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Ritorno a casa

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con Hajime

23:23 Hajime:
 Da quanto tempo non metteva piede in casa propria. Decisamente troppo. Come sempre è una topaglia. Sporca, in tutti i sensi. Sul pavimento ci sono molte macchie. Nel lavabo una bella pila di piatti sporchi. Qualcuno sul tavolo, con i resti della cena o del pranzo di non si sa chi. La faccia dei coinquilini quando l'hanno rivisto è stata un miscuglio di tante emozioni. Curiosità, dispiacere, paura, menefreghismo, un po' di tutto. Cosa ricambiata da lui. Se non avesse lasciato una buona "caparra" a coprire la propria assenza, probabilmente si sarebbe ritrovato senza una casa e con tutte le cose fregate ora. Ma alla fine i suoi cinque inquilini sono stati abbastanza onesti, anche se visto il disordine e l'odore un po' nauseante in camera propria, può facilmente dedurre che probabilmente l'hanno affittata a qualcuno per raccimolare qualche soldo. Non si perde in chiacchiere, si dirige direttamente verso la propria stanza, con lo zaino ancora in spalla. Dopo aver avuto l'incontro con Raido, infatti, ha raccimolato qualcosa da mangiare, controllato qualcosa che lo premeva, poi si è diretto verso casa propria. A dire la verità ha provato a spiare la casa di Shinobu, o quanto meno l'ultimo posto dove sa vivesse. Sperava di vederla, semplicemente per convincersi che stia effettivamente bene (le parole del jonin, per quanto non abbia alcun motivo per metterle in dubbio, non gli sono ovviamente bastate). Ma niente, non è riuscito nel proprio intento, quindi è tornato a casa. La fame gli è passata, dopotutto in quel lerciume come può venirti fame? è impossibile. Subito andrebbe a gettare lo zaino sul letto, per poi provare a spostare l'unico mobile che ha, un armadio da muro, giusto di una cinquantina di centimetri in modo di avere spazio per fare il prossimo passo. Infatti, una volta spostato, proverebbe a sollevare uno degli assi di legno del pavimento, ormai logoro e rovinato dal tempo. Fatto questo, inserirebbe il braccio nel buco che ha aperto, così da cercare, un mezzo metro più dentro nascosto, una piccola cassetta. Da qui, estraendola, andrebbe a controllare che all' interno ci sia ancora una pergamena. In essa ha sigillato e nascosto quasi tutti i propri soldi. Ha bisogno di chakra per aprirla, ma ovviamente adesso non ne ha voglia.

23:34 Hajime:
 Una cosa la sa per certo, qualcuno ha già provato ad aprire quella pergamena, andando poi a rimettere tutto a posto con cura. Perchè dice questo? Facile, perchè nella serratura aveva messo una sottile mina. Ovviamente, prima di aprirla, c'ha buttato un occhio, vedendo che non c'era più e ritrovandola poi spezzata all' interno. Forse il furfante non c'aveva fatto neanche caso, ma Hajime è certamente un tipo paranoico, guidato solamente dall' istinto di sopravvivenza nel badare a queste cose.Un sorriso gli si forma sulle labbra. Su una cosa può star sicuro. Alla faccia dei suoi coinquilini, lui è sicuramente quello capace di impastare una quantità di chakra maggiore. E quindi quello capace di mettere sigilli più "forti". E calcolando bene le energie, nessuno dei suoi coinquilini avrebbe avuto speranza di aprire la cosa. E se avesse trovato qualcuno capace, bhè, poi sarebbe stato divertente vedere come avrebbero potuto tenere quei soldi contro una figura più potente. Morale della favola, eccoli ancora li. Lascerebbe quindi il tutto sulla piccola scrivania che ha in camera, unico dettaglio insieme all' armadio-parete, al letto di una piazza e ad una piccola sedia in quel posto. Tutto molto semplice, tutto molto banale. Ci sarà un dito di polvere almeno. Può sentirlo solamente respirando. Che schifo. Proverebbe ad aprire la finestra, faticando e imprecando, senza troppa paura di nasconderlo. Già il legno è macero, come la topaglia di casa in cui vive, figuriamoci se viene abbandonata a se stessa per così tanto tempo. Deve stare attento a come tira quindi, almeno se vuole evitare che gli si rompa o peggio gli cada sopra, magari con un pezzetto di intonaco. Ma alla fine sembrerebbe pure riuscire ad aprirla. L'aria, per quanto non sia chissà poi quanto "piacevole", è sicuramente meglio di quella che c'è dentro, e con una fresca brezza comincerebbe a circolare all' interno. Adesso non gli rimane altro da fare che controllare l'interno dell' armadio. Aperte le ante, ecco che si rende conto di quanto sia stupido lasciare dei panni non del tutto puliti li dentro per molto tempo. L'odore decisamente forte ed acre riesce ad arrivare anche al suo naso, che certamente non è sensibile come quello di molti altri ninja. <merda...> Impreca nuovamente mentre, con un po' di coraggio, inizia a rovistare tra le cose, facendo una rassegna mentale di quello che trova. Molte cose non ci sono, gliele avranno fregate i coinquilini. Pezzi di... Sterco... Soprattutto mancano i sandali ninja di riserva, quindi gli tocca ancora portare questi normalissimi che ha comprato a Kiri, avendo rotto gli altri.

23:45 Hajime:
 Un po' di rabbia continua a crescergli dentro. Deve sfogarsi con qualcosa. Ma con cosa? Bella domanda. Una bella idea ce l'ha. Ha "promesso" a Raido che non si sarebbe cacciato nei guai, ne che avrebbe permesso alle emozioni di prendere il sopravvento e di impedirgli così di poter comportarsi come un buon ninja. Ma quindi ha bisogno di una propria valvola di sfogo. Qualcosa che ha già fatto quando era a Kiri. Qualcosa che lo diverte, che gli da la voglia di continuare a voler sopravvivere per raggiungere uno scopo. Farebbe una piccola risata, acuta e forse leggermente malata, senza quindi nascondere il ghigno di soddisfazione che gli si formerebbe poi in faccia. E quindi, tornando al letto, prenderebbe lo zaino per iniziare a frugare al suo interno. Andrebbe subito alla parte dove tiene le armi, estraendo il porta kunai-shuriken. Quindi, preso uno di questi coltelli, tornerebbe in una posizione eretta, tenendolo saldamente nella mano sinistra. Lasciando che il proprio baricentro vada, ondeggiando, all' interno dell'area delimitata dai propri piedi, inizierebbe a barcollare all' indietro, muovendo rapidamente gli arti inferiori così da non finire per terra. Continuerebbe a indietreggiare, andando a muovere i piedi con sempre più veloce regolarità, fino a quando non si troverebbe, con un buon impatto, a sbattere sulla parete libera con la schiena e le spalle. E qui inizierebbe di nuovo a ridere. <Puoi partecipare... Ma dovrai obbedire agli ordini... Bla bla bla... Coglione...> Dice ad alta voce, esprimendo un proprio pensiero riguardo a quello che è successo oggi ed il dialogo avuto con Raido. <Un incontro con il capoclan dei Kori... Fottuti figli di puttana... Dovete morire tutti... Io non ho una famiglia e non la voglio... Non capite quanto è bello questo silenzio? Questo nulla?> Dice sempre parlando nel vuoto, rispondendosi anche da solo mentalmente. <Non ci sono no documenti... Mi hanno abbandonato... Fatto crecere in quella merda... E poi... Un gioco? Il gatto e il topo...? E quelli...> Continua il monologo, girandosi di scatto verso il muro per cominciare a batterci contro violentemente la mano libera, chiudendola a pugno, quella destra. Non piange, non ha lacrime da poter versare, solo un ghigno di frustrazione sul volto. <Anche quella stronza di Konoha... Ma chi era... Meritano tutti la morte...>. Continua a pensare, facendosi una lista mentale di tutte le cose che dovrebbero essere eliminate.

23:55 Hajime:
 La lista che si fa in testa è lunga, decisamente lunga. A dire la verità nello zaino ha anche una boccetta con l'inchiostro ed un pennello per scrivere. Dovrebbe averne uno anche nella camera se cercasse bene. Ma perchè stare a perdere tempo quando ha in mano tutto quello che gli serve? Tenendo saldamente il kunai con la mano sinistra, stringendola a pugno intorno ad esso, con la punta delle dita che diventerebbe ancora più bianca rispetto alla sua normale carnagione vista la forza che usa nella presa, andrebbe a sollevare l'altra mano, tenendola con il palmo aperto, per poi colpirla direttamente al centro con la punta dell' arma. Non gli interessa del dolore. Ne della ferita in se e per se. Il sangue quindi uscirebbe fuori, sgocciolando fino a cadere verso il terreno. Tornerebbe il proprio macabro sorriso sulle labbra. Quell' odore è decisamente più piacevole che il puzzo che c'è, anche se l'aria fresca un po' lo sta mandando via. In qualche modo, però, gli ricorda un' altra cosa quel colore scarlatto che vede bagnargli la mano e poi il terreno. Le fogne. Si perchè è tornato a Kusa, luogo di un suo cruccio. Ma non importa, ogni cosa avrà la propria soluzione. Comincerebbe a passare il palmo della mano ferita sul muro, iniziando a fare dei disegni molto stilizzati e scrivendo dei piccoli segni. Un pupazzo molto stilizzato, con sotto scritto "Kori". Un mezzo quadrato con un triangolo sopra, che dovrebbe ricordargli l'orfanotrofio, anche se ormai i ricordi, più il tempo passa, più si affievoliscono. Una figura stilizzata che dovrebbe essere femminile, con un taglio di capelli molto simile a quelli di Mekura, con scritto sotto il simbolo di "foglia" e un termine non del tutto lusinghiero per una donna. Con il sangue in mano che gli si seccherebbe, ogni tanto, andrebbe ad assicurarsi che il taglio non si chiudesse con la punta dell' arma. E quindi ricomincerebbe a disegnare. Aggiungerebbe un piccolo cuore, che dovrebbe essere il proprio, i sentimenti per Shinobu e forse non solo. Disegnerebbe anche il simbolo di Kiri, quella strana nebbia disegnata sui coprifronte dei ninja di quel villaggio. E per ora non gli verrebbe in mente nient'altro, se non una sfera. Quindi guarderebbe la propria "opera d'arte", del tutto soddisfatto e felice.

00:04 Hajime:
 Magari il sangue, anche perchè fresco, colerebbe pure, rovinando quindi i disegni e le scritte. Ma lui sa benissimo l'immagine originale che s'è salvato nella mente. Anzi a dire la verità forse davanti agli occhi il ragazzo non ha mai avuto degli schizzi di sangue. Piuttosto delle immagini ben definite che ha provato a ricalcare, come se stesse facendo un qualche ritratto. Ma non è tanto questo il punto, quanto quello che ha intenzione di fare subito dopo. Infatti, continuando a tenere con forza l'arma, la solleverebbe, portandola all' altezza del proprio volto, ma rivolta verso il muro. Per fare questo avrebbe portato leggermente in avanti l'arto superiore sinistro, sollevando quindi il braccio e distanziandolo dal busto, piegandolo verso l'alto così da formare un angolo ottuso con centro il gomito. La presa resta salda, mentre l'arma lascerebbe cadere qualche altra gocciolina di sangue, visto che è ancora sporca di quello del ragazzo. E poi, senza pensarci ulteriormente, inizierebbe ad attaccare fanaticamente il muro. Non gli importa dei danni che può causare, vuole bucherellare quelle sagome disegnate su di esso. Ferirle, distruggerle, vederle sanguinare fino a quando, grazie alla pietà del giovane, non riceveranno la grazia della morte per scappare alla loro sofferenza. Più fa scattare il braccio in avanti, più sente la soddisfazione crescergli dentro, neanche fosse un martello finito in un mare di chiodi da schiacciare. Ogni colpo aumenta il sorriso che gli si forma sulle labbra. Ogni colpo è in parte una soddisfazione e un rilascio della propria gioia-sofferenza. Continua e continua, senza risparmiare nulla, dall' immagine stilizzata della donna al cuore, dal simbolo di Kusa alla scritta Kori. Più va avanti, più il braccio gli si fa pesante. Dovrebbe preoccuparsi della mano dell' altro arto, ma al momento la mente è così libera da ogni pensiero ed in totale soddisfazione che fatica a pensarci su. Qualche gocciolina di sudore gli si formerebbe pure sulla fronte. Ma non importa, nulla è importante, solo la soddisfazione nello svuotarsi e diventare un perfetto guscio per il niente.

00:13 Hajime:
 E continuerebbe ancora, fino a quando non è lo stesso fiatone a colpirlo per lo sforzo fatto. Ansimante, allora, andrebbe ad appoggiarsi sul muro, usando entrambe le braccia e mani, lasciando cadere l'arma. La superficie, ruvida, è molto più irregolare del solito, dovuto alle nuove crepe presenti. Sputerebbe anche, sia davanti a se che tra i piedi. Poi respirerebbe a bocca aperta, perchè ha bisogno di assimilare una quantità di ossigeno maggiore. Il mal di testa lo accompagna, anche i problemi di vista come la stanchezza. è tutto una merda, tutto si trasforma in un senso di nausea e vomito. <Vaffanculo... Non posso permettermi di stare male... Non posso desistere... Devo...> Scuote la testa, con vigore, da destra a sinistra, senza seguire una minima logica. I capelli bianchi gli schizzano quindi in tutti i lati, ricadendogli casualmente addosso. Gli occhi blu sono leggermente iniettati di sangue, vuoi per la stanchezza, vuoi per i problemi di vista, vuoi perchè è un po' pazzo. Cercherebbe di voltarsi, dirigendosi verso il letto. Qui, con una delle mani insanguinata, con l'altra meno, una volta raggiunta la struttura proverebbe ad afferrare lenzuola e copri letto, tirando via tutto e strappandolo al suo posto. Non ricorda minimamente se siano sporche o pulite, ma difficilmente può essere questa seconda teoria. Quindi, senza pensarci troppo, con l'aiuto anche dei denti andrebbe a strapparle del tutto, cercando di formare una pseudo striscia con la quale fasciare la mano. Dovrebbe disinfettarla e fare molte altre cose, ma indovinate un po', non gli interessa minimamente. Invece si volterebbe, guardando ancora una volta quello che resta di un vecchio muro, un po' decrepito, ormai "rimaneggiato". <Non conta nulla... Passato... Presente... Futuro... Nulla...> E quindi, espresso questo ultimo pensiero che ha in testa, andrebbe a chiudere gli occhi, lasciandosi cadere sul materasso scoperto. Cade di schiena, fregandosi di tutto e tutti. Lo zaino cadrebbe di lato. E null' altro, con gli occhi chiusi, cercherebbe di non pensare più a nulla, lasciandosi cullare ed accettando l'ingresso in quel mondo oscuro che per ognuno è diverso, il mondo dei sogni. [end]

Hajime fa ritorno alla propria casa. Nella testa del ragazzo ci sono tante cose, soprattutto il bisogno di esprimere anche il proprio sfogo a modo proprio, che è sicuramente molto particolare.