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Il criceto con il libro

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con Kioku, Mekura

23:48 Mekura:
  [casa/salotto] Una notte strana, calma, calma e senza sogni. Si sentiva sfiancata e così anche i suoi figli, per questo tutti e tre al momento si troverebbero nella stessa situazione: addormentati, l'uno sull'altro. Ai appoggiata sul suo fianco sinistro con la testa contro la sua spalla. Mekura mezza sdraiata sul divano appoggiata contro il bracciolo di destra con parte della schiena mentre entrambe le braccia sono intorno alla vita di Ken il quale ha la testa rivolta all'indietro, la bocca aperta e le mani che toccano gli avambracci della madre appoggiato con la schiena contro il petto della madre mentre tra le gambe si trova un libro semi aperto che stavano leggendo insieme. Sono in pigiama, praticamente. Mekura ha addosso un abbigliamento molto comodo comporto da un paio di pantaloni neri elastici e una felpa blu cobalto tenuta chiusa fino allo sterno, scalza e con i capelli scompigliati e dietro la schiena porterebbe un kunai la cui punta ogni tanto preme sulla pelle, andando a svegliarla. Tiene gli occhi chiusi, nella dormiveglia, non è vigile ma per lo meno ha qualcosa con la quale reagire subito. Sa di essere in pericolo e così anche Ai e Ken, fino a quando non concluderà la storia con questo cannibale. Ma per ora, deve fare chiarezza su come muoversi d'ora in poi. In casa c'è un piacevole tepore e nessuno fa rumore. [ch off]

00:21 Kioku:
  [--->Casa Mekura] Notte fonda, a Konoha un vento culla la folta chioma del Seiun, gambe incrociate nel silenzio più totale, posto come fosse una statua su di una abitazione. Gambe incrociate palmi rivolti e poggiati sulle ginocchia...le due Katane mancano sui rispettivi come sempre l’hanno accompagnato, ma non questa notte, appena fatto ritorno da Kusa ha solo avuto modo di posare le due lame e il manto nero dell’Akatsuki in uno dei rifugi sparsi sul limitare di Konoha, non essendo poi così legato al voler avere una casa...indosso solo una maglia di seta sbracciata color grigio-blu, così come i pantaloni, dello stesso colore e materiale...gli occhi sbarrati, sembra quasi dorma. Così non è, immerso nei suoi pensieri, l’abitazione su cui è posato è una delle tante ma quella d’innanzi a lui…è l’abitazione di Mekura Hyuga, ovviamente non una casualità ma nemmeno così allarmante seppur potrebbe apparire come uno stalker deviato. Tornato il prima possibile da Kusagakure al semplice orecchiar di ciò che è accaduto durante una missione, li per li nulla di anormale, la gente nasce, cresce e muore, ma questa volta all’udir il nome di Mekura tra i membri del gruppo in missione, avrebbe mollato tutto e si sarebbe diretto a Konoha. Purtroppo per lui, impossibilitato ad usare la dislocazione per l’enorme quantità di energia che gli hanno richiesto alcune faccende a Kusa ha dovuto usare solamente la sua agilità, questo gli è costato del tempo, per tanto al suo arrivo, scoperta la dimissione di Mekura si è diretto verso la cada della Hyuga, non di certo è seduto ora per riposarsi o prender fiato, bensì per ponderar le giuste parole con le quali prendere parola, di certo non deve essere facile per la giovane Kunoichi e ancor non sa, il Rikudo Sennin tutto ciò che è accaduto dopo alla ragazza dai bianchi occhi, il tempo solo darà modo all’ex Seiun di apprendere tutto ciò che è stata conseguenza di quella catastrofica missione. Un sospiro, aprendo ora le palpebre in direzione della casa di Mekura, leggiadro e veloce scatto verso la famosa finestra dove quella famosa sera rischio di riemetterci le penne per via del ragazzino, li si appollaierebbe come un merlo a cavalcioni quasi, lasciando che i suoi piedi dondolino, con il capo poggiato sul legno della finestra, mentre la destra si alzerebbe e lentamente andrebbe a picchiettare con il dorso del medio destro il vetro della finestra. Ovviamente non è un adolescente ne uno scemo del villaggio, i suoi picchiettii non sono casuali bensì in codice morse, dando modo alla ragazza di poter leggere tra le righe di quei suoni e comprendere il messaggio che le sta venendo trasmesso <sono-sopra-camera-ragazzi-A> nulla di più attendendo, sicuro che il messaggio sia stato recepito, non solo perché si tratta di Mekura ed ha prestato servizio nella polizia oltre ad essere un membro dell’Akatsuki, ma perché è una delle cose abbastanza basilari per ninja di grado elevato. [chakra on] [rinnegan off]

00:43 Mekura:
  [casa/salotto] Questa volta non è il Kunai a svegliarla ma un suono ritmico. Scuote il capo rapidamente e aprirebbe gli occhi ritrovandosi con la mano destra sul Kunai d'istinto. Solleva la testa e rimane ad ascoltare, il messaggio è abbastanza chiaro. rigirerebbe l'arma tra le dita riposizionandolo dietro la schiena grazie all'elastico dei pantaloni, poi afferrando il libro del figlio, in silenzio lo chiude poggiandolo sul bracciolo per poi prendere tra le braccia il bambino per scivolare di lato in modo da non svegliare Ai, portandosi dietro Ken il quale successivamente una volta in piedi lo poggia accanto alla sorella. Afferra una coperta e aprendola la poggia sopra i figli, in modo che non prendano freddo e poi si incammina verso la camera dei ragazzi. Apre la porta di un quarto cercando una faccia familiare alla finestra e lo trova. Non ha scelto a caso la finestra dei bambini: la prima volta che si è fatto vedere è stato prendendosi quasi una tapparella in faccia per aver sbattuto alla finestra dei ragazzi. Una volta riconosciuto apre la porta e senza dire nulla si avvicina alla finestra aprendola tirandola verso l'alto, lasciando libero accesso ad Akendo senza dire nulla. Non ha voglia di fare delle battute e non è neppure abbastanza sveglia per farne qualcuna...e non è il caso. Lo lascerebbe entrare e subito dopo una volta che questo fosse dentro la camera chiude la finestra e subito dopo cammina in direzione della porta dei ragazzi andando a chiuderla in modo che non si sentisse la discussione. Lo guarda senza dire ancora nulla con la schiena contro la porta. Non distoglie lo sguardo ma fa fatica a nascondere una vergogna per quello che è successo. Vergogna per molte cose: Fallire la missione, mettere in pericolo se stessa, dimostrarsi inferiore ed una paura di aver deluso come non mai la persona che ama in questo mondo avere paura di perderla a prescindere che fosse morta combattendo o scappando per tornare a combattere preparata. Dischiude le labbra come se volesse iniziare a parlare, per poi rimangiarsi tutto facendo morire li la sua voce. Poi, alla fine prende coraggio antecedendo le sue parole con un lungo respiro <che cosa sai?> chiede rimanendo li, andando a togliere il Kunai da dietro la schiena per poggiarlo in una cassapanca dei bambini. [ch off]

01:23 Kioku:
  [Casa Mekura] Attenderebbe dunque l’arrivo della giovine Hyuga, attesa non poi così lunga, di certo non sorpreso, non ha caso a scelto quel sistema comunicativo data l’ora, si era preparato anche all’evenienza che la stessa donzella fosse già tra le braccia di morfeo, così non poi così lontana, vedendola in assetto da guerra con il cuscino con tanto di pigiamino. La osserva, ogni sua movenza, fino all’apertura della finestra, in modo che possa sgattaiolare dentro finalmente, agli occhi esterni parrebbe una tipica scena adolescenziale da tempo delle mele, con lui che si infila nella finestra di lei. Peccato che nessuno die due, Akendo soprattutto, è adolescente da tempo delle mele ma soprattutto entrambi sanno perché sono li, nonostante Mekura non accenni subito alla parola, strozzandole in gola, lentamente si avvicinerebbe, avrebbe voluto anche evitare che la ragazza sprecasse poi troppe parole o anche una singola sillaba, avvicinatosi ormai a pochi centimetri da lei, all’udir quella domanda, leverebbe il braccio destro fin sopra il capo d’ella, poggiando la sua mano rispettiva, massaggiandole i capelli, vociando solo a quel punto <so solo che avevi bisogno di me e sono tornato il prima possibile> d’altronde ci sa fare e sa ovviamente quali frasi scegliere nel momento giusto nonostante gli riesca ancora difficile interpretare tutte le emozioni umane, La destra scenderebbe verso il di lei collo, continuando a strusciare sulla sua pelle, applicando un minimo di pressione in modo da spingere il capo della ragazza contro il proprio petto, in una sorta di abbraccio, si potrebbe dire il massimo che possa fare in questo momento data la sua poca dimestichezza con queste “dinamiche” affettive. . [chakra on] [rinnegan off]

01:42 Mekura:
  [casa/salotto] Lo guarda anche alcune volte abbassa lo sguardo verso terra, dove si trovano i piedi di Akendo solo per sforzarsi a sollevarli di nuovo quando questo si avvicina. Accoglie quel movimento, con lentezza, non reagendo subito ma rimanendo in ascolto avvicinandosi solo di un passo quando si sente spingere contro il suo petto. Rilascia un sospiro di sollievo in quel momento, in quelle parole sollevando le mani verso il suo petto aggrappandosi ai vestiti. Tiene gli occhi chiusi rilasciando parte di quel terrore rimanendo così ad ascoltare il petto di questo per un paio di minuti. Non piange, ma può sentire il suo corpo rilassarsi il sennin andando a parlare finalmente. Solleva la testa e lo guarda. Scuote il capo e si prepara di nuovo a raccontare tutta la storia, per intero questa volta. <era una missione di salvataggio di un ostaggio da un criminale uscito dal carcere, come sempre non avevamo dati a disposizione ed hanno messo due ninja che in un ambiente del genere si sarebbero portati in vantaggio, io e Hiashi. tuttavia appena entrati all'interno del perimetro il chakra si è sconnesso, ho azzardato una ipotesi di un campo anti chakra, i sintomi erano quelli, tuttavia l'idea della barriera è stata scartata da una eventualità: avremmo visto i sistemi che tengono su la barriera e la barriera stessa, cosa che non è stato così, ma tornare indietro non avrebbe risolto il problema> sospira <abbiamo pensato ad altri tipi di modi: veleno nell'aria tecniche ninjutsu che in qualche modo riuscivano a contrastare qualsiasi cosa stesse bloccando il chakra, ne abbiamo pensate di ogni ed ognuna era meno realistica e sensata della precedente, in più stavamo subendo degli attacchi che non avevano nessuna logica: attacchi Aburame e Senjuu, tecniche, in un ambiente senza chakra> ammette abbassando lo sguardo imbarazzata <io sono entrata in confusione e il mio compagno ha provato ad avvelenarsi per capire se ci fosse qualcosa nel suo sangue…poi dopo il secondo attacco abbiamo trovato un filo elettrico…non so a cosa fosse collegato, ma allora poteva essere un filo che portava ovunque: telecamere, altri sistemi sensoriali in quella che infondo è un campo di prova secolare e spesso monitorato. Nel dubbio quindi abbiamo preso la scelta più pericolosa: andare verso la torre, l’unico posto dove si possa trovare qualcosa alla quale è collegata il filo e togliere l’energia a tutto, in questo modo qualunque cosa potesse essere sarebbe stata eliminata alla radice. Ma come previsto…li abbiamo trovato il nemico> il cannibale <aveva già fatto fuori una squadra e…una squadra anbu…> ci ripensa ancora a quel particolare come se la cosa le interessasse particolarmente <teneva il coltello sotto il mento dell’ostaggio, ho cercato di distrarlo e Hiashi ha fatto finta, che non le interessasse più di lei ma che anzi, sia venuto solo per lui, che avrebbe strappato il cuore di quell’altra e anche io mio, questo ha spinto il cannibale a sgozzare quella donna> ed il peggio arriva ora <aveva due aiutanti, due complici Aburame e Senjuu ci hanno attaccati mentre cercavamo di entrare nel palazzo per andare a togliere l’energia a tutto questo, abbiamo lottato e siamo solo riusciti a distruggere dei bracciali che, si sono dimostrati la causa del perché riuscivano ancora ad usare il chakra in una condizione del genere..l’uomo ha messo il coltello sotto la gola di Hiashi ha chiesto se voleva mangiarmi il cuore e se io volevo mangiargli il cuore…gli ho risposto di no, Hiashi ha fatto una finta per attaccarlo all’ultimo ed ha fallito…lo ha sgozzato senza che io potessi fare nulla per fermarlo> un disastro. [ch off]

20:43 Kioku:
  [Casa Mekura] Accoglie il capo della Hyuga, scontrarsi, contro il proprio petto, percependo l’agitazione e lo sconforto nelle membra della ragazza, non apre bocca, non ancora, non è lui che deve vociare bensì tacere ed ascoltare lo sfogo della ragazza. Parole che non tardano ad arrivare, concentrato ascolterebbe la storia dal principio, l’inizio della missione, le prime problematiche, le ipotesi e i continui attacchi privi di logica, infine…l’atto finale, ovviamente c’è sempre una fine. Ascolta attento senza prender parola, lascia che la giovane Kunoichi di Konohagakure esponga tutta la vicenda, lascia che le emozioni d’ella vibrino nell’aria, abbandoni le sue carni affinché possa percepirle, pure, semplici…chiare. La fine della vicenda porta con se una grande sventura e perdita, un sospiro, mentre prenderebbe le distanze dalla ragazza, squadrandola per bene ed osservandola con i suoi penetranti occhi, come se fosse alla ricerca di qualcosa, un segno, una emozione, solo a quel punto lentamente, schiuderebbe le labbra, prendendo così parola. Come acqua di ruscello, allo schiudersi delle sue labbra, le parole comincerebbero ad uscire lenti, taglienti, glaciali <percepisco emozioni che ben si discostano dal semplice lutto> attimi di pausa <si vi è dolore, ma vi è anche rabbia, frustrazione…vergogna> marcherebbe queste ultime due parole <di cosa ti stai incolpando o meglio perché ti stai incolpando?> il tono freddo e lo sguardo fisso potrebbe far pensare che non vi sia emozione nelle sue parole ma non è esattamente così, semplicemente non capisce il perché ella provi questi sentimenti che vanno ben oltre la semplice perdita di un proprio caro <non ricordo bene questo Hiashi ma essendo tuo pari in grado di certo sapeva prendere le sue decisioni, così come destreggiarsi nell’utilizzo delle arti ninja> li in quel preciso istante la sentenza del Rikudo Sennin <se è morto è solo per via della sua incapacità> le sue parole sono sicuramente dure, non vi è dubbio, ma sta estremizzando affinché spinga al limite la mente della ragazza, in modo che comprenda dove esattamente finisce il suo perimetro o cerchio che dir si voglia, di obblighi e doveri <indubbiamente ritirarsi nel momento in cui non si avevano le idee chiare poteva essere una scelta, non sempre ritirarsi implica disonore ma> attimi di pausa <tutto quello che è avvenuto successivamente può solo riguardare la missione non di certo la persona e quindi…> si avvicinerebbe ora, raggiungendo con il proprio volto, l’esatta altezza del viso di Mekura, così vicino da poter percepirne l’odore ed il calore del respiro d’ella, e viceversa <torno alla domanda originaria> lo sguardo violaceo immergersi nel bianco delle iridi d’ella < di cosa ti stai incolpando o meglio perché ti stai incolpando?> nulla di più, attendendo ora una risposta dalla ragazza, rimarrebbe così, in quella posizione, fermo, come una statua, attendendo che la giovine elabori le parole, seppur fredde e pesanti, del sannin. . [Chakra on] [rinnegan off]

21:00 Mekura:
 A malincuore lo vede distaccarsi ma, è normale che accada questo: se è li è anche per capire. Rimane ferma ad ascoltarlo ed osservarlo ed intanto pensa alla risposta da dargli. Non che cercasse di mentire, o di alterare il suo pensiero, ma perché al momento è così confusa da dover ricercare le parole correttamente, ad esprimere quello che sente dentro. <forse...e forse abbiamo sottovalutato il problema. Ritirarsi e decidere meglio cosa fare...ma quanto tempo avevamo? non sapevamo da quanti giorni aveva l'ostaggio e la ritirata cosa avrebbe portato? forse alla salvezza di Hiashi e forse alla morte di altre persone. Era solo uno ma basta una persona con esperienza alla guerriglia nei boschi, esperto di trappole per eliminare anche una squadra di più ninja. Non sapevamo cosa avevamo di fronte, le informazioni non c'erano e sopratutto una arma del genere contro di noi era impensabile: come funziona? dove si colloca? la cosa porta via tempo, risorse
e quanto tempo c'era a disposizione prima che questo scappasse? qualcuno doveva comunque rischiare, lo abbiamo fatto noi...ma abbiamo puntato verso la direzione sbagliata>
scuote il capo amareggiata andando alla fine a rispondere alla sua domanda originaria bypassando le dichiarazioni su HIashi. <ero la capo squadra, ma abbiamo deciso insieme dove dirigersi...mi sento arrabbiata perché non mi sono dimostrata all'altezza del mio grado, perché non sono riuscita a portare a termine la missione, mi vergogno perché stavo per morire perché siamo stati mandati allo sbaraglio senza informazioni e quando ho limitato i danni tornando a casa per riferire tutto quanto non si sapeva ed avitare altri morti sono stata disonorata...sono una sfregiata Akendo> una sfregiata Hyuga <sono frustrata perché non mi sono rivelata capace, ne forte, ne abbastanza intelligente per risolvere la situazione, missione s o meno..> stringe i denti <e sono altrettanto frustrata perché seppure io sia fuggita alla fine...non sento di aver fatto la scelta sbagliata: ho evitato che altri venissero mandati a farsi ammazzare, ho fatto in modo che la foresta venga monitorata dall'esterno in modo che fuggano eppure...eppure..> sospira <non sono riuscita a salvare il mio compagno ed ho disonorato tutto quello che rappresento...e questo implica anche l'akatsuki e te> stringe le labbra <io...sono una delusione costante, lo so, Kurako aveva ragione a dire che non ero degna della Akatsuki> stringe la gola <e capisco se...ci saranno delle ripercussioni per questo> [ch off]

22:03 Kioku:
  [Casa Mekura] Ascolta il susseguirsi burrascoso delle parole della Hyuga, come un maremoto che spinge con forza, le parole si abbattono una dopo l’altra, facendo fuoriuscire tutto il dolore e la vergogna di quei momenti, ascolta senza proferir parola, annuendo di tanto in tanto, bloccandola solamente prima ch’ella abbia il tempo di parlare dell’Akatsuki. Il braccio destro levarsi, la mano posarsi sulla gote della ragazza, sfiorandolo per qualche istante prima di vociare <io al posto tuo, nonostante i miei poteri e la mia esperienza sai cosa avrei fatto?> la destra tornare lungo il proprio fianco, il capo avvicinarsi ulteriormente, ma non sono le labbra quelle che il Rikudo Sennin ricercherebbe, bensì andrebbe oltre, costeggiando quella guancia, poc’anzi, fermandosi non appena le sue labbra sfiorerebbero l’orecchio d’ella, il calore generarsi prima di schiudere le labbra <io> momenti di patos <me ne sarei andato> sembra quasi sporca quella frase, quasi come se sussurrarla sia l’unico modo, una frase da non dire ma solamente pensare, lontano da orecchie indiscrete, come se stesse parlando all’anima stessa di Mekura e non a lei direttamente, come se cercasse l’istinto d’ella. Si allontanerebbe subito dopo lasciando che la ragazza metabolizzi e continui il suo racconto, andando a toccare il tasto dolente dell’Akatsuki. Un sospiro, prima di riprender parola legandosi a quello sussurrato poc’anzi < Kurako> si soffermerebbe su quel nome che tanti ricordi ri-evoca così come un dolore sopito che di tanto in tanto riaffiora <nell’ultimo periodo non era nemmeno più lui> frasi amare dato che lui nemmeno c’era nell’ultimo periodo suo, forse le cose sarebbero andate diversamente ma ormai, altri problemi sopraggiungono <ciò che hai fatto in quella missione riguarda Konoha e tutta la sua politica, agivi come ninja di Konoha non di certo come membro dell’Akatsuki, poiché se avessi agito come tale> attimi di pausa <allora ritirarsi sarebbe stato l’ordine imperativo di quella missione alla prima difficoltà> un ennesimo sospiro, mandando nuovamente ad accarezzare la tenera pelle della ragazza <non siamo un villaggio e sai benissimo che non siamo più come un tempo> parlando di quantità e forza, non che non basti lui, <il risultato della missione francamente non mi sfiora nemmeno la mente, io ho bisogno di persone che sappiano sopravvivere, ho bisogno di persone che abbiano la forza di prendere decisioni sbagliate e si, ritirarsi> ultima pausa prima di concludere tutto il suo discorso <e si, anche abbandonare se necessario, meglio una perdita che due per una missione che neanche ci riguarda> d’altronde sono mercenari vengono pagati non hanno legami con la missione in se ne chi vi è coinvolto <questo riguarda anche me, ho bisogno di persone che non rischino la vita per me, ma che siano pronte ad andare avanti lasciandomi indietro> parole dure ma sono pur sempre la verità, l’istinto di sopravvivenza è ciò che forgia i ninja più temibili, quelli che per sopravvivere farebbero di tutto, questo non significare abbandonare ogni volta una situazione o un compagno ma ponderare il rischio e valutarne i pro e i contro grazie proprio a quell’istinto conservatorio e nei casi peggiori essere pronti ad andare avanti lasciando che la retroguardia sia proprio il più forte. Si porterebbe ora a dare la schiena alla Hyuga, invitandola ad avvicinarsi al suo fianco, ora che si muoverebbe vicino alla finestra, portando lo sguardo lassù nel cielo <ritirarsi oggi per poter combattere domani, combattere domani per cercare una morte degna la prossima volta> sembrano parole stupide o volgari ma al fine dei conti è quel che più conta. [Chakra on] [rinnegan off]

22:25 Mekura:
 Si ferma di botto, guarda Akendo avvicinarsi con uno sguardo stranito e lo ascolta mentre gli rivela che nella sua posizione avrebbe preferito ritirarsi. Lui, il rikudo, ritirarsi davanti a questo. Rimane in silenzio a pensare mentre lo osserva quando ripensa a Kurako, dispiacendosi di averlo tirato di nuovo in ballo. Accetta le sue carezze quasi come un animale ferito, cercando di recepire il messaggio, di imparare, di capire, di crescere anche in base a quelle parole che le vengono dette, in modo da accettare questa mossa con una nuova visione di insieme e non solo con disprezzo. Non ha nulla da dire, da ribattere: ha ragione, è un buon insegnamento, critica ed è giusto che si ricordi che è anche il caso di ritirarsi se il gioco non vale la candela, perciò non ha nulla da dire e preferisce stare in silenzio a rimuginare. Allunga il passo, affiancandosi ad Akendo guardando la finestra e poi lui continuando ad ascoltarlo. C'è una nota di malinconia nel suo volto che tuttavia viene colmata subito dopo dalla comprensione. <Kimi e Katsumi...> domanda dopo aver lasciato diversi minuti di silenzio prima di riprendere parola <sai qualcosa di loro?> non chiede neppure di Yukio, sanno perfettamente dove si trova. <se li dovessimo incontrare dovremmo cacciarli come traditori, come Azrael..> lo guarda di nuovo < o hai altri piani per loro?> dato che si parlava di forze e numeri nella loro corporazione. Torna a guardare la finestra perdendosi ad osservare il cielo. <...mi dispiace averti fatto preoccupare...dovrai andare via presto?> chiede continuando a fissare oltre la finestra . [ch off]

22:49 Kioku:
  [Casa Mekura] Il silenzio per molti è motivo d’imbarazzo per altri è momento di pace o di comprensione come nel caso di Mekura adesso, ciò che importa al Rikudo è che le sue parole vengano comprese, ma ne è più che sicuro, lasciando dunque alla ragazza il tempo per metabolizzare ogni parola proferita tra i due e dal Sannin stesso, lasciandole il tempo di raggiungerlo al suo fianco. Ode la sua voce, le sue parole scivolare da quelle sue tenere labbra e come serpenti strisciare, arrampicarsi ed infine raggiungere la sua mente, lo sguardo perso nello splendido cielo <spero per loro che si stiano godendo la loro scelta intrapresa e la loro nuova vita ovunque essa sia, purché, non sia in queste terre ninja a noi conosciute> il messaggio è chiaro e semplice, che abbiano abbandonato o siano morti, non devono far ritorno in queste terre ninja, per Katsumi bhè, aveva dei piani per lui e non a caso ha usato la resurrezione sul giovane, non senza sacrificare un po’ della sua con tutte le conseguenze che ha portato, anche in questo caso però non sarebbe male come situazione. La sua vita dipende dallo stesso Katsumi più egli riesce a rimanere in vita meglio è, ancor di più se questi non è nelle terre a loro conosciute, tornerà quando sarà il momento quando giungerà il momento del Rikudo Sennin. Volgerebbe ora il capo, guardando in direzione di Mekura, occhi fissi nei suoi <nessun disturbo, credo che sia mio dovere venire in tuo soccorso no? Soprattutto quando non si tratta di combattimenti> senza specificare la sfera emotiva ovviamente, d’altronde lui non è di certo esperto di queste cose, sta solo seguendo i consigli di un Hitomu e analisi fatte nel corso dei suoi su come relazionarsi in questi casi <no ho ancora del tempo, fortunatamente posso godermi del riposo, non credo che i miei viaggi a Kusa siano ancora richiesti per adesso> anche perché ormai i tempi sono maturi, gli abomini sono pronti, pronti per allargare al piaga in ogni dove, il momento è sempre più vicino e lui a Kusa ormai non deve più fare nulla. [Chakra on] [rinnegan off]

23:00 Mekura:
 Non prova dolore, non prova rabbia, non prova nulla per loro: sono diventati come degli sconosciuti alla fine. Hanno scelto le loro strade lontano da qui, è sia un bene ed un male: sono stati egoisti ma lo sono sempre stati alla fine di tutto. <...quale è la prossima mossa allora?> chiede delle direttive, del resto anche se con pochi risultati per ora sta cercando di costruire qualcosa a Kumo, un sistema in modo da allargare una rete di controllo anche in quelle terre, creare un nuovo rifugio. Sente le sue parole e si gira verso questo. Azzarda un sorriso sollevando le spalle portando le mani dietro la schiena, sospira e scuote il capo e lo guarda con gratitudine. <mi sei mancato: con questa storia e con delle rose azzurre che mi sono arrivate nella stanza d'ospedale...mi sei mancato> cerca di non ripensare più a quello che è successo rimarcando il fatto che è bello averlo accanto a lei. <ah> il sorriso si allarga mentre cerca di nascondere l'entusiasmo di tale notizia dietro un sorriso delicato che si allarga gentile sul suo volto. <quindi...vuoi rimanere per dormire? vuoi qualcosa da bere?> chiede quasi come un sussurro avvicinandosi ancora, guardandolo nel volto, ritemprata da quella chiacchierata, non consolata, no, ma ha fatto qualcosa di più: non le ha dato una comprensione senza risposte, le ha dato un insegnamento, un motivo per imparare da questo sbaglio, un modo per crescere e questo, per lei, ha un valore in più rispetto alla consolazione. [ch off]

13:22 Mekura:
 Non prova dolore, non prova rabbia, non prova nulla per loro: sono diventati come degli sconosciuti alla fine. Hanno scelto le loro strade lontano da qui, è sia un bene ed un male: sono stati egoisti ma lo sono sempre stati alla fine di tutto. <...quale è la prossima mossa allora?> chiede delle direttive, del resto anche se con pochi risultati per ora sta cercando di costruire qualcosa a Kumo, un sistema in modo da allargare una rete di controllo anche in quelle terre, creare un nuovo rifugio. Sente le sue parole e si gira verso questo. Azzarda un sorriso sollevando le spalle portando le mani dietro la schiena, sospira e scuote il capo e lo guarda con gratitudine. <mi sei mancato: con questa storia e con delle rose azzurre che mi sono arrivate nella stanza d'ospedale...mi sei mancato> cerca di non ripensare più a quello che è successo rimarcando il fatto che è bello averlo accanto a lei. <ah> il sorriso si allarga mentre cerca di nascondere l'entusiasmo di tale notizia dietro un sorriso delicato che si allarga gentile sul suo volto. <quindi...vuoi rimanere per dormire? vuoi qualcosa da bere?> chiede quasi come un sussurro avvicinandosi ancora, guardandolo nel volto, ritemprata da quella chiacchierata, non consolata, no, ma ha fatto qualcosa di più: non le ha dato una comprensione senza risposte, le ha dato un insegnamento, un motivo per imparare da questo sbaglio, un modo per crescere e questo, per lei, ha un valore in più rispetto alla consolazione. [ch off][sfreze]

13:46 Kioku:
  [Casa Mekura] Ascolta la più che lecita domanda postagli dalla Hyuga <per adesso?> andrebbe a rispondere in principio <attenderemo, nel frattempo avrò modo di visionare alcuni elementi che sto tenendo d’occhio> ovviamente è ancora tutto da vedere, tutto molto acerbo ancora devono maturare probabilmente ma è un ottimo punto di partenza indubbiamente soprattutto per ciò che sta cercando Akendo come caratteristiche per i membri dell’Akatsuki, unici nel loro essere ninja non solamente forti. Ascolta le parole della giovine, portando in parallelo al pavimento il suo braccio, spingendo con la rispettiva mano il capo della Hyuga contro il proprio petto, come in un abbraccio, ma si sa, non è proprio il massimo dell’affettività in questi gesti ma in egual modo per quanto piccoli e rari non sono privi di significato <anche la tua voce mi è mancata, non ti devi preoccupare di tutto il resto, ora ci sono io> attimi di pausa prima di continuare <risolverò anche la situazione con gli Hyuga> il volto ora diverrebbe maschera gelata, lo sguardo si assottiglierebbe ma nei suoi violacei cerchi concentrici non trasparrebbe nulla, sta pensando a qualcosa e quando pensa non è mai cosa buona. Dopo aver lanciato una mina del genere si volterebbe verso Mekura proferendo parola un ultima volta <si se vi fosse del sakè per placare la continua guerra che si svolge nella mia testa, non farebbe male> abbozzando quello che parrebbe essere un sorriso per quanto quel suo volto possa riuscire a concepire come sorriso. [Chakra on] [rinnegan off]

14:03 Mekura:
 Il fatto che stia già tenendo d'occhio qualcuno è un buon segno, sapere chi sarebbe interessante ma lei è una gregaria e come tale attende i suoi ordini, quando si tratta della akatsuki non osa mettere in mezzo il rapporto che ha con lui, sono e devono rimanere due cose distanti. Tira un sospiro di sollievo quando sente questo sente quel abbraccio. Piega la testa contro il suo petto e passerebbe il braccio sinistro attorno alla vita del rikudo chiudendo gli occhi per un secondo rimanendo così a riprendere respiro. Solleva la testa per incontrare i suoi occhi solo quando butta quella frase riguardo agli Hyuga. <...> abbassa le spalle e sbatte le palpebre più volte scuotendo leggermente il capo <cosa hai intenzione di fare?> chiede verso questo, a bassa voce. Ha detto risolvere...come dovrebbe risolvere? Poi chiede del Sakè, con quello strano sorriso, quella caricatura di un sorriso che in effetti la fa sorridere a sua volta. Rimane in silenzio ad osservarlo per un po' e poi fa cenno verso la cucina <si, la casa ne dispone> è da quando si è conclusa la questione degli Hyuga puri che lei ha del sakè in casa. Fortunatamente non ne beve più di quanto facesse allora per prendere sonno, adesso è solo per gli ospiti o le occasioni speciali. Guarda caso ha un "ospite" ed è una occasione speciale. Si stacca da lui e scivola verso la cucina, non ha bisogno di fargli strada, sa perfettamente dove si trova. <ho del shinshu> Un saké fermentato durante l'anno <e del Ginjo> fragranza fruttata e lieve acidità in pratica anche a livello alcolico siamo agli opposti: uno è più forte, l'altro è più delicato Gli da le spalle, mentre cerca nella mensola dei liquori. [ch off]

14:26 Kioku:
  [Casa Mekura] Era abbastanza palese che la domanda arrivasse, come è suo solito fare, ama lanciare sassi ed attendere poi eventuali azioni noncurante di reazioni contrare e non alle sue rivelazioni. Lascerebbe tempo all’eventuale risposta, seguendola, gongolando, come un simpatico animale di compagnia verso la cucina e nello specifico verso il sakè <è da tempo immemore che non bevo qualcosa di veramente forte, preferisco risparmiarmelo per un’altra occasione, io ed il troppo alcool siamo una brutta combinazione> frase che potrebbe lasciar intendere molte cose aggiungendo infine <prima o poi ti narrerò qualche storia, quando ero un semplice ragazzino> già, ai tempi dei Kami kashin, di Kyuzo Hosoi ed in un ingenuo Genin-Chunin Akendo, quando la vita sembrava molto più semplice, solo che a quel tempo il suo potere era nulla equiparato ad ora e quindi la combinazione risulterebbe sicuramente più devastante di allora. Ricordi ch riaffiorano, strappano un sorriso all’animo del Rikudo Sennin, così tanto tempo è passato che quasi non ne ha più ricordo, come sfocati dall’enorme fardello che è il Rinnegan e gli anni che si sono susseguiti, le lotte, il potere, così sfocati che paiono ricordi altrui, una vita passata, appartenuti ad un’altra persona. Un sospiro mentre finalmente risponderebbe <Vada per il Ginjo or dunque, rilasserò le mie papille gustative con un qualcosa di più delicato> attendendo dunque ora il suo sakè darebbe infine risposta alla domanda originaria <ho diverse cose in mente, dalla più pericolosa come può essere un confronto diretto ad un semplice colloquio, sto ancora valutando le diverse possibilità> si porterebbe poco più vicino alla figura della Hyuga <potrei benissimo impormi con la forza ma questo produrrebbe diversi effetti, negativi e non, così come potrei fare leva su un finto matrimonio e per ovvie ragioni dover ripristinare l’onore perduta della futura sposa> divertente come giochi molto ed il suo nonchalance su quella che per molti è una istituzione sacra, come il vincolo del matrimonio ma per lui altro non è che un legame scritto su carta che nulla ha a che fare con la sua forma mentis mentale ne gli interessa più di tanto, divenendo per l’appunto come ora, un mezzo, uno strumento da sfruttare qual ora ve ne sia occasione <come vedi ci sono diversi estremi così come molte possibilità, bisogna solo capire quale di queste sia la più conveniente> metodico e nulla viene lasciato al caso, la sua mente macina e progetta infiniti scenari e per ognuno di queste diverse soluzioni e possibilità…non a caso è uno se non il più forte delle terre ninja. [Chakra on] [rinnegan off]

14:46 Mekura:
 <bhe, chi con troppo alcol non è una brutta combinazione?> è tornata ad ironizzare la donna, con calma mentre afferra la bottiglia di Ginjo e sul bancone della cucina sempre dando le spalle alla tavola ed al rikudo se si fosse seduto. <mettiti comodo> lo invita quindi a sedersi mentre oltre alla bottiglia afferra un ripiano in legno, due bicchieri di ceramica quadrati, sul grigio verde e una boccetta di ceramica bianca. La riempie in modo da non versare neppure una goccia all'esterno. Finito il processo, la Hyuga afferra il tutto e lo porta verso la tavola. Prima il ripiano in legno con la boccetta bianca sopra, al centro, poi i due bicchieri ed infine la bottiglia intera accanto alla boccetta nel caso servisse un rincaro. <tu sei stato un ragazzino?> chiede la Hyuga trattenendo un sorriso verso questo, andando poi ad umettarsi le labbra e alla fine avvicinarsi alla sedia aspettando di mettersi a sedere. Storce il naso non convinta sul confronto diretto e l'indursi con la forza, ma la cosa che la sorprende è il finto matrimonio. Arrossisce con vigore tanto che anche le punte delle orecchie si tingono di rosso e guarda altrove <d'altronde è mio zio il capo clan..> afferma la donna curvando la schiena <..ci avrà già pensato e scartato l'idea visto che nessuno del clan mi vorrebbe> afferma a bassa voce. Rimane in silenzio per un po', non sa se arrabbiarsi o meno, proprio lui lo propone? Si è una strategia e SI, anche logica, ma in parte tutto questo non le sta bene. gira il capo verso questo assottigliando gli occhi <a meno che tu non ti voglia proporre, ed allora, perché falso?> afferma con un tono leggermente sarcastico prima di parlare d'altro. <non c'è molto da fare...devo riprendere quel criminale e consegnarlo alla giustizia, forse allora ci sarà un incentivo in più a riprendermi ed un colloquio possibile. Cioè...puoi importi, ci sono mille strade per convincere una persona, ma convincere più persone è il problema> abbassa il capo <per molti io o perso la dignità e quella non si restituisce a parole ...matrimonio...> scuote il capo e sorride ripensandoci di nuovo. [ch off]

15:38 Kioku:
  [Casa Mekura] Senza farsi ripetere due volte l’invito, si siederebbe con molto comodo, attendendo dunque l’arrivo del sublime alcolico mentre alzerebbe un sopracciglio all’affermazione d’ella <ma certo che sono stato un ragazzino> ironico ovviamente, molto meno nelle parole che lo seguirebbero <indisponente> non che non lo sia ancora oggi <arrogante> è solo peggiorato negli anni <capelli corti e biondi dall’animo ribelle> ecco forse quella ora parrebbe tutt’altra persona rispetto a come si presenta ad oggi il Rikudo Sennin. Ecco finalmente arrivare tazzina e liquore, senza perdere tempo andrebbe subito a servirsi ma neanche il tempo di fare il primo sorso che le parole di Mekura andrebbero quasi ad interrompere il sublime momento, rischiando di strozzarsi con il liquido stesso andato di traverso, mentre spalancherebbe gli occhi alle parole della stessa Hyuga <no bhè per intenderci il matrimonio sarebbe il mezzo ideale per costringere tuo zio a ridarti l’onore perduto> andando così ora a spiegare il piano nel suo quadro generale <di certo data la mai autorità o fama che dir si voglia sul paese del fuoco> essendo stato nominato dal Kage stesso protettore e Sannin della foglia <di certo non mi andrei a sposare con una donna privata del suo onore e senza dote> aggiungendo con una certa nota di sarcasmo <legge e tradizione di questa istituzione> non accetta il matrimonio per quello che è ma lo comprende appieno e sa come giocarci ovviamente <questo porterebbe me a chiedere il reintegro affinché possa arrivare alle nozze rispettando le cosiddette tradizioni, paradossalmente credo sia il piano più efficace e diplomatico al momento> nulla di più, falso poiché mero strumento che riporti al reintegro di Mekura tra le file degli Hyuga, chi potrebbe mai andare contro alla gentile richieste di un Sannin della foglia ed eroe la cui unica volontà è convolare a nozze con la sua amata rispettando quelle che per tutti, meno che lui, sono sacre tradizioni dogmatiche? Su questo si basa il piano, ascoltando successivamente le considerazioni di Mekura concluderebbe dicendo <anche questa sarebbe una possibilità, ci sono molte possibilità, quelle che per adesso sto considerando evitano il concludersi con qualsiasi tipo di conflitto che coinvolga sangue ed armi ma se deve essere necessario così sia> concludendo, d’altronde la scelta è e rimarrà sempre di Mekura come ha sempre lasciato fare, lui deve quasi apparire come semplice presenza e mai come fautore del destino altrui, ci sarà occasione per incidere nelle altrui vite, non di certo in quella della Hyuga. [Chakra on] [rinnegan off]

15:52 Mekura:
 <ah ah..> annuisce andando a sedersi vicino a lui, afferrando il bicchiere e servendosi dopo che Akendo ha fatto i suoi comodi <ah..ah> sogghigna quando sente l'arrogante e si gira verso questo, quasi come se la stesse prendendo in giro. Ma chi ha davvero terrorizzato il rikudo è stata lei, per poco non lo affogava. Lo fissa con preoccupazione andando a sollevare il bacino in modo in modo da sollevarsi a metà dalla sedia e poi incontrando i suoi occhi lo fissa dando una veloce sollevata di spalle <cosa?> si rimette a sedere alla fine, tirando un lungo sospiro sorseggiando il sakè, prosciugando la propria tazzina in massimo due sorsi mentre lo ascolta. <potrebbe funzionare, gli Hyuga sono tradizionalisti> sorride verso questo e si rilassa sulla sedia incrociando le gambe guardando la tazzina che regge tra le mani e che appoggia verso il suo ventre. <possiamo provare entrambe le vie, nessuno esclude l'altra> afferma la donna con gentilezza guardando altrove in quel silenzio imbarazzante. <del resto violenza e candore sono sempre coesistiti all'interno degli Hyuga, siamo guerrieri per genetica, guerrieri istruiti, nobili, non mossi dalla ferocia certo, ma...il sangue c'è sempre in molti e molti contesti. Avere una dignità di guerriero renderebbe più credibile la proposta e viceversa agli occhi del clan..ma> la voce vibra un po' quando si piega in avanti per appoggiare la propria tazza sul tavolo. <parlami di quando avevi i capelli biondi e l'animo ribelle: cavalcavi un cavallo con tanto di bandiera della tua gang di teppisti?> la cosa la sta divertendo troppo. [ch off]

01:44 Kioku:
  [Home] Annuisce alle parole d’ella, mentre afferrerebbe senza pensarci troppe volte il liquido, versandosela ben più di una volta nel bicchiere, così, non solo da riscaldarsi le membra ma anche per attenuare la presa sulla propria mente ferrea, lasciando che si sciolga e possa parlare di storie talmente antiche ai suoi occhi che non sembra nemmeno il suo passato. Un sospiro prima di vociare, così’ da congedare per il momento la discussione sul da farsi riguardo al reintegro della Hyuga <le strade percorribili sono tante, ma come ben sai, mi piace il libero arbitrio quindi lascerà che sia te a decidere se usarmi o meno, a tua discrezione> gli piace ogni tanto parlare di se come un qualcosa di estraneo, quasi come un oggetto che risolve i problemi alle persone, questo forse spinge oltre il suo concetto di onnipotenza, ma vai a sapere cosa ormai la mente del Rikudo Sennin contiene e cosa partorisce. Messo da parte per il momento l’argomento, la domanda e desiderio della alquanto divertita Kunoichi di Konoha verrebbe quindi esaudita, le labbra schiudersi nuovamente, non prima di aver fatto un ennesimo sorso, facendo anche gentile gesto alla donna di versargli nuovamente del liquido alcolico nel bicchiere <è passato così tanto tempo ormai> andrebbe quasi a sussurrare in quel silenzio tombale < mi sarebbe piaciuto avere una bandana o qualsivoglia genere di animale ma la mia storia è giusto un tantino diversa> un ghigno amaro si paleserebbe sul volto del Ex Seiun <orfano o almeno così pensavo, venni affidato ad una famiglia con la quale durò per pochi mesi prima di ritrovarmi per strada, non che la cosa mi abbia mai pesato, non li ho mai visti come la mia famiglia e in fondo avevo anche ragione pur non sapendo la verità> un sospiro prima di continuare soppesando bene le pause affinché sia tutto chiaro <me la cavavo come meglio potevo, vivendo un po’ alla giornata, alla perenne ricerca di una figura paterna o di una guida che mi indicasse semplicemente cosa fare e che strada seguire> lo sguardo comincerebbe a vagare, come perdendosi nel vuoto per istanti che paion decenni al Rikudo Sennin <questo ragazzino allo sbando più totale, con quel suo carattere ed il suo innato bisogno di una figura, trovarono una delle più potenti persone in circolo a quel tempo, che si voglia chiamare fortuna, destino o semplice casualità, l’allora Kage di Oto fu per me la figura che c’è di più simile ad un padre, oltre ad un mentore…lo sapevamo entrami, non ce lo siamo mai detto> andrebbe a sussurrare a quel punto <forse non ce lo diremo mai> nulla più zittendosi a quel punto, interrompendo così il suo discordo, d’altronde è una storia che non ha mai raccontato a nessuno e che nessuno sa oltre ai citati. Andrebbe dunque ad afferrare il bicchiere, sperando sia stato riempito, versandosi il contenuto in gola, d’un fiato, per quanto siano lontani quei tempi non è facile per lui prendervi nuovamente contatto, come se non gli appartenessero più tali ricordi <perdona il tono cupo della storia, immagino ti aspettassi qualcosa di diverso da un ragazzino ribelle e scalmanato, non che non ci sia stato ovviamente ho avuto e ho creato, la mia buona dose di guai> tentando così di risollevare il tono della conversazione. [Chakra on] [rinnegan off]

02:23 Mekura:
 Abbassa il bicchierino ascoltandolo mentre allarga le labbra in un sorriso amaro e vergognoso, in un certo senso si sente anche affranta dalla risposta. <quindi, ti devo chiedere io di sposarmi o meno?> è quasi ironica nel suo modo di esprimersi, amaramente ironica <...> solleva il mento e socchiude gli occhi mordendosi il labbro <ma non succederà mai...vero?> per diversi motivi: è troppo pericoloso per entrambe le parti ed è ridicolo pensare che c'è un margine per avere una famiglia con lui, al massimo solo dei momenti felici con lui <oh!..il tuo regalo! è mesi che lo rimando> si rammenta la ragazza scattando dalla sedia per rimettersi in piedi quasi per andare verso il salotto per poi fermarsi e rimanere ferma ad ascoltare la sua storia. Una storia triste, da orfano, disperso, senza una figura da seguire, a ricercare qualcuno in cui identificarsi, qualcuno di potente, qualcuno da cui imparare. La Hyuga lo osserva rattristato, lasciando che il suo corpo si rilassi mentre ripensa a Kurako implicitamente. In qualche modo, trovava una certa affinità di questa malinconia tra il suo rapporto con il Kage ed il rapporto con il senjuu, come se il discorso che stesse facendo valesse per entrambi e che sottolinei delle colpe, per cose non fatte e dette. Rimane in silenzio, avvicinandosi cercando di poggiare la mano destra sulla sua spalla, quasi a chiedere il permesso se potesse procedere oltre e abbassando la schiena, con dolcezza stringerebbe le braccia attorno al collo appoggiando la testa contro la sua. <posso capire...un po'> disse la donna dalla sfiga eterna [ch off]

02:54 Kioku:
  [Home] l’affermazione quasi retorica della Hyuga lo porta per qualche attimo a riflettere effettivamente su quello che per lui significa una cosa come il matrimonio o un concetto come famiglia, più che estraneo non solo al suo modo di vivere quanto più alla concezione che ne ha, distorta, poco approfondita, avendo potuto, durante il periodo di ame, saggiare per pochissimo tempo quella sensazione che può dare una famiglia, sentirti a casa, appartenere ad un gruppo, qualcosa che non ha mai potuto sperimentare appieno. Domande che gli sorgono, dettate non solo dalle parole di Mekura, ma dall’enorme interrogativo che si è sempre posto Akendo sulla propria successione o semplicemente sul futuro, così distante eppure così invadente, imponente, sul presente. Riportarlo nel mondo terreno, l’agile scatto della Hyuga, quasi sorpreso dalle sue movenze e dalla sua affermazione, un regalo? Cosa mai potrà avergli portato? Dannata la sua storia che arresterebbe l’incedere della donna, riportandola a lui per quelle malinconiche parole espresse, nonostante il proprio volto sia assente, non vi è malinconia o tristezza. Un sospiro al percepir il tatto d’ella sulla propria pelle, accogliendo quell’abbraccio, finché non si scioglierebbe rimarrebbe nel silenzio più totale, vociando successivamente <ma sono grato di tutto quello che sia accaduto, nel bene o nel male, questo è ciò che mi ha reso la persona che ora vedi con i tuoi occhi, chi può dirlo cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente?> Già, forse sarebbe ancora a tutti gli effetti un Seiun, il capoclan per giunta, magari con una sua famiglia al completo, diversi compiti a cui badare e una vita da assaporare, evidentemente i Kami non volevano questo per il loro prediletto, per il possessore del Rinnegan <ora però vai a prendermi il regalo su su> il tono di voce cambierebbe totalmente, d’altronde ormai in tutte le terre ninja è noto che pari alla sua potenza vi è solo quell’irrefrenabile quanto bambinesca curiosità che lo contraddistingue, un cenno con la mano come a voler scoprire immediatamente di che regalo si tratti, impaziente come non mai, come se tutto ciò di cui si è discusso fino a qualche istante fa, impallidirebbe ora d’innanzi alla notizia e la curiosità, come se nulla avesse importanza. [Chakra on] [rinnegan off] [la curiosità è padrona]

03:43 Mekura:
 Scosta una ciocca dei capelli di Akendo controllandoli mentre lo ascolta, sorride comprensiva, annuendo sul fatto della gratitudine che si ha verso il passato, verso il dolore del passato. <potevi essere un genio filantropo, playboy> ironizza facendo scorrere le dita sui capelli per poi allontanarsi. <magari potevi essere in giro a non fare il ninja, magari...> magari avresti ancora quegli occhi verdi. Non dice questa frase e si limita ad andare in salotto canticchiando <magari...> nel tentativo di cercare qualcosa che avrebbe potuto fare Akendo se non avesse avuto tutto questo. Afferra il regalo, li, impacchettato da...da quanto ormai? c'è la polvere sopra. Lo sbatte per un po' liberandolo dalla polvere, vi soffia sopra e controlla che sia tutto a posto. La carta è semplice, anzi, quasi poco decorata con sole due tonalità, una scura e marrone e l'altra verde. Insieme era come se la carta fosse marmorizzata. Ritorna verso il tavolo arrivando al suo fianco, consegnandoglielo con entrambe le mani a stringere il pacchetto. <è solo una cosa che ho preso in un mercato nel porto del fulmine. L'ho visto e pensato a te> afferma la donna aspettando che Akendo scartasse la carta in questione. Il libro sarebbe vecchio, ma non troppo usurato, la copertina è messa in buone condizioni e sopratutto all'interno delle pagine bianche si troverebbe la firma del sommo Jiraya. Insomma ha messo le mani su un libro scritto da una leggenda, un sannin rispettato che lo ha anche autografato, per lei era il massimo. <è un pensiero....probabilmente non è rarissimo e ce l'avrai già ma...> sospira imbarazzata, ancora non ha capito cosa vi sia all'interno di "Icha icha paradise" <ma dato che alemo condividete il titolo di Sannin in comune, ho pensato che magari poteva piacerti> sorride <sai, un po' di saggezza da parte degli altri non fa mai male> ed in quel momento Akendo potrebbe capire, se ha letto tale libro, che la Hyuga ha dato per scontato che, dato che è un libro scritto da un sannin allora gli argomenti trattati siano della stessa levatura del suo grado che porta. Ergo lo ha scambiato per un saggio militare con uno stranissimo nome, non per quello che è <spero che ti piaccia>
afferma con innocenza. [ch off]

22:16 Kioku:
  [Casa Mekura] Ed eccolo lì impaziente il bambino insito nella sua mente che scalcia ormai, anela così tanto quel regalo che ormai, di tutto il resto, poco se ne importa, desideroso più che mai, come i regali a natale, che la “mamma” vada a prendergli il regalino, magari nascosto per evitare che lo trovi. Abbozzerebbe un sorriso alle di lei parole su quello che sarebbe potuto accadere, magari in una vita parallela, forse non per forza parallela, se non si fossero messe in movimenti diverse situazioni ed eventi che oggi li portano a vivere la vita odierna. Alcuni flashback di un suo lontano passato, fanciullesco quasi, poi come sogno, eventi mai accaduti, appartenenti probabilmente ad una linea temporale differente, se non fosse ciò che è oggi, forse sarebbe ancora capo del clan Seiun, forse qualcosa di più di un semplice capo clan, probabilmente avrebbe ancora la sua vecchia famiglia, magari una tutta sua, cose che ormai non potremmo più gustare o vedere…o forse sì. Le parole della Hyuga man mano lo raggiungono, alimentando la sua curiosità fino al momento più importante, mentre scarterebbe il suo regalo, le parole di Mekura dare un nome…un titolo a quel regalo, un regalo che non si sarebbe mai aspettato, soprattutto dalla ragazza, conoscendola molto bene, probabilmente mossa da un fraintendimento, conscio ora più che mai, dopo aver ascoltato la sua pia spiegazione del perché quel regalo. Non riderebbe solo per non creare ulteriori malintesi ma la faccia è più che divertita <ahhh le famose gesta del leggendario Sannin Jiraya, le sue opere sono molto rare> benché è ovvio che non sia un originale ma solo una ristampa, non è comunque così semplice recuperarle, lo sa bene <si narra inoltre, che molte delle gesta qui presenti> andando ad impattare con il dorso della mano sulla copertina del libro <non siano altre che momenti di vita vissuta dallo stesso autore> successivamente sposterebbe lo sguardo su quello di Mekura, alzandosi di scatto e donandole un bacio fugace, premendo le proprie labbra contro le di lei carni, come a ringraziarla del regalo, infine la sorpasserebbe arrestandosi dopo semplici passi, ancora vicino alla sua figura, piegare il collo affinché le sue labbra ed il suo respiro entrino a contatto con le parecchie ed il collo d’ella <sono sicuro> andrebbe a sussurrare <che ci sarà molto utile> attimi di pausa <questa opera> sfiorando con le proprie labbra il tenero collo della Hyuga, allusivo più che mai nei toni in particolare, caldi, la sua sinistra, reggendo il libro in mano, si porterebbe ad altezza ventre della ragazza, invitando a prendere il libro, conscio che il suo gesto sia un invito a darci una semplice occhiata. Fatto ciò si muoverebbe molto lentamente in direzione della camera da letto, incurante del suo liquore lasciato sul tavolo, passo dopo passo, gradino dopo gradino, chiaro il suo invito a Mekura, non appena la curiosità e perplessità della scena appena assistita domineranno la donna, spronandola a leggere anche semplici passaggi casuali di quel libro. [END]

22:38 Mekura:
 Osserva la scena di Akendo che mette le mani sul libro, con gli occhi sgranati ed un sacco di domande: gli piacerà? non risulterà un dono di scarto? lo spera bene. In ansia, seppure cercando di nascondere la cosa dietro un sorriso, la Hyuga attende, agitando le dita dei piedi. <oh?> mugugna quando questo le spiega che quelli sono effettivamente dei racconti, romanzati, di vita vissuta di Jiraya. <bhe questo è interessante> afferma ancora innocentemente sulla questione mentre guarda la copertina del libro e con un leggero ritardo di accorge del bacio dato da Akendo, inatteso ma non disprezzato. Sorride, soddisfatta, consolata e tanto altro, cercando a sua volta le labbra per darne uno più leggero. Le azioni dopo scuotono il suo animo instillandole il dubbio. Lo segue con lo sguardo andando poi a prendere il libro con uno sguardo leggermente confuso. Ha capito il gesto, la mossa e lo sguardo...ma è stato il regalo a scatenarlo? e cosa significa che ci sarà utile? Corrugando la fronte, lasciandolo andare, per ora, la donna apre il libro a caso, iniziando a leggere rapidamente. Non lo avesse mai fatto. Il suo volto passa in varie gamme di colori: il bianco, il verde e poi il rosso più acceso. <o miei Kami..> si lascia sfuggire con la gola strozzata dall'imbarazzo. <io.....io ho capito cosa sono, sono uno stupido criceto che corre nella sua ruota di ignoranza...Oddio cosa gli ho comprato?> continua a sfogliare le pagine sempre più nel panico <e ora?> rimane per qualche secondo li, spiazzata stringendo al petto quel libro mentre le mani le tremano. Solleva il libro affossando la faccia sulla copertina mugugnando pesantemente per l'imbarazzo, prima di sollevare il capo e scuotere la testa <dannati sannin! dannato Jiraya, che tu sia stramaledetto, come mi stramaledico io....efff la prossima volta che compro un regalo lo devo leggere> si calma abbassando lo sguardo sul libro, mordicchiandosi il labbro inferiore mentre guarda le scale. Tentenna un secondo prima di scrollarsi le spalle, cacciare un sospiro lungo e andare da Akendo a lunghi passi andandosi a chiudere la porta della camera da letto alle spalle portando con se il libro <si, ci sarà utile> risponde ancora con la faccia rossa dall'imbarazzo. [end]

Akendo va a trovare Mekura per capire come stava.
Parlano, bevono e la Hyuga si ricorda di avere un regalo per lui.
Si scopre che il regalo non è quello che pensava lei.