Il grande giorno è arrivato e Zetsubo non manca mai di mantenere una promessa. La figura del generale si aggira tranquilla e rilassata fra le strade di Konohagakure. All’apparenza sembra un semplice cittadino, capelli lunghi, chiari, quasi bianchi sotto la luce della luna e occhi gialli. Il volto sembra abbastanza giovanile, molto armonioso e adornato da una serie di piccoli tatuaggi. Cinque sul mento, di cui due che salgono dal sottogola e arrivano quasi alle labbra, uno che parte dal centro del labbro inferiore e arriva quasi al mento, insieme ad un occhio tatuato al centro della fronte.Indossa un Kimono tradizionale maschile, di colore blu diviso in tre tonalità differenti, elegante ma informale grazie ai dettagli. Il Kimono vero e proprio è di una tonalità quasi grigia, ma comunque tendente al blu; l’Obi, la cintura che chiude in vita il Kimono, e l’hakama sono di una tonalità di blu molto scura, quasi blu notte, mentre invece la giacca del Kimono è di una tonalità più chiara, un blu ceruleo, che però si amalgama perfettamente al resto del completo. I Tabi, classici calzini che si abbinano alle calzature tradizionali, in questo caso abbinati ad un paio di sandali Setta dal laccetto nero, sono dello stesso colore del Kimono. L’unica cosa che veramente manca, per completare il tutto, è l’Haori, dimenticato di proposito per rendere il vestiario un po’ più informale. Fra le mani stringe un mazzo di peonie. Sono quattro in totale, tre completamente bianche e una rossa, posizionata in modo più scentrale rispetto alle altre tre, adornate da qualche altro fiore minore che non vale nemmeno la pena di nominare, in quanto non servono a nulla se non a mettere in risalto i quattro magnifici fiori. Si presenterebbe alla porta d’ingresso della casa della donna, fermandosi davanti ad essa con un espressione sicura e andando a bussare alla stessa con tre semplici tocchi, senza preoccuparsi di presentarsi nel mentre. Immagina che la donna non abbia altri ospiti oltre lui per questa sera e, qualora vi fossero delle spie o anbu di vario genere, si ritroverebbero a bloccare una semplice copia, ben fatta e provvista di un ottimo bacino di chakra. Sulla spalla, appollaiato e molto tranquillo, il corvo che negl’ultimi giorni ha fatto compagnia ai figli di Mekura, si mostra fiero e pronto ad una serata di giochi con i due ragazzi. Uno dei bambini della caccia gli ha anche messo un pappilion al collo, per farlo sembrare più elegante. [Ambient]
La porta va ad aprirsi e finalmente i due si incontrano. Inevitabile non fermarsi ad osservare il corpo della Hyuga, coperto da un abito generalmente poco usato a che lui ricordi, ma incredibilmente elegante sulla figura della donna che ha di fronte a se. Il corvo gracchia un paio di volte prima di prendersi la libertà di voltare alla ricerca dei due bambini dentro casa, il tutto mentre la Hyuga si mostra incredibilmente interessata alla figura del generale della caccia. E come darle torto, quell’uomo è un bronzo di Riace con i capelli bianchi e gli occhi gialli. Alla vista ispira paura e ammirazione oltre ad una grande dose si…emozione. Gli viene lasciato lo spazio per entrare in casa e non si fa problemi ad avanzare, soffermandosi ad osservare gli occhi perlati della Kunoichi con evidente interesse. Non si azzarda a mosse avventate, non ora, lasciandole il tempo per riprendersi, chiudendo la porta dietro di se e sospirando. Non è la prima volta che vede una scena simile a quanto pare. <Grazie> direbbe infine, mostrandosi cordiale e andando a porgere il mazzo di fiori a Mekura, sorridendo stranamente. Un sorriso che non ha nulla di tranquillo e che quasi lascia intendere la sua sicurezza e la sua fierezza. Un leone che avanza sicuro in mezzo alle leone e alle prede, senza essere cacciato, senza farle scappare. <Per te. Peonie. La Regina dei Fiori, simbolo di forza e coraggio, quale miglior dono di questo?> ci ha perso del tempo per scegliere i fiori per la donna. Il corpo torna da lui, fermandosi nuovamente sulla sua spalla, portando con se un messaggio evidentemente molto interessante. <Anche questo è per te> ammetterebbe convincendo il volatile a salire sul suo braccio per poi avvicinarlo alla Hyuga. <So che i tuoi figli si sono divertiti molto a giocare con lui e, anche se non sono presenti stasera, vorrei potessero continuare a passare il loro tempo in sua compagnia.> un dono anche per i bambini. <Abbiamo molto di cui parlare, suppongo. Avrai delle domande da farmi immagino> attende, di essere portato in casa, dopo essersi tolto le calzature e di ricevere le giuste domande, anche lui ha qualche cosa da chiederle in realtà, ma diamo tempo al tempo. [Ambient]
Appare particolarmente tranquillo, accentando con un rispettoso cenno del capo l’affermazione nei confronti del regalo fatto, spostando poi le proprie attenzioni sul fedele corvo, il quale non sembra avere nulla in contrario a passare dal braccio del suo padrone alla Hyuga. Sembra stranito alla domanda del nome e si lascia anche scappare una risata sincera, molto breve e anche abbastanza contenuta, prima di procedere a rispondere alla prima domanda della serata. <Ne ha molti a dir la verità. Kuro, Uta, Aki, Arata, Jun. I bambini della caccia tendono a chiamarlo come più gli capita. I corvi si assomigliano un po’ tutti, soprattutto per i più piccoli.> le spiega, con sicurezza e forza e anche una evidente nota di dolcezza nei confronti di quelle parole e di quell’animale. <Lascerei volentieri la possibilità ai suoi figli di scegliere il nome che più li aggrada.> infine si ritrova a ricevere una domanda giusta, una delle migliori che poteva ricevere per quanto riguarda la cura della bestiola. <Carne> non dovrebbe essere un problema per la ragazza, in fin dei conti ha un cane e un gufo da sfamare, non dovrebbe darle problemi un piccolo corvo imperiale. Detto ciò andrebbe a prendere posto a tavola, aspettando di esser raggiunto dalla padrona di casa. La posizione è delle più classiche, di quelle tradizionali e a volte anche scomode. <Nessun problema, come può vedere. Anche se sono stato evidentemente colto impreparato dalla richiesta inusuale. Difficilmente riescono a sorprendermi, ma lei, Mekura Hyuga, è una donna piena di risorse.> lo ammette con un aria da adulatore, ma sempre molto rispettoso nei toni e nei termini. Le domande sulla caccia sono molto personali, anche troppo per essere il loro primo appuntamento, ma era pronto a ricevere anche qualcosa del genere. <Noi siamo dei cacciatori, si. Le nostre prede variano solitamente, ma cacciamo nel rispetto della vita. Non uccidiamo più di quanto non ci serve, non uccidiamo senza motivo e sicuramente non lo facciamo per avere un possibile trofeo.> e qui si passa alla parte complessa della spiegazione, quella in cui il master deve fare attenzione a cosa dice per evitare di dire tutto! <I motivi sono diversi, molti. Da qualche anno sono salito di grado, il generale della caccia è il più alto titolo che si possa ottenere, vi è solo un generale. Quello prima di me, il mio predecessore, è impazzito improvvisamente e ha iniziato a indebolire la caccia in maniera visibile. Improvvisamente, da mio fratello, si è proclamato mio nemico e sono stato costretto a fermarlo. Ma nonostante abbia fatto del mio meglio per permettere alla caccia di riprendersi ho avuto non pochi problemi con dei ribelli.> sorride, e riprende le parole che le ha trasmesso attraverso la lettera. <Alcuni si sono messi contro di me, hanno iniziato a inventare calunnie sul mio conto e, prima di esser scoperti, si sono nascosti nei vari villaggi. Sono stato costretto a proclamare la caccia selvaggia…un movimento punitivo nei confronti di coloro che rischiavano di mettere in pericolo la nostra comunità….ma non solo loro erano le nostre prede…ma…le sto rivelando informazioni molto personali…preferirei fermarmi qui, se non le dispiace e cambiare domanda. Sono a sua completa disposizione> circa. [Ambient]
Ascolta le parole della donna e si ritrova a dover parlare della gratitudine di lei. <Signorina Mekura, si è mai chiesta perché a questo mondo ci sono così tanti criminali?> chiede a bruciapelo, ma la domanda è retorica, in quanto si prepara subito dopo a rispondere a quel quesito. <Molti dicono “per il potere”. Il potere rende la gente malvagia, rende le persone crudele o le fa impazzire. La ricerca del potere li rende avidi e aggressivi oltre che falsi> sospira visibilmente, chiude gli occhi e si ferma ad ssoervare il corvo per qualche secondo mentre si pulisce le ali. <La realtà è l’ambiente in cui vivono che li rende malvagi. Il modo in cui crescono. Ho assistito a scene di per se orrende durante la mia vita. Ho visto bambini essere torturati e giurare vedetta, ho visto donne essere picchiate e arrivare ad uccidere. Uomini potenti pronti a sfruttare il loro potere solo per i propri interessi e persone deboli che avrebbero fatto di tutto per imitarli. Ma tutto, praticamente tutto, è dovuto al modo in cui crescono. La caccia previene questi problemi, mettendo una particolare attenzione nella cura dei bambini, seguendoli in maniera attenta in tutta la loro crescita. I bambini iniziano a combattere fin da piccoli, si feriscono, a volte cadono e si fanno molto male. Ma non sono gli adulti a correre da loro per aiutarli, ma sono gli stessi bambini che sfruttano le loro abilità per curarsi a vicenda.> sorride, anzi, quasi ride ripensando al rapporto che il medico le ha fatto dopo aver consegnato a Mekura la lettera. <Ricorda la donna con i capelli azzurri che l’ha curata? Ha delle grandi capacità, nonostante la sua età, perché usa il chakra medico dall’età di 7 anni. Lo ha usato spesso per guarire i suoi amici, i suoi fratelli e le è rimasto dentro l’amore per i bambini e per il prossimo.> il tutto per dire che <Nessun cacciatore alzerebbe mai un dito su un bambino, anzi, durante la caccia a Kusa uno si è sacrificato per salvare una ragazzina dal “fuoco amico”, il tutto perché i bambini sono alla base di tutta la società, sono il nostro futuro e noi li rispettiamo, come rispettiamo chi se ne prende cura, come lei.> tace per il resto del discorso ritrovandosi a negare con un cenno del capo la richiesta della donna. <Non sono interessata ad Akendo, signorina Mekura, lei è il mio unico interesse> e poi il momento più importante, quello in cui è lui a dover porre la domanda. <Per cosa combatte lei?> tutti combattono per qualcosa, no? <Crede che fare dei sacrifici sia necessario a volte per poter portare la prevalenza del bene?> sono domande generiche, ma estremamente pericolose. [Ambient]
Non si fa ripetere due volte l’invito a prendere in mano le bacchette per poter prendere quello che la donna ha deciso di offrirgli per cena. Approfittando della spiegazione di lei per poter assaporare la cena con calma, prendendosi il suo tempo prima di riprendere a rispondere alle domande della donna. <Ammetto che teniamo i bambini “al sicuro” fino a quando non li riteniamo pronti ad essere inseriti nella società al di fuori della nostra comunità. Diamo loro la possibilità, arrivati ad una coscienza di se e della caccia più che ottima, di prendere la strada del Ninja, piuttosto di quella del cacciatore, il tutto nel rispetto per la vita che la caccia ci impone. Quello che rimane loro è una famiglia dietro le spalle, pronta a prenderla fra le sue braccia quando rischia di cadere, un rispetto per se stesso e per gli altri e, soprattutto, un amore per il prossimo in difficoltà. Se mi sta chiedendo come si comportano i miei cacciatori, fuori dal loro mondo, la risposta è come si comporterebbero a casa, con la sola differenza che glie viene detto di rispondere alle provocazioni ignorandole.> si lascerebbe la possibilità di assaporare ancora la cena, prima di riprendere a parlare aggiungendo un dettaglio non indifferente. <Sappiamo che non tutti i bambini sono uguali. A volte alcuni sono più violenti, a volte troppo gentili. In entrambi i casi evitiamo di lasciare “liberi” possibili criminali. Fin da piccoli, quelli violenti, vengono indirizzati ad un lavoro che permette loro di sfogare la propria necessità di movimento fisico. Alcuni, fra i cacciatori, trovano la loro forza o la loro calma nel prendersi cura dei nostri animali, nell’addestrarli, o nel domarli. I più equilibrati vengono lasciati alla cura dei bambini, in modo che riescano a trasmettere al meglio gli insegnamenti che sono arrivati loro.> detto ciò si sposterebbe, andando a voltarsi completamente verso la Hyuga, ascoltando la sua risposta e posando le bacchette sul piatto, prima di arrivare ad abbassare leggermente spalle a testa, in un leggero inchino. <Mi dispiace se le mie prossime parole possano essere considerate un offesa, ma mi ritrovo a volerle esprimere la mia più completa sincerità> detto ciò tornerebbe in una posizione più corretta, prendendo lenti e profondi rispiri prima di riprendere a parlare. Ma il suo tono cambia e anche la sua espressione, solo per una singola frase, affilata come una lama, fredda come il ghiaccio, accompagnata da un sorriso beffardo che tende a scomparire subito dopo. <Se le dicessi che Shade Hyuga è un donatore compatibile per sua figlia, sarebbe disposta a sacrificarla, per Ai?> per regalare un paio di occhi Hyuga alla sua piccola bambina? Però subito dopo torna a guardarla con quell’espressione dispiaciuta, andando a riprendere la posizione dell’inchino nei confronti della donna. Raccontare qualcosa di se stesso, dopo quella domanda? Sarebbe una presa in giro per la Hyuga, motivo per cui al momento evita. [Ambient]
Tutto troppo perfetto. Chissà come mai prima non si era mai sentito parlare della caccia selvaggia. Chissà come mai è uscita fuori dal nulla. Chissà. Sarà ma Zetsubo sembra trovare un ottima giustificazione ad ogni domanda che, chiunque, potrebbe porgli in ogni momento. Ma il discorso ormai è degenerato, finito su un qualcosa di decisamente più delicato. <Questa, signorina Mekura, è un ottima risposta> non mette davanti a se nessuna delle due ragazze e l’uomo apprezza che le due bambine vengano trattate con amore, nonostante una delle due sia assente da qualunque tipo di legame stretto con la donna, affettivo o di sangue che sia. <Tanto la caccia, quanto un certo Uta, non le avrebbero mai permesso di toccare gli occhi di quella ragazza. Questo almeno finchè il suo cuore continua a battere. Ma proprio qualche giorno fa ha rischiato di farsi uccidere…non so quanto andrà avanti quella ragazzina se continua su questa strada…> sospira l’uomo, esasperato. <I vostri bambini sono indisciplinati…> facciamo di tutta l’erba un fascio. <…mi dispiace non essere arrivato prima…> considerazioni personali, perla fra se e se, andando ad abbandonare la cena in maniera definitiva. Poi la domanda, quella giusta. Domanda a cui risponde con dei gesti, piuttosto che con le parole. Gesti precisi, tipici di una persona che conosce bene il linguaggio dei segni e che sa usarlo per comunicare. "Mekura, se Shade fosse la mia unica opzione non saremmo qui a parlarne, non crede? Certo, non ho un altro Hyuga disponibile, ma ho dell’altro. Ci rivedremo, sicuramente. Lei è una donna davvero interessante!" un messaggio unico, accompagnato da un sorriso e un segno di saluto che lasceranno alla Hyuga solo il fumo di una copia che scompare e un corvo molto affettuoso e giocherellone. [END]