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Allenamento Innata

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Giocata di Clan

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con Kai

23:26 Kai:
 [ Avanza verso l'accademia a passo tranquillo. Alza gli occhi al cielo per tastare il tempo. Kai non saprebbe dire che si aspetta da quelle nuvole, ma a Kusa è sempre così. Può piovere da un momento all'altro, d'altronde il periodo inizia ad essere quello giusto o alternativamente potrebbe spuntare un sole debole neppure in grado di scaldarlo. Si sta recando all'accademia oggi, con l'intenzione di allenarsi. Deve riuscire a padroneggiare l'innata del suo clan e per ora non è di certo all'altenza della fama che contraddistingue i Sabaku di Suna. Clan trai cui esponenti vi sono stati Kazekage e shinobi valorosi, come il suo stesso padre. Indossa una maglia nera, mezze maniche, anche se il freddo comincia a farsi sentire in quel del villaggio dell'Erba, un paio di pantaloni dello stesso colore che si infila in fasciature alle caviglie. Ai piedi un paio di sandali da ninja. Sulla schiena è fissata una giara di proporzioni significative rispetto alla stazza del nanetto. Visto che il contenitore è praticamente alto quanto il piccolo Kai. Al suo interno la sabbia, elemento principe della sua innata che combina gli elementi Doton e Fuuton. Una fascia di pelle marrone gli solca il petto a mo' di traccolla, a questa è agganciata la giara di cui sopra. Dall'altra spalla pende invece una fascia di stoffa, una sciarpa di colore bianco che in contrasto con la cinta di pelle gli formerebbe come una X sul petto. Il giovane genin arriverebbe dunque all'ingresso dell'Accademia in cui ha passato diverso tempo, dove ha seguito le sue lezioni più importanti e sostenuto l'esame per diventare un ninja a tutti gli effetti. Un sosprio < ... >. Ricorda i tempi in cui Raion-Sensei era libero e pascolava all'interno di quelle mura in tutti i suoi due metri di altezza. Scuote il capo, non è il momento di mettersi lì a ricordare o a rimuginare. Bisogna allenarsi, allenarsi, allenarsi. Arrivato alla prima palazzina, ne avrebbe varcato la soglia salutando il portiere che avrebbe ricambiato il suo saluto. < ... allenamento, vado sul tetto. Posso ... ? > gli chiede Kai, esitante. Alla domanda l'uomo avrebbe risposto con un cenno distratto della mano, tornando al giornale da cui aveva alzato il naso per rispondere al ragazzino. Ottenuto il consenso avrebbe dunque iniziato a salire le scale della struttura, scontrandosi di tanto in tanto con qualche faccia conosciuta. A queste avrebbbe rivolto cenni di saluto, vecchi compagni e sensei. Dopo diverse rampe di scale, Kai sarebbe finalmente giunto alla porta che lo separa dal tetto/giardino alberato della palazzina. Lo stesso tetto dove ha fatto pratica nel combattimento. Avrebbe afferrato la maniglia della porta metallica che dà sull'esterno abbassandola e tornando dunque all'arietta sferzante che aveva lasciato poco prima entrando in accademia. Avrebbe respirato l'aria a pieni polmoni, trovandosi sul tetto deserto, controllando subito dopo di essere solo. ]

23:26 Kai:
 [ Definito che il luogo è deserto, probabilmente a quell'ora non c'erano lezioni sul tetto, Kai fa qualche passo in avanti per portarsi quasi al centro della zona. Ad una distanza equivalente da tutti i lati. Arrivando all'ultimo piano ed uscendo dalla porta che da sulle scale, sarebbe perfettamente visibile. < Ok ... vamos! > muove la testa a destra e sinistra, facendo schioccare le ossa alla base del cranio. < BLBLBLBLBL ... > Scuote la testa, saltellando sul posto muovendo le braccia aritmicamente per sciogliere i muscoli. Riacquistata la decenza, il giovane originario di Suna, porta entrambe le mani al petto. All'altezza dello sterno. Compone giungendo le mani il sigillo della capra, vuole richiamare il chakra. Proprio per questo, avrebbe divaricato leggermente le gambe e socchiuso gli occhi. Ormai è un procedimento che conosce bene, in realtà, ma è comunque necessario eseguirlo in maniera appurata e corretta. Così posizionato Kai cerca di individuare al suo interno le due forze che mescolate formano il chakra. Quella fisica e quella psichica. Il genin cerca di perpepirle distintamente, prendendone possesso e controllo. Le avrebbe dunque sentite e al contempo l'intenzione è quella di congiungerle a formare un'unica entità, un flusso nuovo che avrebbe sincronizzato nel moto. Se la miscellanea si fosse composta correttamente infine Kai, l'avrebbe incanalata in quello che è il sistema circolatorio del Chakra spostando il flusso dal centro verso l'esterno irrorando tutto il suo organismo e le sue estremità. Un'energia che ormai ha imparato a conoscere e riconoscere sarebbe scaturita al suo interno tonificandolo, donandogli una forza ed una consapevolezza superiori a quelle di un comune essere umano. ] [ Tentativo di richiamo del Chakra ] [ Chakra 30 ]

23:36 Kai:
 [ Richiamato il chakra, lo avrebbe dunque sentito scorrergli dentro. Si sente più forte, più scattante rispetto a qualche attimo prima, ma questa ormai non è una novità. Quello che invece è una news è la sua capacità di controllare la sabbia. Su quello ora, vorrebbe focalizzarsi. Kai vuole assolutamente riuscire a padroneggiare l'arte che ha reso famoso Gaara in primis, e suo padre, così come tutto il resto dei Sabaku. Un'abilità che ha reso famosa tutta Suna e che quindi potrebbe rendere lui tanto famoso quanto temibile. E' ancora alle prime armi e il suo controllo della sabbia non è certo eccelso, ma neppure il mondo è stato creato in un giorno solo. C'è da faticare. Proprio per questo motivo, Kai porta ancora una volta le mani di fronte allo sterno a formare il sigillo della capra. Non è necessario eseguire alcuna forma in realtà, ma gli facilità la concentrazione tenere quella posa. Così come per il richiamo del chakra, il piccolo genin avrebbe cercato questa volta di percepire non la sua energia interna, ma quella che lo lega alla sabbia stessa. Avrebbe cercato di sentire ogni singolo granello all'interno della sua giara, ogni cristallo sabbioso come una parte di se stesso. Come se quell'ammasso dorato fosse un'estensione del suo corpo. Se fosse riuscito, tramite la combinazione di due elementi del chakra come doton e fuuton, avrebbe cercato di utilizzare il proprio per manipolare la sabbia all'interno dell'otre alle sue spalle. Il chakra sarebbe quindi fuoriuscito attraverso i fori del chakra dalla sua schiena, per impregnare poi la sabbia nella giara. Se questa operazione fosse riuscita Kai, avrebbe dovuto sentire come un fremito (nella forza). La giara avrebbe iniziato come a vibrare e la sabbia stessa a muoversi. Una volta ottenuto il controllo, almeno parziale dell'elemento, il giovane del sererto avrebbe cercato di far fuoriuscire una parte della sabbia all'interno del contenitore, all'esterno. Senza dargli una forma precisa, semplicemente un quantitativo discreto sarebbe fuoriuscito fluttuando dal foro all'estremità superiore dell'otre. < ... andiamo Kai del deserto ... fammi vedere cosa sai fare! > Si sarebbe sussurrato accanito, mentre se tutto fosse andato come sperato una scia di sabbia avrebbe preso vita iniziando a svolacchiargli intorno ] [ Tentativo di attivazione dell'Innata ] [ Controllo della Sabbia I ] [ Chakra 29/30 ]

11:56 Kai:
 [ Se fosse riuscito nel risveglio dell'innata Kai avrebbe potuto vedere un rivolo di sabbia fuoriuscire dall'otre e iniziare a fluttuargli intorno. Il suo sguardo non nasconde meraviglia per quell'abilità nuova, che sta imparando a conoscere ma che è insitamente parte di lui. Una goccia di sudore solca la sua fronte liscia, la pelle candida. Lo sforzo per mantenere la concentrazione è notevole, dato che per ora il controllo che ha sull'innata è pressoché basso e deve metterci tutto l'impegno possibile. Sciogliendo le mani dal sigillo che componeva, arbitrariamente per concentarsi, avrebbe alzato la destra a mezz'aria lasciando che la sabbia ne sfiorasse la pelle. I granelli si sarebbero separati al contatto con l'arto, accarezzandolo e solleticandogli prima il palmo e poi il dorso, proseguendo inesorabili nella loro marcia intorno a Kai. La sabbia disegna cerchi concentrici intorno all'utlizzatore. Il moto è lento, per ora Kai non vuole sforzarsi troppo, per non perdere il controllo. Anzi, l'intenzione è quella di creare qualcosa con quella sabbiolina. Porterebbe le braccia conserte al petto stringendole. La destra sotto il gomito sinistro e l'altra viceversa, assumendo la posa che diventerà emblematica per lui. < E' ora ... > Si sarebbe sussurrato nuovamente, per darsi una carica. Deve tentare di spingersi più in là, oltre i suoi limiti per raggiungere l'abilità dei capi del clan Sabaku. La strada è lunga, certo. Permanendo in quella posizione, il suo sguardo sarebbe mutato. Determinazione è quello che vi si potrebbe trovare. Di fronte a lui, Kai, avrebbe cercato di compattare quei granelli volanti. Ha in mente una forma ben precisa, cerca di averne piena coscienza per replicarla con la sabbia. Quei puntini dorati si sarebbero mossi in maniera coordinata per formare qualcosa, qualcosa di vagamente simile ad un pugnale. Una punta in ogni caso, della lunghezza di circa 20 centimetri. Potrebbe ricordare un kunai, senza manico però. Quei granelli si sarebbero compattati fino a stringersi l'un latro in una morsa. Tra loro non sarebbe più rimasto spazio, unendosi a formar qualcosa di unico, senza che la luce possa attraversare l'oggetto venuto fuori dalla mente del Sabaku. Qualcosa di nuovo, sarebbe rimasto a svolazzare di fronte a Kai. Una sorta di kunai, di sabbia. ] [ Controllo della Sabbia I - Attivo ] [ Chakra 27/30 ] [ Un Kunai di sabbia creato ] [ Turni 1/2 per creare l'oggetto ]

11:57 Kai:
 [ A questo punto Kai, fa girare su se stessa la punta sabbiosa, la osserva in tutti i suoi particolari. La lama, il vertice puntuto. E' in grado di trafiggere qualcosa? O qualcuno? Bisogna fare un tentativo, no? Il genin avrebbe mosso la testa a destra e sinistra come una mangusta, in cerca di un obiettivo. Sul giardino pensile che vive sul tetto dell'accademia ci sono diversi alberi. Ne avrebbe scelto uno a diversi metri di distanza, muovendosi sulle gambe per mettersi esattamente di fronte a questo. Con lui si sarebbe mosso il kunai che gli galleggia di fronte, posizionandosi esattamente davanti a Kai e in direzione dell'albero. La distanza tra il Sabaku e l'obiettivo è di circa 5 metri. E' abbastanza, crede, per testare la sua abilità senza correre il rischio di fare un buco nell'acqua. Il controllo che possiede non è eccelso, e l'abbiamo già detto, quindi ancora non sa fin dove può spingersi. Braccia incrociate, immobile, fessurizza le palpebre come se stesse prendendo la mira per lanciare un vero Kunai. Punta il centro dell'albero, non un punto particolare. Solo il centro, insomma vuole quanto meno beccarlo. E che cacchio. Avrebbe quindi cercato di infondere ancora di più il proprio chakra nell'oggetto creato, provando a percepirne consistenza e dimensioni. Vuole cercare di sentire perfettamente quella lama, come fosse un estensione del suo stesso corpo. Come se la sabbia facesse fondamentalmente parte di lui, e in fondo è così. Sabbia siamo ... Sabbia ritorneremo (?). Kai chiude gli occhi per un secondo, cercando il buio. La calma interiore. Nell'oscurità trovata, permarrebbe immaginato solo il Kunai e l'albero. Due elementi, che dovranno scontrarsi. Il genin riapre di colpo gli occhi, pronto. O almeno spera. < AAAAH! > Avrebbe urlato, istintivamente per far partire il Kunai alla volta del bersaglio designato. Tramite il controllo che esercita avrebbe dunque cercato di far partire la punta alla massima velocità consentitagli dalla sua abilità, il moto dell'arma sabbiosa sarebbe stato dritto, parallelo al terreno e perpendicolare alla superficie dell'albero distante quei cinque metri. Niente di complicato, nessuna traiettoria arcuata o cambi di direzione. Un moto che va da A a B, senza ostacoli. Se tutto fosse andato come Kai desidera, il Kunai avrebbe percorso velocemente, più di quanto avrebbe fatto un normale kunai lanciato da lui, la distanza che lo separa dall'albero andando a conficcarvisi al centro. I granelli compatti avrebbero impattato contro la superficie, creando una crepa e conficcandosi nella corteccia. Un rivolo di sudore, un altro sarebbe scorso sulla fronte del piccolo Kai arrivandogli al sopracciglio. Diversi altri, si sarebbero fatti spazio invece sulla schiena del genin. Non tanto per lo sforzo fisico, o quello dettato dall'utilizzo del chakra, quanto per quello dovuto alla concentrazione. Per mantenere il controllo della sabbia, deve restare molto concentrato. Molto più che per far qualsiasi altra cosa. Il kunai di sabbia sarebbe rimasto conficcato nell'albero, fintanto che Kai con un cenno del capo non lo avrebbe dissolto. Sarebbe rimasto solo un foro intorno al quale i granelli che prima componevano l'arma si sarebbero separati. Tornando ad essere un ammasso informe, e fluttuando nuovamente verso l'utilizzatore percorrendo il tragitto appena compiuto in direzione inversa. Molto più lentamente che all'andata, per ricongiungersi al resto della sabbia che fluttua ancora intorno al ragazzino. ] [ Controllo della sabbia I ] [ Chakra 26/30 ] [ Turni 1/2 per lanciare il kunai di sabbia ]

11:58 Kai:
 [ Di nuovo quindi, Kai avrebbe visto la sabbia galleggiargli intorno in modo regolare. Moto costante. < Bene … > si sarebbe detto ancora una volta < … adesso vediamo fin dove arriviamo … > un plurale. Lui e la sabbia. Quello che diventerà un rapporto indissolubile come tra simbionti. Organismi che vivono l'uno per l'altro. Certo la sabbia non è un organismo, ma presto diventerà qualcosa di indissolubile per Kai. Inseparabile. Dove va lui, va la giara e la sabbia. Ha testato la sua abilità nell'attacco, ora invece vuole creare altro con la sua sabbia. Qualcosa che raggiunga le massime dimensioni consentitogli dal suo controllo dell'elemento. Avrebbe sciolto la morsa delle braccia conserte al petto, per allargarle teatralmente. Altra sabbia sarebbe venuta su dal foro nella giara, per unirsi a quella già estratta in precedenza. In un moto vorticoso intorno al Sabaku si sarebbe andata a formare come una coltre di granelli. Bene, ora non resta che dargli una forma precisa avrebbe pensato se tutto fosse andato come voleva. Avrebbe posizionato entrambe le mani davanti a se, iniziando a muoverle come un mimo con la mossa del muro. Con quei gesti vorrebbe cercare di definire le dimensioni di quello che andrà a creare. Tasta l'aria, e la sabbia dovrebbe muoversi esattamente dove vanno le mani. Cerca di aiutarsi con quel modo di fare per avere contezza e coscienza di dove spostare i granelli. Inizialmente uno strato sottilissimo, profondo come un vetro avrebbe iniziato a prender forma. Kai tocca gli angoli di quel quadrato ipotetico, tutti e quattro. Un metro per un metro. L'intenzione è quella di creare una lastra, o qualcosa di simile. Qualcosa che si sarebbe frapposta tra l'utilizzatore e qualsiasi altra cosa. Il tentativo è complicato e Kai si mordicchia il labbro, nervoso e impaziente. La sabbia avrebbe duqnue formato questo strato, ancora molto sottile, di un cetimetro o poco più ma sufficiente a creare lo scheletro di una "barriera". La mano avrebbe tastato l'oggetto, le sue dita sarebbero scivolate su quella superficie rugosa. I granelli costituiscono uno strato non perfettamente liscio, del quale Kai avrebbe sentito le imperfezioni. Allontanata la mano, quindi, cercando di concentrasi maggiormente, avrebbe provato a congiungere a quella struttura sottile altra sabbia. E ancora, fino ad arrivare ad una profondità di circa mezzo metro. La forma è ancora incerta, per questo con le mani ancora avanti a se avrebbe formato due pugni. L'ordine è chiaro, COMPATTARSI! I granelli si sarebbe stretti l'un l'altro come minuscole biglie diventato una cosa sola. Neppure un pugno li avrebbe separati. Avrebbe definito i lati, maggiormente, gli angoli e la superficie stessa cercando di eliminare le imperfezioni e migliorare le sfumature. Una sorta di blocco di sabbia quindi, di un metro di lunghezza e altezza e profondo circa cinquanta centimetri dovrebbe fluttuare di fronte al piccolo Kai, coprendolo alla vista di chi gli permarrebbe di fronte. Sarebbero visibili solo le sue gambe, dato che la forma creata sarebbe ben compatta e imperturbabile. Con uno sforzo notevole, avrebbe cercato di restare in quella posizione e di mantenere il " muro di sabbia " formato mignon. Dopo secondi che sembrano ore e minuti che sembrano mesi avrebbe sciolto quella forma. Le braccia ora penzoloni. < ... fiiuuu > un sospiro profondo. La sabbia si divide tornando ad essere uno sciame scoposto e informe. Resta per un momento lì, poi Kai richiama tutto all'interno della giara. Così i granelli in fila ordinata si muovono veloci per tornare nell'otre alle spalle del ragazzino. Kai sentirebbe muoversi la giara, scossa dal moto veloce dei granelli che riprendono posto all'interno del contenitore. Avrebbe aspettato fino all'ultimo granello. Nel frattempo con l'avambraccio destro si asciuga la fronte continuando a sospirare profondamente per recuperare dopo lo sforzo. < Beh ... per oggi può bastare così ... > un passo avanti verso la porta del tetto che dà sull'interno dell'accademia < ... credo > Si muove verso le scale che lo riporteranno da dov'è venuto. Prima di andar via, un ultimo sguardo al tetto e all'albero colpito. Rimane indelebile il foro provocato dalla sua sabbia. Un sorriso, un ghigno si sarebbe formato sul suo viso. E' il primo risultato visibile della sua arte. Non è molto, ma è già qualcosa. ] [ Controllo della sabbia I ] [ Chakra 24/30 ] [ Turni 1/2 per creare il blocco di sabbia ] [ Dimensioni 1x1x0.5 ]

Kai si allena nell’utilizzo della sua innata, il controllo della sabbia.