Una benedizione.
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Giocata dal 16/10/2017 19:13 al 17/10/2017 01:56 nella chat "Colline"
[Magione Raido - Sala] Il tempo non è per niente buono, una tempesta si sta abbattendo sul villaggio di Kusa, ma non per questo la giovane Chunin ne deve essere intristita, infatti lei ama un tempo atmosferico simile, fatto di pioggia, lampi e tuoni. I suoni che quindi la natura scatena contro il villaggio sono un ottimo sottofondo per questa serata piuttosto amorfa. Seduta in sala, su uno dei divani, la ragazzina è intenta a leggere quello che sembra un buon libro, difficile vederne la copertina, dato che lo tiene appoggiato sopra le gambe incrociate, tenute sul divano. Schiena rilassata ed appoggiata al morbido schienale, la testa leggermente piegata verso il basso per poter leggere le parole scritte su quelle pagine. I lunghi capelli neri e tenuto sciolti, le ricadono quindi sulle spalle e un poco davanti al viso, dandole un’aria decisamente inquietante in questa serata temporalesca. Occhi gialli concentrati, espressione seria, quasi neutra e distante. Il piccolo ed esile corpo è avvolto da un paio di pantalone neri ed attillati, ma elasticizzati, che le arrivano fino a poco sotto le ginocchia. Non sono degli indumenti troppo leggeri, ma pesanti il giusto per non soffrire troppo il freddo, e nemmeno morire di caldo. Stinchi e ginocchia nude, nessuna fascia a coprirle il corpo, e piedini scaldi, come al solito. Cicatrici e bruciature sono messe in bella mostra sulle gambe e sotto la pianta dei piedi, così come sul collo, parte del petto e sulle braccia lasciate nude da una maglietta a mezze maniche di colore viola scuro, abbastanza lunga e larga, tanto da starle decisamente morbida sul corpo esile. Il piccolo gatto Kuro questa volta non è con lei, ma si guarda bene da stare ben lontana dalla piccola Yakushi, come se ne avesse paura. Ovviamente sulla maglietta, al livello del cuore, vi è cucito il simbolo del suo clan Yakushi, ripreso anche sulla schiena, a livello infra scapolare, ma nascosto dai capelli al momento. Il chakra sarebbe attivo all’interno del suo corpo, scorrendo all’interno dei canali appositi, fino ad avvolgere l’intero suo corpo compresi i punti di fuga. Pronta a tutto, anche se non ha con sé, o vicino a sé, il proprio equipaggiamento… non che le sia mai servito a qualcuno fino ad adesso. Lentamente, godendosi quella serata e quei suoni all’esterno della magione, la mano destra si muove per poter voltare le pagine man mano che le legge o ne osserva le figure, le quali descrivono più nel dettaglio quello che le parole dicono. Pare da sola nella magione al momento, ma non sembra soffrire poi tanto la mancanza di Raido stasera, per chissà quale motivo pare più rilassata del solito, o forse è solo una facciata, un’ennesima maschera. [Chakra On] Una bella serata, per quelli a cui un po’ di pioggia non dispiace e fortunatamente Shade rientra in quella categoria. Certo, l’umido non è sempre ben visto dalla ragazzina, soprattutto quando lava i vestiti e non può stenderli fuori casa senza vederli portati via da un aquila dispettosa, o ritrovarli nel fango usati dai due cavalli come possibile nuovo giocattolo. Quindi, per forza di cose, li deve tenere in casa, dove al massimo si ritrova ad usare un mamba nero come possibile filo per stenderli o, nel peggiore dei casi, un piccolo topolino li usa come palestra di allenamento per l’arrampicata libera. L’unico sano di mente sembra il lupo, peccato che non è mai in casa! Ogni tanto gli istinti omicidi sono papabili nell’aria in quella casa, ulteriore motivo per cui ha preferito staccare, almeno per stasera, tornando a trovare la sorella nella magione di Raido, senza nemmeno provare ad informarsi per la sua possibile presenza in casa, ma dandola quasi per scontato. Ha diverse cose di cui parlare con la bambina, alcune serie e probabilmente difficili da esprimere in un concetto singolo e privo di esitazione, altre più tranquille, più liete si potrebbe dire. Indossa un Kimono, corto, colore bianco con su rappresentati dei petali di ciliegio di colore rosso, abbinato ad un paio di leggings neri lunghi e caldi. Stivaletti ninja, coprifronte ben legato al collo, borsa porta oggetti alla vita e falco alla mano. Si, falco, quello di Hiashi. Ha pensato di portarlo via con se, conscia che probabilmente l’unica altra mente sana di quella casa potrebbe proprio essere il volatile di modeste dimensioni, oppure potrebbe essere l’organizzatore delle maracalle. In entrambi i casi se sta lontano da casa è meglio. Nell’altra mano invece tiene un ombrellino rosso come i petali e i bordi del Kimono. I capelli sono invece sciolti e cadono morbidi lungo la schiena e le spalle. Si sarebbe potuta mettere un impermeabile eh, sarebbe stato decisamente molto comodo, ma ormai è uscita così e ci si arrangia come si può. Si fermerebbe davanti alla porta della casa di Raido, ancora insicura su come bussare visto che ha Hawke sul braccio destro e con il sinistro tiene l’ombrello, ma un modo lo troverà, deve solo pensarci. Fortuna vuole che le ferite lasciate dalla morte di Hiashi, forse proprio grazie agli animali, iniziano a guarire lentamente, lasciandole la possibilità di tornare a sorridere di tanto in tanto e questa è una delle poche situazioni in cui un sorriso è quasi obbligatorio da tenere stampato su quel dolce volto. <Oh beh> piuttosto che far scendere l’animale o spostarlo sulla spalla, lascerebbe cadere l’ombrello, andando a bussare alla porta con un paio di colpetti ancora una volta indecisi…quella magione non la fa sentire molto a suo agio per ora, soprattutto non quando si porta dietro qualche animale. [Chakra off] [Magione Raido - Sala] La testolina sembra muoversi a ritmo di qualche musica presente solo nella mente della piccola, andando prima a destra e poi a sinistra, e così via, dondolando. Le spalle e il corpo, per seguire quella melodia misteriosa, si muovono quasi sinuosamente, mentre le ginocchia sfarfallano su e giù lentamente. Insomma, si sta immaginando un bel ritornello sulle cui note muovere il proprio corpo durante quella piacevole lettura. Nient’altro viene fatto dalla ragazzina, ne tanto meno detto, dato che si trova a casa da sola e non ha alcun motivo di proferir parola, ma la sua attenzione viene attirata da quel debole bussare. Due colpi indecisi. Si tratta quindi di qualcuno di piccolo, e quindi debole, o di qualche donna. Oppure di qualcuno che si è perso e non sa se bussare o meno alla porta di qualche sconosciuto. Lo sguardo si solleva dalla propria lettura, e secondi vengono lasciati passare mentre gli occhi dorati si puntano in direzione della porta. Chi mai potrebbe essere a quest’ora? Chi mai potrebbe disturbare? L’espressione rimane immutata, neutra e fredda, fino a quando finalmente si lascia andare a un lieve sbuffo e le gambe vengono districate per poter poggiare i propri piedi sul pavimento. Il libro viene messo di lato sul divano, con le pagine rivolte verso il basso in modo da mostrare la copertina e tenere allo stesso tempo il segno. Con calma, assoluta calma, la piccola va ad alzarsi puntellandosi con le mani e facendosi forza e leva con le braccia e le gambe. Si distende tutta la sua figura, verso l’alto, mostrando tutta la sua piccolezza a nessuno, dato che non vi è altra anima viva, e lentamente si incammina verso la porta. Non sembra importarle del tempo che ci sta impiegando, davvero tanto, eppure alla fin fine arriva di fronte alla porta e la apre. Il peso del proprio corpo viene portato sulla gamba sinistra, e la medesima mano viene portata a quel fianco che quindi verrebbe esposto lateralmente, mentre con la mano destra terrebbe la porta aperta. Neutro lo sguardo che si posa su Shade e il suo volatile, come se la sua visione non le procurasse niente, ma dopo qualche attimo, ecco che sul suo viso appare un sorriso. Un sorriso molto marcato, disteso, mentre gli occhi si fanno quasi più brillanti, attenti. <Shade! Entra pure, non stare là fuori a bagnarti.> così la inviterebbe, facendosi da parte e chiudendo la porta solo se l’altra avesse deciso di accettare l’invito. Il tono è sicuro di sé, sempre sibilante e caldo, ma con qualcosa di diverso, come se volesse insinuarsi in maniera melliflua nelle orecchie dell’altra. Qualcosa è sicuramente diverso in lei, o almeno da come ha potuto conoscerla la Hyuga, un comportamento quasi più arrogante e divertito. [Chakra On] Oh ma per l’amor del cielo. Una sera che era felice, solo una sera, UNA, me la lasciate tranquilla questa povera bambina? UNA?! Ehm, torniamo alle cose serie. Rimane fuori dalla porta per un periodo di tempo decisamente più lungo di quanto previsto. Un periodo di tempo in cui inizia a pensare che forse dovrebbe tornarsene a casa e passarla di nuovo da sola con gli animali. Il falco non sembra più abbrezzare la pioggia e inizierebbe a scuotere il corpo togliendosi dalle piume l’acqua in eccesso. Proprio per questo andrebbe a riprendere l’ombrello e, con tono evidentemente dispiaciuto, andrebbe a dire con voce bassa <Beh, non c’è nessuno in casa…> frase che verrebbe seguito da un suo voler far ritorno alla propria abitazione, se non fosse che, in quel momento, la porta si apre. Si volta, di nuovo, incontrando il volto della bambina quando questa ormai già le sorride. Risponde a quella espressione con una altrettanto allegra, non notando alcuna iniziale differenza fra la solita ragazzina e quella che ha ora di fronte a se. Il falco non sembra intenzionato però ad entrare in casa e, mentre Shade va a compiere i primi passi oltre la soglia della porta, dopo aver accuratamente messo via il suo ombrellino rosso vicino, chiuso, vicino all’anta ancora chiusa della porta, il volatile andrebbe a lasciare il suo braccio, preferendo la pioggia ad una casa che puzza di gatto. <Oh, quello era Hawke!> presentazione alla veloce mentre il falco inizierebbe a sovrastare la casa in volo, cercando forse un possibile a caldo riparo dalla pioggia, lontano da qualunque felino. <Come stai Kouki?> le chiederebbe tranquilla, senza smettere di sorridere, fermandosi poco lontana dalla porta, ad osservare la ragazzina da testa a piedi, notando qualche sostanziale differenza che preferisce ignorare al momento. Le mancano le bende, motivo per cui tutte le cicatrici sono evidentemente esposte, soprattutto quelle sulle gambe che riesce a vedere molto bene, in più il tono della sua voce è diverso da quello che è abituato a sentire. Il dubbio nasce nella sua mente quasi spontaneo, ma preferisce ignorarlo e parlare per cognizione di causa, soprattutto perché la prima e ultima volta che ha avuto un minimo incontro con Mirako si è beccata una minaccia di sventramento, se non sbaglio, quasi istantanea. Le cose ora sono molto cambiate, Shade è molto cambiata, e la ragazzina forse è una di quelle che più ha notato quel cambiamento. [Chakra off] [Magione Raido - Sala] La osserva dalla testa ai piedi, trovando decisamente carini gli abiti indossati dalla ragazza e non lo nasconde, mostrando un sorriso compiaciuto. Gli occhi poi vanno a posarsi sul falco, il quale non sembra essere intenzionato a seguire la Hyuga, e quindi se ne vola via, sotto la pioggia, probabilmente cercando un riparo da qualche parte. Espressione che si fa delusa nel vedere l’animale andarsene, ma non si flagella per questo. Il sorriso di Shade invece pare sempre il solito, anzi, forse si è ripresa un poco dalla morte dell’amico, ma difficile dirlo con una sola occhiata. <Preferisce la pioggia a questa casa?> domanda verso la giovane, prendendo atto del nome del pennuto. Una domanda spontanea, ma vuole indagare sul comportamento dell’animale, domande che invece non si pone per il micino ormai nascosto da qualche parte, ben sapendo che non ama particolarmente la compagnia di Mirako. Ovvero Lei. Lascia entrare la ragazza dunque e chiude la porta, stando poi ad osservarla per un lungo periodo in silenzio, ma senza abbandonare quel suo sorriso per niente sforzato, ma forse un po’ inquietante ormai. <Vuoi accomodarti? Sederti?> si approccia come una padrona di casa, come se quella magione fosse sua e non di Raido, andando ad indicare con un gesto fluido e delicato della mano il divano. Quindi, che l’altra abbia accettato o meno, a dir la verità, la piccola si avvierebbe verso la sua seduta, dove si trovava prima, intenzionata a posare le sue terga sul divano. Camminata fluida, sicura, meno rigida e da automa rispetto a quella di Kouki. <Come sta… come sta…> borbotta, mentre si andrebbe a sedere al suo posto, tornando ad incrociare le gambe sul divano, ma tenendo la schiena dritta, per essere ben proiettata con i movimenti e con l’attenzione verso Shade. Sorride, la fissa, piuttosto entusiasta. <Non sta molto bene, ma sono solo problemi irrilevanti, ci da fin troppo peso.> tono più alto, anche se sempre sibilante, e una manina andrebbe ad essere sventolata davanti al viso, come a sottolineare la superficialità dei problemi di Kouki, almeno per Mirako. <Tu invece come stai?> domanda che le viene rigirata, mentre il capino si inclina leggermente di lato, verso destra, e gli occhi si assottigliano appena come per studiare la ragazza. Decisamente più sciolta rispetto a Kouki, riprenderebbe a parlare quasi subito. <Mi dispiace, forse eri venuta per lei? Al momento preferisce dormire per non pensare.> ora appoggerebbe la schiena al divano, rilassandosi completamente e senza perdere quel suo modo affabile di porsi. <Hai fatto un viaggio a vuoto.> figurati se qualcuno farebbe tutta quella strada per parlare solo con Mirako, e si, si legge una leggera nota di astio in questa ultima frase, proprio dovuta a quei pensieri. Ma sembra riprendersi, tornando nuovamente dritta con la schiena. <Vuoi qualcosa da bere? Posso fare un thè!> cortese nei modi, anche se nasconde un modo di fare ben più infido, ma non smette di sorridere, ben disposta al dialogo pare. [Chakra On] Il pennuto non sembra ben disposto ad entrare in casa, ma in effetti non lo fa molto spesso nemmeno a casa sua, si vede che Hiashi li ha educati bene quando poteva ancora prendersene cura. Solo con lei hanno il coraggio di metterle i piedi in testa eh, maledetti animali. <Hawke e gli altri animali a casa sono abituati a rimanere fuori anche se piove. Tornerà a beccare la porta quando si sarà stancato> ammetterebbe con un sorriso quasi compiaciuto del fatto che non siano cambiati più di tanto dopo la morte del loro padrone, anche se è evidente che ormai ne hanno percepito l’evidente mancanza in quella enorme e bellissima casa. Accetta con un inchino l’invito a mettersi a sedere, seguendola tranquilla verso il divano, forse ben più eccitata di quanto non ci si potrebbe immaginare alla sola idea di poter essere in compagnia di una parte della sorella che, effettivamente, non ha mai conosciuto. Beata, nel sorriso, andrebbe a mettersi sul divano, dondolandosi appena e tirando le gambe al petto per poterla osservare con la felicità stampata nel volto. La cosa è incredibilmente inquietante. Poi eccola, la conferma definitiva, quando si parla della piccola Kouki non risponde in prima persona alla domanda, ritrovandosi a spiegare alla Hyuga lo stato d’animo di una persona che, in quel momento, non sembra nemmeno essere con loro. Due personalità, un solo corpo, le sembra quasi strano, dovrà farci l’abitudine e con il tempo sicuramente ci riuscirà. Però il fatto che la sorella, almeno la parte con cui è più in armonia, non stia al massimo della sua forma, la rattrista evidentemente. <Riguarda il bambino di Fumiko? Mi ha detto che Kouki non l’ha presa molto bene, mentre invece tu sembravi abbastanza tranquilla> ormai lo ha capito, non ha bisogno di una presentazione ufficiale e la domanda che segue sembra quasi essere messa lì a puntino. <Male. Sto molto male, credimi. Ma, in questo momento, posso ritenermi abbastanza felice, soprattutto perché posso fare la tua conoscenza> non dovrebbe essere così felice, no, non dovrebbe esserlo affatto. <Sono venuta per mia sorella. E che sia Kouki o Mirako ad aprirmi la porta non mi cambia nulla, sei sempre mia sorella. Non definirei mai questo un viaggio a vuoto, anzi.> continua a sorridere a sua volta, alzando lo sguardo evidentemente interessata alla proposta di ricevere qualcosa da bere. <Acqua direi che va più bene.> A questo punto andrebbe ad alzarsi dal divano, pronta a seguirla verso la prossima stanza per poterla accompagnare a prendere dell’acqua. Sembra talmente entusiasta da non volersi separare da lei nemmeno per un secondo. <Come stai tu Mirako?> l’interessamento è evidente, sia nel tono che nella postura, non sta fingendo su nulla, è davvero felice di poter fare la conoscenza di quella parte di Kouki da cui la ragazzina la protegge sempre. [Chakra off] [Magione Raido - Sala] La ragazzina viene a sapere che il falco, e gli altri animali, non amano stare in casa. Be, questo pare esatto, dopo tutto non è l’ambiente naturale di alcun animale, se non l’uomo. Annuisce, senza perdere il suo sorriso che tende di più al ghigno, ma nessuno sembra farci molto caso, nemmeno la stessa piccola. <Tornano per mangiare, oppure si procurano da soli il cibo?> non sa esattamente come funzioni, quindi domanda, in modo anche quasi cortese, ma è evidente la sete di conoscenza che la ragazzina mostra per tutto, ogni cosa. L’invito intanto viene accettato, ed entrambe si siedono sul divano e la ragazzina sposta appena il proprio libro per poter far spazio alla ragazza. L’argomento viene subito messo in evidenza dalla ragazza, la quale nomina il bambino di Fumiko, e questa semplice frase fa accentuare il ghigno della Yakushi. A lei non dispiace, ovvio, ma forse non è qualcosa di molto positivo. <In realtà riguarda molte cose, ma l’ultima è stata proprio quell’idea. L’idea che suo padre e quella donna possano avere un bambino tutto loro.> parla come se stesse prendendo in giro Kouki stessa, andando a sollevare gli occhi verso l’alto ed accennando una piccola risata. <A me non fa né caldo né freddo. Dopo tutto non considero Raido mio padre, quindi perché dovrebbe darmi fastidio? Inoltre… più si è, più ci si diverte.> le labbra piegato in quel sogghigno vanno ad essere umettate dalla lingua, che si muove sinuosa come quella di una serpe. Un nuovo giocattolo insomma, non si tratterebbe altro che di questo. <Stai ancora male per Hiashi Hyuga e Fumiko?> dopo tutto lei sa, è Kouki quella che potrebbe non ricordare nulla. Comunque sia le ultime parole di quella frase la prendono un po’ alla sprovvista, facendole assumere un’espressione stupita. <Sei felice di fare la mia conoscenza, davvero?> assottiglia di nuovo lo sguardo, osservandola. <E perché mai un simile suicidio?> domanda lentamente, in modo da far assaporare ogni singola parola, per poi alzarsi e raggiungere la cucina, seguita anche dall’altra. <Io sarei comunque tua sorella, come sarei comunque figlia di Raido, dunque?> apre il mobiletto per prenderne un bicchiere e una bottiglia d’acqua, che andrebbe ad appoggiare sul tavolo. Torna a fissarla. <Tu non sei mia sorella. E Raido non è mio padre. Ma possiamo intrattenerci in un rapporto di reciproca conoscenza, quello si.> sorride, amabile, circa… per poi versare nel bicchiere un po’ d’acqua che andrebbe a porgere alla ragazza. <Io sto…> sorride, ma quel sorriso si spegne di colpo, un mutamento improvviso mentre va a pensare a come effettivamente si senta lei. Le mani si stringono a pugni, così forte da far tremare ogni suo singolo muscolo da quella che sembra rabbia e tristezza sul viso di Mirako. <Difficile dire come sto, di sicuro non sono felice, no. Non sono per niente felice.> sibila tagliente verso la ragazza, come se fosse lei la causa di ogni suo male, ma forse è solo la prima persona con la quale le capita di parlare alla fine. <Non sono affatto felice!> sbotta, carica di rabbia, la voce aumenta e un pugno viene alzato per essere sbattuto con violenza sul tavolo. Espressione carica di ira e odio, mentre i denti vengono stretti. <Ma a te che importa dopo tutto?> un altro sibilo, mentre si avvierebbe nuovamente verso la sala, verso il divano. La voce si è nuovamente abbassata dopo quello scatto, mentre la tristezza macchia quelle sue ultime parole. [Chakra On] La domanda che segue la coglie di sorpresa, quasi non si aspettava una simile curiosità da parte di quella che, a conti i fatti, le è stata descritta come una sadica pronta ad uccidere cinque per divertimento. <Tornano per mangiare e per riposare, ma sanno procurarsi il cibo da soli. Se messo in libertà non avrebbe problemi a continuare una vita selvaggia e tranquilla. Ma ama il suo nido, ama la sua casa, motivo per cui effettivamente non se ne vanno anche se non sono chiusi in gabbia> sono animali viziati quelli di Hiashi che, sotto un certo aspetto, potrebbero quasi esser definiti opportunisti, per via del loro intento a cercare attenzioni di cui potrebbero anche fare a meno. Il ghigno viene bellamente ignorato, forse perché nemmeno ritenuto tale in questo momento, e quando si finisce per parlare di Fumiko è il rammarico quello che compare sul volto della Hyuga. Le dispiace che ci siano diverse cose a rendere Kouki instabile e che sia stata proprio Fumiko a darle il colpo di grazia. <Capisco> ammetterebbe smettendo di dondolare sul posto e scendendo i piedi dal divano, mostrandosi leggermente più seria in volto. <Nemmeno io ne sono particolarmente entusiasta, ma sono felice per lei. Fumiko merita di avere qualcuno di cui prendersi cura veramente, qualcuno che riuscirà a capirla veramente in quanto sangue del suo sangue> anche se, probabilmente, arriverà a litigare anche con il figlio un giorno, perché è una cosa con cui ogni genitore deve esser pronto a fare i conti. E poi la rivelazione, se tale la si può definire, che la coglie evidentemente di sorpresa. Scuote il capo, raddrizzando istintivamente la schiena, prima di piegarlo leggermente di lato. <Ah no? Eppure Raido tiene molto a voi> e su quello ne è incredibilmente sicura. <Si e non solo. L’elenco è lungo…per questo sono venuta qui. Volevo passare del tempo con Kouki per non dover pensare…> non pensare a Fumiko, a Hiashi, al mondo che le sta cadendo addosso. <A volte vorrei davvero che la pioggia portasse via con se tutti i problemi> e in questo momento vorrebbe davvero stare un po’ con Kouki. <Così è la vita.> commento finale, che viene detto con un espressione abbastanza persa nel vuoto, mentre la segue verso la cucina. <Per te il mio è un suicidio, per me è un occasione> la vedono in modi completamente opposti. <Non sono tua sorella, di sangue. Puoi non considerarmi tua sorella se vuoi, se ritieni che il corredo genetico abbia un qualunque genere di valenza in questo mondo.> una espressione particolarmente al di fuori del suo modo comune <Ritengo invece che l’affetto che si prova per una persona non è legato ai nostri geni al punto da ampliare quel sentimento stesso. Hiashi non era mio fratello, ma lo consideravo tale. Raido non è mio padre, ma gli voglio bene comunque. Kouki è per me una sorella, anche se non di sangue. Perché dovrei fare distinzione fra te e lei? Non mi sembri inferiore a lei, anzi, sei una parte di lei molto importante a quanto ho capito> Inizierebbe a bere a piccoli sorsi, aspettando un commento dell’altra. Però il discorso cambia, come la sua reazione e la sua espressione, quando si parla del suo stato d’animo. <Ti va di dirmi perché non sei felice?> gli occhi si chiudono istintivamente al violento colpo sul tavolo cosa che la porta ad esprimere la sua preoccupazione attraverso una singola frase. <Attenta solo a non farti male, ok?> sa che non basta un pugno sul tavolo a farle del male, ma è evidente che si preoccupa per lei. La seguirebbe verso la sala, non mettendosi sul divano, ma fermandosi a metà di essa. <A me importa> nulla di più, nulla di meno. [Chakra off] [Magione Raido - Sala] Una curiosità che viene soddisfatta non appena Shade le va a spiegare come si comportano gli animali dei quali ora si prende cura. Annuisce, alza le spalle e quindi sbologna il tutto con una sola parola. <Capito.> non ha altro da chiedere e non c’è altro che le interessi, quindi lascia che il discorso vada avanti fra loro due. Si fa curiosa alle parole della ragazza, a quella sua opinione riguardo il bambino, di certo non se lo aspettava da lei. <Come mai non ne sei entusiasta?> ancora una volta la sua curiosità viene messa alla prova e il sorriso permane su quelle sue labbra pallide e velenose. La osserva, la studia, cerca di comprenderne le parole… dopo tutto perché mai dovrebbe dare fastidio? <Fumiko se lo merita? Davvero?> si lascia sfuggire un’altra piccola risata, come se volesse prenderla in giro, per poi scuotere la testa come se nulla fosse successo. <Non importa se Raido tiene a noi, me e Kouki. Conta quello che provo io. Non sta a voi decidere se io debba provare affetto verso di lui.> sembra irritarsi ora, e non poco, sibilando fredda verso di lei, per poi però ascoltare il suo dire successivo. Il sorriso torna, lo sguardo si fa arrogante e superiore. <Già, dopo tutto Kouki serve a quello, a non dover farvi pensare ai vostri problemi. Potete dirle tutto, nulla le fa male, lei è sempre pronta a starvi accanto senza chiedere nulla in cambio. Si è rammollita. Dovrebbe solo chiudervi la porta in faccia e non farsi soffocare dai vostri problemi. Come se non ne avessimo abbastanza.> si accende, pare infuocarsi in quella difesa della propria metà, ogni tanto sembra odiarla, ma altre volte, come ora, vien fuori la sua parte protettiva. <La pioggia non porta via i problemi, niente e nessuno li porta via. Stanno lì fino a quando tu non li risolvi. La soluzione non piove dal cielo, i problemi non se ne vanno, ma si affrontano e si risolvono.> ancora risponde a quelle parole, non sorride più, rimane nel suo rancore, nella sua rabbia e tristezza. <E’ questo il punto che voi non capite, se voglio. A me non interessa la questione del sangue o del corredo genetico, non mi sento figlia di Raido, come non mi sento sorella tua. Ho un solo padre e basta. Sono libera di scegliere i miei sentimenti, se Kouki vi ama, io invece non provo gli stessi sentimenti.> sorride amaramente, scuote la testa. <E’ come se foste voi a decidere. Sono per forza figlia di Raido solo perché lui vuole, o tua sorella perché vuoi tu. Ma almeno mi fai scegliere, o me ne dai l’illusione.> annuisce comunque, si trova d’accordo. <L’affetto non è legato ai geni, ma sta a me provarlo. Voi parlate solo con Kouki, avete legato solo con lei. Ovvio che vi sentite tutti quanti una famiglia felice. Ma è qualcosa che è successo solo con lei.> vuole metterlo in chiaro una volta per tutte, seria in viso, nei suoi occhi si legge un rancore profondo, come se fosse sul punto di esplodere da un momento all’altro. <Mi vuoi conoscere? Allora fallo. Ma è strano, dato che non conosci nemmeno Kouki in realtà.> ed è vero, di tutto quello che riguarda le due personalità, entrambe non hanno detto nulla, se non in maniera generale e solo accennata, di qualsiasi cosa che le riguardino. Forse solo Raido e Kaori sanno qualcosa di più, ovviamente. <Fumiko ha raccontato del suo passato, si è sfogata con Kouki, tu idem. Kouki conosce voi, ma voi non conoscete lei se non in generale.> ancora parla, e torna verso il divano, tornando a sedersi, riprendendo il libro. Silenzio, mentre ora l’altra pone le sue domande, si interessa a lei, ma forse Mirako non crede alla sincerità di quelle parole. Si abbraccia le gambe al petto, appoggia il mento sulle ginocchia, si fa ancor più piccola. <Non sono felice perché sono circondata da persone che vogliono solo sfruttarci.> parla di sé e di Kouki, ovviamente. <Ammiravo ed ero legata ad una persona che invece mi ha denigrata e trattata come se fossi un cancro nella testa di Kouki! Mi ha umiliata, offesa, relegata al solo ruolo di malfunzionamento! Perché è questo che siamo!> grida, le unghie vanno a conficcarsi con forza nella carne delle ginocchia, graffiandosi fino a farsi uscire il sangue. <Kouki è un oggetto creato, e io il suo mal funzionamento! Ma non lo accetto! Non lo accetto e gli farò rimangiare ogni singola parola! Gli strapperò la carne e le viscere e glie le farò mangiare a forza. Sono io la parte forte! Sono io quella vera!> sembra preda di una qualche crisi, tanto che continua a graffiarsi, ripassando le unghie sulle lesioni appena fatte e peggiorando i solchi, mentre il corpo trema, la testa fa male e la vista vacilla. [Chakra On] Il discorso piccione troppo cresciuto viene messo da parte e si passa al discorso Fumiko e i suoi bambini. La domanda, seguita da quella risata, non le fanno né caldo né freddo. Fumiko non la persona che ha inteznione di proteggere ad ogni costro in questo momento, quella persona la ha di fronte a se in questo preciso momento. <Ha il suo lato di bontà che va rispettato e apprezzato per come è, a volte malfunzionante, ma di base perfettamente esistente e collaudato> da lei per giunta, solo che il malfunzionamento, nel suo caso, è un perfetto logorante del loro rapporto. Ed ecco che si ritorna ai sentimenti che le persone tendono a porre alla ragazzina e che non vengono sempre apprezzati dalla stessa.<Io ci sono sempre per Kouki, e ci sarò sempre> esordirebbe dal nulla, dopo aver ascoltato lo sfogo infuocato che l’altra le lancia addosso, dopo averlo ascoltato per intero ed essersi resa conto che le parole della Yakushi sono di per se vere. <Eppure così come non voglio costringermi a considerarmi tua sorella, non posso costringere Kouki a raccontarmi il suo passato. Deve essere lei a volerlo, deve decidere lei se è il caso di sfogarsi con me, di dirmi cosa la preoccupa o cosa la preoccupava un tempo> sembra serie e allo stesso tempo sicura di quelle parole, perché se fino ad ora non ha mai chiesto molto a Kouki del suo passato, se fino ad ora non ha insistito veramente, è perché ha trovato una certa resistenza alle poche e sporadiche domande che le ha fatto. Se Kouki non si fida di lei al punto di raccontarle il suo incubo o non ritiene opportuno farlo di certo non la obbligherà. <Così come tu mi chiedi di lasciarti decidere se volermi bene o meno, se considerarmi una persona degna a cui legarti, ti pregherei di lasciarmi la possibilità di rimanerti accanto, di dimostrarti quello che invece è presenta da parte mia, un amore che puoi non accettare se lo ritieni fastidioso, ma che non scomparirà per questo.> ancora una volta è fin troppo sicura di se. Sospira, e va a mettersi a sedere, portando le mani a poggiarsi sulle ginocchia, spostando il busto in avanti e il volto puntato verso il terreno. Non è andata lì per litigare con Kouki, ma per parlarle del più e del meno, di una cosa che le sarebbe potuta piacere come avrebbe potuto odiare. Voleva solo passare del tempo con lei, mostrarle il piccolo Hawke e invitarla a passare più spesso per la sua nuova casa, ma è evidente che ha sbagliato molto in questo ultimo periodo. <Mirako, mi dispiace, mi dispiace davvero. Non sono venuta per darvi fastidio, volevo solo passare del tempo in sua…o vostra…compagnia> è abbastanza abbattuta, a poi, quando meno se lo aspetta, una confessione esce dalla bocca della serpe. Una confessione che non si sarebbe mai aspettata, che la lascia tanto perplessa quanto furiosa e dispiaciuta. Vederla in quello stato, che si martoria le ginocchia, tremando vistosamente, la porterebbe a cercare di afferrarle un braccio, non con forza, ma con un tocco quasi gentile, una disperata richiesta di smetterla di farsi del male da sola. <Non mi interessa chi è cosa, chi è venuta prima e chi è venuta dopo, né come è nata Kouki in realtà. Mirako tu non sei un cancro nella testa di quella bambina, sei una benedizione. Tu sei FORTE.> Shade vi vuole bene così come siete, a prescindere dalla vostra forza, dal vostro aspetto, dalle cicatrici e dai problemi comportamentali. <Non dirmi che hai già smesso di combattere Kouki. Lo stesso vale per te, Mirako> la loro promessa, la loro stramaledetta promessa se la sono già dimenticata quelle due? <E chiunque abbia detto quelle parole merita quel trattamento, non mi dispiacerebbe essere al tuo fianco quel giorno> magari la aiuta e inizia a cercare di trovare il divertimento che si nasconde nel fare del male alle altre persone. Qualora le fosse concesso cercherebbe si portare una mano sopra quella di Kouki, la più vicina. [Chakra off] [Magione Raido - Sala] Non presta molta attenzione al discorso che riguarda Fumiko e il suo bambino. Quell’argomento già non le interessa più e lo dimostra non prestando alcuna attenzione alla parte buona o quant’altro di Fumiko. Non le interessa. <Si, certo, per Kouki ci sarai sempre.> commenta, sibila, sembra non crederci, anzi… sembra prenderlo sul personale e forse quell’astio si riesce ora a comprendere, a dare forse una risposta che è la stessa Mirako a dare. <Io sono e sarò sempre la sua unica amica. L’unica che ha fatto qualcosa di veramente reale per lei.> non accetta la presenza di Shade, come non accetta quella di Raido o Kaori, o Fumiko. C’è solo lei, anche se viene inglobata nella famiglia, qualche giorno le sta bene, mentre altri no. Variabile in molte cose. <Certo, ma infatti non metto in discussione il fatto che debba essere lei a decidere se raccontarti o meno. Ma proprio perché non sai, non puoi dire di conoscerla. E così quindi come puoi pretendere di conoscere me?> il tono ora sembra più pagato, tranquillo, infatti torna a sorridere, come preda di molti cambiamenti d’umore. <Per conoscersi ci si fanno domande. Colore preferito? Animale? Hobby? Sogni, paure? Speranze per il futuro? Che ne penso di questo argomento o quest’altro?> fa spallucce, prende un respiro per poi ridere. <Insomma, è la base!> ride ancora, forte e tanto, per poi smettere di colpo. Perde il sorriso, si fa tetra, scura, ma non risponde a quel suo insistere a rimanerle accanto, difficile capire come la stia prendendo quindi. <Tu non disturbi.> le uniche parole che dice in risposta a quel suo dispiacersi, e lentamente il ghigno torna su quel visino, le labbra vengono umettate tramite la lingua. <Voi… che credete di risolvere tutto con l’amore e la bontà. Non disturbi perché mi dai modo di capire come la pensate. Smancerie e debolezze, ecco perché venite feriti.> e anche lei si ritiene debole, per essere stata ferita, così come Kouki. Devono migliorare, e in fretta. Ma la situazione sfugge di mano, le sue ginocchia vengono ferite, la pelle viene via, il sangue inizia a fuori uscire dalle lesioni ma le sue braccia vengono fermate dal gesto della Hyuga, così come la sua crisi. Si blocca, si zittisce. Persino smette di tremare e l’ascolta. <Io sono una benedizione?> e lentamente volta il viso verso di lei, occhi gialli spalancati che si puntano in quelli perlacei dell’altra… e pende dalle sue labbra mostrando una speranza e un sorriso grato, che rimane sospeso tra la follia e l’oblio. <Pensi davvero che io sia una benedizione? Che sono io la più forte?> scuote la testa a quelle sue successive parole. <Non so cosa te lo abbia fatto pensare, ma nessuna delle due smette mai di lottare. O meglio… io non smetto mai.> ma rimane sempre in quello stato di estrema beatitudine, in attesa di sentire una risposta a quelle sue precedenti parole e ci ritorna anche lei. La sua mano viene presa, ma anche la Yakushi stessa andrebbe ad afferrare la mano della Hyuga con le sue. Le unghie sporche del suo stesso sangue e la sua pelle. Stringerebbe forte la presa sulle mani della ragazza. <Io sono una benedizione Shade? Vero? Vero che lo sono? E mi aiuteresti? Quando noi e Raido prenderemo quel bastardo di Otsuki, tu verrai ad assistere ai nostri trattamenti?> glie lo sta chiedendo come se si aspettasse dall’altra una promessa, come se fosse un loro primo appuntamento. <Lo faresti? Insieme a Raido?> sorride, torna a guardarsi le ginocchia martoriate. <Io sono una benedizione, non un mal funzionamento.> e ride, è felice e basta. [Chakra On] Non le crede, e come darle torto. Kouki deve aver perso tanto, soprattutto considerando che una delle ultime volte che han parlato era preoccupata per sua madre, preoccupata di esser stata abbandonata o di sapere che questa è stata ingannata da qualcuno. Non capisce perché effettivamente non ha chiesto nulla di più quel giorno, per non costringerla a dire cose che magari non voleva. <Mi hai fraintesa Mirako, non ho alcuna intenzione di mettermi a paragone con te> non ha veramente mia fatto nulla per la bambina che la possa mettere sullo stesso piano di Mirako, veramente nulla. Poi il discorso si sposta su altri argomenti e va a mostrarsi evidentemente più tranquillo. Quello che dice Mirako è giusto e allo stesso tempo sbagliato. <Non mi conosci come io non conosco te.> e se sono quelle le domande che voleva che le venissero porte, beh, allora nemmeno Kouki conosce veramente Shade. <Sai dirmi il mio colore preferito? Il mio animale preferito? Esclusa le mie paure che, sicuramente, saprai, conosci i miei sogni e le mie speranze?> insomma prima le dici che la conosci e poi pretendi di andare su argomenti che non centrano nulla con il passato di una persona che è quello di cui si stava parlando fino a poco prima, oppure si è persa per strada con quel discorso? La risata non la sorprende, così come non sembra esser poi tanto sorpresa dalla critica che viene portata avanti sulla loro bontà, sull’amore che risolve tutto. <No. L’amore non risolve nulla, ma è un sentimento che si arriva a provare per le persone con cui stai bene. Questa è la base, Mirako.> seria, molto seria, e più il tempo passa più arriva a farsi fredda con l’altra, visto che vorrebbe riavere indietro Kouki e poter stare in compagnia di quella dolce bambina che si nasconde anche ora che c’è lei pronta a tirarla fuori da quella oscurità. Infine ci sono quelle parole che colpiscono nel segno, forse anche più di quanto lei non si aspettasse, arrivando a generare in Mirako una reazione che non credeva avrebbe mai potuto vedere. Qualcuno che abbia ringraziato questa ragazzina è mai esistito a questo mondo? La ascolta, con attenzione, fino a quando non sembra in procinto di ascoltare una sua risposta alla serie di domande che va a porle. Però la prima risposta arriva con un piccolo colpetto sulla fronte della Yakushi <Ho detto che sei forte, non la più forte. La forza è un concetto che, come l’amore, spazia in molti campi. Ma si…> sorride come quando è entrata in casa, sorride solare e tranquilla. <…ti ritengo una benedizione> a quel ponto si ritrova le mano stretta fra quelle della Yakushi, stretta con una forza non indifferente. Seria, ascolterebbe ogni singola parola, per poi rispondere forse infrangendo la speranza di Mirako. <Io ti seguirò Mirako, ma solo se Kouki e Raido sono d’accordo con questa cosa.> lo sa che è brutto da dire, rompere quell’entusiasmo, ma deve farlo. <Io lo farei> ma sfortunatamente non tutti potrebbero permetterle di seguirla in quella disavventura. Kouki e Raido potrebbero non esser favorevoli alla cosa. <Mirako, tu cosa credi essere per Kouki a prescindere da quello che ti hanno detto?> [Ch off] [Magione Raido - Sala] Corruga la fronte, si lascia andare ad una sorta di rabbia quando ascolta quelle parole. Scuote la testa e si sbriga a rispondere. <Non è per qualcosa che hai detto o fatto tu. O meglio si, ma non solo. Tu ti intestardisci a rimanere al suo fianco, e lei non fa altro che amare te e Raido e chissà chi altro. Mentre io dovrei essere l’unica.> gelosia, la stessa che era emersa anche con l’Oboro e che ora si ripresenta anche con la Hyuga. Un padre? Forse può accettarlo, ma un’altra amica? Scuote il capo, stringe i pugni mentre il discorso va avanti. <Io parlo a nome mio, non a nome di Kouki. Io non conosco il tuo colore preferito perché non mi interessa e mai te lo chiederò. Per quanto riguarda Kouki, be…> sorride, emette una risata e torna a prendere in giro quella che fino a poco fa difendeva. <Lei semplicemente non sa di poter o dover fare quelle domande. Non sa socializzare, non sa come fare e non sa cosa deve dire o fare in determinate circostanze. Le cose che per te sembrano semplici, per lei sembrano lontane anni luce. Lei deve imparare da zero, come se fosse nata solo l’anno scorso.> ridacchia, solleva le spalle. <Non sapeva nemmeno cosa fosse un compleanno, ma penso se la stia cavando bene ormai.> e ride ancora dell’ignoranza di quella che dovrebbe essere la sua unica amica. Ancora una volta l’ascolta, sente le sue parole sull’amore e scuote la testa, convinta. <L’amore è una debolezza, porta alla sofferenza ed è un sentimento effimero, variabile. Nulla in confronto con il potere.> commenta in maniera decisamente piatta, ma sicura, mentre lo sguardo sembra brillare di chissà quale forza agognata. Ma tutto viene smontato quando si tocca quel discorso… quel suo essere una benedizione. Le mani vengono strette e lei attende quelle parole come acqua nel deserto. <Perché dici che sono una benedizione? Devo saperlo!> insiste, andando a stringere con forza le mani della ragazza, non si contiene, forse non si rende nemmeno conto di poterle fare davvero male. Ma ecco che le arriva un piccolo colpetto alla fronte che la disorienta non poco. <Eh?> non lo ha capito, ma la vede sorridere e sente quelle parole che un poco smorzano il suo entusiasmo, seguito da altro che sembra farla ripiombare in un silenzio glaciale. È finita la magia. <Kouki non sarà mai d’accordo, perché ti vuole proteggere da me.> fa una smorfia schifata. <E lo stesso vorrà Raido.> ecco, tutto andato in malora e le mani della Hyuga vengono lasciate. Fissa le proprie ginocchia, i graffi, e con le dita va a stuzzicarli, incurante del dolore. <Per Kouki io sono un’amica. Una cara amica.> afferma con poche parole, lo sguardo lontano intenta in quel da fare con le sue ginocchia, ma pare che stia per scivolare via. [Chakra On] Questa volta si prende la responsabilità di ascoltare in silenzio tutto il discorso, fino a quando non viene trattata la questione del potere. Non lascia trasparire poi molte emozioni mente la ascolta e poi sorride. <Tu soffri di quella debolezza e non riesco a vederlo Mirako?> le chiederebbe come se si aspettasse di essere presa in giro, come se si aspettasse di essere insultata o peggio ancora, ma si va a spiegare poco dopo. <Puoi continuare a parlare di potere, ma sembra quasi che Kouki ami qualcun altro oltre a te.> e qui il sorriso è amareggiato <Non posso parlare per Kouki, ma so che per lei sei importante. Tu sei l’unica persona che le rimarrà davvero affianco per sempre, fino alla fine, perché per quanto io possa lottare, prima o poi, potrei incontrare un nemico più forte di me che potrebbe uccidermi, come è successo a tanti Ninja, Hiashi compreso> si, sta decisamente razionalizzando quel lutto, ormai riesce a parlarne in maniera più serena <Ma non per questo dovrebbe amare di meno altre persone.> e qui ancora una volta prova a toccare un tasto che sa non interessarle più di tanto. <E tu potresti anche accettare la mia presenza al TUO fianco, come alleata, come amica, come sorella, come…> non le viene nessun insulto fantasioso <rompiscatole che però ci tiene a te Mirako e non solo a Kouki> e qui si infervora un attimo, seppur la sua non sembrerebbe essere rabbia. <Sono qui e parlo con TE. Non parliamo di Kouki per un attimo, ma parliamo di te. Ti darebbe così fastidio vedermi al tuo fianco come … quello che vuoi…esclusa cavia per torture o esperimenti> si ricorda bene la parte del voler sentire il sangue della Hyuga sulla sua pelle. No, no grazie. E poi viene la domanda più difficile di tutte, quella che potrebbe mettere in crisi il miglior diplomatico di qualunque nazione, quella che deciderà del loro rapporto probabilmente. <Sei una persona forte, incredibilmente forte, che si preoccupa talmente tanto per una ragazzina da sopportare tutto per lei. Sei sempre presente, come adesso, che sembri quasi proteggere chi ti sta veramente a cuore nascondendolo dagl’occhi del mondo. Sei perspicace e intelligente. Se questo non fa di te una benedizione non so cosa ti renderebbe? Un cancro non lo sei di certo.> non è una serie di lusinghe, perché vengono prounciate con sicurezza e convinzione. Poi la delusione che nasce dallo smorzato entusiasmo. <Kouki proverò a parlarle io, se me lo permetti. Raido invece, vorrei avere la possibilità di parlarne insieme, noi due, io e te, Mirako, parlarne da sole con Raido e vedere cosa dice, prima di esporre l’idea a Kouki. Non darti per sconfitta prima di averci provato> può sapere tutto quello che vuole, ma Shade sa essere convincente se vuole. Cercherebbe, un ultima volta, di avere un contatto con la ragazzina, provando ad abbracciarla questa volta, un contatto decisamente più forte rispetto a quelli usati in precedenza. <Concedimi il diritto di essere amica di entrambe, di essere una sorella per entrambe, Mirako io voglio esserci per te tanto quanto voglio esserci per Kouki.> non è una supplica, è una richiesta, una dolce richiesta.[Chakra off] [Magione Raido - Sala] Soffrire? Soffrire di cosa? La ragazzina si volta a guardare la Hyuga, non capendo, non comprendendo, forse arrivata a quel limite che il proprio orgoglio non riesce a farle valicare. <Non soffro di niente io.> afferma, gelida e sibilante, come al solito, intestardendosi solo su quello. In silenzio, sente il dolore non solo al petto ma anche alla testa, l’idea che Kouki si conceda ad altri è inaccettabile. Che abbia un’altra amica è inaccettabile. Semplicemente perché Mirako deve essere l’unica e basta. Stringe i pugni, cerca di ignorare non solo quelle parole ma anche la ragazza stessa, ma le parole che va a dirle sono giustissime e lei annuisce. <Esatto. Io sono l’unica che rimarrà qui per lei, che non la tradirà mai e mai l’abbandonerà. Mentre voi altri potreste anche cambiare idea fra anni o mesi.> è sicura di questo ed è talmente limpido il fatto che non darebbe fiducia proprio a nessuno. <Solo io l’ho salvata in questi undici anni. Non c’eri tu a prenderti il suo dolore, non c’era Raido, né Kaori o Fumiko, o chiunque altro Kouki voglia amare. Ma c’ero io.> ma queste parole, oltre che ad essere per Shade, vogliono raggiungere anche Kouki stessa, e di certo sarà una delle poche cose che Mirako le permetterà di sentire ora. <Non dovrebbe amare meno altre persone, non dovrebbe proprio affezionarsi.> è categorica, seria e decisa su questo punto. <Accetto Raido perché mi serve e ha detto che potrà darmi ciò che cerco. E perché l’altra persona che stimavo… mi eliminerebbe.> niente di più, niente di meno, e Raido sa tutte queste cose, semplicemente le ha accettate. Tuttavia non dice nulla riguardo al fatto che potrebbe accettare anche Shade, in silenzio l’ascolta e rimugina, senza aggiungere altro fino a quanto non lo ritiene opportuno. <Vorrei tanto avere la possibilità di vivi sezionare qualcuno, e non solo gli animali come facevo in laboratorio. Vorrei tornare ad aprire esseri umani senza la supervisione di Otsuki. Senza quella sua fetida presenza.> si, vorrebbe tanto la Hyuga come giocattolo, così come vede tutto il resto delle persone che ci sono intorno a lei, eppure nella sua testa non riesce a capacitarsi di quello che Shade sta facendo. Si avvicina a Mirako senza paura, e testarda continua a proferire di starle vicino. Certo, come Raido, ma Shade ha detto qualcosa in più, ha detto che è una benedizione. Questo pone la ragazza su un altro livello nella mente della Yakushi. Ascolta quelle parole, ed una per una sembrano riscaldare quel cuore fatto di ghiaccio e veleno. <Una benedizione.> mormora appena, con gli occhi lontani, mentre la mente sta scivolando via, si sta ritraendo come cullata da quelle semplici parole. Il resto sembra quasi non venir sentito, perché Mirako si sta solo beando di quello che le viene detto. È forte, una benedizione, viene riconosciuta come tale e la sua mente si allontana dolcemente. L’abbraccio è l’ultima cosa che viene avvertito, incapace ormai di poter parlare con la bocca di Kouki, ormai lontana, nel proprio mondo, chiude gli occhi rimanendo tra le braccia della Hyuga. E quando quegli stessi occhi vengono riaperti, la ragazzina sembra essere preda di una sorta di spavento. Sussulta, si irrigidisce, si sente toccata e non sa perché, si sente toccata e non sa da chi. <Che succede?> panico nella voce, mentre gli occhi vagano e finalmente si posano sulla figura della sorella. <Shade?> perplessa, confusa, mentre un gemito di dolore viene emesso e le dita allontanate da quei graffi che martoriano le sue ginocchia. Il tono di voce non è più come prima, così come i lineamenti, ben più dolci e rilassati, sebbene parecchio in ansia. Non si ribella a quell’abbraccio nel quale ora si sente al sicuro. Non ricorda, non sa, ma se Shade la sta abbracciando vuol dire che non è successo nulla di male, e l’Altra non le ha arrecato danno. <Mi dispiace…> eppure si sente in dovere di porre le sue scuse, flebile ed impacciata, preoccupata, mentre andrebbe a stringere le proprie mani alle vesti della ragazza, nascondendo la propria testa contro il suo petto. Lì rimarrebbe, in silenzio, in sua compagnia se le sarà permesso. [Chakra On][END] Ok, basta tendere la corda o rischia di farla davvero spezzare fra le sue mani, rischiando anche un pensate e non voluto contraccolpo. Però non per questo si tratterrebbe dal rispondere alla Yakushi. <Hai portato un grande peso sulle tue spalle Mirako, motivo per cui tempo addietro ti ho ringraziato. E lo farò ancora se lo riterrai necessario, per ora e per sempre, finchè la vita mi permetterà di rimanere al tuo fianco.> e ancora una volta si fa dolce <Permettimi di aiutarti a portare qualche peso, prometto che lascerò a te tutti gli oneri> più di così non potrebbe fare nulla ormai. Ancora una volta le risposte della ragazzina vanno a sviare totalmente i suoi discorsi, non riesce a non sorridere in quella situazione, anzi, una risata le scappa, probabilmente stanca <Va bene, va bene. Ne riparleremo più avanti, se me lo concederai> se non la farai a fettina prima su di un tavolo operatorio. No, guarda, grazie ma passiamo volentieri la mano al primo cattivo di turno che ti capita sotto tiro. La ragazzina poi si perde, si perde nel nulla, lasciandola in silenzio per qualche tempo prima di ritrovarsi ad abbracciare di nuovo Kouki. Sua sorella è tornata da lei, la sorella buona ovviamente. <Ciao> dolce nel tono, più di quanto non lo sia stata prima d’ora. <Va tutto bene, non hai nulla di cui dispiacerti.> ed è incredibilmente sincera. Rimarrà con lei, di certo, per tutta la notte, accompagnandola a letto e dormendo al suo fianco qualora lei lo desiderasse, anche perché inizia a sentire addosso la stanchezza di quella conversazione. [END]