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Un nodo al pettine

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con Mekura, Shade

11:19 Shade:
  [Piazza] Una bellissima giornata nel pese del fuoco. La gente cammina tranquilla sotto i raggi dell’astro che si trova quasi alla suo massimo splendore nel cielo. Presto, con la sua luce e il suo calore, renderà il passeggiare all’aperto un’esperienza che sarebbe meglio non vivere in prima persona, riferito a quelle persone che passano la loro vita a oziare o a studiare rinchiusi nelle classiche quattro mura del proprio piccolo e confortevole appartamento. Per la nostra Shade invece sembra non esser così. Cammina tranquilla fra le stradine che portano alla grande piazza. Osserva con curiosità i bambini che camminano, si fa per dire, con eccessivo entusiasmo in giro per la piazza e in generale per l’intera città. Combattendo a loro modo uno contro gli altri, con i classici due capetti spesso più grandicelli, a tenere sotto controllo la situazione e far piangere qualche piccolo permalosetto che si sente l’hokage del quartiere. Insomma, scene classiche di vita quotidiana, chi ha fratelli può comprendere benissimo quella situazione. Chi ha fratelli, Shade non ne ha, ma forse proprio per questo li osserva come se fossero uno strano branco di primati completamente spelacchiati. Una strana specie di cui sarebbe giusto annotarne le gesta, non si sa mai, col tempo potrebbero andare a scomparire, magari semplicemente screscendo. Si aggira per la piazza con passo molto tranquillo, strisciando addirittura il piede destro di tanto in tanto, forse per la noia. Indossa una maglietta a maniche corte di colore rosso. Una tonalità non troppo accesa, un colore molto comune e di una tonalità pastello che di certo non fa sentire fuori luogo passando accanto ad una persona, abbinata a dei pantaloncini scuri di colore nero, l’unico che non stona mai, qualunque cosa tu ti metta.

11:37 Mekura:
 Giornata di sole e Mekura deve andare in giro per commissioni personali. Non ha con se i due bambini, al momento loro sono altrove ed è giusto così, non può stare sempre incollata a loro, sopratutto quando deve controllare alcune cose. Appena uscita dal centro postale del villaggio, sta leggendo una lettera, testa bassa e disinteresse generale per il mondo, la apre e le concede una veloce lettura. Controlla il tutto e una volta fatto ciò ripone la lettera nella borsa a tracolla color sabbia, prendendo un lungo respiro prima di rimettere in ordine una ciocca di capelli scuri che viene portata dietro l'orecchio sinistro. Indosso porta una camicia kimono corta e leggera di colore bianco perla con delle rifiniture che variano dal grigio al crema sulla schiena le quali simulano la pelle di un serpente. Le maniche arrivano solo verso il gomito dalla quale spuntano solo dei manicotti grigi che coprono dall'avambraccio fino alle mani. Sotto la giacca si trova una maglia blu cobalto legata al collo con le spalle e metà schiena libere la quale scende fino ai fianchi ove si trova una grossa cintura di tessuto color cenere e anche questa rifinita al centro con una lunga placca di cuoio che ne segue interamente la lunghezza, nera, con una borchiatura argentata vicino alla cinghia. Sotto porta un paio di pantaloncini dal neutro color sabbia, ne troppo stretti ne troppo larghi ed infine le calzature nere ai piedi, semplici sandali ninja che tuttavia lasciano scoperto il tallone e fasciano interamente la caviglia. Il chakra sarebbe attivo, come sempre per tranquillizzare la sua parte ossessiva, ma oltre ai documenti e qualche soldo non porta altro a parte le chiavi di casa. Procede in silenzio buttando un occhio verso la piazza, in particolare qualche ragazzino entusiasta della quale sorride tra se e se prima di procede. [ch on]

11:59 Shade:
  [Piazza] I relativamente lunghi della corvina spiccano per i riflessi violacei che sembrano prendere in presenza del bellissimo sole che illumina questo loro piccolo mondo, anche oggi, come quasi sempre, sono raccolti in due piccole code che cadono davanti sulle spalle in maniera quasi forzata. Era sicura, in prima mattina, di aver legato con forza le code ai lati della testa e, soprattutto, di averli arricciati per bene, ma la fisica sfortunatamente ha effetto anche su di essi. Lunghezza e pesantezza hanno sia fatto scendere le due code fino alle spalle e la tessitura non sembrerebbe permetterle di tenerli ricci. Non si sarebbe mai accorta della cosa, sa essere distratta quando vuole, se non fosse per quei piccoli e fastidiosi capelli che, come voce fuori dal coro, non sono riusciti a far scivolare l’elastico lungo la chioma in maniera corretta finendo per intrecciarsi con lo stesso, provocandole il fastidioso dolore di avere una ciocca di capelli perennemente tirata. Chiamarlo dolore sarebbe una presa in giro, ma ammettiamo che quel fastidio è particolarmente insopportabile a lungo andare. Fortuna vuole che è abbastanza semplice riparare alla situazione e, ora che è in piazza e la giornata è tranquilla, perché non farlo? Porterebbe dunque le mani alla coda di destra, fermando il suo andare per qualche secondo, il tempo di fare un pressione decisamente poco piacevole nel momento in cui si rederebbe conto che i capelli sono bloccati intorno a quell’elastico in una magnifico nodo. Scioglierlo sarebbe una missione dura per un Jonin! Ma chi vuole scioglierlo! Tirare è sempre la soluzione migliore. <Ahi ahi ahi ahi>Ok forse non è la soluzione migliore…bambini lo si è proprio a tutte le età. E non sa perché si sente osservata proprio dai bambini di prima, probabilmente è solo frutto della sua impressione, ma non si mai. Aiuto! <Aiuto…> appunto, ma detto a voce bassa da lei, non si sa mai. E come se non fosse abbastanza riprenderebbe anche a camminare, questa volta però non guarda minimante dove va e urtare una persona potrebbe risultare scenario alquanto probabile.

12:13 Mekura:
 Distende la schiena quando sente qualcosa toccarla, come se un corpo le fosse finito addosso. Non stava camminando, non velocemente ed ha fatto un errore rallentando il passo per guardare in direzione di una vetrina di un negozio della piazza rischiando di intralciare il passaggio di qualcuno, come è capitato ora in pratica. Si gira con la testa e con parte del busto in direzione di Shade per capire cosa fosse successo e si ritroverebbe accanto a se una ragazzina dai capelli neri e lunghi di qualche centimetro più alta di lei con qualche problema con gli elastici a quanto risulta. <buongiorno> saluta, tranquilla, girandosi completamente con il corpo verso questa osservandola attentamente. <mi dispiace, ti ho tagliato la strada, va tutto bene?> chiede questa stringendo con una mano la cinghia della tracolla. non dice altro, rimanendo ferma sul posto con un atteggiamento riposato eppure è facile come da questa figura possa trapelare un comportamento marziale senza contare gli occhi che si porta dietro: due perle leggermente violacee se viste in controluce, gli occhi di una Hyuga. [ch on]

12:29 Shade:
  [Piazza] Non fa male. Non fa male. Non fa male. No, fa male. Qual dolore fastidiosissimo che ti piacerebbe evitare. Come quando dai una gomitata al tavolo e ti parte una scarica elettrica dal punto dell’urto fino a bloccarti l’intero braccio per qualche secondo. Stessa cosa quando il mignolo urta lo spigolo di qualcosa. In quel cado la scarica di dolore è tale che si espande addirittura al di fuori del corpo attraverso le decine di maledizione che lanci nei confronti di quell’oggetto che si è messo fra i tuoi piedi mentre camminavi a cui desideri davvero dal fuoco. Il dolore è dolore, e più è piccolo e più esagerata è la reazione di Shade. <Ahi…a…> aveva gia appurato che tirare non ha alcun senso ma, non convinta fino alla fine ha pensato bene di riprovare ancora una volta, ottenendo lo stesso risultato di prima. Anzi, peggiore, visto che finisce con l’urtare qualcuno. Si ferma dunque, con la classica faccia da cane bastonato, e, non per esagerare, con una piccola lacrimuccia ferma sulle ciglia inferiori dell’occhio destro. Guarda la donna che ha di fronte, tirando su col naso, redendosi conto solo dopo che in realtà era tutta colpa sua, non della ragazza che le ha tagliato la strada. <Buongiorno> un’espressione afflitta le compare sul volto. Ha dovuto abbandonare la lotta contro i capelli. Arrivata a casa userà un paio di forbici per risolvere la situazione in maniera definitiva: taglierà l’elastico. Abbassa il capo e subito dopo la schiena, inchinandosi profondamente davanti alla sconosciuta, probabilmente urtandola di nuovo per non aver preso bene le misure per l’inchino, e cercando di fare un passo indietro solo dopo aver raggiunto ormai un angolo di 90 gradi quasi perfetto fra ventre e gambe. <Mi dispiace. L’ho urtata perché non stavo guardando dove andavo. Sono incredibilmente dispiaciuta> Urtata, forse due volte, per colpa di una stupidissima ciocca di capelli. Attenderebbe qualche secondo per cercare di rialzare quantomeno lo sguardo, sempre se l’altra non decidesse di farla rialzare prima. I genitori, nonostante tutto, l’hanno educata bene. Profondo respiro e tornerebbe poi ad una posizione decisamente più corretta per la colonna vertebrale. Posizione da soldatino, quasi volesse far bella figura verso l’estranea, non notando nemmeno la conformazione particolare dei suoi occhi, o per lo meno non facendoci caso al momento. <Sono davvero molto dispiaciuta.> Sembrerebbe pronta ad inchinarsi di nuovo, ma si blocca, ricordandosi di averlo appena fatto. Scuote la testa e torna a fissare la sconosciuta, forse confusa da se stessa.

12:45 Mekura:
 Fa un leggero passo indietro quando vede questa fare l'inchino, continuando a fissarla incuriosita osservando e analizzando cosa fosse successo e come mai si stesse lamentando. Piega la testa a sinistra ascoltandola ma continuando a fissare la sua figura, in particolare i suoi capelli. Osserverebbe in particolare come alcuni di questi abbiano fatto un bel nodo attorno all'elastico diventando difficile da sbrogliare. <capita a tutti di avere la testa altrove e schiantarsi contro qualcuno, è una cosa comune, non ti devi dispiacere> sorride la donna facendo a sua volta un leggero inchino verso questa per poi dedicarsi di nuovo alla ragazza <anche mia figlia ha i capelli così lunghi, se li vuole tagliare e per quanto mi piacciano così come sono approvo la sua scelta, sopratutto perché quei nodi> afferma puntando appunto la ciocca di Shade <sono un inferno da rimettere a posto e successivamente sbrogliare, con i capelli corti è molto più pratico e più semplice...ti dispiace se ti aiuto con i capelli?> chiede per correttezza la Hyuga evitando di infilargli le mani nei capelli senza prima il permesso della giovane continuando a mantenere un sorriso placido e tranquillo <Mekura Hyuga al vostro servizio in ogni caso, con chi sto parlando?> domanda aspettando una risposta da Shade. [ch on]

13:01 Shade:
  [Piazza] La osserva con più attenzione quando questa inizia a parlarle con un sorriso sulle labbra. La osserva alquanto rassicurata dalle sue parole. Gli occhi le si riempiono di speranza. Prende una posizione decisamente più naturale rispetto a quella di poco prima. Spalle leggermente ricurve in avanti, quasi volesse mostrarsi piccola e rispettosa agl’occhi di Mekura. <L..la ringrazio per la comprensione ma…a me dispiace comunque> beh, non è che può farci molto. <Oh!> Un’esclamazione di sorpresa ma decisamente molto più allegra di tono di quanto non ci si potrebbe aspettare. Inclina leggermente la testa a destra, osservando la figura della donna da un paio di passi di distanza. Osserva il Kimono che indossa con un’attenzione particolare, partendo da quello per salire, non scendere, trascurando la parte inferiore del corpo come se non le importasse molto. I polsi, le braccia e le spalle sono le parti della donna che sembrerebbe studiare in maniera veloce, decisamente minima, ma il volto va a catturare di molto la sua attenzione. Le sembra giovane, più di quanto non si sarebbe aspettata sentendo dire che ha una figlia. Ma no, deve evitare di essere maleducata e fare domande scomode. Gli occhi poi, sono qualcosa che sempre l’hanno affasciata a quelli Hyuga sono magnifici come non mai. <Oh si io sono Shade!> presentazione molto spartana, tipica di una ragazza di 16 anni che ha iniziato a pensare di avere una coetanea davanti a se, anche se si rivolge in maniera rispettosa verso di lei. <Non vorrei disturbarti troppo, ma mi sarebbe di grande aiuto per i capelli> Si vergona visibilmente. Il suo volto diventa quasi rosso…farsi aiutare da per una ciocca annodata è una cosa che non le succederà tutti i giorni. <Chiedo scusa in anticipo per quello che sto per dire ma…ha detto di avere una figlia, ma a me lei sembra davvero molto giovane. Ho quasi difficoltà a crederci> in altre parole le sta chiedendo l’età senza chiedergliela direttamente. <Come si chiama sua figlia?>

13:10 Mekura:
 Mugugna mantenendo il sorriso mentre allungherebbe le dita verso i capelli con delicatezza in modo da capire meglio il problema <lo immagino, ma prima o poi dobbiamo lasciare andare questo dispiacere, non ci si può sempre dispiacere per tutto e per sempre> commenta lei mentre facendo attenzione a non muovere la ciocca dolorante si occuperebbe di controllare quanto è intrecciato effettivamente nell'elastico. Alle domande successive Mekura sorride con calma <huhuhu> è una risata tuttavia bassa quasi oscura, come se capisse il perché della domanda e che questa riapra dei ricordi nella sua mante, non tutti piacevoli. <si, ho una figlia, si chiama Ai, ha 16 anni ormai ma quando sono diventata sua madre lei aveva solo 10 anni...era una bambina orfana presa in ostaggio da due, bhe non c'è modo per definirli che sia abbastanza dispregiativo, comunque, l'ho salvata e non ho avuto cuore di darla in un orfanotrofio...così ho deciso di tenerla io> quindi sollevando un sopracciglio la donna Hyuga butta uno sguardo divertito verso Shade, con il sopracciglio destro sollevato <tu comunque quanti anni mi dai?> chiede lei ritornando al lavoro sulla ciocca di capelli. <il problema principale è che la ciocca tira sul cuoio capelluto> commenta a bassa voce tra se e se provando a toccarla piano cercando di spingere la suddetta ciocca e l'elastico più vicino alla testa e quindi evitare che la suddetta ciocca continui ad essere tesa, vuole vedere quanto è diventata sensibile al dolore la ragazza <ci tieni molto a questo elastico? chiede alla fine aspettando una risposta. [ch on]

13:28 Shade:
  [Piazza] Le parole della donna le arrivano dirette al cuore forse colpendo una nota che non le piace che sia toccata. <Non per sempre ovviamente. Sarebbe ingiusto da parte di chiunque mantenere un dispiacere nel proprio cuore in eterno, soprattutto perché andrebbe a mischiarsi con i successivi e non lo trovo per nulla bello per una persona. Ma perché non per tutto? Ovviamente parlo di tutto quello che si possa ritenere degno di tale sentimento.> non ha molto a che vedere con la situazione la domanda, ma le sorge quasi spontanea. Ascolta poi la storia di lei con attenzione e sorride apertamente. Certo non deve esser stato facile per lei prendersi cura di una bambina che ormai aveva già una bella età. Immagina le difficoltà, ma probabilmente non ci sarà andata neanche lontanamente vicina con l’immaginazione. <Ammetto che Ai è un bel nome.> non come il suo. Sua madre era ubriaca il giorno che lo ha scelto, ne è certa! <Uh, anche io ho 16 anni.> Si, fisicamente. <Non mi dispiace allora averti urtata prima. Fra tutte le persone tu una che ha l’abitudine a scogliere i nodi e che ha una figlia della mia età!> vorrebbe definirla anche una persona che deve esser degna di fiducia visto il suo trascorso raccontato, ma non riesce a formulare una frase corretta e finisce con il rimanere in silenzio per qualche secondo, pensandoci. Abbandona l’idea quando sente la domanda. <Sembri più giovane del demone(mia madre)> tutti sarebbero più giovani di lei secondo il suo punto di vista, anche un vecchio di novanti anni <Quindi direi 20> stima approssimata ma piuttosto realistica per la sua incapacità di leggere le persone anche quando sono un libro aperto scritto a caratteri cubitali. <Per nulla. Volevo distruggerlo una volta arrivata a casa> facendo con la mano il segno delle forbici. Addio elastico.

13:50 Mekura:
 Butta un occhio sulla ragazza fermando le dita, per poi ricominciare appena questa conclude la sua domanda ed il suo dilemma. <alcune volte non bisogna dispiacersi del male che accadono a certe persone, sopratutto se queste, fanno di tutto per procurarselo, alcune volte avere dispiacere per qualcuno significa commiserarlo e non è un sentimento sempre apprezzabile> detto questo, sorride e continua con le dita a trovare una soluzione ma...il nodo è bello grosso e più va a toccarlo più rischia di peggiorare la situazione. <allora siete proprio coetanee> afferma questa con calma abbassando le mani dai capelli della ragazza per poi sollevarle più vicine al proprio sterno. <ti ringrazio, quasi presa: ho 25 anni a breve> detto ciò la giovane si concentrerebbe mentre formando il sigillo della tigre cerca di entrare in comunione con il proprio flusso di energia interno. Nel tentativo di richiamare la sua innata, raccoglierebbe una parte del suo flusso interno di chakra cercando di manipolarlo e di portarlo verso i punti di fuga degli occhi e delle tempie, concentrandolo all’interno facendo in modo di raccogliere una certa quantità all’interno e di creare un circolo adatto al mantenimento della tecnica attiva facendo attenzione a non compiere dei passaggi sbagliati. Comprimerebbe lungo i punti di fuga e rilascerebbe verso gli occhi cercando di irradiarli così da risvegliare il byakugan in tutta la sua potenza provocando in modo consequenziale la comparsa della ramificazione venosa attorno agli occhi, grottesca come al solito. Se ci fosse riuscita e allo stesso modo fosse capace di mantenere il controllo la donna sarebbe in grado di vedere il mondo da un’altra prospettiva, riuscendo a comprendere l’ammontare del chakra dei nemici ed allo stesso tempo avere una visione circolare di circa 300° fino a 90 m ed 1 km con una vista frontale senza contare che in questo caso sarebbe stata in grado di vedere i punti di fuga degli avversari e usare le tecniche del clan Hyuga cosa che al momento le serve. <farò una cosa bizzarra magari, ma non ti preoccupare è solo per tagliare l'elastico nel modo meno doloroso possibile.> Afferma questa mentre allungando ancora una volta le mani, al sinistra aiuterebbe la destra a non tenere in tensione la ciocca mentre allo stesso tempo, la giovane si concentrerebbe, cercando di spingere sulla destra una certa quantità di energia. Comprime cercando di portare tale flusso raccolto verso la punta dell'indice il quale appoggerebbe ove si trova l'elastico ed il nodo in questione. Così una volta che tutto fosse in ordine, la donna spingerebbe ancora tale flusso modellandolo trasformandolo in una sorta di piccola ago invisibile ad occhi umani di 5 cm che ancora terrebbe all'interno del punto di fuga. <va bene, rimani immobile> detto questo posiziona il dito in modo che con la tecnica non la ferisse all'orecchio o alla testa e quindi rilasciando l'ago taglierebbe l'elastico producendo un veloce e leggero "strip" liberando così i capelli di Shade. <dovrebbe andare> ora bisogna solo sfilare l'elastico rimanente dai capelli annodati della ragazza. [ ch on] [turno attivazione byakugan liv III 2/4 - turno chakra tagliente 2/4 ][ch tot 95/100]

14:34 Shade:
  [Piazza] Ascolta la spiegazione della hyuga davanti a se sul non commiserare determinate persone. <Capisco. Ma io come faccio a distinguere una persona che si merita o meno il mio dispiacere se non ho avuto la possibilità di conoscere completamente la sua storia? Io stamattina ho evidentemente legato male i miei capelli, per questo si sono intrecciati. Me la sono andata a cercare ma la cosa mi dispiace comunque. Ho perso un elastico, ho disturbato te per aiutarmi…> che da un certo punto di vista non riesce a considerare poi tanto male. Ha comunque conosciuto una persona gentile e ha smesso, tempo 2 minuti, di darle del lei. <Ascolta la sua età e, quando questa rimuove le mani dai suoi capelli, finisce per alzare lo sguardo al cielo, portando una mano al mento e l’altra a tenerne il gomito per permetterle di mantenere la posizione più a lungo. <25…mh….> sembrerebbe pensarci su. Ha detto che la figlia ha 16 anni, quindi comunque la avrà presa decisamente molto giovane. Considerando che sono ancora 24, e non 25, e non sapendo esattamente la data di nascita della figlia l’età a cui l’ha adottata dovrebbe essere…dovrebbe essere…dovrebbe essere un calcolo che al momento non sembra aver molta voglia di fare, quindi diretta torna a guardare Mekura con aria confusa <Quanti anni avevi quand….> si pietrifica al sentir dire che vuole toglierle l’elastico in maniera bizzarra. Sembrerebbe quasi diventare più pallida all’improvviso. Non ha paura eh, non ha paura. <…ti prego non farmi male> si fida, desidera fidarsi, ma ha pura! Rimanere immobile…non ha molte possibilità di muoversi, è pietrificata! Sente quei secondi pesanti come dei minuti o persino delle ore, e non si azzarda a girare lo sguardo. Si è fatta prendere dalla paura con una facilità incredibile. Quando il piccolo strip le fa capire che ormai l’elastico è andato non accenna a rilassarsi, cercando di osservare con attenzione le mani dell’altra per capire cosa sta facendo. Tesa davvero più di una corda di violino, non sa come dovrebbe comportarsi o cosa fare. A essere viva è viva…e sembra che i capelli sono liberi. Deve distrarsi, vuole distrarsi, ma sempre tesa rimane. <Aaalllora…> anche il tono della sua voce è totalmente l’opposto. Alla fine a casa sua vice la regola “No tecniche ninja” però le armi volano per casa peggio che sui tronchetti di allenamento a volte. <…hai un cane?> le domande interessanti eh <Sai sono belli i cani, anche gli altri animali sono belli, soprattutto le lucertole, e i gatti> parla senza fermarsi un secondo <e gli uccellini, tranne quelli grandi che quando beccano fanno male ma sono belli comunque.> qualcuno la fermi.

14:48 Mekura:
 <questo lo dovrai imparare tu, non c'è una verità assoluta, affidati al tuo istinto ed andrà bene...se pensi che devi scusarti e dispiacerti per qualcuno, fallo> e con questo la donna non parla ulteriormente cerca di sfilare l'elastico e mostrarlo a Shade. <18 anni, 19 anni più o meno ero ancora Genin allora> ed era passato un periodo di alti e bassi mostruoso. Mekura sorride quando questa diventa tesa per la paura di sentirsi infilzare o sentire male, al che la Hyuga risponde a questa <già fatto, non ti preoccupare, sono piuttosto precisa> detto ciò la Hyuga rilascerebbe la propria innata, lasciando che il flusso di chakra si disperda verso gli occhi e continui il suo naturale ciclo, allo stesso tempo le venature attorno a questi scompaiono. <si ho un cane, si chiama Andoss ha un anno scarso, l'ho preso per mia figlia...ora cerca di prendere un lungo respiro> allarga il sorriso intenerita da questa ragazzina <ti farà bene, segui me: gonfia il petto al massimo, trattieni per tre secondi e rilascia tutto fuori, ti aiuta a scaricare> [ch on - byakugan off]

15:03 Shade:
  [Piazza] <Poi ci sono gli equini, sono dei gran lavoratori anche se sono prede si lasciano avvicinare da noi. Non dimenticandoc…> si ferma quando sente che ha già finito. Ha sinceramente perso di vista la curiosità sulla sua vita passata e sul momento in cui ha preso in affidamento quella che attualmente è sua figlia. La tensione sembrava stesse per spezzarla ma si rilassa lentamente. La osserva e come lei gonfia il petto. Chiude per quei tre secondi che le sono stati consigliati e poi lentamente espira. Era da un po' che non le prendeva il panico, non è mai stata capace di reagire attivamente ad una situazione che la stressava. Di solito si limitava a nascondersi dietro il demone senza farsene nemmeno una vergogna. Quella bestia era capace di mettere in fuga il peggiore dei bulli…e tutti i suoi amici…senza troppi problemi. Le madri iperprotettive sono sempre quelle che fanno fare le migliori risate quando cresci e ripensi al passato. Rimane con gli occhi chiusi e, come se fosse una cosa del tutto normale, cercherebbe di appoggiarsi con la testa sulla spalla della Hyuga. Se questa non glielo avesse lasciato fare si sarebbe semplicemente fermata in bilico fra il cadere e rimanere in piedi. <Devo chiederti ancora scusa.> questa volta si sente davvero in colpa, perché per un attimo, solo per un attimo, non ha avuto fiducia e si è lasciata paralizzare dalla paura. <Sei stata tanto gentile con me e io ho reagito così.> cercherebbe di riprendersi il prima possibile, cambiando di nuovo argomento se possibile. <Ahgross> si è il nome del cane di Mekura, o almeno quello che ha capito lei. <Sai che è proprio un nome particolare>

15:23 Mekura:
 Quando questa appoggia la testa sulla sua spalla e chiede di nuovo scusa, la Hyuga sospira e da una semplice pacca alla sua spalla sinistra. <è normale, improvvisamente ti vedi una i cui occhi si trasformano e chiede di provare una cosa è normale, davvero, gli Hyuga hanno questa fama di una bellezza delicata che diventa assolutamente grottesca e spaventosa quando combattono e usano i propri occhi per i loro scopi> chiude li il discorso andando successivamente a correggere la ragazza <Andoss> si è un nome particolare <è un nome legato alla mia infanzia, un eroe falso che mi ero costruita per giocare insieme agli altri bambini ad interpretare i ninja...grandi battaglie..> sbuffa divertita scuotendo il capo. <bhe Shade..è stato un piacere conoscerti> afferma la Hyuga con un veloce inchino anche questa volta per poi iniziare a procedere lungo la propria strada. Shade potrebbe fermarla oppure no, ma nel caso non lo facesse la Hyuga proseguirebbe per tornare in direzione della propria casa, in tranquillità ed a riposare [end?]

15:30 Shade:
  [Piazza] Abbandona la spalla di Mekura prima di sentirle nominare nuovamente il nome del cane. Questa volta ha più senso, ma a lei piaceva il primo nome e probabilmente lo pronuncerà di nuovo se avranno mai la possibilità di incontrarsi di nuovo. Per ora si limita a togliere l’elastico che blocca l’altra metà dei capelli, lasciandoli cadere lisci sulla schiena in maniera naturale, senza nemmeno aggiustarli più di tanto. Non potrebbe mai fermarla, anche se vorrebbe ripagarla per l’aiuto. <Un piacere anche per me. Spero di rivederti in un giorno in cui non dovrò chiederti scusa per qualunque cosa.> aggiunge sorridendo. Andando anche lei per la sua strada, precisamente la strada di casa. Sperando che il Demone non si aggiri di nuovo per casa con la maschera addosso. [End]

semplice free in cui Mekura arriva in soccorso di Shade.