Tentativo di avvicinamento
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Giocata del 20/08/2017 dalle 10:27 alle 16:59 nella chat "Luogo Sconosciuto"
È ricaduta in un altro sonno incerto e carico di incubi, popolati da mostri provenienti dal passato, che siano essi umani e non. Ogni volta ricade in quell’oscuro labirinto che è la sua mente, ritrovandosi a dover percorrere velocemente diversi ambienti che la riportano ad un passato ricordato e sconosciuto, tuffandola in un mare fin troppo agitato, nel quale lei non possiede ancore di salvataggio. Affoga, mentre l’acqua scura le riempie la gola e i polmoni, impedendole di respirare, uno stato di transizione che la porta velocemente in un qualche laboratorio, laddove il dolore, la rabbia e la paura si mischiano fra loro e le persone presentano un viso distorto, abominevole. Il sangue infetto nel suo corpo scorre e brucia, portando alla mente nuovi sconvolgimenti, sebbene minori rispetto alla prima ‘dormita’. I corridoi di quel laboratorio, nella propria mente, si allungano e si distorcano, si fanno maleodoranti, sporchi, carichi di muffa e sangue sia fresco che secco. Velocemente la scena cambia, la riporta alle fogne, dove il proprio corpo viene scosso dal terrore puro mentre versi disumani si insinuano nelle sue orecchie procurandole scosse di dolore per tutto il corpo. Scosse di dolore che dopo qualche attimo si fanno più comprensibili, dato che la pelle pallida della ragazzina verrebbe morsa e lacerata da zanne e artigli, riportando in un turbine oscuro la mente ancora provata della Yakushi. Tra mostri, dolore e rabbia, le scene si susseguono velocemente fra loro, portandola a rivivere sprazzi di momenti che non riconosce, mentre le sue paura prendono vita, la morte, la solitudine e poi i serpenti. Una miriade di serpenti che l’avvolgono e la stringono, stritolando quell’esile corpo. Ciò porta la giovane Chunin ad uno stato d’agitazione, ancora adagiata in quel letto dalle candide lenzuola, in quella stanza di una locanda di Konoha, mentre si dibatte afferrando con forza le lenzuola con le proprie mani. Occhi chiusi, stretti, in un’espressione di dolore e panico, il viso ancora madido di sudore, il pallore ancora più accentuato rispetto al normale e i capelli neri e lunghi scompigliati sul cuscino. Si troverebbe ancora in quel luogo, in quella situazione, con i suoi stessi vestiti, se qualcuno non glie li ha cambiati. Un kimono corto e bianco, smanicato, chiuso in vita da una fascia blu che riporta sul davanti la placca in metallo del copri fronte di Kusa, con il relativo simbolo. I bordi del kimono sono anch’essi blu, richiamano il colore della fascia, mentre a livello del cuore e sulla schiena, al livello infra scapolare, vi sono i simboli del suo clan Yakushi. Al di sotto del kimono i pantaloncini neri, aderenti ma elasticizzati, mentre le scarpe e i guanti non dovrebbero essere indossati, così come il suo equipaggiamento. Niente fasciature a nascondere le cicatrici e le bruciature che segnano l’intero suo corpo, Mirako non le aveva indossate per raggiungere Konoha. Quello che le sta succedendo è poco chiaro alla sua mente, ma la speranza di potersi riprendere in fretta è decisamente alta. Il corpo esile, gracile, della ragazzina si muove nel sonno, meno rispetto a prima, ma qualcosa la fa comunque sobbalzare nel letto di tanto in tanto, lasciandosi sfuggire dei mugolii di dolore e frustrazione. Fortunatamente sembra stare meglio, di fatti l’agitazione diminuisce pian piano, permettendo alla ragazzina di uscire dal proprio sonno e risvegliarsi. Gli occhi ambrati si aprirebbero lentamente, cercando di mettere nuovamente a fuoco ciò che ha intorno. I muscoli hanno ritrovato parte della loro forza, quindi puntellerebbe i piedi sul materasso per fare forza con le ginocchia e le gambe per cercare di mettersi seduta. Si aiuterebbe anche con le mani e quindi si metterebbe seduta, ancora confusa e scompigliata, man mano che la vista riesce a dare un senso a ciò che vede. Si trova ancora nella locanda, ma per fortuna tutto sembra essere passato. La mano destra si porterebbe ad altezza del volto, passandosela sulla fronte, sugli occhi, fino a cercare di raccogliere qualche ciocca di capelli per poterla rimettere al proprio posto, ma di certo avranno bisogno di una bella pettinata. <Sono ancora qui.> mugugna muovendo il proprio sguardo qua e là nella stanza, sembra che abbia dormito per giorni, ma per lo meno ha recuperato un po’ di tutto il sonno arretrato che ha. SI sente meglio, decisamente meglio, ed è solo un sollievo per lei. [Chakra Off] La bambina era crollata di nuovo in un lungo sonno. L'ha vegliata per quei giorni ma non ha potuto non avvertire Raido della presenza della giovane nella locanda. Lo ha avvertito che la bambina era stata male e che si trova ancora li a Konoha. L'ha cambiata, il kimono che è stato lavato e adesso sta appeso su una sedia della stanza, in favore di un paio di pantaloncini azzurri di cotone che si stringono con un laccetto, e una canottiera con le spalline sottili. Le sta larga la maglia per la differenza di forme tra le due, perchè quelli sono i propri vestiti. La vede che si agita nel sonno, incubi sono quelli che hanno accompagnato la giovane nel suo sonno . Muove le gambe verso di lei per mettersi al suo fianco e asciugarle il sudore sulla fronte, non sa se deve svegliarla o meno, non sa cosa fare e per questo ha anche bisogno di Raido. Quel giorno non è sola, con lei ci sta una certa ranocchia poggiata anch'essa sul letto, l'espressione preoccupata nei lineamenti dell'anfibio. Specchio della propria preoccupazione "Kaeru.. perchè sta così male?" Quegli incubi si stavano rivelando sempre più terribili e dolorosi, più della febbre che affligge una donna < non lo so, non lo riesco a capire > la mano che passerebbe con un panno ad asciugare il volto della giovane < forse dovrei svegliarla.. > si deciderebbe infine a rompere quel sonno e invece ci pensa proprio Kouki ad aprire gli occhi. Un sorriso di sollievo sul volto della Senjuu . La osserva mentre si rende conto di essere ancora li dentro < sei ancora qui > ripete con tono basso, la voce dolce e rassicurante < hai dormito un bel pò > tenterebbe di asciugarle la fronte dal sudore < ma tuo padre sta arrivando, sta tranquilla > un altro sorriso di rassicurazione, Raido sta arrivando li per lei, sta arrivando per la sua bambina , e su questo non vi è alcun dubbio < hai sete? > un bicchiere di acqua sta sul comodino, accompagnato da una caraffa anch'essa piena. Nel caso la giovane abbia sete si prodigherebbe ad aiutarla nei suoi movimenti se necessari, e anche passarle e tenerle il bicchiere di vetro . Fumiko lo ha avvertito, lo ha avvertito di aver trovato Kouki in una locanda, da sola e senza nessuno, tranne Fumiko ovviamente. Si è agitato, completamente agitato e non riesce più a ragionare, non connette più con il cervello. Non la vede da tanto, troppo tempo e le manca terribilmente. E' uscito dalla casa della Senjuu a velocità sovrumane, non ha badato a niente, ha oltrepassato tutti quanti i civili senza badare a cosa avrebbe potuto fare di male. Corre per le strade di Konoha al massimo della propria velocità, molto velocemente cercando di giungere alla locanda il prima possibile. Indosso porta un semplice kimono bianco che giunge fino alle ginocchia; le punte basse del kimono sono rosse così come le maniche. Una cintura rossa legato e stretta alla vita per tenere chiuso il kimono mentre sotto di esso non vi è niente ed è possibile vedere e notare dei pezzi di metallo e una vestaglia un po' più pesante del normale, qualcosa di aderente al corpo ovvero un'armatura pesante per proteggerlo da possibili guai in arrivo. Pantaloni neri a ricoprire le gambe, pantaloni da ninja mentre ai piedi porta dei semplicissimi sandali neri, sempre ninjeschi. Sulla schiena ha posto la samehada, sua fedele arma in ogni situazione ed è anche la più potente di tutto l'armamentario mentre alla vita ha legato la sua katana, compagna di mille avventure che non lascia indietro. Non ha l'equipaggiamento completo, non ne ha bisogno. Spera stia bene, spera stia davvero bene ed è in quel tragitto che, per l'agitazione, il sigillo sul suo collo comincia a illuminarsi, comincia a risplendere di luce propria come a volersi attivare, come a voler uscire ma lo controlla, lo tiene segregato anche se ancora illuminato. Arriva alla locanda, entra al suo interno senza salutare ma correndo per le scale che portano ai piani superiori, corre per il corridoio e di scatto aprirebbe la porta della stanza della Yakushi <Kouki!> allarmato come non mai, agitato ma anche felice di vederla. Quasi non calcola Fumiko, non le da retta correndo verso la bambina sempre al massimo della propria velocità, troppo per poter essere visto e in un battito di ciglia si fionderebbe ad abbracciarla; le braccia le avvolgono il corpicino esile, la stringono verso il proprio corpo, almeno ci prova, sempre se la ragazzina acconsenta. Non dice niente, non parla più ma preferisce rimanere in quell'abbraccio in completo silenzio con lei. [Chk on][Katana equip][Armatura pesante equip][Samehada equip] Nel suo guardarsi intorno noterebbe il suo diverso abbigliamento rispetto al solito. Un paio di pantaloncini azzurri di cotone stretti alla vita da un elastico, e una canotta decisamente troppo grande per lei, tanto che una spallina le scivola dalla spalla, lungo il braccio. Sembrerebbe tutto normale, come una ragazzina qualunque che si è appena svegliata, assonnata, coi capelli in disordine e con una discreta fame, deve ammetterlo. Accanto a lei, nella stanza, vi è Fumiko, la quale deve averle cambiato i vestiti. Li osserva, corrucciata, mentre lentamente la propria mente si sveglia del tutto e si rende conto di come l’altra l’abbia potuta vedere. La sua pelle, le sue cicatrici, la prima persona, oltre allo scienziato, ad averla vista senza vestiti. Le mani andrebbero ad afferrare le proprie spalle, la destra afferrerebbe la spalla sinistra, e così la mano sinistra afferrerebbe la destra. Si stringe, si abbraccia, provando un’immensa vergogna e una lieve rabbia per quell’invasione di spazio. Ovvio che non si tratta di Mirako, quest’ultima non si sarebbe fatta problemi se qualcuno avesse visto le sue cicatrici. <I miei vestiti.> sibila ora, incapace di osservare in viso la donna. Il cuore batte sempre più velocemente e la testa torna a farle leggermente male per quel picco emozionale che sta vivendo già di prima mattina. O pomeriggio, insomma, appena sveglia, non sa che ore siano, non sa nemmeno quanto tempo è passato. Gli occhi di quella donna hanno osservato tutto quello che la ragazzina vorrebbe tenere nascosto. Non è mai stata pronta per far vedere tutto a suo padre, a sua madre, figuriamoci ad un’estranea. Ascolta le sue parole, gli occhi gialli si posano si quell’animaletto sul letto, una rana. La fissa, a lungo, con insistenza, mentre la mente elabora le frasi che le vengono dette dalla donna. La testa viene scossa leggermente alla domanda, non ha voglia di bere, almeno non al momento. Ma suo padre sta arrivando. <Arriva? Da Kusa? Non dovrebbe stare in ospedale?> per lo meno non è morto, in qualunque modo si sia evoluto il suo male, se può muoversi dall’ospedale, allora vuol dire che sta bene, e questo basta per darle un senso di sollievo. Non sa nulla, non sa se sia stato operato, se sua madre sia riuscita a fare qualcosa, ma soprattutto da quanti giorni manca? Certo non aveva previsto di svenire a quel modo e di ritrovarsi a lottare contro qualcosa di sconosciuto, ma comunque i propri pensieri vengono interrotti dalla porta della stanza che si apre di colpo. Un sussulto, un lieve spavento, come quasi ogni volta che suo padre decide di prenderla alla sprovvista. Sente il suo nome che viene pronunciato, nota la paura in quel tono, tinta di un sollievo che sembra calmare anche l’animo della Yakushi. È lì, il suo papà, semplicemente è lui e solo in quel momento si rende conto di quanto lui gli sia mancato, di quanto le manchino i suoi genitori. Non dice nulla perché semplicemente non fa in tempo, nel giro di un istante, ad una velocità che non può esser vista dagli occhi della ragazzina, l’uomo l’abbraccia, la stringe a sé. Chiude gli occhi, si lascia andare a quel gesto di affetto che l’uomo regala solo a lei. Le mani si staccano dalle proprie spalle per potersi aggrappare quasi convulsamente alle vesti dell’altro, si stringerebbe quindi contro di lui. <Papà… come stai?> sollevata nel vederlo, ma le preme sapere qualcosa sulla sua salute. [Chakra Off] L'ha spogliata, ha visto le sue cicatrici e il cuore le si è stretto minuto per minuto , ma ha dovuto cambiarli, erano sudati e sporchi < sono sulla sedia, li ho lavati perché durante il sonno non smettevi di agitarti, erano sudati > spiega con calma . Nota il suo chiudersi davanti a lei, sa che per lei è solo un estranea e non può dirle nulla al riguardo, solo consolarla come può, metterla a uno agio, farla calmare < se vuoi cambiarti ti aiuto > cerca di fare il possibile per toglierle quella vergogna che prova. La ranocchia che accanto a lei la osserva in tutto il suo fare e poi quando si sente osservata elargisce un sorriso verso la bambina "ciao!" La zampina palmata che si alza a mo si saluto. Farebbe qualche passettino verso di lei, e la donna non lo ferma , magari lui può calmarla . "Finalmente ti sei svegliata" continua lui cercando di avvicinarsi ancora di più. E infine quella domanda, la ragazzina ovviamente non può sapere che il padre ha già avuto l'operazione , che sta bene e che è stato lì per occuparsi di lei e della sua febbre, e anche del suo allenamento < tuo padre sta bene, l'hanno operato > tocca a lei darle sempre le notizie eh? Che vita, < ora arriva > darle conforto sembra sempre più difficile, il carattere chiuso della piccola che non aiuta la donna ma non si arrende,ci prova, vuole farla stare bene anche lei, farle capire che per lei non è un peso anzi. Sente rumore, la porta che viene spalancata ed una macchia sfuocata attraversa la stanza e si fionda sulla piccola, Raido è arrivato. E lei può tirare un sospiro di sollievo. Ma che fare adesso? Rimanere lì dentro con loro o andare via? Non è mai stata con entrambi i due nella stessa stanza. Si alza dal letto , Kei che la guarda mentre la donna si avvia verso la porta ancora aperta, non sa che fare. Non vuole essere un peso per i due, si stanno rivedendo dopo tempo dopotutto, ma non vuole andare via, vuole anche che Kouki li veda insieme , che possa essere lei a giudicare alla fina. La mano sulla maniglia mentre osserva il trio rimasto, i vestiti della piccola ancora sulla sedia , e lei che si sente il terzo incomodo. Iniziamo bene la giornata, se ci mettiamo pure la febbre che le arrossa il viso e le fa girare la testa rendendola ancora più confusa . Il cuore che batte forte , chissà come avrebbe reagito Kouki. Non la vede da troppo tempo e l'è manca terribilmente ma ora è li, insieme a lei e non deve temere più niente, non deve più pensare a scenari orribili. Sta bene ed è in salute, questo è l'importante. La stringe forte contro il proprio corpo, la tiene stretta senza lasciarla andare, adesso che sono nuovamente insieme non vuole più lasciarla andare da nessuna parte. La mano destra si porta sul di lei capo mentre la sinistra si mantiene sulla schiena spingendola ancora e tenendola ferma come non mai. La domanda gli arriva, gli arriva forte alle orecchie e cosa le può dire? Sta bene? Non sta bene? Cosa può dire per non farla preoccupare più di quanto non lo sia già? <Sto bene bambina mia, sto bene> subito, senza perdere altro tempo, deve rassicurarla, tenerla calma, fare in modo che tutto quanto vada bene in questa giornata <Kaori mi ha operato qualche giorno fa, è andato tutto bene, non ho più niente anche se devo fare qualche visita di controllo ogni tanto per evitare che ritorni> gli spiega in poche parole, pochissime parole in modo che capisca come sono andate le cose <Ci ho messo poco a riprendermi> ed ora è qui, al suo fianco, con lei e niente può più separarli, niente può impedire loro di stare insieme come una vera famiglia ma ora non può pensare solo a se stesso, non può essere lui al centro dell'attenzione quando è Kouki quella scomparsa. Si stacca dall'abbraccio cercando di guardarla negli occhi, vuole capire cosa prova in questo momento, cosa sta provando e cosa sente, se sta realmente bene <Tu come stai? Stai bene? Va tutto bene e da quanto tempo sei qui? Perchè non sei tornata a Kusa? Ho ricevuto la tua lettera e mi sono agitato> tante domande, una dopo l'altra, non riesce a trattenerle, non riesce a impedire loro di uscire perchè, è troppo preoccupato, è troppo in ansia anche ora che sono riuniti. Con la coda dell'occhio scruta Fumiko alzarsi dal letto, la vede dirigersi verso la porta per uscire, per andare via e un moto di rabbia verso la donna sale, sale e allo stesso tempo non vuole che se ne vada perchè hanno bisogno di parlare tutti e tre, di discutere <Da quanto tempo sapevi che era qui?> la voce si alza leggermente ma non muove il corpo, non muove nemmeno un arto restando concentrato solo su Kouki ma chiaramente si riferisce a Fumiko <Perchè non mi hai avvisato prima?> è chiara la rabbia nella sua voce, rabbia per non aver saputo prima della presenza della Yakushi nella locanda <Hai lasciato che mia figlia stesse in questo posto da sola...> e ora anche Kouki può notare la rabbia del Jonin. Toccategli tutto ma non la figlia e questa è la prova lampante, nemmeno la sua ragazza è al sicuro da questo. [Chk on][Katana equip][Armatura pesante equip][Samehada equip] È ovvio che le ci voleva un cambio di vestiti, persino la fredda logica della ragazzina ci arriva, eppure la parte più emotiva non può che sentirsi piena di vergogna e colpa. Sentimenti piuttosto comuni quando si tratta del suo corpo e delle sue cicatrici, ma appunto non può fare a meno che annuire a quelle breve spiegazione. Gli occhi quindi si rivolgerebbero verso la sedia, là dove si trovano i suoi vestiti puliti ed asciugati. Un lieve sospiro viene fatto sfuggire dalle sue labbra, mentre nuovamente annuisce. <Giusto.> una tensione che viene rinnovata dalla proposta dell’altra, che costringe la giovane a scuotere la testa. <No, non ho bisogno di aiuto. Mi rivestirò da sola.> vuole evitare di peggiorare ulteriormente la situazione, sarebbe alquanto imbarazzante per la giovane. La ranocchia invece, che ha tutta l’attenzione della giovane al momento, o almeno di sicuro ha il suo sguardo puntato addosso, si avvicina. Solleva una zampina e parla. Una lieve espressione di sorpresa e stupore si dipinge sul suo viso… cioè, lei parla coi suoi serpenti e li capisce, ma parlano nella lingua dei rettili, invece questa ranocchia sembra parlare la lingua umana. È qualcosa di straordinario, mai sentito prima… non ricorda della rana gigante parlante di quella sera alla locanda, perché non era lei, quindi a tutti gli effetti è la prima volta che sente un animale parlare la lingua umana. La ranocchia saluta, si fa avanti, fa considerazioni. <Ciao?> non è tanto sicura in quel saluto, ma di sicuro ha attirato la sua curiosità. <Che cosa strana. Come fai a parlare? Io parlo coi miei serpenti, ma nella loro lingua, tu invece parli proprio umano.> insomma, non è cosa di tutti i giorni, ed è forse quello il momento in cui la giovane sembra mettere da parte ogni tipo di disagio per concentrarsi su quella strana situazione che l’attira. <E’ tua?> domanda ora invece rivolta a Fumiko, riferendosi alla ranocchia. Certo lei ha una rana, ma sua madre ha una tigre… bene, ci mettiamo anche a fare considerazioni su chi è migliore ai suoi occhi? È proprio una bambina. Scuote la testa a quel pensiero infantile, decisamente contrariata da se stessa, cercando di ricreare in se stessa il suo ormai perso carattere controllato. Ma ecco la notizia, suo padre è stato operato, quindi dovrebbe essere tutto a posto, no? E invece no. <Perfetto. Non gli sono stata vicina nemmeno in quel momento.> si arrabbia, con se stessa perché è dovuta svenire. Non intendeva stare via così a lungo, eppure è successo. <Ma tanto scommetto che avrà goduto della tua compagnia.> sibila, e di nuovo di sta lasciando andare a commenti velenosi e poco apprezzati, che la porta nuovamente a sospirare. È esasperata da se stessa, si può essere tanto sciocchi? Vuole solo stare tranquilla. <Scusa.> e ancora, nuovamente, si scusa con quella donna, si scusa per quei suoi sbalzi emotivi che la portano a soffrire di mal di testa. Ma tutto quello verrebbe sbalzato via dall’arrivo e l’abbraccio del padre. Se la stringe a sé e lei non si smuove, non si scosta, semplicemente lo abbraccia perché le è mancato molto, moltissimo, come mai avrebbe creduto. Le manca lui, le manca la sua mamma, le manca tutto. Quindi non può fare a meno che stringersi a lui e sentire la risposta alla sua domanda. Annuisce, Fumiko glie lo ha detto giusto poco prima, ed è solo felice che sia stata sua madre ad operarlo. <Meno male, mi sento molto meglio adesso.> deve andare da Kaori, deve andare da lei. Ha bisogno di vederla, abbracciarla, ringraziarla e… farsi visitare, probabilmente. Ma ecco quella sfilza di domande che la travolgono come un fiume in piena, e la ragazzina cercherebbe di scostarsi da lui il giusto per poterlo guardare in viso, negli occhi. L’espressione della Yakushi si fa confusa, contrita. Come sta? Cosa le è successo? Perché non è tornata. <Sono svenuta. Sono stata male e quindi non sono riuscita a tornare, mi dispiace.> non sta ancora propriamente bene, ma evita di dirglielo, evita di fargli notare quando la testa le dolga, e quanto la vista ogni tanto le si offuschi quando è preda di forti emozioni. Eppure si stupisce nel sentire del messaggio. <Una lettera? Quindi ti ho avvisato? Cosa ti ho scritto?> come a Fumiko, pone anche a suo padre delle domande per capire cosa abbia detto e fatto l’Altra. <Non ricordo, non so nulla… penso che fosse Mirako. Io mi sono svegliata qui, non sapevo dov’ero, cosa c’ero venuta a fare, cosa mi era successo.> snervante, totalmente snervante, come quando si è risvegliata a Kusa senza ricordi del suo passato, senza nome. <Ma Fumiko mi ha detto che ero a Konoha, che ero venuta per lei, ma… non ho idea del perché. E mi ha detto che sono svenuta dopo averla trovata.> non sa cosa volesse fare l’Altra, cosa avesse in mente. Infine tace, la donna si alza, si allontana, ma la giovane non ha idea di che cosa voglia fare. Andarsene? Andare a prendere qualcosa? E lascia la sua rana qui? Starebbe per dischiudere le labbra, per chiamarla, dirle chissà cosa. <Dove vai?> ma suo padre la batte sul tempo. Le parole che fuori escono dalle labbra dell’uomo sono cariche di rabbia, e si sente. Il viso della ragazzina si fa stupito. Gli occhi ben attenti, la bocca dischiusa… e nel giro di un attimo l’influenza di Mirako si fa sentire, un moto inesorabile, un grido di felicità nella sua mente, e quella bocca stupita e dischiusa ben presto si trasforma in un piccolo sorriso, un piccolo ghigno appena accennato. Quale incredibile svolta fortunata per Mirako. Rimane in silenzio, in ascolto, lascia che i due adulti discutano di questo fatto importante, mentre lentamente la psiche dell’Altra avanza e prende il sopravvento, come un macrofago che si ciba di quello che rimane, come un’onda oscura che pian piano prende possesso della mente della Yakushi. Piccoli cambiamenti, ancora piccoli, mentre le mani ancora si stringono alle vesti dell’uomo. [Chakra Off]Raido a pranzo
La rana che continua ad osservare la piccola sorridendo "certo che parlo" come se fosse tutto più che normale ,come se parlare per lei fosse la cosa più naturale del mondo < hai già sentito una rana parlare, quando c'era lei.. > l'altra , ha già capito che quella sera c'era un altra lei, la parte più nascosta che aveva preso il sopravvento sulla sua psiche < non è mia. Non è il mio animale di compagnia > spiega con calma e dolcezza, per lei Kei non è un animale da compagnia, ma il suo compagno di squadra < è il mio compagno di squadra, e mi occupo di lui da un po di tempo . Non è l'unico che sa parlare, molti rospi e e e lo fanno. Purtroppo ha perso la madre durante un.. > frena la lingua, non vuole spaventarla con la stori del proprio padre < una missione , da allora ha deciso lei di seguirmi > non è come la volpe a cui ha fatto espressamente richiesta ad Hiashi, lui ha deciso di andare con lei, lei ha accolto la sua richiesta prendendolo sotto la propria ala. La ranocchia che tenta di avvicinarsi ancora a lei, poggiare una delle zampine sulla mano di lei, un gesto molto umano che la distingue infinitamente da un animale "stai bene?" Anche lui si preoccupa. Le sue parole arrivano come veleno alle sue orecchie < tuo padre voleva te > si limita a dire con una strana scintilla negli occhi < sei scusata > non è lì per fare da valvola di sfogo per la giovane e per la sua rabbia, può ascoltarla e consolarla ma non si sarebbe presa colpe che non ha < l'ho avvisato io , ho scritto che eri qui, che ti ci ho portata io e che stavi male e che non ti svegliavi. > l'ha scritta lei la lettera, lei ha informato l'Oboro mentre lei vegliava sulla piccola . Si alza, la mano sulla porta. Potrebbe passare del tempo giù e lasciare che Kei faccia la sua influenza. Una rana che parla? Beh ai bambini piace , e lui le sarebbe piaciuta dato che si tratta comunque di un piccolo ranocchietto grande meno di un pugno . La voce dell'uomo però la ferma , si volta a fissarlo con un aria leggermente sconvolta. < ti ho scritto io Raido, sono stata con lei per questi giorni, non sono stati tanti. Purtroppo come ben sai alcune questioni mi hanno impedito di dirtelo prima, ma la lettera è arrivata. Non ho lasciato la piccola da sola, sono stata con lei quando si è svegliata tutte e due le volte. Ho fatto di tutto per farla stare bene > specialmente pensando a come lui passasse anche il suo tempo con la ex, cosa che la fa arrabbiare non poco. Non ha lasciato Kouki da sola < ho aspettato che si svegliasse, e lo ha fatto. Nessuna l'aveva toccata e ho preferito lasciarla riposare in tranquillità . Quando si è svegliata ero qui , e si è riaddormentata di nuovo . Le ho fatto compagnia, si è risvegliata adesso > le iridi leggermente chiuse, ma tenta di tenere un tono tranquillo e pacato per evitare che scaturiscano scintille tra i due . Lo guarda con fermezza, il ranocchio che guarda lei e Kouki? Non sa che non è più lei, c'è Mirako adesso al suo posto. Sentirla rilassarsi lo rilassa a sua volta, lo rende tranquillo e il cuore smette di avere quel battito accelerato, cerca di ritrovare la calma, di pensare. Adesso è li con lei, è li in sua compagnia e tutto va bene ma ciò che gli dice poco dopo lo lascia a bocca aperta, è svenuta, sta male e non è tornata per questo motivo. Nuovamente si agita ancora, si sente stranito, cosa le sta capitando, cosa le sta succedendo? Ha paura per lei, ha paura per la sua bambina ma altro si aggira nella mente della ragazza a quanto pare <Stai male?> la mano destra si muove andando a toccarle il viso, le carezza la guancia sinistra mentre gli occhi son fissi nei suoi, è preoccupato, visibilmente preoccupato di quello che ha <Cos'hai? Cosa ti senti?> e qui, oltre alla preoccupazione, vi è anche la rabbia per non essere andata in ospedale, per non essere stata portata immediatamente da un medico che potesse guardarla e visitarla. Si sta arrabbiando troppo e avrebbe voluto evitare una cosa del genere, non avrebbe voluto arrabbiarsi, non dopo che i due hanno fatto pace. Perchè tutto deve andare a rotoli? Perchè tutto è contro di loro? Forse deve controllare i propri istinti, essere davvero meno impulsivo e più razionale per ragionare meglio <Mi hai detto che andavi a Konoha per lei...> e va a guardare Fumiko <O almeno me lo hai fatto capire però...non eri tu, era Mirako> quindi le da la fa conferma, tutto è avvenuto per colpa di Mirako quindi. Ascolta la storia della chunin, l'ascolta in silenzio senza interromperla nuovamente e forse sta cominciando a capire cosa sia effettivamente successo, comincia a collegare qualcosa. Mirako non ha una buona influenza su di lei, ne ha una veramente pessima e questi svenimenti possono essere causati dalla controparte della ragazzina. Ha mostrato la sua rabbia verso Fumiko, le ha posto quelle domande e quando arrivano le risposte non fa altro che sospirare, non vuole ribattere non vuole far accendere una discussione improvvisa ma sente come Kouki si stringe ancor di più alle proprie vesti, la sente come lo ricerca e il braccio sinistro passa sulla di schiena portandola contro di se <Le sei stata vicino?> il tono è più basso, più tranquillo, si vuole calmare, sa che deve farlo <Va bene va bene> no, niente litigate per oggi, non ha voglia di discutere, non ha voglia di creare altri problemi, vuole la pace, almeno tra di loro <Ma perchè non l'hai portata in ospedale? Anche se Kaori era a Kusa a operarmi, c'erano altri medici per poterla visitare> il tono non è rabbioso, non è arrabbiato ma tranquillo, lo sta chiedendo con tranquillità, cerca solo delle risposte dalla donna <Ma ora non importa, ci andremo oggi> rivolgendosi a Kouki stavolta, la deve portare da sua madre, la Hyuga deve sapere e deve visitarla. Si alza, si rimette in piedi, il braccio sempre su Kouki mentre lo sguardo si posa su Fumiko <Vieni qui Fumiko, dobbiamo parlare, tutti e tre e...> lo sguardo si porta su sua figlia <...voglio la partecipazione di entrambi, di Kouki e di Mirako...riesce a reggere, per favore?> nessuna deve dimenticare niente, ha bisogno di questo favore da parte sua. [Chk on][Katana equip][Armatura pesante equip][Samehada equip] Ascolta le spiegazioni che Fumiko da alla ragazzina a riguardo della ranocchia. Annuisce, comprende, non può fare altro che osservare quell’animale e notare quanto effettivamente sia un rapporto diverso tra il semplice padrone e animale. È interessante, curioso. Ha perso la madre e ha seguito la donna, durante una missione… be, non ha nulla da ridire al riguardo, semplicemente si lascia sfuggire un piccolo e dolce sorriso in direzione della ranocchia. Un sorriso di quelli sinceri, niente di più. <Allora come ti chiami?> si rivolge direttamente alla rana, ovviamente, dato che parla, ha una coscienza sua e non è di proprietà di nessuno, allora potrà sostenere una conversazione faccia a faccia con qualcun altro. Non ha nulla contro quella rana, non è lei che vivisezionava gli animali per puro divertimento, e per fortuna Mirako non si è ancora fatta sentire. Sente quelle zampine appoggiarsi sulle sue mani, un contatto così umano e normale, che non si sarebbe mai aspettata, un contatto che non può far sorridere nuovamente la giovane. <Un po’ meglio.> non al cento per cento, ma almeno i dolori sono passati e la vista è tornata come quella di prima. La sua attenzione viene attirata dalla risposta di Fumiko, di come suo padre volesse lei e non può che sentirsene felice… insomma, almeno ha delle conferme sul fatto che non è di troppo. Se ne sente rasserenata, non sapendo come valutare quel tono e quello sguardo da parte dell’altra. Sente la carezza di suo padre sul viso, quella domanda alla quale non da risposta se non un cenno del capo. Annuisce, lo deve ammettere anche a se stessa. Non sta bene. <Vuoti di memoria. Sono svenuta, mi fa male la testa e mi si offusca la vista… ogni volta che ho un qualche picco emotivo.> lo ha notato, per lo meno, è un ninja medico anche lei, solo che non è così brava da arrivare a una diagnosi. <Mi emoziono. Mi gira la testa, mi fa male, le fitte, la vista si offusca… e l’ultima volta sono svenuta.> non ha collegato però che ogni volta che le succede, è la rabbia e la furia che prendono il sopravvento. Un abominio. Nella sua mente vi è un flash, le fogne, i mostri, ma dura un attimo, non gli presta la giusta attenzione. Suo padre in seguito le da la conferma che Mirako almeno ha avvisato, ha scritto quello. Quindi lo svenimento non può essere opera sua. <Se si tratta di Mirako, lo svenimento non è dovuto a lei. Insomma… ha fatto tutta questa strada, ha cercato Fumiko per non so quale ragione… e appena la trova sviene? Non è… conveniente per lei.> già, quello svenimento l’ha bloccata a letto e le ha scombussolato i piani, poco ma sicuro. Quindi non tutto è da ricondurre a lei, è già qualcosa escludere un qualche tipo di causa. In seguito vi è un po’ di confusione fra lettere scritte da chi per chi, qualche incomprensione, ma i due sembrano chiarirsi, anche se ormai qualcosa è cambiato, non in maniera troppo netta, ma nemmeno in modo così tanto inavvertibile. Mirako si fa strada, il ghigno che compare, le risposte chiare e precise che la donna da a Raido. Non c’è un perché ben preciso, semplicemente Lei si diverte, Le piace quando ottiene dei risultati anche inavvertitamente. Peccato che Raido non sia intenzionato a portare avanti quella rabbia verso la donna… tutto scema, lei viene stretta al torace dell’uomo e il ghigno svanisce lasciando posto a un’espressione del tutto contrariata. Andare in ospedale? No signore, non rientra nei piani di Mirako, ma Kouki conserva ancora un po’ della sua coscienza al momento… il viso muta, scuote la testa, lotta per far sentire la sua di voce. <No… andrò dalla mamma.> non vuole andare in ospedale o da chissà quale altro medico. La voce è sibilante ed affaticata, si sforza per mantenere almeno la metà della propria coscienza, un qualcosa di difficile se non impossibile. Ed ecco che a quanto pare devono fare tutti quanti una bella chiacchierata… ciò scaturisce nella Yakushi due diverse reazioni. Dapprima il viso si fa preoccupato, ma è più come se volesse implorare il padre a non portare avanti discussioni che potrebbero coinvolgerla sentimentalmente. Non vuole affrontare i sentimenti, ogni volta sta male, scappa e si rifugia. Scuote appena la testa. <Dobbiamo proprio?> un flebile sussurro. Eppure successivamente il viso riprende parte della propria sicurezza, sguardo dritto in quello di Raido, il sorriso che riaffiora in quel modo sinistro e divertito. <Una conversazione a quattro! Non ne ho mai avuta una.> e così dicendo si metterebbe per bene seduta nel letto, iniziando lentamente a sistemarsi i capelli con un fare decisamente diverso da prima, un po’ come se volesse farsi bella, o semplicemente prepararsi per quella conversazione. <Sarà emozionante.> non sta nella pelle, ma mentre continua a lisciarsi con le dita i setosi capelli, ecco che il viso muta ancora, si perde, si fa più preoccupato e rassegnato. <Okay…> Kouki non muore dalla voglia invece, ma a quanto pare è giunto il momento. Continua ad accarezzarsi i capelli, ed attende. [Chakra Off] Sorride anche la donna, non ha visto la bambina sorridere e vedere che lo fa con la ranocchia le da un po di conforto, su quello ha avuto ragione dopotutto. La ranocchia che tenta di saltarle sulle mani, curioso e eccitato dalla prospettiva di una nuova conoscenza che non sia Raido, giusto perché entrambi non si sopportano a vicenda "Kei, molto piacere" è pure educato eh.lo sguardo li segue nei movimenti, nelle espressioni dei due , in quegli sguardi e nel sorriso della piccola. Sospira, non ha le forze per un litigio , non ha le forze quasi per fare nulla con la febbre ancora in lei, non è passata , e lo stare fuori forse la sta aggravando un po di più. Fortuna che non è contagiosa, è una febbre dovuta al freddo di una giornata passata con un leone parlante . Le si illuminano gli occhi un attimo < sai Kouki > sa che devono parlare, e Raido lo dice chiaramente anche se vorrebbe fulminarlo . Una conversazione così pesante graverebbe sulla bambina? E anche su se stessa. Ma non si tira indietro , va invece a prendere posto anche lei sul lettone dove è adagiata Kouki. < ho incontrato un leone che parla, dice anche di essere una divinità > sa che Raido non ci crede, ma lei si. Ci crede e tanto pure < vorrei che lo conoscessi, sembra saggio > peccato che non sappia dove si trovi, deve prima cercare Shade, vedere come procede la sua accademia e poi possono andare a cercarlo. Magari prima di partire l'avrebbe fatta conoscere a lui, chissà. "Era un leone molto grande con una voce profonda" la rana che spiega il tutto come un bambino che ha appena visto qualcosa di straordinario, ed è così in effetti, solo la Senjuu sembra iniziare a farci l'abitudine a tutte quelle strane creature . Kei che accompagna il discorso allargando le zampette a spiegare il concetto di "grande" . Siede sul letto , guarda tutti i presenti < una conversazione a quattro > ripete le parole di lei, Kei che cerca di dare la scalata al corpo della piccola cercando di posarsi sul capo di lei, vuole avere un posto alto per poterli osservare meglio < Kei, devi chiedere prima > un rimprovero che una mamma da al proprio figlio, lui che le guarda e poi va a Kouki "posso salire?" . La donna annuisce , soddisfatta dal comportamento della rana. Non capisce adesso Kouki, quel l'entusiasmo non l'ha avuto per tutto il tempo che hanno passato insieme, che sia la presenza del padre? < io e Kouki abbiamo avuto modo di.. Confrontarci un poco > e ha capito molto da lì, alla fine la piccola non la odia veramente . Non riguarda Mirako allora, i suoi pensieri vengono messi da parte, non capisce quale sia la causa di tutto ciò. Forti stati emotivi la conducono a questi svenimenti, a queste sensazioni. Possibile che le emozioni le facciano ancora così male? Possibile che non è ancora riuscita ad abituarsi alle emozioni primarie? <Hai ragione..> non può fare a meno di darle ragione e non può fare a meno di pensare di aver preso un abbaglio allora. Non è un medico e quindi non sa fare una diagnosi e non è abbastanza bravo per fare l'investigatore, non riesce a cogliere determinati segni che la condizione di Kouki porta, insomma, è un completo imbecille che non sa dove mettere parola praticamente, ottimo come padre. Il viso di Kouki cambia leggermente, forse Mirako inizia a farsi spazio nella sua mente, si muove ma una parte di Kouki riesce a parlare, riesce a dire la propria <E' proprio da lei che ti volevo portare e in ospedale ti può aiutare meglio> Kaori è l'unica che può davvero aiutarla in questo momento, sono due donne e chi meglio di una donna può capire una ragazzina? Inoltre è anche medico, vanno a braccetto praticamente. Il sospetto si fa sempre più presente e Mirako, alla fine, si mostra, si fa vedere e nota come Fumiko lo fulmini con lo sguardo, letteralmente. Sa che ha la febbre, sa che sta male ma quella conversazione va affrontata ora che sono tutti insieme e possono parlare <Si Kouki, solo per un po', dopo possiamo fare tutto ciò che vuoi> quindi portarla dove vuole, andare dove vuole, mangiare dove e come vuole ma ecco che Mirako si fa vedere e comincia a parlare, mostra il suo lato sadico e all'apparenza malvagio. Non ci fa molto caso, sa che è così la ragazzina e allo stesso tempo osserva il ranocchio che si muove, fa la conoscenza di Kouki e a quanto pare si piacciono. Sorride nel vederli insieme, sorride felice all'idea che Kouki possa aver trovato un amichetto, anche se animale <Kei, io e te non andiamo d'accordo ma, sii sincero, cosa ne pensi di Fumiko, di Kouki e di me? So che lei l'ha vista per la prima volta oggi, almeno credo, però dillo lo stesso> chiede da prima al ranocchio ma perchè? Gli serve l'opinione di qualcuno di esterno alla vicenda e lui è perfetto. Sente il dire della Senjuu e quella frase lo rincuora, lo tranquillizza un po', molto poco a dire il vero ma basta e avanza per infondergli la forza per affrontare questa conversazione <Io voglio che voi vi conosciate, voglio che proviate ad andare d'accordo e se vi siete già parlate, tanto meglio ma voglio sapere cosa ne pensate l'una dell'altra> inizia con il dire quelle semplici parole, ha bisogno che le due diventino quanto meno sopportabili tra di loro <L'ultima cosa che voglio è vedere due persone a cui tengo litigare, lanciarsi frecciatine o altro> sta molto attento alle parole che pronuncia, evita di usare determinati termini se non strettamente necessario. Sta chiedendo alle due/tre di dire ciò che pensano e spiega ciò che vorrebbe da loro <So che è difficile, lo è per tutti e non potete dire il contrario ma almeno proviamoci>. [Chk on][Katana equip][Armatura pesante equip][Samehada equip] La rana si presenta, e la piccola annuisce, facendogli capire di aver sentito. <Kei.> ripete il suo nome, ma la ragazzina invece non si presenta a sua volta, ma permane in quel suo sorriso. Le piace, la incuriosisce, vorrebbe saperne di più… ma sa anche che è pericoloso, basterebbe una sola mossa di Mirako e potrebbe mettere quella rana in pericolo se volesse. La Yakushi tuttavia va a sussultare non appena avverte il tono tanto cordiale ed amichevole di Fumiko nei suoi confronti. Prende l’iniziativa, la donna, si siede sul letto e avvia un discorso di leoni parlanti e divinità. La giovane se ne sente scombussolata… quando hanno preso tutta quella confidenza? Non sa se sentirsi indispettita o meno, ma le informazioni che le vengono date la incuriosiscono ancora di più. <Un leone parlante? E dove? Perché dovrebbe essere una divinità? E perché dovrebbe trovarsi qui? Come lo hai conosciuto?> non mette in dubbio nemmeno per un secondo la veridicità della storia, perché dovrebbe? Perché quella persona dovrebbe mentirle, inventarsi una storia tanto assurdo. Dopo tutto la rana parla, e Mirako ha parlato con una rana gigante alla locanda… insomma, il mondo è pieno di stranezze e lei vuole conoscerle tutte. <Vorrei conoscerlo davvero. Sarebbe interessante…> un piccolo sorriso… sempre meglio dei mostri nelle fogne, no? Non ha mai vissuto altro che esperienze poco piacevoli del resto. Andare in ospedale dalla madre va più o meno bene, circa… non vuole andare in ospedale in realtà. <So che l’ospedale è un luogo sicuro, ma preferirei andare a casa sua e stare un po’ con lei anche.> diciamocelo, l’ospedale non è proprio accogliente, e lei ha bisogno di sentirsi più o meno a casa anche con la madre. Non ha problemi ad esporre quello che vorrebbe, anche perché lo farà in qualunque caso. Per quello è testarda almeno quanto entrambi i genitori. La ranocchia invece si appresta a scalare la giovane, ma la ragazzina alzerebbe le mani con calma per cercare di afferrarla. Se mai ci riuscisse ovviamente. <Meglio di no, mi spiace… dovresti stare lontano da me per il momento.> non ora che è instabile, non ora che Mirako e Kouki devono affrontare insieme una discussione. Non si fida di Mirako, potrebbe fare del male a quella creaturina e lo sa bene. <Non sono sicura e potrebbe farti male.> se fosse riuscita ad afferrarla, la adagerebbe con calma sul letto, il più vicino possibile a Fumiko… se invece proprio non fosse riuscita ad afferrarla, invece, spera solo che la rana, o i presenti, capiscano. Le dispiace, vorrebbe davvero permettere alla ranocchia quella scalata, ma si ricorda benissimo che fine abbia fatto lo scoiattolo al bosco dei ciliegi. Non è finito bene. Lascia comunque parlare la donna, ed annuisce. Certo, si sono confrontate, ma non è che la cosa si sia risolta del tutto. Le parole di suo padre sono chiare, ma non capisce perché chiedere una cosa simile ad una rana che, come ha detto lui, ha appena conosciuto la ragazza. <Come potrebbe dare un parere? Non sa cosa c’è dietro. Almeno credo.> afferma in direzione dell’uomo, per poi dare un’occhiata a quella ranocchia. In seguito ecco le parole meno sensate che suo padre potesse dire… insomma, va bene tutto, va bene il non ritenerla responsabile, forse, ma addirittura doverci andare d’accordo come se potesse sostituire la madre, no. Ed è più unico che raro quello che dovrebbe succedere al viso della ragazzina, il quale passa da un’espressione ghignante e divertita, ad una triste ed abbattuta. La coesistenza di Kouki e Mirako, la porta come a deturparle il viso nel giro di pochi istanti. Come un abominio delle fogne. Come se il viso della ragazzina non riuscisse a decidersi su qualche espressione assumere e quindi cercasse di farle entrambe nello stesso momento. Risultato? Qualcosa di inquietante. <A cui tieni.> la voce appare quasi distorta, a metà tra un sibilo e un grugnito, ma lei stessa deve riuscire a dare un certo ordine a sé. Una mano verrebbe portata alla propria testa e gli occhi chiusi, per imporsi una certa concentrazione. <Capisco perché tu chieda una cosa simile. Vorresti che tutto andasse per il verso giusto, niente litigi, niente frecciatine, niente odio. Ma… avresti… dovuto pensarci prima.> caspita se è difficile cercare di essere comunque educati e civili. Nemmeno lei vuole litigare, ma Mirako si, ed è difficile tenerla a bada. <Hai voluto che conoscessi Kaori. Che andassi d’accordo con lei, e anche io l’ho voluto e pian piano ho iniziato a desiderare di poterla chiamare mamma. E ciò è avvenuto. Ora mi chiedi di fare la stessa cosa con Fumiko, solo che le cose stanno un pochino diversamente.> già, Fumiko è l’altra, la donna per la quale suo padre ha lasciato sua madre, ma potrà mai digerire un fatto simile? <Ho capito che Fumiko non c’entra nulla. Lo so, lo comprendo. Perché lei non sapeva. Riesco a capirlo, infatti credo di essere più arrabbiata con te per questo.> non può continuare a negarlo, a tenerlo nascosto solo per non far stare male suo padre, non può continuare a tenerselo dentro. <Fumiko mi ha detto che non sei infallibile, che puoi sbagliare, va bene, d’accordo… ma ciò non vuol dire che io debba accettarlo con leggerezza.> insomma, si è sfasciata la loro famiglia, anche se spera che sua madre rimanga tale per sempre. <Che vada… a prendere il thè con Fumiko come se nulla fosse, quando lei ha sostituito la mamma al tuo fianco.> le emozioni salgono, la rabbia si fa sempre più pressante… come sempre, come ogni volta che la propria mente si lascia andare al dolore di quel sangue infetto che non sa di avere. <Ma… posso provarci solo perché forse Fumiko non merita il mio odio. Basta che lei non giudichi mia madre… o si paragoni a lei…> può provarci solo per il quieto vivere, ma non può dire di riuscirci per certo, non ora almeno. Respiri profondi, chiude gli occhi, cerca di calmarsi… mentre sul viso ora si delinea un ghigno pacato. È la volta dell’Altra, così ha deciso. Gli occhi vengono riaperti, fissi su entrambi i due adulti, una calma serafica la pervade, mentre la testa le pulsa dal dolore e la vista sembrerebbe appannarsi. <Avevi detto che niente e nessuno ti avrebbe fatto lasciare la tua amata Kaori.> più sprezzante questa volta il tono, arrogante, come solo Mirako può essere. <Che nemmeno io vi avrei fatti allontanare, che nessuno dei due si sarebbe lasciato… e io ho sempre pensato a trovare un qualsiasi modo per rompere così tanta sicurezza. Di spezzare quell’amore… e avevo appena cercato un qualche tipo di modo, che vi siete distrutti da soli. È stato bellissimo.> il sorriso si accentua, perfida e sadica. <Così tanta sicurezza in un amore che è stato sbriciolato nel giro di poco. Questo avvalora la mia tesi che l’amore è un sentimento debole e superato. E tu…> si riferisce direttamente a Fumiko ora, con quella sua aria di superiorità. <Pensi davvero di essere al sicuro? Insomma, lui e Kaori si stavano per sposare, un amore forte e potente, distrutto in un attimo per una prima sciocchezza… pensi che non lui non possa fare la stessa cosa anche te, al tuo primo piccolo errore? Pensaci bene.> melliflua nel suo dire, vuole mettere il dubbio e l’insicurezza nell’altra. <Come ha fatto con Kaori, potrà farlo anche con te che ti conosce da molto meno tempo. Amore… quale ipocrisia.> conclude quel suo dire sollevando appena le spalle, vuole apparire superficiale al momento, per poi riprendere. <Per quanto riguarda quello che penso di Fumiko… non provo ne odio ne altro. Per me è come con Kaori… il prossimo giocattolo.> il sorriso si allarga, è felice, raggiante, lo dimostra anche con una piccola risatina… insomma si diverte, è così elettrizzata per quella conversazione! [Chakra Off] Ha avuto ragione, riesce a cogliere l'attenzione della bambina ma non le sta mentendo, vorrebbe veramente che incontrasse quel leone. Una esperienza tutta unica per lei , perché quindi non provare a fargliela fare? < era qui a Konoha > il tono basso che dovrebbe alimentare la curiosità della giovane < mi ha detto che ci sono problemi con il regno animale > passa sul fatto che i problemi li sta creando il padre andando in giro ad uccidere donne incinte e prendendo i loro bambini direttamente dal loro grembo. Porterebbe solo tristezza e disgusto in quella stanza, e le darebbe un modo per odiarla davvero. Ha il sangue di quell'uomo nelle vene, una parte di lui è dentro di se , e per quanto vorrebbe non essere sua figlia lo è. Lo è e non può cambiare quello stato, non può farci nulla se non nasconderlo ai più. Solo Raido e Hiashi ne sono al corrente, il primo più dell'altro . Chissà, magari se fosse rimasta con lui adesso prenderebbe parte a quei riti di sua volontà come partecipante, e non come spettatrice < e che aveva bisogno di alcune persone per un avventura. C'era anche una ragazzina insieme a me > magari potrebbe conoscerla, stringere un amicizia con qualcuno della sua età , un altra bambina con cui passare il proprio tempo e avere una normalità . Il ranocchio che si lascia prendere e allontanare con un sorriso triste, voleva solo giocare e non riesce bene a capire la situazione, né tantomeno la domanda che Raido gli rivolge < non sa nulla di tutta la storia > come potrebbe raccontargliela? È troppo piccolo, deve proteggerlo anche dai propri di problemi "tu non mi piaci" ammette verso Raido stringendosi a Fumiko, lo guarda con gelosia "ma lei si" e indica Kouki, tra bambini ci si capisce, si possono creare legami più semplici e veri . < Raido non devi forzarla > perché è questo quello che l'uomo sta facendo, sta forzando le due ad andare d'accordo e non è giusto nei confronti di entrambe < credo che io e Kouki potremmo passare del tempo insieme , e no, non sono qui per sostituire la figura di tua madre né di giudicarla, non posso farlo e non voglio farlo. Lei rimarrà tale, io non ho intenzione di fare alcunché , magari possiamo provare a conoscerci, essere amiche > capisce le parole della piccola, Raido come al solito è troppo precipitoso nelle cose. Gli lancia un occhiata come a dire "rallenta". Infine eccola di nuovo, Mirako. Un brivido le sale sulla schiena per quel cambiamento a cui non è abituata nonostante l'abbia già vista così, ma non ha mai assistito al cambio di personalità . Le sue parole sono dure e fredde, lo sguardo corre a Raido. Cosa dire? Può dire qualcosa ? Ne ha il diritto di farlo? Resta zitta in silenzio a guardare il suo uomo. Si volta per ascoltare le parole che le rivolge. Ma non si fa spaventare di certo , abbandonare la propria famiglia per pensare solo a se stessi, ecco cosa pensa sia sbagliato. capisce meglio di tutti loro quei discorsi sulla famiglia, lei che ne ha vissute troppe con un padre che ha violentato la madre, un patrigno che l'ha gettata via come nulla , e la madre che ha vissuto con quelle cose terribili fino ad adesso < è una possibilità. L'unica cosa di cui si può essere sicuri è che un giorno dovremo morire. Potrà succedere che ci lasceremo > conferma lei con sicurezza, è una donna, non una ragazzina. Specialmente su quei discorsi si sente il fatto che lei sappia e che ha vissuto situazioni che l'hanno portata a crescere in fretta, troppo in fretta < ma l'amore esiste > e lei l'ha trovato. L'ha trovato in Raido, nella madre, nel proprio clan a cui adesso appartiene e di cui ha preso il nome, e anche agli Ishiba, coloro che l'hanno cresciuta nei primi anni della sua vita. Sta tirando fuori la storia di quel leone che si mette al pari di una divinità e più parla e meno le crede. Non esistono queste cose, già è tanto il fatto che accetti la presenza di una rana parlante. Sospira, distoglie lo sguardo cercando di distrarsi nelle varie parti della stanza, le osserva come a voler cambiare da solo argomento. Non crede a una singola parola di quel leone, secondo lui si tratta ancora di un genjutsu ed è così, non c'è altra possibilità altrimenti un evento simile sarebbe avvenuto molto tempo prima e non adesso, non ora. Vorrebbe zittirla, farla smettere di riempire la testa di sua figlia con tutte quelle sciocchezze ma allo stesso tempo nota come Kouki ne sia incuriosita, ammaliata da tali storie e non vuole toglierle quel sorriso, non vuole privarle del sorriso. Lascia che il discorso continui, lascia che quel rapporto tra loro cresca senza che nessuna delle due se ne accorga prima che la frase della ragazza vada in risposta alla propria affermazione <Va bene, ti porterò direttamente dalla mamma, niente ospedali> non serve discutere ancora, la ragazza ha deciso oramai e farle cambiare idea è impossibile. Osserva la scena, di come il ranocchio tenta di salire sul di lei capo e di come venga respinto, da una parte è felice perchè non sopporta quella rana puzzolente ma dall'altra parte gli dispiace, un amico in questa situazione avrebbe solo giovato. Ode il dire Kouki e Fumiko, la loro risposta è praticamente identica mentre Kei va a rispondere nel modo giusto. Ci rimane male, molto male a quanto pare <Non ci credo, non riesco a crederci> comincia con il parlare di quella cosa che lo ha lasciato a bocca aperta <Non ci credo che la rana abbia capito e voi due no. Ovvio che non sa niente della storia, io ho chiesto cosa pensava di noi, non della storia in se, noi come persone e, difatti, ha risposto> è intelligente, questo non lo può negare ma ora si rivolge direttamente alla rana <E nemmeno tu non mi piaci, attento o un giorno ci faccio il brodo con te> lo minaccia con molta tranquillità, oramai sta divenendo routine e forse può portare Kouki a ridere di quel battibecco ma sa già che Fumiko è sulla strada di guerra, pronta a difendere la sua fedele ranocchia. Finalmente si arriva al punto focale, si arriva al culmine della discussione e la prima a parlare è proprio Kouki la quale esprime i suoi pensieri, ciò che dice è vero ed è giusto e fa male, molto male, sente un dolore al petto molto profondo, un dolore che non prova da tanto, tantissimo tempo <Lo so che sei arrabbiata con me ed è giusto così, ci dovrò fare i conti> non può farci niente, lo accetta semplicemente, deve farlo se vuole ancora avere un rapporto con sua figlia, un buon rapporto tra padre e figlia ma non ha capito. Kouki non ha capito le sue intenzioni. Fumiko glielo va a spiegare, gli spiega cosa ha in mente di fare, cosa vorrebbe per le due ed è tutto giusto quello che proferisce la Senjuu, non può far altro che annuire a quel dire <Non voglio che pensi che voglia togliere la mamma dalla tua vita, lei è insostituibile per voglio che proviate, con il tempo, ad essere amiche, solo amiche> ne vede lo sguardo, vede lo sguardo di Fumiko e si zittisce, forse sta davvero correndo troppo, di nuovo, lo sta facendo ancora ma questa volta è diverso, questa volta le circostanza sono estremamente diverse e spera che Kouki lo capisca, ci spera con tutto il cuore. Il turno di parlare è quello di Mirako e le sue parole sono veleno, sono parole dette con l'intento di dividerlo e lo ha capito, lo ha capito e non può farci niente nemmeno in questo caso. Conosce il carattere dell'altra, sa quanto possa essere subdola <Come dice Fumiko, la possibilità c'è ma l'amore anche c'è ed esiste> non è una farsa come pensa lei, non è qualcosa di architettato. Forse deve solo scoprirlo lei stessa, forse deve trovare un ragazzo, tra molto tempo ovviamente, che possa farle provare quel sentimento <Forse abbiamo parlato troppo per oggi, andiamo da Mamma?> domanda alla ragazzina, ha bisogno di vedere la propria mamma, ha bisogno di stare con lei e lo vede <Fumiko, vieni anche tu, devi tornare a casa> si riferisce alla febbre, vede quanto la ragazza sta male. [Chk on][Katana equip][Armatura pesante equip][Samehada equip] Il discorso sul leone ha attirato e non poco la curiosità della ragazzina, la quale sembrerebbe davvero intenzionata a comprenderne di più. Problemi nel regno animale, sembra davvero una storia uscita da qualche libro, qualcosa che l’attira. Però qualcosa la turba… era a Konoha. <Konoha… io non ci posso rimanere molto.> ecco la fregatura, non può certo allontanarsi da Kusa per partire all’avventura a Konoha… anche se vorrebbe in questo caso, dato che il leone-divinità la incuriosisce molto. Il fatto che ci sia un’altra ragazzina, poi, le accende un altro campanellino di interesse… lei non ha amici, per così dire, non della sua età e non pensa nemmeno che possa averne. Nahira è sparita, Hiroki, che aveva anche la sua stessa età, è sparito. La gente che conosce appena non la sopporta, insomma, uno strazio. Ci sarebbe Akira, sarebbe davvero interessata a farci amicizia, anche se non è della sua stessa età… ma l’Uchiha non è interessata. <Non penso di poter partire all’avventura con voi e un leone. Il mio massimo di avventura è nelle fogne con dei mostri che vogliono mangiarmi… e un compagno con il quale condividiamo solo astio reciproco.> il buon vecchio Hajime. Senza nemmeno rendersene conto sta parlando come se nulla fosse insieme a quella donna, così, come se stessero parlando del più e del meno. Il discorso infine va a prendere piede, la ranocchia non può dare un’opinione, ma sapere di piacerle nonostante le abbia impedito di stare sulla sua testa, le fa piacere. Un sorriso sincero verso quella creaturina, mentre vive nel terrore che l’Altra possa invece farle del male. Le prime parole di Fumiko, rivolte a Kouki, danno una sensazione di sollievo alla ragazzina… insomma, il male minore. Almeno non si sostituirà a sua madre, anche se si è già sostituita al fianco di suo padre. La urta comunque questa cosa. Ascolta il dire del padre, quel battibecco, che si, la fa sorridere, sdrammatizza quel momento, ma null’altro. Ha capito, certo che ha capito, solo che a sua volta la ragazzina vuole cercare di esprimere quello che pensa. <Ho capito cosa vuoi, papà. Che andiamo d’accordo, che ci proviamo. Ma come ho detto non credo di potermi abituare con tanta facilità al fatto che starà al posto di mia madre accanto a te. Magari nella stessa casa… ma non sono affari miei, no? Voi siete liberi di fare quello che volete, a me spettano le vostre decisioni e le vostre conseguenze.> prova a rimanere tranquilla, più o meno educata, ma la testa le fa male e la vista inizia a risentirne. Ancora una volta una mano viene portata alla testa, le dita si stringono fra i capelli. <Così… stiamo facendo la stessa cosa che ho fatto con la mamma. Conoscerci, diventare prima amiche… è solo più difficile adesso.> gli occhi vengono chiusi e le tempie massaggiate, mentre assume un’espressione dolorante. <La mamma ha sbagliato, ha fatto un errore… come Fumiko non merita il mio odio, mamma non si meritava di essere gettata via al primo errore, soprattutto se lo ha compreso. Almeno questo… per favore… lo volete riconoscere?> gli occhi ora lucidi da qualche lacrima, vengono posate su entrambe le figure presenti nella stanza. Supplica con il proprio sguardo, tremano le proprie labbra e il biancore si fa ancora più evidente… qualcuno, per favore, riconosca quanto tutto sia stato troppo duri nei confronti di sua madre. Per quanto lei abbia sbagliato. E il viso viene di nuovo coperto dalle proprie mani, come se piangesse, mentre ascolta le ultime parole di Fumiko. La schiena trema, le spalle si alzano e si abbassano come mosse dai singulti di un pianto… ma non sta piangendo, sta ridendo. Mirako ride di gusto a quelle semplici parole, tanto mature e tanto sbagliate. Lentamente le mani vengono portate al proprio grembo, posate sulle lenzuola, mentre l’espressione divertita si mostra. Uno strano connubio però si presenta, dato che ancora evidenti sono le lacrime prima accennate da Kouki, che si mischiano al viso divertito e ghignante di Mirako. <L’amore non esiste. Guarda come è stato buttato questo grande amore. Guarda quanto dolore ha portato. I sentimenti non portano altro che scocciature e dolori… è solo questione di chimica ed attrazione, un modo per portare avanti la specie.> muove una mano davanti a sé, come a scacciare una mosca invisibile. <Siete così sciocchi. È il potere quello che conta, la conoscenza. Con queste cose si tiene in pugno il mondo, queste cose hanno valore.> quanto di Otsuki c’è in quelle parole? Davvero molto. Quanto del suo sangue Yakushi? Troppo. <Persino Kouki lo sta capendo, glie lo sto facendo comprendere.> Hiroki è un esempio, qualcosa che poteva nascere ma che non è nato, famiglie che si distruggono a vicenda, altre donne, amori finti, insomma un bell’elenco. Tuttavia gli occhi vengono chiusi nuovamente, un breve scambio di battute mentale fra le due controparti fino a quando il sorriso della ragazzina non si fa più morbido, sincero e stanco. Vuole andare da sua madre, vuole stare con lei, abbracciarla, parlarle di quello che le sta accadendo… le parole di suo padre sono giuste. Hanno parlato abbastanza, soprattutto la giovane alla quale quella convivenza fra le due parti non fa bene ed aggrava i suoi dolori. <Si…> mormora piano, accennando un sorriso e iniziando a scendere dal letto. <Meglio che mi rivesta.> nel farlo però non si dimenticherebbe della ranocchia, verso la quale proverebbe ad allungare un braccio. La mano, titubante, cercherebbe di donare una carezza su quella creaturina. Se ci fosse riuscita, quindi, si alzerebbe sulle proprie gambe martoriate, posando i piedi nudi sul pavimento e lasciando che i lunghi capelli le coprano la schiena fino al sedere. <Magari pian piano tutto si risolverà.> e si riferisce ad ogni cosa, ogni cosa ritornerà a posto e questo pessimo periodo passerà. [Chakra Off] Sente lo scetticismo di Raido provenire dalla sua figura per la storia del leone, ma lei non demorde, ci crede, l'ha visto e che sia un genjutsu non lo crede possibile. No, è tutto vero < troverò il modo per farvi incontrare > si riferisce al fatto che lei non può rimanere troppo tempo a Konoha, non può rimanere lì per via delle regole ma lei avrebbe fatto di tutto per farli conoscere. Avrebbe preferito caricarsi in spalla il leone stesso e portarlo fino a lei se necessario. La rana che dà il suo pensiero, Raido non gli piace, è geloso della sua Kaeru e i suoi tocchi nei confronti della donna vengono mal visti. Ma la risposta di lui le fa stringere le mani intorno alla ranocchia, pronta a proteggerla contro tutti e contro di lui < tu non farai proprio niente > torna alla ragazza, avrebbe dovuta presentarla anche a Shade . Due ragazzine che avrebbero potuto conversare, passare del tempo insieme < perché no? > un avventura che nonostante possa rivelarsi pericolosa? La bambina è già una chunin, l'unica cosa di cui preoccuparsi è il padre, perché se fosse per lei l'avrebbe già fatta partire per qualcosa di diverso, unico e irripetibile . La ragazzina che continua, non è un discorso facile da affrontare , e lei non sa bene il come si sono lasciati, il motivo perciò non può che essere sincera < non so il motivo > ammette e non sa nemmeno se lo vuole sapere . Anche l'altra ha ragione, sa quanto possa essere marcio il mondo , e lei insegue quello per ora, il potere < hai ragione > sillabe che escono piano dalle sue labbra , chissà se Raido le avrebbe sentire, accarezzate da un desiderio inconscio, lento e strisciate che avvolgono le labbra attorno a quelle parole . Lo desidera, lo vuole per poter fare di più, osare di più e trovare la propria vendetta . Guarda la ragazzina scendere, Kei che si fa accarezzare con piacere , magari si sarebbero potuti rivedere , e sa che Raido l'avrebbe portata dalla madre. Adesso non c'entra più nulla lei . Si alza, Kei sulla spalla adesso < voi andate, pago la locanda e torno a casa, magari passo dal dojo Senjuu e saluto mia madre > fa un mezzo sorriso, ma si vede che ci soffre un poco. Li avrebbe lasciati soli, senza la propria presenza a pesare sul rapporto dei due < magari si > e lei ne ha cose da mettere al proprio posto, ne ha di guai da risolvere. La notizia che il leone si trovi a Konoha la rende triste, lo vede negli occhi della bambina e non può sopportare quella visione e per quanto non creda minimamente a quella storia, non vuole vederla triste. Se deve capire che è tutto falso, lo deve capire da sola, senza nessun altro che glielo dica <Forse...posso farti avere un permesso speciale per questa...impresa> non sa come definirla ma il suo scetticismo è evidente, fin troppo <Non ti assicuro niente ma ci posso provare> ci prova solo perchè è sua figlia, non per altro, vuole vederla contenta e se questo riesce a renderla tale, tanto meglio, ha fatto una cosa buona in tutto questo casino. Muove il capo, non concorda con le sue parole, non concorda affatto, lei è la sua famiglia e ne fa parte, lei su tutte ne deve fare parte e niente e nessuno può cambiare questa condizione. Si avvicina nuovamente a Kouki, si inginocchia dinanzi a lei prendendole la destra tra i propri palmi, la tiene stretta ma senza farle male <Sono affari tuoi quanto miei e so che non è facile e non voglio che tu smetta di dirmi cosa pensi, voglio sempre sapere la tua opinione su quello che riguarda la nostra famiglia> usa nostra, non sua perchè è la loro famiglia e Kouki ne fa veramente parte. E' difficile, lo comprende, lo comprende benissimo <Lo so> ci vuole del tempo, molto tempo ed è pronto ad aspettare tutto il tempo necessario, tutto il tempo che serve per rendere la situazione più sopportabile. Infine arriva una richiesta, una richiesta ben precisa, ammettere un qualcosa, ammettere che ha sbagliato con Kaori ma in cuor suo sa di non poterlo fare, lo sa benissimo. Rivolge a Fumiko lo sguardo, non vuole che pensi male delle sue prossime parole, non vuole che capisca altro e cerca di farglielo comprendere attraverso lo sguardo, ci sta provando prima di parlare <Forse sono stato troppo duro con lei ma non possiamo più tornare indietro> mette fine a quel discorso, mette fine a tutto quello che riguarda Kaori per concentrarsi su Mirako e sul suo dire. Come prima, tenta di separarli, di far venire fuori il suo pensiero e quell'affermazione sul potere non la condivide, non è vero che è il potere che fa andare avanti il mondo e non è vero che il potere è qualcosa di necessario. Sente la sete di potere di Mirako, la stessa sete che percepisce nelle parole di Fumiko. Non se lo sarebbe mai aspettato da lei, non si sarebbe mai aspettato una cosa simile proprio dalla donna. Non ribatte, è qualcosa che avrebbero dovuto discutere in privato. I discorsi hanno fine, Kouki comincia a prepararsi, la vede vestirsi e annuisce al dire di Fumiko <Va bene> le lascia pagare la locanda anche se avrebbe voluto farlo lui <Piano piano tutto tornerà alla normalità> lo vuole anche lui, lo vuole con tutto se stesso e spera che un giorno possa davvero accadere. Allunga il braccio verso la ragazza, la mano aperta ricercando la sua e, se l'avesse presa, si sarebbero avviati verso l'esterno della locanda da soli, solo loro due <Fa caldo, che ne dici di prendere un gelato prima di andare dalla mamma?> sorride nel porgerle quella richiesta, vuole passare un po' di tempo con lei, in sua compagnia. [END] Sembra che forse lei possa incontrare quel leone, ma la ragazzina ancora ne è scettica riguardo a quella possibilità. Accenna un sorriso, alza le spalle… tutto è molto labile per lei, infattibile. Potrebbe mai vivere un’avventura del genere? Così intrigante? Ci spera o forse potrà immaginarle solamente, chi lo sa. <Non penso di potermi allontanare da Kusa per andare all’avventura.> risponde a quella semplice domanda con una risposta altrettanto semplice. Comunque sia lei crede alla storia del leone e non ha motivo per non farlo, sempre che non si tratti di un’illusione, ma di animali parlanti ce ne sono a quanto pare. Ma a quanto pare suo padre potrebbe fare qualcosa per quel piccolo inghippo, accendendo una sorta di speranza negli occhi della Yakushi. <Potresti? Sarebbe carino.> insomma, qualcosa di diverso, c’è un leone parlante. Ma nonostante questo si va avanti in quel discorso, in quella conversazione. Le parole di suo padre riguardo alla famiglia le donano un senso di sollievo, cose che già le sono state dette, ma che ha bisogno di fortificare nella sua testa attraverso le rassicurazioni dell’uomo. È forte, abile, ormai sempre meno bambina e più adolescente, ma il suo passato la porta comunque a sembrare più piccola di quanto non sembri. Annuisce, grata che lui comprenda, grata che capisca. Ma a quella particolare domanda posta dalla ragazzina, con gli occhi lucidi e l’aria supplichevole, non trova risposta dalla donna. Non sa il motivo e quindi non riconosce il fatto che sua madre sia stata trattata troppo duramente. Alza un sopracciglio, non capisce… è proprio il fatto che si sono lasciati, è quello l’aver trattato troppo duramente Kaori. Ma non dice nulla, non ne ha voglia, non ne ha più le forze… lo sguardo si sposta solo verso suo padre, speranzosa che almeno lui lo riconosca. Lo fissa, negli occhi, attendendo un suo giudizio. Almeno quello, vuole solo quello al momento. Una risposta che arriva da parte del padre, quella piccola ammissione che alleggerisce di poco il cuore della giovane. Almeno sa di essere stato troppo duro, anche se non ha idea del perché non si possa tornare indietro… ma forse è sua madre che non vuole farlo, dopo essere stata trattata a quel modo. Sospira, annuisce, un lieve sorriso… e poi quelle parole, si va avanti e Mirako noterebbe quell’inclinazione nella voce di Fumiko. Quella ragione che le viene data che spinge la giovane a voltare il viso interessato verso la donna. Un lieve ghigno, niente di più… perché le cose si fanno interessanti per Mirako, qualcosa che attira il suo interesse in Fumiko. Le piace… quel suo nuovo giocattolo. Ma come tutte le cose, anche quel momento ha fine, la ragazzina si alza, accarezza la ranocchia e quindi aspetterebbe solo che tutti escano dalla stanza prima di rivestirsi. Un saluto alla donna, semplicemente alzando la mano e salutando, mentre dona un lieve sorriso al ranocchio. Non vuole denudarsi davanti a loro, mostrare le sue cicatrici, già che la donna le ha viste. Che dire… una volta pronta sarà ben felice di accettare la proposta di suo padre… è arrabbiata con lui, certo, ma gli vuole comunque un gran bene e gli è mancato. Ogni minuto con lui è prezioso, e successivamente vorrà passare il suo tempo anche con sua madre. [Chakra Off][END]