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Il saluto del kage.

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con Hitomu, Mekura

00:13 Mekura:
  [letto ospedale] Siamo alla mitica stanza 48, la stanza con i fiori insieme alle letterine piene di insulti. Stava ancora male e le cure tardano ad arrivare. La notte è fresca e sente il bisogno di un'altra coperta, ma vuoi la stanchezza vuoi il fatto che vuole essere lasciata sola per un po' non ha chiamato una infermiera per farsi rimboccare le coperte. Li, con le braccia completamente rotte e fasciate, un fianco ridotto allo stesso modo ed un sacco di altri acciacchi. Dormicchia ma non abbastanza per riposare, si riprende ritornando alla dura realtà piegando la testa su un lato per poi ripetere in modo da massaggiarsi il retro della nuca. Li, con il suo pigiamino da ospedale affronta vari stadi della sua condizione: il diniego, la paura, la rabbia, la tristezza, l'accettazione e ora siamo alla fase della noia e della apprensione. Trema, non per il freddo ma per i brividi che le vengono dall'interno nel silenzio di quella stanza dove si trovano i suoi incubi ed i suoi spettri...a questi si è unito anche lo Hyuga. La mascherina del respiratore le copre parte della faccia e ancora una volta è costretta al suo passatempo quotidiano: contare i fori sul soffitto...chissà a che numero riuscirà ad arrivare questa volta senza fermarsi. Non c'è nessuno nella stanza, oltre a lei. [ch off]

00:22 Hitomu:
 La pioggia. Quale altra condizione atmosferica per descrivere ciò che si manifesta dentro il corpo del Nono Hokage. Gocce d'acqua che si frantumano contro il suo viso e scivolano lungo i lineamenti scuri del jinchuuriki. Da un paio di giorni è visivamente giù di morale. Parla poco in magione e a casa, non ha voglia di mettere piede al di fuori del Villaggio. La notizia della morte di Hiashi Hyuga lo ha, a dir poco, sconvolto. Un altro ninja, sotto il suo mandato, a perdere la vita durante una missione. Il kyudaime non ci sta.. All'udire di tale notizia, non ha potuto fare altro che picchiare più e più volte il pugno contro la base in legno della scrivania presente nel suo ufficio. Si era promesso di non voler più seppellire nessuno dei suoi uomini sotto terra e piangere lacrime sopra la sua lapide, ma purtroppo si sta accorgendo che certe parole non possono essere mantenute. In questi giorni, ha riflettuto molto sul da farsi e ha capito che in questo momento non può farsi vedere in questo modo dai suoi uomini. L'intero Villaggio lo vede come una figura da seguire. Dunque, deve dare una dimostrazione di reazione alla Foglia. Non il contrario. Dentro di sé, però, deve trovare le forze per superare questo ennesimo ostacolo. Il mandato da Hokage sta mettendo a dura prova Hitomu. Le guerre, i mille problemi da affrontare quotidianamente, le perdite, i morti, le critiche.. Quando da piccolo sognava di diventare Hokage, non si aspettava questo lato della medaglia purtroppo. Il jinchuuriki non può arrendersi, però. Questo è chiaro. Il biondo cammina per i corridoi dell'ospedale alla ricerca della camera della compagna di missione del defunto Hiashi, sopravvissuta per fortuna alla tragedia. Indossa la solita divisa che porta spesso, con l'haori bianco da Hokage sopra le spalle. Arrivato davanti all'ingresso, il Nono bussa un paio di volte per poi lasciare scorrere la porta mostrando la sua figura a chi si trovasse all'interno della stanza. <Posso disturbare?> aggiunge con voce calma il jinchuuriki attendendo la risposta di Mekura. [chk off]

00:34 Mekura:
  [letto ospedale] Era li...arrivata alla centina di fori contati e qualcuno la chiama, bussando per poter entrare <115> parla tra se e se lei prima di accorgersi che la voce che è dall'altra parte è dell'hokage. Prima o poi doveva arrivare., se lo aspettava. Butta giù un groppo pesante rimanendo in silenzio per qualche secondo e poi prendendo un lungo respiro lo invita ad entrare <Lei è l'hokage Hitomu...può tutto, sopratutto nel mio caso> è stata accusata di aver lasciato indietro Hiashi, di aver portato disonore al suo clan e sapevano tutti che adesso era una sfregiata del clan stesso, non si aspetta pietà da Hitomu. Una volta entrato l'hokage potrebbe vedere la stanza piena, ricolma di rose blu, in ognuna di queste una lettera scritta a mano. Una era vicino alla sedia, aperta, scartata e lasciata aperta. Mekura lo osserva seriamente, prima di abbassare il capo e nascondere lo sguardo per vergogna. <Hokage...> non era messa bene: le braccia fasciate dalle mani alle spalle, i fianchi bendati a sua volta, lividi ovunque. La faccia stanca, le borse sotto gli occhi e gli occhi liquidi. Il respiratore sulla faccia. Qualsiasi cosa sia successa,
non era andata via senza combattere, non è semplicemente scappata, c'era qualcosa di non raccontato dietro. <...mi dispiace....> non sa davvero cosa dire, non si sente degna di poter chiedere perdono, ma le è uscito dalle labbra, rantolando fuori. [ch off]

00:49 Hitomu:
 Le parole della Hyuga arrivano dirette al jinchuuriki che fa il suo ingresso nella stanza mostrando l'intera figura alla ragazza sdraiata sul lettino. La stanza è piena di rose di color blu, ma le iridi azzurre del jinchuuriki cadono sul corpo malconcio di Mekura. Gli occhi stanchi e tristi, le bende a curar le ferite. Le sue condizione non sono proprio ottimali, ecco. Il kyudaime la sente ancora pronunciare quel nome.. Hokage. Sente tutto il dolore della ragazza in quel filo di voce e il Nono non dovrebbe aspettare molto per ascoltare la Hyuga dispiacersi per ciò che è accaduto. Il jinchuuriki del Kyuubi si avvicina al letto della ragazza prendendo una sedia e mettendosi di fianco a lei, il più vicino possibile. Lo sguardo del kyudaime si posa dolce sulla ragazza cercando di capire le sue parole. <Ti dispiace per cosa? Essere viva?> domanda ora il jinchuuriki alla Hyuga. <Non hai colpe, Mekura> sancisce il Nono prima ancora che la ragazza possa prendersi le responsabilità dell'accaduto. <Siamo shinobi.. E quando affrontiamo una missione, sappiamo bene i pericoli che corriamo. Sono molto dispiaciuto per la morte di Hiashi, ammetto che ho passato dei brutti giorni a pensarci su.. Ma sono felice di poter parlare ancora con te. Sono sollevato.. E ora devi pensare a guarire e riprendere le forze> dice il jinchuuriki mostrando un piccolo sorriso alla ragazza. Stanno vivendo un momento triste entrambi, di dolore e sofferenza, ma il kyudaime non vuole che la ragazza affronti tutto questo da sola. Il Nono ci sarà sempre, per tutti loro. Nessuno escluso. [chk off]

01:03 Mekura:
  [letto ospedale] Rimane a fissarlo mentre si avvicina, da lì può vedere meglio che cosa ha fatto la sua Konoha ha lei, la quale tuttavia continua a parlare <mi dispiace di non averlo riportato anche se morto...mi dispiace perché ho dato disonore al villaggio, al mio clan ed a tutto ciò che rappresento> chiude gli occhi per un secondo prendendo fiato prima di osservarlo di nuovo: almeno lui non è venuto a maledirla, crede. <....lo ha provocato, il cuoco, continuava a dirgli che avrebbe mangiato il mio cuore e che lui era solo li per lui..> intende Hiashi. Si prende una pausa e continua <ha prima ucciso l'ostaggio, perché Hiashi ha detto che non gli importava nulla, lo ha invitato a mangiare il suo cuore e il mio...ha insistito dopo che non siamo riusciti a sconfiggerli, lui, il cuoco ci hai chiesto se io volevo mangiare il cuore del mio compagno e il contrario, Hiashi lo ha sfidato di nuovo, fingendo di stare al suo gioco e poi lo ha attaccato...non sono riuscita a fare nulla mentre me lo sgozzava davanti agli occhi..> abbassa il capo afflitta mentre ricordava cosa era successo. <ho urlato, l'ho chiamato ma lui è diventato pallido e non si è più mosso...allora il cuoco mi ha dato una scelta e dovevo pensare in fretta: andarmene o morire li> lo guarda di nuovo cercando una risposta a quella situazione <non...ho omesso questo nel rapporto, quello che ha detto Hiashi, perché non volevo che Hiashi fosse visto male, per non infangare ancora il nome del mio clan...almeno uno avrebbe ricevuto il giusto rispetto> sospira <io...sono la vigliacca che è scappata per rivedere la sua famiglia, ma soprattutto per raccontare che cosa fosse successo> un suo scopo lo aveva. Intanto la lettera è li ed è aperta visibile a Hitomu. Sopra c'è scritto: "Complimenti per essere una buona a nulla e per aver fatto morire il tuo compagno. Il mondo ha bisogno di persone inutili come te. Continua così."[ch off]

01:17 Hitomu:
 Il jinchuuriki rimane immobile seduto sopra la sedia mentre ascolta il racconto di Mekura che spiega cosa è successo nei minimi dettagli durante quella maledetta missione dove Hiashi ha perso la vita. Le parole della Hyuga vengono ascoltate per bene dal jinchuuriki mentre il suo volto diventa più cupo rispetto a prima all'udire degli avvenimenti. La kunoichi si dispiace per non aver riportato indietro il corpo morto di Hiashi. <Disonore..> ripete questa parola il kyudaime, usata troppo spesso dalle malelingue. <Un shinobi che tradisce il proprio Villaggio da disonore. Non chi salva la propria vita in un momento di pericolo. Vorrei sapere se tutti quelli che ti hanno insultato, sarebbero contenti di avere due nomi da scrivere sulla lapide dei caduti invece di uno soltanto..> afferma stizzito il jinchuuriki spazientito per la situazione attuale. <Hiashi sapeva il rischio che correva e purtroppo le cose sono andate male.. Il dolore per la sua perdita è forte, ma non voglio che tu te ne prenda la responsabilità. Ne per non essere riuscita a riportare indietro il suo corpo, ne per tutto quello che pensi o la gente dice..> aggiunge nuovamente il Nono guardando sempre dritto negli occhi la kunoichi. Lo sguardo del Nono, però, cade per un attimo sulla lettera aperta accanto a Mekura leggendo le poche righe scritte sopra di essa. La mano destra afferra la lettera portandola più vicina al suo viso <Questa chi l'ha scritta?> domanda ora il Nono con un tono di voce più serio rispetto a prima. [chk off]

01:31 Mekura:
 <forse per qualcuno...si> afferma serenamente anche se seria quella frase <lo hai detto anche tu: in missione si può morire, è la nostra vita, siamo dedicati a questo...chi ritorna non ha tenuto fede a queste parole, non era nei piani, non era compreso...e perciò deve patire, quello dalla quale ha cercato di sfuggire> in genere le persone sono crudeli, sono aberranti ed assetate di sangue, appena ne trovano il motivo e se sono in tanti a pensarlo. Poi il nono legge quella lettera, ma ce ne sono tante quante le rose in quella stanza, anzi ad ogni rosa c'è una lettera. <....> non sa rispondere <le ho trovate quando mi sono svegliata...le hanno messe per tutta la stanza, in ogni angolo...non mi importa molto Hitomu, questo è solo un tentativo di alcuni miserabili di ferirmi> respira con calma da dietro la maschera <non lo sanno che io ho sofferto per la mia stessa mano più di quanto le loro fantasie da malati possano sperare...e mi aspetterò anche peggio di questo in futuro, ma sono più forte di loro> sospira <ma si sono permessi di far piangere mio figlio: quando è entrato ed ha letto che cosa c'era scritto, quando ha visto la mole di lettere ha cercato di gridare e sbattere per tutta la stanza prima di mettersi a sedere e piangere...non potevo neppure abbracciarlo Hitomu..guardami> aveva le braccia bloccate. Quale dolore è vedere il proprio figlio e non poterlo abbracciare per tenerlo a se. <quando io guarirò ed uscirò da qui troverò e cercherò chi ha fatto questo> c'è molta determinazione nella sua voce, come se fosse una cosa che ha scelto a prescindere. <non voglio fare del male a nessuno nono, ma non posso lasciare questa cosa impunita: quando lo troverò lo ripagherò con la sua stessa moneta, ma a differenza sua avrò il coraggio di dirgliela in faccia, cosa di cui lui non è stato capace, quale essere meschino che è> [ch off]

14:56 Hitomu:
 Le iridi azzurre del jinchuuriki rimangono fisse nel guardare il dolore di Mekura. Le sue parole sono dure con se stessa e con chi ha scritto quelle lettere provocandole una ferita interna nel vedere il suo figlio piangere senza poterlo consolare. Purtroppo di idioti ne è pieno il mondo e, pur essendo l'Hokage, non può di certo farli scomparire dalla faccia della terra. Questi parlano e continueranno a parlare, ma la loro vita sarà un'eterna nullità. Per questo, non bisogna dare peso alle loro parole e alle loro azioni. Il kyudaime prende parola ritornando sul concetto espresso precedentemente. Vuole puntualizzare su un piccolo dettaglio <In missione si può morire, è vero.. Ma non bisogna andare incontro alla morte. Sono due cose diverse, secondo me. Non viviamo per morire.. Viviamo per portare a termine le missioni affidate e proteggere il nostro Villaggio. Se una missione ha la sicurezza del cento per cento di morte, devo usare la testa e ragionare sul da farsi. In quel caso, ritirarsi non è da considerarsi un atto vile> questo è ciò che pensa il jinchuuriki di Kurama riguardo ciò che è successo a Mekura. Provare a salvare Hiashi, avrebbe voluto dire mettere fine alla propria vita nelle condizioni in cui era. E, inoltre, la kunoichi non aveva la sicurezza di riuscire nell'intento. Il Nono non gliene farà una colpa, questo è certo. La Hyuga spiega come non lascerà in sospeso ciò che le è accaduto al suo risveglio e si prenderà la sua vendetta, verbale e non armata. <Mi dispiace tanto, Mekura.. Non deve essere una situazione facile con cui convivere. Come ben sai, se hai bisogno di qualcosa, puoi contare su di me. Se i tuoi bambini hanno bisogno, posso ospitarli a casa mia fino a quando non ti rimetterai. Per me non è un problema> spiega il kyudaime non essendo a conoscenza della situazione della famiglia di Mekura. Lo sguardo del Nono è sempre serio, concentrato sul viso della ragazza <La Casata Hyuga come ha reagito?> domanda ancora il jinchuuriki aspettando in silenzio ora una risposta dalla jonin. [chk off]

15:16 Mekura:
 <con dolore per la morte di Hiashi, lo hanno ricordato con tutti gli onori> afferma la ragazza rispondendo immediatamente alla sua ultima domanda riguardante gli Hyuga. Chiude gli occhi tuttavia e sospira, completando il discorso <e allontanandomi dalla casata con disonore> rimane li, con gli occhi chiusi mentre ripensa alla lettera di suo zio <non sono più l'erede, prima che glielo chiedesse il clan intero ho preceduto mio zio in modo da rendergli più facile il compito: ho ridato il simbolo dei capo clan Hyuga indietro accettando il mio destino, lui mi ha dichiarato a nome del clan intero ...una nemica degli Hyuga> non sa se ridere o piangere per la frustrazione. <la colpa è solo mia...lo sapevo cosa sarebbe successo se fossi tornata...non credo di essere mia vista bene dalla mia casata alla fine: sono la nipote di Juusan Kaura Hyuga e la sorella di Daiko Hyuga, ma detto questo non sembro essere una buona scelta per diventare il capo degli Hyuga. Non ho il rispetto, l'ho perso tutto continuando a fallire nella mia carriera, rimanendo lontana dal villaggio paradossalmente per difenderlo, non sono affidabile perché ho perso di vista Kaori e seppure non potessi fare altrimenti l'ho lasciata in pasto ai lupi prima di tornare a salvarla, hanno...hanno gioito quando Kaori ha vinto al torneo, dimostrando che neppure al livello di potenza potevo guidare il mio clan, non ero la più forte e ora non sono stata neppure capace di proteggere Hiashi....> sospira rimanendo a guardare il soffitto <lo so...che non bisogna andare incontro alla morte, sono pragmatica, l'eroismo classico è un concetto che non si abbina a me> rimane in silenzio per un po' con lo sguardo perso nei suoi pensieri, mortificata sempre più <ho fatto cose e scelte difficili, scelte che non erano facili da prendere, che non erano benevole, che non erano positive, eppure sono state scelte che dovevo fare, che ho fatto e che hanno portato dei risultati, ma ne pago il prezzo, è normale> gonfia il petto e rivolta la testa contro il cuscino prendendosi il suo tempo per rimanere di nuovo in silenzio, cercando di contenere la sua vergogna nella condizione in cui verte. <...tieni un occhio per i miei bambini...non importa di me, posso difendermi, ma se sono arrivati a fare questo> guarda la stanza <cosa gli impedisce di fare qualcosa come assalire i miei bambini? loro non c'entrano nulla con questa storia e già la stanno subendo troppo...perfavore...se davvero posso chiedere qualcosa, pensa a loro, almeno fino a quando non tornerò a camminare sulle mie gambe> [ch off]

15:36 Hitomu:
 Le parole della jonin giungono all'orecchio del jinchuuriki. Si aspettava una brutta reazione da parte della Casata, ma non si aspettava che addirittura la considerassero come una nemica del Clan. Una scelta difficile da comprendere per il jinchuuriki e sicuramente difficile da accettare per Mekura. Il kyudaime non può accettare una tale decisione, soprattutto dopo la sua politica del perdono. Non può accettare che una kunoichi scappata dalla morte sia trattata come un'assassina del Villaggio. <Parlerò con tuo zio e cercherò una soluzione alla decisione che ha preso lui insieme all'intero Clan. Per quanto mi dispiaccia, non è l'Hokage a poter decidere chi sia l'erede del Clan e chi non possa. Però, non posso lasciare che tu venga nominata come nemica del Clan Hyuga. Su questo, posso dire la mia pur non facendo parte della vostra Casata> spiega il jinchuuriki. Purtroppo, non può intromettersi troppo negli affari del Clan ma potrebbe riuscire a far cambiare idea a suo zio sul reintegrarla. Tutti sono costretti a prendere decisioni difficile e conviverne con le conseguenze del caso. Mekura ha vissuto una vita difficile e ora si trova in questa situazione. <Bisogna sempre trovare la forza per andare avanti, Mekura. Bisogna aggrapparsi a ciò che più si ama..> aggiunge il jinchuuriki appoggiando una mano sopra la spalla più vicina di Mekura. Con delicatezza, ovviamente. Vuole farle sentire il suo supporto. <Terrò d'occhio i tuoi figli. Non preoccuparti per loro, saranno al sicuro. Potrei farli dormire con Tobirama, magari. Così penserebbero solamente a giocare e divertirsi.. Ciò che dovrebbe fare alla loro età> conclude il kyudaime mantenendo lo sguardo attento sulla kunoichi. [chk off]

15:54 Mekura:
 Chiude gli occhi quando lo sente parlare e scuote il capo <no...no Hitomu, va bene così, devo pagare i miei debiti> sospira aprendo gli occhi <va bene così...non è definitivo, dovrò dimostrarmi di nuovo degna, non sarà facile ma, non lo faccio solo per me> sospira <mio...mio zio mi vuole bene, non lo biasimo per la sua scelta> anche se l'ha abbandonata <ma sa quanto è stato difficile in questi anni tenere controllato il clan, ha subito di tutto e di più e non transigeranno con quello che è accaduto di recente...non aiuta neppure il fatto che, io, sia la figlia della criminale che ha quasi causato l'estinzione del clan Hyuga all'interno di Konoha> cerca di mettersi a sedere, per come può cercando di reagire a questa condizione fisica in cui si trova <non è giusto, ma è un insegnamento: il clan va tenuto unito anche al di la degli affetti familiari e se uno riempie di vergogna un clan nobile come gli Hyuga è inevitabile che debba soffrire di più> Mugugna, sentendo quel tocco gentile sulla spalla sorridendo appena mentre sente un minimo di forza in quelle parole <ti ringrazio, Hokage...lo so bene..> sorride osservandolo in modo tranquillo <lo so molto bene> lui sa che, con quello che le è successo, mantenere un carattere stabile quanto meno è una impresa che s'avvicina molto all'essere considerata titanica <l'ho imparato, tutto questo...per quanto possa sembrare assurdo potrebbe essere una benedizione: se riesco a sollevarmi, dopo quello che è successo, cosa potrà mai riportarmi qui? neppure la morte Hitomu...> è una speranza, una promessa per il futuro se continuerà a resistere. <la santità vera è un travaglio tra il ferro ed il fuoco, il sangue e la cenere... quando io mi risolleverò mi ritroverò più in alto di tutti quanti, rivedrò il cielo e rimarrò li come un sole intramontabile, non me ne andrò docile nell'oscurità..ma infurierò contro il morire della mia luce> Continua a sorridere serenamente <riconquisterò quello che ho perduto, la dignità, la mia vera forza, il mio orgoglio e vedranno quanto sarò implacabile nel farlo> annuisce, con lentezza quando sente l'idea di farli giocare e dormire con Tobirama <si...perché no? hanno bisogno di una situazione normale, non voglio lasciarli a casa da soli> [ch off]

16:20 Hitomu:
 Le parole della ragazza sono dure verso se stessa, ma Mekura è come se si stesse ponendo una sfida davanti. Vuole dimostrare di essere degna di far parte del Clan ed essere pronta per prenderne l'eredità. Non vuole che il jinchuuriki si metta in mezzo alla discussione con suo zio e se questa è la volontà della kunoichi, lui la rispetterà. Il Clan Hyuga, come afferma la ragazza, ha passato dei momenti difficili e ora non è facile transigere gli errori commessi dai loro membri. Questo, per il Nono però, non sembra essere il caso della jonin. Lei ha solo salvato la sua vita, senza recare disonore al Villaggio. Le questioni interne del Clan vanno risolte tra loro e, per questo, il jinchuuriki deciderà di non intromettersi dopo le parole della jonin. <Come vuoi allora, Mekura. Se avrai bisogno di una mano, sai dove trovarmi> può fare solo questo, mettersi a sua disposizione se dovesse avere bisogno di aiuto per la sua Casata. La ragazza comprende bene ciò che il jinchuuriki intendeva dire prima con le sue parole. La vede reagire, non vuole lasciarsi abbattere dagli avvenimenti successi. <Sono felice di sentire queste parole. Voglio vederti lottare> per tutto. Per ciò che ha perso, per ciò che le è stato fatto. Nei modi giusti, dovrà riprendersi le sue rivincite. Mekura accetta di lasciare i propri figli in custodia al Nono fino a quando non si rimetterà dall'osepedale. In questo modo, il jinchuuriki potrà tenerli d'occhio e saranno al sicuro dentro le mura della sua abitazione. <Perfetto. Pensa solamente a guarire, loro due staranno al sicuro> dice il kyudaime alla kunoichi. Non dovrà temere nulla. Ora è giunto il momento di lasciare la ragazza per riposare e il Nono si congeda da Mekura <Spero di vederti fuori da qui al più presto, Mekura. Cerca di riposare un po' ora..> afferma il jinchuuriki della Foglia mentre si alza dalla sedia. <Non smettere di lottare, mi raccomando. A presto, Mekura> china la testa leggermente in avanti salutando la ragazza e uscendo dalla stanza. Si dirige verso l'uscita dell'ospedale e andrà a recuperare i figli della Hyuga portandoli a casa sua dove li aspetterà Tobirama. [END]

16:48 Mekura:
 Le aspetta una nuova notte solitaria, ma fortunatamente non insonne, sa che i suoi figli sono protetti e nessuno si azzarderà ad andare contro l'hokage per questo e sapere che può ancora reagire, può ancora resistere a tutto questo e c'è ancora qualcuno che confida in lei, che protegge ciò che a lei è più caro. <lo farò> deve riprendersi, perché deve andare a riprendersi i suoi figli, ma sopratutto dovrà andare a cercare tutte le informazioni che le servono per andare a stanare quel criminale. Lei deve vendicare Hiashi, deve...ora è il suo scopo più che mai ed è l'unico vero modo per chiedergli scusa adeguatamente e iniziare il suo percorso per chiedere perdono al clan. <buona notte Hitomu> afferma a bassa voce mentre inizierebbe a prendere sonno,
in quella stanza da incubo, in quella condizione da incubo...ma la pioggia l'accompagna nel tepore delle coperte ed in un sonno leggero senza sogni e senza incubi. [end]

L'hokage viene a trovarla nel suo letto di ospedale.