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Promesse d'avvelenamento

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con Kimi, Shigeo

14:24 Kimi:
  [Sentiero] Perdonare? Questa la domanda che in realtà la sta perseguitando ormai da giorni, da quando lui è tornato da quando insieme hanno deciso di cambiare le loro vite, il loro destino. Continuano così, una lotta estenuante contro la natura stessa delle loro esistenze, speranze continuamente infrante e dolore ma davvero può esistere un modo per superare finalmente tutto questo? Per interrompere il circolo in cui si è infilata e nel quale sguazza ormai da troppi anni? Domande simili a queste affollano la mente di quella ragazza pensierosa che si è allontanata dalla sede del clan per qualche ora di puro riposo, di relax, non che all’interno del dojo non venga lasciata in pace sia chiaro, sono ben pochi coloro che osano disturbarla, ma in ogni caso staccare, respirare nuovamente l’aria di quel luogo dal quale si è assentata a lungo potrebbe farle bene. La pioggia non fa altro che permetterle respiri più ampi e profondi oltre ad aiutarla in quel percorso, durante le sue riflessioni, immersa in un luogo forse tutto suo, persa nella mente. Il cielo piange lacrime che lei non ha più la forza di versare. Si muove lenta con il busto flesso in avanti per risalire la collina senza troppa fatica, i muscoli delle gambe che si tendono mostrandosi nella loro forza. Ai piedi indossa delle calzature da ninja nere, la suola adatta a quel tipo di terreno e a resistere alle intemperie, in grado di garantirle una buona presa sul terreno, correndo con lo sguardo oltre a quel mantello nere che protegge la kunoichi dall’acqua troviamo semplicemente della gambe nude, palle estremamente bianca che si oppone all’oscurità nella quale è immersa a causa del tempo atmosferico, un paio di pantaloncini neri a coprirle giusto le natiche e poi nuovamente nudità su suo busto, seno coperto da una fascia elastica anch’essa scura. Basta starle davanti per notare tutto questo, perché infatti il mantello è semplicemente appoggiato alle spalle e chiuso con un solo bottone intorno al collo così da lasciarle libero il resto del corpo, grazie a quello stratagemma persino le uniche due cicatrici rimanenti vengono coperte dal tessuto scuro del mantello. Un cappuccio nero infine scorre sul suo capo a nasconderne non solo i lati del volto e il crine nero ma anche parte dello sguardo azzurro. Un insieme di contrasti ciò che è in realtà, vestita interamente di nero e con la pelle chiara in evidenza, incapace di mascherarsi completamente e svanire nel buio. Non viaggia sola comunque, indietro sulla strada da lei appena percorsa troviamo una farfalla, infatti mentre lo sguardo si perdeva ad osservala lei si è piegata e ha poggiato una mano sul terreno. Nella realtà die fatti il suo chakra, che già scorreva con forza nel suo sistema, è stato portato verso la mano destra mentre quest’ultima veniva morsa, infilata tra i canini e punta in modo da far uscire una singola goccia di sangue velenoso che ha successivamente poggiato al terreno mentre il chakra andava a scorrere in essa così da effettuare il richiamo. Alle sue spalle quindi una grossa farfalla nera con alcune macchie gialle sul dorso a disegnare in realtà un teschio, la grandezza in volo è di due metri, la più piccola della famiglia che ora vola qualche metro arretrata rispetto alla sua evocatrice quasi a voler vegliare su di lei, non tanto per proteggerla quasi quanto per assicurarsi che non impazzisca nuovamente, non finisca per esagerare e perdere il controllo[chakra on][Seika]

14:42 Shigeo:
  [Collina - Sentiero] Non decisamente quella che si definisce una giornata ideale per uscire a fare due passi. La pioggia sembra essere costante e in qualche modo troppo fastidiosa. Ma non c’è da temere: non sarà di certo il tempo atmosferico a impedirgli di prendere il suo zaino e uscire addirittura dalle mura del villaggio. Ama le colline al di fuori di Kusa, sono posti così pacifici e, salvo eccezioni, solitari. Cammina quindi sull’erba bagnata, imprimendo le sue orme nel terriccio viscoso. Porta i soliti calzari ninja, che da quando ha cominciato l’accademia non molla mai, sia per comodità che per necessità. Pinocchietto a metà stinco nero. Sopra di esso un impermeabile corto, cade poco sotto i fianchi, con un’abbottonatura alta, che arriva a coprire totalmente il mento e parte del libro inferiore, completato in cima da un cappuccio dalla forma molto regolare, di vasto spazio comunque, che permetterebbe di vedere chiaramente sia il viso che la parte laterale della crine biancastra. Zaino a sacca sulla schiena, non agganciato al corpo attraverso una tracolla, bensì tramite un paio di ganci, innestati nel retro dell’impermeabile. Ciuffo immancabilmente di fronte all’occhio sinistro, schizzato di gocce d’acqua. Lo scosta, permettendosi così maggior visuale, mentre raggiunge la cima di una delle colline di minor altezza. E’ proprio da qui infatti che nota qualcosa di non usuale per le sue scampagnate: poco più avanti lungo uno dei tanti sentieri naturali che intercorrono tra quelle dune erbose è occupato da una figura, che in lontananza è riconoscibile solo come un insieme di nero. Un nero strano, arricchito da macchie che vanno a formare una sorta di teschio. E’ evidente anche il moto di quest’ultima che sembra seguire qualcosa o qualcuno di più piccolo poco più avanti a lei. Qualcuno. Si tratta di una persone. Scende così a passo spedito ma leggero il terreno scosceso, giungendo nei pressi del sentiero, permanendo tra le sterpaglie a circo una decina di metri di distanza dietro quella creatura, che sembra rivelarsi un’enorme farfalla. Si avvicina piano piano, mentendo la distanza: la curiosità gli ha sempre giocato tiri mancini, che lo faccia anche stavolta? Si fa aiutare dal rumore della pioggia, camuffando lo scroscio con i rumori che i suoi passi creano spostando i fili d’erba. E’ deciso a seguirla.

15:01 Kimi:
  [Sentiero] In maniera costante il passo inizia a rallentare, si muove sempre più lentamente mentre raddrizza la schiena seguendo il ritmo con quale finisce poi per arrestarsi, la farfalla però a differenza sua continua a volare, alzandosi ulteriormente per superare i dieci metri dal terreno e iniziare semplicemente a volare in cerchio intono alla sua figura, disegna una circonferenza larga con i suoi movimenti, un raggio di altrettanti dieci metri quel quella semplice evocazione che vuole quasi assicurarsi che non ci sia nessuno, l’ultima volta che è stata in quel luogo l’hanno rapita, beffandosi di tutte le sue difese l’hanno prelevata, addormentata a torturata, impresso nella mente immagini di un futuro distorto e ormai comunque irraggiungibile, quella volta in cui gli Uchiha hanno deciso di prelevare sua figlia dal ventre, di privarla di una maternità inizialmente nemmeno voluta ma alla fine accettata con gioia, Yume doveva essere la sua seconda possibilità di vita, un cambiamento che le avrebbe permesso di cambiare sé stessa eppure è morta, lontana dal grembo materno e dagli sguardi. Sospira mentre Hisoka si assicura in qualche modo che sia sola, al sicuro. Ed è in quel frangente che la farfalla avverte la presenza di Shigeo, in qualche modo qualcuno è lì nonostante il tempo e per questo la farfalla si limita ad osservarlo tenerlo d’occhio senza però ancora avvertire Kimi che dal canto suo non sembra aver intenzione di collegarsi all’evocazione, di sbirciare attraverso i suoi occhi e anzi si limita a sedersi a terra, il mantello che va a proteggerle il sedere dall’erba bagnata ma null’altro, gambe che si sporcano immediatamente affondando nel misto di acqua e terra del luogo. Chiude appena gli occhi lei andando invece a ricercare la fonte del suo potere, il veleno nelle sue ghiandole salivari, completamente inconsapevole della presenza del ragazzo lei si limita a spostare il suo flusso di chakra proprio verso il veleno tossico, nel quale successivamente va ad immergerlo, così facendo attiva il reale potere della sua innata che la rende pericolosa al semplice tocco fisico. Un’azione ormai comune per lei che fatica ancora ad accettare il ritrovato controllo sul suo corpo e che in ogni caso non si sente al sicuro lì. Sì ha contribuito ad uccidere Arima e chiunque ha collaborato con quelle torture, è stata in prima fila e ha versato molto sangue nemico eppure, per quanto si possa fidare delle parole di Katsumi e dei suoi stessi occhi teme che qualcun sia sopravvissuto e che proprio come lei ora sia nei bassifondi a tramare vendetta, in attesa solo del momento più propizio per farla soffrire nuovamente [chakra on][Hisoka][arte del veleno liv3]

15:17 Shigeo:
  [Collina - Sentiero] La farfalla seguita ad avanzare, spiegando le sue ali in volo. E’ distante da lui sia in altezza che in lunghezza, ma non può fare a meno di seguirla. Proprio ora però riesce a notare con più chiarezza il figuro che probabilmente la farfalla stava seguendo: una figura incappucciata, dalle sembianze alquanto minute, non sembra essere un uomo. Nota ora come la creatura sei limiti a svolazzare in cerchio sopra quell'individuo che ora sembra essersi seduto nel terreno. Le percezioni rimangono molto vaghe, dovute all’offuscamento della pioggia e alle linee imprecise del mantello, che non permettono la vista del corpo di quella persona, né cosa stia facendo, almeno dalla sua posizione. Decide però che non è necessario mantenere tutta quella distanza: le due creature al momento non sembrano una minaccia per il giovane deshi. Non che non stia temendo alcun pericolo, anzi, ma se invece fosse qualcuno che necessiti aiuto? Insomma, se magari quella farfalla fosse un predatore e quel povero figuro, sinistro per via del mantello, si stia solo coprendo per proteggersi dalla pioggia? E se quella creatura in realtà volesse attaccarlo? Potrebbe trattarsi di qualsiasi cosa, ma qualcuno ha voluto che lui si trovasse lì proprio in quel momento, a vedere proprio quella scena, è destino che non rimanga un osservatore passivo. Si alza quindi dalla posizione rannicchiata in cui si trovava, esce dalle sterpaglie appoggia piano le suole dei calzari sullo sterrato del sentiero, lasciando ai suoi piedi esitanti il ritmo di un passo lento e silenzioso. Si trova ora a circa cinque metri dalla figura incappucciata e decisamente sotto il raggio d’azione di quella farfalla, che ad istanti alterni passa sopra di lui come una nuvola nera. < S-salve… > proferisce in tono fintamente tranquillo. Cerca insomma di fare il curioso, ma la sua tensione è palpabile. < … Hai bisogno di un aiuto? > dice rivolgendosi a quel cappuccio di cui ancora non ha scoperto la figura reale, fermando lui sempre alle spalle di quest’ultimo. Un’occhio viene sempre dato ogni tanto all’essere svolazzante.

15:30 Kimi:
  [Sentiero] Una voce giunge alle sue orecchie, qualcuno che sta dietro di lei qualcuno che ha potuto avvicinarsi senza che se ne accorgesse, troppo distratta e probabilmente fori allenamento per rendersi conto della sua presenza. Uno spasmo incontrollabile le muove le guance, disegna sul volto del terrore e la paura che sia per accadere nuovamente tutto, eppure proprio così è velocemente nato quel sentimento altrettanto rapidamente muore in lei, riesce a controllarlo abbastanza bene, riesce a rallentare nuovamente i battiti del suo cuore così che tornino normali, ha sconfitto il nemico Arata è morto e questo deve ricordarselo in ogni istante. Eccola quindi muovere le mani così che possano poggiarsi sul terreno dietro di lei, a fornirle un appoggio comodo così che non siano i suoi addominali contratti a reggere la schiena dritta. I palmi si aprono così da fornire un appoggio migliore e il peso del suo corpo va a sfogarsi su di esso, la testa viene successivamente reclina indietro così che i suoi occhi possano puntare diretti alla figura sconosciuta che le ha parlato. In quel frangente non solo il cappuccio va a scivolare via mostrando il volto candido e i capelli neri ma anche i suoi occhi si fanno finalmente avanti, iridi azzurre chiarissime, come ghiaccio illuminano quel volto altrimenti cadaverico, un’espressione fredda e priva di alcuno scrupolo si mostra sul suo volto <la domanda a questo punto è: tu hai bisogno di aiuto?> replica con un tono freddo e distaccato lei verso il povero ragazzo. La pioggia la costringe a chiudere le palpebre un po’ troppo spesso, cade su quell’eyeliner nero che circonda i suoi occhi così da renderli ancora più grossi, cade sulle labbra rosse e ancora sporche del sangue uscito dal pollice della mano destra, si lega ad esco per poi colarle lungo le guance, a causa della posizione del volto, disegnando un piccolo rivolo che da rosso pian piano diventa sempre più rosa per poi tornare trasparente come è giusto che sia, le colora le guance rendono una sola più rosa dell’altra, dandole da quel lato, in quel frangente, un’umanità che raramente si è potuta scorgere sul volto della regina degli inferi <ma qualcuno accorrerà per te?> aggiunge ancora poco dopo, senza manifestare alcun sentimento, senza mostrarsi né sadica ne preoccupata, quasi si limitasse a descrivere i fatti come sono senza aggiungerci nulla, quasi non fosse lei a manipolare, almeno in parte, il loro destino al momento. Attende quindi silenziosa una risposta, le palpebre che si chiudono e aprono spesso, le ciglia ormai bagnate iniziano quasi ad apparire pesanti eppure lei è impassibile, una bambola o più semplicemente un freddo cadavere il cui fantasma ha deciso di dimorare nel corpo ancora per un po’. Dal canto suo Hisoka continua a volare in cerchio sulle loro teste come se fosse un avvoltoio e non una farfalla[chakra on][Hisoka][arte del veleno liv3]

15:53 Shigeo:
  [Collina - Sentiero] Finalmente il misterioso volto di quella creatura incappucciata si rivela: una ragazza, una candida bellezza dall’aspetto tanto innocente quanto sinistro e inquietante, almeno per i sensi dell’allievo. Lo sguardo glaciale di lei incombe fisso, inerte sul suo, provocando in lui un lieve sentore di allarme. La pioggia che cade, la solitudine delle colline, una farfalla di dimensioni anomale sopra di lui e infine quella ragazza, con le labbra sporche di sembra, che sosta seduta nel terreno senza che lo sporco e il fango la turbino. Non è una delle situazioni più usuali in cui potesse capitare, tanto meno una di quelle più promettenti riguardo la propria sicurezza. Fa quindi due piccoli passi indietro, che cerca di celare, ma che comunque risulterebbero ben visibili a qualsiasi occhio esterno. Le prime parole proferite da lei gelano le intenzioni dell’Ishiba. L’aiuto a lui serve? Decisamente sì, magari non aiuto ma un supporto, almeno fisico: se non si trovasse solo in mezzo a quelle dune, se ci fosse qualcun altro con lui a dover fronteggiare quella situazione sarebbe decisamente più tranquillo e sereno. Ma no. Sono lui, la ragazza e la farfalla. Nota come la farfalla continui a roteare intorno a loro campo di interazione, non se ne è dimenticato: deve essere per forza a servizio suo. Non potrebbe rimanere altrimenti così vigile e pacata. < Ehm… S-sì… > risponderebbe con voce tremante, anche se ben celata da una grande presa inspiratoria. < O forse no… Non lo so. >. Il panico inizia a farsi sentire alle ginocchia, ma sa come controllarlo. < Tu chi sei? > dice, rimanendo con lo sguardo fisso su di lei, come a cercare di trovare qualche briciola di senso negli occhi freddi della ragazza.

16:11 Kimi:
  [Sentiero] Quale che fosse l’intenzione che l’ha spinta a pronunciare certe parole non importa, bensì ad avere rilievo è la reazione del ragazzo che pare spaventarsi e arretrare. Continua lei a fissarlo con il capo reclinato indietro, ne studia i movimenti e semplicemente decide di chiudere la palpebra destra semplicemente oscurandosi così la visuale da un occhio, ciò però che il ragazzo non può sapere è che quello non è un occhiolino strano e poco rassicurante, infatti decide di innalzare il suo chakra, limitarsi a farlo uscire mentre la stoffa farfalla la imita, con un sol battito d’ali andrebbe a far scendere un filo di chakra mentre lei cerca di farlo risalire, questo dovrebbe permettere alle due di unirlo ed unire le loro menti così che l’evocatrice riesca a sbirciare anche dagli occhi dell’evocata che a questo punto è libera di allontanarsi in volto, continuando a procedere in cerchio intorno a quello strado duo ma più distante adesso, così da far controllare alla Kunoichi una porzione di collina superiore a quella che potrebbe tenere d’occhio altrimenti. E mentre tutto questo avviene il suo occhi sinistro rimane fisso in quello del ragazzo, lo ascolta e sospira <basta allontanarsi qualche tempo e ci si dimentica della> si ferma. Vorrebbe proseguire identificandosi ma non c’è nulla che senza davvero suo, non può vantarsi d’essere figlia di Yukio, pare palese ormai che non valga quanto i suoi eredi naturali, non può nemmeno vantarsi d’essere il mignolo destro non sentendo nemmeno la figura di Akendo come importante o vicina <regina degli Inferi?> aggiunge poi, oh sì quello è un titolo che si è conquistata sul campo, ha ucciso quel mostro di suo padre, ha donato l’anima alle farfalle dell’Ade. Torna a raddrizzare il capo e stacca le mani da terra solo per poter permettere al suo sedere di sfruttare l’acqua e roteare, o meglio usa le natiche come perno sulle quali rotare così da andare a poter osservare il ragazzo dritto davanti a lei e senza dover subire le gocce nell’unico occhio ancora aperto. Lo fissa ancora <Medusa Doku> si presenta con tanto di appartenenza al clan, come se questo la identificasse maggiormente di tutti gli altri titoli, non aggiunge altro, solo lo osserva mentre la mente si divide anche con ciò che è Hisoka a guardare [chakra on][Hisoka][arte del veleno liv3]

16:12 Kimi:
  [edit] [occhio dell'ade] [chakra 87/95]

16:25 Shigeo:
  [Collina - Sentiero] Il fare della ormai rivelata kunoichi si fa sempre più inquietante, ma sotto un certo punto di vista il suo proseguire a parlare lo fa sentire rassicurato. Sarebbe stato decisamente peggio se non avesse proferito parola ma avesse continuato ad osservarlo in quel modo. Uno degli occhi di lei ora si chiude e nel frattempo la farfalla si allontana di un po’: cosa diavolo sta combinando? Regina degli inferi? Il povero Shigeo non ha la benché minima idea di chi sia lei e della sua provenienza, ma un titolo del genere merita una buona dose di cautela nell’interloquire. Medusa Doku. Il cognome non è nuovo alle sue orecchie. Deve averlo pronunciato in qualche momento qualcuno alla residenza, deve essere una famiglia, un’appartenenza nota nel mondo ninja, per il quale lui è ancora un novizio. < Beh… io sono Shigeo Ishiba >, titolo decisamente meno teatrale o rappresentativo, semplicemente il suo nome. Si lascerebbe anche lui la concessione però di citare la sua appartenenza, il clan di cui detiene il gene. A proposito di geni: quanto sarebbe utile in questo momento possedere già le capacità per gestire la tecnica della Disgregazione, jutsu identificativo del suo clan. Ebbene sì, se li chiamano gli “Angeli di carta”, un motivo ci sarà. Basterebbe che l’addestramento alla residenza Ishida fosse progredito più velocemente per permettergli in quello momento di scomporsi in tanti foglietti di carta e scappare da una situazione che si sta rivelando decisamente scomoda. Nonostante quello però rimane apparentemente quieto, pur rimanendo ben dritto e pronto a muoversi in qualsiasi direzione. < Dovrei conoscerti quindi? > chiede, < I tuoi titoli non sono nuovi alle mie orecchie… > mente, in realtà non sa quasi nulla. Quanto vorrebbe che aprisse quel maledetto occhio e la situazione iniziasse a prendere una piega quanto meno ordinaria. Nel frattempo la pioggia ha ormai impregnato il ciuffo biancastro, che fattosi pesante continua a cadere, costringendo il deshi a scostamenti continui.

16:36 Kimi:
  [sentiero] Lo fissa mentre la pioggia continua accadere su di loro e sul suo volto nuovamente orientato dal lato giusto, lacrime non uscite dai suoi occhi le rigano il volto ora mentre i capelli neri finiscono per appiattirsi a sulla sua testa appesantiti dall’acqua <un Ishiba> soppesa quella parola sulla sua lingua, in qualche modo la assaggia <mi sono sempre chiesta cosa vi succederebbe se vi toccassi> potrebbe vedere il veleno Doku agire e disintegrare i loro corpi? Sarebbe come per tutti gli altri un nemico invisibile agli occhi? Curiosità più che veri e propri dubbi, proprio perché in realtà al momento non è interessata ad uccidere nessuno come troppa facilità. Ed ecco poi la fatidica domanda che le viene rivolta, un sorriso quasi amaro le sfugge, si mostra velocemente su quel volto disegnando e donando nuova luce a quei tratti. Riapre entrambe le palpebre abbandonando così la farfalla a sé stessa, sarà quest’ultima a contattarla in caso di bisogno, ormai ha capito il giro che effettua, cosa controlla. Quindi anche l’iride destro torna a fissare il ragazzo <immagino che se mi fossi presentata come figlia del Kage o mignolo destro dell’Akatsuki ne sapresti di più> alza le spalle <se conoscessi le guerre che hanno turbato il nostro mondo in questi anni e quelle non troppo lontane, se conoscessi i pericolo corsi credo allora conosceresti anche me> scuote appena le spalle andando ad alzarsi <ma non posso certo prendermela se ignori tutto ciò> aggiunge ancora fredda, disinteressata, ci sono cose che nemmeno i più grandi conosco, i pericoli che l’Akatsuki ha fermato prima che venissero alla ribalta, quante volte si è trovata a salvare quel mondo che ha sempre dichiarato di voler distruggere?[chakra 87/95][Hisoka-occhi dell’ade][arte del veleno liv3]

16:50 Shigeo:
  [Collina - Sentiero] Non vuole che lo tocchi, non deve proprio. Non si sa mai che cosa aspettarsi, ma di certo il fatto che quella ragazza conosca gli Ishiba lascia dire molto riguardo al suo conto. Ma certo. Le guerre ninja, ecco in quale occasione quel nome era spuntato. deve essere una kunoichi di grande esperienza e potere, qualcuno che ha preso parte a quelle battaglie uscendone superstite, di conseguenza qualcuno di molto abile. In effetti gli basta osservare come quella farfalla sia al suo servizio: nessuna persona comune sarebbe in grado di gestire una creatura di simile portata. < Non ignoro nulla… > proferirebbe come cercando di bloccarla, rabbrividendo quando entrambi gli occhi di lei tornano su di lui. < Sono solo molto confuso e… sì, ho sentito parlare di te. > in particolare una parola colpisce la sua attenzione: Akatsuki. Quella sì che è una parola che ha sentito diverse volte, suo padre l’ha pronunciata in diverse occasioni e lui non ha esitato a chiedere di cosa si trattasse. Un’organizzazione, protagonista di grandi scontri che hanno minato la storia del mondo ninja. I membri, come gli è stato detto, sono riconoscibili dalla veste, che solo ora nota essere il mantello indossato da Kimi, che permane sempre impassibile di fronte a lui. < Fai parte dell’Akatsuki quindi? Conosco questo nome… > in effetti non è mai stato al corrente di chi fossero i membri dell’organizzazione, ma a quanto pare ne ha appena incontrato uno. Non lo nasconde: un lato di lui è affascinato da questo mistero che annebbia l’entità di questa organizzazione, vorrebbe saperne di più. Hanno agito per ideali onorevoli in passato, meritano la sua ammirazione? La voglia di saperne traspare anche dal tono di voce, che sembra per un attimo aver sostituito la tensione con un cenno di determinazione.

17:02 Kimi:
  [sentiero] Si alza lei che era giunta fin lì con il solo scopo di riflettere e cercare di capirli qualcosa in più. Punta i piedi e lentamente sposta il peso del corpo proprio sulle sue gambe, i polpacci vengono messi sotto sforzo insieme alle cosce quando decide di rialzarsi e guadagnare nuovamente la posizione eretta. Le mani bianche corrono semplicemente verso il cappuccio nero che viene tirato in modo da andare a coprire i capelli e il volto ormai bagnati, qualche gocce che si era accumulata al suo interno ricade con prepotenza sulla sua testa, bagnandola ancora di più, l’acqua che passa infame tra la stoffa e la pelle e le bagna collo e spalle per poi continuare con la sua discesa fino alle braccia, al busto, fascia sul seno che si bagna appena e assorbe quelle gocce senza farle proseguire ulteriormente lungo il suo corpo <chissà> replica lei alla domanda <potrei farne parte così come potrei non farne più parte> non è tipa da spacciarsi per misteriosa o nascondere semplicemente la verità semplicemente quella è una domanda moto complicata al momento <nulla è sicuro oggi ma forse domani lo sapremo> scuote le spalle per allontanare quella domanda, quel dubbio dalla sua mente, ha anche altro di cui occuparsi. Alza lo sguardo alla ricerca della farfalla che ancora sta girando intorno a lei anzi a loro due. Un passo ad avvicinarsi al ragazzo, un altro per annullare la distanza messa da lui poco prima, lo fissa fredda, priva di qualsiasi emozione e sicuramente anche di una certa umanità e poi un terzo ed ultimo passo. Lo supera semplicemente tornando a dargli le spalle <ci rivedremo Ishiba> ammette lei <ma la prossima volta risponderò alla mia domanda e ti avvelenerò> ammette lei senza nascondere la sua innata, sicura d’essersi ad ogni modo ormai svelata abbastanza. Con la mente piena di domande riprenderebbe il sentiero che l’ha portata fino a lì giusto per allontanarsi, andarsene senza aver davvero risposto nemmeno alle domande del ragazzo, ma anzi. La farfalla resta ancora una volta indietro ora, ad osservare il ragazzo quasi ad assicurarsi che non tenti di aggredire la sua evocatrice che invece si allontana lenta dandogli le spalle, senza alcun timore nei suoi confronti, ma alla fine fine quando mai ne ha mostrato?[chakra 87/95][Hisoka-occhi dell’ade][arte del veleno liv3]

17:12 Shigeo:
  [Collina - Sentiero] Come dimostrato precedentemente, la bambolina rimane di poche parole. Poche e tremendamente confuse. Vorrebbe saperne di più, vorrebbe sapere il perché lei e la sua farfalla si trovano tra quelle colline, perché ha un fare così strano, che passato la segue. Niente di questo, almeno al momento, può avere risposta. Nonostante questo, rimane la prima persona che ha suscitato sinceramente la curiosità del giovane deshi. Non osa nemmeno pensare come potrà mai avvelenarlo e in quale altra occasione si rincontreranno, ma sa che non sembra essere una tipo da scherzi. Una tipo velenosa in tutti i sensi insomma. La osserva quindi alzarsi e allontanarsi lentamente. < Ci rivedremo… > sussurra, come a ripetere in modo meditativo quanto appena detto da lei, lasciando che però giunga alle orecchie della kunoichi come sorta di saluto. Alza il capo: la farfalla sembra permanere qualche istante di più della sua padrona: ha tutta l’aria di essere una guardia. Sistema il cappuccio, scrollando qualche goccia d’acqua residua dalla stoffa lucida. Il sole è tornato. Come se la pioggia fosse stata un monito di quell’incontro. Rimane fermo, osservandola rimpicciolirsi sull’orizzonte. Prima del prossimo incontro, prima di qualsiasi altro incontro di quel tipo, deve dominare la sua innata, o potrebbe davvero essere rischioso. [END]

Come da titolo.
Kimi minaccia e il povero Shigeo si fa un sacco di domande

Alla prossima però ti avveleno davvero ♥