[Cura] Sopravvissuta
Quest
Giocata del 26/07/2017 dalle 22:05 alle 23:43 nella chat "Ospedale [Konoha]"
[Stanza] La testa assente, il corpo pure, così tanto che non pare sentire il dolore alla spalla destra slogata, il quale, però, si fa sentire eccome infrangendo quella sua sensazione illusoria di insensibilità. Ha fatto rapporto all’Hokage, con Yotsuko, ovviamente, e le cose sembrerebbero essersi sistemate… la loro situazione almeno, perché anche se sono state reintegrate, il peso di quel fallimento e soprattutto di quelle morti, grava ancora sulle sue spalle. Non se lo toglierà mai e non ci sarà punizione abbastanza grande per farla sentire sollevata. Indossa un semplice kimono corto e dalle maniche a tre quarti, leggere e fresche. Il colore predominante è il rosso, mentre i motivi floreali di un verde pastello disegnano il tessuto. Il kimono è stretto alla vita da una fascia anch’essa di un colore verde leggero, che si lega dietro alla schiena in un fiocco morbido e non troppo vistoso. Al di sotto del kimono, invece, indosso un paio di pantaloncini neri abbastanza morbidi e non aderenti, così da mantenerla fresca dato il caldo. Non indossa ancora il copri fronte, anche se adesso potrebbe, forse perché anche se l’Hokage ha deciso in suo favore, lei non si sente ancora degna, come non se la sente nemmeno di indossare i simboli del suo clan Akimichi. La gente ora sparla ancor di più dietro e davanti a lei, senza ritegno, il suo clan l’ha additata ancora di più, e ancor di più la accostano al padre traditore. Un disastro, un completo fallimento… lei che aveva giurato di far vedere con le proprie azioni di essere diversa da lui, affidabile, invece ha solo dimostrato il contrario. Il ciondolo che però il padre le ha lasciato lo porta sempre al collo, tondo e con sopra disegnato un albero stilizzato rosso su sfondo azzurro. Se ne sta seduta nella propria stanza di ospedale, costretta dalla madre, anch’ella ricoverata per malattia, perché la giovane si è rifiutata fino ad adesso di farsi mettere a posto la spalla. Il braccio destro però è appeso al collo mediante una fasciatura di fortuna, appena accennata, giusto per tenere ferma la medesima spalla slogata. Le fa un gran male, ma sente di meritarselo e quindi non si lamenta, non dice nulla… solo che ora che può redimersi dal proprio errore e dimostrare ancora una volta che non è inaffidabile, deve farsi aggiustare l’arto, o potrebbe addirittura peggiorare la sua mobilità, e questo potrebbe impedirle di essere un ninja al massimo delle sue capacità. Il chakra non è impastato, ovviamente, e non lo impasterà, essendo all’interno dell’ospedale, inoltre non porta con sé nessun equipaggiamento o arma. I corti capelli rossi e mossi, decisamente ribelli, incorniciano il roseo viso immerso in un’espressione distante e spenta. Occhi viola che attendono di veder entrare un qualche tipo di medico, ma allo stesso tempo vive la preoccupazione di come poter spiegare il tatuaggio anbu che ha proprio sulla spalla slogata. Forse non dovrebbe farsi curare da un medico qualunque, forse dovrebbe andare alla base anbu, di certo non può permettersi che chiunque possa capire che lei fa parte di quelle forze speciali… si, sempre se si potrà ancora ritenere degna dopo un fallimento simile. Seduta sul lato del letto, coi piedi appoggiati a terra calzati da delle scarpe ninja, e con la testa abbassata intenta ad osservare il pavimento, attende dunque che qualcuno arrivi… o forse attende di decidere di alzarsi e andare via da quel posto.Se il Kage è stato informato, i medici sono stati informati, il Clan è stato informato... insomma, tutti sanno tutto di tutti, impossibile che gli Anbu -coloro che si sono specializzati nel raccogliere informazioni ed in missioni ad alto rischio- non sappiano che Yona Akimichi, un membro del loro gruppo, sia stata ferita e che abbia bisogno di cure specialistiche. Però, c'è un gran però, dato che la ferita si trova proprio dove c'è anche il tatuaggio che la identifica come Anbu quindi non tutti possono vederlo... c'è da stare attenti perchè nessuno al di fuori dei membri devono sapere chi si celi dietro le loro maschere <Buonasera> senza neanche bussare un uomo si infila nella sua stanza. E' stato talmente veloce che non sei riuscita neppure ad accorgerti del suo arrivo ma ha un camice, stetoscopio ed una cartellina in mano: sembrerebbe un medico <cosa abbiamo qui?!> puoi notare come chiuda a chiave la stanza dall'interno prima di avvicinarsi a te ed al tuo letto [Dottore: http://media.animevice.com/uploads/0/2262/196469-tucker_large.png][Cura per Yona]
[Stanza] Certo che rimugina un sacco la giovane Akimichi e lo fa in continuazione, di giorno e di sera, persino durante la notte i suoi sonni sono tormentati dagli incubi. Rivede sempre e comunque quei bambini che esplodo e non può impedirlo. Sospira, si tormenta le labbra, soprattutto il labbro inferiore che continua a mordicchiare con i denti. È abbattuta, frustrata e tutto quello la porta ad essere nervosa e il nervosismo la porta ad avere fame… peccato che non abbia cibo con sé al momento. Così presa dalle proprie emozioni e da propri pensieri, che non riesce di certo a vedere entrare l’uomo, ma nemmeno lo sente… di sicuro non ha bussato. Non si accorge di lui fino a quando non sente quella voce maschile e sconosciuta arrivarle alle orecchie. Il capo verrebbe quindi sollevato, lentamente, mentre gli occhi viola si puntano su quell’uomo in camice. Ha uno stetoscopio, una cartellina… be, sembra un medico a tutti gli effetti. Rimane per qualche secondo in silenzio, e le labbra si dischiuderebbero per poter dire qualcosa, ma i propri occhi noterebbero l’uomo chiudere la porta alle sue spalle… a chiave. Be, una certa ansia inizierebbe a salirle dal profondo del proprio animo, o dallo stomaco. Non sa bene perché, ma l’idea di trovarsi chiusa in una stanza con uno sconosciuto la innervosisce. E se fosse un parente di quei bambini morti? Già le famiglie delle vittime hanno chiesto l’interruzione della carriera ninja dell’Akimichi e dell’Hatake, forse dopo aver saputo che l’Hokage ha deciso il contrario potrebbero voler vendetta. Si, ma la giovane sta correndo troppo con la fantasia nel vedersi vittima di qualche vendetta. Almeno spera. <Ehm… buonasera.> finalmente risponde al saluto, il tono che cercherebbe di essere cortese, educata, come sempre, anche se il velo di tristezza e nervosismo che l’accompagna sono palesi. Lo sguardo si sposterebbe dall’uomo alla porta, dalla porta all’uomo… più volte fino a quando non si soffermerebbe in definitiva sul dottore. <Mi scusi… forse dovrei andare via in realtà.> cercherebbe di accennare un sorriso nervoso, inquieto, provando a trovare il modo di defilarsi per non mostrare il proprio tatuaggio. Avrebbe dovuto pensarci prima e andare direttamente alla base anbu a farsi curare… ora come potrebbe mai giustificare il suo rifiuto alle cure? <E’ solo una spalla slogata, magari si mette a posto da sola…> ecco, ci prova, in un tentativo quasi patetico, mentre cercherebbe di nascondere le piccole smorfie di dolore che si formano sul suo viso ad ogni scarica che le arriva dalla spalla malandata. Cerca di essere gentile, di trovare un modo per rifiutare quelle cure e andare da chi dovrebbe in realtà.<Io invece dico che devi rimanere qui per un po ancora> ma non ne specifica il motivo, certo quel sorriso che mostra per quanto possa essere cordiale sembra nascondere qualcosa di ben più profondo ed inquietante <io so chi sei, mi hanno mandato appositamente> ma sta parlando realmente degli anbu? Oppure è stato mandato per eliminarla in quanto feccia degli shinobi che ha fatto morire dei bambini per la sua incapacità?! Provvede a far scivolare il camice e la camicia, mette in mostra la spalla destra così Yona potrà vedere il tatuaggio identico a quello che ha anche lei <Dovresti spogliarti, mi serve che il braccio e la spalla siano scoperti completamente> e giusto per anticiparle la cosa <ridurrò prima la lussazione e poi andrò ad intervenire sulle lesioni dei tessuti molli. Fa male la prima parte, come se ti stessero staccando il braccio ma è solo un istante per questo motivo preferisco non sedarti> [Cura per Yona]
[Stanza] Starebbe proprio per far leva col braccio sano, poggiando il palmo della mano sinistra sul bordo del letto, per potersi dare una piccola spinta coi reni e rimettersi in piedi, ma le parole dell’uomo la bloccano sul posto. Rimane seduta quindi, col viso alzato verso di lui, dato che l’uomo rimane in piedi, e semplicemente lo osserva con un’espressione confusa e sempre più inquietata. Sarà che ha chiuso la porta a chiave, sarà che quel sorrisino non la tranquillizza affatto, ma di sicuro non è uno di quei medici che ha a cuore la psiche del paziente. <No, è che…> mugugna, balbetta, come sempre quando si trova a disagio, vorrebbe aggiungere una qualche tipo di scusa, ma le parole le muoiono in gola non appena sente le successive parole dell’uomo. Il cuore le balzerebbe nel petto, i battiti accelerati, i brividi di freddo terrore che le scorrono lungo la schiena… starà mica esagerando? Eppure quel venire a conoscenza che l’uomo sa chi è lei e che è stato mandato apposta, le fa solo pensare che sarà vittima di una vendetta. Ecco fatto, morirà qui. Non ragiona nemmeno per andare a pensare che sarebbe una cosa quanto meno impossibile, si lascia semplicemente andare a quella sua solita esagerata fantasia, per non chiamarla paranoia. <Per me…? Ho una improvvisa voglia di patatine…> mormora senza nemmeno più il controllo delle proprie parole, sentendo si lo stomaco contorcersi dall’ansia, ma non può nascondere un brontolio dettato dalla fame. Eppure ha un fisico così nella norma per essere una Akimichi sempre affamata. Comunque sia ogni sua paura viene estinta non appena il medico mostra il tatuaggio anbu… tutta l’ansia svanisce lasciandole un senso di vertigine, mentre anche il viso si rilassa. Si lascerebbe sfuggire un sospiro, costatando che non sarà vittima di nessuna vendetta, e che come al solito è stata esagerata. <Ah, si, certo…> lentamente, cercando di non fare movimenti bruschi, andrebbe a togliersi la fasciatura che le teneva il braccio appeso al collo ed immobile, andando a posarla accanto a sé, infine cercherebbe di far scivolare il kimono dalla spalla destra, pian piano, soffocando gemiti di dolore e chiudendo appena gli occhi in una smorfia. Quindi metterebbe a nudo spalla, braccio e, inevitabilmente, anche una parte di petto… fortunatamente che indossa delle fasce a coprirle le forme. <Va bene… si, proceda pure.> non ne è proprio convinta, ha un’incredibile paura del dolore che potrebbe sentire da lì a poco, e difatti irrigidisce ogni singolo muscolo del proprio corpo, andando a stringere la mano sinistra le coperte del letto. Si prepara psicologicamente, almeno ci prova, attendendo che il medico anbu faccia la sua mossa.Nessuna altra parola per il dottore che passerebbe direttamente all'azione invece ed ecco che aggirato il letto si posizionerebbe al fianco della ragazza. Con la mancina afferrerebbe il polso del braccio lussato, mentre la mano destra verrebbe infilata sotto l'ascella dell'Akimichi. Se la ragazza non dovesse fare resistenza comincerebbe a piegarle il gomito ad agonolo retto, farebbe quindi ruotare il braccio verso l'esterno... quindi le farebbe distendere il braccio lungo la linea delle spalle e poi uno strattone tirando il braccio e facendo una contropressione con la destra ad allontanarle il busto. Dovrebbe sentirsi un grosso crack ed ecco il fantomatico dolore citato poco prima <ecco ecco ci siamo non ti preoccupare abbiamo fatto qui> la rassicura. Passano pochi istanti che le mani già cominciano ad assumere un alone verdognolo con i benefici immediati che consistono nella rigenerazione accelerata dei tessuti attorno all'articolazione contusa e ferita [Cura per Yona]
[Stanza] È riuscita persino a trovare risposta al fatto che l’uomo abbia chiuso la porta a chiave, così nessuno potrebbe entrare e cogliere il tatuaggio dell’Akimichi ora messo in bella mostra. Insomma tutto ha una risposta, basta non farsi guidare dall’ansia. Nel silenzio più assoluto e ancora più inquietante, l’uomo aggira il letto della giovane per portarsi al suo fianco. Lei non fiata, anzi, lo trattiene proprio il respiro. Lo sguardo rimane fisso davanti a sé, gli occhi sgranati e un’espressione carica di terrore e dolore. Il polso destro della ragazza verrebbe afferrato, mentre con l’altra mano, l’uomo, andrebbe ad infilarsi sotto l’ascella. <Fa male.> sussurra giusto appena, non per avvisare il medico il quale lo saprà benissimo, ma in una sorta di mantra per esorcizzare il dolore. <Fa male, fa male, fa male.> sente già delle fitte partirle dalla spalla e percorrere l’intero suo braccio non appena l’uomo inizia a muoverlo, piegandole il gomito ad angolo retto. Le scariche di dolore iniziano a prenderle anche il cervello. Gli occhi verrebbero chiusi e stretti, forte, mentre le labbra verrebbero serrate. Mugugna, o mugola, ma comunque si lascia andare a piccoli gemiti di dolore man mano che si sente sempre più vicina al fattaccio. Deve resistere, non deve lamentarsi. Cercherebbe quindi di imporsi un certo autocontrollo, il quale però cade come nulla non appena il medico compie quel movimento veloce e deciso, e il sonoro crack della spalla le rimbomberebbe nel cervello. Autocontrollo o meno, il dolore è infernale, esattamente come detto dal medico, il braccio sembra letteralmente staccarsi, anzi, spezzarsi come un piccolo e fragile legnetto. Le labbra vengono dischiuse e lei proprio non riesce a trattenere un urlo di dolore. Altro che fitte per tutto il corpo, si sente come bruciare e il cuore galoppa facendole mancare il respiro. La mano sinistra si stringerebbe alle lenzuola del letto, fino a farsi divenire le nocche bianche. Gli occhi in quel momento si sgranano, ma subito dopo quel momento di intenso dolore, ecco che di colpo tacerebbe. Non un fiato, non un movimento… ferma, immobile come se fosse morta. Ascolta le parole dell’uomo e senza muovere un muscolo andrebbe a dischiudere le labbra per dischiuderle. <Mmm…! Va bene. E’ stato… incredibilmente doloroso, ma ora andrà bene, si?> anche se le è già stato ripetuto, lei lo domanda nuovamente, per una specie di conferma, una speranza. Ma solo dopo qualche istante si ricorderebbe almeno di aggiungere qualcosa, giusto per non passare per una completa maleducata. <Ah, e grazie, davvero…> mormora appena, mentre pian piano l’acuto dolore sembrerebbe affievolirsi.<Si ora andrà tutto bene> le assicura perchè i legamenti ed i muscoli lesionati durante la lussazione si stanno velocemente rigenerando tornando allo stato originale così come i nervi naturalmente ed i vasi sanguigni. L'edema si rivolve abbastanza in fretta e poco dopo segue anche il livore <Tieni il braccio immobilizzato per due giorni, ti faccio portare un tutore da una infermiera> sembra prepararsi già a congedarsi <rivestiti in fretta> ma l'uomo si sta già avviando verso l'uscita veloce tanto quanto era entrato. Si assicurerà che la ragazza sia coperta prima di aprire la porta e poi in un lampo è tutto finito proprio com'era iniziato [End]