Giocata del 21/10/2017 dalle 20:03 alle 23:23 nella chat "Luogo Sconosciuto"
con le cure avute a Konoha la vita di un certo Uta è diventata più semplice e meno esasperante, ma questo non si può dire per Shade. Anzi, da quando ha ucciso quel tizio che la tormentava le cose sono andare sempre peggio. Il ragazzo faceva quello che poteva e alcune volte era deliberatamente stare in silenzio, pulire casa, fare cose per darle un minimo di sollievo e parlare quando avranno tempo. Ma appena rientrato dalla spesa vedendosi passare davanti Akaya, avvicinandosi alla porta nota il biglietto che quest'ultima ha lasciato a Shade. Senza dire nulla entra all'interno della casa andando a cercarla trovandola in giardino. <Shade> non dice altro preoccupato in volto <sono tornato ora dalla spesa...avevo intenzione di farti qualcosa per tirarti su...ma non credo che sarà possibile> s'avvicina guardandola con calma <che succede? non ne abbiamo voluto parlare e l'ho rispettato con tutto quello che è successo> sospira avvicinandosi a questa <ma lo sai che puoi parlare con me se vuoi> non dice altro, la lascia parlare e esprimersi. [ambient Shade]
La serata procede tranquilla. Dopo l’uscita di scena di Akaya può finalmente provare a trovare la calma e, con questa, arrivano i sensi di colpa. Sensi di colpa nei confronti del gesto che ha davvero pensato di compiere. Aveva impastato il chakra per colpirla, colpirla e farle del male. Fortuna vuole che le bestie di Hiashi sono un ottima compagnia per questi momenti particolarmente scuri, in cui si rende conto che, nei momenti di debolezza, smette completamente di ragionare e va a puro e totale istinto. Un istinto combattivo che le dice di far stare zitto il proprio nemico il più velocemente possibile. Sospira un paio di volte, andando ad accarezzare la testa dell’aquila che, piuttosto che stare sul suo trespolo, preferisce rimanere accoccolata a mo di gabbiano sulla coperta che ha sulle spalle per non sentire il gelo che la notte ha portato con se. Gli altri animali sono tutti un po’ in giro sparsi, ma tutti sembrano sull’attenti, come se qualcosa di brutto fosse accaduto o in procinto di accadere. Infatti quando la porta si riapre la ragazzina andrebbe a sobbalzare, voltandosi verso l’interno di casa per accogliere con rabbia qualunque figura le si avvicini. Ma per fortuna è Uta e la sua vita le scatena dentro una serie di sentimenti, di cui quello che probabilmente ha più effetto sono i sensi di colpa. Perché in tutto questo non ha minimante pensato a come si sarebbe potuto sentire il ragazzo qualora lei si fosse cacciata pesantemente nei guai. <Uta…> lo chiama debolmente, alzandosi dal pavimento, con tanto di verso gracchiante del volatile che non sembra molto felice di esser spodestata. <Sono un mostro Uta…sono diventata un mostro…> nulla di più, non riuscirebbe a dire nulla di più avvicinandosi piano al ragazzo, con gli occhi lucidi ora più che mai, e l’assoluta necessità di averlo al suo fianco per questa sera, ma non come quella coppietta felice che si ritrovano ad essere quando non c’è nessuno intorno a loro, ma come una ragazza che ha bisogno del sostegno dell’amato per poter effettivamente andare avanti e affrontare questa assurda situazione. [Ch off]Non dice nulla, quando la vede rantolare verso questo, semplicemente allunga il passo, le afferra prima le mani e poi con delicatezza la abbraccia, un abbraccio forte e stretto, ma non doloroso. Appoggia il mento sopra la sua testa e gli lascia un bacio sulla fronte. <mi dispiace, non dovevo aspettare a chiederti che cosa stesse succedendo> afferma rammaricato Uta rimanendo così in silenzio dando il tempo alla ragazza di sfogarsi come meglio crede.
La voce di quel ragazzo è come una dolce melodia per le sue orecchie e, anche se è abituata a sentirla spesso per via della loro relazione, questa sera è come se fosse più armoniosa, più dolce, di quanto non lo sia mai stato prima. La voce è tremante, così come il respiro, e il ragazzo riuscirà a sentirlo anche meglio nel momento in cui la accoglie fra le sue braccia, calmandola si, ma non abbastanza da farle passare tutti i problemi che affollato quella piccola e fastidiosa testolina vuota. <Non riesco a sentire nulla amore mio…> e non parla della loro relazione, considerando che quel bacio le lascia un piacevole brivido, per questo andrebbe a spiegarsi meglio. <Sono stanca, tanto stanca, ho visto il mondo crollarmi addosso con quel Genjutser> ammette iniziando a piangere. <Ho avuto paura di perderti. E poi…> prende diverse pause, per via dei singhiozzi di quel pianto liberatorio. <…poi ho ricordato. Ricordato di aver tolto la vita a mia madre da piccola, ricordato le torture che ho subito. E anche se avevo te al mio fianco…mi dispiace…> si è lasciata comunque corrompere dal dolore <Già con il medico…non ho provato nulla nell’aver portato via una vita> deglutisce, mentre le lacrime iniziano a fermarsi, così come le emozioni iniziano a scomparire dalla sua voce, come se il solo ricordare di aver fatto del male a qualcuno, le causasse una innaturale perdita di sentimenti. <Poi sono andata in missione…e anche lì…non ho provato nulla> stessa storia, soggetti diversi, la sua voce risulta particolarmente atona. <E ho ritrovato gli occhi di mio padre addosso ad un nemico…> e come se non bastasse. <Dopo la morte di Hiashi ho avuto paura di perdere anche te…> un discorso confuso, esattamente quanto lei, che non può fare altro se non aggrapparsi alle vesti di lui, tenendosi con forza, tutta la forza che ha in corpo, come se avesse paura di lasciarlo andare, di perdere quell’ultimo legame con la se stessa del passato che le è rimasto. <Io…sono un mostro> ha dimenticato la parte più importante, ha pensato di voler distruggere il mondo e desiderava uccidere Akaya, oltre al pellicciotto chiuso in un recinto in giardino. [ch off]la accarezza come un cucciolo per consolarla mentre la ascolta. Ancora una volta non dice nulla, la lascia sfogarsi, la lascia parlare e calmarsi, per come può e solo dopo all'ennesimo "sono un mostro" lui, sospirando riprende la parola. <i mostri non piangono amore mio, non sentono risentimenti, non soffrono, non si domandano se siano giusti o sbagliati, i mostri...semplicemente si comportano come tali, tu non sei un mostro e non lo devi neppure pensare> Un braccio scivola verso il basso la afferra da sotto le ginocchia mentre l'altro la prende per le spalle sostenendola <andiamo in casa, non voglio che tu prenda freddo> ma da a lei la decisione alla fine intanto continua a parlarle <lo so che il mondo è come se ti fosse crollato addosso: hai perso un pilastro della tua vita, hai avuto paura di perdere le persone che amavi e le persone che ti hanno fatto soffrire sono venute a reclamarti e questo ti ha riempito di rabbia, di disperazione, di delusione e tristezza, di paura, di impotenza e sopratutto ti senti sperduta e incapace di fare nulla per migliorarlo, anzi, tutto attorno a te sembra ostile e vuoi solo schiacciarlo allontanandolo e chiudendoti a riccio> rimane in silenzio per un po' prima di continuare <...ho perso...molto nella mia vita, ho perso amicizie e persone care assistendo impotente a quello che succedeva e mi domandavo se potessi fare qualcosa, se potevo aiutarle, se fossi stato più forte...e questo mi aveva isolato nella rabbia, nel dolore e non riuscivo a sentire nulla e mi sentivo in colpa per quello che avevo fatto o non avevo fatto, per non essere stato coerente come me stesso e nelle mie promesse...quindi so cosa stai passando> continua a guardarla, amorevole ma serio nel suo tentativo di sbloccarla da quella situazione, o di farle capire che quello che sta succedendo è un passaggio nella vita da ninja, può capitare per quanto sia triste. <non sei un mostro, sei solo umana e stai soffrendo così tanto che cerchi di negartelo a te stessa, ma non sei da sola Shade e non lo sarai mai, sono qui per te, solo per te, se sono sopravvissuto è solo per te e ti amo> [ambient]
Si lascia prendere in braccio, andando ad appoggiare la testa sulla spalla di lui, senza provare in alcun modo a ribellarsi a quella situazione, accondentendo all’idea di rientrare insieme in casa. Ascolta per intero il discorso di Uta, trovando in quelle parole una evidente similitudine con i sentimenti che si sta portando dentro e che, lei stessa, non ha la più pallida idea di come esprimere. Quelle parole la preoccupano, la preoccupano molto, perchè significa che quel cambiato, in qualche modo, era previsto. <Ti amo…> ammerebbe dolce nel tono, provando ad avvicinare il volto a quello di lui, per un bacio veloce, forse anche deludente, in quanto cercherebbe di darglielo sulla giancia piuttosto che cercare le labbra di lui, ma ha evidentemente altre cose da dire oltre quella affermazione di amore. <Non so cosa fare, non so come smettere di soffrire, non so se potrò mai tornare a quella ragazzina di cui ti eri innamorato…> ed è questo quello che le fa più male. <Non riesco a trovare una distinzione fra giusto e sbagliato, se non una personale che riguarda i crimini maggiori o quelli più atroci. Non riesco più a distinguere una persona buona da una meno buona…ah no aspetta…quello non lo facevo nemmeno prima> cercherebbe di metterla sul ridere, appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo ancora una volta. <Ma prima il bene e il male non sembravano avere importanza per me…adesso si. Hiashi era un cannibale, eppure non era cattivo. Fumiko non ha mai fatto nulla per avvero, ma ho iniziato a dubitare di lei…io non so come comportarmi.> e giusto perché si sta agitando manco fosse un pesce fuori dall’acqua, andrebbe ad alzare di nuovo la testa, cercando di guardarlo al meglio delle sue possibilità da quella strana posizione. <Non so più chi sono….non mi riconosco, non so come tu faccia a riconoscermi…c’è stato un secondo, prima…> prima parliamo di qualche oretta <in cui Akaya, una ragazza del villaggio, mi ha chiesto di farle provare quello che ho provato io…e volevo…volevo farle del male…volevo farla soffrire…fisicamente e mentalmente> si perde in quelle parole come se stesse cercando di combatterle proprio mentre le pronuncia. <E ora mi rendo conto che il male che vedevo in Fumiko…è presente anche in me> e torna sulla spalla. Tonno Uta Spalla, solo il meglio! <Io non so dove sarei ora non ci fossi stato tu a ricordarmi che questa realtà è più bella di quel che sembra> quante lusinghe in un momento di totale sconvolgimento e confusione emotiva. [ch off] Aggrotta la fronte sentendo quello che ha da dire su questa Akaya, sul fatto che la stia assillando neanche fosse una maniaca sessuale che chiede di essere sodomizzata. Intanto appoggia Shade sul divano e le rimane accanto. <humf...ci sono persone che fanno di peggio, che si credono nel giusto e intanto fanno soffrire gli altri dandogli anche la colpa perché non sanno gestire se stessi> una stoccata non troppo velata a Fumiko, ma questo pensiero viene subito scacciato per occuparsi di lei. <...non si smette di soffrire a comando Shade, non è un interruttore che fai on e off...e, fringuellino> afferma tanto per provocarla con un nomignolo <ti amerò anche per i tuoi lati negativi...amore significa accettare una persona per quello che è, non per quello che era o per quello che sarà> porta le mani sul volto della ragazza e le sorride. <non sappiamo mai di chi dobbiamo fidarci, cosa sia giusto fare, non siamo infallibili, sbagliare può essere una opzione ma è arrendersi che non possiamo permettercelo> sospira <quando mi cacciarono con mio padre, avevo preso una spada, tanto esplosivo e volevo andare a fare un massacro, ero quasi per farlo, mio padre mi fermò...mi ruppe diverse ossa per fermarmi ed era già malato. Quello che ti sto dicendo Shade è che al fronte di una grave ingiustizia, di una follia di un orrore che stiamo subendo, dobbiamo decidere se ascoltare il mostro che c'è in ognuno di noi e dare sfogo della nostra violenza, o rimanere umani> sospira <non sarei qui, se l'onore di mio padre, se non mi avesse riportato a pensare a decidere chi volevo essere> Continua a coccolarsela, a tenerla a se. <lo so che è difficile, lo so che stai combattendo una tua battaglia personale...ma sei più forte del male che ti hanno fatto gli altri, sei più forte di quanto pensi dal farti soggiogare> piega il collo incontrando la sua testa <..metteremo una serratura buona a casa, così non verrà a disturbarti e scriverò anche all'hokage per chiedere di tenerla lontano da te, di lasciarti in pace, c'è sempre un'altra soluzione, non dubitare mai di questo..va bene pandina?> [ambient]
Appoggia cosa! Lei stava bene in braccio a lui, le piaceva fare la parte del tonno che si agita fra le braccia della persona che ama, al punto che, sembrerebbe tentata di chiedergli di prenderla in nuovo fra le sue braccia, ma si trattiene, limitandosi a qualche frecciatina ironicamente omicida, accompagnata da un sorriso evidentemente divertito. Sente il peso del suo cuore alleggerirsi improvvisamente. Ne ascolta il discorso per interno, portando una mano a toccare quella che lui ha portato sul suo volto, accarezzandola dolcemente e formulando una domanda abbastanza decontestualizzata. <Come stanno le tue ferite amore?> perché si preoccupa, non che lui sti male, ma che stia troppo bene per abbandonarla da un momento all’altro. Potrebbe ponderare di rompergli qualche ossa la prossima volta che viene a sapere del genjuster. <Vero che…mi fermerai prima che possa rovinarmi la vita provando a fare una stupidaggine come il…prendere una spada e andare a cercare di uccidere tutti quelli che incontro…> cosa che, in questo momento, soprattutto se qualcuno continua a provocarla, potrebbe poi non essere tanto una possibilità quanto una certezza. <Io non voglio essere un mostro….continuerò a combattere anche contro me stessa per evitare di cedere…ma voglio che tu resti al mio fianco, come io resterò al tuo fianco quando ci saranno novità sul nostro amico Genjuster…> inizia a sentire il desiderio della vendetta nascere dentro di lei anche se forse è la voglia di consegnarlo alla giustizia la forza portante che la muove in quella affermazione. Sorride, tranquilla ora più che mai, come rincuorata dalle parole dell’amato, anche se ancora particolarmente ferita dagli eventi di tutti i giorni. Andrebbe a cercare di prendere una mano del ragazzo, per stringerla dolcemente, mentre se ne stanno così tranquilli sul divano, mentre il suo cuore, lentamente, inizia a lasciarsi indietro la sofferenza per accogliere il suo amore. <Sei tu il mio interruttore off per il dolore> ammetterebbe per poi decidere di prenderlo in giro, come vendetta per l’esser stata chiamata con un nomigliolo preso da quella specie di mostro distruggi appartamento che hanno in giardino con gli altri animali. <So benissimo che amore significa non guardare quello che si era, considerando che il mio ragazzo sta ingrassando a fare il casalingo> povero Uta, non è nemmeno poi tanto vero, ma si ritrova ad essere insultato a gratis. <Grazie…per essermi sempre vicina> [Chakra off]<guariscono> risponde <..lentamente> aggiunge accompagnando le parole ad un sorriso ed un pizzicotto per la ragazza sulla guancia destra. <si...evitando di romperti qualche costola nel processo si intende> suo padre è suo padre, lui è lui e Shade è Shade, Uta è vecchio stampo: non si ferisce una ragazza se non strettamente necessario. <brava la mia soldatina> e continua a stuzzicarla cercando di farla reagire e farla svagare, pensare ad altro. Afferra la sua mano e gli da un bacio su questa continuando a fissarla, ma solleva un sopracciglio piccato nel sentire quella affermazione <Ingrassato?> si guarda per bene preoccupato per quello che ha detto la ragazza, poi la fissa di nuovo con fare ferale e malizioso <ah....quindi mi stai suggerendo di fare più esercizi? e facciamoli> nel giro di pochi secondi si rigira e la sormonterebbe poggiando il petto contro il suo mentre si posiziona in mezzo alle gambe della ragazza <preparati> afferma il maledetto sempre con quel tono e quella espressione, lento come un predatore porta le dita della mano libera sotto il mento accarezzando il profilo del collo con un solo dito per tutta la lunghezza fino alle labbra <perché oggi sarà una seduta di allenamento intensivo in cui verrà testata la tua resistenza al solletico, non mi sottovalutare Shade, ho avuto anni di esperienza per perfezionare la mia tecnica>...bhe? cosa pensavate? Sorride giocoso e appoggia la fronte contro questa. affondando la sua mano contro quella di Shade cercando il contatto con questa. Non risponde, il suo sguardo dice abbastanza. senza bisogno di esprimersi a parole. Si prospetta una serata forse più calma di quanto si potrebbe immaginare, forse una delle poche, forse una delle tante, ma eccoli li: due cuori ed un tetto..ed un sacco di animali che origliano. [end]
Non si pente di nulla. Uta sembra invece preoccupato di specificare che si sta mettendo il suo tempo per guarire da quelle ferite che sembrano aver attecchito più nel corpo che nell’animo. Sorride, dolce, mentre si lascia andare a qualche profondo respiro, come se le fosse mancata per davvero tanto tempo la possibilità di respirare a pieni polmoni. <Si ecco…magari evitiamo le ferite…o la vecchia in ospedale, l’infermiera che si prendeva cura di te, potrebbe affezionarsi troppo a noi> infondo avevano una certa nota di riguardo per loro due, trovando il comportando di Shade esasperante quanto dolce e quello di Uta…solo dolce. L’ennesima provocazione arriva e il ragazzo si ritrova a dover reagire alla sua. Lo osserva con espressione di sfida e quando le viene proposta l’idea di fare più esercizii beh, lo osserva con malizia, ritrovandosi ad avere un contatto con lui decisamente più ravvicinato di quando non si aspettasse, non di punto in bianco. Arrossisce improvvisamente, sorridendo come una stupida, preparandosi probabilmente al meglio e accompagnando i suoi gesti provocatori con una carezza sul volto, passando le mani sulle cicatrici che vi sono presenti, con estrema dolcezza. <Cosa?! No, no il solletico no…il solletico no> inizierebbe a ridere, prima ancora di riceverlo. Ha scoperto il suo punto debole, ormai è la fine, userà quell’arma in eterno contro di lei. La tecnica di tortura preferita dagli anbu, il solletico no jutsu(?). Lascia che la sua presenza la calmi, la rilassi, in quella serata che è iniziata anche troppo male e che ora si sta concludendo al meglio, grazie al cielo [END]