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Quel dolore che ci unisce.

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con Mekura, Shade

17:13 Shade:
 Non sa dove si trova. Considera il muro che sta fissando particolarmente familiare, ma non riesce a capire dove si trova. La realtà è che non le interessa, non le importa più di tanto. Un posto è come un altro ormai, ogni stanza è uguale alle altre e sono tutte vuote. I suoi occhi sono spenti, grigi, ma non solo per via della mutazione dovuta alla sua innata, ma proprio perché hanno perso la loro lucentezza, la loro vivacità e sono persi nel più totale dolore. Ha visto morire il suo ragazzo sotto i suoi occhi, lo ha visto esser diviso a metà da una lama, ha visto la luce abbandonare i suoi occhi e, ancora una volta, è rimasta sola. Le uniche due persone che ha amato per davvero, e con tutta se stessa, sono morte senza che lei potesse fare nulla per aiutarle. Si, potrebbe essere un ottima occasione per iniziare a combattere per davvero, ma con quali forze? La hanno abbandonata del tutto e la cosa peggiore è che, ad averla abbandonata, è anche il desiderio di continuare a vivere in questo mondo. Eppure lei non sta pensando di uccidersi, sia chiaro, per lei, la sua morte, è un dato di fatto. Un evento che inevitabilmente, fra qualche gioco o qualche settimana, la porterà a separarsi finalmente da quel dolore, a raggiungere chi ama prima di quanto loro non vorrebbero, ma sai quanto se ne frega. Non pensa a nulla, non riesce a pensare a nulla. Se solo ci prova l’immagine di Uta che viene tagliato a metà si ripresenta davanti ai suoi occhi, portandola ad inorridire, piangere e poi tornare al punto di partenza, in un circolo vizioso che non trova fine. Perfino le infermiere che adorava tormentare, che si divertiva a istigare o da cui si faceva inseguire, hanno capito che di Shade non è praticamente rimasto nulla al di fuori del corpo. Indossa un camice da ospedale ed è seduta sul letto, con la schiena dritta ma rilassata, e lo sguardo fisso ad un punto vuoto del muro. L’espressione è quella di una persona completamente assente, ed è il minimo per non farsi distruggere dal dolore. [ch off]

17:22 Mekura:
 Non si aspettava un messaggio dal capo clan sinceramente. Juusan Kagura Hyuga, non l'aveva ripudiata solo come futuro del clan, o come appartenente al clan, per quanto non abbia nulla contro lei alla fine l'ha ripudiata anche come nipote. Non nascondeva che odiava questo, che lui non aveva fatto nulla per aiutarla...ma, quando si è il capo clan, quando si ha a che fare con il fardello del comando, i legami di sangue sono nei doveri importanti e nei diritti nulli. Non se lo aspettava e eccolo li, una lettera per chiedere a Mekura di andare da Shade in ospedale. Non l'avrebbe chiamata se non fosse che non ha idea di che cosa sia successo a quella ragazza: è così da prima di un rapporto fatto all'Hokage e ancora aleggia il nome "Wonderland". Sapendo che lei conosce Wonderland e Shade ha più possibilità di farla parlare. indosso porterebbe una maglia nera aderente di pelle con il collo alto la cui trama è coperta da una trama simile a quella delle squame di un serpente e dei pantaloni bianchi aderenti con degli stivali neri che arrivano fino al ginocchio. Non so cosa si aspettasse da lei, probabilmente nulla, probabilmente stanno provando di tutto per capire che cosa fare, per toglierla da questa apatia. Neanche lei sapeva cosa fare a dire il vero, ma ha preso quello che poteva all'interno di una borsa tasca pane, dei fiori e tanta perplessità. Si avvicina all'entrata diretta verso il banco delle infermiere per chiedere informazioni su dove alloggia la ragazza momentaneamente, da sola. <sa dirmi dove si trova Shade Hyuga? > chiede ad una delle infermiere, ringraziandola successivamente. Si incammina velocemente arrivando nei pressi della porta. Darebbe due colpi per farsi sentire e quindi entra all'interno della stanza chiudendosi la porta alle sue spalle facendo meno rumore possibile. <...> la guarda, osservandola nella sua interezza e alla fine si avvicina <Shade, sono Mekura> si presenta alla fine andando verso una sedia vicino al letto poggiando la tasca pane sopra questo guardandola ancora un po' per vedere se reagiva in qualche modo alla sua voce. [ch on]

17:35 Shade:
 Lo sguardo si sposta per qualche secondo, dal muro, verso la finestra. Le informazioni per la vista riesce ad assorbire da questa sono però decisamente superiori. Il vetro chiuso è ciò che la separa da un mondo colorato, pieno di persone che camminano per la strada, di bambini che si inseguono e giocano ad Anbu e ladri, e piccoli e grandi animali che passano il loro tempo in mezzo alla natura più selvaggia. Troppe informazioni, veramente troppe, per essere elaborate del suo piccolo cervello e, di conseguenza, tornerebbe a fissare il muro con totale apatia. Le palpebre sono gonfie, ma non sembra disposta a mettersi giù per riposare. La gola è secca ma non sembra interessata a bere e, se mai lo stomaco inizierà a brontolare, state certi che non cercherà nemmeno di mangiare. Si sta letteralmente lasciando morire di stenti nel più totale silenzio. Ora, è forse passata qualche ora da quando è tornata da wonderland, quindi sicuramente non morirà a breve, soprattutto se i medici la riempiono di flebo per evitare il peggio, ma non per questo il suo intento è meno chiaro. Poi succede qualcosa di nuovo, qualcosa che lei accoglie con una singolare apatia, qualcuno bussa alla porta. No, non si volta a guardare quel qualcuno. Non che le interessi se è entrata una persona a trovarla o meno, tanto nulla potrebbe cambiare questa situazione, Uta escluso, ma lui è morto quindi c’è poco da fare. E subito dopo arriva la voce alle sue orecchie, una voce familiare, ma molto distante. La sente ma è come se fosse un sussurro proveniente da dietro una parete, da dietro un vetro anti sfondamento, che le impedisce di riuscire a riconoscerla e, sinceramente, non è poi tanto curiosa di sapere chi è a parlare. Quindi si, non si volta nemmeno a guardarla, non ha alcuna reazione, non evidente almeno, né al sentir pronunciare il suo nome, né a sapere che accanto a lei c’è una persona a cui effettivamente tiene. [ch off]

17:55 Mekura:
 Nessuna reazione, Mekura può osservare con una certa impotenza Shade chiusa in se stessa come lei era chiusa in se stessa dopo gli eventi degli Hyuga puri. Si riconosceva, si riconosceva fin troppo bene, riconosceva quel desiderio di morte, quella necessità di lasciarsi andare all'abisso a non soffrire più. Una reazione umana, un modo per sopravvivere dolori atroci. Non dice nulla, guarda la finestra e annusa l'aria all'interno. con lentezza ed in silenzio si avvicina alla finestra osservando l'esterno. Li medita cosa fare e tirando le tende in modo da far entrare una luce soffusa decide di aprire alla fine la finestra in modo da cambiare un po' l'aria. Fatto questo, Mekura ritorna verso la sedia vicino al letto e dalla borsa estrarrebbe un libro rigido, una spazzola e due mele insieme ad un coltellino. Li appoggia sul comodino con pazienza e con meticolosità dandogli un ordine. Poi tira fuori un mazzo di fiori, delle viole. Prende il vaso presente li sul comodino e scompare per un paio di secondi all'interno del bagno della stanza. Una volta riempito il vaso vi adagia i fiori ponendoli li, in bella mostra. Li osserva per un po', poi toglie la sedia da li in modo da avere spazio per lavorare attorno a Shade. Guarda le coperte, in che stato sono e con delicatezza, scosterebbe le coperte ed il lenzuolo di Shade portandoli ai piedi del letto. Li, inizierebbe a rimettere a posto il lenzuolo in modo che fosse teso e tirato, stessa cosa con la coperta. Alla fine, afferra la spazzola e dopo qualche secondo a guardarla sorride <...i tuoi capelli finiranno per annodarsi così> risponde amorevole ricordando la prima volta che si sono viste, <se adesso fossero legati...probabilmente inizieresti a rigirare i capelli attorno al elastico> è quasi un tono sussurrato mentre con la spazzola in mano si avvicina. Con una mano toccherebbe i capelli della Hyuga e se fosse permesso, la donna inizierebbe a pettinarla lentamente ma costantemente. [ch on]

18:14 Shade:
 Qualunque cambiando, qualunque movimento, non attira minimamente la sua attenzione. La sedia viene spostata, oggetti vengono tirarti fuori dalla borsa, e la ragazza apre la finestra. Insomma ne succedono di cose nel giro di pochissimo tempo, un insieme di cose che forse riescono a farla in qualche modo incuriosire. Per qualche secondo sembrerebbe riacquistare lucidità, ma è una mera illusione, perché in realtà non cambia nulla. Però sembrerebbe intenzionata a rompere il suo silenzio, continuando a non guardarla, ma lasciando capire che qualcosa è riuscita a riconoscere la sua presenza nel momento in cui la sua mano è andata a toccare i suoi capelli, un ricordo scritto a fuoco nella sua mente del loro primo incontro. <Credi che Hiashi sarà felice di rivedermi?> il tono è molto molto basso, le parole vengono pronunciate con un grande sforzo, molto grande e lo capisce dal fatto che, fra una parola e l’altra lascia passare qualche interminabile secondo e dal suo respiro che diventa quasi dolorante nel momento in cui completa quella frase. Eppure non porta una mano al petto, non fa nulla per far capire il suo dolore, non fa nulla per sfogarlo, lo sta accentando forse come una punizione divina, più che meritata, per i crimini che ha commesso in passato, anche avrebbe dovuto pagare Uta per i suoi errori. Una lacrima corre lungo il suo volto, una lacrima abbastanza solitaria, che sancisce la fine della sua comunicazione con il mondo e del suo ritorno alla totale apatia. [ch off]

18:38 Mekura:
 Continua a spazzolarle i capelli come farebbe con sua figlia, cercando di non farle male e di farsi sentire oltre la parete che al momento si trova..carezza dopo carezza si può assottigliare e qualcosa succede, qualcosa di terribile da sentirsi dire. "Hiashi sarà felice di rivedermi?" sono le parole di una persona che si è arresa, il cui fuoco è sotto le ceneri del dolore e della disperazione. Continua in silenzio a pettinarla sistemandole i capelli rendendoli lucidi, continuando il lavoro senza dire nulla per diversi minuti poi, umettandosi le labbra abbassa il pettine e lo appoggia sul comodino.<cosa pensi che ti possa dire Hiashi?> le rigira la sua stessa domanda iniziando a parlare con delicatezza <tutti quanti vogliono ricongiungersi ai propri cari, in vita o in morte> sospira continuando mentre si mette a sedere sul bordo del letto <ma allo stesso tempo, non vorrebbero vederti spegnerti come una candela che si scioglie su due lati e Hiashi ha sempre cresciuto oltre ai suoi animali anche allievi forti> porta una mano sulla fronte toccandola <tanto qui> per poi far scendere verso il basso la mano cercando di scacciare via la singolare lacrima sul volto per poi portare la mano sul petto <quanto qui> allontana la mano osservandola ancora <Shade, non vorrebbe vederti così, ne in vita, ne in morte. non credi?> domanda verso la ragazza guardandola, aspettando. [ch on]

18:57 Shade:
 Rimane in silenzio, come prima osservando il vuoto ma ascoltando ogni singola parola che viene detta da quella ragazza. Ancora una volta il suono di quelle parole è ovattato, ancora una volta è doloroso provare anche solo a concentrarsi per riuscire a rispondere. Il capo di abbassa, si sposta, ma l’espressione rimane vuota, persa nei meandri della sua mente. I capelli ora sono pettinati, ma non avverte alcuna differenza nel loro essere, così come non sente praticamente nulla in questo momento. Non riesce a focalizzarsi su una sola cosa, non riesce a focalizzare nemmeno le proprie paure, non si rende nemmeno conto di dove si trova o sarebbe sicuramente già scappata. Si prende i suoi tempi per rispondere, lasciando passare diversi minuti, lasciando al vuoto il tempo di riorganizzare le parole. Ci sono tante cose da dire, su Hiashi, sul suo farle da maestro. Ci mette qualche secondo a portare una mano sul petto, sovrapponendola a quella di Mekura, qualora, dopo almeno cinque e passa minuti, questa si trovi ancora lì, o portandola nella stessa posizione in cui vi era prima quella di lei. Hiashi ha fallito se mai ha provato a crescerla come una persona forte, la realtà è che ha avuto solo poco tempo per essere il suo sensei. Ma le parole che va a pronunciare, dolorosa come quelle di prima, sforzandosi al massimo delle sue possibilità, sono solo la conferma che ormai si è completamente arresa. <Cosa vuoi sapere?> sa che tutti le stanno chiedendo la stessa cosa, una cosa che lei non capisce, un argomento difficile da trattare visto che è quello che l’ha resa in questo modo. Yama poi, ha avuto il massimo della solidarietà, decidendo di trascinarla in quelle condizioni al palazzo dell’hokage, invece che accompagnarla magari prima a casa. <Ti dirò…tutto quello che vogliono sapere…> un lascito generale prima di lasciarsi di nuovo andare. <…solo che non ricordo…le loro domande> non le stava ascoltando in quel momento e sta parlando del rapporto che doveva fare alla magione dell’hokage. [ch off]

19:20 Mekura:
 Si arrende, alla fine, in modo meccanico per chiedere che cosa sia successo in quella situazione. Mekura non aggiunge nulla, si toglie dal letto, toglie la borsa dalla sedia e inizia a sbucciare una mela tenendo le gambe accavallate con sopra un fazzoletto aperto. Rimane così senza rispondere ancora a Shade, tenendo un lungo momento di silenzio. <non sono qui per obbligarti a parlare, io sono qui...> perché è in debito con Hiashi e proteggere Shade è un modo per trovare la redenzione <...perché tra tutti, sono quella che capisco di più quello che stai provando: quella espressione che hai sulla faccia, la conosco fin troppo bene> taglia la mela in spicchi e la appoggia sul tovagliolo lasciandoli li, in attesa di essere presi. <ce l'avevo anche io quando ho provato a suicidarmi> afferma Mekura guardando il vuoto per un attimo sono umettandosi le labbra per poi spostare lo sguardo altrove, verso il muro. <quando wonderland mi ha costretto a mettermi davanti ad una scelta tra quale figlio salvare> abbassa di nuovo il volto <quando ho perso tutti i miei cari: quando ho trovato mio fratello senza occhi, quando ho visto il cadavere di mio padre ridotto allo stesso modo, quando ho scoperto che mia madre era una dei responsabili del dolore che ha causato a me ed ai miei compagni....quando quella stessa madre....> non riesce a dirlo. Lentamente allarga un sorriso stanco, portando una ciocca dietro i capelli <è pesante vero?> afferma <ti guardi indietro con tutto quello che ti è successo e ti domandi se quello che hai fatto sia giusto, se quelle morti hanno un senso, se la sofferenza ha un senso ed arrivi ad un punto in cui senti tutto qui> sullo sterno <e rimane bloccato come se tu fossi fuori da te e sentissi un male atroce o come bloccata in un abisso nella quale non vuoi e non puoi uscire...fa male vero?> scioglie l'incrocio delle gambe e sospira di nuovo poggiando le mani sui braccioli della sedia <il tempo non lenisce le ferite...ti fa solo abituare alla loro presenza, tanto da rimanere incollati alla tua anima...dolci ricordi o brutti che siano...e ancora oggi....dopo tutto quello che mi è successo, non riesco a non incolparmi di molte cose, tra queste anche la morte dei miei figli, del sangue del mio sangue...i miei bambini, rubati dal mio utero...fatti crescere come cavie..e usati come tali...non sono riuscita a salvarne neppure uno...ed erano li, come carne su un tavolo di un macellaio...aperti> sospira con lo sguardo vuoto e spendo <eppure....eppure sono qui, non avevo il permesso di rimanere chiusa in me stessa, di somatizzare il dolore> [ch on]

19:43 Shade:
 Pessimo tempismo. Quelle parole non sembrano arrivare da nessuna parte. Non ha con se la sua solita empatia, buttata nel cestino insieme alle altre emozioni nel momento in cui Uta ha smesso di respirare sotto i suoi occhi, nel momento in cui il suo corpo è stato aperto sotto i suoi occhi, la luce ha abbandonato quelli di lui e poco dopo anche quelli di lei. Si riesce però a vedere, chiusa nella sua oscurità, con le mani che abbracciano le gambe, con una serie di schermi che le permettono di vedere il suo passato, i suoi eventi importanti. I momenti belli, quelli con sua sorella, i momenti brutti, quelli con sua madre e quelli con Fumiko. Una serie di piccole diapositive, rovinate dal tempo, macchiate, tagliate che non riesce a non fissare. Dietro di lei quelle di Uta, che ignora per evitare ancora di soffrire. Cerca di allontanarsi però da quel posto della sua mente, ritrovandosi a portare lo sguardo su Mekura, guardandola ora, solo dopo che avrà finito di parlare, osservandola persa e priva di forze. Vorrebbe poterle sorridere, per fingere di stare meglio, ma sa che non cascherà in quel trucco vecchio come il mondo, e torna a fissare la corta, in silenzio. Non le dice che le dispiace, non le chiede scusa per averla costretta a raccontare tutto quello. <Andrà tutto bene…> la rassicura, su cosa la rassicura non sembra certa più di tanto nemmeno lei, ma probabilmente è per la possibilità della sua dipartita prematura. <Wonderland…> sta raccontando, da sola, perché che lei sia al suo fianco o meno in questo momento le cambia poco. Non riesce a sentire nulla al di fuori del dolore. <…mi ha portato via…> non completa la frase, rimane nel silenzio e si lascia cadere sul letto, andando a fare movimenti lenti per nascondersi sotto le coperte, cercando ancora una volta il buio per non rivedere la fine di Uta davanti ai suoi occhi. La mela viene ignorata, non vuole mangiare, continuerà a rifiutare il cibo per molto tempo, anche quando la storia andrà a voltarsi per il meglio. A questo punto non vuole più parlare, non vuole continuare quel discorso, vuole solo rimanere nascosta dal dolore. <…uccidimi…ti prego…> sarebbe meno doloroso, più veloce. [ch off]

20:01 Mekura:
 <...si Shade, lo so, lo farò andare bene, e devi farlo anche tu, Hiashi ha passato anche lui un dolore molto simile al tuo, è stato difficile ma ce l'ha fatta e ce la farai anche tu> afferma questa sapendo quanto la cosa sia difficile. Shade è più piccola di lei, ha sofferto una perdita importante senza poter fare nulla, senza i giusti trattamenti e ora? ora le chiede di ucciderla. <non servirà a nulla> afferma la donna seriamente <dimostreresti solo di averla data vinta a chi ti ha dato tanta sofferenza, non raggiungeresti nessun risultato neppure la pace...il suicidio è solo una illusione di risoluzione dei problemi, vivere nel limbo, lasciarsi andare all'apatia è peggio della morte e entrambe non danno alcun risultato> abbassa lo sguardo e poi guarda di nuovo Shade. Il problema è Wonderland, come si era detto. Qualcuno ha fatto qualcosa di grave li dentro, hanno cercato di fare del male a qualcuno che lei conosce, a cui lei vuole bene...riconosce il metodo. <non sei li Shade> appoggia la mano destra sopra le coperte al livello della testa <sei qui, al sicuro, ma devi combattere, non lasciarti andare...combatti....combatti per Hiashi, combatti per chi wonderland ti ha tolto>

20:18 Shade:
 Se potesse proverebbe molto dispiacere per il modo in cui sta trattando Mekura, per averla messa in secondo piano, pensando più al suo dolore che ai sacrifici che la Hyuga sta facendo nel raccontarle i suo passato, raccontandole il suo dolore. Però, ora come ora, non ce la fa. Non riesce a provare alcun desiderio al di fuori di quello di rimanere in quello stato. Sta completamente ignorando la promessa fatta a Kouki, si sta lasciando cadere per una strada buia che sa porterà lentamente alla morte e non sembra intenzionata a tornare indietro. La mano sulla testa le da quasi fastidio, ma quello che dice lei è vero. Non è a Wonderland, è uscita da quel posto nella totale oscurità. Si trova dentro un letto, dove precisamente non lo capisce, non riesce a ricordare o a focalizzare al meglio la situazione, ma parlare con Mekura la sta aiutando, la sta lentamente riportando con i piedi per terra, anche se non sembra, inizia a capire molto di più rispetto a prima. <Non voglio vendetta…> lo ammette, ancora una volta afferma di non volere vendetta, perché la sua richiesta è molto più elementare e allo stesso tempo complicata. <…io voglio Uta> e qui, dire quel nome, la porta a scoppiare in lacrime, con la testa sotto le coperte. Singhiozza, forte. Esattamente come voleva riavere Hiashi dopo averlo perso, ora, vuole riavere Uta. Non può perdere due figure così importanti, una dietro l’altra, e aspettarsi di rimanere sana mentalmente. Il problema è che la seconda morte è stata presa molto male, fin troppo direi. Si prenderà tutto il tempo che le serve per potersi riprendere da quel pianto, tempistiche abbastanza lunghe, in cui cercherò di mordersi l’unghia del pollice per reprimere quella tristezza che è riuscita a scappare dal suo controllo e, qualora dovesse riuscirci, tornerebbe nuovamente apatica, in quell’orrendo circolo vizioso che sembra davvero la fine della sua sanità o della sua possibilità di esistenza in quel mondo. Per lo meno, questa volta, vuole distruggere se stessa, non il mondo. [ch off]

20:38 Mekura:
 E alla fine esce fuori un nome: Uta, un nome maschile...che diavolo è successo? che Wonderland le abbia ucciso davanti agli occhi questo Uta? era un amico? no...no non era un amico...quei pianti quel nascondersi quel "voglio"...quanto se lo è sentito ripetere nelle notti insonni quando Azrael è scomparso quel voglio? quanti pianti ha soppresso? "voglio Uta" ma non era solo lui, "voglio la mamma", "voglio mio fratello"...li ha persi tutti e ogni tanto nel suo letto si ritrova in uno stato infantile in cui vorrebbe sprofondare urlando attenzioni. Si solleva, si mette in piedi di lato al letto e rimane li, lasciandola piangere quanto vuole <tira tutto fuori, non lasciare nulla dentro, urla> continua verso Shade cercando di spingerla a far uscire tutto, questa volta il tono è quasi imperativo, più alto rispetto a prima <non reprimerti, non lasciartelo far fare, continua, urla, piangi, distruggi la stanza ma non tornare in silenzio,libera tutto fuori> continua, la provoca, la spinge a reagire cercando di provare un approccio meno delicato si può dire..ma quello che sta facendo in questo momento era un po' come rinascere e rinascere è doloroso.[ch on]

20:55 Shade:
 Chissà come mai è destinata a seguire lo stesso decorso che ha avuto con Hiashi, anche se questa volta al suo fianco non c’è Riado, bensì Mekura. Lo sente, lo sente dentro di se, l’odio nei confronti di chiunque le stia parlando, l’odio nei confronti del mondo in cui vive, l’odio per se stessa, per la sua debolezza, che le sussurra nelle orecchie di distruggere tutto. Lei lo sente ed è per questo che non vuole sentire più nulla per non dargli modo di uscire fuori, per essere abbastanza forte per combatterlo, per non sentirsi un mostro perché non è quello che è. Lei non è un mostro, non è un essere senza coscienza, lei ha una conoscenza ed è quella che ora le sta imponendo di affrontare il dolore nell’apatia piuttosto che nella rabbia, soprattutto perché crede che il suo amato non ci sarà a fermarla quando metterà piede su una strada più oscura della morta e dalla sofferenza che è costretta a provare ora come ora. Però Mekura le sta chiedendo di non lasciarsi tutto dentro, di gridare, con fermezza, con un tono imperativo. Non può sfogarsi, se lo facesse cadrebbe nella rabbia e non si saprebbe controllare di nuovo. Non può permetterselo. Non vuole. Eppure, alza la voce, per rispondere alla Hyuga, per farle capire che quanto lei le sta chiedendo è sbagliato. <NO!> le lacrime spezzano le sue parole, in qualche modo ovattate dalle coperte che le sovrastano la testa. <POI INIZIEREI AD ODIARE. IO NON VOGLIO…IO VOGLIO…UTA!> ovviamente non la sentirà pronunciare tutte con foga, alcune saranno più marcate di altre, alcune saranno rotte dalle lacrime, e i singhiozzi del pianto la rendono più difficile il parlare di quanto non possa sembrare. Si lascia il tempo di calmarsi, tira fuori la testa dal cuscino e, senza guarda, andrebbe a ripetere, piano. <Io voglio morire> questa volta è cosciente di volersi lasciare andare alle braccia del cupo mietitore. Vuole solo che la sofferenza finisca in modo che tutti siano felici, o almeno lei lo sarà. [Ch off]

21:10 Mekura:
 Ha chiesto troppo forse? ma doveva fare questo prova. Shade non è solo presa dal dolore della perdita di questo Uta, ma anche da una sofferenza interna dovuta a cosa fare della sua vita. La lascia fare allora, la lascia calmarsi e non la provoca più <va bene> dice solo questo tornando indietro sui suoi passi <mi dispiace Shade, mi dispiace per quello che ti ho chiesto adesso> afferma verso la ragazza cercando di scostarle i capelli e di accarezzarla. <...lo so, lo so che non vuoi odiare nessuno...e nessuno te lo chiede, nessuna persona sana potrebbe mai osare chiedere una cosa del genere, mai, ...ma piangere non significa odiare, significa amare Shade, significa solo liberare il dolore, accettarlo> afferma continuando a guardare Shade. <non devi pensare a quel momento...non devi lasciarti sopraffare da questo, Shade ti prego, non guardare quella immagine, non tornare li, torna a casa, torna dove ti senti a casa e parlami di Uta, raccontami di Uta> afferma la donna cercando di parlare con Shade, di portarla altrove, non verso la disperazione ma verso un ricordo più luminoso. [ch on]

21:27 Shade:
 Troppe cose insieme. Troppi eventi che si sono susseguiti e che la stanno portando via dalla strada di amore e pace che sembrava intenzionata a seguire all’inizio della sua esistenza. Si calma lentamente, torna nel suo mondo, ma Mekura le parola e questa volta reagisce in maniera attiva allo stimolo esterno, semplicemente perché ha appena finito di sfogare una parte della sua tristezza e ora riesce a sentire il mondo che la circonda. Cercherebbe di indicare alla donna di mettersi seduta sul letto accanto a se e, qualora lo facesse, proverebbe a poggiare la testa sulle sue gambe, chiudendo gli occhi, provata dal pianto e dalla nottata insonne. Lei seguire questa cosa di Wonderland e tornare a casa, nulla di più, nulla di meno. Però ora non ha più un posto che può considerare tale, visto che l’abitazione in cui vive è la casa di Hiashi e ci viveva con Uta…entrambi morti ora, per quel che crede lei. Si fa forza, per raccontare di Uta a Mekura, per parlarle di quella persona che lei conosce e che Shade crede di non poter mai più rivedere. <Uta è…> si prende una pausa, scandita da un profondo respiro, prima di riprendere a parlare, mordendosi le labbra. Le serve una grande forza e determinazione per parlare proprio di lui in questo momento. <…il mio eroe….il mio amato.> la mette giù così per prenderla larga e parlarle di tutto praticamente, per sfogarsi, per non dimenticare. Povera ragazza…sta impazzendo per un fatto che non è nemmeno accaduto visto che Uta è vivo..<Mi ha salvata durate la golden week, quando nella folla hanno provato ad uccidermi…l’ho incontrato poco dopo con Fumiko…suo padre era malato ma gli ha ordinato di rimanere al mio fianco per proteggermi dal Genjutser e lui ha continuato a seguirmi da lontano. Io mi sono innamorata di lui…della sua dolcezza…> si tranquillizza lentamente, quasi sorride, come se non stesse pensando al sangue che ha visto <Poi il giorno in cui il Genjuster ha attaccato l’ospedale…è quasi morto per darmi la possibilità di scappare. A quel punto…gli ho detto che mi piaceva…ora mi aiuta con gli animali di Hiashi…> mi aiuta, sta negando la sua morte, giustamente. Se solo sapesse che non è veramente morto starebbe molto meglio. <…aiuta…ava….> si corregge con molta difficoltà e si incupisce di nuovo, questa volta in maniera evidente, molto molto evidente. [ch off]

21:43 Mekura:
 Ancora una volta, il suo è un comportamento da madre: la accoglie. Si mette seduta accanto a lei e lascia che poggi la testa sulle sue gambe. Entrambe le mani vagano delicate sui capelli coccolandola come un cucciolo sofferente mentre le racconta di più, sulla sua perdita, sulla persona che era. < una brava persona> afferma la donna continuando a coccolarla ed a tranquillizzarla, cercando di portarla in uno stato di pace abbastanza da farla addormentare. Non se la sente di darle una falsa speranza, non era li e non voleva chiedere a che prova Wonderland l'aveva messa alla prova, ma deve valutare perché è possibile che il suo Uta sia vivo, come è viva la sua Ai. Wonderland è gioia e orrore, che lei abbia affrontato l'orrore e che le abbiano mostrato solo una verità? <shhh...non ci pensare, continua a parlarmi di lui, dimmi di più...il suo aspetto, il suo carattere, cosa non sopportavi di lui, cosa adoravi> insomma cerca di spingerla a focalizzarsi su Uta, su qualcosa di bello, del suo Uta, della sua gioia. [ch on]

22:02 Shade:
 Una persona buona, fino al midollo, capace di calmarla in qualunque momento, in qualunque occasione. Capace di capire come affrontare anche il peggiore dei suoi problemi con la massica calma e fermezza. Il primo e l’ultimo di cui sembra essersi innamorata. Sente la voce di Mekura, ancora ovattata, ma capisce costa dicendo questa volta e in breve sembra riprendersi, questione di qualche secondo, e riprende a parlare, per non dimenticare evidentemente. <Era più grande di me…di qualche anno…aveva delle cicatrici sul volto…se lo guardi, senza conoscerlo, senza un combattente puro…ma in realtà è molto dolce. Con me era sempre abbastanza allegro nell’ultimo periodo…mi ha sempre dimostrato il suo amore…> sorride, perché parlare di quel ragazzo le fa bene, ricordarlo le fa bene e lentamente va a chiudere gli occhi, a rilassarsi fra le carezze di Mekura e i ricordi del passato. <Mi provocava sempre…chiamandosi con dei nomignoli stupidi…sapeva che li odiavo e lo faceva lo stesso, ma era molto divertente e mi faceva stare bene…lui è…> non riesce a trattenere qualche lacrima che inizia a bagnarle il volto, ancora umido per poco prima, in maniera molto meno prepotente. Lentamente inizia a non riuscire più a parlare, trovando difficoltà nel connettere il pensiero con la parola, convinta probabilmente di dire tutto, ma troppo stanca anche solo per riuscire ad aprire le labbra. <…lo ama..vo…lo amo…io…> non riesce a finire la frase che eccola inizia a compiere una serie di tremolanti respiri, prima di cadere nel mondo dei sogni fra le coccole di Mekura e la stanchezza del giorno prima. Se vogliono sapere quello che è successo a Wonderland lo sapranno un altro giorno, per ora, si accontenteranno di averla salvata dal desiderio di morte, per ora. [END]

22:20 Mekura:
 Non c'è altro da dire, non c'è altro da aggiungere. La lascia parlare e la lascia addormentarsi sulle sue gambe. Attende un po' lasciandola riposare e prendere sonno. Dopo di che, con calma scivolerebbe con le gambe sotto la testa di Shade adagiandola sul cuscino. Scosta di nuovo le coperte e la rimboccherebbe per bene in modo da farla dormire in un letto bel fatto e lenzuola ben tirate. Le scosta i capelli dal viso e finisce di tagliare anche l'altra mela. Finisce di tagliare e lascia il libro li sul comodino per poi scivolare fuori dalla stanza ricordandosi di chiudere la finestra. Uscirebbe andando in direzione della casa di Hiashi per controllare: se ci fosse un morto a quest'ora sarebbe in ospedale anche lui, ci sarebbero delle notizie ma non le sono arrivate. Quindi c'è una possibilità che o il cadavere fosse in casa, oppure lui sia ancora vivo. Allunga il passo in completo silenzio e si perde nella notte, dovrà fare altre cose, come assicurarsi che Juusan sia tranquillo per la situazione di Shade..e dovrà occuparsi anche di organizzare un completo resoconto di Wonderland con tutti quelli che lo hanno provato sulla loro pelle. [end]

Mekura viene inviata a conoscere di più su cosa sia successo a Shade.
La bambina non riesce a parlare di Wonderland e la Hyuga non osa spingerla a parlarne ma riesce comunque a identificare la causa del problema: Uta.