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Giocata di Lavoro

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con Furaya, Hanako Yui

14:24 Furaya:
 Indossa un pantaloncino di colore nero, arrivante sino a metà cosce, con un paio di sandali ninja del medesimo colore, rinforzati metallicamente e raggiungenti la base delle ginocchia. A coprire l'addome, ha una di quelle maglie simili a delle reti che utilizzano i Ninja, con un lieve scollo a V, ma niente di veramente eclatante, anche perché se porta una terza di seno è un miracolo per lei. Sulle spalle, è poggiata anche la giacca nera tipica dei Jonin, con il simbolo relativo dietro la schiena. I capelli della giovane son raccolti in una coda di cavallo non molto alta, con il coprifronte posato sulla sommità del capo e legato tramite una cinghia in tessuto di colore grigio scuro. Attorno al collo, porta una fascia rossa, aderente allo stesso, memore d'una storia passata, assieme ad un altro pendaglio con il simbolo del Clan Uchiha. Contro il rispettivo fianco mancino, sorrette tramite una cintura nera attorno alla vita, son presenti due Katane: la prima ha un'elsa bianca e nera e pare in ottimo stato, nel proprio fodero; la seconda, invece, ha l'elsa sfilacciata ed è difficile interpretare di che colore realmente sia il tessuto che la compone. Agganciata attorno alla coscia destra, quindi dal lato opposto delle due Katane, vi è anche una Tasca Porta Kunai e Shuriken con un totale di nove Kunai avvelenati e con carta bomba. Sul gluteo dal medesimo lato, quasi fosse un'armeria vivente, v'è anche una Tasca Porta Oggetti con Tonici di Recupero Chakra, Coagulanti, Fili di Nylon e Fuda. Ulteriori Fuda sono sparsi per il corpo della giovane: due si trovano sui rispettivi polsi, nei quali ha sigillato la Falce e la Zanbato ( rispettivamente, destra e sinistra ed entrambe avvelenate ). Sul petto, infine, ve ne sono almeno un'altra decina, ovviamente nascosti dagli abiti in più parti; stessa cosa per il tatuaggio Anbu sulla spalla destra, coperto persino da una fascia bianca. La cicatrice attorno al collo è invece coperta dalla fascia rossa di proposito. Ha già fin troppe cicatrici: meno ne mostra e meglio è per se stessa. E' visibile solo quella sulla coscia destra, per circa un paio di centimetri in base al totale e alcune sparse per i bicipiti e gli avambracci. Sulle spalle, è comunque posato un haori grigio scuro, con il simbolo del Clan Nara sulle estremità frontali. Ricordi nefasti di guerre e battaglie. Dall’esterno, la Magione sembra un comune tempio Kenchō-ji. E’ formata da due piani: il piano terra è adibito a Dojo, mentre il piano superiore ad abitazione per il Capo Clan in corso. Al secondo piano, vi si accede tramite un corridoio posto sulla sinistra e frontale rispetto all’arena del Dojo stesso. Si sale una singola rampa di scale, per poi giungere ad un ennesimo corridoio che costeggia vari uffici e la dimora del sopracitato Capo Clan, lievemente più grande rispetto agli Uffici. Precisamente, questi ultimi sono i primi che si trovano e rientrano nelle prime tre porte. Il primo, appena si imbocca il corridoio, è per quando il Capo Clan è solito ricevere qualcuno che non deve allenarsi; il secondo, invece, è adibito ad una sorta di Mausoleo che tratta tutta la storia del Clan. E’ il più grande dei tre ed è sempre illuminato. E’, inoltre, visibile dall’esterno per via di una finestra non troppo grande, accanto all’ingresso. Contiene documenti importanti nelle rispettive teche, quadri dei volti dei Capo Clan, nessuno escluso. Infine, nella parete frontale, vi sono i busti dei Nara divenuti Hokage, ossia Shikamaru e Khalux Nara. Il terzo Ufficio, invece, consiste nell’Archivio, dove vengono riposti tutti i documenti necessari alle valutazioni o qualsiasi cosa sia inerente al Clan e che non deve essere divulgata ad esterni. In fondo, proprio alla fine del corridoio, vi è un’ala – la si guardi come una T rovesciata – che è l’appartamento. Alla parete posta innanzi agli Uffici, sono appesi svariati quadri, tutti rappresentanti il Quartiere Nara o i volti degli Hokage. E’ posta nella parte centrale del Quartiere Nara ed è circondata dal resto delle abitazioni. Ha un giardino posteriore, non molto grande, nel quale però capeggia un enorme Albero di Sakura. E’ pendente data l’anzianità della pianta, ma è visitato regolarmente – soprattutto dagli appartenenti al Clan – quando vi è il tempo della Fioritura. Lei, dal canto proprio, si trova a qualche metro abbondante dall'albero in questione, poiché nella dritta ha appena sguainato la Katana con la quale uccise suo padre, con la quale gli diede l'ultimo colpo. E deve sistemarla. E' per metà arrugginita, graffiata e dall'elsa sfilacciata, sporca, bruciacchiata. Ha un incudine metallico, con un tavolino simile al lato, posto lì ormai da tempo per il di lei lavoro da fabbro. Il di lei Chakra è ovviamente già in circolo, attivo. [ Chk On - Equip On ]

14:44 Hanako Yui:
  [Giardino della Magione] Continua a camminare, totalmente a vuoto, gira e rigira e si ritrova sempre davanti lo stesso punto. Ovvero davanti i cancelli del dojo dei Nara. Sono giorni che non fa altro che crucciarsi, vuole assolutamente parlare con Fufu-chan, sono successe molte cose in quei giorni e ha seriamente bisogno di qualcuno o rischia di esplodere come una bomba ad orologeria, una ragazzina piccola come lei difficilmente può portare un peso più grande di quello che ha già - tra i suoi genitori, il suo passato e i suoi problemi sociali, ci mancava l'ultima, la verità delle verità: sua madre che l'ha sempre presa in giro. Fin dalla nascita. Non una parola, non una frase, solo una maschera. Scuote la testa e sospira alzando lo sguardo al cielo, non particolarmente sereno quel giorno, infatti qualche nuvola spunta di tanto in tanto. Batte le mani fra loro e inizia a cambiare peso da una gamba all'altra, con lo sguardo basso mentre continua ad osservare le proprie ginocchia coperte da un paio di pantalone nero aderente, stretto sui glutei e sulle cosce. Ai piedi un paio di sandali neri. La parte superiore è fasciata da un bustino bianco in pizzo. Entra e finalmente incomincia a camminare a passo veloce, si addentra nel dojo e arriva in un tempo che considera del tutto nuovo, a due piani, non si sofferma molto sui particolari, è fin troppo concentrata a voler incontrare la 'consigliera'. Senza mai fermarsi gira intorno alla struttura dove arriva in un giardino posteriore dove c'è un grande albero di Sakura, una cosa che le piace in modo particolare, infatti, lo fissa incantata e con gli occhi luccicanti per qualche minuto. Alza un sopracciglio quando nota che c'è qualcuno ed è sicuramente Fufu-chan. Così, senza pensarci due volte inizia a correre verso l'altra figura, distante qualche metro dall'albero, fino ad arrivarle praticamente addosso, in una sorta di abbraccio, scoppiando a piangere senza pensarci due volte. E' vero che si sono incontrate a malapena mezza volta ma non può fare a meno di vederla come qualcuno con cui può confidarsi o sfogare i suoi dubbi. <Fu-fu-Fufu-chaaaaaan.> Urla, poi un singhiozzo da parte della fanciulla che si ritroverebbe praticamente attaccata all'altra, con la faccia in mezzo ai seni - praticamente rischia di soffocare lì.

14:49 Furaya:
 Ricerca la giusta concentrazione, suddividendo - mentalmente parlando - il di lei corpo con un asse centrale, il quale passa attraverso il cranio sino ai piedi. Come per il Richiamo del Chakra base, tenta di scindere due Elementi del Chakra, quali: Doton e Katon. Il primo si troverebbe ad altezza del ventre, indicante la Terra; il secondo, ossia il Fuoco, sarebbe posto ad altezza della Fronte. Come due Sfere dai differenti colori, una marrone e l'altra rossa, similmente a quelle del Chakra, le farebbe ruotare dapprima su loro stesse in un moto opposto l'uno con l'altro. Calamite, s'attraggono verso il centro del petto, laddove il motore del corpo batte regolare e attende l'avvicinarsi delle due forze. Unendosi, senza l'utilizzo di sigilli particolari, ma semplicemente con la di lei capacità Innata e la concentrazione accumulata, formerebbero una terza sfera, data dall'unione delle prime due e che assumerebbe i colori delle prime. Tendente al nero con sfumature rossastre, dovrebbe far comprendere alla Nara ch'è riuscita a richiamare lo Yoton, un ennesimo Elemento Naturale che, tuttavia, può essere utilizzato soltanto da determinate persone, le quali hanno avuto la fortuna di nascere con questo potere o averlo, un po' come un regalo, se valutiamo il caso della Consigliera. Il Richiamo, tuttavia, non termina qui, poiché dal centro del petto farebbe sì che il Chakra Lavico si possa estendere lungo tutto il di lei corpo, partendo dal petto, sino a discendere verso le braccia, sottocute, e le inferiori leve, così come il resto del corpo. In particolare, tuttavia, il Chakra Lavico si concentrebbe sotto la lingua, risalendo la gola, all'interno delle ghiandole salivari, dunque mischiandosi con la saliva, sostituendola in determinati momenti, quando necessiterà d'utilizzare effettivamente l'Hijutsu Yoton. La Katana ancor stretta nella destrorsa, sarebbe lì lì per sputare all'esterno ciò che ha richiamato precedentemente. Al contrario, in un istante, quasi un fulmine a ciel sereno, si ritrova Hanako precisamente tra le gemelle della Consigliera. Non che siano così grandi e comode, tuttavia la ragazzina sembra apprezzare. < PER TUTTI I KAMI! > Esclama, allontanando repentinamente la mano con la Katana, quanto il più possibile dalla Tsukiyori. < Attenta, Hanako! > Esclama, rossa in volto, non tanto per l'imbarazzo della situazione, bensì per il fatto che stava quasi per affettarla, qualora non fosse stata attenta più di così. Fortunatamente, il Chakra Lavico viene ancora contenuto nelle ghiandole salivari, precedentemente richiamato prima dell'arrivo di Hanako, per cui almeno da questo punto di vista può restare tranquilla, poiché sicuramente non le farà alcun male. < Cos'è successo? > Domanda, subito dopo, or calmatasi, ma se la ragazza restasse ancora lì, potrà sentire lieve calore provenire dalla pelle - di più di un normale essere umano - e il battito del cuore, sì regolare, ma molto molto più veloce del normale. Un "Tum-Tum" forsennato per lo spavento di farle del male. [ Tentativo Attivazione Hijutsu Yoton lv.4 - Chakra: 116/120 - Equip On ]

15:07 Hanako Yui:
  [Giardino della Magione] Continua a frignare, proprio come i bambini, continuando a singhiozzare - non si è nemmeno accorta che stava per venir affettata dalla spada di lei. Il tocco di Furaya è caldo, molto caldo, una temperatura diversa dal tipico calore umano, e oltre ad esso può anche sentire il lieve battito della donna. Si struscia con il volto, poi tira su con il naso, con le lacrime che le scendono dalle guance. E' orribilmente adorabile in quel caso, anzi, soprattutto in quel caso, con le guance arrossate, gli occhi lucidi e la bocca leggermente dischiusa. Sospira e cerca di calmarsi, accorta della figuraccia che ha fatto; si è praticamente addossata all'altra di punto in bianco senza darle modo di digerire la cosa o di salutare, e per giunta è scoppiata a piangere come una bambina. Finalmente nota la katana che l'altra tiene mano e timidamente si allontana di qualche passo, forse l'ha disturbata? <S-scusa, stavi facendo qualcosa di importante?> Scuote la testolina ed insieme ad essi anche i lunghi capelli neri. <Non volevo disturbarti...> Inizia a fissare i sandali, imbarazzata e con le guance rosse. Ora le mani ben incrociate dietro la schiena. Esala un respiro e scruta la figura dell'altra, che sembra indossare una maglia a rete, simile ad una di quelle che ha a casa nascoste nell'armadio. <E' davvero bello...questo giardino... adoro quell'albero, lo fisserei per intere ore...> Prova a smorzare un po' la tensione creata da lei. <E-ecco...> Su forza Hanako, ce la puoi fare! <Ti andrebbe di parlare... con me? Ho tante cose da dirti ed ecco... mi sembri la persona adatta, mi hai ispirato fiducia fin dall'inizio e-e-...sob> Ed eccola che ricomincia nuovamente a piangere, come una reazione a catena, sembra che i suoi occhi non siano mai stanchi di far uscire continue lacrime. Il petto le brucia leggermente, insieme alla gola, a causa dei flebili singhiozzi. Gli occhi si stanno gonfiando e la vista è leggermente sfocata a causa delle troppe lacrime. <L-l-la mia famiglia mi ha sempre mentito!> Altri singhiozzi. Non può fare a meno di fare la fontanella, visto che ormai il dolore che si porta dietro è troppo, fin troppo, non riesce a reggere tutte queste emozioni da sola, neanche quando abitava da sola, senza famiglia, ha accumulato così tanto; solitamente era abituata a piangere da sola, ma le lacrime escono senza rifletterci più di tanto.

11:19 Furaya:
 No, ma stava facendo qualcosa di importante prima che arrivasse Hanako, buttandosi tra le gemelle di lei? La Katana è ancora tenuta nella dritta, allontanata dal petto e dal punto in cui si è intrufolata la ragazzina. Difficile dire quanti anni abbia adesso, a giudicare da come pianga, singhiozzi e si lamenti. Sembra esattamente una bambina, magari caoricciosa o forse no. < Stavo solo sistemando questa vecchia Katana. È un ricordo di famiglia. > La Consigliera fa anche dello spirito? La Katana con la quale uccise Ryota, adesso, è un cimelio di famiglia? Fa quasi ridere, ma preferisce tenersi le cose per sé, anche perché non è sicura che Hanako capirebbe, e non ha bisogno tuttora di parlarne. <Non disturbi,in fondo il giardino può essere visitato da tutti. Delle volte, però, mi tocca usarlo per sistemare questi oggetti. > Indica la Spada, muovendola tramite polso.. [ Tlack ] ..e permettendole di osservare la lama semidistrutta, rovinata in molti punti e dall'elsa sfilacciata. Sempre la solita. Rivolge la punta verso il terreno, mentre la mano mancina va a sollevarsi, direzionando il palmo e le dita verso la nuca della Tsukyiori. Vi si poggia in modo delicato, insinuando la sommità delle dita tra i capelli neri altrui. Quasi fosse un gatto che le avesse chiesto dei grattini, inizia a muovere dapprima in tondo, e subitaneamente dall'alto al basso la mano. < Se vuoi parlarmi, innanzitutto, smettila di piangere. Non ti capisco se nel frattempo singhiozzi. > Il tono sembra serio, ma in realtà è più sul gentile, poiché vuol sempre aiutare chi ha bisogno di lei, qualsiasi sia il motivo. La tiene, dunque, ancora contro di sé, nonostante possa essere rischioso, avendo quella lava sottocute, che potrebbe fungere da armatura istantanea se necessaria. Tuttavia, c'è da ricordare che ha un controllo ormai ottimale dello Yoton, ragion per cui non corre alcun rischio di ustionare Hanako (?). Col fatto che già rischiava di affettarla con la Katana, poi. E quella spada ha ucciso solo un uomo, e tale deve restare. < Bello, vero? A me piacciono un sacco questo tipo di fiori e di profumo. > Ammette, poiché lei stessa profuma quasi sempre di fiori, qualsiasi essi siano purché abbiano un profumo buono. < Dimmi tutto, allora. C'entra Hayato? > Ma non farle queste domande e lasciala parlare da sola, perdiana. < Le famiglie mentono sempre su qualche particolare. > Sicuramente, solo che delle volte i particolari possono essere molto profondi, oscuri e brutti da conoscere, man mano che si scava a fondo. < Vuoi vedere come riparo la Katana? Ti ascolto comunque mentre parli. > Propone, come a volerla tranquillizzare, a modo suo. [ Chk On - Equip On ]

11:37 Furaya:
 [E] [ Hijutsu Yoton lvl4 On - Chk: 112/120 ]

11:44 Hanako Yui:
  [Giardino della Magione] Singhiozza ancora per interi minuti, poi, alla fine sembra calmarsi lentamente e porta la piccola mano sul volto e con un veloce gesto va ad afferrare le ultime lacrime con l'indice, poi sospira e dà un ultimo sguardo all'albero mentre è ancora attaccata all'altra, che inizia ad accarezzarle i capelli. <Okay...> Esala un respiro. <Ho smesso di piangere, visto?> Prende le proprie guance con le mani e inizia a tirarle in modo a formare una smorfia parecchio buffa. Lascia andare le guance e il viso si cruccia. <Sì è bello, del resto come tutta la natura. La natura è un posto meraviglioso, così come gli animali, mi è sempre piaciuto stare all'aria aperta o iniziare a fare yoga seduta nelle vicinanze di qualche cascata.> Beh c'è da dire che Hanako e la natura sono parecchio affini, soprattutto se si tratta di un posto silenzioso e senza scocciatori. Affonda la faccia nel petto della ragazza espirando a pieni polmoni un profumo di fiori, vagamente simile al suo - rose e vaniglia. Inizia a staccarsi in modo da non infastidire troppo l'altra ed inizia a scaricare il peso sulle proprie ginocchia, piegandosi un po'. <Hai davvero un buon profumo.> Afferma, uno di quei profumi che piacciono a lei, che sa di 'casa'. I singhiozzi ormai sono praticamente un ricordo lontano ma la fanciulla non può fare a meno di essere tremendamente triste. Alla domanda aggrotta le sopracciglia e porta le braccia dietro alla schiena inarcando leggermente il busto. <No... Hayato non ha fatto niente...> Continua a scrutarla. Non sa proprio da dove cominciare, ha così tante cose da dire che rischia di esplodere come un fiume in piena, ma non vuole piangere più, vuole imparare ad essere più forte a credere in se stessa. <Grazie...> Un sussurro flebile verso l'altra che ha comunque accettato di buon grado il suo sfogo improvviso, avrebbe anche potuto cacciarla ma non l'ha fatto, si è sorbita ogni singolo secondo del suo pianto e questo per Hanako è un gesto molto bello, infatti non può fare a meno di sorridere dolcemente alla donna, ha quasi voglia di abbracciarla una seconda volta. Mugola qualcosa di incomprensibile. <Beh, non ho passato molto tempo con la mia famiglia, in fin dei conti... Visto che tutti i membri sono morti di tubercolosi nel giro di qualche mese. Non ho potuto fare niente oltre a lavorare tutto il giorno per cercare di guadagnare qualcosa in modo da riuscire a comprare le medicine...> Non ha paura di nascondere cò che è stato il suo passato, non ne ha bisogno, nascondere una parte di esso è come nascondere se stessa, sono questi i momenti che spesso e volentieri 'forgiano' la propria personalità. Ridacchia, una risata mesta e malinconica, nonostante tutto quello che sua madre le ha nascosto non può fare a meno di ricordarla come la dolce donna che ha cercato sempre di renderla felice nonostante la sua famiglia fosse abbastanza povera. <Sì, voglio vedere!> E' affascinata, effettivamente non ha mai visto un fabbro all'opera. <Beh... sai, non so se qualcuno te lo ha già detto o se hai visto quel libro che a quanto pare sembra sia un cimelio di famiglia. Mia madre è una Nara...> Schiude la bocca e guarda davanti a sé, fissa un punto fisso con lo sguardo nel vuoto. <Non so se tu la conoscevi o l'hai mai incontrata di sfuggita... però mia madre si trova in quel libro quindi sono certa al 100% che lei appartenesse a questo clan.> Il clan delle Ombre. Sua madre le ha sempre raccontato che proveniva da una famiglia di sarti, non da un clan di nobili ninja. Sbuffa pesantemente.

12:27 Furaya:
 Sorride innanzi alle parole di lei, che la vedono smettere di piangere e frignare, asciugandosi le lacrime. Cede, invece, la mano che non la tiene serrata contro di sé, bensì la lascia libera di allontanarsi, qualora non voglia più stare a contatto con la Nara. < Sei buffa~ > Ridacchia nel notare la faccia buffa che, appunto, Hanako compie. < Io ho un sacco di animali. > Commenta in sua direzione, stringendosi nelle spalle, mentre permette alla ragazzina di restarle ancora appiccicata, almeno finché non si sarà ripresa del tutto dal pianto. < Allora, ti piacerà visitare la Cascata dell'Epilogo. > Commenta come se niente fosse, volendo di proposito cambiare in parte argomento, affinché la situazione non le pesi più di tanto. < Ooww. > Inaspettato il gesto di Hanako, la quale si fionda contro il petto della Consigliera, inspirando a pieni polmoni l'odore che emana la di lei pelle e gli abiti indossati. < G-Grazie. > Commenta, con le gote lievemente arrossite, dato il punto in cui la ragazzina si è poggiata per sentirne il profumo. < Mhmm.. Va bene. > Asserisce, per quanto riguarda Hayato, il quale ha comunque spiegato alla Consigliera che non farebbe mai del male ad Hanako, e dunque vuol fidarsi di lui. < Tubercolosi? Mi spiace.. > Commenta, aggrottando le sopracciglia, seppur continuando ad ascoltare quanto viene pronunciato dalla Tsukiyori, con vivo interesse. < Anche io non ho vissuto molto con la mia famiglia, posso forse riuscire a comprenderti. > Non lo dà per scontato, tuttavia. Nel frattempo, inizia ad alternare le inferiori leve, in modo tale che possa raggiungere la propria postazione, sita nell'angolo più lontano dal Sakura, cosicché non sia minacciato dalla donna dai rosei capelli. Quivi, è già posato un incudine sul quale è possibile lavorare e, accanto al quale, è posato anche un martello e qualche altro attrezzo di dubbio utilizzo per Chi non è un fabbro. Ciò che un occhio attento potrà vedere, è come il terreno sotto i di lei piedi sia privo di erba, bensì c'è solo un terreno bruciato, evidentemente. Per questo, si pone lontana dall'albero. < Ti chiedo di restare dietro le mie spalle, perché non voglio che ti bruci. > Le intima, puegando il capo lateralmente e osservando oltre la propria spalla manca, avendo di già preceduto la giovane. Dunque, essendo lo Yoton di già attivo, andrebbe a confluirlo all'interno delle ghiandole salivari, poste sotto la lingua. Da qui, chiudendo le labbra per formare una piccola o, farebbe partire un getto di pura lava bollente, la quale sarebbe precisamente diretta verso il piatto della lama non ancora lavorato. La suddetta dovrebbe iniziare a divenire incandescente, mentre la Nara tenta di controllare come può il proprio flusso di Lava, cosicché non vada a minacciare chi le sta attorno. È qualcosa di insolito per un konohano, ma non per lei. < Dimmi il suo nome. Non penso di conoscerla, ma chissà. Piuttosto, mi chiedevo come facessi ad avere tutti quei libri sui Nara e gli altri Clan. > Una domanda indiretta. [ Conoscenza dei Metalli e delle Armi - Arte della Fusione lvl4 ON - Chk: 108/120 ]

13:49 Hanako Yui:
  [Giardino della Magione] Ridacchia di gusto, sa di essere buffa. Alza le spalle e porta l'indice della mano destra fra el labbra. <Non ho mai visto la Cascata dell'Epilogo, sarebbe bello se un giorno tu mi portassi lì, magari possiamo fare una scampagnata insieme visto che abbiamo gusti molto simili, a quanto pare.> Lo sguardo si fa più serio, e lontana dalla donna la quale sembra stia forgiando qualcosa con una serie di strumenti di cui non conosce minimamente l'esistenza, o il nome. Si avvicina all'albero con grandi passi e poi si appoggia con la schiena al tronco iniziando a scivolare contro di esso fino a finire con il sedere appoggiato al terreno, le gambe leggermente piegate e le mani disposte ai lati, poggiate al terreno. E' davvero rilassante per la fanciulla quel giardino, adora ogni singolo dettaglio infatti non può fare a meno di sorridere in continuazione nonostante il macigno che grava sul suo cuore. <Neanche tu hai vissuto con la tua famiglia?> Si, forse hanno un po' troppo in comune. Avvolge le gambe con le braccia e le porta al petto iniziando a dondolare il piccolo corpicino a destra e a sinistra. <Non ho potuto fare niente per loro...> Ed è una cosa che la distrugge, praticamente uno di quei traumi che si porterà dietro per tutta la vita. <...avrei potuto salvarli se solo avessi avuto qualche soldo in più...> Del resto, aveva solo sette anni quando accadde il tutto; cosa poteva fare una bambina? Nonostante l'età ha comunque cominciato a lavorare pesantemente in mezzo ai campi. Inizia a mordicchiare il labbro e lascia che i suoi occhi vengano nascosti dalla frangia scura. Poi rimane in silenzio per un po', continuando ad osservare i movimenti dell'altra che sembra parecchio concentrata nel suo lavoro, così appassionata. <Tieni a quella spada?> Sembra quasi un oggetto prezioso da custodire. Umetta il labbro superiore mentre la vede all'opera con l'arte della Fusione. Stacca le mani dalle gambe e le unisce fra di loro, battendole leggermente. <Si chiamava...> Lo sguardo si volge al cielo e una serie di flashback si fanno strada nella sua mente, inizialmente una serie di ricordi belli, tipici momenti di famiglia - nel quale è presente anche sua sorella, fino ad arrivare ad un'effimera immagine, una tomba, tante tombe. Viene assalita dalla angoscia e dalla solitudine per qualche minuto, le manca l'aria. Apre la bocca come per iniziare a parlare, poi la richiude, fin troppo pensierosa. <...Akemi Nara...questo era il suo nome...> Alla fine è sempre stata una bambina lasciata da sola al suo destino, ma non si è di certo lasciata 'sconfiggere' da una cosa simile, anzi, ha cercato di farne un punto di forza. <...nella mia vecchia casa, qui a Konoha...> Ovvero dove abitava la sua famiglia prima di trasferirsi a Kiri. <Nella mia stanza... sotto alla scrivania c'è una botola ben nascosta da sguardi indiscreti. L'ho vista per puro caso e sono riuscita ad aprirla trovando un mucchio di libri, una vera e propria biblioteca!> A lei piace molto leggere, infatti non ha potuto fare a meno di curiosare in giro per il posto. <Insieme a loro anche un piccolo forziere che ahimè, non sono riuscita ad aprire. Però sul dorso è disegnato qualcosa che riguarda il clan, non ho dato molta attenzione perché i libri erano parecchio interessanti. Potrei farti venire a casa mia...> Le propone con tono flebile.

14:25 Furaya:
 Inarca un sopracciglio nel sentire la proposta della ragazza, interrompendo il getto precedentemente utilizzato per iniziare a rendere incandescente la lama della Katana. < Sei sicura di voler fare una scampagnata con me? > Chiede, tornando nuovamente a guardare davanti a sé, recuperando il martello che serve per sistemare la Katana. Tramite movimento dell'arto superiore destro, alzando l'oggetto verso l'alto e, successivamente, riabbassando lo stesso verso il basso, precisamente sul piatto della lama, dal lato opposto rispetto a quello che ha già sistemato la volta precedente che ha potuto avere un po' di tempo libero per lavorarci. < Ho vissuto con i miei genitori fino all'età di otto anni. Poi.. > Si stringe nelle spalle, senza distogliere lo sguardo dall'arma, dandole ancora le spalle. < ..ho semplicemente vagato alla ricerca di qualcuno che mi desse un'ospitalità. > Ryota Nara non era ben visto neppure allora, quando si finse morto, attaccando Kuugo Gaito col quale, ormai, s'era già alleato da tempo. Ed essendo sua figlia, è palese come il dissenso da parte della popolazione fosse normale, naturale. Non c'era niente di sbagliato, l'avrebbe fatto chiunque. < Mi dispiace per quello che è successo alla tua famiglia.. > Le parole sono contornate da metallo che sbatte contro altro metallo, seppur di leghe profondamente diverse. Il braccio destrorso si muove veloce, seguendo sempre la medesima traiettoria, dall'alto al basso, spostandosi di qualche grado affinché possa sistemare tutto il filo e la lama in sé. La sinistra, invece, sorregge la Katana tramite l'elsa che, nonostante tutto, resta sfilacciata e distrutta: andrebbe rifatta daccapo. La domanda che viene successivamente posta da Hanako, fa sì ch'ella ci rifletta prima di darle una risposta esaustiva. < No, non ci tengo a questa spada, ma è parte del motivo che mi ha spinto ad essere quella che sono e che voglio essere. > Spiega brevemente con un piccolo sospiro. Durante tutto ciò, il martello viene posato al fianco della spada, sull'incudine, poiché preferisce avere silenzio - in un certo senso - quando ha bisogno di spiegare qualcosa di importante come questo. Perché può anche darsi che sia una domanda come un'altra, ma per la Consigliera quella Katana risveglia una storia, una parte di sé, veramente profonda. < Akemi Nara. No, non penso di conoscerla, mi spiace.. > Asserisce, dispiacendosi nuovamente, dal momento che non riesce a fare per lei più di questo. Le lancia un'occhiata da sopra la spalla, espirando. < Se c'è il simbolo del Clan, mi piacerebbe molto vedere questo forziere. > Dovrebbe riuscire ad aprirlo senza nessun problema, a dirla tutta. < Cosa hai scoperto, quindi, su questi libri? Hayato mi ha fatto vedere dei fascicoli che lo riguardano e che gli hai dato tu. E' corretto? > Domanda, senza nessuna inflessione, in realtà appare calma, ma curiosa al contempo. Riprende fiato, prima di scaricare un'altra colata lavica, ovviamente contenuta sia nel getto che nella quantità, diretta sempre verso il piatto della Katana, affinché possa lavorarci conseguenzialmente. [ Conoscenza dei Metalli e delle Armi - Arte della Fusione lvl4 ON - Chk: 104/120 ]

15:03 Hanako Yui:
  [Giardino della Magione] Aggrotta la fronte. <Perché non dovrei essere sicura al riguardo? Cosa c'è di male nel fare una scampagnata?> Alza le spalle e poi le irrigidisce. Sospira più e più volte, rammollendosi. Adesso le gambe penzolano ai lati, la testa è leggermente inclinata verso sinistra, gli occhi socchiusi. <Sai, a quanto pare abbiamo molte cose in comune...> Inizia a cantare un piccolo motivetto tipico di Konoha, o meglio, non sa dove lo ha sentito, lo conosce praticamente da sempre. La voce è soave, quasi angelica. Lei stessa si rilassa solo grazie al suo canto. <Tranquilla, ormai è passato. Sono passati quasi dieci anni, da quel giorno... ho superato gran parte del mio dolore, altro me lo porto dietro come se fosse un macigno, sempre dentro di me. Ovviamente cerco sempre di non far pesare le mie problematiche a nessuno, so che a volte possono infastidire, davvero. Aiuto sempre chi ne ha bisogno e mi mostro sempre con il sorriso stampato in faccia. La gente a volte non ci conosce per quello che siamo realmente, indossiamo maschere, recitiamo in continuazione. Spero siamo davvero 'noi' solo con pochi eletti.> Gli angoli della bocca si sollevano, formando un sorriso parecchio triste. <Sembravi così affezionata a quella spada quindi mi sono fatta due domande, ovviamente è stata solo una semplice impressione, a quanto pare.> Sospira e scuote la testa. <Grazie comunque Fufu-chan, hai già fatto molto per me solo ascoltando il mio ridicolo sfogo, non piango spesso ma questa volta mi è venuto decisamente naturale. > Continua a dondolarsi come una bambina mentre la scruta da lontano. <I libri parlano anche di molte tecniche, a quanto pare e addirittura alcuni sono chiusi con un lucchetto o con dei sigilli, quindi mi è impossibile aprirli. Per essere chiusi in quella maniera sicuramente nascondono qualche segreto...> Ci pensa su, erano davvero tanti i libri chiusi con il lucchetto. <...quindi se mia madre è una Nara, Fufu-chan... io chi sono? Sono sempre Hanako?> Una domanda genuina tanto ingenua, ma con una domanda ben precisa. Anche lei fa parte dei Nara?

15:29 Furaya:
 < Non c'è niente di male. Intendevo se volessi davvero farla con me. Non sono.. noiosa? > Storce il nasino, arricciando le labbra. < Spesso mi han detto che parlo troppo. > E' assurdo per lei avere degli amici, figuriamoci se di sesso femminile. L'è sembrato sempre così astruso. Gira il capo in sua direzione, sgranando leggermente le palpebre, anche se sul di lei viso compare un piccolo sorrisetto. < Va bene, comunque. Cercheremo di.. fare questa scampagnata. > Distende le labbra in un altro sorriso, rivolgendolo questa volta verso Hanako, sincera e amichevole. < Molte cose in comune che, tuttavia, sarebbe meglio non fossero accadute. Avrei preferito avere una famiglia normale. > Scrolla le spalle, tornando verso la Katana e l'incudine, usufruendo nuovamente del martello. Il braccio destrorso s'alza verso l'alto, riabbassandosi velocemente verso il basso, affinché il martello vada a spiattellarsi - non in senso plateale - sul piatto della lama della Katana. Si mordicchia l'interno della guancia destra, attenta a quello che sta facendo col martello e con la lava, la quale viene continuamente gettata a ridosso della lama, la quale dovrebbe essere ormai incandescente, raggiungendo un livello di gradazione tale da poter essere lavorata e sistemata. Al contempo, seppur la lava schizzi nei dintorni, non dovrebbe causare incendi né lei ne risentirebbe, dal momento che è immune alla Lava che lei stessa secerne, per non parlare del fatto che quella naturale può essere sfruttata a suo piacimento. < Tu hai solo i ricordi. Io ho delle cicatrici che mi ricordano, ogni volta che mi guardo allo specchio, ciò che ho dovuto passare e subire. Non so se possa definirmi invidiosa di te, oppure preferire ancora ciò che sono e che ho avuto da questa vita. > Il martello continua a sbattere con forza contro la lama, dall'alto al basso, per il suo totale, dal momento che va lavorata e sistemata, soprattutto il filo che, conseguenzialmente, dovrà essere nuovamente affilata come si deve. < E.. Concordo. > Su quello che riguarda le maschere che tutti sono costretti ad indossare, dal momento che in realtà è proprio così. Anche lei stessa è costretta ad indossare delle maschere, in qualsiasi contesto, da anni ormai, per evitare di manifestare all'esterno ciò che sente e ciò che ha dovuto sopportare tutto da sola. < Tu avevi Hayato. Io non avevo nessuno. > Un sibilo, quasi sprezzante, non sa neppure per quale motivo sia uscito fuori, tant'è che si mordicchia il labbro inferiore e l'ultimo colpo di martello viene inferto con troppa forza, tant'è che si ferma, tenendo ancor gli aggeggi tra le mani. < Vedremo, appena possibile verrò a dare un'occhiata. > Specifica verso di lei, sbattendo le palpebre, scuotendo appena il capo per riprendersi prima di, sorpresa, girarsi di scatto in sua direzione, lasciando però il martello e la Katana sull'incudine. La lava s'è ormai solidificata al suolo. < Tu sei sempre Hanako! Sarai anche una Nara, s'è per questo. Ma non è veramente importante in base al fatto che tu sia chi sei stata finora. Non cambierà nulla. Avrai soltanto una nuova famiglia che ti accetterà per quella che sei. > Conclude. [ Conoscenza dei Metalli e delle Armi - Arte della Fusione lvl4 ON - Chk: 100/120 ]

14:43 Hanako Yui:
  [Giardino della Magione] Arriccia le labbra in una smorfia e incrocia le gambe, appoggiando la schiena al tronco. Alza lo sguardo così da osservare i petali rosa porporino. Respira a pieni polmoni, godendo di quell'aria aperta che le piace tanto. <Parli troppo?> Aggrotta le sopracciglia e unisce le due piccole mani, incrociandole e poggiale sulle gambe. <Non sei noiosa, anzi. E se tu sei noiosa come dicono gli altri, allora parlare con me è un vero e proprio mortorio.> Ridacchia di buon gusto, sperando di divertire l'altra. <Spesso non devi sentire i pareri altrui, non fanno altro che ferirti.> Inizia a battere le mani, un applauso verso Furaya. <Scampagnata, scampagnata!> Canticchia dondolandosi allegramente, stranamente si trova molto bene in compagnia della donna. Il sorriso si spegne. <Figurati, anche a me sarebbe piaciuta una vita più.. normale? Magari da bambina normale... il passato...> Una smorfia che le prende tutto il viso, e una piccola e solitaria lacrima scende. <...non si può cambiare...> Sospira, asciugandola con il dorso della mano, sorridendo all'altra. A volte pensare troppo può solo distruggerti, ecco perché bisogna prendere la vita con più spensieratezza. Sbuffa, pensante. <Anche io mi farò tante cicatrici, cosa credi? Le cicatrici sono parte di noi, a volte, bisogna accettarle e basta. Io credo che... tu non debba essere invidiosa di me, anzi, forse dovrei esserlo di te...> Inizia a picchiettare il tallone al pavimento, con un certo ritmo. <Avevo Hayato?> Sospira continuandno a mantenere quel sorriso triste. <Ho incontrato nuovamente Hayato da poco, per il resto, posso solo dirti che ho passato dieci anni nella più totale solitudine, non ho mai avuto un vero amico, solo conoscenti. Il mio carattere timido e chiuso mi ha portato a disprezzare un po' il mondo, così ho iniziato avere problemi a stringere amicizie, purtroppo, per fortuna sto ricominciando.> Scuote la testa e nota il cambio di tonalità nella voce di lei, spera di non star recando disturbo alla donna. Socchiude gli occhi qualche secondo, mentre sul suo viso spuntano diverse espressioni buffe. <Una nuova famiglia?> Ridacchia e appoggia il capo sulle gambe piegate verso l'alto. <Mi accetteresti, davvero?> Il tono è flebile, praticamente un sussurro. <N-non sono... un fastidio?> Squadra l'altra stringendo le labbra in una linea.

15:40 Furaya:
 Risolleva la Katana, riprendendo fiato. La Lava verrebbe fatta fluire verso le ghiandole salivari, sotto la lingua. La farebbe confluire, fuoriuscendo dalle ghiandole, nella cavità orale. Quivi, farebbe sì che, socchiudendo le labbra per formare una piccola "o", il getto assuma una grandezza molto inferiore rispetto ai quaranta centimetri massimi. Spingerebbe il getto verso la lama della Katana, tenendola sollevata innanzi al proprio volto, ma non eccessivamente. La lava ch'è caduta sul terreno s'è ormai solidificata, raggiungendo quel colorito nero, al suolo. Fatto ciò, la Lama dovrebbe comunque divenire incandescente come poc'anzi. Questa volta, si concentrerebbe maggiormente in prossimità della punta della lama, affinché possa batter il martello finché l'acciaio è caldo. < Non è un mortorio. Mi sta piacendo parlare con te. Sei un'ottima compagnia mentre lavoro. > Distende le labbra in un piccolo sorrisetto, mentre il martello viene sollevato verso l'alto, per poi discendere verso il basso con la forza posseduta. Il suono che rimbomba è, come sempre, quello di metallo contro metallo, mentre cerca di riparare la propria Katana. < Hai ragione. Devo smettere di sentire il parere altrui, quando non serve. > Espira, continuando ad ascoltare quanto viene pronunciato dalla ragazzina, la quale s'apre facilmente con la Consigliera, forse perché quest'ultima ispira fiducia. Lascia il martello, posandolo affianco alla Katana, discostandosi dal bancone, per potersi avvicinare ad Hanako, posta sotto l'albero di ciliegio. < A volte, è il passato a ricordarci chi siamo. > Non sa cos'altro dire a tal proposito, per cui sceglie soltanto di avvicinarsi alla ragazzina, d'abbassarsi qualora quest'ultima sia piegata e/o seduta sotto l'albero in questione. < Certe volte, non si riesce ad accettare tutte le cicatrici che si hanno sul corpo. In realtà, è più la persona che ce le ha fatte a farci penare, anziché l'esistenza stessa di quei segni. > Asserisce in direzione di Hanako con volto tranquillo, quasi addolcito mentre parla con la Deshi, forse perché quest'ultima le ispira tenerezza, fiducia a sua volta. < Io avevo degli amici, una volta. Avevamo formato un team. Il corso degli eventi me li ha portati via, tutti e due. Sono da sola anche io. > Non si direbbe, a giudicare da quanta gente la conosce, da quanta la saluta, o semplicemente le porta rispetto. Eppure lei, di così vicino, come potrebbe essere un amico, non ha nessuno se non i propri animali, se non la propria Ombra. Poggiata al suolo tramite le ginocchia flesse in precedenza, allargherebbe le braccia come farebbe una madre, come farebbe una famiglia. < Vieni qua. > Un singolo istante che sancisce qualcosa di.. eterno? [ Chk On - Conoscenza dei Metalli e delle Armi - Arte della Fusione lvl4 ON - Chk: 96/120 ]

16:24 Hanako Yui:
  [Giardino della Magione] Sospira e sorride. <Davvero non sono un mortorio?> Alza le spalle, leggermente ansiosa, non ha molta stima di sé, quindi si tiene dentro l'eterna paura di venire giudicata. <Allora ti crederò!> Sorride dolcemente e distende le gambe in avanti, accavallandole. Si stacca dal tronco, chinando un po' il busto. <Non è pesante, quel martello?> Lei non riuscirebbe neanche a sollevare un'anguria, per intenderci. Ha delle braccina così minuscole che è praticamente una cosa impensabile. Alza lentamente lo sguardo al cielo e nota che qualche nuvola passa, coprendo di tanto in tanto la luce solare. <Esatto, a volte bisogna credere di più in noi stessi piuttosto che in altre persone...> Sbatte gli occhi quando nota che l'altra si sta avvicinando a lei. <Hai finito di lavorare a quella katana?> Sospira, chissà che lavoro può fare lei, magari la cuoca visto che cucinare è praticamente il suo hobby primario. <Ti piace mangiare?> Lo sguardo si fa più dolce. <So cucinare tante cose, un mondo di cose, quindi potrei preparararti qualcosa di tanto in tanto. Tu che dici?> Alza la mano e la avvicina al volto dell'altra e afferra una ciocca rosata con una certa delicatezza. Nell'aria si espande un buon profumo di fiori quali orchidee e viburni. <Che belli i tuoi capelli... hanno un bel colore, proprio come i petali di questo albero; morbidi e delicati...> Ridacchia e lascia ricadere la ciocca. Inclina la testa, dubbiosa mentre l'altra parla. <A volte non si riesce nemmeno ad accettare il proprio passato, Fufu-chan...oltre che le cicatrici...> Chiude gli occhi qualche secondo mantenendo la sua solita calma. Lo sa bene che non è facile accettare il proprio passato, o le proprie colpe, o il fatto di avere dei perenni sensi di colpa. <Non sono mai stata propensa a farmi degli amici in realtà...> Porta l'indice all'altezza del mento, con una posa un po' pesante, lo sguardo sempre fisso su di lei. <Uhm... credo che Hayato sia uno dei pochi eletti; di solito non sto simpatica a tutti...> Abbassa lo sguardo e sospira pesantemente. <Sarà il mio carattere?> Scuote la testa, eppure è sempre così gentile con tutti, forse quel comportamento è sbagliato? Afferra nuovamente la ciocca dei capelli di Fufu-chan, sporgendosi un po' per passarla dietro l'orecchio, sorridendogli dolcemente a qualche centimetro dal suo viso. <Secondo me!> Incomincia con tono speranzoso e quasi eroico. <Ti farai tanti amici! Sei una brava persona Fufu-chan, sono gli altri che non provano a conoscerti, tutti che vedono quella patina, vedono la te 'consigliera' non 'Furaya'. Non credi?> S'imbrocia terribilmente, constatando le sue stesse parole. Incrocia le braccia, con la guancia sinistra più gonfia della destra. Uno sguardo che ha qualcosa di parecchio bambinesco. Furaya inizia ad allargare le braccia e lo sguardo di Hanako si illumina, le labbra si spalancano leggermente e le guance si arrossano. <Fufu-chaaaaaaaaan!> Non può fare a meno di buttarsi di tutto peso nelle braccia dell'altra, stringendola forte, allacciando le braccia dietro la sua schiena. Il volto si sfrega un po' sulla maglia della donna, si sente quasi a casa.

16:46 Furaya:
 Scuote il capo un paio di volte innanzi alla domanda della Deshi, distendendo le labbra in un piccolo sorriso. < Nient'affatto. > Alla curiosità successiva, volge lo sguardo verso l'oggetto citato da lei, osservandolo come se avesse qualcosa di strano e stesse guardando il martello per la prima volta in vita sua. < Non lo è molto, in realtà. Potrebbe sembrare. > Riferendosi alla pesantezza dell'oggetto che, nonostante tutto, riesce a gestire in modo ragguardevole. < E' più preoccupante il fatto che abbia usato della Lava pura, ma scelgo di proposito questa area del Giardino. > Proprio per evitare che l'esterno bruci o che qualcuno/qualcosa si faccia del male. Ad ogni modo, ha terminato, almeno in parte, di sistemare quell'Arma. < Ho finito per oggi. > La mancina l'afferra e la solleva alla luce diurna. I due piatti son riusciti, forse con qualche piccola imperfezione ancora, non essendo abilissima come Fabbro, per ora. < C'è ancora un po' da fare. > Asserisce, piegando la testa verso destra. < Innanzitutto, va affilata nuovamente. > Questo è certo, poiché il filo non è esattamente quello di un tempo, avendo affrontato intemperie di ogni tipo ed essendo stata infilzata nel terreno per ben tre anni, prima di andare a riprendersela, quando ha bruciato il cadavere di Ryota. < D-Davvero sai cucinare? Io sono una frana, eheheh. > Non sta scherzando, a ben vedere sa cucinare il Ramen, ma non è bravissima nell'arte culinaria né ha interesse nel diventarlo. < Allora, mi farai assaggiare qualcosa di buono, mh? > Speranzosa, sorridendole nuovamente con fare amichevole. Almeno una volta, riesce ad esserlo sinceramente. Timoreggiata dall'alzarsi della mano della Deshi, quasi indietreggia, prima di notar come cerchi di afferrare una ciocca dei capelli rossastri della Nara, non per farle del male, bensì per ammirarli. Sgrana un poco gli occhi e la scruta con le proprie iridi azzurre. < Mia madre era una Uzumaki. I loro capelli sono sempre stati di questa tonalità, anche se i suoi erano molto più accesi. > Mentre a lei, che dir si voglia, sembrano quasi stantii. < E i suoi erano stupendi, oltre che molto lunghi. > Ricorda vagamente Kaneko, sua madre, dal momento ch'è morta quando lei aveva soltanto una decina d'anni, però non può e non potrà mai dimenticare quella particolarità che le piaceva tanto. < Lo so bene, purtroppo. Ma bisogna farlo, no? > Si stringe un poco nelle spalle, apparentemente quasi una rassegnazione da parte sua nei confronti del passato che si porta sulle spalle e anche dietro le stesse. < O sarà perché non ci provi neppure a fartene? Probabilmente, non ti senti a tuo agio, ti chiudi e non mostri niente di te. > Ipotizza, cercando di trovare anche un modo, per la ragazzina, di farsi degli amici. Lei, personalmente parlando, ci ha rinunciato né vuole legarsi veramente a qualcuno. La lascia fare quando, per la seconda volta, prende una ciocca dei capelli della Consigliera e gliela sposta. Questa volta, al contrario della prima, non ha timore né indietreggia, bensì resta ferma con un sorriso che s'allunga sul volto della donna, il quale addirittura s'accende, radioso. La accoglie tra le sue braccia con un sorriso vivido, acceso, finalmente felice. La stringe a sé, da dietro la schiena col palmo aperto. < Hai una casa dove stare? > Che sia un invito? Un qualcosa? Per ora, tuttavia, questo nuovo traguardo - d'amicizia, di speranza - quivi si concluderà. [ End ]

17:15 Hanako Yui:
  [Giardino della Magione] Continua a tenere stretta l'altra in un tenero abbraccio. <S-si so cucinare, dolci, sushi, tempura; tutti i piatti che tu possa desiderare!> Ridacchia allegramente e poi un lieve sospiro esce dalle sue labbra, un po' come se fosse perennemente abbattuta, quasi arresa all'evidenza. Forse è vero che non mostra mai niente di sé agli altri, una sorta di abitudine che ha acquisito negli anni. <La verità è che si ci abitua a tutto, anche a far finta di esserci abituati, come nel mio caso. Sono sempre stata una persona molto sensibile, però ecco, la mia vera natura è sempre rimasta sotto chiave. Facevo finta di essere quella forte, che non viene abbattuta da niente...> Abbassa lo sguardo. <Però mi sa che non sono mai riuscita in questo mio intento, Fufu-chan, tutte le volte che tornavo a casa mi ritrovavo a piangere nella mia stanza, da sola, senza nessuno. Forse i primi che sbagliamo siamo proprio noi, siamo noi che a volte tendiamo ad infliggerci ferite più di quanto non lo faccia qualcun altro...> Stringe di più l'abbraccio, accarezzando i capelli. La fanciulla si accorge come è semplice abbassare la guardia di fronte a persone che magari ti ispirano più fiducia di altre, quelle persone che magari sono un po' simili a te, che sanno bene cosa tu hai passato e allora non hai mica bisogno di nasconderti. Qualche attimo di silenzio mentre un venticello fa svolazzare i capelli di entrambe. <...grazie...grazie per avermi ricordato quanto fosse bello stare fra le braccia di qualcuno di cui ti fidi davvero, una di quelle fiducie che scattano a primo sguardo...> Una leggera carezza sulla schiena mentre nella sua mente riaffiora un ricordo di sua madre, o meglio, una frase che le sentiva dire spesso: 'ricordati di non dare mai per scontato chi ti sta accanto', sospira alzando gli angoli della bocca, sta praticamente scoppiando di gioia. <Mh... sì, però vivo da sola ecco, diciamo che non è una casa particolarmente grande come la tua eheheh, una casa piccola ed accogliente, forse un po' vecchiotta.> Ridacchia ed espira a pieni polmoni il profumo di fiori che sta avvolgendo le due figure, sì, quel posto, quell'albero, quell'odore terribilmente buono... si sente a casa. [END]

Nel Giardino della Magione dei Nara, Furaya sta riparando la propria Katana. Hanako le si fionda addosso, piangendo, rischiando addirittura di ferirsi, e da qui ne conseguono degli scambi di pensiero.

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