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Forza o Finzione?

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con Furaya, Tayuya

12:21 Tayuya:
  [Prateria - Monumento] È una bella giornata nonostante le nuvole che di tanto in tanto coprono il sole, ma non gli impediscono di rilasciare il suo calore. Ormai manca poco all’estate e alla giovane Akimichi le pare di sentire già l’afa… non le dispiace il caldo, ma l’afa proprio le fa perdere ogni goccia di resistenza che ha in corpo. Indossa abiti leggeri composti da un kimono corto e smanicato di un colore verde chiaro, appena accennato. I motivi floreali cuciti su di esso sono invece di un colore rosso, così come la fascia che le stringe il kimono alla vita, allacciandosi dietro alla schiena in un fiocco morbido e non troppo vistoso. Alla schiena, a livello infra scapolare, vi è il simbolo degli Akimichi, disegno presente anche sul davanti, in alto a destra. Sotto al kimono porta un paio di pantaloncini neri e stretti, ma elasticizzati, che le arrivano a circa metà coscia. Sulla fronte indossa il proprio copri fronte di Konoha, simbolo del proprio essere ninja. Scarpe ninja nere ai piedi e porta kunai e shuriken alla coscia destra, mentre il porta oggetti è alla vita, tenuto dietro alla schiena. Al collo, come al solito, porta il ciondolo lasciatole da suo padre, di forma rotonda e con sopra disegnato un albero rosso e stilizzato su sfondo azzurro. Potrebbe essere l’unico indizio che ha per ritrovare suo padre, ma è qualcosa che ha iniziato a pensare da poco… dopo tutto perché le avrebbe lasciato, dal nulla, quel ciondolo prima di andarsene? Ma forse è solo la speranza di una ragazzina. La quindicenne porta i capelli corti, rossi come il fuoco, ondulati e ribelli, tanto che non perde nemmeno più tempo a pettinarli la mattina. Le incorniciano il viso roseo e gli occhi viola, per il momento intenti in un’espressione serena a rilassata. Se ne sta in piedi davanti al monumento dei caduti che si erge nel mezzo della prateria, intenta a dare loro omaggio nel silenzio dei suoi pensieri. Fissa quel marmo nero dove vi sono scritti i nomi delle persone che ormai non ci sono più perché caduti in nome di Konoha, per la sua difesa e la difesa degli abitanti. Ogni volta sente un misto di tristezza e riconoscimento verso quelle persone, per questo non può fare a meno di dare loro omaggio con qualche preghiera o anche solo con qualche pensiero di ringraziamento. Con entrambe le mani tiene invece un sacchetto dal contenuto ignoto per il momento, anche se probabilmente ci potrebbe essere qualche cibo che la giovane andrà a consumare successivamente, magari lontana dal monumento, sotto qualche albero. Così magari potrebbe anche riflettere sugli ultimi avvenimenti e cercare di portare un po’ di calma nel suo animo. [Equipaggiamento: 6 kunai – 6 shuriken – 14 fukumibari – un set da 4 fumogeni – 1 hakiwari – 3 fuda con ognuno un tronchetto sigillato – 1 tonico recupero chakra speciale – 1 tonico coagulante speciale]

12:43 Furaya:
 Il meteo si prospetta ancora positivo, soleggiato e caldo, con poche e rade nubi a coprire l'azzurro cielo. Gli occhi del medesimo colore scrutano la volta celeste, posandosi conseguentemente sul verde del prato, mentre percorre i sentieri della Prateria della Memoria. Indossa uno Yukata smanicato, che copre dal seno all'altezza delle cosce, di colore nero con una cinta in vita rossa. Sulle spalle, porta soltanto un Haori grigio col simbolo del proprio Clan, d'una tonalità di grigio più scura rispetto alla base. Ai piedi, invece, ha un paio di sandali ninja neri anch'essi, rinforzati metallicamente sul davanti. Le mani sono rivestite con un paio di guanti a mezze dita, placcati in metallo sul dorso. Contro il fianco sinistro, fanno la loro comparsa due Katane: la prima ha l'elsa bianca e nera ed è in ottimo stato, l'altra è rossa e nera, con l'elsa sfilacciata. Attorno alla coscia destra, ha una Tasca Porta Kunai e Shuriken, con relative armi citate. Un'altra Tasca, quella Porta Oggetti, è sul gluteo destrorso, tenuto su dalla fascia che ha in vita. Il coprifronte è sulla sommità del capo, tra i capelli rosei e lunghi, arrivanti sino alla metà della schiena. Sono visibili le cicatrici sulle braccia, alcune sulle gambe e il marchio a fuoco cbe la etichetta come proprietà di suo padre, anche se ha cercato di tenerlo nascosto tramite i capelli lunghi, che scendono lungo la schiena. Alterna le inferiori leve, non accorgendosi ancora di Yona, poiché si sta avvicinando tuttora al monumento ai caduti. [ Chk On ]

12:58 Tayuya:
  [Prateria - Monumento] Ha appena iniziato il suo percorso, svolto la sua prima e semplice missione con successo, mentre invece probabilmente si è lasciata scappare dei ladruncoli e si ritrova a sentirsi in pensiero. Dovrà parlarne con qualcuno, le interessa sinceramente sapere la sorte di quei quattro, capire il perché del loro agire. Questo, oltre a suo padre, è la questione che la rende pensierosa. È capace di aiutare una signora a trasferirsi, ma non di fermare dei probabili ladruncoli? Be, sapeva che sarebbe stato difficile per lei perseguire questa strada, ma non pensava di ricevere le prime delusioni così in fretta. Assume un’aria abbattuta, andando a sospirare lievemente… deve porre rimedio, assolutamente, non può certo lasciarsi abbattere per così poco. Ed ecco che com’era arrivata, quell’espressione viene cancellata immediatamente, lasciando nuovamente posto al sorriso e alla sicurezza. Prenderebbe un profondo respiro, andando a chiudere gli occhi ed infine andare a compiere un inchino in direzione di quel monumento. Il corpo verrebbe piegato di circa novanta gradi, andando a compiere un inchino abbastanza profondo per dichiarare un sentito ringraziamento verso quei caduti. Rimane in quella posizione per qualche istante, per poi tornare nuovamente in posizione eretta. <Grazie di tutto.> la voce non è alta, dato che non vuole farsi udire da chissà qualche persona, anche perché è ancora sicura di essere più o meno sola in quel luogo. Le interessa invece che quella sua voce arrivi a quelle anime. Concluso il tutto, quindi, andrebbe a voltarsi per allontanarsi dal monumento e magari dirigersi verso qualche albero, ma a quel punto, forse, dovrebbe avere modo di catturare con lo sguardo la figura di Furaya. Non potrebbe sbagliarsi nel vederla avvicinarsi, insomma, dopo tutto si tratta della consigliera con la quale ha avuto già l’onore di parlare sulla montagna dei volti, come potrebbe non riconoscerla? Ricorda anche perfettamente che ha ricevuto il permesso di darle del tu, e la giovane non si lascia ripetere di certo le cose più volte, anzi, in quel modo rischia di prendersi fin troppa confidenza e risultare sgarbata forse. La mano destra lascerebbe il sacchetto, il quale verrebbe tenuto solo con la sinistra, e dimenticandosi totalmente del luogo in cui si trova, andrebbe a sollevare il braccio destro per attirare l’attenzione della ragazza rosata. Agiterebbe il braccio accompagnando il tutto con un tono di voce alto e decisamente raggiante. <Furaya! Ciao!> il sorriso educato e sincero si accentua sulle sue labbra, andando letteralmente a dimenarsi con il braccio per poter essere vista. Manco fosse al mercato insomma, e potrebbe mandare all’aria tutta quell’atmosfera di rispetto e ringraziamento che aveva fino a poco fa per quelle povere anime, che ora si devono sorbire la sua voce. Attenderebbe con una certa impazienza ed emozione di poter essere notata, compiendo anche qualche passo in direzione della donna, distanziandosi solo un poco dal monumento. [Equipaggiamento: 6 kunai – 6 shuriken – 14 fukumibari – un set da 4 fumogeni – 1 hakiwari – 3 fuda con ognuno un tronchetto sigillato – 1 tonico recupero chakra speciale – 1 tonico coagulante speciale]

13:23 Furaya:
 Mentre la rossa pare avviarsi per allontanarsi dal monumento, la Nara vi si sta avvicinando in questo momento, a passi lenti. Se prima avesse anche solo voluto ignorarla - neanche per sogno - adesso, questo non è più concepibile. Yona, del Clan Akimichi, dista dalla Consigliera relativamente poco e le si rivolge con un tono particolarmente alto. < Shhhht, Yona! È un luogo commemorativo. Non alzare troppo la voce. > Le fa un occhiolino, poiché non vuole far sembrare il tutto come una ramanzina. Difatti, le labbra si arcuano, formando un piccolo sorriso che viene ad ella rivolto. < Come stai? > Chiede, conseguentemente, senza distogliere lo sguardo dal di lei viso. < Sei venuta a trovare i tuoi cari? > Un'altra domanda quella che viene posta, con totale calma e tranquillità, verso la Genin, la quale avrà libertà di risposta in questo caso, e potrà anche decidere di non rispondere affatto. Si ferma a circa uno o due metri di distanza dalla Akimichi, piegando l'arto superiore destro e posando il palmo della dritta contro il fianco corrispondente. Che sia una,posizione più comoda per la giovane? Probabilmente. Solo dopo aver parlato e posto le dovute domande alla ragazza, accinge a lanciare qualche occhiata nei dintorni, forse per non mettere Yona sotto torchio, quasi fosse un interrogatorio. In fondo, essendo il Generale, è altresì naturale che determinate volte abbia simili atteggiamenti, anche se nei di lei confronti sorride e sembra tutto fuorché una carceriera, come invece lo sarebbe in altre circostanze. Un esempio lo ha avuto Namika, alla quale sta col fiato sul collo, ma per ovvi motivi. Il di lei peso corporeo viene suddiviso tra l'una e l'altra gamba, con la colonna ancor ben diritta. [ Chk On ]

13:39 Tayuya:
  [Prateria - Monumento] La giovane Akimichi viene notata, e come potrebbe non essere altrimenti? Continua a muovere il braccio e a tenere gli occhi puntati sulla giovane consigliera fino a quando non ha la certezza di incrociare il suo sguardo. Il viso si fa raggiante, ma le prime parole che le vengono rivolte la portano, fortunatamente, alla realtà. Si trova in un luogo di commemorazione, come le è saltato in mente di mettersi a urlare in quel modo. Il viso si fa velocemente rosso, carico di imbarazzo e vergogna, mentre il braccio destro viene abbassato e la relativa mano viene portata davanti alle labbra, per zittirsi. <Mannaggia…! Mi spiace!> si volta leggermente verso il monumento, come se si aspettasse di trovare chissà quale anima a guardarla in maniera torva… ma non è altro che un pezzo di marmo con scritti dei nomi alla fine, anche se il significato va ben oltre l’aspetto materiale. Il braccio torna lungo i fianchi e lei si rivolta nuovamente verso Furaya, accennando un piccolo sorriso imbarazzato. <Mi sono lasciata prendere dall’emozione, spero che le anime non se la siano presa.> è sincera nel suo dire, sicuramente dopo si scuserà e passerà qualche altro minuto a rendere omaggio. Nella sua mente, nella sua immaginazione, quelle anime sono sempre lì, e ora stanno scuotendo la testa con aria da rimprovero. Aria che però non ha la consigliera, la quale va a sorriderle. <Uhm… sto bene grazie. Sto cercando di andare avanti per la strada che ho scelto, ma mi sono resa conto che non è così semplice anche se continuo ad impegnarmi al massimo.> ammette tranquillamente, con dolcezza e serenità, per poi rigirare la domanda anche all’altra. <E tu come stai? Tutto bene? Sei carica di lavoro?> dopo tutto riveste un ruolo comunque importante e ora dovrebbero esserci i preparativi per la festa al villaggio, quindi le sorge spontaneo fare quel tipo di domanda. Alle ultime parole della rosa, la giovane si volta nuovamente verso il monumento, giusto per dargli un’altra occhiata, per poi tornare sulla ragazza e scuotere piano la testa negativamente. <Non proprio, non ci sono i miei cari, a parte uno.> probabilmente, essendo morto in missione, per così dire, suo zio acquisito potrebbe trovarsi su quella lapide. <Ogni tanto vengo qui per ringraziare coloro che hanno dato la vita per il villaggio. Immagino che nessuno di loro volesse realmente morire, ma qualcuno avrà preferito dare la propria vita in nostra difesa, mentre altri hanno solo avuto la sfortuna di incontrare qualcuno di troppo potente.> sospira, alzando un poco le spalle, ben conscia che mai e poi mai potrà mai vedere il nome di suo padre su quel monumento. <E poi volevo scegliermi un albero sotto il quale mangiare.> prosegue con una piccola esclamazione, andando a far ondeggiare un poco il sacchetto che tiene nella mano sinistra. <Anche tu sei venuta a render omaggio?> una domanda forse scontata, insomma… se qualcuno si trova in questo posto è per rendere grazie probabilmente, oppure per fare una passeggiata in tranquillità. <Senti… secondo te le anime di queste persone sono qui presenti? Ci vedono e ci ascoltano?> pone quella domanda quasi con titubanza, non sapendo se sta dicendo qualcosa di sensato alle orecchie dell’altra o qualcosa di estremamente ridicolo. [Equipaggiamento: 6 kunai – 6 shuriken – 14 fukumibari – un set da 4 fumogeni – 1 hakiwari – 3 fuda con ognuno un tronchetto sigillato – 1 tonico recupero chakra speciale – 1 tonico coagulante speciale]

14:10 Furaya:
 Tutto dipende dalla credibilità che hanno le persone nei confronti degli spiriti, della vita oltre la morte e di tutto ciò che concerne questo emisfero della religione, della vita, della morte. C'è chi pensa che, un semplice urletto come quello della Akimichi possa disturbare, in qualche modo, un morto, un ammasso di vecchie ossa e cenere. Non per questo Yona è stata malvagia o ha fatto qualcosa di sbagliato. < Non credo se la prendano per queste cose. Tuttavia, è sempre un bene onorarle e lasciarle nel loro riposo eterno. > Si stringe nelle spalle, mentre le iridi azzurre si rivolgono ora al monumento oltre le spalle della Akimichi. Ascolta, in ogni modo, quanto viene pronunciato dalla ragazza, porgendole ogni briciolo d'attenzione che possa darle. < Ogni strada che si sceglie ha qualche difficoltà. Tutto sta nel riuscire a superare ogni ostacolo che ti si para di fronte, s'è veramente questa la via che tu vuoi seguire. > Per quanto il di lei tono sia serio e scandisca per bene ogni parola uscita dalle di lei labbra, queste ultime son nuovamente piegate nel mostrare un sorriso alla Genin. Vuole sempre dare qualche insegnamento dei suoi, forse perché carica e pregna di esperienza sulle spalle. Esperienza che vuole esternare anche ai giovani che hanno appena intrapreso la via e carriera del Ninja. < Non posso lamentarmi. Con la Golden Week, c'è abbastanza lavoro da fare, ma ce la stiamo facendo senza problemi! > Esclama, cercando di mantenere al contempo un tono di voce adeguato al contesto e alla situazione. < Tu ti stai allenando? > Piega il capo verso la spalla sinistra, arcuando un sopracciglio, ma senza mai perdere il proprio sorriso e la propria armonia, rivolgendola sempre verso Yona, unica interlocutrice. Non le dispiace affatto confrontarsi con qualcun altro, soprattutto se le persone riescono a risvegliare il proprio istinto e qualsivoglia stimolo di parlare. Resta sorpreso dalla verità dei fatti, laddove la Akimichi va a far visita a chi ha dato la vita per il Villaggio. Sgrana gli occhi, socchiudendo le labbra, prima di muoverle per rivolgersi ad essa. < E' un gesto davvero nobile, Yona. > Il capo viene piegato in avanti, assieme alla parte superiore del busto, in un mezzo inchino ch'è anche un gesto di ringraziamento per quello che la ragazzina ha espresso. E' un grazie a nome del Villaggio, si potrebbe dire. < Nonostante abbiano incontrato qualcuno di troppo potente, la loro vita non è stata vana. Ci hanno aiutato, tutti, a sconfiggere il male ed è soprattutto grazie a loro che il Villaggio ora vive in pace. E' grazie a loro che noi tutti possiamo vivere serenamente tra le nostra mura, assieme anche agli altri Villaggi dell'Alleanza. La loro vita non è stata vana, nessun sacrificio lo è stato. > Vocia ancora, con le iridi che or si posano sui vari nomi insiti su quella enorme lapide che rappresenta tutti coloro i quali, durante le guerre e battaglie, hanno dato tutto loro stessi. < Sì. Mia madre e mio fratello sono qui. > Il sorriso che mostra adesso è lievemente amaro. C'è anche suo padre, o quel che ne rimane del corpo dopo averlo bruciato fino all'ultimo osso, ma non lo cita. Non si merita alcuna visita. < Secondo me, sì. Ho sempre il presentimento che mia madre sia ancora qui con me, anche se il suo corpo non c'è più. Delle volte, basta il ricordo. Se c'è il ricordo, loro ci sono sempre, con noi e con chi li ama. > Conclude. [ Chk On ]

14:37 Tayuya:
  [Prateria - Monumento] La ragazza va in un qualche modo a consolare un poco l’Akimichi, dopo tutto non pensa che un tono di voce alto sia fonte di qualche disturbo, ma come ha aggiunto poi, bisognerebbe sempre onorare le anime e lasciarle al loro riposo. La giovane sorride, annuendo, trovandosi d’accordo con quelle parole. Nella sua immaginazione persino le anime stanno lì ad annuire, con un fare saccente magari e a braccia conserte… be, lavora molto di fantasia la rossa. Annuisce nuovamente alle successive parole, ritrovando una certa determinazione che pare infiammarle l’animo. <Certo! Sono sicura della mia strada, non c’è da preoccuparsi. È solo che io mi demoralizzo alla velocità della luce, ma poi ritrova altrettanto velocemente la determinazione per andare avanti e migliorare. Un piccolo intoppo, che non macchierà il mio animo.> si, si darà da fare per porre rimedio a quello che si è lasciata sfuggire, non ha dubbi. <Hai proprio ragione… gli ostacoli ci saranno sempre, sta a noi avere abbastanza forza per superarli.> annuisce con forza, con rinnovata determinazione, mentre ora sente le parole riguardo la Golden Week e i preparativi. Sospira, sollevata dal fatto che per ora non ci siano problemi di nessun tipo. <Meno male. Cercherò di impegnarmi anche in questi preparativi.> vuole dare una mano, fare la sua parte, sentirsi parte integrante del villaggio, finalmente. <Oh, si! Mi sono allenata per gestire al meglio la mia Innata e credo di esserci riuscita.> ammette con un sorriso soddisfatta, andando a stringere il pugno destro in segno di forza e vittoria. <Ora però mi sembra di avere sempre meno tempo per allenarmi, per via delle cose che ho da fare per la casa, le commissioni e la salute di mia madre che è peggiorata.> soprattutto sua madre. Si ritrova a passare molto tempo con lei in ospedale, e poi tornare a casa e svolgere i mestieri, le spese, le commissioni. Inoltre ha quell’idea di essere lei stessa la causa dei malori della madre. Scuote il capo, scacciando quei pensieri e senza perdere quel suo dolce sorriso. <Ma do’ il meglio di me! Ho un obiettivo e so che strada sto percorrendo e dove mi porterà.> decisa e sicura di sé. Ma poi ecco che la ragazza davanti a lei le pone quelle parole, un gesto nobile… ma forse la rossa non ha ben capito a cosa si riferisca e il tutto è accompagnato da un piccolo inchino di ringraziamento verso di lei. <Eh? Ma no, no, non c’è bisogno. Insomma… molte persone vengono qui a rendere grazie ed omaggiare i defunti. Non è niente di speciale.> parole sincere e spontanee, non crede di meritare quei ringraziamenti dopo tutto non fa nulla di diverso che sta facendo Furaya ora, no? In seguito tace, rimanendo ad ascoltare ogni singola parola dell’altra con estrema attenzione. <Sono d’accordo. Nessun sacrificio è stato vano… anche se forse non è il caso di mio zio.> non proprio di sangue, ma era come uno zio. E pensa si che sia stato vano, dato che è morto per fermare suo padre non riuscendoci. Ha perso la vita senza ottenere niente in cambio… non ha fermato il suo amico, il suo fratello di una vita. <Ma forse si deve pensare ai gesti, agli intenti. Se si è morti con l’intenzione di fare qualcosa di buono, allora si… forse davvero si può trovare una ragione alla morte di qualcuno.> cerca di trovare da sola una qualche risposta che possa farla sentire meglio, e infine le parole dell’altra le fanno stringere il cuore. Ha perso la madre e il fratello… oltre che il padre che non viene nominato, ma è abbastanza famoso da essere conosciuto. Non ha più nessuno, è sola… ed è qualcosa che rende la rossa decisamente triste, eppure ammira tutta la forza e la determinazione che Furaya dimostra. <Mi dispiace per la tua famiglia, davvero. Non posso… esattamente capire come possa essere ritrovarsi senza madre o membri della famiglia. Ma… mi dispiace, in parte posso immaginarlo.> è sincera, il viso si abbassa leggermente… non sa esattamente come reagire a situazioni simili, eppure sente quello che prova. Dopo tutto la sua famiglia è viva. Una malata e l’altro sparito, ma comunque vivi. Non può capire cosa voglia dire perdere definitivamente e per sempre qualcuno, anche se un poco può intuirlo dalla perdita di suo zio. <Sei una persona veramente forte, almeno per come la penso io.> torna sorriderle, delicatamente, dando voce a quei suoi sentimenti e pensieri, per poi ascoltare la risposta alla domanda posta dalla rossa poco prima. <Capisco. In effetti il ricordo fa tanto. Le sensazioni, i presentimenti… ma non possono più comunicare con noi, abbracciarci, darci qualche carezza, consolarci.> sembra si stia lasciando andare a una sorta di tristezza, senza pensare che probabilmente potrebbe far sentire quello stesso sentimento anche a Furaya, pur non avendone le intenzioni. [Equipaggiamento: 6 kunai – 6 shuriken – 14 fukumibari – un set da 4 fumogeni – 1 hakiwari – 3 fuda con ognuno un tronchetto sigillato – 1 tonico recupero chakra speciale – 1 tonico coagulante speciale]

15:19 Furaya:
 Annuisce, tranquillizzata dal dire della giovane e consenziente con quanto esce dalle di lei labbra. < Mi fa piacere sentire che c'è ancora qualcuno che vuole aspirare a diventare un Ninja vero. > Il che la fa tornare a sorridere, perché le ricorda un po' il di lei desiderio di raggiungere quello che è adesso. Ma le manca ancora un gradino: quello di Kage. Ha fatto una promessa a Ryota, una sorta di vendetta personale: riuscirà a salire su quel trono, prima o poi, e a diventare un Hokage migliore di quanto sarebbe potuto diventare Ryota. E, a differenza sua, riuscirà a raggiungere quella vetta senza nessun maleficio, con il tempo, con i suoi sacrifici e con la responsabilità di ricoprire un posto simile. La battaglia non è ancora finita, finché non avrà fatto vedere a suo padre - al suo spirito - che lei è riuscita a superarlo. < Ah sì? Grandioso. Spero vada tutto bene, allora, nel Clan. > Dal momento che la Akimichi, qualche tempo prima, le aveva riferito come nel Clan ci fosse qualche disguido per la di lei appartenenza. < Mi spiace per tua madre. Posso fare qualcosa per aiutarla? I medici hanno detto qualcosa? > Chiede, col cuore che un poco accelera i battiti, dal momento che anche sua madre - ufficialmente - è morta per una malattia, nonostante fosse stato Ryota la causa scatenante della stessa. Le labbra si stirano, deglutendo, preoccupandosi per le sorti del genitore altrui. Se lei non può capire come sia vivere senza genitori, la Nara può comprendere a pieno come sia la vita di chi deve preoccuparsi della malattia di un proprio caro. < Sei determinata. > Asserisce come un complimento. Si sta divertendo a parlare con la ragazzina, si trova a suo agio un po' come succede con Hanako, con la quale deve necessariamente parlare quanto prima. < Lo è per chi crede che queste persone abbiano fatto tanto. Quindi, accetta il mio ringraziamento. > Lo dice con un tono poco più serio del solito, volendo necessariamente ch'ella non rifiuti quanto detto e fatto dalla Nara, nonostante sia solo un mero ringraziamento e un inchino. < Cosa è successo a tuo zio? > Domanda, incuriositasi, ma si corregge subito dopo. < Se non son indiscreta, ovviamente. > Non necessita di una risposta da parte della Akimichi, qualora questa non sia d'accordo nel dargliela. < Non preoccuparti. Mio fratello è morto nell'ultima guerra, lo ha fatto facendo ciò per cui era nato, diventando ciò che voleva essere. Non c'è niente di cui tu debba preoccuparti, davvero. > Le sorride, ancora più armonosiamente di prima, per smorzare la tensione venutasi a creare. < Dici? Da cosa puoi dedurre qualcosa del genere? > Chiede, volendo necessariamente una papabile risposta per questa sua conferma. < Purtroppo, questo non è possibile. Ma.. La vita è anche questo. > Con un cenno di malinconia nel tono. [ Chk On ]

13:19 Tayuya:
  [Prateria - Monumento] Arrossisce un poco alle parole della Nara in sua direzione, sul fatto che è felice che qualcuno voglia diventare un ninja vero. Può sembrare poco e nulla, ma per l’Akimichi sentire quelle parole le trasmette forza e coraggio di andare avanti. Nonostante i suoi piccoli errori, può davvero andare avanti ed aspirare al meglio per il villaggio. Non mira di certo alla posizione dei suoi eroi, Furaya, l’Hokage… lei vuole solo essere di aiuto per il villaggio, difenderlo e difendere ogni persona innocente. E come aveva già avuto modo di parlarne proprio con lei, lo farà a suo modo, versando meno sangue possibile. <Be, comunque non so se quello a cui aspiro sia definito come ninja vero, dopo tutto ognuno al proprio Credo. Io ho il mio, e al momento come primo passo mi interesserebbe una cosa…> ma lascia cadere il discorso, sa che forse è meglio non parlarne. Quello che vuole fare non è certo nulla di illegale, ma trattandosi di un qualcosa che deve rimanere nascosto, almeno quanto riguarda per le identità di chi vi fa parte, non crede sia saggio andare in giro a sbandierare ai quattro venti quello che vorrebbe fare. Tutto per ritrovare suo padre ed evitare che minacce simili si ripercuotano in futuro sul villaggio. Una strada più che ardua per lei e il suo Credo, che cozza col suo animo… ma lo deve fare, deve averne la forza. <Comunque! Nel Clan? Be… ci sono ancora persone che non mi vedono di buon occhio, per quanto il capo Clan mi abbia accettato e dato l’occasione di attivare l’Innata. Non tutti sono d’accordo con la sua decisione… penso che sarà dura dimostrare che sono diversa da mio padre, ma di certo non mi arrenderò!> è carica di determinazione, i pugni si stringono con forza e il sorriso permane sulle sue labbra. Quando si parla di sua madre il sorriso si fa lievemente triste. <Non è propriamente malata, cioè… non ha una qualche malattia. Ma per via di mio padre e di alcuni membri del clan lei si è molto lasciata andare. E’ debole, prova molto dolore. Se ne sta ricoverata, ma comunque non penso che uscirebbe mai di casa ora. Mio padre le ha arrecato molto dolore… e forse ora è peggiorata per colpa mia.> scuote appena la testa, come se non volesse dare la giusta importanza a tutto questo. <Lei non voleva che io diventassi ninja, ma io l’ho fatto comunque perché credo in quello che voglio. Da allora è sempre molto preoccupata per me, ha paura di perdermi.> un lieve sospiro, e poi tornerebbe a sorridere come prima. <Ti ringrazio davvero per il tuo interesse, forse parlarne mi fa bene. Ma non credo che si possa fare molto di concreto per mia madre. Io cerco di starle vicina più che posso. Di non farla sentire sola, di trasmetterle la mia forza… ma non sembra funzionare.> non aggiunge altro in proposito, abbassando lievemente lo sguardo. In seguito rimane ad ascoltare le parole della Nara, quel suo insistere per accettare il ringraziamento e lei… be, non può certo farle un torto simile. Arrossisce, nuovamente, distogliendo lo sguardo e grattandosi appena e nervosamente la guancia destra con la medesima mano libera. <O-okay allora, si. Grazie per il tuo ringraziamento allora.> dolce nell’espressione e nel tono… le piace Furaya, le è sempre piaciuta e ha sempre pensato che fosse una donna forte. Per quanto può conoscerla lei, ovviamente. <Uhm… mio zio. Non di sangue in realtà. Era il padre della mia migliore amica, era da sempre il compagno di squadre e miglior amico di mio padre. Quando mio padre ha… uhm… quando ha tradito il villaggio attentando alla vita dell’Hokage, è scappato e mio zio lo ha inseguito per fermarlo.> fa spallucce, cerca di trattenere il dolore che sente nel cuore andando a stringere con forza il ciondolo che porta. <Mio zio è morto nel tentativo e mio padre è scappato comunque. Quindi la sua morte è stata un po’ vana… almeno così tendo a pensare. Nonostante fosse mosso dalle più nobili intenzioni.> come potrebbe mai perdonare suo padre per questo? Eppure le manca, non può negarlo… eppure vuole trovarlo e parlarci. Le parole di Furaya riguardo al fratello le procurano un leggero dolore, ma in un qualche modo si sente lievemente sollevata dal fatto che la ragazza le sorride in maniera armoniosa… ecco un segno tangibile della forza che la rossa tanto decanta. E di fatti va a risponderle. <Lo deduco da questo.> le sorride, dolce e amichevole. <I tuoi sorrisi, il tuo batterti sempre e comunque. Anche il solo prodigarti così tanto per il villaggio e i suoi abitanti. Nonostante tutto a me sembra che tu mantieni una grande forza di volontà. Nonostante le tue perdite e i tuoi dolori, vai avanti, sorridi e cerchi di fare il meglio per tutti. Questa è forza, no?> questo è quello che pensa, potrebbe anche aver torto, ovviamente, ma per il momento le risponde con sincerità. <La situazione dei nostri padri… è simile, vagamente… e io è come se prendessi forza da te. Io… lo so che sto dicendo qualcosa di stupido ed imbarazzante…> arrossisce, ancora, distogliendo lo sguardo dalla vergogna. <Però… come ti ho già detto ho preso come esempio te, l’Hokage, quei ninja che hanno fatto di tutto per il villaggio. E mi do’ forza e speranza pensando di voler essere come voi, anche se a modo mio.> tende a sorridere ora, anche se in evidente imbarazzo. Non si è lasciata abbattere, ne sopraffare dalle occhiate dei membri del clan, in parte perché è insito nel suo carattere, ma in parte è anche merito di quelle persone che le hanno trasmesso forza, come Furaya e la sua storia. Anche se lei conosce la sua storia che conoscono tutti, non sa nulla in verità, nessun particolare. Ma sa che ha affrontato suo padre con coraggio, ed è quello che per l’Akimichi ora conta. <Certo comunque io non so come sei in realtà. Non so come ti senti quando sei sola e nessuno può vederti. Io ti conosco per quello che mostri al momento, e io vedo questo.> come è normale che sia… dopo tutto anche la giovane Akimichi, quando è sola, si lascia andare alle lacrime, mostrando solo a se stessa la sua debolezza. Non aggiunge altro, nemmeno al discorso sulla presenza o meno degli spiriti, trovando d’accordo con lei. La vita è anche questo, bisogna accettarla ed andare avanti al meglio delle proprie forze! [Equipaggiamento: 6 kunai – 6 shuriken – 14 fukumibari – un set da 4 fumogeni – 1 hakiwari – 3 fuda con ognuno un tronchetto sigillato – 1 tonico recupero chakra speciale – 1 tonico coagulante speciale]

13:48 Furaya:
 Anche la Nara la pensava come Yona. Al suo tempo, s'intende. Attualmente, ha solo un obiettivo che non può raggiungere. Non è ancora pronta. Hitomu può difendere il Villaggio perché ha la Volpe che, si dice, spettasse a lei, ma che non ha mai avuto perché Nara, non Uzumaki come si sperava. Non può essere in grado di contenere un Demone, non può proteggere Konoha come sta facendo il Kyudaime, per il semplice motivo che.. non è Forte. Non lo è mai stata così tanto, riesce sempre a farsi del male durante le battaglie, perché i nemici hanno sempre un asso nella manica che, seppur anch'essa lo avesse, non sarebbe abbastanza. Non riesce a superare quell'apparente blocco che la vede ancora in un angolo, laddove le proprie Energie sono sì al massimo, ma mai abbastanza come vorrebbe che fossero. Gli allenamenti non terminano, devono andare avanti, sino alla fine. E' ancora giovane per aspirare al Ruolo di Kage, ma anche il Biondo attuale non è da meno. Dunque, perché non continuare a crederci? Perché non proseguire nella speranza che, un giorno, possa finalmente dire a suo padre "Guardami, ce l'ho fatta a differenza tua"? Chi glielo vieta? Scuote il capo un istante, accortasi di come Yona stia parlando e di come, invece, lei fosse immersa in tutt'altri tipi di pensieri. < Ah- Ecco, sì. Cosa? Dimmi. > Intende il fatto ch'ella abbia lasciato la frase a metà, e s'intromette negli altrui pensieri, incuriosita, come un gatto che s'avvicina al lardo. E quel zampino? < Ignorali. > Interrompe, se potesse, il proprio dire a proposito del Clan e del fatto che, in molti, non la stiano accettando all'interno dello stesso. < Ignorali tutti, come ho fatto io. Lasciali parlare, lascia dar loro aria alla bocca. Quando capiranno che non sei come tuo padre, quando capirai che tu non vuoi fare loro del male, allora.. la smetteranno. Come hanno fatto con me. > Asserisce con serietà, volgendo lo sguardo in tutt'altra direzione per giusto un istante, scrutando la zona all'interno della quale si trovano, laddove le lapidi dovrebbero dar sfoggio di come quella Prateria sia effettivamente un Cimitero a tutti gli effetti. Si mordicchia il labbro inferiore con gli incisivi, prima di esplodere con un: < Perché mi ricordi tanto me? > Chiede, una domanda che forse non ha neppure bisogno di risposta. < Perché? > La sua stessa vita. Senza Ryota, temuto e maledetto. Sua madre malata per colpa di suo padre. Perché Yona le ricorda tanto, in modo quasi assurdo, lei? E la scruta, la osserva, quasi volesse scavare nel di lei animo e scoprire la domanda da sé. < Vedi? Tutto coincide. > Impazzita? Scuote il capo, alla fine. Una. Due. Tre volte. Scaccia dalla mente quei pensieri buffi, laddove Yona sembra lei. < Qual è il nome di tuo padre? > Domanda, or seria, attenta, quasi, ma guardinga. < O finzione? > Prosegue la di lei frase, laddove lei definisce tutto un gesto di Forza e la Consigliera un gesto di Finzione. < Pensi che quei sorrisi siano veri? A te sembrano tali, Yona? > Il tono è più roco, più serio del normale e or non sorride come prima. La sta osservando. < Sii come l'Hokage, non come me. Voler essere come me, consiste anche nell'avere gli stessi dolori, le stesse cicatrici. > Stringe la dritta, la serra a pugno, lasciandola adagiata contro il rispettivo fianco, tremante. Odia se stessa. Quando pensi di farci l'abitudine, ti svegli e t'accorgi che no.. Non ce la farai mai. < Non conosci molto, allora, di me. > E sorride, un sorriso di circostanza perché sì, ora è dovuto. Ora deve. [ Chk On ]

14:20 Tayuya:
  [Prateria - Monumento] Cosa le interessa? L’altra sembra incuriosita da quella sua frase lasciata a metà, ma la ragazza non sa se sia giusto parlarne o meno… ma dopo tutto lei è la consigliera, giusto? Forse sono cose che addirittura potrebbe venire a conoscere. La giovane Akimichi scuote il capo, lentamente e senza abbandonare il suo sorriso, come se stesse ripercorrendo ricordi lontani, ma è solamente un’impressione. <Se ti dicessi cosa vorrei fare, come percorrere la mia via, forse ti metteresti a ridere. O comunque potresti pensare che sono sciocca.> alza appena le spalle, lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso. Più o meno è quello che pensa lei di se stessa, non avendo detto a nessuno di avere intenzione di entrare negli Anbu, è solo lei quindi che si da’ questi limiti, che crede di essere giudicata in quel modo. La situazione presente nel suo Clan ormai è sempre la stessa, ma pian piano sicuramente migliorerà e le parole di Furaya le ascolta con attenzione. Ignorarli, annuisce, lo fa, anche se difficile… e prima o poi loro stessi si accorgeranno che è diversa. Non è una traditrice e non lo sarà mai. Annuisce, non dice nulla in più a quanto ha detto l’altra, permane a guardarla con un’espressione serena, sentendosi simile a lei, ma senza soffermarsi troppo su questo pensiero, anche perché è l’altra che sbotta con quella precisa domanda. Perché le ricorda tanto lei? La rossa non sa se sia una cosa positiva o meno, non ne ha idea. Quindi rimane in silenzio, l’espressione ora confusa e leggermente in tensione. Ha l’impressione di stare rovinando tutto. <Cosa… cosa coincide?> domanda, titubante, non riuscendo a capire la reazione della rosa a quelle sue parole. Ma l’altra si fa seria, le chiede il nome di suo padre e per qualche istante la giovane tentenna. Si zittisce, si mordicchia il labbro inferiore. Ha paura di dire quel nome? O forse è solo perché quel nome le ha fatto provare vergogna e paura. <Shiro Akimichi.> risponde infine, senza aggiungere altro. Il tono basso, come se la voce avesse fatto fatica ad uscire, una specie di liberazione, eppure le si stringe lo stomaco e le fa male il cuore. Il suo dire, il suo parlare, porta Furaya a risponderle in un determinato modo, è come se stesse parlando in maniera libera… insomma, dopo tutto poteva continuare a sorridere ed annuire, e invece le mette il dubbio della Finzione. Fingere, certo, ma non è forse la stessa cosa che fa anche l’Akimichi? Sorridere e dimostrarsi forte, in primis per dare energia a se stessa, e poi per cercare di sollevare sua madre. Deve esserlo per entrambe, deve essere dove sua madre non è riuscita. Deve esserlo per non darle preoccupazioni inutili. Come si dice? Sorridi che la vita ti sorride? È un po’ quello che succede a molte persone. Lei ha imparato a farlo anche per sopravvivenza personale… se fosse stata sopraffatta dagli sguardi carichi di odio e dalle malelingue, be, ora se ne starebbe chiusa in casa e non avrebbe nemmeno tentato di diventare un ninja. Tuttavia la lascia parlare e solo alla fine la giovane le rivolgere un dolce sorriso, un sorriso sincero anche se sporcato leggermente da una sorta di tristezza. <E’ vero, l’ho anche ammesso. Io non ti conosco, posso solo esprimermi in base a quello che vedo, che tu fai vedere. Come gli altri esprimono giudizi sulla base di come vedono me. Ma in realtà… solo noi stessi sappiamo come siamo in realtà.> il tono calmo, la mano libera che si stringe al ciondolo, delicatamente. <Non posso distinguere dei veri sorrisi da quelli falsi, da quelli che si fanno solo per sembrare felici e forti. Non posso farlo perché non conosco le storie delle persone e cosa potrebbe portarli a sorridere in maniera falsa o meno.> una piccola pausa, sospira. <Mi dispiace, sono stata forse molto egoista, forse volevo solo credere a quello che vedevo, senza pensare a come realmente una persona potesse sentirsi.> farebbe ora un piccolo inchino, senza rancore, del tutto serena e sincera. Gli occhi si riempiono di lacrime, il sorriso permane… è come se sentisse un dolore non suo all’interno del proprio animo, un dolore che le stringe il cuore e la soffoca. <Tutti quanti, quando siamo da soli ci riveliamo per quello che siamo… e gli altri non possono saperlo. Io stessa mi dimostro così per non dare preoccupazioni, forse per convincermi che posso farcela, ma in realtà arranco.> è normale, ognuno nasconde i propri lati peggiori, perché mai dovrebbe esprimerli? <Nessuno potrà mai però farmi cambiare idea… sul fatto che tu sei una persona forte. Anche per il solo fatto che non hai ceduto davanti al dolore rinchiudendoti totalmente in te stessa. Non hai mollato… o forse ti è capitato di farlo e pensarlo… ma poi ti sei rialzata, grazie a qualcuno che sta vicino a te magari. Non so, non posso saperlo, io faccio solo congetture.> conclude tranquillamente mantenendo il sorriso e quelle lacrime in procinto di scorrere. [Equipaggiamento: 6 kunai – 6 shuriken – 14 fukumibari – un set da 4 fumogeni – 1 hakiwari – 3 fuda con ognuno un tronchetto sigillato – 1 tonico recupero chakra speciale – 1 tonico coagulante speciale]

15:17 Furaya:
 < Perché non me lo dici lo stesso e constati da te la mia reazione? Di cosa hai timore, Yona? Che possa ridere di te? Il mio sogno è quello che ogni bambino sogna, nell'osservare il Monte dei Volti: diventare Hokage. Non è forse più sciocco e stupido il mio? > Inarca un sopracciglio, distendendo le labbra in un altro, ennesimo ed estenuante, sorriso. Che sia finto o realistico, sta tutto nella considerazione che ha l'Akimichi di lei. < Tutto.. Coincide. Mia madre era malata per colpa di mio padre. Mio padre cercò di attaccare Kuugo Gaito, l'ottavo Hokage. In realtà, era un suo Alleato, ma il resto della storia coincide. Non sei ben vista dal tuo Clan e neanche io lo ero, quando mio padre iniziò ad attuare il suo piano di conquista. Posso compatirti. Siamo più simili di quanto possa sembrare. > Espira dalle labbra, socchiudendo per un attimo le palpebre, prima di rivolgere ad essa nuovamente le proprie iridi azzurre. Il nome del padre di Yona, in qualche modo, le serve per capire se l'abbia mai sentito, s'è veramente un tipo dal quale stare alla larga e etichettato come un ipotetico traditore. < Ti faccio solo una semplice domanda, Yona. > Lascia tutto in sospeso. Permette alla brezza d'alzarsi, di valicare le loro ombre, di interporsi tra le due ragazze: smuoverne i capelli, gli abiti e trascinandone l'odore. < Vorresti conoscermi a fondo? Vorresti sapere davvero come penso, come ragiono, come vivo il mio Inferno? > Fa spallucce, lasciando che le braccia restino adagiate contro i propri rispettivi fianchi. < Non sei stata egoista, non preoccuparti. > Le sorride ancora, un'altra ennesima volta. < Un giorno, magari, se vorrai veramente conoscermi e non far più congetture, potrò raccontarti come mi sono rialzata.. O come io stia ancora cercando di farlo. > Enigmatica, lascia lì i dubbi della giovane, dandole il beneficio dello stesso. Si volta, le concede le spalle soltanto. I capelli che si smuovono col vento, lasciano libere or le spalle, laddove il marchio a fuoco è dannatamente evidente. La etichetta come proprietà di un uomo morto, una cicatrice che non può essere rimossa e che resterà lì, a vita, finché corpo non muore, finché lei vive. [ End ]

15:35 Tayuya:
  [Prateria - Monumento] Le parole della consigliera sono veritiere. Lei ha paura, paura di essere giudicata sciocca, mentre lei invece non considera affatto sciocco il sogno della Nara. Come mai? Perché ritiene di sentirsi così, come dire… inferiore agli altri? Ha ragione, ha sicuramente ragione. Deve buttare via quella sua paura, non le deve importare cosa dicono o pensano gli altri, in ogni caso lei andrà avanti per la sua strada. <Anbu.> mormora appena, con timore, salvo poi riprendere coraggio ed assumere un tono più determinato. <Vorrei far parte degli Anbu. Difendere Konoha, gli abitanti, cercare mio padre… voglio esserlo a modo mio.> è un discorso che avevano già toccato, il suo voler non ricorrere all’uccisione dei criminali, ma dare loro una giusta pena. Quindi non riprende quel discorso e in seguito alle sue parole tace. Non può sapere cosa ne pensi Furaya, ma per la prima volta lo ha confessato. Rimane in silenzio ad ascoltare quello che l’altra le dice, tutto quello che coincide. Sono davvero simili, e la giovane non può che rimanerne sorpresa. Tuttavia non sa se sia una buona cosa o meno, di certo questo potrebbe permetterle di comprendere meglio quella donna. <In effetti, siamo molto simili.> certo, la giovane Akimichi non ha passato tutto quello che ha passato l’altra. Questo perché il padre di lei si è spinto oltre ed era diverso da Shiro Akimichi. In un certo senso lei potrebbe comprenderla, forse fino ad un certo punto, ma potrebbe. Ma non può comunque farlo fino a quando non conoscerà la parte più profonda e buia dell’altra. A quella semplice domanda la giovane torna ad osservarla negli occhi. Cosa stia succedendo non lo sa, l’unica cosa della quale è sicura è che sta provando delle emozioni e dei sentimenti che non riesce a trattenere. Non sa il motivo di quelle sue lacrime, ne il motivo di tanto dolore che sta sentendo nel petto, ma il tutto è sincero, spontaneo. <Si.> un tono deciso, alto, ma adeguato al luogo. È sicura, è determinata, lo si evince dallo sguardo. <Voglio conoscerti. Voglio conoscere tutto… se tu vorrai, sarò ben disposta ad ascoltarti. Perché… se i tuoi sorrisi ti fanno male, allora voglio che tu non sia più costretta ad apparire in un determinato modo davanti a me. Vorrei… che tu ti sentissi libera di essere come vuoi.> già, forse è un qualcosa che vorrebbe anche lei… sentirsi libera di poter piangere quando vuole, o ammutolirsi, intristirsi, arrabbiarsi. <Può essere presuntuoso da parte mia… ma fa male, sento che fa male, e non voglio. Non voglio fermarmi alle apparenze.> non aggiunge altro, rimane ad osservarla mentre le da le spalle… si volta e quello che appare agli occhi della giovane le toglie il respiro. Il cuore le salta in gola, lo stomaco si stringe, gli occhi si sgranano e lasciano scorrere quelle lacrime fino ad ora trattenute. Un marchio inciso a fuoco, ben visibile, ben leggibile. Le sembra di esser travolta da un dolore insopportabile, un qualcosa che comunque non potrebbe nemmeno essere lontanamente paragonato a quello che forse sente Furaya. Eppure le fa male… fisicamente e mentalmente. La testa le gira, le lacrime scorrono… quale uomo, quale padre potrebbe mai compiere una cosa simili sulla stessa figlia? Perché un marchio? Perché tanta crudeltà? Non si smuove, non ne è in grado, si sente sopraffatta da emozioni che non le appartengono, eppure sono vivide e sincere. È quello che sente, che sia giusto o sbagliato, non lo sa. [Equipaggiamento: 6 kunai – 6 shuriken – 14 fukumibari – un set da 4 fumogeni – 1 hakiwari – 3 fuda con ognuno un tronchetto sigillato – 1 tonico recupero chakra speciale – 1 tonico coagulante speciale][END]

Yona e Furaya si incontrato alla Prateria della Memoria. Da una discussione generale su come vanno le cose, ne viene fuori un discorso sulla Forza o sui falsi sorrisi, su quello che le persone nascondono dentro di loro, e Yona esprime il desiderio di conoscere a fondo l'animo di Furaya.