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Allenamento Innata Bis

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Giocata di Clan

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con Kai

13:00 Kai:
 [ Un altro giorno a Kusa, uno nuovo ma Kai conserva sempre gli stessi obiettivi. Acquista determinazione col passare del tempo, com'è giusto che sia per un ragazzino che cresce. Come d'abitudine ormai si avvia da casa verso l'accademia, gli sembra quasi di non aver ottenuto la sua promozione a genin per quante volte ci sta tornando. Come se la routine da deshi non si fosse mai stoppata. Non ci torna per seguire una lezione, bensì per allenarsi. Il tetto della palazzina uno è abbastanza tranquillo, se non ci sono esami e esercitazioni, per allenarsi in solitaria. Arriva di fronte la struttura in men che non si dica, tra scorciatoie e strade che ormai conosce a menadito. Indossa una maglia nera con le maniche che si concludono a retina, un pantalone del medesimo colore, sandali. Sulla schiena legata bene e stretta la giara, ormai accessorio immancabile e che contraddistingue la figura del ragazzino di Suna trapiantato nel villaggio dell'Erba. La fascia di pelle che la tiene incollata alla schiena del piccolo parte dalla spalla destra e finisce al fianco, lì dov'è appuntato il coprifronte. Si incammina verso l'ingresso, con sguardo sognante e quindi entra dalla porta principale. Un cenno al portiere, che nasconde il naso dietro un giornale, con le gambe incrociate su una scrivania. Ormai è quasi una consuetudine quella di Kai, per cui l'uomo gli fa solo cenno di sbrigarsi ad andare. Per evitare di incappare in orari in cui il tetto è occupato, Kai si è studiato per bene l'orario, e oggi dovrebbe essere libero proprio in quel momento. Si avvia verso le scale, dando occhiate a destra e a manca e scansando qualche deshi in ritardo che corre verso l'aula in cui il sensei aspetta per iniziare. Un sorriso, fino a pochissimo tempo fa anche lui correva tranquillo per quei corridoi. Rampa dopo rampa infine arriva al tetto. La porta di metallo che lo separa è fredda come al solito, così come la maniglia che abbassa per varcare la soglia e trovarsi nel giardino pensile in cima alla palazzina. Come sempre un respiro profondo, e poi un paio di passi per posizionarsi in mezzo al quadrato che costituisce il tetto. < ... bene bene > Si dice, parlando da solo. E' ora di cominciare, e la prima cosa da fare, come sempre è richiamare il chakra. Per questo motivo, divarica leggermente le gambe, porta le mani all'altezza dello sterno e compone il sigillo della capra. Occhi socchiusi per cercare la concentrazione necessaria. Una concentrazione atta a focalizzarsi sulle energie psichica e fisica che risiedono in lui. Avrebbe cercato di individuarle distintamente per prenderne possesso. Se ci fosse riuscito avrebbe poi tentato di farle confluire in un unica entità sincronizzata. Le due energie, si sarebbero fuse in un unico flusso vorticoso che Kai avrebbe spinto attraverso i suoi canali del chakra verso tutti i punti del suo organismo. Dal centro verso le estremità. Se fosse riuscito nell'operazione, ormai ripetuta più e più volte, il chakra dovrebbe scorrere liberamente e lui potrebbe sentire una vitalità diversa da prima. Si dovrebbe sentire più tonico, pronto all'azione. ] [ Tentativo di richiamo del Chakra ] [ Chakra 30 ]

13:01 Kai:
 [ Se la cosa gli fosse riuscita, Kai avrebbe dunque sentito come una nuova forza alla quale comunque si sta abituando. Anzi, alla quale tutto sommato si è già adattato. Ormai è un genin del villaggio, uno shinobi a tutti gli effetti per cui. Rimanendo nello stesso punto scioglie il sigillo e lascia le braccia cadere penzoloni. Muovendo la testa a destra e sinistra, fa schioccare le ossa alla base del collo. Next step, bisogna passare alla fase successiva. Il vero motivo per il quale è salito su quel cavolo di tetto. Il Sabaku, chiude gli occhi nuovamente. Respira a più riprese. Inspira, poi espira. < ... forza > Incrocia le braccia al petto, e si parte. Come per il richiamo del chakra, avrebbe cercato di percepire la sabbia contenuta nell'otre alle sue spalle come fatto per le energie psichica e fisica. Quei granelli che a mano a mano stanno diventando i suoi migliori amici. Kai tenta di sentirli, di sentirsi parte di loro in un'unione simbiontica totale. Come se quella sabbia diventasse parte di lui. Attraverso il suo chakra, ne avrebbe preso il controllo. Quel chakra che passando attraverso i fori nella sua epidermide sarebbe passato dalla schiena al contenitore pieno di sabbia per mescolarsi ad essa. Se fosse riuscito avrebbe sentito il contenuto della giara fremere. Sarebbe lievemente scosso dal moto sincronizzato che inizierebbe all'interno dell'otre e senza esitare avrebbe fatto fuoriuscire parte di quella sabbia dal foro superiore del contenitore. Se fosse riuscito nell'impresa, un fiotto di sabbia consistente si sarebbe alzato fluttuando dalla giara per iniziare a vorticargli intorno come uno sciame di insetti. Solo che quello che si vede, non sono insetti, ma uno sciame di granelli di sabbia dorata. Riapre gli occhi, per trovarsi circondato dal suo elemento naturale. La sabbia lo circonda, producendo un ronzio innaturale, quando i granelli si scontrano l'un l'altro nel moto costante ma non ancora perfettamente sincronizzato intorno a Kai. Deve lavorarci, ma piano piano migliorerà nel controllare quei piccoletti. ] [ Tentativo di risveglio innata Sabaku ] [ Controllo della Sabbia I ] [ Chakra 29/30 ] [ Turni 1/2 per il risveglio ]

16:50 Kai:
 [ Ora si può passare all'azione. Il richiamo della sabbia e il controllo su di essa dovrebbe essere totale. Dovrebbe quindi percepire alla perfezione, o quasi la sabbia fuoriuscita dalla giara. Prima di riprendere l'allenamento allunga una mano e la infila nel turbinio di granelli dorati. Lo solleticano, Kai sorride. Ricorda Suna, il deserto. Un posto che chiama casa, ma che ormai sembra lontano anni luce. Scuote il capo per destarsi da quei ricordi, per tornare alle cose serie. Gli allenamenti. Riporta entrambe le mani al petto, di fronte lo sterno e inizia a comporre il sigillo della capra. Avrebbe da quella posizione, tentato di far confluire il proprio chakra all'interno della sabbia, alimentandola per ottenere un maggiore controllo. Così facendo avrebbe dunque provato a creare una parete di sabbia di fronte a lui. I granelli si sarebbero mossi come in fila indiana, l'uno dietro l'altro per compattarsi davanti a Kai. Le dimensioni di quel muro sarebbero state di circa due metri d'altezza e larghezza, coprendolo interamente alla vista. Lo spessore di quella protezione invece sarebbe esiguo, appena dieci centimetri. Il massimo che riesce ad ottenere per ora. Stringe i denti, per lo sforzo, serrando la mandibola. Se tutto fosse andato come sperato quindi la sua sabbia si sarebbe ricomposta formando questa protezione. [ Controllo della Sabbia I ] [ Tentativo di Scudo di Sabbia ] [ Turni 1/2 per eseguire la tecnica ] [ Chakra 23/30 ]

16:51 Kai:
 [ Se il muro si fosse eretto di fronte al Sabaku, ora Kai dovrebbe vedere una parete liscia e stabile. Ci avrebbe poggiato contro le mani, spingendo delicatamente per testarne la tenuta. Avrebbe poi iniziato a camminare strisciando il palmo contro la parete sabbiosa percorrendone la lunghezza di due metri con un paio di passi o poco più, per girarci poi intorno. Si sarebbe fermato, ad osservarne lo spessore. Praticamente quei dieci centimetri. Kai storce il naso < ... ancora troppo poco ... > sussurra, deluso. Ma per ora è il massimo che può ottenere con quella tecnica. Anzi, già così è al limite delle sue possibilità. Il controllo che possiede su quello scudo non è abbastanza da consentirgli dimensioni maggiori. Proseguendo nell'incedere, sarebbe dunque arrivato dall'altra parte del muro. Ci avrebbe poggiato entrambe le mani su, e poi la fronte. La sabbia è fresca. Chiude gli occhi, mentre la sua mente vaga. Avrebbe rilasciato poi il muro, che sarebbe crollato letteralmente ad un suo cenno sciogliendosi sotto le sue mani. Voleva testare la sua abilità di tenerlo in piedi per più tempo, e a quanto pare ci è riuscito, così com'è riuscito nello sciogliere la tecnica. I granelli si sarebbero dunque separati cadendo esanimi al suolo e circondando Kai. Da lì avrebbero ripreso a strisciare roteando e circumnavigando il Sabaku. Pronto per proseguire nell'allenamento. ] [ Controllo della Sabbia I ] [ Tentativo di mantenimento dello scudo di sabbia ] [ Turni 1 intero di mantenimento ] [ Chakra 21/30 ]

18:30 Kai:
 [ La sabbia dunque riprende a roteare intorno a Kai, che si rimette in posizione. Gambe leggermente divaricate e sguardo fisso sull'orizzonte visibile dal tetto della palazzina dell'accademia. Vuole tentare una nuova tecnica, di tipo diverso almeno concettualmente rispetto alla precedente, ma che si basa sempre e comunque sulla sua innata. Su quella sabbia che lo accarezza ad ogni circumnavigazione. Il piccolo genin avrebbe portato nuovamente le mani al petto, questa volta per formare in rapida successione i sigilli di capra e bue. Così facendo i granelli di sabbia tutto intorno a lui si sarebbero bloccati e una piccola porzione di essi sarebbe andata a compattarsi in una sferetta sopra la testa del ragazzino. Muovendosi in sincronia, avrebbero quindi formato una pallina regolare e liscia. Solo in quel momento Kai avrebbe chiuso gli occhi, serrando le palpebre. Su quella forma appena generata sarebbe spuntata come un'iride, una pupilla. E' sostanzialmente un occhio. Più grande, di poco, rispetto a quello di un essere umano. Se tutto fosse andato come sperava, quell'aggeggio sarebbe rimasto a fluttare lissù. Tramite il suo chakra, ed il contatto che ha con quella sabbia Kai tenterebbe di stabilire un contatto con l'occhio di sabbia. Dovrebbe riuscire a stabilire una sorta di contatto telepatico con quel bulbo oculare interamente composto dai suoi granelli di sabbia. Se fosse riuscito, all'oscurità in cui si sarebbe costretto chiudendo gli occhi si sarebbe sostituito qualcosa. Proprio come se fossero i suoi occhi a vedere, si sarebbe trovato nuovamente sul tetto della palazzina. Inizialmente ad intermittenza, buio e luce. Buio e luce. Fino a che, con uno sforzo maggiore avrebbe trovato la completa sintonia. Ci vede! Riesce a vedere tutto intorno, avendo gli occhi comunque ancora chiusi. Un sorriso gli spunterebbe sul volto, mentre il bulbo sabbioso gira su se stesso dando al Sabaku una sorta di visione a 360° sull'ambiente circostante. Le immagini sono proiettate proprio nella sua mente, fintantoché quel bulbo rimane entro certi limiti di distanza da lui. Quel terzo occhio infatti, inizierebbe a muoversi, avvicinandosi e allontanandosi permettendo a Kai di scorgere particolari impossibili da vedere normalmente senza spostarsi. Una tecnica piuttosto utile questa, per restar nascosti e scrutare le vicinanze. O forse per resistere a genjutsu ? Dovrà provare anche questo in azione. Anche se spera di evitarli i genjutsu, proprio antipatici. ] [ Tentativo di Occhio di Sabbia ] [ Turni 1/2 per la tecnica ] [ Chakra 17/30 ]

18:33 Kai:
 [ Avrebbe infine sciolto la tecnica e riaperto entrambi gli occhi. Il bulbo sabbioso si sarebbe dissolto per tornare insieme agli altri granelli nello sciame che circonda il Sabaku. < … bene, ora direi di passare all'attacco > parla da solo, ma poco male. Si sfrega le mani, il piatto forte finalmente è arrivato. Kai si guarda intorno, gli serve un obbiettivo. Qualcosa che possa rendersi utile. Avrebbe puntato uno dei manichini lì sul tetto, utilizzati come bersaglio per il lancio delle armi come kunai e shuriken. Una nuova risatina gli sarebbe sfuggita, ricordando i tempi in cui mirava con scarso successo quegli stessi bersagli. L'houjustu non è mai stato il suo forte. Scuote teatralmente la testa, prima di concentrasi ancora per eseguire l'ultima tecnica per oggi. La più dispendiosa in termini di chakra e di certo la più impegnativa. Come più volte fatto, fa schioccare le ossa del collo ed alla base del cranio muovendo di lato la testa. Un paio di saltelli, e via. Ancora una volta, porterebbe le mani all'altezza dello sterno. Di fronte al petto, le giungerebbe a formare il sigillo della capra. Cercherebbe una nuova concentrazione, tentando di prender pieno possesso del suo chakra e di infonderlo ancor di più nei granelli che gli vorticano intorno. Se fosse riuscito avrebbe ottenuto una sintonia ancora maggiore con la sabbia e facendo questo avrebbe poi cercato di organizzarne il movimento. Distante trai 4 ed i 5 metri, quel manichino. Il suo obiettivo, la sua vittima si direbbe. La sabbia ai suoi lati sarebbe partita come un fulmine, rapida e silenziosa alla volta del bersaglio. Lo avrebbe circondato, girandogli intorno come un branco di squali famelici. Gli si sarebbero stretti intorno, tutti quei granelli. La sabbia si sarebbe concentrata sulla superficie del manichino, quei granelli si sarebbero come uniti l'un l'altro in una morsa inesorabile. Una GABBIA interamente fatta di sabbia. Come una mano che si stringe sull'obiettivo, la sabbia avrebbe continuato a stringere scorrendo sull'inerme "avversario". Kai potrebbe sentire distintamente qualche "cric" di troppo, ma non si fermerebbe anzi. La presa sul manichino sarebbe sempre più forte, ci mette tutto l'impegno possibile e la forza che la sua sabbia possiede. I granelli strisciano sulla superficie graffiando e comprimendo finché un CRAC secco, un rumore di rottura non fa trasalire Kai. La tensione sarebbe calata di colpo < ... ma che diav ... ? > Kai avrebbe rilasciato in fretta e furia la tecnica che stava eseguendo ed in un turbinio incontrollato i granelli si sarebbero separati per lasciar spazio al manichino in frantumi. < Porca ... > Si sarebbe morso il labbro, impanicato, pensando solo al fatto di dover dire al portiere che ha praticamente distrutto l'obiettivo. < ... nnaggiaaaa > Sbatte i piedi, di certo non voleva ma quello è il risultato. ] [ Tentativo di Gabbia di Sabbia ] [ Turni 3/4 per la tecnica ] [ Chakra 10/30 ]

18:33 Kai:
 [ Si sarebbe infine avvicinato al manichino in pezzi, gli tira un paio di calcetti insicuri. Sguardo basso, ormai è calata la notte e si sente piuttosto fiacco. E' sicuramente soddisfatto dell'effetto ottenuto, ma di certo si prenderà un bel cazziatone. Sbuffa un po', si passa una mano sulla fronte accaldata per lo sforzo. Tutto sommato oggi ha fatto bene, crede. E giorno dopo giorno l'intento è quello di ottenere sempre maggiore affinità col suo elemento naturale. Avrebbe raccolto quei frammenti di legno, per evitare che qualcuno ci si potesse far male portandoli in un angolo del tetto. Finito, si sarebbe dato una scrollata e poi avrebbe mosso diversi passi, lenti e inesorabili verso la porta che da sulle scale. L'avrebbe aperta, un'esitazione al pensiero della lavata di testa che gli spetta e poi avrebbe inforcato le scale verso il suo destino. ] [ END ]

Continua l’allenamento sull’innata dello gnometto.