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con Raido, Kouki

15:07 Kouki:
  [Camera] È riuscita finalmente a raggiungere il suo obiettivo, uno dei tanti in realtà, ovvero diventare Chunin. Una promozione fresca fresca, della quale è stata avvisata dopo aver compiuto con successo la missione insieme a suo padre, dopo che insieme hanno perpetrato un vero e proprio massacro, ma secondo la mente della giovane era quello che andava fatto. Nel tornare a casa, però, suo padre le ha detto di andare avanti, mentre lui ha preso la direzione per Konoha… le sarebbe piaciuto andare con lui, ma si sente decisamente stanca per aver consumato forse troppo chakra nella missione. Quindi eccola qui nella sera della sua promozione e crescita, da sola in quell’enorme magione costruita sulle colline di Kusa. Lei e il piccolo gatto nero al quale ha già dato un nome che dimostra la sua poca fantasia del momento: Kuro. Un batuffolo di pelo nero che le sta tra le mani, con una simpatica macchietta bianca sotto al collo e occhi tra il giallo e il verde. Ha avuto il tempo di raggiungere da sola la magione, la propria stanza e cambiarsi. Si è tolta l’equipaggiamento, lasciando il porta oggetti e il porta kunai e shuriken sul comodino, ed infine ha iniziato la sua pratica di svestizione. Si è tolta il kimono bianco con calma ed accuratezza, adagiandolo con delicatezza su una sedia, ed infine si è tolta tutta quelle bende che le avvolgono il corpo, poggiando anch’esse sul comodino. Via le scarpe, i guanti ed è andata anche a sciogliersi i lunghi capelli, i quali sono caduti come una cascata color pece lungo la sua schiena, fino al sedere. Lisci e perfettamente in ordine se non fosse per qualche ciocca sparsa e i probabili nodi accumulati, comunque sia incorniciano quel suo visino pallido, facendo da contorno anche a quei suoi occhi gialli ed intensi. Infine ha indossato un pigiama completamente azzurro, ovvero una canotta abbastanza larga e lunga, morbida sui fianchi, e un paio di pantaloncini corti e larghi. A casa non si preoccupa di nascondere le innumerevoli cicatrici di varie forme che percorrono tutto il suo corpo insieme ai segni di bruciature, dalle braccia, alle gambe, la schiena, il petto, l’addome, il collo… non un centimetro si salva, nemmeno le piante dei piedi bruciate, se non il viso, perfettamente liscio e lasciato intonso. Comunque sia in questa notte di grandi festeggiamenti se ne sta seduta sul bordo del proprio letto, le gambe lasciate penzolare di lato, i piedi scalzi, e accanto a lei il suo gattino, acciambellato contro la propria coscia destra. Di tanto in tanto la mano della giovane si muove, per accarezzare il cucciolo, cullandone il sonno. Le luci sono lasciate spente, rimane a buio, con gli occhi fissi davanti a sé, i quali man mano dovrebbero abituarsi a quell’oscurità che governa anche la propria testa. Espressione vuota, labbra serrate, nonostante dovrebbe essere quello un momento felice per lei. <Sarà andato dalla mamma.> mormora lasciando uscire un piccolo sospiro da quelle labbra pallide, mentre cerca di capire il perché del fatto che il suo papà non sia lì con lei, a quell’ora della sera o della notte, ormai. In quell’espressione vuota, però, si accende una fiamma, un piccolo cambiamento… gli occhi assumono un bagliore sinistro nel giro di qualche secondo, mentre le labbra si tirano in un piccolo ghigno. <Oppure anche lui si sta stufando di te. Come la tua cara mammina. Non vedi? Lui sta passando molto più tempo a Konoha che qui con te. Ti lascia sola, sempre più sola.> un sibilo, più cattivo, più divertito… un cambiamento repentino che farebbe drizzare le orecchie anche al piccolo Kuro. Ma così come è venuta, alla stessa velocita le braccia si alzano per andare e tapparsi le orecchie, come se potesse zittire Mirako con quel semplice ed inutile gesto. Gli occhi si chiudono, forte, e la testa viene scossa. <Non è vero, smettila. Tutto si sistemerà. Io lo so, tornerà papà e tornerà anche la mamma. Se papà è sempre via è perché avrà i suoi motivi… magari sta cercando di parlare con la mamma, di cercarla.> le mani scivolano lentamente dalle sue orecchie, andando a percorrere i lati del suo viso, fino a fermarsi sulle proprie gote pallide. Il ghigno torna, più prepotente ed arrogante che mai. <Questo non era un momento molto importante per noi? Ci hanno lasciate. Lui ha preferito andare chissà dove piuttosto che rimanere con noi.> ancora una volta la testa viene scossa con violenza, le mani riportate in alto sul viso, fino alla testa, facendo in modo che le dita si infilino tra i capelli, stringendoli. <Non fare la bambina. Non voglio essere un peso, può andare dove gli pare…> e finalmente il silenzio tornerebbe a regnare nella propria mente, segnato solo da una leggera risata dell’Altra. Mirako non ha altro da aggiungere, sa di aver raggiunto almeno in parte il suo obiettivo… infatti per quanto la ragazzina possa tenere testa alle parole dell’Altra, non può che sentirsi inevitabilmente sola.

15:21 Raido:
  [Magione | Stanza Kouki] E' andato a trovare Fumiko quella sera, ha passato la serata con lei ma non si è dimenticato di Kouki e della sua promozione a chunin. Si ricorda della giornata di festa e ha preparato per lei un regalo speciale ma si sa come si dice, le cose belle meritano di essere aspettate e quello che sta per ricevere la Yakushi è una cosa fin troppo stupenda, almeno per lei. Sta viaggiando da un'oretta circa ed è arrivato nei pressi delle colline e, di conseguenza, nei pressi della propria magione ma dal treno non scende solo lui bensì anche una copia. Entrambi i Raido hanno in mano dei pacchi, un paio grossi e un paio più piccoli. La luna brilla alta nel cielo, le stelle splendono insieme ad essa e la notte non può essere più bella. E' tardi, molto tardi, è l'una passata e deve anche farsi perdonare. Indosso porta un armatura pesante in parti metalliche fabbricata in proprio a ricoprire ogni angolo del corpo dandogli una maggiore resistenza ai colpi subiti; sugli avambracci e sulle gambe sono stati posizionate apposite protezioni ovvero vambracci e schinieri; sopra il busto porta un kimono bianco che corre lungo tutto il corpo fermandosi all'altezza delle caviglie, maniche lunghe e larghe fino al polso. Il kimono è chiuso con una cintura rossa intorno alla vita e, sopra il kimono ha una piccola armaturina in metallo che ne copre il busto avente piccoli spuntoni sulla parte alta del petto che non vanno a intaccare il collo. Nell'orecchio ha una trasmittente per tenersi in contatto con gli altri nonostante la distanza. Sul fianco sinistro ha la sua katana messa all'interno del fodero e imbevuta di un veleno composito speciale; sulla schiena, sempre alla vita, sia a destra che a sinistra ha due portaoggetti contenenti: 1 tonico recupero chakra speciale, 2 tonici coagulanti, 2 confezioni di fili di nylon conduttore, 5 carte bomba, 2 bomba luce, 2 fuda con all'interno di ciascuno un tronchetto per la sostituzione e 2 fumogeni. Intorno alla coscia di entrambe le gambe vi sono posizionati due porta kunai e shuriken contenenti 9 kunai a tre punte, tre per scompart, 9 shuriken 3 per scomparto. Nel portaoggetti ha posizionato un fuda con all'interno un respiratore per eventuali evenienze subacquee. Sui polsi di entrambe le mani ha posizionato due fuda, uno per polso. Nel polso destro vi è sigillata una nodachi imbevuta di veleno allucinogeno di livello S, nel polso sinistro una katana a doppia lama le cui lame sono imbevute di veleno allucinogeno di livello S. Sulla cintura che lega la vita ha posizionato un altro fuda, sulla sinistra, con sigillata all'interno una zanbato. Sul petto, precisamente sul pettorale destro, vi è piegato in modo che si veda solo il kanji "potenza" ha applicato 1 fuda potenziante; sul pettorale sinistro, invece, ha posizionato una particolare fuda speciale con il sigillo "potenza" dotato di forza maggiore. In ultimo, legata sulla schiena, ha lei, la samehada, la grande pelle di squalo ottenuta dal Kokketsu. Essa è avvolta in delle fasce bianche per coprirne le scaglie di squalo il quale hanno il potere di risucchiare il chakra nemico e non solo. Al suo interno vi sono 15 punti chakra, la sua riserva naturale. Il chakra scorre in corpo, forte e potente come si addice a un maestro di spada la cui lama è elegante e raffinata quanto veloce e letale. Sulla parte destra del collo, in basso, vi sono stampati in rilievo 3 tomoe nere, simbolo del patto fatto con il diavolo. Corrono entrambi verso la casa del giovane, corre lungo la parete della magione arrivando alla finestra della ragazza per poi sedersi sulla soglia della finestra della stanza. In mano ha tre pacchi o meglio, sulle braccia <Mi dicono che c'è un papà con una montagna di pacchi in mano che non riesce ad andare a salutare la figlia> volta il capo verso la chunin con un mezzo sorriso <Mi aiuti ad entrare?> domanda sorridendo ancora di più. [Chk on]

15:35 Kouki:
  [Camera] È cresciuta da quando ha iniziato il suo percorso come ninja, e non solo interiormente, ma anche fisicamente. Si è alzata e ha iniziato a mangiare meglio, questo vuol dire che non sembra più sotto peso, anche se appare decisamente ancora magra rispetto al normale. Non più uno scricciolo per quanto riguarda l’altezza, ma il fisico rimane pur sempre gracile e minuto… sta entrando nell’adolescenza, un punto quasi critico per ogni ragazzo, quindi figuriamoci per due ragazzine in un solo corpo. Si lascia sfuggire un piccolo sospiro, ormai è tardi e forse dovrebbe andare a letto, peccato che non ha per niente sonno, gli occhi sono decisamente svegli e per nulla pesanti. Che debba ancora fare i conti con la sua insonnia? Si guarda intorno, lentamente, fino a quando lo sguardo non si posa nuovamente sulla piccola palla di pelo al suo fianco. Accarezza per l’ennesima volta il micino, ormai addormentato, lasciandosi sfuggire l’ennesimo sospiro. Tuttavia ad attirare la sua attenzione è la voce ben conosciuta dalla giovane Yakushi, quella di suo padre. In un solo attimo tutta la tristezza viene cancellata dal suo viso, la paura, i timori che l’Altra le aveva insinuato… la testa si volge quindi velocemente verso la finestra, là dove vede la figura dell’Oboro, seduto e con in mano dei pacchi, alcuni grandi e altri piccoli. Non si domanda la natura di quelle scatole, questo perché è semplicemente felice di rivedere suo padre. <Visto? Te lo avevo detto che arrivava!> esclama, il tono di voce alto che si lascia andare alla gioia… si, ora che è in casa riesce meglio ad essere se stessa. Quindi le labbra pallide si aprono in un sorriso, gli occhi gialli riacquistano vivacità, e la ragazzina può tornare ad essere spontanea. Una frase diretta a Mirako, la quale sbuffa innervosita nella sua testa, facendole rimbombare quel suono nella testa, ma la corvina non ci bada e andrebbe ad alzarsi dal letto, poggiando i nudi piedi sul pavimento, e andrebbe ad avvicinarsi alla finestra per aiutare il proprio padre. <Dove sei stato tutta la sera? Che hai fatto? Sono stata sola tutto questo tempo, proprio oggi.> anche se fino a poco prima avrebbe voluto arrabbiarsi con lui per averla lasciata sola, ora il tono è tutt’altro che da rimprovero, anzi… sembra più divertito, come se la cosa non le stia più pesando, non ora che è qui con lei. E’ in momenti come questi che si rende sempre più conto dell’immenso affetto che prova per lui, di quanto sia realmente importante per la ragazzina, di quanto la faccia sentire completa, almeno in parte… per esserlo totalmente vorrebbe avere con sé anche la sua mamma. Aiuterebbe quindi l’uomo ad entrare nella sua stanza, senza accendere ancora le luci del luogo al momento, preferendo il buio probabilmente. <E questi pacchi? Cosa sono?> finalmente i propri occhi catturano gli oggetti e la seconda copia di Raido che ne reggerebbe altri. È curiosa, lo si nota dal tono di voce, ma anche dal viso, dall’espressione, mentre la testolina andrebbe a piegarsi leggermente di lato, osservandoli. Non ha la minima idea di che cosa potrebbero essere. E dire che fino a qualche ora prima erano impegnati in un massacro, mentre ora sembrano una normale, quasi, famiglia.

15:51 Raido:
  [Magione | Stanza Kouki] L'ha fatta aspettare, l'ha fatta penare abbastanza ma ora è li ed è pronto a festeggiare con la sua bambina, pronto ad andare avanti con lei in questa sera. Si ritrova sulla finestra con la copia sotto di se con in mano altri due pacchi. L'originale ne ha due e la copia altri due ed entrambi aspettano che la ragazza li aiuti ad entrare. La nota arrivare, osserva la sua bambina giungere con un sorriso che lo fa letteralmente sciogliere, lo manda in visibilio come non mai scaldandogli il cuore e la vita intera. Lascia nelle mani della chunin i due pacchi che ha in mano per poi entrare nell'abitazione andando a prendere i pacchi della copia fino a quando questa non scompaia ma la ragazzina, giustamente, pone delle domande. Deve risponderle e vorrebbe dirle che ha passato del tempo anche con la sua nuova ragazza, tempo speso bene senza dubbio ma questo vuol dire rovinare quella bella serata che si sta andando a creare <Sono andato in un posto a controllare una cosa e sono andato a prendere questi ovviamente> indicando i pacchi <Lasciali a terra> direbbe alla ragazza per poi poggiare uno solo dei pacchi che ha preso dalle mani della copia mentre uno lo terrebbe in mano, anzi, lo va a poggiare sopra la scrivania in modo tale che non gli succeda niente. Li vi è qualcosa di tremendamente delicato ma che ancora non può essere rivelato ed ecco come l'attenzione della bambina si posi proprio sopra i pacchi. Il sorriso si forma sul viso del Jonin nel sentirla fare quelle domande <Come cosa sono? Mi risulta che qua qualcuno è diventata chunin, o sbaglio?> una domanda retorica che non ha bisogno di risposta alcuna <E' un momento da festeggiare questo e poi stavo pensando> si prende qualche momento per concentrarsi sul viso sorridente di Kouki <Non sappiamo quando sia il tuo compleanno e così ho deciso di festeggiarlo oggi. Sei cresciuta e continui a crescere, è giusto che tu abbia una festa per questo> una decisione veramente importante quella di festeggiare il suo compleanno. L'Oboro si china, inizia a prendere i pacchi mettendoli uno vicino all'altro in ordine di altezza e grossezza. Iniziando dalla sinistra di Kouki vi è un pacchettino rettangolare, piccolo; al centro un pacco un po' più grande e quadrato mentre a destra vi è un parallelepipedo in piedi alto mezzo metro circa <Questi sono per te, auguri amore mio> sorride guardandola, senza toglierle gli occhi di dosso. [Chk on]

16:10 Kouki:
  [Camera] E’ lì, è tornato, non se n’è andato e nemmeno si è stancato di lei… a pensarci adesso, in questo preciso istante, le sue sono state davvero paure infondate, paure dettate da qualcuno che voleva solo mettere zizzania. Si tranquillizza, si rilassa, espira nuovamente ancora una volta, liberando il proprio animo da quell’assurdo peso. Osserva suo padre mentre entra dalla finestra, non prima di averle passato dei pacchi più piccoli che lei andrebbe a sorreggere con entrambe le braccia, cercando di imprimere la giusta forza per non farli cadere dopo averne saggiato il peso. Li sorregge ed ascolta quelle prime risposte piuttosto vaghe, almeno le prime parole, perché poi è andato a prendere questi strani pacchi. <Che posto? Cosa hai controllato?> una missione? Cose importanti o pericolose? O forse, come aveva pensato, è andato solo a controllare com’è la situazione con Kaori. Insomma, a Konoha, che lei sappia c’è solo lei come unico grande motivo… a parte i misteriosi pacchi ovviamente. <Hai cercato la mamma? Vi siete parlati?> un briciolo di speranza nella sua voce, che accende i propri occhi e illumina ancor di più il suo sorriso. Si ricorda cosa si sono detti quando sono andati a portare fuori quegli alani… sa di aver chiesto al suo papà di Kaori, e sa che lui non sa. Ricorda di aver chiesto a lui di non separarsi da lei, ha espresso il desiderio che rimanessero insieme, e in quel momento il solo parlarne l’ha resa triste, le ha fatto male, un pugnale nel cuore, un macigno. Ma ora invece è diverso, ora si sente più speranzosa, proprio perché lui è andato a Konoha… be, mostra il suo lato più ingenuo al momento, ma nulla potrà mai turbare quella sua inebriante felicità nell’avere con sé il suo papà, oltre al fatto di essere diventata Chunin. Segue poi le indicazioni di Raido, e andrebbe a poggiare i due pacchi per terra, piano, delicatamente, piegandosi sulle ginocchia e non con la schiena, cercando di accovacciarsi al suolo per poter appoggiare al pavimento le due scatole con il minor trauma possibile. Non sa cosa ci sia dentro, dopo tutto. Gli occhi si puntano poi sul pacco che viene lasciato sulla scrivania, mentre lei stessa si rimetterebbe eretta sulle gambe. Non dice nulla, semplicemente rimane curiosa come non mai… sono davvero tanti pacchi, e l’uomo ne sistema altri per terra, in ordine di grandezza. Eppure più suo padre parla, più a lei rimane sempre meno chiaro l’utilizzo di questi pacchi. È diventata Chunin e bisogna festeggiare, ma i pacchi? Corruga la fronte, confusa, ma continuando a sorridere, per evitare di far rimanere male l’altro, ed infine quelle parole sul suo compleanno. Si, sa cosa sia un compleanno, ma non sa esattamente che ruolo ha nella sua vita. <Oggi? Il mio… compleanno?> lo sente dentro di sé… quel grande calore che l’avvolge e la fa sentire felice, anche se lei stessa non ha compreso per bene il motivo. <Il giorno in cui sono nata. Io non lo conosco, è anche per questo che volevo cercare più informazioni su come e quando sono stata creata…> mormora fra sé e sé, eppure il suo papà è così deciso a fare questo giorno il giorno predestinato… e lei non può che sorridere, rafforzare quel sorriso, riempirlo di gioia e lasciare che quel calore intenso divampi nel proprio corpo. Gli occhi bruciano, si sente amata, si sente più normale… e sono bastate quelle semplici parole. <Il mio compleanno, oggi.> osserva Raido, le mani vengono portare all’altezza dello sterno, strette fra loro come in una preghiera. <Grazie… anche se non capisco ancora i pacchi.> lo deve ammettere, anche a costo di creare un dispiacere a suo padre… ma lei proprio non possiede il concetto di regalo o festa, anche se sa cosa sono.

16:34 Raido:
  [Magione | Stanza Kouki] Altre domande vengono fatte dalla ragazza, la sua curiosità va a colpire punti delicati, punti che non vorrebbe toccare in questo momento ma come può ancora evitare l'argomento? Lei vuole sua mamma, vuole rivedere la sua mamma a tutti i costi e non sa come aiutarla, non ha idea di come fare per alleviare quel dolore. Non ha idea di dove si trovi Kaori, non ha la minima idea in che parte del mondo sia andata. Se avesse avuto la tecnica di Yukio, se solo fosse riuscito ad essere abbastanza forte da apprendere quella tecnica avrebbe potuto raggiungere Kaori in qualunque parte del mondo si trovi. Sospira mentre posa i pacchi a terra, sospira pesantemente <La mamma è andata via da Konoha, non è più nel villaggio e non so dove sia andata, non ho idea di dove cercarla...ha fatto scomparire le sue tracce> una nota di estrema tristezza va a farsi sentire nel tono vocale del Jonin, soffre nel dire quelle parole, soffre per se per aver perso una moglie ma soprattutto per Kouki che ha perso una madre appena ritrovata ed è questa la cosa peggiore, vedere il viso sofferente della ragazzina <Bimba mia, dobbiamo parlare più tardi ma prima pensiamo a questi> indicando i pacchi. Deve dirle di Fumiko, deve dirle che si sta sentendo con una nuova ragazza, nasconderlo ancora non serve a niente, non farebbe altro che rompere il loro rapporto il quale dovrebbe basarsi completamente sulla sincerità. Lo pretende da lei e anche lui deve essere sincero con la figlioletta. Gli occhi sono fissi sul viso della bambina, non si staccano da esso, anzi, ne ricercano lo sguardo, vuole capire cosa sta provando in questo momento, capire se è felice o meno di quello che sta succedendo e alla fine lo è, lo è per davvero e vedere il suo visetto aprirsi in un sorriso di quelle dimensioni porta il proprio cuore ad aumentare il battito come non mai. E' felice, felice di poter portare la gioia in quella ragazzina che è entrata come un fiume in piena nella sua vita <Non ne abbiamo bisogno, questo è il giorno perfetto> fermo e irremovibile mentre avanza verso la bambina, vuole abbracciarla e stringerla contro di se ma incredibilmente riesce a bloccarlo con una frase in grado di buttarlo a terra <Come non hai capito?> deve lavorare anche su questo a quanto pare. Arriva vicino a lei inginocchiando e mettendosi di lato, il braccio che le passa sulla schiena <Sono i tuoi regali, sono tuoi. Dai, li scartiamo insieme> si avvicina prendendo il pacco più grande e mettendolo ai piedi di Kouki. Inizia a togliere il fiocco per aprire la scatola e tirando fuori un giubbotto verde da chunin, come quelli dell'accademia <Questo è per la tua promozione, ora sei un chunin e devi andare in giro come tale> un nuovo piccolo giubbotto per lei. Lascia che lo osservi, se lo provi e faccia tutto quello che vuole per poi andare a prendere il quadrato centrale andando ad aprirlo a sua volta e tirando fuori un piccolo vestitino bianco da sera <Stai crescendo e diventando una signorina e questo è perfetto per quanto andiamo fuori a cena insieme, cosa ne pensi?> esso è fatto con due bretelle abbastanza spesse, una gonna che arriva alle ginocchia, qualcosa di semplice, carino ed elegante. Lascia che venga ammirato anche questo e solo alla fine va a prendere l'ultimo pacco. Lo tiene fermo tra le sue mani, si volta verso la Yakushi guardandola negli occhi <Papà ti ama più della sua stessa vita> parole pregne di dolcezza, di amore per verso sua figlia porgendole il pacchettino piccolo <Aprilo tu e buon compleanno> e cosa vi è dentro? Il suo più grande desiderio, due biglietti per Otogakure per un viaggio di una settimana. [Chk on]

17:02 Kouki:
  [Camera] Attende le risponde di suo padre, attende con impazienza di sentirsi dire che ha visto la sua mamma, che ha parlato con lei, che ha avuto modo di riavvicinarsi… ma i suoi desideri non vengono esauditi, non quelli almeno. Infatti le parole che Raido va a dirle, la colpiscono in pieno petto… un peso talmente grande da farle mancare il fiato tutto in una volta. Cosa vuol dire che se ne è andata? Cosa vuol dire che non è a Konoha? Cosa vuol dire che ha fatto sparire le sue tracce? Perché?? La ragazzina inizia a sentire freddo, sudori freddi che si propagano per tutto il suo corpo, il sangue sembra esserle stato risucchiato via e la testa inizia a girarle. Ecco, lo sente di nuovo… quel malore, quel dolore fisico, che la prende ogni volta che prova un’emozione un po’ troppo forte. La testa le fa male, la vista inizia a fare i capricci, lo stomaco si contorce. Se n’è andata? Senza dire niente? Perché? Le labbra si serrano, gli occhi piombano in una paura tetra ed oscura, mentre lotta con tutta se stessa per non lasciarsi andare alle lacrime. Alla fine l’ha davvero lasciata? È come se avesse perso all’improvviso uno dei suoi due pilastri principali, la mamma. Ma è anche probabile che ci sia una ragione, insomma… non può mica lasciare Konoha così alla leggera, è un ninja. <Forse è… occupata in una qualche missione segreta. Hai chiesto all’Hokage? Magari almeno potrebbe dirti di non preoccuparti. Oppure… non c’è proprio modo per trovarla e raggiungerla? Potremmo cercarla insieme!> le dita si tormentano fra loro, la voce si fa bassa e carica di ansia, nervosismo, si sente sprofondare, un’occasione perfetta per Mirako, uno di quei momenti in cui lei preferirebbe sparire per lasciare tutto il comando all’Altra, che forse saprebbe gestirlo meglio… ma non può farlo. È un momento suo, deve farcela da sola. Scuote la testa, prende dei respiri profondi ed ascolta le parole successive di suo padre, altre frasi che non fanno che cresce la sua preoccupazione. Di cosa deve parlarle? Ma è comunque giusto che le cose debbano avvenire secondo un ordine logico, insomma, meglio concentrarsi sui pacchi ora, sulla festa, sul compleanno. Dopo avranno tutto il tempo per parlare. Altri profondi respiri vengono eseguiti, mentre pian piano il viso pare nuovamente rilassarsi, ed incredibilmente sta gestendo il tutto. È il suo giorno, in tutto e per tutto, e il suo papà è lì con lei. Torna il sorriso, torna la curiosità, torna il suo voler comprendere meglio quei pacchi. Nota come lui si blocchi a quella sua confessione e ne ascolta le parole. Sono regali, regali per lei. Regali che a quanto pare si fanno in queste occasioni. <Oh… nessuno mi aveva mai fatto dei regali, o comunque una festa.> afferma mentre il sorriso si allarga, la gioia e l’emozione trapelano dai suoi occhi. Di certo non ha mai festeggiato un compleanno, Otsuki non le ha mai fatto un dono se non quelli che porta sul corpo, ma ora è diverso, ora lei è normale. Si sente decisamente emozionata, così tanto che vuole ignorare il dolore che invece sente alla testa e agli occhi. Potrebbe sembrare sciocco in un momento come quello, eppure le mani della giovane tremano mentre scarta i regali insieme a suo padre… mentre i fiocchi vengono sfilati e la carta strappata, il cuore pompa sangue velocemente. Ed ecco il primo regalo, il giubbino verde da Chunin. <Oh! Oh!> esclama, cercando di afferrarlo con entrambe le mani e sollevarlo davanti al proprio viso. Il viso carico di stupore, le labbra aperte in un sorriso, mentre non riesce a dire altro se non quelle esclamazioni che la fanno sembrare così buffa al momento. E dopo il primo viene il secondo, un vestitino bianco, elegante nella sua semplicità. Gli occhi gialli della Yakushi si illuminano ancora di più, mentre un leggero rossore colore le sue guance, evidente, dato il pallore naturale della sua pelle. <Per me? Dici che mi starebbe bene? Non sarei goffa o buffa?> dopo tutto lei è abituata ad andare in giro sempre perfettamente in tenuta da combattimento. Solleva anche il vestitino, lo osserva, lo gira… e poi cercherebbe di indossarlo al di sopra del pigiama. Si forza, fa passare le esili braccia e infine se lo stende per bene addosso, lasciando che la gonna le arrivi fino alle ginocchia. Certo, col pigiama sotto, per quanto leggero, non è il massimo, ma essendo una canotta e dei pantaloncini, sotto al vestito non dovrebbero vedersi. E nulla, in preda a quella sua euforia andrebbe anche ad indossare il giubbotto da Chunin sopra al vestitino bianco. Certo, lei sembrerebbe soddisfatta, ma ora si che è buffa. <Sono bellissimi!> esclama, il tono carico di gioia, e più le emozioni crescono, più il dolore aumenta e più lei cerca di cacciarlo indietro. Infine, senza togliersi ancora nulla, andrebbe per il terzo regalo… quello più bello, quello più incredibile, quello che ha desiderato apertamente col suo papà. Due biglietti per Oto, un viaggio per una settimana. Scarta quel suo regalo e rimane ad osservare i due biglietti con la bocca aperta in un’espressione di stupore e felicità. <Andiamo a Oto!> il cuore galoppa, e poi chiaramente sentire un urlo di gioia provenire persino da Mirako. <Grazie!> e dopo aver appoggiato nuovamente i biglietti nella propria scatola, cercherebbe di avvicinarsi velocemente a suo padre. Una piccola corsa a seconda di quanta distanza che c’è fra i due… si getterebbe contro di lui, e si lascerebbe andare ad un intenso ed affettuoso abbraccio. Si stringerebbe a lui con forza, con tanta forza, come se non si volesse staccare mai più. <Grazie! Stai facendo così tanto per me… ti voglio bene…!> sono parole che non pronuncia mai con così tanta semplicità, e ora le sente dal profondo del proprio cuore. Lui si prende cura di lei, la fa sentire normale, accettabile e soprattutto la ama. Gli occhi vengono chiusi, lasciandosi sfuggire qualche lacrima di gioia, impossibile fermarle.

17:26 Raido:
  [Magione | Stanza Kouki] Quell'argomento così scottante, così doloroso per entrambi viene tirato appena fuori e già nota come il visino di Kouki si intristisca, di come il dolore si impadronisca di lei e a quella visione una rabbia cieca monta in lui, una rabbia che non ha eguali. E' arrabbiato verso Kaori, lei è andata via, li ha lasciato e sta facendo soffrire la sua bambina, la bambina a cui ha promesso che non avrebbe mai più sofferto. Non sa come reagire, non sa cosa fare per impedire a quel dolore di crescere sempre di più. Vuole vederla sorridere, felice e spensierata ma per colpa della Hyuga è impossibile. Forse ha sbagliato a portarla nella vita di Kaori, ha sbagliato terribilmente visto tutto quello che è successo alla ragazza ma mai avrebbe potuto pensare a una reazione del genere, mai avrebbe potuto immaginare una cosa simile da parte di Kaori. Scomparire di punto in bianco senza dire niente come se loro non fossero niente. Si sta innervosendo troppo, specialmente a sentire il dire della Yakushi, sentire tutte quelle domande, quelle proposte <Purtroppo nessuno sa dove sia andata, si è letteralmente volatilizzata nel nulla e io non so dove possa essere andata. La sua unica casa era Konoha, non ci sono altri posti nel mondo dove sarebbe andata> confessa con tono triste abbassando di poco il capo. L'argomento sta venendo fuori piano piano e continuare a rimandare l'inevitabile è inutile, veramente inutile <Non voglio mentirti...tua madre aveva dei problemi, dopo una brutta esperienza non è stata più la stessa, si isolava, si abbatteva e nonostante io cercassi di aiutarla, di starle accanto..non ce l'ha fatta> deglutisce nel dire quelle parole mentre delle lacrime cominciano a scendere lungo il proprio viso, lacrime calde, fin troppo calde e tristi, ricolme di una tristezza infinita. Non ha mai pianto davanti alla ragazza e questo dimostra quanto quella situazione faccia soffrire anche lui <Non so se tornerà, non voglio darti false speranze e non voglio darne nemmeno a me> non riesce quasi a parlare, il respiro e il fiato sono letteralmente strozzati e sta implodendo <Dobbiamo andare avanti, ci dobbiamo provare almeno perchè vederti triste mi uccide, vederti stare male e vedermi impossibilitato a fare qualcosa è...è...> si ferma asciugandosi le lacrime. Smette di parlare di quell'argomento, smette di dire quello che sta pensando su tale argomento per non aumentare la tristezza. Il tempo passa. E' vicino alla sua bambina, scarta con lei quei regali uno dopo l'altro osservandola mentre indossa il vestitino sopra il pigiama <Buffa? Sarai la più bella> come può essere buffa una come lei, è sua figlia dopotutto ed è meravigliosa quanto il padre ma diviene buffa nell'esatto momento in cui indossa anche il giubbotto da chunin. Gli occhi la fissano, restano fissi su di lei ridendo di poco <Ora si che sei buffa però> ma il momento più bello è quell'abbraccio, quell'immenso abbraccio che accoglie con piacere. L'abbraccia a sua volta, al stringe contro di se mentre ode quelle parole che lo fanno commuovere, gli occhi divengono lucidi <Ti voglio bene bimba mia>. [Chk on]

17:53 Kouki:
  [Camera] Quell’argomento fa male, scotta e dona tristezza non solo a lei, ma anche a Raido… tuttavia non per quello non dovrebbero parlarne mai più. Lei che è un’esperta nel fuggire dal dolore emotivo e fisico, sa perfettamente che parlare è la cosa migliore. Parlare fino a quando non si ha esaurito tutto ciò che c’è da dire, fino a quando non si ha dato sfogo ad ogni minimo pensiero. Lo sa, ma non è brava a metterlo in pratica lei stessa. Ascolta le parole di suo padre, di come nessuno effettivamente sappia dove sia finita Kaori, di come si sia volatilizzata… niente, senza traccia, senza una parola. Ha lasciato la sua casa per andare chissà dove, senza dire niente a nessuno. Tuttavia annuisce, lentamente, a quello che l’uomo va a dirle riguardo sua madre. I suoi problemi, la sua brutta esperienza… non sa nulla nei particolari, ma sa che aveva perso una persona importante, lei glie ne aveva parlato quel giorno in cui l’aveva invitata a casa sua a prendere il thè. <Lo so… o almeno so quello che mi ha detto lei.> una piccola pausa, prima di corrugare la fronte a quelle sue ultime parole a riguardo. <Non ce l’ha fatta?> che vuol dire? Che non ha superato quello che le è successo? Che non si è più ripresa? La giovane Yakushi ne sa qualcosa più o meno, anche lei non ce l’aveva fatta nel mezzo delle torture a rimanere forte, per questo è nata Mirako. Ma non crede minimamente che le due cose siano anche solo simili. Lo vede piangere, lo sente parlare… il tono della voce strozzato e in lei succede qualcosa di nuovo, avverte una nuova emozione totalmente sconosciuta. Nel vederlo in quello stato il cuore si stringe, prova un dolore acuto, persistente, e l’unica cosa che vorrebbe è cercare di cacciare via quel dolore presente nell’uomo, che lo fa stare così male. Il fiato le muore in gola, il respiro si fa affannoso e le lacrime fanno capolino dai suoi occhi, ma senza scorrere… rimangono bloccate. Se crolla anche lei, sarebbe inutile cercare di risollevare il proprio papà. <Tornerà. Non può essere svanita, non lo farebbe mai. Mi ha promesso e giurato che non mi avrebbe mai abbandonata, qualsiasi cosa sarebbe successa. Quindi tornerà.> ci vuole credere, ci deve credere… perché le ha fatto una promessa, e su quella si basa tutta la fiducia che la piccola ha riposto in Kaori. Determinata nella voce e nello sguardo, un sorriso verrebbe accennato in direzione del padre, come a cercare di infondergli un minimo di forza e speranza. <Tornerà, come sei tornato tu stanotte.> dopo tutto è vero, lo ha ripetuto a Mirako, e ora lo ripete anche a Raido… se la sua sia una sciocca speranza, una totale ingenuità, be, ne pagherà le conseguenze sulla propria pelle a tempo debito. I regali dunque vengono aperti, vengono gustati ed indossati, un momento di totale gioia ed euforia che spazza via la tristezza di prima, riesce persino a strappare una piccola risata a suo padre non appena indossa tutto quanto, mettendosi in ridicolo. Le guance vengono gonfiate, mentre si arrossano per l’imbarazzo. <Insomma, volevo solo provarli insieme. Non uscirei mai così conciata.> mugugna, cerca una scusa… in effetti non uscirebbe mai con un vestitino elegante e sopra il giubbotto da Chunin, ma non vorrebbe che invece lui si sia fatto un’idea sbagliata sui pessimi gusti della ragazzina nel vestirsi. <Tutti questi regali piacerebbero anche a Mirako, scommetto.> be, in realtà lo sa già che le piacciono, avrebbe forse dei dubbi sul vestitino, ma non ci bada al momento. Ed ecco quindi che il suo abbraccio viene accolto con gioia, e lei si stringerebbe contro l’uomo come a ricercarne la sicurezza. Lui non svanirà mai, lui starà sempre con lei. Si stringerebbe a lui, aggrappandosi ai suoi vestiti… le rimane solo lui al momento. Le ha dato tutto, e ora non sa se riuscirebbe mai a tornare a vivere per strada senza nessuno e senza niente. <Papà, tu… ci stai riparando. Stai incollando insieme i nostri pezzi…> sussurra contro le sue vesti, le lacrime che continuano a scorrere, grata come non mai. Parla di sé e Mirako, parla di entrambe… lui è il loro salvatore, colui che le ha strappate a quello scienziato, che ha messo la parola fine ai suoi incubi peggiori. Sorride, rimarrebbe accoccolata contro di lui per un tempo forse non molto definito per la giovane, nel quale le lacrime cessano e il suo corpo si rilassa totalmente… ma ora i suoi pensieri tornano a quello che prima le era stato detto, stuzzicando la sua curiosità. <Di cosa dobbiamo parlare dopo i regali?> insomma, lei è fatta così sembra, curiosa ed impaziente.

18:18 Raido:
 Non avrebbe voluto lasciarsi andare in questo modo davanti alla figlia, non avrebbe mai voluto che lo vedesse in quello stato. Si è sempre dimostrato forte ai di lei occhi, risoluto ma quella ferita è ancora aperta in lui, una ferita che si sta riparando ma ci vuole tempo, moltissimo tempo e andare avanti è l'unica cosa possibile da fare. Una prima domanda viene posta, cosa vuol dire? E' lecita e molte volte tale termine si usa per parlare di qualcuno che è morto, andato completamente ma Kaori non lo è, almeno di questo è sicuro, la Hyuga è ancora viva e vegeta, lo sa perchè lo sente <Si è lasciata andare alla tristezza, a tutto quello che è successo> spiega in un certo senso il motivo di quella precisa affermazione. Può non capire ma non sa come altro dirlo, non sa cosa altro dire e poi quelle parole. La vede lottare contro il proprio dolore, la vede combattere con tutte le forze per non piangere, combattere per consolare. Si sente consolato dalla ragazzina ed è buffo se si pensa che quello dovrebbe essere il compito di un genitore. Un mezzo sorriso si forma sul volto del Jonin nel vederla così risoluta in una situazione del genere. Lui questa notte è tornato e lo farà sempre per Kouki, non l'avrebbe mai abbandonata, anche a costo di stare con lei tramite lo spirito, nemmeno la morte li avrebbe separati perchè il suo posto è al fianco di sua figlia, ora e per sempre <Si, tornerà, tornerà e sarà di nuovo la tua mamma> cerca di confortare Kouki a modo suo nella speranza che si risollevi anche lei, che diventi più serena persino lei. La tristezza passa appena, diventa quasi un piccolo ricordo mentre si lasciano andare alla felicità di questo momento, della festa e dei regali fino a vederla arrossire, gonfiare le guance contrariata e in imbarazzo per via di quell'affermazione. Inizia a ridere, ride di estremo gusto nel vederla così, gli occhi brillano davanti a sua figlia, brillano di gioia e ora capisce che lei è l'unica che gli porta quella felicità immensa <Sei bellissima> bellissima nel modo di comportarsi, di agire, nell'aspetto, in tutto quanto oltre a fare una tenerezza come solo i bambini riescono a fare <Lo spero, ho cercato di venire incontro ai gusti di entrambe> è difficile badare a due personalità ma forse ci è riuscito, specialmente con i biglietti per Oto <E dopo Oto che ne dici di prendere i biglietti per il prossimo viaggio?> devono visitare tutta quanta l'alleanza, non possono fermarsi solo al paese del suono, glielo ha promesso e le promesse si mantengono a qualsiasi costo, almeno verso di lei. La stringe in quell'abbraccio, sente il di lei calore sprigionarsi per tutto il proprio corpo, sente le di lei lacrime toccare le proprie vesti e ancora di più le braccia l'avvolgono <Tu sei stata la mia salvezza, mi hai salvato da me stesso> è grazie a lei se è riuscito a cambiare definitivamente divenendo quello che è ora, divenendo il Raido di adesso e non può fare altro che dirle grazie per questo. Purtroppo il fatidico momento è giunto, è arrivato al punto focale in cui deve parlare. La sente allontanarsi di poco, la sente andare via per chiedere di quel discorso. Si alza, si rimette in piedi cominciando a camminare per tutta quanta la stanza <Kaori tornerà Kouki ma non per me> inizia con queste parole tragiche <Io voglio che lei sia la tua mamma e niente e nessuno potrà rimpiazzarla perchè amo tua madre e l'amerò sempre ma io devo andare avanti, ho bisogno di andare avanti e di cambiare aria. Forse è un discorso complicato per te, un discorso che capirai più avanti ma è così, devo farlo per stare bene io e per far star bene noi> un discorso veramente complicato ma deve arrivare fino alla fine <Io...mi sto sentendo con un'altra ragazza> alla fine lo dice, rivela tutto quanto alla propria figlioletta ma come potrebbe mai prenderla? E' difficile a dirsi. [Chk on]

18:41 Kouki:
  [Camera] Sua madre si è lasciata andare alla tristezza, e sono quelle le parole dette da Raido. Non ce l’ha fatta in quel senso, non che sia morta o altro, semplicemente si è lasciata andare al dolore, ci è sprofondata e la giovane vorrebbe fare qualcosa per aiutarla, ma ora non può, non può più farlo perché la donna se n’è andata. Forse non riusciva a sostenere questo suo dolore? Forse né la ragazzina, né Raido erano abbastanza per aiutarla? Non può saperlo e fare congetture in questo modo è inutile… spera quindi che un giorno potrà avere l’occasione di chiederlo direttamente a lei. Padre e figlia cercano di consolarsi a vicenda, si parlano, cercano di darsi delle sicurezze e lei apprezza le parole di conforto che le vengono date. Tornerà, e sarà di nuovo la sua mamma. <Non che abbia smesso di esserlo ora. È sempre la mia mamma… spero solo di avere l’occasione di avere spiegazioni.> sorride, un sorriso forse un po’ triste, ma per lo meno potrebbe risultare anche risoluto. Ma quella serata, anzi, nottata, va avanti, scorre battendo il tempo e le parole di suo padre vengono ancora ascoltare, quel suo dirle che è bellissima che la getta in un imbarazzo lieve al quale non risponde perché semplicemente non saprebbe che dire. <Penso che piacciano a Mirako si, anche se ho dei dubbi per il vestito, ma non saprei dirlo con certezza. Di sicuro il giubbotto e i biglietti per Oto le sono piaciuti molto.> dopo tutto anche l’Altra vuole andare nel paese del Suono, anche se per motivi tutti suoi. La giovane Yakushi sorride, allarga quelle sue labbra in un’espressione di completa felicità. <Ah, ma certo. Il prossimo viaggio è per Kiri. Hai detto che volevi mostrarmi i luoghi dove sei cresciuto.> non se l’è dimenticato, se l’è stampato bene nella propria memoria perché vuole assolutamente conoscere tutto di suo padre, anche i luoghi dove è stato… così come Mirako vuole vedere ad Oto i luoghi in cui è stato Orochimaru. Già due personalità sono difficili da gestire… se poi ognuna delle due prende in considerazioni due padri diversi, è la fine. Comunque sia ora c’è Kouki, ed ora è libera di abbracciare il proprio papà, di sentirsi avvolgere in quell’abbraccio e poter sentire le sue parole. Si sono salvati a vicenda e ora possono andare avanti, aspettando Kaori. O almeno così crede la ragazzina. Si sciolgono appena da quell’abbraccio, lei pronta ad ascoltare con curiosità le parole dell’altro… parole che però non avrebbe mai voluto sentire. Man mano che esse vengono pronunciate, il viso della piccola si fa via via sempre più scuro, passando prima da un’espressione confusa, poi stupita ed infine totalmente apatica. Era da tanto che non indossava quella maschera di assoluto niente sul viso, quella maschera che più volte l’ha salvata da emozioni troppo grandi per lei, che siano essere negative o positive. In questo caso sono negative. Si allontana di qualche passo dal padre, giusto un paio, giusto per poterlo osservare meglio. Le braccia vengono tenute lungo i fianchi e tutto attorno a lei sembra scurirsi di feroce nulla. Per lei è tutto un contro senso, lei non capisce quello che prova suo padre e non capisce il perché di quelle parole. Non può semplicemente andare avanti aspettando la mamma? Perché mollare tutto se la ama? I pugni si chiudono, con forza, fino a far diventare le proprie nocche ancora più bianche, fino a conficcare le proprie unghie nei palmi delle mani. Un’altra ragazza? Sta scherzando. E la mamma? Cosa diamine è successo? Il cuore pulsa, pulsa così tanto e così violentemente da farle del male fisico nel petto. Lo sente nelle orecchie, sente il dolore crescere nel proprio cervello, sente l’istinto prevalere velocemente, la vista annebbiarsi… e quello che le fa ancor più male è la risata di Mirako che riecheggia nella propria testa ormai svuotata. <Cosa?> lo fissa in un’espressione che è si gelida e tagliente, ma dove si può intravedere lo stato totalmente confuso della giovane. Il tono è un sibilo, un sibilo basso e feroce, mentre man mano Mirako trova strada per lanciare la sua influenza, per cercare pian piano di prendere il controllo… ma ancora è lontana dal poterlo fare, perché al momento la ragazzina è ben determinata nel rimanere se stessa. Ora più che mai non può rifugiarsi e lasciare tutto all’Altra. <Cosa stai dicendo?> lo ripete, perché ha l’impressione che suo padre non possa averla sentita. C'è il nulla attorno a lei, il vuoto più nero che possa esistere.

19:03 Raido:
 Le spiegazioni devono arrivare per forza, sono la cosa essenziale per chiarire tutto quanto ma non sa se questo possa mai accadere. Forse farle credere che la madre potrebbe tornare è qualcosa di crudele ma lei lo deve credere, lei deve pensare che sua madre un giorno possa tornare, possa davvero ritornare al di lei fianco ma la deve difficile, molto difficile e non sa come la potrebbe prendere effettivamente. Il divertimento arriva, ridono di come si veste la bambina notando il di lei imbarazzo che lo spinge a sorridere ancora di più, a ridere di quelle espressioni buffe che la ragazza esibisce in questo giorno di festa e di dolore, di ricordi su ricordi e poi si parla del viaggio, il viaggio verso Kiri, verso la sua patria <Si, andremo anche li e ti mostrerò ogni cosa, ti mostrerò dove sono cresciuto> non vede l'ora di poterlo fare con sua figlia, di andare avanti con lei in questo viaggio che è la vita ma il viso si inscurisce mentre parla. Spiega di cosa devono parlare, spiega ogni cosa e man mano che va avanti vede l'espressione di sua figlia cambiare, non capisce, diviene più apatica, più distaccata e incredula. Sa bene che non è un discorso facile da portare avanti, sa bene che è difficile da capire per una bambina ma non vuole perdere anche lei, non vuole perdere la sua piccolina per via di quelle parole ma è giusto che sappia, è giusto che venga messa al corrente di tutto quanto. Nota lo stringersi delle sue mani, la morsa del pugno è dura e il proprio cuore comincia a battere sempre più forte, sempre più velocemente e in un modo che non ha mai fatto prima. Strane fitte iniziano a percuotergli il corpo, fitte che arrivano al culmine quando ammette di sentirsi con un'altra donna che non sia Kaori. Kouki non ha espressione, non crede alle di lei orecchie e quelle domande lo mandano quasi in agitazione. Sta rischiando di perderla, la paura aumenta minuto dopo minuto e vuole evitare che succeda il peggio eppure le fitte non diminuiscono e non accennano a diminuire minimamente <Kouki io...> un verso di dolore esce improvvisamente dalla bocca del Jonin e d'istinto la mano destra viene portata al cuore. Stringe quella parte di petto mentre un'espressione di puro dolore va a formarsi sul viso dell'uomo che piega la schiena in avanti <Kouki..> la voce e sofferente, inizia a tossire e tossisce sangue, sangue che va a finire sul pavimento della stanza sporcandola inevitabilmente. Sta male, sta tremendamente male. Le gambe cedono completamente, il corpo si accascia a terra, gli occhi si chiudono e tutto diventa nero. E' inerme, alla mercé della ragazzina. Il cuore batte ancora e se sentisse il polso potrebbe notare come sia tremendamente debole e che ha bisogno di andare in ospedale ma come, questo è il dilemma. Cosa è successo? Cosa è successo a Raido? Ancora non si sa. [END]

19:28 Kouki:
  [Camera] Si, è davvero tutto bello, tutto molto affascinante, tutto divertente. Quella festa, la sua festa e i regali, ma soprattutto suo padre… si ride, scherzano, sembrano proprio una famiglia normale. Parlano di Kiri, parlano di viaggi, lunghi ed incredibili, per visitare posti totalmente nuovi alla ragazzina. Un viaggio con lui è la cosa che più la esalta… partire, acculturarsi, comprare souvenir. Sorride, annuisce… Eppure l’ombra di quel discorso sulla mamma, su Kaori, si fa sentire e man mano prende possesso di tutta la situazione. Il gelo e l’ombra si gettano in quella stanza, tutto sembra vorticare intorno alla ragazzina, tutto si fa freddo e le emozioni negative che scaturisce in lei la portano a non ragionare più lucidamente. La testa scoppia, nelle sue vene scorre un veleno e lei nemmeno ne è a conoscenza. Il cuore batte, la vista si offusca, tanto che deve assottigliarla, sembrano così ancora più tagliente nei confronti del padre. Cosa sta significando quel discorso? Ed è la rabbia che rompe l’apatia e il gelo, una rabbia non dettata propriamente da lei, ma nemmeno da Mirako. Una rabbia contenuta nel veleno che scorre nel suo sangue. I respiri si fanno veloci, iperventila, affanna. <Che cosa stai dicendo papà? Come puoi andare avanti senza la mamma pur amandola? Che contro senso è? Cambiare aria. Lo hai deciso perché è sparita? Perché non ce l’ha fatta?> la voce si alza e lei sta sempre più male, le fitte al cervello le creano un gran dolore, ma la sua rabbia sembra aumentare così tanto da non vedere quella di suo padre che lentamente porta una mano al proprio petto sussurrando il suo nome. <Come puoi sostituirla così facilmente? Dicevi che io e lei eravamo tutto per te! Quindi anche io sarei così facilmente sostituibile?> le unghie si piantano nei palmi, il sangue a piccole gocce cade sul pavimento da essi. Rabbia, paura. È bastato questo per fargli frequentare un’altra? Allora cosa potrebbe bastare per sostituire con un altro figlio anche lei? Di colpo perde ogni sua sicurezza, mentre suo padre si piega in avanti con la schiena e tossisce sangue. Quella visione ferma in un attimo la ragazzina. Tutto si ferma, mentre solo ora si rende conto del dolore non solo emotivo del padre, ma a quanto apre anche fisico. Sputa sangue, sporca il pavimento e gli occhi della Yakushi si sgranano, spaventati, presa alla sprovvista. Che succede? Sta andando tutto a rotoli nel giro di pochi secondi e suo padre si accascia a terra. <Papà!!!> un grido, disperato, carico di dolore e paura. Un colpo secco ed eccolo sul pavimento. Le lacrime scendono… Il corpo della ragazzina trema, la sua testa presa d’assalto da sentimenti troppo forti da gestire. Non ce la fa, è troppo. Suo padre sta male, ha sputato sangue ed è caduto e terra. Non si muove più e tutto si sgretola davanti a lei, tutto, anche il suo respiro. Un grande no nella sua testa, e lei si rifugia nel proprio mondo di tenebre. Non può farcela senza Mirako, sua unica vera amica… e nel giro di pochi secondi, pochi attimi, istanti, eccola che prende il controllo del corpo. Mirako. Lo sguardo si fa serio, si punta su Raido, il proprio corpo riprende il controllo e un sorriso si delinea sul suo viso. Malvagio, divertito. Una mano viene sollevata, il palmo ferito e sporco di sangue portato alla bocca, e con la lingua, velocemente, andrebbe a leccare via il proprio sangue. <E chi sarebbe la fortunata ragazza?> arrogante, Mirako, ah, quanto avrà da divertirsi da ora in avanti. Un nuovo giocattolo è entrato nelle loro vite. Ovvio che Raido non potrà rispondere, e la ragazzina andrebbe a togliersi il giubbino e il vestito, rimanendo in pigiama. È un ninja medico, dopo tutto. <Mi dispiace, Raido, starei volentieri qui a vedere la tua fine... ma mi servi.> si accuccerebbe di fianco all’uomo, sentirebbe il polso e cercherebbe di capire cosa c’è che non vada in lui… purtroppo nulla che possa rientrare nelle competenze mediche della giovane a quanto pare. Servirebbe davvero un ospedale. Continuerebbe a sorridere mentre cercherebbe di non perdere tempo, quindi cercherebbe di trascinarlo verso l’ospedale, ma se mai non dovesse farcela a livello di forza, allora correrebbe lei in ospedale per chiedere aiuto. [END]

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