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con Kaori, Raido

20:10 Raido:
  [Monte] Finalmente è arrivata la sera in quel di Konohagakure, la luna prende il posto del sole, il cielo diviene più scuro di prima, molto più scuro e una leggera brezza giunge a scompigliare i capelli dell'albino che si muove per le vie del centro cercando di giungere nei pressi del monte dei volti di pietra. Ha passato gli ultimi due giorni a Konohagakure, ha parlato con Fumiko, ci ha litigato ma alla fine hanno fatto pace. Ha sbagliato a dire a Kaori il legame che lega lui e la Senjuu, ha sbagliato completamente e non può dare la colpa alla Hyuga per aver parlato, non c'entra niente in questa storia, più o meno. Ha bisogno di schiarirsi le idee, di stare un po' da solo. Fumiko è ammalata, con la febbre a casa, probabilmente sta dormendo o sta giocando con i suoi animali; spera più la prima opzione, dopo l'allenamento di oggi ha bisogno di riposo assoluto o finirebbe con lo svenire a terra da un momento all'altro. Indosso porta un semplice kimono bianco che giunge fino alle ginocchia; le punte basse del kimono sono rosse così come le maniche. Una cintura rossa legato e stretta alla vita per tenere chiuso il kimono mentre sotto di esso non vi è niente ed è possibile vedere e notare dei pezzi di metallo e una vestaglia un po' più pesante del normale, qualcosa di aderente al corpo ovvero un'armatura pesante per proteggerlo da possibili guai in arrivo. Pantaloni neri a ricoprire le gambe, pantaloni da ninja mentre ai piedi porta dei semplicissimi sandali neri, sempre ninjeschi. Sulla schiena ha posto la samehada, sua fedele arma in ogni situazione ed è anche la più potente di tutto l'armamentario mentre alla vita ha legato la sua katana, compagna di mille avventure che non lascia indietro. Non ha l'equipaggiamento completo, non ne ha bisogno. Arriva sul monte dei volti di pietra salendo quella lunga scalinata, percorre ogni gradino con calma giungendo nello spiazzale sottostante i volti dei precedenti Hokage. Li guarda e li scruta uno ad uno, tutti i più grandi ninja della foglia sono li, scolpiti nella roccia di quella montagna, una roccia che perdura da secoli in quel posto e precisamente si trova sotto il volto del secondo Hokage, Tobirama Senjuu, grande utilizzatore del suiton, colui che ha insegnato alle generazioni future a sfruttare l'acqua in modi che un normale shinobi non si sarebbe mai immaginato. Lo fissa con una certa intensità mentre ricerca una certa calma interiore, una pace interiore che quel posto sembra fornirgli minuto dopo minuto. [Chk on][Katana equip][Armatura pesante equip][Samehada equip]

20:24 Kaori:
 Il suo turno in Accademia è finito e per oggi non ha alcun tipo di impegno in ospedale. Non è stata incaricata di occuparsi di alcuna missione e nessun team di ninja ha bisogno della sua supervisione: in parole povere, per oggi, è libera. La Hyuga cammina con passo cadenzato al fianco di una bellissima tigre del bengala dal manto striato. Asia avanza fieramente per Konoha, tranquilla, senza quasi degnare nessuno di uno sguardo. La gente la osserva a tratti spaventata, a tratti ammirata, tenendosi tuttavia alla larga dalle sue zampe e dalle sue fauci. La Hyuga è tranquilla, si fida di Asia e sa che la tigre non è aggressiva senza motivo. Questa sera indossa un semplice completo da kunoichi composto da un corsetto nero senza bretelle ed un paio di stretti pantaloni del medesimo colore. Una cintura in cuoio li tiene su assieme ad una tasca porta oggetti mentre il coprifronte dell'Erba le copre la gola. Avanza coi lunghi capelli viola che ondeggiano al suo passaggio, ritrovandosi col salire la scalinata d'acciaio che porta verso la sommità del monte. Asia sale al suo fianco i gradini gravando su di essi col suo peso. E' una serata fresca, frizzante e tranquilla. Il vento è gentile e carezza la pelle con dolcezza portando la Hyuga quasi a dimenticare tutti i problemi affrontati negli ultimi giorni. Si sente stanca, spossata dall'idea di aver definitivamente detto addio all'Oboro. Ma non poteva fare in alcun modo altrimenti: non sa come poter fare i conti con quella verità che lui le ha schiaffato in faccia così brutalmente. E' qualcosa che va oltre la sua concezione e non può fare altro che chiedersi se forse non si sia immaginata tutto, se non fosse solo un brutto scherzo. Inspira a fondo dal naso ritrovandosi col mettere il piede sull'ultimo gradino che conduce allo spiazzo sottostante i volti di Pietra. E' un attimo prima che il suo sguardo venga calamitato su una figura a lei perfettamente nota. Asia, al suo fianco, si acquatta pronta ad attaccare, con le fauci a palesarsi in un ringhio molto poco amichevole. Kaori rimane immobile a fissarlo per un lungo attimo senza fare alcunché prima di espirare stancamente e portare una mano sul capo della creatura, carezzandone il pelo lucido. <Andiamo, Asia> dice semplicemente voltandosi, tentando di scendere quel gradino che aveva appena salito, voltandosi per tornare indietro. [chakra: on]

21:26 Raido:
  [Monte] Tutto avrebbe voluto meno che rompere con la Hyuga, dirle definitivamente addio è difficile, ha detto addio a una parte importante di se ma in fondo, è meglio così, non avrebbero potuto continuare con quella farsa ancora per molto tempo. Lui è andato avanti, sta riuscendo ad andare avanti con Fumiko ma lei? Lei è riuscita a fare qualcosa o è ancora presa da lui? Probabilmente la seconda e come ha detto alla stessa Senjuu, si vogliono ancora bene, si amano ancora e questo non può essere cambiato da nessuno, nessuna donna potrebbe cambiare una cosa del genere. Sospira pesantemente guardando il viso di Tobirama, scruta il viso del Kage cercando in lui una certa ispirazione, una risposta ai suoi problemi ma come può un morto dargli quelle risposte che cerca? E' impossibile, letteralmente impossibile. La guardia, come sempre, è alta, rimane allerta in ogni momento e in ogni istante cercando di captare tutto quello che succede nei dintorni, tutto quello che accade e sente dei passi provenire dalle scale alla sua sinistra, passi di qualcuno che sta salendo ma non distoglie lo sguardo, non si preoccupa nemmeno di chi possa salire ma la coda dell'occhio nota una figura fermarsi sull'ultimo gradino, una figura accompagnata da una bestia enorme, un'animale, una tigre. Kaori è li, è salita fino a li e sono nuovamente insieme. Come comportarsi adesso? Cosa possono fare? Stare sempre lontani? Tentate di riappacificarsi? Non lo sa e non sa nemmeno se la special jonin si disposta a parlare o a fare qualcosa per sistemare il tutto, se non per loro, almeno per loro figlia. Come sono arrivati a questo? Come è arrivato a distruggere tutto quanto? E' solo un danno, è solo una disgrazia per tutti coloro che incontra e lo sta capendo ogni giorno di più, lo capisce vedendo come Fumiko sia coinvolta in una vita burrascosa come la sua e di tante cose, non avrebbe mai voluto che accadesse una cosa del genere. La Hyuga prende la sua decisione, decide di andarsene, decide di evitarlo andando via senza provare nemmeno a parlargli e fa male, fa male sapere che ciò che ha detto quel giorno è davvero definitivo. Deve trovare un modo per rimediare, per impedirle di vivere in quello stato e di stare così. Quel giorno ha detto parole dure, ha detto che non le interessa la sua opinione come se lei non c'entrasse niente e, per certi versi, lei non c'entra niente eppure è sempre la donna che ha quasi sposato e la sua opinione conta sempre. Se gli avesse detto di lasciare Fumiko non lo avrebbe fatto ma almeno avrebbe saputo il suo punto di vista su tutta la faccenda <Mi eviterai in questo modo ancora per molto?> domanda senza guardarla, fissando il volto di Tobirama. Non ha il coraggio di portare lo sguardo su di lei, non ha il coraggio di vederla in viso preferendo quel fare abbastanza distaccato <Oppure possiamo parlare di quello che è successo?> un'altra domanda viene posta alla donna nella speranza che essa sia più invogliata a rimanere. [Chk on][Katana equip][Armatura pesante equip][Samehada equip]

21:43 Kaori:
 Non se l'era aspettato. Non aveva davvero immaginato di poterlo trovare lì, di poterlo incontrare ancora. Le riesce strano pensare che lui sia a Konoha ma non per lei. Che sia lì per un'altra donna, per sua cugina. Il pensiero le stringe le viscere, le fa salire un brivido freddo lungo la schiena. Kaori stringe i denti, le labbra, tentando di arrestare quell'ondata di dolore e rabbia che l'assale. Fa male. Fa male in maniera completamente diversa ora che le cose sono cambiate, ora che la situazione si è fatta così complessa. Non solo si sono lasciati, ma Raido è pure impegnato con una sua parente. Forse non di sangue, ma pur sempre parte della sua famiglia. Non vuole litigare, non vuole discutere, non vuole fare assolutamente niente. Desidera solamente trovare un po' di pace, riuscire ad affrontare il proprio dolore come ha fatto per suo padre tempo prima. Asia avverte la tensione di Kaori, avverte il suo desiderio di non trovarsi lì e, semplicemente, ringhia. E' pronta a proteggerla, è pronta a difendere l'umana che per tutto quel tempo le è rimasta ostinatamente accanto. Le due sono compagne, sono fidate alleate e Kaori si sente riscaldata dalla premura dell'animale. Tuttavia sa che avrebbe ben poche speranze contro Raido e per questo, semplicemente, cerca di calmarla carezzandole il capo, invitandola ad andare via. Ma i loro passi vengono fermati dalla di lui voce. Non le guarda, non ruota neppure il capo, parla osservando il volto di Tobirama Senjuu troneggiante su di lui. Kaori si ferma, respira a fondo e ruota il capo verso la sua figura solamente quando quell'ultima domanda viene posta e lasciata in sospeso fra loro. <Perchè? A che serve parlarne?> domanda lei con tono fermo, sicuro, insolitamente gelido. <Dopotutto non ti interessa ciò che avrei da dire.> ripete le di lui parole, lo fa con un tono pungente, sarcastico, come a voler rimarcare il modo in cui i due si erano lasciati quell'ultimo giorno, l'indomani dell'operazione che lei stessa aveva sostenuto e sopportato per salvargli la vita. Asia passa lo sguardo da Raido a Kaori, rigida, pronta a scattare da un momento all'altro, annusando l'aria. Un alito di brezza soffia sopra di loro, la luna splende in un vasto mare di tenebra. E' una serata meravigliosa e al tempo stesso terribile. La tempesta è in agguato, pronta a scatenarsi al minimo passo falso. [chakra: on]

22:05 Raido:
  [Monte] Da quel giorno in cui si son lasciati bruscamente ha sempre voluto parlarle, cercarla e chiarire definitivamente, questo perchè lui che fa solo casini, alla fine è colpa sua se si trovano in questa faccenda. E' giunto a Kusa con una certa superbia, convinto di sapere come va il mondo e di come affrontare la vita ma non in verità non sa niente, non sa dannatamente niente (Raido is the new Jon Snow) e questo brucia, brucia tremendamente. Un Jonin che ha visto tanto, che ha fatto tanto in 16 anni di servizio, si ritrova ora a non sapere come agire e come comportarsi, tutto perchè non è riuscito a salvare i propri genitori, perchè si è lasciato manipolare da quella donna cadendole ai suoi piedi. Lo ha lasciato creando una profonda ferita nel suo cuore, un trauma che lo ha scombussolato per sempre e adesso non è più in grado di decidere nelle questioni di cuore. Fa male sapere questo, fa male giungere a una simile conclusione da solo. Kaori glielo ha sempre ripetuto, tutti quanti glielo hanno ripetuto, è uno stupido e non ha potere su niente e nessuno e forse dovrebbe passare a chiedere scusa a un po' di gente a cui ha imposto la sua volontà. Kaori ha ragione a fargli quella domanda e ha propinargli le sue stesse parole con fare pungente e sarcastico. Deglutisce, ha sbagliato anche con lei, ha tremendamente sbagliato e deve accettare i suoi errori, deve accettarli e rimediare a ogni cosa ma come? Come potrebbe fare una cosa del genere? Non ne ha la minima idea, non ha la benché minima idea di come reagire al momento. Cosa dirle? Cosa risponderle? Forse deve partire con la verità, essere sincero con lei come ha fatto con Fumiko, forse è la via più saggia, più sicura e tranquilla, la via migliore che ci possa essere <Avevate ragione tutti quanti, nessuno escluso> inizia a parlare, la voce è tranquilla, calma, molto calma ma ancora non la guarda <Io sono stupido, sono un grande stupido che non ha fatto altro che sbagliare fin dal giorno che ti ho conosciuta> questa è la verità e lo sta ammettendo, lo sta ammettendo per la prima volta davanti a lei, davanti alla donna la quale si è dimostrato sempre forte e potente, ora, invece, si mostra debole e indifeso <Ho sbagliato, non avrei dovuto dire quelle parole e non volevo dirle> china il capo verso il basso, osserva il suolo e finalmente lo porta verso Kaori, la guarda ma non negli occhi, non ha ancora il coraggio di compiere quell'impresa <Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto> per quello che ha detto e per come si è rovinato il loro rapporto. [Chk on][Katana equip][Armatura pesante equip][Samehada equip]

22:24 Kaori:
 Di tutto quello che poteva aspettarsi di sentirgli dire, quelle parole sono le ultime che si sarebbe mai potuta aspettare. Giungono al suo udito semplicemente inattese, sorprendenti, spiazzandola da capo a piedi e lasciandola a fissarlo ora con fare stravolto e basito. Le labbra sono schiuse, gli occhi assottigliati in una espressione confusa e stupita. Non si è mai comportato in quel modo prima, non ha mai chiesto scusa in modo così sincero e sommesso, non a qualcuno che non avesse un particolare coinvolgimento emotivo con lui. Beh... Kaori avrebbe sempre avuto un coinvolgimento speciale nella sua vita, ma diverso da quello che avevano condiviso un tempo. Sarebbe stata per sempre una specie di promemoria, il fantasma di una persona importante e che ora non è più nulla. La Hyuga si ritrova impreparata nel sentire quelle parole e lo fissa deglutendo richiudendo le labbra in una linea sottile. Le umetta rapidamente, distoglie lo sguardo portandolo verso il villaggio, stringendo i pugni lungo i fianchi. Non sa cosa fare o cosa dire. Dovrebbe andarsene? Dovrebbe tener fede alle ultime parole che gli aveva rivolto quel giorno e sparire dalla sua vita o cercare di parlare con lui? Una parte di sé non riesce minimamente a tollerare l'idea di andarsene ora che lui è lì, ma un'altra non desidera altro che scappare e mettersi in salvo dai suoi grandi occhi color dell'oro. Asia attende al fianco di Kaori, la guarda dal basso della sua posizione col muso rivolto all'insù, leccando piano le sue dita affusolate. Kaori guarda Asia con occhi distanti, lontani, cercando di trarre sostegno dalla sua vicinanza. <Sì che lo volevi> sospira alla fine, Kaori, svuotando i polmoni dell'aria precedentemente accumulata, ruotando ora il corpo ed il volto in sua direzione, tenendosi tuttavia a distanza, senza avvicinarsi di mezzo passo. <Era esattamente quello che intendevi.> aggiunge con tono deciso, sicuro. <Non t'importa di quello che pensa chiunque se va contro qualcosa> o qualcuno, pensa lei amaramente <che vuoi fare.> Lo sa, sa che è così. Lo conosce e sa che nessuno sarebbe stato capace di convincerlo neppure spiattellandogli in faccia tutti i motivi per cui una cosa del genere è sbagliata e immorale. <Per cui non capisco cos'è che ti dispiaccia.> Non lo capisce davvero. Se anche adesso avrebbero affrontato la conversazione che avrebbero dovuto sostenere quel giorno, non sarebbe cambiato nulla. Avrebbe continuato a credere in quello che sta facendo e avrebbe difeso la sua relazione per sempre. Cos'è quindi che gli dispiace? <Ci sono cose che delle scuse non possono cambiare.> dice lei ruotando il capo verso il Villaggio, un sorriso amaro a increspare le labbra sottili sul suo volto. <Una lezione che mi hai insegnato proprio tu.> Lui che non ha potuto perdonarla o accettare le sue scuse dopo quanto successo, lui che ha sepolto ogni cosa fosse stata fra loro senza possibilità d'appello. Lui che una volta subito un torto non torna indietro. Kaori non condivide quel tipo di pensiero o di atteggiamento, ma realmente pensa che delle scuse in quel momento non servano a nulla. Non è tanto il pensiero di quella pessima risposta ad averla ferita così a fondo, quanto la consapevolezza che il suo unico errore abbia compromesso una relazione ormai giunta al matrimonio quando per quella ragazza è disposto a gettare all'aria morale e decenza. E di questo lui non si sarebbe scusato mai. [chakra: on]

22:55 Raido:
 L'ha lasciata sorpresa, di stucco per le proprie parole, non ha mai chiesto scusa ad anima viva ma sta cambiando, lui sta davvero cambiando e lo sta facendo dal giorno in cui l'ha conosciuta alle praterie delle memoria. Quel giorno è iniziato il suo cambiamento, è iniziata la sua evoluzione che lo sta trasformando in qualcuno di normale e oramai quell'aura di ghiaccio nei suoi occhi è completamente scomparsa, non vi è più, non esiste più ghiaccio nei suoi occhi e nel suo cuore. Adesso è libero di amare, di essere un uomo normale. Un uomo capace di chiedere scusa, di capire quando sbaglia e quando invece ha ragione; sta maturando a sua volta, sta diventando sempre più maturo e forse più in grado di avere una famiglia ma per farlo deve risolvere tutti quanti i suoi problemi, sia con se stesso che con Kaori e anche con Fumiko. La vede, la osserva mentre non sa cosa dire, non sa come comportarsi davanti a quel cambiamento ed è giusto così, è giusto che non sappia come muoversi in questo momento ma allo stesso tempo vorrebbe sentire delle parole venire pronunciate dalla sua bocca, sentire la sua voce dire qualcosa di più. Attende in silenzio, attende che dica qualcosa e ciò che dice è vero, è assolutamente vero eppure non è quello che voleva far intendere con quelle parole. Le ha detto che nemmeno la sua opinione sarebbe contata ma in realtà avrebbe voluto dire che avrebbe continuato a vivere quella relazione con Fumiko e lo sa Kaori, questo lo sa benissimo e glielo rammenta perchè lo conosce più di tutti. Sospira nel sentirla parlare, sospira nel sentire la verità spiattellata così senza riserve e sta male, sta dannatamente male sapere che lei ha letteralmente imparato da lui come essere freddi. Vede quella freddezza che lo contraddistingue nelle sue parole, una freddezza che ha perso e che Kaori ha ritrovato pienamente <Non volevo dire quello> comincia con l'affermare questo e pensa, pensa a cosa dire ma la verità è che qualsiasi cosa possa dire, niente cambia, niente può essere cambiato <So che tutta questa storia è immorale, amorale e sbagliata, lo so Kaori, non credere che non lo sappia e so cosa stai pensando> lo sa perchè la conosce a sua volta, consoce la Hyuga meglio di chiunque altro, almeno crede che sia così <Però, non m'importa di quello che pensa la gente...tranne te. Si, forse non ti do molto ascolto, non l'ho mai fatto prima e non lo faccio spesso anche oggi ma è il tuo parere che mi ha portato ad essere quello che sono> sta rivelando una cosa che ha sempre tenuto dentro di se, una cosa che non ha mai detto a nessuno e che mai avrebbe voluto dire, specialmente a Kaori <Non voglio smettere di sapere quello che pensi perchè è da questo che capisco se sto sbagliando o meno e ho imparato, sto continuando a imparare. Non perdonarmi, non voglio costringerti e so che le scuse servono a poco ma...te lo dico lo stesso, mi dispiace e...> non riesce più a parlare, non riesce più a dire niente. Non si avvicina, non si avvicina a lei nemmeno di un passo aspettando di sentirne un verdetto, un qualcosa di più. [Chk on][Katana equip][Armatura pesante equip][Samehada equip]

23:33 Kaori:
 C'è qualcosa di diverso, c'è qualcosa in Raido che è cambiata. Non v'è orgoglio nel suo tono, nelle sue movenze, nè quel distacco che hanno provato a tener su in quei giorni di distanza. C'è qualcosa di più...aperto nell'Oboro, una libertà, una sincerità che Kaori raramente gli aveva visto prima e solamente in poche intime occasioni. Quando non v'era null'altro attorno a loro se non la complicità di una stanza distante da occhi indiscreti e le loro mani a carezzare i rispettivi capelli, i loro volti, per donarsi protezione e sicurezza reciproci. Ora però non v'è niente di tutto quello attorno a loro eppure Raido si dimostra ugualmente sincero e vulnerabile. Quello che dice la colpisce, la schiaffeggia, la porta a deglutire e stringere i denti. Perchè? Perchè deve fare così male? Perchè nonostante tutto vuole ancora correre da lui e abbracciarlo per dirgli di smetterla di essere così stupido e tenero e perfetto? Ma si trattiene, non lo fa, non si muove. Rimane sul posto ascoltando le sue parole, distogliendo lo sguardo, incapace di guardarlo oltre mentre si apre a quel modo proprio a lei. E poi quella rivelazione... quel segreto che non ha mai detto, quella verità che ha sempre nascosto o che forse non ha mai compreso. Kaori si sente colpita dritta al cuore, ferita e al tempo stesso benedetta da quel significato. Si volta d'istinto, lentamente, osservandolo con le iridi perlacee ricolme di domande inespresse. Fa male. Fa così male che vorrebbe gridare e gridare e gridare e gridare. <...e cosa dovrebbe cambiare questo?> la voce di Kaori è incrinata. Quella freddezza, quel gelo, è stata attaccata. Una grossa crepa aperta in quel muro che ha voluto alzare fra loro. A capo chino fissa il terreno, Asia al suo fianco che annusa l'aria, strofinando la grossa coda contro la sua gamba destra. <Perchè me lo dici? Perchè...> la voce svanisce, si fa piccola piccola mentre cerca di trovare le parole. Ma non ce ne sono. Non c'è niente che possa descrivere ora come si senta, quello che prova. <Non capisci che non posso far parte della tua vita? Non possiamo essere amici, non saremo mai amici!> esclama lei alzando ora il viso, fissandolo con espressione ferita, stanca, spazientita. Perchè? Perchè non può capire che una cosa simile non può funzionare...? <Non puoi stare con lei e tenere me. Non posso essere la voce della tua coscienza quando mi hai sbattuto la porta in faccia per tua...> Si morde il labbro, si ferma, inspira a fondo, chiudendo gli occhi per un attimo. <...per un'altra.> Si umetta le labbra secche, riapre gli occhi, deglutendo il grosso groppo fermatosi in gola. Le manca quasi l'ossigeno. <Come credi che possa sentirti a saperti con un'altra? A immaginare tutto quello che potreste star facendo mentre io sono sola a casa a occuparmi di mia madre?> domanda stanca, sfinita, inspirando a fondo dal naso. <Come credi che dorma, la notte, nella stanza in cui abbiamo vissuto per mesi? Sapendo che magari in quel momento stai dormendo con lei mentre io mi giro a cercarti?> Semplicemente, non dorme. Non molto, non abbastanza. Non più. <Come ti avrebbe fatto sentire immaginarmi fra le braccia di un altro?> sussurra quella domanda sentendo un dolore acuto al cuore, al centro del petto. Sa che sarebbe impazzito, un tempo, a quel pensiero. Che sarebbe arrivato ad uccidere per una cosa simile, che non ci sarebbe stato nessuno in grado di sfuggire alla sua ira. <E saresti riuscito a rimanermi vicino mentre io fossi stata con lui?> Ne cerca lo sguardo, cerca di trovare la verità nei suoi occhi prima ancora che nelle sue parole. <So che ora probabilmente non t'importerebbe, che non cambierebbe nulla... ma pochi mesi fa. Due soli mesi fa. Come ti avrebbe fatto sentire?> [chakra: on]

00:02 Raido:
 Si è aperto un'ultima volta con lei, ha aperto ancora una volta il suo cuore alla Hyuga. Non ne avrebbe più avuto possibilità alcuna e questa è l'ultima volta che avrebbero parlato, che si sarebbero visti da soli e deve sfruttarlo fino alla fine questo momento. Sa di averla sorpresa, sa di aver fatto "centro" ma non è questo il suo obiettivo, non è sorprenderla bensì chiederle scusa per la sua stupidità, chiederle scusa per tutto quello che le ha fatto, chiedere scusa per essersi intromesso nella di lei vita rendendola complicata oltre ogni limite. Si odia per il male che le ha fatto e che le sta facendo anche in questo momento, si detesta per tutto quanto e non sa come rimediare, non sa ancora come comportarsi. L'attesa di sentirla parlare è brutta, brutta perchè non sa cosa aspettarsi. L'ha convinta? Ha peggiorato le cose? Ha migliorato il tutto? Non è servito a niente? Sono domande che si pone e che continua a porsi non sapendo la di lei reazione ma non deve attendere molto per saperla. Pochi attimi, pochi giochi di sguardi, sguardi che dicono tutto e non dicono niente, sguardi che mostrano cosa ha dentro e cosa non ha dentro, cosa pensa e cosa non pensa. Dubbi, tanti dubbi che non riesce a fugare ma ci pensano le di lei parole e nuovamente gli sbatte in faccia la cruda realtà, ciò che non possono mai essere, amici. Non possono avere quel tipo di rapporto, non ci riuscirebbero e lo sa anche lui; stare troppo vicini è pericoloso per loro perchè in qualunque momento potrebbero cedere a quella parte che stanno cercando di dimenticare. Non possono parlare come due amici, non possono fare le cose che fanno due amici e ne è consapevole ma lasciarla andare in modo definitivo è difficile, tremendamente difficile e ammettere tutto ciò lo distrugge ma cos'altro può fare? Ha le mani legato e Kaori ha ancora ragione, molto ragione e non può far altro che guardarla, guardarla senza parlare. Non sopporterebbe l'idea di vederla con un altro, non l'avrebbe mai sopportata e avrebbe ucciso se qualcuno avrebbe anche solo pensato di prenderla dalle sue braccia ma ora le cose sono cambiate e sta facendo l'egoista, lo sta facendo senza pensare a lei e a quello che le sta provocando <Lo so Kaori, l'ho capito> ammette con la stessa sincerità di prima, una sincerità che difficilmente mostra <Non possiamo essere amici ma volevo che tu sapessi questo mio ultimo e più importante segreto> è lei che lo ha fatto diventare così, è grazie a lei se è cambiato, a lei e alle sue parole <Ora sai veramente tutto di me> adesso non ha più niente da nascondere, è un libro aperto per lei, facile da sfogliare, da vedere e da capire, facile in tutto e per tutto. Sospira, china il capo portandolo a guardare il suolo, non ha più il diritto di guardarla, non è una cosa che può più fare <Sono stato egoista, ho pensato solo a me> lo ammette a voce alta, lo ammette senza trattenere le parole <Ti ho fatto sempre soffrire e ti chiedo scusa> le parole muoio in gola, non riesce quasi a parole per un groppo che si sta formando minuto dopo minuti. Adesso è veramente finita tra loro, non vi è più alcun legame, non vi è più niente, sono solo due persone completamente diverse, due anime gemelle che si dicono addio. [Chk on][Katana equip][Armatura pesante equip][Samehada equip]

00:22 Kaori:
 C'è qualcosa di definitivo in quel momento, in quelle parole. Non come le altre volte, non come in tutti i loro incontri in cui si erano detti basta, che era finita. C'è qualcosa di assoluto che riempie l'aria di un dolore pesante, pressante, che soffoca Kaori con forza. La Hyuga si sente mancare il respiro quando Raido pronuncia quelle parole e si ritrova a muoversi d'istinto avanzando fino a raggiungerlo, fermandosi a circa un passo da lui. Lui non la guarda, abbassa lo sguardo, non riesce a parlare. Fa male e fa male ad entrambi nello stesso modo e questa cosa la lacera ancora più a fondo. Come può lui soffrirne quanto lei se è proprio lui a non volerla più al suo fianco? Perchè fa loro questo..? Le mani di Kaori andrebbero ad agire d'istinto, a portarsi sul suo viso per sollevarlo, per portarlo a guardarla negli occhi ad una distanza così irrisoria da poter sentire i loro respiri sulla pelle. Non aveva mai osato avvicinarsi tanto a lui da quando era finita fra loro, ma ha bisogno di chiederglielo, ha bisogno di liberare quella domanda che le preme nel petto da quando si sono ritrovati e poi perduti. <Se non fossi mai partita. Se fossi rimasta... ti avrei perduto comunque una volta che tu l'avessi conosciuta?> Lo guarda negli occhi, lo fissa dritto nelle sue iridi d'oro sentendo la propria voce incrinata, spezzata, prossima a distruggersi. I suoi occhi sono lucidi, colmi di lacrime trattenute, mentre le labbra le tremano sul volto e il groppo alla gola si fa più consistente. <Sii sincero. Non mentire. Ho bisogno... ho bisogno di saperlo. Ho bisogno di capire...> supplica lei con il fiato mozzo, la voce ridotta ad un soffio fragile che si disperde nel vento. Ha bisogno di sapere se lo avrebbe perduto comunque a prescindere dalla sua scelta di occuparsi di se stessa o se invece in quel momento avrebbe potuto essere lì come sua moglie, vivere con lui e la loro bambina, baciarlo ogni volta che desidera senza il timore di fare qualcosa di sbagliato, di ferire qualcuno. Solo una volta che Raido le avesse risposto, quindi, la Hyuga sarebbe andata alla fine ad abbassare lo sguardo e alzare la propria mano sinistra all'altezza del ventre. La destrorsa l'avrebbe raggiunta e, stringendosi attorno all'anulare, sarebbe andata a sfilarne un bellissimo anello scintillante. Il pegno che Raido le aveva donato per il suo amore, una dimostrazione che ora sente di non poter più portare con sé, di non possedere più. <Suppongo... che questo sia tuo> tenterebbe di dire con voce forte, stoica, ma si ritroverebbe a piangere su quell'ultima parola. Le lacrime inonderebbero il suo viso mentre il corpo andrebbe a venir scosso dai singhiozzi. Non lo aveva mai tolto. Da quanto l'aveva ricevuto non se ne era mai separata ma anzi, aveva sempre trovato forza e sostegno da quel piccolo oggetto. Una parte di Raido era racchiusa in esso ed era sempre stata con lei. Ma ora... ora non è più titolare di un simile diritto. Non può più concedersi quel lusso. E con la mano tremante andrebbe quindi ad allungarlo verso di lui, distrutta, stringendo le labbra in una linea sottile, le lacrime a scivolare brucianti lungo le gote. Qualcosa nel suo cuore si spezza definitivamente, ed una ferita si riapre dolorosamente, sanguinando lacrime cremisi sulla sua anima martoriata. [chakra: on]

00:47 Raido:
 Si è avvicinata, la vede muoversi, arrivare sempre più vicino a lui a una distanza veramente irrisoria, quasi nulla e sente il suo respiro sul proprio viso, pochi millimetri, davvero pochi e potrebbe baciarla, potrebbe mettere fine a quella distanza da un momento all'altro ma non può, non può farlo e non può permetterlo ne a lei ne a se stesso, non dopo quello che ha detto a Fumiko, non dopo quello che hanno fatto. Ha preso la sua decisione, ha deciso di stare con la Senjuu anche se sua cugina, ha scelto lei e Kaori fa parte del passato, un passato bello, un passato che non dimenticherà mai, un passato che conserverà per sempre nel suo cuore ma pur sempre passato e devono fare i conti con questo, devono accettarlo entrambi se non vogliono distruggersi a vicenda. Alla fine gli pone una domanda, una domanda che non gli ha mai fatto, una domanda strana ma la risposta la sa, già la conosce. Cosa sarebbe successo se lei non fosse partita? Cosa sarebbe successo se fosse rimasta? Sono domande che giustamente si pone ma non ha dubbi, non ha dubbi su quale sia la scelta che avrebbe fatto. La guarda negli occhi dopo che il proprio viso viene alzato e riportato sul suo. Pochi attimi passano, lei chiede sincerità, chiede la verità <No> non l'avrebbe perso, l'avrebbe sposata, sarebbe divenuto suo marito e lei sua moglie e ora sarebbero una famiglia. Non l'avrebbe lasciata per niente al mondo, nemmeno per Fumiko, non l'avrebbe abbandonata ed è giusto che sappia questo piccolo particolare, è giusto che ne venga a conoscenza. Se non fosse andata via, tutto sarebbe rimasto come prima, niente sarebbe cambiato...tranne il loro status da celibe e nubile a marito e moglie, uniti per sempre nel sacro vincolo del matrimonio. Abbassa lo sguardo, vede il movimento delle sue mani, l'anello che lentamente viene sfilato per sancire quel loro addio e vede le lacrime inondare il di lei viso, lacrime calde che vorrebbe asciugare con le proprie mani, con i propri baci ma non lo fa, non può farlo o rovinerebbe tutto quanto. Il braccio destro si muove, la mano viene aperta e lentamente si dirige verso l'anello andando a posarsi su di esso ma senza prenderlo. Prende l'anello e le di lei dita per richiudere la mano, le fa stringere l'anello <Tienilo tu, questo anello te l'ho regalato io e non potrebbe indossarlo nessun'altra. E' tuo> e su questo non vuole repliche, ha preso la sua decisione su questo. L'anello è suo, soltanto suo e nessuna donna potrebbe indossarlo bene quanto lei. Avvicina il viso a quello di lei ma non verso le labbra bensì verso la fronte ed è li che poggerebbe le labbra, gli occhi si chiudono mentre le dona un bacio o almeno ci prova, sempre se lei glielo conceda e glielo permetta. Se ci fosse riuscito andrebbe, poi, a staccarsi guardandola negli occhi <Addio..Kaori> un addio definitivo, un addio ultimo. Non c'è più speranza per loro e per la loro relazione. Cammina, la supera, si dirige verso le scale per lasciare quel posto, lasciarlo senza di lei, lasciarlo con un addio. Cammina dandole le spalle mentre dal viso colano lacrime, piccole lacrime calde ma dalla bocca non esce un suono; un pianto silenzioso, un dolore trattenuto mentre dice addio alla donna che ama. [END]

00:58 Kaori:
 E il fiato si spezza, un singhiozzo la attraversa mentre quell'unica sillaba lascia le sue labbra. No. Non l'avrebbe lasciata. Non l'avrebbe perduto. Sarebbero rimasti insieme, sarebbero stati felici, sarebbero stati ancora loro. Eppure... perchè continua, dentro di sé, a non concepire l'idea di aver agito diversamente? Non si pente di quello che è successo, non si pente di esser partita, di aver preso quella decisione. L'ha fatto per sé, l'ha fatto perchè era ciò di cui aveva bisogno, l'ha fatto perchè era giusto farlo. Sente l'aria mancarle dalle labbra mentre la consapevolezza si fa strada in lei. E' finita. Finita davvero questa volta fra loro. Quella magnifica luna bianca va a far da testimone al loro addio mentre Kaori cerca di restituirgli quel dono che non sente più appartenerle. Ma Raido la ferma, le stringe la mano sull'anello, andando a restituirglielo con dolcezza. Quello che dice la ferisce come una secca frustata sulla schiena e la porta a singhiozzare silenziosamente il proprio dolore. Porta l'anello al petto dove lo stringe fra le dita ed il seno, chinando il capo per nascondere dai suoi occhi il proprio pianto. Si sente esausta, distrutta e devastata. Abbraccia, accetta ed accoglie quell'ondata di dolore che la sta travolgendo lasciandosi soffocare dai propri sentimenti. Quasi non s'accorge delle labbra di lui sul capo, quasi non ode le sue parole andare a salutarla un'ultima volta. Si ritrova a stringere quell'anello al petto e a precipitare nell'abisso dell'accettazione. Asia la raggiunge con due ampie falcate e si accuccia ai suoi piedi. Le strofina il viso contro le gambe, col muso cerca di toccare la sua mano per farle forza, per dirle che lei è lì e non l'avrebbe lasciata sola. Kaori s'inginocchia e abbandona il viso contro la morbida pelliccia di Asia, abbandonandosi ad un pianto disperato e liberatorio. La tigre s'accuccia a terra, con la testa alta e il corpo disteso al suolo, portando Kaori a rannicchiarsi a terra contro di lei. Le fa da cuscino, da guardiana, rimanendo a vegliare il suo attimo di debolezza per tutta la notte. [END]

Niente, sono stanca, leggetevela. ;__;