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con Kouki, Fumiko

15:25 Fumiko:
 Si è svegliata di nuovo da qualche ora, ma il corpo fa ancora male ed è tremendamente debole, stanchezza che si riversa sul viso della donna, distrutto dal pianto, dal poco sonno, dal dolore che ancora la avvolge. Le occhiaie sono viola e marcate, pesanti , lo sguardo leggermente spento di quella felicità che ancora non sente sua e dalla rabbia di non potersi alzare. Una rabbia minima perchè non riesce quasi a stringere i muscoli delle gambe. Ler braccia vanno decisamente meglio tanto che ha potuto fare forza sul materassino del letto e mettersi almeno in posizione seduta , o quasi. Il bip si conduce regolare, un suono , l'unico suono dentro la stanza in quel momento, le braccia segnate da varie punture di diverso genere e alcuni tubi sono ancora attaccati al suo corpo, tra cui quello del naso e di una soluzione acquosa dentro una sacca che non sa cosa sia, ma le infermiere le hanno detto che era necessario. Guarda verso la finestra lontana, l'unico sprazzo di vera luce e vita entra da li, e si perde in qualche pensiero cercando di non pensare ancora al fatto che non le fanno vedere la sua bambina. Il cuore si stringe ma resta in silenzio senza fare il minimo rumore, senza versare più una lacrima, queste ormai si sono consumate da un po. Non sa nemmeno dove sia Raido ma quella mattina, durante la notte quando il sonno è venuto meno e le preoccupazioni l'hanno fatta svegliare era li con lei, dormiva così profondamente che ha fatto di tutto per non svegliarlo, ma adesso la stanza è completamente vuota e anonima, tutto bianco e pulito, se non per dei fiori sul comodino messi li da chissà quale buona infermiera samaritana. Che sia con lei? Con Miho? Scuote il capo per scacciare quella gelosia che la prende e la afferra dentro, una gelosia data dal fatto che praticamente l'hanno vista tutti tranne lei, lei che doveva tenerla in braccio per la prima volta si ritrova in un letto impossibilitata a muoversi . Un sospiro esce dalle labbra violacee, secche e con le pellicine staccate, ma almeno i capelli corti sono stati pettinati , ma la donna non ha mai avuto un aspetto tanto distrutto e trasandato.

15:34 Kouki:
  [Stanza] Questo pomeriggio la giovane piccola Chunin si trova in ospedale, occupata in uno dei suoi turni. Ha ricevuto l’avviso di suo padre, o meglio, lo ha letto quando è rientrata a casa e non ha trovato nessuno se non gli animali, e ha avuto bisogno di un grande autocontrollo per poter mantenere fede alla sua promessa. Non si sente molto parte di quanto è successo, come un’estranea. Avrebbe potuto essere di aiuto dato il suo lavoro in ospedale? Non lo sa, è solo una praticante dopo tutto. Comunque sia si è svegliata presto ed è uscita di casa prima che rientrasse suo padre, ed è stata in giro fino a quando non è stato orario di turno in ospedale. Ha rimuginato davvero molto, ma al momento deve fare il proprio lavoro. Non porta con sé alcun tipo di equipaggiamento ovviamente, dato che non si possono portare armi nella struttura, ma il chakra dovrebbe essere già attivo per permetterle di fare il suo lavoro. Indossa un paio di pantaloni attillati e neri, elasticizzati, che le arrivano poco sotto il ginocchio, mentre ai piedi indossa le calzature nere da ninja. Gli stinchi sono invece fasciati dalle sue solite bende bianche. Risalendo la piccola e minuta figura della Yakushi vi è poi il copri fronte di Kusa, una placca in metallo con sopra il simbolo del villaggio cucita sopra a della stoffa color blu scuro. Tale copri fronte è legato alla vita come una cintura, con la placca sistemata sul davanti. Il busto è coperto da maglietta blu, ornata da motivi floreali azzurri, stretta ed infilata nei pantaloni, smanicata. Il tessuto è abbastanza pesante, date le temperature, ma all’interno degli ospedali si dovrebbe stare bene tutto sommato. Le braccia, altrimenti lasciate nude, sono avvolte anch’esse dalle sue solite fasciature bianche, le quali si vedono anche sul petto, per via della scollatura appena accennata della maglietta, e sul collo. Le fasciature arrivano fino ai polsi e servono per nascondere le sue cicatrici e bruciature presenti su ogni centimetro della sua pelle ad eccezione del viso. Al di sopra della maglietta indossa il camice bianco da medico, tenuto aperto, e i lunghi capelli lisci e neri sono tenuti raccolti in una elegante coda alta. Liberi dall’elastico vi sono solo due ciocche laterali al viso, che le ricadono in avanti sulle spalle, mentre la punta della coda le sfiora la zona lombare della schiena. Viso infantile, nonostante l’età ne dimostra sempre meno di anni, per via della statura e della magrezza. Pelle pallida e occhi gialli, sotto i quali vi sono, come sempre, leggeri segni di occhiaie. Fa il suo lavoro, ignora il fatto che dovrebbe andare a trovare Fumiko e la bambina, ignora il fatto che dovrebbe trovarne il coraggio. Un conto è promettere che avrebbe fatto del suo meglio con la bambina, quando ella non era ancora nata, un conto e trovarcisi davanti. Ce la farà? Si tormenta il ciondolo che porta al collo, quel ciondolo col simbolo del clan Oboro regalatole dal padre, continua a toccarlo e rigirarlo con le dita sottili. Ferma, immobile, con gli occhi fissi, puntanti, alla porta della stanza di Fumiko. Ha passato lì gli ultimi venti minuti, indecisa se entrare o meno. Leggendo la sua cartella medica per potersi finalmente tenere informata su quanto è successo. Un cesareo d’urgenza per via della sofferenza fetale rilevata. Hanno rischiato, ma stanno bene entrambe, anche se la bambina si trova tutt’ora sotto controllo in una incubatrice. Prende un profondo respiro, non può titubare ed ignorare la cosa a lungo, prima la affronta e meglio sarà… quindi si avvicinerebbe alla porta, busserebbe un paio di volte e solo dopo qualche secondo aprirebbe la porta per entrare. Un piccolo spiraglio giusto per far passare la propria figura, per poi richiudere l’uscio alle proprie spalle. Osserva nella stanza col timore negli occhi. C’è Fumiko, nel suo letto, seduta e sfatta, occhiaie paurose e viso livido dal pianto. Non l’ha mai vista in quelle condizioni. Le si stringe lo stomaco e un miscuglio di sentimenti negativi e positivi prende possesso della propria testa, facendole provare leggere fitte di dolore. <Ciao Fumiko.> saluterebbe un tono di voce basso e leggero, mentre si avvicinerebbe al letto della donna. <Come ti senti?> la prima domanda, preoccupata, certo, anche se al momento ancora non si capisce se sia lì per lavoro o no. [Chakra On]

15:50 Fumiko:
 Forse un poco di solitudine non può che farle bene, aiutarla a tranquillizzarsi un poco, rivedere le cosee importanti e tenere a bada ansia, pianti e altro. Non sa che proprio in quei momenti dietro la porta la piccola Yakushi è indecisa se entrare o meno nella stanza, non sa che li ci sta una delle pochissime persone ch epossono davvero tranquillizzarla. La ragazzina con cui si trova perfettamente in sintonia, ha detto direttamente a Raido di avvertire la piccola della situazione senza menzionare l'emoraggia interna, ma ovviamnete ha dimenticato che la piccola è un'apprendista in ospedale e che quindi ha accesso alla sua cartella clinica e sa perfettamente cosa le sia successo. Ignora tutto questo, ignora tante cose ormai troppo impegnata ad essere ansiosa per la neonata. I dubbi che le sono venuti con Raido sono stati attenuati ma sono ancora li. Che mamma può essere? Non lo sa, e si crociola nel volerlo sapere, nell'ansia e nell'attesa di potersi alzare e andarla finalmente a prendere. Pensieri quelli che vengono interrotti dalla porta che si apre. Si aspetta un infermiera o Raido, ma invece fa capolino la piccola Oboro. La osserva un poco facendo un piccolo sorriso, non vuole che si preoccupi anche lei < ciao Kouki > la voce si tiene bassa e stanca, roca e quasi non si sentirebbe. Allungherebbe la mano destra, quella senza fili o tubicini vari verso di lei per poterla prendere per mano < diciamo che sono stata meglio > sorride minimizzando il tutto, dal dolore provato che mai dimenticherà a quello che continua a provare, diverso e più personale, troppo da poterne parlare < tu come stai? > ovvio che non voglia soffermarsi su di se in questo momento, sviare il discorso è la cosa migliore che possa fare.

16:06 Kouki:
  [Stanza] La osserva con cura, analizza la situazione i vari tubicini, le flebo, tutto quello che serve per permetterle un recupero sano e veloce. I punti di sutura e la ferita chirurgica dovrebbero essere stato controllati nel giro medico della mattina, ma nessuno le vieta di controllare anche lei. Solo per vedere… ma ancora una volta si lascia andare alla propria professione, mentre al momento si trova davanti a quella che dovrebbe essere la donna di suo padre, un membro della sua strana famiglia. Una persona alla quale tiene ormai e che ha sofferto e sta soffrendo. Dovrebbe lasciare da parte il suo essere medico. Si avvicina dunque, afferrando con gentilezza ma fermezza la mano che la donna le offre, quella libera dai tubicini vari. Non si sente rincuorata, ma solo più preoccupata. Qualcosa è andato storto e il fato non ha risparmiato nemmeno quel momento che doveva essere di pura gioia. Si scoccia per questo fatto, si scoccia e storce il nasino per il fatto che la madre non ha potuto tenere in braccio la sua bambina. Lei non sa nulla di queste cose, ma ha studiato. Ha letto sui libri che è buona regola che la madre tenga subito in braccio la propria figlia per instaurare con essa un profondo rapporto emotivo. Per il bene della neonata. La irrita sapere che ne i medici, ne le infermiere non abbiano tenuto fede a questo fatto e non abbiano trovato un modo per portare Fumiko dalla sua bambina. C’è il rischio di infezioni, è vero, ma ci sono procedure atte apposta per ridurre il rischio e permettere anche solo un contatto tra la mano della madre e il corpo della figlia. Trattiene il respiro ed ascolta le parole di Fumiko, mentre osserva quel suo viso distrutto. <Passerà. Presto starai meglio, e sia tu che la bambina potrete tornare a casa. Il peggio è passato e al momento siete entrambe stabili.> si premura di cercare di tranquillizzare la donna sulle condizioni non solo della piccola, anche delle sue. <Hai bisogno di riposo ora.> accenna un sorriso, per poi indicare anche le flebo. <E quelle.> medicine, fanno sempre bene, in questo caso antibiotici per evitare infezioni, e farmaci per un recupero maggiore. Probabilmente le hanno anche fatto una trasfusione di sangue, per via di quello perso, ma dovrebbe comunque riprendersi. <Io sto bene.> risponde alla domanda con una piccola alzata di spalle. <Non sono stata ricoverata in ospedale, quindi sono un fiorellino.> commenta atona, scuotendo appena la testa. Si zittisce, si immerge in un silenzio contemplativo mentre lo sguardo si abbassa alla mano della donna che ancora tiene tra le sue. La osserva e glie l’accarezza, sovrappensiero, con una dolcezza che fatica a riconoscere come propria. <Mi dispiace di non essere passata prima.> ammette con un filo di voce colpevole, senza più aggiungere altro. [Chakra On]

16:20 Fumiko:
 Cerca di essere forte e lasciarsi andare ad una conversazione con la piccola che svii la sua attenzione altrove, iniziare di nuovo a piangere perchè ancora non ha visto la bambina l'avrebbe portata all'ennesima crisi di pianto, ma le hanno detto che era necessario, necessario a se stessa ma soprattutto alla piccola in incubatrice, troppo piccola e debole per poter stare fuori come tutti in neonati, e solo per quel motivo che cerca di stare tranquilla ed evitare del dolore alle persone che le stanno vicine, proprio come Raido, a cui non ha detto praticamente nulla se non che se ne sarebbe stata buona a letto a fissare il nulla . Osserva la bambina, non vuole davvero controllarla vero? Giusto perchè la cicatrice sul ventre non è andata via anzi, è li bella fresca e fa male senza che possa essere curata, cosa che ha detto ai medici insieme al divieto di poterne fare parola. Dovrebbe davvero spiegare altre cose alla Yakushi , cose che le ha nascosto, per lei ma soprattutto per la vergogna di essere stata marchiata come un animale. Annuisce piano < passerà, rispetto a ieri sto già meglio, riesco a muovere meglio le braccia e non fanno così male > minimizzare, per gli altri e per se stessa. < tu l'hai vista? La tua sorellina > adesso Kouki sarebbe stata la sorella maggiore di Miho, una buona cosa dato che anche lei avrebbe voluto avere Kurako vicino come fratello, pronto a difenderla, ma niente era andato così nel passato, ma il futuro sarebbe stato diverso. < tranquilla non mi muoverò da qui finchè non mi sarà possibile.. domani dovrebbero farmela vedere > riesce a fare un mezzo sorriso anche se la voglia di piangere è tanta in quel momento e gli occhi le diventano lucidi di nuovo, ma si trattiene e nessuna lacrima viene lasciata andare . Le tiene la mano più stretta che può, cioè con forza praticamente nulla ma vuole quel contatto che aiuta la donna a calmarsi e stare meglio , la presenza della piccola così come quella del padre che sono il suo balsamo in questi due giorni di vero inferno < non ti dispiacere, sono sveglia da poco. Ho dormito tutto il tempo > il giorno prima durante l'operazione aveva dormito per molto, si era svegliata il tempo per chiedere di Miho e poi era crollata di nuovo. Qualche volta si era svegliata ma era così confusa e stanca da riprendere sonno immediatamente, solo adesso può dirsi realmente sveglia < capisco cosa stai pensando.. che non eri pronta e che non lo sei. E se devo dirti la verità non mi sento pronta nemmeno io > il parlare con un altra donna anche se piccola fa uscire quella verità e quelle paure che prova ancora < non ero pronta a tutto questo, pernsavo che sarebbe andata diversamente.. > prende ancora tempo spostando lo sguardo verso fuori < ma è andata così, e stiamo bene tutti quanti , credo che sia questo l'importante e presto saremo tutti insieme di nuovo > lei, Raido, Kouki e Miho, la loro piccola famiglia.

16:35 Kouki:
  [Stanza] Quella rabbia, quella irritazione, man mano diminuisce fino a scomparire. Dopo tutto non dovrà aspettare molto prima di poter vedere la sua bambina, ed è meglio così. Anche se la tentazione di mettere Fumiko su una carrozzina e portarla a vedere la piccola è tanta. Troppi rischi, meglio la calma e la tranquillità. Rimane in silenzio, accanto a lei, a tenerle la mano ed accarezzarla, come se quel gesto potesse tranquillizzare la piccola stessa. Vorrebbe controllare la ferita della donna, controllare il suo corpo, le sue condizioni… ma ci sono già i medici che si occupano di lei. Chiude gli occhi, sospira, e si distacca dalla donna solo per potersi togliere il camice, per appoggiarlo su una sedia. Un piccolo gesto significativo per se stessa, come a volersi finalmente distaccare dal suo lavoro per essere lì come Kouki, e non come medico. Riprenderebbe allora la mano di Fumiko, come se avesse bisogno di quel contatto fisico per poter reggere quella conversazione. Annuisce alle sue parole, lentamente. <Ne sono felice, si prenderanno cura di te al meglio.> si esclude lei, non essendo parte dell’equipe e non avendo esperienza nel campo ginecologico e neonatale. <Comunque se posso esserti utile in qualche altro modo, io ci sono.> il tono è basso, calmo e melodioso, una nota di dolcezza nella sua voce mentre spunta un piccolo e nervoso sorriso. Per quanto sincera nelle parole, non riesce a sentirsi pronta per tenere fede alla promessa. <No. Non l’ho vista.> nemmeno ha il coraggio di pensare di vederla. Irrigidisce i muscoli e il viso a quelle parole e a quel pensiero. L’idea di entrare nel reparto dove è tenuta la piccola, stare sola con lei… no, potrebbe commettere errori imperdonabili. <Preferisco vederla solo in presenza tua o di papà. Per… una sicurezza mia.> non si sente affatto tranquilla, ma per lo meno è conscia di rappresentare un pericolo, seppur minimo, per quella bambina. <Domani? Oh, perfetto allora. Non ci sarà bisogno di portarti là di nascosto allora.> commenta velocemente con un lieve tono scherzoso, comunicando quel malsano piano che le era venuto in mente. Rimane con lei, vicina, senza dire altro se non ascoltare le sue parole ed annuire. Non si è persa nulla, dunque, alla fine non ha avvertito l’assenza della ragazzina, dato l’effetto dell’anestesia, quindi si sente meno in colpa a dir la verità. Sospira, i muscoli si rilassano ulteriormente, ma poi rimane in ascolto di quelle parole così vere. Per motivi diversi, entrambe non erano ancora pronte e non si sentono in grado di eseguire il loro ruolo. Una madre e una sorella. <Come mai non ti senti pronta?> domanda del tutto curiosa di sapere le motivazioni dell’altra, per poi annuire alle sue ultime parole. <E’ vero, ormai siamo qui. Di certo possiamo andare solo avanti nel migliore dei modi.> afferma con un piccolo sorriso. [Chakra On]

16:49 Fumiko:
 Il corpo che si appesantisce sul cuscino che porta dietro la schiena e che la tiene bella comoda, anche se ha il sedere mezzo addormentato a colpa della posizione che cambia di poco . LAscia la sua mano per vederla spogliarsi del camice biancoe tornare ad avvicinarsi riprendendo la mano < utile? Qua dentro mi danno da mangiare delle cose brutte, voglio qualcosa di dolce, un po di cioccolato bianco magair.. riusciresti a farlo passare e portarmelo? > a Raido non lo dice, adesso sarà iper fissato con la sua salute e non avrebbe permesso di vederla mangiare schifezze, ma le vuole, non può continuare a mangiare in bainco come gli altri pazienti < senza dirlo a tuo padre, credo che rimprovererebbe me e te contemporaneamente, e dopo lo spavento di ieri non voglio afrgli venire altri infarti...... o capelli bianchi > si ritrova a ridere un poco adesso di quella battuta, nemmeno sa se sia realmente divertente ma meglio di niente < prova a chiamarlo Mr Pony quando lo vedi > sorride e le fa un occhiolino ma sta molto meglio di quando era completamente sola, adesso può pensare a diverse cose e tenersi bella impegnata. < sarà così, domani riuscirò a vederla finalmente > sorride e abbassa lo sguardo, è felice di quel giorno, e anche preoccupata, l'ansia che ritorna a disturbarla ancora e ancora. < ci avevo pensato stanotte mentre tuo padre dormiva. Provare a sgattaiolare nel reparto neonati, ma non riesco nemmeno a camminare al momento quindi sarebbe inutile, domani è vicino > è chiaramente contenta che la ragazzina avesse pensato a quel piano per poterla portare da sua figlia. Lascia andare la sua mano sollevandola con un poco di fatica verso il suo viso per poterla accarezzare < grazie.. tesoro > sussurra dolcemente verso di lei, non l'aveva mai appellata così ma in quel momento se la sente e vuole farlo anche se non sa come ella reagirà. < ho paura che non sarò una buona madre.. insomma guardami! Non sono riuscita nemmeno a prenderla in braccio appena nata, e quando saremo sole a casa riuscirò ad essere quello di cui ha bisogno? Avevamo a disposizione ancora un mese e invece è arrivato tutto così in fretta, non ricordo nemmeno granchè di ieri, e la casa non è completamente pronta e tuo padre mi ha detto che ci avrebbe pensato lui, ma dimmi tu se va ad abbinare un giallo con un blu! Le pareti devono essere finite di dipingere e le volevo rosa cipria, e se me le fa rosa sgargiante? > inizia a parlare a raffica di tutti quei pensieri che si accavallano, tutti tremendamente importanti per lei, come un Raido arredatore < la culla a destra, lontana da fonti d'aria, non si sa mai, di fronte il comò, suilla sinistra il piccolo bagnetto , e non sono nemmeno tutte pronte ! > sta andando in escandescenza < non sono nemmeno riuscita a finire tutto.... ti prego Kouki, ti prego, dillo tu a tuo padre come fare le cose, dove metterle, le pareti e il resto, perchè sinceramente, detto tra noi, tuo padre come arredatore non è un granchè > menomale che Raido non è li in quel momento.

17:13 Kouki:
  [Stanza] Ascolta le sue parole mentre ella si abbandona contro il cuscino. Si fa pensierosa, alza appena lo sguardo e poi si guarda intorno, come se le infermiere potessero ascoltarle ed irrompere da un momento all’altro per quella richiesta. <Non dovrei. Seguire la dieta è importante quando si è ricoverate.> non sa proprio abbandonare la mentalità da medico, ma si rende conto che deve essere tutt’altro ora per la donna. Quindi scuote la testolina, sospira e le sorride. <Se te lo porto, però, dovrai mangiarne solo un pochino per volta. Un quadratino di tavoletta, lontana dai momenti in cui ti fanno prelievi e controlli glicemici e della pressione.> non che possa farle chissà che un poco di cioccolato, ma meglio andare sul sicuro. <Papà non lo saprà, tranquilla. Immagino come sarà apprensivo ora.> più che paranoico dopo il rischio della sera precedente. Emorragia, sofferenza fetale. Scuote la testa, mantenendo il sorriso. <Cerca di non farti beccare, allora.> il tono leggermente più alto e divertito. <Perché Mr Pony?> domanda inclinando appena la testa di lato, confusa e perplessa. L’unica cosa che le rimane da fare è annuire… domani è vicino, basterà solo passare la serata e la notte. <Abbiamo avuto la stessa idea.> mormora appena, accentuando quel sorriso divertito e complice, notando quanto davvero le due siano simili, forse in sintonia. La cosa non fa che farla soffrire, anche se si è ripromessa di lasciarsi andare agli eventi e alle emozioni per quanto riguarda Fumiko. Se la rende felice, allora deve esserlo, punto. Non deve pensare a sua madre. Eppure ecco che la mano di Fumiko si solleva fino ad accarezzare il viso della ragazzina, e poi quell’appellativo. Quel ‘tesoro’ carico di affetto che le fa perdere un battito al cuore. Sente nascere un immenso calore dentro il proprio torace, un calore che dovrebbe renderla solo felice di ricevere quell’affetto, ma che invece le brucia fino a farle male. <Hai… hai… una spazzola? Ti… sistemo i capelli?> balbetta, arrossisce, dice la prima cosa che le viene in mente e che sa che potrebbe far piacere. Visibilmente in imbarazzo, incapace di controllare quello che sta provando in quel momento. E mentre cercherebbe qualcosa di simile nei cassetti del comodino o nel suo armadietto, ascolterebbe quello che l’altra ha da dirle in merito del non sentirsi pronta. Si ferma, si volta verso di lei, guardandola confusa. <Cosa centra il non essere una buona mamma, col fatto di non averla tenuta in braccio? Non è dipeso da te o dalla tua volontà, saresti stata una cattiva madre se ti fossi rifiutata di tenerla o vederla. Ma non è dipeso da te, ma dalle tue, e sue, condizioni. Quindi questo discorso non devi nemmeno farlo.> scuote la testa, categorica su questo, anche se il tono è incredibilmente dolce e premuroso. <Nessuno… sa come essere mamma, penso. Non è qualcosa che si può essere senza avere dei figli, insomma… si impara man mano, con l’esperienza e con l’aiuto di chi è già stata mamma.> corruga il visino e cerca di spiegarsi meglio. <Penso che chi ha avuto una mamma, sia più avvantaggiata nell’esserlo a sua volta. Perché ha l’esempio della propria madre. Quindi questa tua paura posso immaginarla, non capirla del tutto, ma immaginarla. Non hai avuto una mamma, un esempio, un pilastro sul quale cercare di appoggiarti. Quindi ti senti come se tu fossi stata buttata nell’acqua senza saper nuotare…> e lo capisce questo, lei non sa nemmeno nuotare, l’acqua non la fa sentire a suo agio. <Ma ora la tua mamma c’è, puoi farti aiutare da lei, chiedere a lei consiglio. Questo non farà di te una cattiva mamma, credimi. Avrai… tutto l’appoggio che vorrai, anche da papà.> borbotta qualcosa, poi riprende il discorso. <L’importante è che tu faccia sempre il bene della tua bambina. Che tu la ami, sempre e comunque. Proteggerla, crescerla sana e forte e con dei buoni principi.> sorride e solleva appena le spalle, dopo tutto non ne sa nulla, e forse sta dicendo solo cose a caso. Si zittisce dunque, tornando al fianco del suo letto, magari aspettando che sia Fumiko stessa a darle una spazzola, se vuole. <L’arredamento? Okay… ci penso io, non ti preoccupare di questo, va bene?> le sorride, cerca di rassicurarla col tono della voce, non ha bisogno di queste preoccupazioni ora. <Ci penso io a papà. Per quanto tu e la bambina sarete a casa, sarà tutto a posto.> annuisce, convinta di quello che dice e ben intenzionata a portare a termine quei lavori sul serio. [Chakra On]

17:29 Fumiko:
 Mette il broncio quando la bambina le dice che non può mangiare cioccolata, un broncio buffo con gli occhi che si approno e si fanno tristi, insomma, la tipica faccia di un cucciolo bastonato. Faccia che quando la ragazzina le promette che glielo avrebbe portato si rifà più sorridente di prima, che bello avere una complice in tutto questo < un piccolo pezzetto promesso! > oviamente non si sarebbe fatta beccare da nessuno, lo avrebbe mangiato durante la notte così da poterlo smaltire per l'arrivo del nuovo giorno < mr Pony, l'ho chiamato così durante un giorno, credo siano stati i suoi capelli a ricordarlo, quando gliel'ho detto mi ha fatto morire dalle risate > ricorda la faccia sconvolta del ragazzo a sentirsi chiamare in quel modo, ma ovvio che lei lo dica in tono affettuoso, almeno ci prova. < si, ma ho fattop una promessa, domani la vedrò, giiovedì dovrebbero lasciarci andare entrambe e si torna finalmente a casa > le carezza la guancia chiamandola in quel modo, e la vede arrossire violenetemente ma non dice nulla per non metterla in imbarazzo ancor di più. < la spazzola? E' dentro il cassetto del comodino credo > Raido dovrebbe averla lasciata li dopo averla pettinata quel mattino. Ma quei dubbi e paure si dissolgono con le parole della piccola Yakushi, che nonostante sia una bambina dice cose vere, qualcosa che la calma infine < avrei dovuto stare più attenta > si ritrova a sussurrare quelle parole così basse che nemmeno la piccola può sentirle. < riesci a capirmi, e sei molto più piccola di me, ma più intelligente , molto di più > lei la comprende, è stata buttata dentro il mare aperto e adesso sta faticando per provare a nuotare . < appena mia madre verrà qui piangerà credo.. mi ha confessato che diventare nonna la fa sentire ancora più vecchia > scuote il capo con un piccolo sorrisetto sul volto < sei molto matura per la tua età, piccola Kouki Oboro Yakushi. Abbiamo deciso di dare i nostri due cognomi alla piccola pure, Miho Oboro Senjuu. > non le ha detto qualcosa che ha deciso la sera prima, che hanno deciso lei e Raido insieme dopo tutto quel casino < sei molto resposabile pure > complimenti su complimenti ma qualcosa si distorce sul volto della donna < ma ricordati sempre di essere anche una bambina, e prendere un poco più alla leggera le cose, dopotutto dobbiamo andare ancora a fare compere , andiamo a fare il picnic, magari c'è anche qualche posto di quelli belli dove stanno le giostre > sorride ancora < perchè oltre a volere bene Miho, a proteggerla amarla, voglio bene anche a te, ti voglio proteggere e voglio che siate felici. E anche Mirako > ovvio che voglia farle felici, ha due bimbe adesso a casa, due bimbe che devono crescere meglio di come è cresciuta lei stessa.

17:46 Kouki:
  [Stanza] Si diverte nel vederla fare quell’espressione, sembra una bambina, ma il viso della donna si fa nuovamente sorridente quando le promette quel pezzo di cioccolato che probabilmente le avrebbe portato quanto prima, quella sera stessa. <I capelli di papà dici, eh?> solleva gli occhi gialli verso il soffitto, cercando di figurarsi i capelli albini del padre, lunghi e molto femminili, ed accostarli a quelli di un pony, un piccolo cavallo insomma. <Non mi ricorda molto un pony.> commenta dispiaciuta e corrugando appena la fronte. Tutto quello che ha ottenuto dalla propria fantasia è un piccolo cavallo con la testa e i capelli di Raido, ed è qualcosa di terribile da vedere. Rabbrividisce e scuote le spalle. <Proverò a chiamarlo in quel modo giusto per vederne la reazione.> ne conviene infine accennando una piccola risata divertita. Prende nota mentalmente poi di quando entrambe torneranno a casa, deve finire i lavori prima di giovedì insomma, ha abbastanza tempo. Annuisce, non dice nulla, si lascia andare a quella carezza e all’imbarazzo che ne scaturisce, per poi scoprire dove tiene la spazzola, ma ancora non la prende, troppo presa da quel discorso che stanno facendo sul sentirsi o essere madre. Spera che la donna riesca a comprendere quello che la piccola voglia dire, anche se lei stessa ha dei dubbi per essersi espressa male. <Sono matura, dici?> scuote la testa. <Non comprendo nemmeno le cose più semplici, e non so dare i nomi ad ogni sentimento che provo.> per quel lato si sente tutt’altro che matura. <E sono molto egoista, questo non è un tratto maturo.> afferma infine, accennando un sorriso. Quell’egoismo che la porta ad essere ancor di più la bambina che è. Quelle parole però la portano ad abbassare il capo, incupirsi. <Non ho tempo per essere una bambina.> atona in quella frase, andrebbe ora a prendere la spazzola nel cassetto. Non ha tempo e non ha voglia, anche se troppo spesso si lascia andare a momenti infantili e non vuole. Non vuole perché è un ninja. Non vuole perché non le è permesso. Piuttosto triste come affermazione, ma andrebbe infine a sorridere alle ultime parole della donna mentre ora cercherebbe di spazzolarle dolcemente, e con calma, i capelli. Un lungo silenzio prima di tornare a parlare. <La mamma è stata la prima persona a pettinarmi i capelli, a farlo come gesto affettuoso. Le ho promesso che tu non avresti preso il suo posto, e lei mi aveva promesso di stare sempre con me e non lasciarmi più.> una piccola pausa, non guarda in viso Fumiko, ma continuerebbe a pettinarle i capelli. <Ma lei mi ha abbandonata di nuovo, e tu ti stai prendendo sempre più spazio dentro di me.> un amaro sorriso si dipinge sulle sue labbra. <E io non so effettivamente cosa fare.> è una situazione che la dilania, la strappa in due e la fa sentire colpevole nei confronti di sua madre Kaori. <Non so se devo volerti bene, o difendere mia madre avendocela con te, impedendoti di prenderti tanto spazio dentro di me.> sospira. <Non so cosa fare, e nessuno me lo dice chiaramente. Lasciando la decisione a me o al tempo, ma io non so cosa fare.> sussurra sempre di più fino ad ammutolirsi. Lasciando che solo la spazzola continui a fare il suo dovere. [Chakra On]

18:06 Fumiko:
 < se dici qualcosa contro i suoi capelli si indispettisce e diventa come una ragazzetta piena di se > ha passato diversi momento con Raido versione ragazzetta e qualche volta gli dice le cose solo per vedere quella parte di lui che la fa tanto divertire < e quello lo capisco anche io credimi.. sia te che Mirako, capisco benissimo cosa vogliate dire e quello che provate perché le ho provate anch'io tante volte. > sospira abbassando lo sguardo < Mirako è quella parte che si è spezzata dentro di te.. anch'io ho una Mirako sempre con me ma sono io stessa, come Giano. Un dio di una strana mitologia che porta due facce, la buona e la cattiva. E io al mondo ho mostrato molto di più la cattiva.. il tutto per dirvi che potete parlare con me, potete dirmi tutto e io vi capirei soltanto e cercherei di aiutarvi come posso. Ed essere egoisti è una benedizione per me, riesco a chiarire le priorità, la mia famiglia, voi siete la mia parte egoista e anche io. Se dovessero dirmi tra il salvare il mondo o voi.. non è una scelta. > e non si vergogna di quello che dice, è egoista anche lei ma lo ha accettato di buon grado < hai il tempo per esserlo, hai l'età per esserlo e anche la protezione che ti serve. Puoi essere una bambina, non solo un soldato > vuole dargli quell'infanzia che lei non ha avuto,non tutta perché non potrebbe ma non farle perdere quegli anni di gioventù . Resta ferma lasciandosi spazzolare in silenzio ascoltando quello che la ragazzina ha da dire < io.. > inizia a dire una volta che lei ha smesso di parlare < provo dolore e rabbia verso tua madre.. so che è una cosa brutta da dire e che potrebbe farti arrabbiare ma è così. Non abbandonerei mai mia figlia, nemmeno per il più grande dolore al mondo, sarebbe lei quella che mi terrebbe a galla. Cosi come è un altra ancora della mia vita è Raido, lui mi ha dato la voglia e la forza di vivere ancora e non potrei mai abbandonarlo. E come potrei mai abbandonare te piccola Kouki? Io odio chi abbandona qualcuno, specialmente i bambini.. > il suo punto deboli, i bambini. Non riuscirebbe mai a fare loro del male, non riuscirebbe mai a lasciarli da soli specialmente sua figlia, quindi non capisce come Kaori sia riuscita a farlo. < e odio chi infrange una promessa > non la guarda ma parla semplicemente < puoi volere bene ad entrambe e lo sai, puoi usarmi come appoggio, ancora , per sfogarti, qualsiasi cosa perché io resto qui, non me ne vado e sarò una tua costante. E non ti dico di odiare tua madre, non potrei mai dirtelo, ti dico semplicemente che puoi volere bene a tante persone , lei e me comprese, insieme in modi diversi. Me lo hai detto tu che si possono amare più persone contemporaneamente no? > le schiaccia l'occhio e proverebbe a darle un piccolo buffetto sul capino con dolcezza.

18:22 Kouki:
  [Stanza] Sorride e si lascia andare ad una piccola risatina quando Fumiko parla dei capelli di suo padre. Vederlo sotto quella prospettiva non sarebbe male in effetti e ci fa un pensierino più che serio. Ma poi in silenzio ascolta quello che la donna le dice riguardo a quello che provano, riguardo a Mirako, ai sentimenti, all’essere egoisti. Non dice nulla, non sa cosa dire, rimane nel suo silenzio spazzolandole i capelli e lasciando che le sue parole entrino in lei, nella sua testa. <Il mio essere egoista riguarda solo me. Quello che voglio e quello che mi rende felice.> una grande influenza di Mirako in effetti c’è e non può negarlo. <Ma forse la maggior parte di questo egoismo nasce dalla paura di rimanere sola.> trova una risposta che le piace, che la fa stare meglio. <Altre volte invece è puro spirito di sopravvivenza a scapito di altri.> lei viene prima, punto. Se si rischia la morte si mette in salvo, pensa a se stessa, colpisce senza farsi due domande. L’importante è portare a casa la pelle. <Il sacrificio, quello che dovrebbe avere una madre o una persona buona, non rientra nel mio carattere.> si sacrificherebbe per suo padre, Fumiko, Shade o la bambina appena nata? Non lo sa, non può dirlo fino a quando non si troverà nella situazione specifica. Non può saperlo perché in missione o in casi di pericolo, è Mirako che prende il sopravvento, è il suo carattere che la spinge a sopravvivere. <Non posso essere solo una bambina. Non posso permettermi di essere spensierata, come se non mi fosse successo nulla. Ho visto il peggio, l’inferno. Come potrei fare la bambina?> scuote la testa. <In questo mondo non c’è spazio per questo.> parole pesanti e gravi, ma sembra crederci fermamente. Continua a dolcemente ad occuparsi dei capelli della donna, fino a sentire quelle sue risposte riguardo a sua madre. La lascia parlare, senza interromperla. <Non è la stessa cosa. Si possono avere due mamme? Due persone alle quali voler bene come ad una mamma, allo stesso modo?> si ammutolisce, riflette. <Per me, appunto, non ci sarebbe problema. L’affetto si può provare per più persone. Ma ho fatto una promessa a mia madre, le ho detto che tu non saresti mai stata come una mamma per me.> e invece, giorno dopo giorno, sta venendo meno a quella promessa. Quei sentimenti si insinuano dentro di lei lentamente e senza potersi fermare e lei si trova sopraffatta. Si ricorda di quel discorso con Mekura, e le lacrime nuovamente si affacciano nei suoi occhi dorati. <Io dovevo essere la forza che doveva spingere mia mamma a reggere. Io speravo di esserlo…> sussurra appena, dolore e rabbia, ancora una volta. <Ma non sono stata abbastanza per lei.> anche se Mekura le ha detto di non darsi mai la colpa per quanto successo, come potrebbe realmente non pensare di non essere stata abbastanza per dare forza a sua madre? <Stanno succedendo tante di quelle cose che non riesco a rilassarmi nemmeno mentre dormo quelle poche ore.> mormora, si asciuga le lacrime velocemente. Non è qui per rendere triste Fumiko, e velocemente cerca di tornare a sorridere verso la donna. <Non fa niente. Non ha importanza.> minimizza e tace, per il resto della serata, probabilmente, manderebbe in malora il proprio turno per poter stare insieme a Fumiko, almeno fino all’arrivo di suo padre. [Chakra On] [END]

18:46 Fumiko:
 < capisco quello che dici , e non posos che dirti che noi siamo qui per te > per lei e per la bimba, e per loro stessi, Raido avrebbe fatto di tutto per la piccola Kouki e anche lei < col tempo capirai > e solo questo che può dirle, la verità, con il tempo e le situazioni sarebbe riuscita a comprendere tante cose, le stesse parole che ripete a se stessa < mi dispiace che ti sia successo tutto questo > il cuore che le si stringe in una morsa di ferro e ghiaccio. Ripasserebbe di nuovo le dita sul volto della bambina. < non so se si possano avere due mamme in realtà > sempre super sincera con lei , non vuole darle false aspettative o riempirla di bugie < una promessa.. ti senti ancora in grado di mantenere una promessa tale ? Devi chiedertelo tu e anche Mirako, dovete rifletterci .. e capire chissà che un giorno forse è stata una promessa a senso unico > una promessa della bambina che ci crede e di una madre che non credeva in quello che diceva .< non dire così , non sei tu che non sei abbastanza. Il tuo amore c'è ancora o non crederesti nella promessa fatta. Ma il problema è se dall'altra parte l'amore sia abbastanza > parole dolci sussurrate tra loro ma il senso è chiaro, Kaori ha sbagliato, uno sbaglio che non si può perdonare e lei non l'avrebbe perdonata di causare nuovamente tanto dolore alla piccola che vede sull'orlo delle lacrime . Si stringe le labbra arrabbiandosi e li che proverebbe a stringerla in un mezzo abbraccio dato che non muove il braccio con i tubicini per evitare dolori e complicazioni varie come aghi che si staccano < non sei tu che è sbagliato, nemmeno io. È il mondo ad essere errato, e dobbiamo fare ciò che è in nostro potere per aggiustarlo > parole che riconducono tutto a quel grande progetto che si è prefissa, la masayoshi sarebbe stata quella che avrebbe aiutato loro a rendere il mondo un posto di pace < no infatti.. tu hai importanza qui > e con quelle parole avrebbero continuato a passare del tempo insieme, facendosi spazzolare i capelli e cercando argomenti di conversazione molto più leggeri e meno impegnativi, come i pasti dell'ospedale che le danno, senza sapore , simili alla sbobba per animali.[end]

La piccola Kouki va a trovare Fumiko in ospedale, prima come medico poi come affetto. Le due hanno modo di approdondire il loro rapporto e quello tra la Yakushi e Kaori.