anche questo serve per dare dei messaggi alla fine: non voleva dichiaratamente passare per una femme fatal, una che non è interessata solo al lavoro, voleva dare un certo aspetto di se: ponderata, con una sua femminilità certo ma senza sembrare esagerata. un paio di orecchini semplici in oro ed è fatta. Continua a fissarsi su qualsiasi superficie riflettente ed a guardare l'ambiente attorno a se per vedere che fosse tutto in ordine. Il colore predominante è il rosso ed il colore del legno della casa. La casa che seppure sia grande è divisa in due ale: l'officina e la casa vera e propria su due piani. Per accedervi bisogna superare un porticato in legno che la donna negli anni ha reso floreale tra piante e fiori. La porta verde all'ingresso permette al visitatore, una volta aperta, di affacciarsi sull'anticamera aperta dove lasciare le scarpe e quindi verso un salotto che in occasioni speciali ha la funzione di sala da pranzo. La cucina è sempre in linea d'aria, sono due spazi aperti e comunicanti l'uno con l'altro. La tavola è imbandita con molti piatti, ha tirato fuori anche le sue vettovaglie più costose, da occasione letteralmente. In genere è un ambiente semplice,familiare e casalingo ma non modesto. [ch on]

Il grande giorno è arrivato e Zetsubo non manca mai di mantenere una promessa. La figura del generale si aggira tranquilla e rilassata fra le strade di Konohagakure. All’apparenza sembra un semplice cittadino, capelli lunghi, chiari, quasi bianchi sotto la luce della luna e occhi gialli. Il volto sembra abbastanza giovanile, molto armonioso e adornato da una serie di piccoli tatuaggi. Cinque sul mento, di cui due che salgono dal sottogola e arrivano quasi alle labbra, uno che parte dal centro del labbro inferiore e arriva quasi al mento, insieme ad un occhio tatuato al centro della fronte.Indossa un Kimono tradizionale maschile, di colore blu diviso in tre tonalità differenti, elegante ma informale grazie ai dettagli. Il Kimono vero e proprio è di una tonalità quasi grigia, ma comunque tendente al blu; l’Obi, la cintura che chiude in vita il Kimono, e l’hakama sono di una tonalità di blu molto scura, quasi blu notte, mentre invece la giacca del Kimono è di una tonalità più chiara, un blu ceruleo, che però si amalgama perfettamente al resto del completo. I Tabi, classici calzini che si abbinano alle calzature tradizionali, in questo caso abbinati ad un paio di sandali Setta dal laccetto nero, sono dello stesso colore del Kimono. L’unica cosa che veramente manca, per completare il tutto, è l’Haori, dimenticato di proposito per rendere il vestiario un po’ più informale. Fra le mani stringe un mazzo di peonie. Sono quattro in totale, tre completamente bianche e una rossa, posizionata in modo più scentrale rispetto alle altre tre, adornate da qualche altro fiore minore che non vale nemmeno la pena di nominare, in quanto non servono a nulla se non a mettere in risalto i quattro magnifici fiori. Si presenterebbe alla porta d’ingresso della casa della donna, fermandosi davanti ad essa con un espressione sicura e andando a bussare alla stessa con tre semplici tocchi, senza preoccuparsi di presentarsi nel mentre. Immagina che la donna non abbia altri ospiti oltre lui per questa sera e, qualora vi fossero delle spie o anbu di vario genere, si ritroverebbero a bloccare una semplice copia, ben fatta e provvista di un ottimo bacino di chakra. Sulla spalla, appollaiato e molto tranquillo, il corvo che negl’ultimi giorni ha fatto compagnia ai figli di Mekura, si mostra fiero e pronto ad una serata di giochi con i due ragazzi. Uno dei bambini della caccia gli ha anche messo un pappilion al collo, per farlo sembrare più elegante. [Ambient]

17:34 Mekura:
 Arriva alla porta sentendo battere alla suddetta. <bhe...ci siamo> sospira <prendila comunque come una cosa positiva: hai un buon motivo per metterti qualcosa di elegante addosso, finalmente> allunga il passo arrivando di fronte alla porta, non tesa, non tanto da sembrare una scopa, ma quello che le serve per darle un certo brivido: chissà chi è il generale della caccia? magari vista la brutalità un tizio barbarico...no, no, scrive troppo bene. Magari ha qualcosa di aristocratico, magari è un individuo alto, con i capelli scuri, barba, dall'aspetto grosso e austero, una sorta di montagna che cammina, di media bellezza, cicatrici ovunque, magari con abitudini gerrafondaie. BHe, basta aprire la porta per scoprirlo. <solo un momento> afferma la donna andando ad aprire la porta togliendo le catene e quindi lasciando la libera entrata a Zetsubo...e cavolo, che errore che ha fatto <prego e...> lo guarda, ha modo di guardarlo nella sua interezza e non si accorge di essersi incantata ad osservarlo. Non è come se lo aspettava, per nulla. Quel individuo è...ci sono poche parole per descriverlo senza risultare imbarazzante anche nella sua testa. Lei ha sempre avuto un grossissimo problema fin da ragazzina, le cose sono migliorate con il tempo, ma diavolo, quel individuo ha un portamento, un aspetto, un corpo, un volto, che per lei risultano assolutamente perfetti, quel perfetto che la lascia con i soliti sintomi: paralisi, gola secca, le gambe di ricotta. Rimane li, con gli occhi sgranati con le gote che si tingono arrivando ad arrossire. Quando si accorge che è rimasta pietrificata per troppo tempo, la donna scuote il capo togliendosi dalla porta e vergognandosi della reazione che ha avuto, dando un colpetto di tosse in modo da non pensarci oltre. <ah si...si, prego entri, faccia come se fosse a casa sua...quelle sono per me?> domanda la donna dandogli il tempo di chiudere la porta e di togliersi i calzari. [ch on]

La porta va ad aprirsi e finalmente i due si incontrano. Inevitabile non fermarsi ad osservare il corpo della Hyuga, coperto da un abito generalmente poco usato a che lui ricordi, ma incredibilmente elegante sulla figura della donna che ha di fronte a se. Il corvo gracchia un paio di volte prima di prendersi la libertà di voltare alla ricerca dei due bambini dentro casa, il tutto mentre la Hyuga si mostra incredibilmente interessata alla figura del generale della caccia. E come darle torto, quell’uomo è un bronzo di Riace con i capelli bianchi e gli occhi gialli. Alla vista ispira paura e ammirazione oltre ad una grande dose si…emozione. Gli viene lasciato lo spazio per entrare in casa e non si fa problemi ad avanzare, soffermandosi ad osservare gli occhi perlati della Kunoichi con evidente interesse. Non si azzarda a mosse avventate, non ora, lasciandole il tempo per riprendersi, chiudendo la porta dietro di se e sospirando. Non è la prima volta che vede una scena simile a quanto pare. <Grazie> direbbe infine, mostrandosi cordiale e andando a porgere il mazzo di fiori a Mekura, sorridendo stranamente. Un sorriso che non ha nulla di tranquillo e che quasi lascia intendere la sua sicurezza e la sua fierezza. Un leone che avanza sicuro in mezzo alle leone e alle prede, senza essere cacciato, senza farle scappare. <Per te. Peonie. La Regina dei Fiori, simbolo di forza e coraggio, quale miglior dono di questo?> ci ha perso del tempo per scegliere i fiori per la donna. Il corpo torna da lui, fermandosi nuovamente sulla sua spalla, portando con se un messaggio evidentemente molto interessante. <Anche questo è per te> ammetterebbe convincendo il volatile a salire sul suo braccio per poi avvicinarlo alla Hyuga. <So che i tuoi figli si sono divertiti molto a giocare con lui e, anche se non sono presenti stasera, vorrei potessero continuare a passare il loro tempo in sua compagnia.> un dono anche per i bambini. <Abbiamo molto di cui parlare, suppongo. Avrai delle domande da farmi immagino> attende, di essere portato in casa, dopo essersi tolto le calzature e di ricevere le giuste domande, anche lui ha qualche cosa da chiederle in realtà, ma diamo tempo al tempo. [Ambient]

18:11 Mekura:
 Osserva il mazzo di fiori, guardandolo e avvicinandosi per afferrarlo con entrambe le mani <grazie> ascolta il significato di tali fiori e guardandolo li porta verso il naso coprendo metà del suo volto nel gesto e quindi abbassando gli occhi ne cerca l'odore: è la prima volta che le vede. <non male signor Zetsubo, è un bel regalo> afferma la donna sorridendo più cordiale verso questo dandogli la schiena in modo da avvicinarsi al tavolo dove un vaso vuoto è pronto ad accogliere i fiori. Li pone all'interno e poi sente il successivo ed inaspettato regalo: il corvo e quel papilion è grazioso. <se il corvo non ha nulla da ridire> ironizza ma va bene: può essere solo un dono come i fiori per rabbonirla, oppure può continuare ad essere un osservatore, ma va più che bene: alcune volte essere osservati è un vantaggio. <quindi, ha un nome?> chiede verso il capo della caccia allungando il braccio destro verso il corvo in modo che potesse salirle sul braccio. <il corvo intendo> Domanda la donna portandolo verso una degli appoggi del suo gufo lasciandolo <carne o sementa?> sempre domande per il corvo per ora in modo da preoccuparsi della nuova creatura nella sua casa. <indubbiamente, prego intanto si metta seduto> afferma la donna andando infine a prendere posto sul suo lato mettendosi a sedere. La tavolata è un tavolo basso, coperto e riscaldato su ogni lato vi è un cuscino in modo da potercisi sedere sopra. La gonna una volta messa a sedere si gonfia del tutto e lei è costretta a ritirarla un poco di lato in modo da stare comoda. <partiamo da voi allora: spero che non ci siano stati troppi problemi riguardo all'invito, immagino che non sia una cosa da tutti i giorni una cena di questo tipo> insomma parte mettendola sul tranquillo, con gentilezza < la caccia...hum?: è un nome singolare significa che voi state cacciando qualcosa, è irriverente chiedere come prima domanda per la nostra "possibile" collaborazione quali sono i motivi che sono dietro alla caccia? perché si è attivata proprio ora?> [ch on]

Appare particolarmente tranquillo, accentando con un rispettoso cenno del capo l’affermazione nei confronti del regalo fatto, spostando poi le proprie attenzioni sul fedele corvo, il quale non sembra avere nulla in contrario a passare dal braccio del suo padrone alla Hyuga. Sembra stranito alla domanda del nome e si lascia anche scappare una risata sincera, molto breve e anche abbastanza contenuta, prima di procedere a rispondere alla prima domanda della serata. <Ne ha molti a dir la verità. Kuro, Uta, Aki, Arata, Jun. I bambini della caccia tendono a chiamarlo come più gli capita. I corvi si assomigliano un po’ tutti, soprattutto per i più piccoli.> le spiega, con sicurezza e forza e anche una evidente nota di dolcezza nei confronti di quelle parole e di quell’animale. <Lascerei volentieri la possibilità ai suoi figli di scegliere il nome che più li aggrada.> infine si ritrova a ricevere una domanda giusta, una delle migliori che poteva ricevere per quanto riguarda la cura della bestiola. <Carne> non dovrebbe essere un problema per la ragazza, in fin dei conti ha un cane e un gufo da sfamare, non dovrebbe darle problemi un piccolo corvo imperiale. Detto ciò andrebbe a prendere posto a tavola, aspettando di esser raggiunto dalla padrona di casa. La posizione è delle più classiche, di quelle tradizionali e a volte anche scomode. <Nessun problema, come può vedere. Anche se sono stato evidentemente colto impreparato dalla richiesta inusuale. Difficilmente riescono a sorprendermi, ma lei, Mekura Hyuga, è una donna piena di risorse.> lo ammette con un aria da adulatore, ma sempre molto rispettoso nei toni e nei termini. Le domande sulla caccia sono molto personali, anche troppo per essere il loro primo appuntamento, ma era pronto a ricevere anche qualcosa del genere. <Noi siamo dei cacciatori, si. Le nostre prede variano solitamente, ma cacciamo nel rispetto della vita. Non uccidiamo più di quanto non ci serve, non uccidiamo senza motivo e sicuramente non lo facciamo per avere un possibile trofeo.> e qui si passa alla parte complessa della spiegazione, quella in cui il master deve fare attenzione a cosa dice per evitare di dire tutto! <I motivi sono diversi, molti. Da qualche anno sono salito di grado, il generale della caccia è il più alto titolo che si possa ottenere, vi è solo un generale. Quello prima di me, il mio predecessore, è impazzito improvvisamente e ha iniziato a indebolire la caccia in maniera visibile. Improvvisamente, da mio fratello, si è proclamato mio nemico e sono stato costretto a fermarlo. Ma nonostante abbia fatto del mio meglio per permettere alla caccia di riprendersi ho avuto non pochi problemi con dei ribelli.> sorride, e riprende le parole che le ha trasmesso attraverso la lettera. <Alcuni si sono messi contro di me, hanno iniziato a inventare calunnie sul mio conto e, prima di esser scoperti, si sono nascosti nei vari villaggi. Sono stato costretto a proclamare la caccia selvaggia…un movimento punitivo nei confronti di coloro che rischiavano di mettere in pericolo la nostra comunità….ma non solo loro erano le nostre prede…ma…le sto rivelando informazioni molto personali…preferirei fermarmi qui, se non le dispiace e cambiare domanda. Sono a sua completa disposizione> circa. [Ambient]

19:00 Mekura:
 Insomma il corvo avrà un nome e lo decideranno i suoi figli, il che è molto bello. Sorride verso l'uomo il quale è stato colto alla sprovvista dalle mosse della donna. <ne sono felice> sorride la donna non solo per il fatto che lui non abbia avuto problemi. <meritava la mia gratitudine come le ho già detto nella lettera> afferma la donna seriamente. <l'ho sinceramente apprezzato...più di quanto si possa pensare> solleva le spalle assumendo una espressione amara, prima di riprendersi. <e mi sono detta: questo individuo merita la mia attenzione, che c'era qualcosa di interessante, almeno non è una bestia..con tutto il rispetto per le bestie> sorride verso Zetsudo ascoltando quello che ha da dire riguardo alla caccia ed il modo in cui lo dice cercando di carpire ogni informazioni <comprendo come le calunnie possano essere un problema, ne so qualcosa> afferma la donna ritornando in silenzio mentre questo da una spiegazione della partenza della caccia selvaggia. Una strana corporazione, o qualcosa di più? sembra quasi un villaggio fantasma, il fatto stesso che a detta sua, usino i villaggi come territorio di addestramento li rende degli outsider per eccellenza, gente completamente fuori dalla legge. <mi scuso per la domanda inopportuna allora. se vuole può chiedere qualcosa di me> afferma la donna come per scusarsi, del resto ha rischiato molto rispondendo a quella domanda, con lei in particolare. <una domanda tuttavia mi interessa più delle altre per ora: lei sa della mia appartenenza alla Akatsuki> non è un segreto, non più almeno. <e sa che il mio capo in comando è molto potente, quindi, sta contattando me per arrivare a lui? non sarebbe la prima volta ed è comprensibile> Akendo è difficile da trovare. [ch on]

Ascolta le parole della donna e si ritrova a dover parlare della gratitudine di lei. <Signorina Mekura, si è mai chiesta perché a questo mondo ci sono così tanti criminali?> chiede a bruciapelo, ma la domanda è retorica, in quanto si prepara subito dopo a rispondere a quel quesito. <Molti dicono “per il potere”. Il potere rende la gente malvagia, rende le persone crudele o le fa impazzire. La ricerca del potere li rende avidi e aggressivi oltre che falsi> sospira visibilmente, chiude gli occhi e si ferma ad ssoervare il corvo per qualche secondo mentre si pulisce le ali. <La realtà è l’ambiente in cui vivono che li rende malvagi. Il modo in cui crescono. Ho assistito a scene di per se orrende durante la mia vita. Ho visto bambini essere torturati e giurare vedetta, ho visto donne essere picchiate e arrivare ad uccidere. Uomini potenti pronti a sfruttare il loro potere solo per i propri interessi e persone deboli che avrebbero fatto di tutto per imitarli. Ma tutto, praticamente tutto, è dovuto al modo in cui crescono. La caccia previene questi problemi, mettendo una particolare attenzione nella cura dei bambini, seguendoli in maniera attenta in tutta la loro crescita. I bambini iniziano a combattere fin da piccoli, si feriscono, a volte cadono e si fanno molto male. Ma non sono gli adulti a correre da loro per aiutarli, ma sono gli stessi bambini che sfruttano le loro abilità per curarsi a vicenda.> sorride, anzi, quasi ride ripensando al rapporto che il medico le ha fatto dopo aver consegnato a Mekura la lettera. <Ricorda la donna con i capelli azzurri che l’ha curata? Ha delle grandi capacità, nonostante la sua età, perché usa il chakra medico dall’età di 7 anni. Lo ha usato spesso per guarire i suoi amici, i suoi fratelli e le è rimasto dentro l’amore per i bambini e per il prossimo.> il tutto per dire che <Nessun cacciatore alzerebbe mai un dito su un bambino, anzi, durante la caccia a Kusa uno si è sacrificato per salvare una ragazzina dal “fuoco amico”, il tutto perché i bambini sono alla base di tutta la società, sono il nostro futuro e noi li rispettiamo, come rispettiamo chi se ne prende cura, come lei.> tace per il resto del discorso ritrovandosi a negare con un cenno del capo la richiesta della donna. <Non sono interessata ad Akendo, signorina Mekura, lei è il mio unico interesse> e poi il momento più importante, quello in cui è lui a dover porre la domanda. <Per cosa combatte lei?> tutti combattono per qualcosa, no? <Crede che fare dei sacrifici sia necessario a volte per poter portare la prevalenza del bene?> sono domande generiche, ma estremamente pericolose. [Ambient]

19:58 Mekura:
 La donna ascolta in silenzio la visione che ha il generale della criminalità e effettivamente sta dicendo una grande realtà: l'ambiente in cui crescono. Questa visione però parla di sofferenza, una sofferenza che sembra venire dal basso, non dall'alto. Esistono criminali anche se si è di rango alto, Kusa dimostra questo, la guerra e la sofferenza è stato provocata da degli opportunisti nel consiglio.<si anche questa è una risposta> afferma la donna prendendo un lungo respiro <il potere è solo un incentivo, uno scopo: quello che rende un criminale un criminale è il metodo, io credo...che un criminale è un criminale quando pensa che le sue giustificazioni siano più giuste di altri, quando crede di essere fermamente nel giusto per se stesso a prescindere di quello che accade alle persone attorno a se> afferma la donna seriamente senza guardare il comandante della caccia negli occhi <ero nella polizia, capisco cosa stai dicendo: era la fine della prima guerra civile a Konoha, stavo facendo la ronda ed ho visto dei bambini che stavano rubando per del cibo sospira <è stato straziante> stringe le mani tra loro con le bacchette tra le dita <hum...non ha preso ancora nulla con tutti questi discorsi, non si faccia problemi davvero, meno avanzi restano meno sprechi ci sono> mugugna la donna andando a servirsi dell'oden caldo prima di tornare al discorso. <come dicevo, la situazione era cosa dovevo fare? prendergli e togliergli il cibo? lasciare morire una famiglia, farli soffrire dopo la guerra? ma se non facevo nulla cosa potevano imparare? rubare è giusto? rubare porta il pane in casa?> sospira <li ho seguiti, fermati, dopo di che li ho riportati a casa loro, ho controllato le condizioni della famiglia, ho spiegato quello che avevano fatto quei bambini e che non dovevano farlo più, dopo di che li ho portati con me a chiedere scusa a chi avevano rubato e mi sono offerta di pagare non solo quanto avevano preso ma anche altri rifornimenti, abbastanza per due settimane...si è poco, ma appartengo...appartenevo al clan Hyuga, i soldi erano l'ultimo dei miei problemi...e capisco cosa sia la miseria> Quindi allontana le bacchette e guarda il comandante della caccia. <quello che fate, la protezione dei bambini è qualcosa che posso condividere, anzi, trovo che sia valoroso e molto vicino a quello che ho fatto con l'educazione per i miei figli: dargli protezione e assicurarmi che potessero sopravvivere e proteggersi anche senza di me, in comunità. Addestrare i bambini da subito gli da più possibilità di sopravvivenza e nel caso del medico anche degli altri> sospira <e le chieda scusa per il mio comportamento: le ho già lasciato...un messaggio ma sicuramente non basterà, comunque, la mia domanda è: cosa insegna a questi bambini a comportarsi al di fuori della loro comunità?> e perché si parla sempre e solo di bambini? perché spuntano fuori sempre? Quando questo risponde poi alla sua domanda la donna sbatte gli occhi <ah...è nuova...a meno che non voglia usarmi come cavia da laboratorio si intende> sorride facendosi dell'autoironia truce. <dipende chi deve farli i sacrifici, e che sacrifici, ma di solito per preservare il bene si, ho fatto dei sacrifici. Io combatto per i miei figli, qualcuno mi dice che non ne avrei bisogno ed ha ragione...ma sento che ho ancora qualcosa da fare...e poi> lei è più vicina alla caccia di quanto si possa credere <...e poi è come se...l'istinto mi portasse a combattere, l'ho fatto sempre> ed ha risposto anche alla sua domanda. Per un po' rimarrebbe in silenzio mangiando la sua porzione in modo decoroso. Prende il fazzoletto e si tampona le labbra. <raccontatemi un po' di voi, qualsiasi cosa> sorride osservandolo andando poi a poggiare i gomiti sulla tavola sostenendo il mento sopra le mani incrociate tra loro. [ch on]

Non si fa ripetere due volte l’invito a prendere in mano le bacchette per poter prendere quello che la donna ha deciso di offrirgli per cena. Approfittando della spiegazione di lei per poter assaporare la cena con calma, prendendosi il suo tempo prima di riprendere a rispondere alle domande della donna. <Ammetto che teniamo i bambini “al sicuro” fino a quando non li riteniamo pronti ad essere inseriti nella società al di fuori della nostra comunità. Diamo loro la possibilità, arrivati ad una coscienza di se e della caccia più che ottima, di prendere la strada del Ninja, piuttosto di quella del cacciatore, il tutto nel rispetto per la vita che la caccia ci impone. Quello che rimane loro è una famiglia dietro le spalle, pronta a prenderla fra le sue braccia quando rischia di cadere, un rispetto per se stesso e per gli altri e, soprattutto, un amore per il prossimo in difficoltà. Se mi sta chiedendo come si comportano i miei cacciatori, fuori dal loro mondo, la risposta è come si comporterebbero a casa, con la sola differenza che glie viene detto di rispondere alle provocazioni ignorandole.> si lascerebbe la possibilità di assaporare ancora la cena, prima di riprendere a parlare aggiungendo un dettaglio non indifferente. <Sappiamo che non tutti i bambini sono uguali. A volte alcuni sono più violenti, a volte troppo gentili. In entrambi i casi evitiamo di lasciare “liberi” possibili criminali. Fin da piccoli, quelli violenti, vengono indirizzati ad un lavoro che permette loro di sfogare la propria necessità di movimento fisico. Alcuni, fra i cacciatori, trovano la loro forza o la loro calma nel prendersi cura dei nostri animali, nell’addestrarli, o nel domarli. I più equilibrati vengono lasciati alla cura dei bambini, in modo che riescano a trasmettere al meglio gli insegnamenti che sono arrivati loro.> detto ciò si sposterebbe, andando a voltarsi completamente verso la Hyuga, ascoltando la sua risposta e posando le bacchette sul piatto, prima di arrivare ad abbassare leggermente spalle a testa, in un leggero inchino. <Mi dispiace se le mie prossime parole possano essere considerate un offesa, ma mi ritrovo a volerle esprimere la mia più completa sincerità> detto ciò tornerebbe in una posizione più corretta, prendendo lenti e profondi rispiri prima di riprendere a parlare. Ma il suo tono cambia e anche la sua espressione, solo per una singola frase, affilata come una lama, fredda come il ghiaccio, accompagnata da un sorriso beffardo che tende a scomparire subito dopo. <Se le dicessi che Shade Hyuga è un donatore compatibile per sua figlia, sarebbe disposta a sacrificarla, per Ai?> per regalare un paio di occhi Hyuga alla sua piccola bambina? Però subito dopo torna a guardarla con quell’espressione dispiaciuta, andando a riprendere la posizione dell’inchino nei confronti della donna. Raccontare qualcosa di se stesso, dopo quella domanda? Sarebbe una presa in giro per la Hyuga, motivo per cui al momento evita. [Ambient]

20:54 Mekura:
 Sulla carta, la caccia è davvero un gran bel sistema, c'è qualcosa che non è detto, sembra tutto troppo perfetto, perché dovrebbero andare in giro a fare macelli come dei fanatici? Ed infine arriva il momento in cui questo fa una domanda che le strazia il cuore: shade, compatibile con Ai...rimane in silenzio raggelata guardandolo male, per nulla colpita da quella espressione dispiaciuta. Lo osserva con austerità e poi abbassa le bacchette. <Una orbita di Ai è calcificata ormai, nessun trapianto al mondo la aiuterebbe e no> afferma la donna <per quanto ia sia stata cacciata dal clan con disonore, ognuno di loro è sotto la mia protezione, Shade in particolar modo> afferma sollevando le spalle ritornando a mangiare. <quella ragazza ha sofferto già troppo, ora la dovrei pure accecare?> e lasciare sua figlia cieca? sono anni che cerca degli occhi compatibili. Corruga la fronte sospirando pesantemente infastidita non poco da questa notizia <Ogni cosa che scelgo è sbagliata Zetsubo: strappare gli occhi a Shade significa fare male ad una persona alla quale voglio bene, non darli a Ai significa lasciare mia figlia nel buio> rimane in silenzio ad osservare il piatto prima di allontanarlo da se. <Non voglio mentire: la vostra caccia ha un suo senso in questo mondo, ma non accetterò la tua proposta per questa offerta...è l'unica che hai da offrire?> domanda la donna guardandolo, ritornando calma. [ch on]

Tutto troppo perfetto. Chissà come mai prima non si era mai sentito parlare della caccia selvaggia. Chissà come mai è uscita fuori dal nulla. Chissà. Sarà ma Zetsubo sembra trovare un ottima giustificazione ad ogni domanda che, chiunque, potrebbe porgli in ogni momento. Ma il discorso ormai è degenerato, finito su un qualcosa di decisamente più delicato. <Questa, signorina Mekura, è un ottima risposta> non mette davanti a se nessuna delle due ragazze e l’uomo apprezza che le due bambine vengano trattate con amore, nonostante una delle due sia assente da qualunque tipo di legame stretto con la donna, affettivo o di sangue che sia. <Tanto la caccia, quanto un certo Uta, non le avrebbero mai permesso di toccare gli occhi di quella ragazza. Questo almeno finchè il suo cuore continua a battere. Ma proprio qualche giorno fa ha rischiato di farsi uccidere…non so quanto andrà avanti quella ragazzina se continua su questa strada…> sospira l’uomo, esasperato. <I vostri bambini sono indisciplinati…> facciamo di tutta l’erba un fascio. <…mi dispiace non essere arrivato prima…> considerazioni personali, perla fra se e se, andando ad abbandonare la cena in maniera definitiva. Poi la domanda, quella giusta. Domanda a cui risponde con dei gesti, piuttosto che con le parole. Gesti precisi, tipici di una persona che conosce bene il linguaggio dei segni e che sa usarlo per comunicare. "Mekura, se Shade fosse la mia unica opzione non saremmo qui a parlarne, non crede? Certo, non ho un altro Hyuga disponibile, ma ho dell’altro. Ci rivedremo, sicuramente. Lei è una donna davvero interessante!" un messaggio unico, accompagnato da un sorriso e un segno di saluto che lasceranno alla Hyuga solo il fumo di una copia che scompare e un corvo molto affettuoso e giocherellone. [END]

Mekura incontro il Generale della Caccia e i due passano una piacevole serata insieme, molto tranquilla, in cui Zetsubo mette in risalto le bellezze delle caccia.

Ambient quindi no exp!