[Hanako si allena con l'umile abitante della terra (Akendo)]
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Giocata dal 04/06/2017 16:58 al 05/06/2017 00:54 nella chat "Prateria della Memoria"
[Monumento] Un sol splendente illumina l’intera nazione del fuoco, in particolare il famoso villaggio segreto della foglia, colpito numerose volte al cuore, si è sempre rialzato mai indifeso, mai abbandonato a se stesso. I violacei occhi, seppur appassiti dai mille sforzi, si estendono proprio li, verso quell’enorme prateria mista di terra lercia ed alberi poco più lontani, il monumento ai caduti è l’unica cosa che pare aver senso in quel loco, li Il Rikudo Sennin contempla diversi nomi, chi più famoso chi meno, che hanno dato la vita per il villaggio, per preservare questa cosiddetta volontà del fuoco, quella di cui tanto parla Hitomu, ma ancora non comprende appieno queste dinamiche umane legate al villaggio, difficile gli viene da capire come sia possibile che ideologie o semplice parole spingano non per anni ma per intere ere, altre persone a preservare e perseguire quel determinato cammino. Ai suoi occhi sono più menti influenzabili che altro…e mentre si strugge nella propria mente il villaggio continua a vivere, ormai pomeriggio, da diverse ore tutti sono ormai attivi, dai mercanti ai più anziani fino ai bambini, chi troppo piccolo per intraprendere ancora la via del ninja, chi in preparazione ad una futura missione, come milioni di formiche, si muovono, compongono quel che è il villaggio. Dunque cosa è il villaggio? E no, non si parla in termini tecnici, né di gerarchia, forse la risposta più vicina risiede nel comprendere la famosa e leggendaria volontà del fuoco, tutto torna sempre a quello stramaledettissimo punto, inutile forse pensarci più di tanto, del resto chi se non le leggendarie figure che hanno solcato coi propri passi queste terre ninja, potrebbero spiegarlo? Ormai storia nelle menti dei più anziani, racconti e fiabe per le orecchie dei più giovani, eppure perdurano ancora oggi, tramandate di generazioni in generazioni forse per ricordare semplicemente, forse…nella speranza che arrivi il tempo di nuovi ninja, nuova speranza. Pensieri puerili, volti solo ad allenare la propria mente, che ora abbracciano la mente del Rikudo Sennin, intento a godersi ancora per un po’ quel sole che illumina viso e capelli, spoglio di qualsivoglia divisa, se non per del tessuto di soffice tela nero a coprirne busto e gambe, con dei semplici sandali in legno poggiati al suo fianco, non vi sono ne Katane ne armatura a proteggerlo, inerme li rimane a fissare quel monumento…. il bulbo oculare estendersi anche oltre il semplice monumento, l’odore saggiare tramite il proprio naso, il rumore dei passeri ed il loro cinguettiero catturato dalle proprie orecchie, il diaframma che sale e scende, inspira ed espira, cercando pace e meditazione, nulla di più ora che deve riposare, l’enorme sforzo nell’aver riportato nel mondo dei vivi Katsumi Uchiha Seiun, forse per capriccio forse per necessità, il divenire di un piano più grande, il segreto per l’immortalità forse, ancora pesano sulla sua mente e salute, in via di recupero nonostante siano passato davvero parecchio tempo, un’altra inconfutabile prova che l’enorme potere del rinnegan esige solamente un sacrificio ancora più grande. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane] [Nelle vicinanze del monumento] Ha da poco concluso l'esame teorico all'Accademia Ninja; proprio come aveva previsto, lo ha superato senza sforzi particolari, l'unica cosa che è rimasta è l'ansia. Sì, perché la fanciulla è un continuo vivere di ansia e di insicurezze. Forse il sentirsi inadatta, o più semplicemente, la poca fiducia in se stessa l'hanno portata fino a quel 'traguardo', un traguardo parecchio deludente... e deplorevole. Porta le mani dietro la schiena e per qualche attimo volge lo sguardo al proprio vestiario. Il torace è fasciato da un semplice bustino bianco merlettato e con la scollatura a cuore, le gambe portano un paio di calze a rete e dei semplici short neri. I capelli corvini sono arruffati e sciolti lungo le spalle. Continua a camminare totalmente distratta, e giunge in un punto totalmente nuovo, mai visto. Beh, effettivamente non è che ci sia molto da vedere a Konoha, tra il monte e il centro e i quartieri dedicati ai clan. Inspira più volte, e con passo particolarmente lento e la mancina infilata dentro la tasca dei suoi pantaloncini neri, continua ad incamminarsi senza un particolare punto preciso. La sua testa è piena di dubbi, una spirale di pensieri: non può fare a meno di pensare in un loop senza fine a sua madre, che per anni, interi anni - fin dalla nascita, le ha nascosto una grande verità. La donna faceva parte del clan Nara, e neanche lei può quasi crederlo possibile. Tante ferite ormai porta con sé, ed insieme ad essa un'infinita solitudine - smorzata dalla presenza di Hayato, che la incoraggia e la ama. Batte gli occhi lucidi più volte, ed inizia ad osservare il posto dove è giunta da qualche minuto. Non c'è molto da vedere, effettivamente, oltre il prato non molto pulito e della terra. Sembra quasi che qualcuno si sia dimenticato dell'esistenza di quel terreno, come sempre, i superiori si dimenticano di queste cose. Sospira e continua ad incamminarsi, facendo risuonare i piccoli passi grazie al pestare dell'erba. Forse non potrebbe neanche stare lì, a dir la verità, ma poco importa, sembra rilassante. Lei adora il silenzio, la pace dei sensi. Vede qualcosa di diverso, inarca un sopracciglio e volge lo sguardo all'oggetto. Una statua, dedicata a qualcosa. Piega le ginocchia per leggere la scritta posta sotto la statua. <Dedicata ai caduti di Konoha...> Oh bene, è finita proprio in un posto allegro. Rabbrividisce e stringe le spalle, ha quasi voglia di tornare indietro, ma non lo fa. Si accuccia nelle vicinanze della statua e continua a stare immersa nei suoi pensieri con le ginocchia vicine al petto e le braccia che avvolgono il tutto. Gli occhi sono sempre lucidi, come se il pianto fosse dietro l'angolo. I minuti passano e dagli occhi non uscono lacrime, ma davano segno di averne sparse tante in quei giorni. Sorride. Uno di quei sorrisi amari che ormai fa troppo spesso, perché nonostante il suo passato non può fare a meno di aiutare e sostenere chiunque. Il sole batte forte sul capo, neanche la statua le dà il giusto riparo, a quanto pare. Sente dei respiri e sussulta, sembra che Hanako non sia l'unica in quel posto, ma ha troppi pensiero per la testa per andare a controllare chi sia; tra la Golden Week e i venditori ambulati, a Konoha c'è troppo fracasso e lei è lì proprio per rilassarsi. [Monumento] Il tempo passa le nuvole si susseguono, oscurando di tanto in tanto la vista di quel magnifico sole, così pregno d’energia, dei passi in lontananza catturerebbero il suo udito, passi leggeri, non troppo pesanti né troppo decisi, una andatura lenta, è incredibile come quante deduzioni si possano fare solo dal semplice rumore dei passi di una persona. Ovviamente non vi è motivo per allarmarsi, dai più svariati motivi al motivo stesso dell’andatura, pochi passi, prima che la figura si palesi, ma senza darne troppo conto, supererebbe Akendo, andando a leggere la descrizione del monumento per poi sedersi poco più in là. Raro che non riconosca la figura del possessore del Rinnegan e ancor di più del Sannin della foglia, ma ben venga, di certo non è uno che ama farsi il bagno nella folla, senza contare che non è di certo ai livelli di favore come Sanosuke o il fu Jiraya, gli ultimi due che hanno ricoperto una carica come la sua. Nonostante Hitomu abbia risaltato le sue qualità e tutto ciò che ha fatto per il villaggio, rimarrà sempre il possessore del Rinnegan, la paura precede la fama e la distruzione è l’unico ricordo, ma anche qui…non che gli dispiaccia, ne li biasima, un Sannin della foglia che non è del villaggio di Konoha, ha un che di controsenso, nemmeno lui ci credeva quando Hitomu lo ha annunciato, davanti a tutti, l’intero villaggio, non crede molto in queste cose, ma crede, in parte allo Hokage e per tanto crederà nella sua decisione. Lo sguardo è fisso sul monumento mentre ad ogni nome scorto, di quelli importanti, rammenterebbe gesta e ricordi che ormai solo anziani e libri di storia sanno, volgendo solo a quel punto il capo verso la fanciulla, vociando come una semplice volata di vento, un leggero sussurro <sei qui poiché tra questi nomi vi è qualcuno a te caro?> d’altronde per recarsi in quel loco non vi sarebbero poi tanti motivi a meno che <o per caso, come me, credi che sia uno dei posti più tranquilli che il Villaggio di Konohagakure possa offrire?> semplici domande le sue, in ogni caso, mosse da semplice curiosità, lungi da se farsi gli affari di qualcun altro. Attendendo una risposta, si sistemerebbe il lungo e folto cuoio capelluto nero, ora in balia di un venticello bizzarro, smuovendo l’intera massa di capelli, mentre drappi del suo semplice vestiario, privo di armi o altro, ondulerebbero a ritmo, cullate da quel venticello passeggero. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane] [Monumento] Ancora avvolta nella sua massa di pensieri, sussulta verso la figura che le sta rivolgendo la parola. Praticamente salta sul posto come un coniglietto, e poi, dopo un grande respiro cerca di tranquilizzarsi, qualcuno che ti parla di punto in bianco è ovvio che spaventi. Lo scruta, ecco chi c'era oltre a lei. Il volto del signore non ha niente di familiare o di riconoscente. Alza le spalle mentre lo fissa quasi interessata, non lo ha mai visto al villaggio - beh non è che lei sia arrivata al villaggio da chissà quanto tempo, quindi non conosce molte persone. Sospira, spera di non fare qualche nuova figuraccia, tipico della ragazzina. Gli angoli della bocca si sollevano e con tutta tranquillità sorride all'uomo. Non riesce minimamente a decifrare l'età dell'altro, l'aspetto è comunque giovane, ma non può dire lo stesso del suo sguardo. Un po' come uno di quei fiori quasi appassiti, stanchi della vita, che si lasciano inesorabilmente trascinare dal tempo. Un leggero brivido percorre la sua colonna vertebrale. Schiude le labbra e memorizza per bene la nuova figura. Un'altra cosa che può dire è che rispetto a lei è decisamente alto, quindi per guardarlo deve per forza alzare il viso al cielo, o comunque verso la sagoma dell'altro. Le mano si uniscono, e si stringono fra di loro in una morsa, ancora non risponde. Sta in silenzio per un po' mentre il venticello passeggero le scompiglia i capelli. Scuote la testa, finalmente decisa ad aprire bocca. Il tono è cristallino ma allo stesso tempo parecchio basso, come a non voler disturbare, rimane comunque una statua ai caduti, non un posto dove fare baldoria. <Uhm... no, non direi. I miei genitori sono morti nove anni fa a causa della tubercolosi, a Kusa. Sono originaria di Konoha, ma non ricordo per niente la città, o gli abitanti, figuriamoci questo posto...> Umetta le labbra carnose mentre continua ad osservarlo. <Mi piace il silenzio...> Sospira. <Con tutto quel fracasso al villaggio mi è venuto un mal di testa assurdo, quindi, ho trovato per caso questo luogo così tranquillo e sono venuta a rilassarmi. Il caos non fa decisamente per me.> Ridacchia, sempre con tono basso. Inclina il viso mantenenendo un sorrisetto. <Con chi ho il piacere di parlare?> No, non lo conosce per niente; può essere una persona comune, un normale abitante del villaggio. Non serve essere timida in quelle situazioni, anzi, l'altro sembra apprezzare il silenzio tanto quanto lei se si trova lì, oppure è venuto a commemorare qualcuno. Porta una ciocca dietro l'orecchio ed osserva, improvvisamente incuriosita gli occhi dell'altro. <Belli i tuoi occhi, mi piace il viola. Che abilità oculare è?> Chiede totalmente ingenua. [Monumento] Osserva la figura a cui ha rivolto la parola poc’anzi, minuta, molto giovane, sicuramente più giovane di lui, che ormai per il mondo ninja si può dire di aver passato anche oltre l’età media, notevole ma non di certo un anziano, non ancora fortunatamente. Tornerebbe attento sui dettagli della ragazza, dal vestiario alle ciocche di capelli, sono dettagli di poco conto ma del resto unici nel loro genere e per tanto meritevoli di attenzione tanto quanto gli altri dettagli, così come le iridi d’ella o le pieghe del suo viso ancora acerbo, delicato ma immaturo, quando mostrano il sorriso. Attende dunque per pochi ma profondi silenzi che la voce d’ella lo raggiunga in modo da contemplarne l’intonazione ed il timbro, ma la risposta che riceve è di certo una di quelle che non ci si aspetta; sollevando il sopracciglio destro, incuriosito da quella risposta, ribatterebbe subito, schiudendo le labbra e lasciando che le sue di parole la raggiungano <a quanto pare non hai problemi a parlare di episodi che altri magari terrebbero nascosti agli altri o solo in presenza dei propri affetti divulgati…> lenta pausa, per poi abbozzare una specie di sorriso o quel che il suo viso riesce a ricreare come un sorriso un po’ deforme <mi piace come atteggiamento> il motivo ovviamente lo saprà solo lei, ma non importa più di tanto, le formalità a volte sono imposizione della società, altre volte necessarie, ma non sempre <ah ora mi è chiaro> avvicinandosi di qualche metro nella sua direzione, senza esagerare ovviamente, in modo da non invaderle la zona di confort attorno a lei, d’altronde non sa chi sia, uno sconosciuto a quanto pare, e non si meraviglia visto e considerato che a quanto pare manca da Konoha, questo spiega l’esser passato per un semplice abitante e lungi da contraddirla <Mi chiamo Akendo> un nome famoso in tutte le terre ninja certo, ma non così raro almeno crede, non che ci tenga a nascondere la propria identità né a sfoggiarla <un semplice visitatore della Golden Week> un sospiro prima di concludere <che come te trova fin troppo spiacevole il caos prodotto dalla festività, questo è uno dei migliori posti dove la pace prevale su tutto…azzeccato non trovi?> domanderebbe. Lo sguardo si porterebbe per un istante sul monumento, azzeccato più che mai, del resto i morti sono coloro tra i più silenziosi, guardiani dei vivi ed ottimi ascoltatori, si potrebbe dire che ognuno di noi viva in modo differente quel posto e susciti in noi differenti emozioni, forse è questo uno dei piaceri di questo posto, per la ragazzina ci sarà tempo per esplorare e soprattutto apprezzare i posti più rinomati e non di Konoha. La domanda calza a pennello, quella posta dalla ragazzina, parole, lente, flebili come un sospiro di vento nell’aria, raggiungerebbero la minuta figura <oh ti ringrazio, non sempre mi elogiano per i miei occhi> darebbe aria ai polmoni prima di continuare <solamente un difetto genetico, nessuna abilità in particolare tranne….> pausa lenta, profonda <la possibilità di realizzare qualsiasi desiderio> ironico il suo tono ovviamente, anche per sciogliere un po’ il ghiaccio. Ironico certo…ma non così distante dalla realtà, iridi violacee tornerebbero sulla ragazza <con chi invece ho il piacere di parlare> ponendole la stessa domanda fatta dalla ragazzina poc’anzi, attenderebbe, continuando ad accorciare le distanze tra i due. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane] [Monumento] Lo scruta, per un attimo si sente quasi presa in giro. Stacca le mani e le porta ad infilarsi entrambe dentro le piccole tasche dei jeans. Il volto si contrae in una piccola smorfia; cosa c'è di male nel parlare di episodi accaduti nel passato? E' vero che magari a volte può fare male, ma il passato è passato e rimarrà tale e probabilmente soltanto parlandone con qualcuno può liberare un po' del suo dolore che porta con sé come un pesante macigno. Non ha di certo bisogno di nascondersi come fanno molte persone; sembra quasi che quelle che tendono a nascondere il proprio passato allo stesso tempo si vergognano di loro stessi, la trova una cosa deplorevole e di cattivo gusto. Dovremmo accettare che quello che non c’è più, non ci sarà più, così come i suoi genitori, o sua sorella. Ridacchia e aggrotta le sopracciglia, arrossendo leggermente. <Non ho motivo di... nascondere quella che sono, nascondere il mio passato significa nascondere noi stessi. Tu non credi?> Sospira e guarda per qualche attimo il sole alto nel cielo. <...dal passato possiamo scappare oppure imparare qualcosa...> E probabilmente la fanciulla ha fatto entrambe le cose, quindi non può fare a meno di scuotere la testa e abbassare lo sguardo per osservare meglio gli occhi dell'altro. Si alza e fa qualche passo verso la figura, in modo da avvicinarsi e parlare meglio. Di scatto toglie le mani delle tasche e le batte, unendole per una seconda volta. Le guance si gonfiano, quasi delusa, ma passa praticamente subito. <Ohw...> Abbassa lo sguardo. <Quindi sei venuto a visitare Konoha per la Golden Week?> Adesso le mani si spostano sui fianchi, quasi dispiaciuta. <Hai degli occhi bellissimi, ci saresti stato bene come ninja, umpf... uno di quei ninja davvero forti, altro che l'hokage.> Che per la cronaca, per riparare quella dannata buca sono passati interi giorni, quindi non gli fa esattamente simpatia quella figura famosa. La sicurezza prima di tutto. Il venticello le scompiglia ancora di più i capelli scuri. <Oh il silenzio è davvero bello. Rilassante, fantastico. Una di quelle melodie che non tutti sono capaci di ascoltare; il silenzio a volte sa esprimere più delle parole. Ma non tutti capiscono.> Scuote la testa abbattuta, ormai ha perso fiducia in gran parte del genere umano, tutti così interessati al bere o al divertirsi, sono pochi ormai quelli che provano ad impegnarsi e a seguire i propri sogni. Si dondola sulle sue stesse gambe spostando il peso in continuazione, un po' come i bambini. <Uff, speravo davvero tu fossi un ninja!> Sgrana gli occhi. <Difetto genetico? Io non la vedrei così tragica.> Un sorriso quasi dolce. <A me piacciono, quindi non li vedo come un difetto, anzi, un punto di forza.> Un affermazione parecchio ingenua quanto genuina. Arrosisce quando le viene chiesto il suo nome. <Uhm...s-sono Hanako...> Balbetta improvvisamente. <E ho da poco superato l'esame teorico...> Non è esattamente contenta, sicuramente quello pratico sarà un disastro totale. <E' così difficile ma allo stesso tempo bello...essere dei ninja, ho delle scarse capacità in combattimento ma niente mi separerà dal mio sogno di diventare un eremita...> Rivela una piccola quanto grande parte di sé, una parte fondamentale, detta con molta tranquillità. <Davvero realizzi qualunque desiderio? Tipo come i personaggi dei miei libri?> Continua a sorridere, magari fosse davvero così, ma l'altro sembra parecchio ironico al riguardo, quasi infelice. Infatti se ne accorge, ma lo tiene per se. [Monumento] Ascolta le parole della ragazza, come sussurri nel vento, raggiungono le proprie orecchie, ascolta attento a tutto ciò che dice, trovandosi d’accordo, del resto puoi scappare quanto vuoi, ma ciò che sei non se ne andrà mai via, rimarrà lì, in attesa di emergere quando meno te lo aspetti, al contrario, fronteggiare a testa alta tutto ciò che si è subito, tutti i dispiaceri, piangere anche o arrabbiarsi, ma con la consapevolezza che domani saremo soli come ieri e come oggi e l’unica cosa è andare avanti, continuare a costruire per un proprio futuro, porsi degli obbiettivi prendere di petto le cose e continuare a vivere. Non è uno che dispensa parole a caso, al contrario ama la letteratura, la voce, le parole, la poesia, così come dare consigli in base alla sua esperienza <mi trovo più che d’accordo con quanto hai detto, nascondere non porta a nulla se non far finta che non esista, ma è uno sciocco pensiero pensare di rinnegare o far finta che nulla vi sia stato, al contrario come te stessa hai detto> un sospiro…< possiamo imparare> abbozzando un sorriso, sinceramente compiaciuto dalle parole della ragazza, che non perderebbe tempo per avvicinarsi anch’ella ed esprimere il suo disappunto sul fatto che sarebbe potuto essere un ninja fortissimo, non che non si possa mettere in dubbio del resto, divertito quasi da quelle parole, che donano un po’ di spensieratezza ai suoi pensieri che pesano come macigni sul proprio cuore. Ricambierebbe lo sguardo nei suoi occhi, ascoltando i suoi pensieri sul silenzio e di quanto sia profonda ed importante, preziosa si potrebbe pensare <il silenzio è forse uno dei misteri più belli del mondo, può donare come incutere, è armonioso, rilassante, ma può celare pericoli, è un grande enigma e non c’è nulla di più affascinante> sincere le sue parole, legate molto al concetto di buio, le tenebre ove il suo clan o meglio ex clan è nato, dove lui ha aperto gli occhi la prima e dove li ha chiusi l’ultima. Sentendo le sue ultime parole si avvicinerebbe pericolosamente alla ragazza, ma di pericoloso nei suoi gesti non vi è nulla anzi, lente e leggere le sue movenze, in modo da portarsi a contatto stretto e diretto tra le loro iridi, in modo che la ragazza possa osservare meglio quelle iridi e quel colore che tanto gli piacciono, sinceramente divertito da quelle parole, mai nessuno gli aveva fatto dei complimenti così semplici ma sinceri riguardo i propri occhi, per molti incutono terrore, per altri sono immensa fonte di poteri, per altri ancora una maledizione, tutto giusto, ma nessuno si era mai espresso in questo modo sui suoi occhi. Si distanzierebbe ora, anche per non invadere oltre i limiti della ragazza e darle un po’ di fiato, ascoltando i suoi desideri e l’essere ninja, poi infine la domanda, ovviamente nessuno è così realmente serio da poterlo credere no di certo, ma se la giovane Hanako ha quasi perso le speranze sul genere umano, Akendo invece, grazie a persone, anche ragazzi, come lei, capaci di esprimersi e dare un senso alle parole, formando pensieri ed altro, che il Rikudo Sennin percepisce che questo mondo non è ancora morto del tutto. Inspirerebbe, profondamente, prima di vociare in direzione della ragazza…< hai un bellissimo nome, sono sicuro che come ninja saresti perfetta, più di me sicuramente> lasciandosi scappare una sorta di risata per poi continuare <sono un umile abitante della terra, arrivato fino a qui per potermi rilassare ma se me lo permetterai> lunga pausa <solo per te, esaudirò il tuo desiderio di diventare ninja> si allontanerebbe quindi dal monumento, quanto basta perché sia al sicuro, invitandola poi con un cenno della mano destra a seguirlo vociando solo nel momento in cui la giovane lo seguirebbe <adesso fammi vedere quello che sai fare> cominciando a zampettare sulla punta dei piedi a tempo alternato, quasi come un mimo di un lottatore, palesemente impacciato, ma ovviamente lei non sa quanto si stia impegnando ad essere così scandaloso <qualche lezioni da ninja l’ho avuta anche io, ti aiuterò a superare l’esame pratico ed esaudire i tuoi desideri, forza, fammi vedere quello che sai fare> ora come ora sembrerebbe più un venditore di ramen che qualcuno capace di allenare o combattere. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane] [Monumento] Ridacchia e porta le braccia al petto, stringendosi con le spalle, l'uomo si è praticamente avvicinato in modo da fargli osservare meglio gli occhi viola che tanto le piaacciono. Inarca un sopracciglio quando gli fa un complimento sul suo nome, cosa più unica che rara visto che non lo ha mai apprezzato del tutto. <Un umile abitante della terra?> Continua a ridacchiare, le parole di Akendo sono molto belle, anzi, la colpiscono in pieno trovandosi d'accordo con ogni singola frase detta dall'altro. Arriccia le labbra dubbiosa. <Il mio desiderio... di diventare ninja?> Non capisce se vuole giocare o sta dicendo seriamente. Incrocia le braccia al petto mentre lo segue con lo sguardo fino a vederlo allontanare. Vede che le fa cenno di avvicinarsi. Si blocca improvvisamente e capisce. Sembra che l'uomo faccia sul serio, anzi, la sta incitando ad avvicinarsi e a combattere contro di lui. Aggrotta le sopracciglia, ancora non ci crede nemmeno lei. Un piccolo sbuffo esce dalle sue labbra. <Sei serio?> Lo trova quasi carino con quella posa buffa - sempre meglio di lei, ovviamente. Chissà quante risate si farà l'altro! Lo vede zampettare e schiude la bocca. <Sei buffo.> Afferma e ridacchia. La risata è cristallina e melodiosa. <Sai qualche secondo fa mi sembravi parecchio malinconico, sembri che tu ti sia ripreso.> E' un po' contenta in effetti. Si avvicina, titubante. E' comunque 'un umile abitante della terra', non può mica mettersi a fare jutsu a caso. Porta una mano alla nuca e la gratta sonoramente. Adesso è confusa. <Uhm...> Quindi, cosa dovrebbe fare adesso? Gli occhi si illuminano come due fari nella notte, quasi ha voglia di abbracciarlo. Saltella più volte sul posto in maniera infantile. <Mi aiuteresti davvero? Sai sono praticamente un caso da manicomio, ma se ti fidi di me allora possiamo provarci.> Un sonoro lamento, spera soltanto di non far stancare l'altro. Vuole solo migliorare con tutta se stessa nonostante sia difficile, dal suo canto. Forse prima di fare tutto il resto, deve impastare il chakra. Semplice abitante o meno, non si sa mai cosa ti può riservare la vita, oggi magari sei vivo e domani no. Porta in un gesto veloce le mani ad unirsi nel sigillo della Capra. Richiama l'energia psichica dalla fronte, e poi fa lo stesso con quella fisica dall'ombelico, dopo di che tenterebbe di condurre i due flussi di energia al centro del suo corpo, nel plesso solare. Un sospiro. Adesso le due energie confluiscono in un unico punto, al centro del suo petto. Adesso fonderebbe entrambe le energie, così facendo crea una nuova energia, il Chakra. Scioglie il sigillo e continua a fissare l'uomo. Okay fatto questo deve attaccarlo come se niente fosse? Pronta ad una nuova figuraccia? Allarga le gambe in modo da iniziare il tutto con una posa da 'combattimento' parecchio strana, con le braccia completamente distese davanti a sé e i palmi aperti, le dita a formare una sorta di ventaglio. Scatta in avanti, di qualche metro, verso l'altra figura [circa due metri], in modo da colpirlo con un calcio in pieno stomaco, il busto leggermente piegato in avanti, la gamba sinistra - che mantiene tutto il peso, è parecchio rigida. Grazie alla sua piccola statura è facile correre veloce o provare a colpire, ma senza forza dubita di fargli del male, probabilmente l'altro proverà del solletico. Se il 'colpo' fallisse la fanciulla probabilmente si ritroverà distesa al pavimento, uscita dall'ennesima brutta figura. [Impasto Chakra 4/4] [Movimento lieve 1/4] [Attacco 1/2] [Monumento] Ascolta ed osserva tutte le movenze della fanciulla, divertito per lo più dalla maggior parte delle sue parole e dal suo comportamento, infondo in quel che dice c’è del vero, rispetto a prima molti de suoi pensieri ora sono volati via, nascosti, in attesa di riaffiorare ma per adesso, rimarranno sopiti. Inarcherebbe un sopracciglio all’udir le parole d’ella <non c’è soddisfazione migliore di aiutare un futuro ninja, con tutti i miei mezzi possibili> d’altronde è un semplice umano, nulla di più. Ovviamente sta giocando, come non mai, si può quasi dire che la stia prendendo in giro ma se questo è il prezzo da pagare per farsi allenare direttamente dal Rikudo Sennin, bhè non è poi così male, inoltre, questa ragazza ha delle potenzialità se le coltiverà, potrà arrivare lontano, un giorno magari, raggiungere i suoi obbiettivi e desideri <non ti preoccupare, anche io sono un caso perso, ma insieme sono sicuro che riusciremo a farti migliorare e superare l’esame pratico> aggiungendo infine <sono più che serio> anche se dalle sue movenze sempre più accentuate sembrerebbe più impacciato che serio. Ora come ora però, c’è l’esame pratico, la base di tutto, l’esame che impone allo studente di mettere in pratica tutto ciò che ha studiato e tutte le tecniche apprese, Akendo non è mai stato un sensei, può essere una figura di riferimento, una guida, ma mai sensei, ci ha provato, con Kurako, ma non è finita bene purtroppo, incapace d’interpretare correttamente i sentimenti umani, ha lasciato che si allontanasse ed infine morisse, lasciando le spoglie terrene. Sbatterebbe le palpebre, scacciando quei ricordi, gli sembra quasi di ricordarsi i suoi di allenamenti, semplici, spensierati, due shuriken ed un tronchetto, la giovine non si perde d’animo, il richiamo del chakra pare ottimo ed efficace, indubbiamente un primo passo per l’allievo, comprendendo che comunque richieda una certa concentrazione a quel livello <Molto bene sembra che tu sia in grado di padroneggiare il richiamo del chakra> hai capito all’abitante della terra…sa il fatto suo, se non altro a livello teorico <ora se la memoria non mi inganna> continuerebbe a vociare in direzione della ragazza <procedi con la moltiplicazione…umana?> si gratterebbe con la destrosa il capo < ah no del corpo si dice del corpo ecco> e cavolo come si sta divertendo in questo momento, mettere in piedi tutto questo teatrino e recitare in questo modo, dovrebbero dargli una qualche sorta di premio. L’importante però non è come farlo ma farlo giusto? Quindi per quanto si stia divertendo…questo è a tutti gli effetti un allenamento e la ragazza lo scoprirà molto…ma molto presto. [richiesta di moltiplicazione del corpo] [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane] [Monumento] Sbuffa, perlomeno è riuscita ad impastare il chakra senza disastri particolari. <...> Rimane in silenzio, eppure inizia a non raccontargliela giusta, infatti, porta le mani ai fianchi, con i pugni chiusi e ben stretti. Sembra quasi divertito, le fa piacere, certo però si sente un caso disperato in confronto all'altro nonostante sembri parecchio buffo, ma in fondo non sta scherzando. Ridacchia a disagio. <Spero di non fare danni...> Lo spera davvero. Inarca leggermente la schiena e continua ad ascoltarlo mantenendo il sorriso di disagio. <...grazie?> Ne sa molto più di quello che si aspettava visto che diceva di essere un umile abitante, quindi in fin dei conti sa il fatto suo, anche se non sembra dimostrarlo apertamente. Sospira ascoltando le nuove istruzioni parecchio concentrata. Apre di bocco la bocca e respira a pieni polmoni, poi di colpo incomincia a ridere. <Io farei cambiare il nome della tecnica, è molto più bello moltiplicazione umana.> La risata si blocca mantenendo il piccolo sorriso. Batte le mani più e più volte come se fosse davanti ad un attore di qualche famoso teatro. Annuisce lentamente e si fa più seria, le labbra formano una linea dura e rigida. <Okay ci provo.> Adesso è un po' più convinta, soprattutto di se stessa. Forse deve imparare a volersi più bene, magari riuscirà ad acquistare più fiducia nelle sue, seppur semplici, capacità. Porta le mani a formare nuovamente dei sigilli, stavolta tutti in ordine, uno dietro l'altro, senza confondersi minimamente nei movimenti: bue, cane, drago, cinghiale. Ovviamente, per eseguire bene quella tecnica deve avere in testa la sua immagine, precisa in ogni dettaglio. Nonostante si tratti della sua persona, può anche sbagliare qualcosa, quindi si immagina per bene dalla testa ai piedi, anche gli abiti uguale a quelli che ha indosso. I capelli neri e scompigliati, gli occhi azzurri e vispi. L'altezza quasi inesistente e il corpo minuto ma formoso all'altezza del petto. Una volta memorizzata per bene la sua figura - sempre mantenendo l'ordine dei sigilli, condurebbe l'energia precedentemente impastata, attraverso i meridiani di flusso, per mandarla a tutte le parti del suo corpo tramite i vasi sanguigni. Apre le tsubo - le aperture disposte su tutto il suo corpo (sono 361 aperture), e proverebbe a far uscire la giusta quantità di chakra dal suo corpo. Adesso si ritrova a plasmare la quantità chakra fuoriuscita proprio accanto a lei, al suo fianco, in modo da riprodurre ad immagine e somiglianza la sua figura, perfetta in ogni singolo dettaglio. <Bushin no Jutsu.> Sussurra con voce talmente flebile che probabilmente sente solo lei. [Chakra 10/10 -> 8/10] [Tecnica della Moltiplicazione del Corpo.] [Monumento] Osserva con attenzione ogni movimento della ragazza, ne percepisce la concentrazione del momento, rispondendo di rimando alle sue parole e risata <sono molto fiducioso nelle tu capacità, non ti trattenere e mostrami di cosa sei capace> una risatina aggiungendo <vero? Anche secondo me sarebbe un nome più sensato e divertente, se ci pensi è anche logico non trovi? Domanda fine a se stessa, può essere di si come di no ma non si fermerebbe qui <d’altronde la tecnica si chiama moltiplicazione del corpo, però corpo non sta a significare nulla di specifico, un corpo può essere qualsiasi cosa, eppure….> attimi di pausa <non puoi moltiplicare altri se non te stesso, e noi siamo umani o persone> si gratterebbe il mento, quasi come fosse un professore <corpi è troppo generico, quindi per logica mi verrebbe da pensare che il nome più congruo possa essere moltiplicazione umana o della persona> dal mento passerebbe nuovamente alla testa, sbuffando ed infine espirando dalle narici <aaaaah> vocerebbe quasi stufo di pensarci <sarà per questo che non sono diventato un ninja, non ci ho mai capito granché> abbozzando un sorriso <ma ora bando alle ciance, il palco è tuo> riferendosi ovviamente alla tecnica, una sorta di esibizione, eppure non manca di incoraggiarla, nemmeno per un momento. La concentrazioni è molto più alta rispetto a prima, osserva la composizione dei sigilli, percepisce il cambiamento d’atteggiamento della ragazza e la volontà di riuscire nell’obbiettivo di utilizzare al tecnica della moltiplicazione del corpo, una sfortuna non poter utilizzare il Rinnegan o riuscirebbe anche ad oltrepassare il suo animo, osservare il suo chakra, analizzarla fino in fondo e comprendere effettivamente le sue capacità e soprattutto le sue basi, dove tutto inizia, ma farlo risulterebbe alquanto strano, vedersi illuminare di un intenso viola, non è cosa normale, ma non è un grosso problema, d’altronde anche senza il Rinnegan può analizzare come meglio vuole le capacità di una persona. La tecnica agisce, si completa, prende infine vita, una nuvola da l’annuncio, ciò che si mostrerà al suo diradarsi chiarirà l’effettiva qualità della tecnica e soprattutto delle capacità della non ancora kunoichi, nebbia diradarsi poco dopo, lasciando una minuta figura identica ad Hanako, unica differenza, una ciocca di capelli bianca, nulla di preoccupante però, un normalissimo errore, magari anche la tensione ha giocato a suo sfavore, ma nulla che la concentrazione non possa risolvere, riuscire già ad effettuare la tecnica di questa qualità è più che ottimo maaaaa. Gli occhi di Akendo la scrutano, le braccia conserte, ora il suo viso è crucciato, come se ci fosse qualcosa che non va, vuole mettere pressione e ansia alla ragazza, come in un contest e a lui decidere chi è il vincitore, infine, lo sguardo si ammorbidirebbe esclamando con voce pacata, come nulla fosse <avevi per caso intenzione di tingerti i capelli?> il torno non è ironico di più è anche alquanto scemo, una battuta che si spezza il momento, ma che abbia fatto sussultare più di una volta i cuori, non da meravigliarsi se venisse mandato a quel paese. Ma non finisce qui <Molto bene Hanako> chiamandola per nome <ora la parte più interessante, la tecnica del…> si interromperebbe di scatto, fissandola con occhi spalancati <del….> attimi di pausa <insomma quella tecnica dove tu scompari o vai via e al tuo posto appare un tronco di legno> le mani si porterebbe ambedue sui rispettivi fianchi, una sorta di posa da eroe <non ho mai capito come si faccia, ma sono sicuro che tu sappia di cosa stia parlando e che sappia come attuarla dico bene?> d’altronde è lei che è andata a lezione mica lui. Si sposterebbe di parecchi metri, forse anche troppi, ma del resto…è per la sua sicurezza, setaccerebbe a terra, alla ricerca di qualche sasso, trovandone giusti due di dimensione media, non esagerati insomma <heeeeeeey> urlerebbe a squarciagola, anche se poi non sono così distanti su via, una ventina di metri <ora ti lancio un sasso e ti dovrai sostituire oooooooook?> ma niente se non urla non va bene. Detto ciò, aspetterebbe che la ragazza abbia compreso che fare e si prepari, il destro impugnare il primo dei due sassi, caricare il braccio destro a se, mentre assumerebbe una posa vagamente e ripeto, vagamente simile ai lanciatori di ninja-Baseball (abbiamo appurato che esiste il ninja-calcio) però in lui risulterebbe più goffa come posa che professionale. Ed eccoci dunque alla resa dei conti manco fosse il mezzogiorno di fuoco, lo sguardo assottigliarsi, il destro rilasciare con tutta la sua non forza la pietra, che schizzerebbe all’inverosimile, colpa del dosaggio maldestro, mancando, se così si può dire, Hanako di un metro o due, <urcaaaaa che mira pessima che abbiamo qui> come se fosse un pregio <aspetta che riprovo> parole spese non a caso immediatamente, anche per evitare che la ragazza si guardi troppo attorno o vedrà che la pietra ha letteralmente trapassato due o tre alberi o chissà <questa è al pall—la pietra buona, quindi preparati e concentrati> stessa posa di prima. Fortunatamente questa volta riuscirebbe a dosare la propria forza, rilasciando il braccio caricato a fionda con un perfetto arco ed un ottima precisione, puntando allo sterno della ragazza, ora tocca a lei <cerca di schivarla o ti potresti fare male> che bell’incoraggiamento…veramente, ma non ha torto…ora tutto dipende da lei] [Se tecnica del lancio della pietra (?)] [forza 20] [Monumento] Sente, divertita e ridacchiante i discorsi di Akendo, trovandosi perfettamente d'accordo nonostante magari qualcuno possa trovarli fuorvianti o strani. <Il palco è mio?> Ride e porta una mano davanti la bocca. <Qui sei tu l'attore, ahah, io mi sto comportando il più naturalmente possibile.> Alza le spalle e fa una piccola giravolta scherzosa. Poi sbuffa, e gonfia le guance come i bambini. <Eehi! Non voglio assolutamente tingere i miei capelli.> E poi non si vede proprio con i capelli bianchi o argentati. Si sente osservata in malomodo da Akendo, infatti l'uomo ha il viso particolarmente crucciato - oppure sta cercando i metterle ansia e pressione. Alza gli angoli delle labbra e incrocia le braccia dietro la schiena, dondolandosi per un po'. <Tecnica della sostituzione, intendi?> Che può essere di due tipi: ninjutsu/taijutsu e semplice taijutsu, in cui devi appunto, cercare di schivare il colpo senza tronchi vari. Lo vede allontanarsi di metri e sospira, non vuole che qualcosa le arrivi in testa, effettivamente. Specie se si tratta di sassi. <Non avrai intenzione di farmi spuntare dei bernoccoli con quei...cosi!> Urla in direzione dell'uomo che si posiziona come se stesse giocando ad una partita di baseball, in cui, la poverina della situazione è la piccola fanciulla che rischia di beccarsi qualche bernoccolo sul capo o da qualunque altra parte. Sussulta quando un sasso le passa praticamente accanto, facendola tremare. <MA CHE-> Urla impaurita e gira per un attimo la testa verso il sasso ormai adagiato al terreno. Un brivido le percorre la schiena quando lo vede in mano con l'altro sasso. Non ha nessun tronchetto o fuda con sé, quindi è letteralmente costretta ad usare la sostituzione di II tipo, ovvero il Taijutsu, forse un piccolo punto debole per lei, ma può farcela. Sta puntando al suo sterno, e la cosa non le piace per niente, non vuole venire colpita da quel coso chiamato sasso. Così prende nuovamente consapevolezza del suo chakra precedentemente impastato e lo irradia a tutte le parti del suo corpo attraverso i vasi sanguigni, e in seguito, lo manderebbe tutto quanto verso gli arti inferiori, le sue gambe, e i suoi minuti piedi. Facendo così dovrebbe aumentare la sua velocità così come la propria destrezza, alzandola di molto, infatti è particolarmente confusa, e la vista leggermente sfocata quando scatta a tutta birra verso sinistra, infatti, rischia di inciampare sui suoi stessi piedi visto che le gambe stanno praticamente tremando. E' una tecnica che consuma il chakra in maniera particolare e lei sicuramente non ne ha moltissimo, quindi è facile stancarsi. Batte gli occhi parecchie volte prima di conquistare nuovamente la sua vista. Guarda Akendo, ormai molto lontano da lei visto che si è praticamente allontanata, anche se non di molto, da dove voleva lanciarle il sasso [circa un metro]. <Ecco!> Urla soddisfatta, con le gambe leggermente piegate e le mani appoggiate sulle rotule, intenta a prendere aria. <Non mi farò colpire da un sassolino! Anche senza quei dannati tronchetti!> E così, si accascia al terreno sulle sue stesse gambe, stanca ma soddisfatta, ma di certo non vuole dargliela vinta. E' ovvio che nonostante tutto vuole vincere, anche se con enorme fatica. E' sotto sotto ha ben capito che Akendo non è un semplice visitatore della Golden Week. [Chakra 8/10-> 5/10] [Tecnica sostituzione di II tipo] [Destrezza 30] [Tecnica istantanea 1/2] [Monumento] Il secondo lancio ha successo e precisione, ci mancherebbe del resto, tentando dunque di colpire lo sterno della ragazza, che fa fronte alla situazione ed impiega tutte le sue energie in quella che, ovviamente, per logica soluzione è la sostituzione di secondo tipo, non potendo attuare quella di primo, riuscendo così a non farsi confondere dal pastrocchio creato dalla ragazza, che forse non si è ancora accorta di star ripetendo praticamente quanto studiato in accademia e chiesto al teorico, una degna preparazione al pratico no? Lo scatto viene compiuto con successo, purtroppo l’alta velocità mal si lega alla mente non allenata della giovane, che perde quindi equilibrio e senso dell’orientamento, ritrovandosi a capitombolare direttamente a terra, nulla di grave ovviamente se non una sbucciatura sul ginocchio destro. Aria donata ai polmoni prima di vociare ad alta voce <heeeeeeey tutto bene?> andrebbe a chiedere ma sentendo subito risposta e vedendola cadere non può fare a meno di accertarsi comunque della situazione. Correrebbe dunque incontro alla giovane < sei stata brava ma hai esagerato, forse non era il caso, il mio lancio faceva anche un po’ schifo ahaah> grattandosi la testa con la destra e piegandosi sulle ginocchia in modo da avvicinarsi al corpo della ragazza, mentre indicherebbe con l’indice sinistro la pietra poco distante da loro a terra < ma bando alle ciance va tutto bene?> neanche il tempo di risponderle che si umetterebbe con la saliva il proprio indice destro vociando solo a quel punto <se ci sono ferite o sbucciature bisogna subito disinfettare con la saliva> scuotendo freneticamente la testa, come se annuisse alle proprie parole, serissimo oltretutto. E dunque ecco il dito salivoso cercare la ferita ed ondeggiare verso la ragazza, ma ad un palmo da lei esclamerebbe, chiudendo la mano destra <scherzo ovviamente> abbozzando un sorriso> <bisognerà però che tu la sciacqui appena tornata a casa> i giochi sembrerebbero fatti, ma a lei la scelta ora, la domanda le viene posta <ti va di continuare? So ancora due o tre trucchi che in combattimento ti potrebbero aiutare, ma se non ce la fai non è un problema. [chakra on] [rinnegan off] [no equip] [no katane] [Monumento] La testa le gira ancora un po', per fortuna è riuscita ad evitare con successo il sassolino malvagio. Al fronte di questo cerca di mettersi in una posizione più comoda, con il sedere completamente poggiato a terra. Effettivamente il ginocchio le brucia un po', ma neanche di che, è uno di quelle cose sorpassabili del resto. Prende un grande respiro e si rivolge all'altro, sorridendo leggermente. <Si, va tutto bene grazie.> Per fortuna è riuscita ad eseguire una tecnica da taijutser, un vero e proprio passo in avanti per la fanciulla dai capelli scuri. <Grazie!> Sorride dolcemente verso l'uomo, si sta quasi affezionando nonostante si tratti di un semplice visitatore della Golden Week, e probabilmente andrà via presto. Gonfia le guance e arriccia le labbra. <Se quel tiro faceva schifo, allora io sono l'hokage. Ho avuto davvero paura di venir colpita da quel sassolino malefico!> Scuote la testa e la faccia si fa schifata più secondo che passa. <S-s-saliva?!> No, non ha nessuna intenzione di farsi disinfettare il ginocchio destro tramite la saliva. Tutto, ma non quello. Infatti inizia a strisciare con il sedere per terra, allontanandosi dalla figura. Per fortuna tira un respiro di sollievo quando vede che l'altro stava scherzando. Okay, quindi, appena torna a casa dovrà sciacquarla per bene, magari ha del disinfettante da qualche parte. Volge lo sguardo al cielo, certo che si è fatto parecchio tardi, infatti è praticamente buio ed effettivamente intorno a loro non c'è molta luce. Tenta di rialzarsi seppur con qualche piccolo tremolio da parte delle ginocchia, ma per fortuna si tiene ancora in piedi. <Mi piacerebbe, ma effettivamente si è fatto tardi.> Sospira, si stava praticamente divertendo con l'umile abitante della terra. Incrocia le braccia al petto, sembra voglia chiedere qualcos altro. Sbuffa pesantemente e lo fissa per qualche secondo, totalmente pensante. Lo sguardo si cruccia. <Hai detto di essere un semplice visitatore... ma ora come ora non ci credo più di tanto.> Ride, non sa bene quale sia l'identità dell'altro, a parte il nome e i bellissimi occhi. <E spero proprio tu non te ne vada.> Si avvicina lentamente alla figura molto ben più alta di lei. Lo sguardo si fa più dolce, gli occhi quasi lucidi. <Okay, provo a chiederlo, non so nemmeno se accetterai una cosa simile.> Ormai il 'sasso' è stato lanciato, quindi tanto vale concludere la frase. <Non importa se non sei un ninja o meno, ma ti assicuro che sei molto intelligente e ho trovato la conversazione con te davvero interessante...> Sospira, ha quasi paura. <Diverresti il mio Sensei?> Unisce le mani fra di loro, incrociando le dita in una muta preghiera. Forse riceverà un rifiuto, molto probabilmente, ma mai smettere di sperare. Neanche in quel caso. [Chakra 5/10] Fortunatamente la donzella non si è fatta nulla di realmente grave come ferita, un po’ di acqua o disinfettante e domani sarà come nulla fosse <e comunque guarda che anche la saliva ha delle proprietà disinfettanti> cerca pure di spacciarle come lezioni mediche…mah questo abitante <in ogni caso entro domani al massimo sarai già in grado di saltare correre andare sui tetti o i muri> destra a premere contro il proprio mento <glia allievi già saltano e corrono sui muri come i ninja?> chiede di gusto Akendo per poi passare subito oltre alla questione vociando <non c’è nessun problema, in effetti si è fatto tardi, non conviene girovagare a tarda notte in luoghi così poco affollati> si struscerebbe le mani contro le braccia ad x, mimando una sorta di paura, sembra quasi vera, ma al massimo sembra uno scemo. Lo sguardo si poserebbe sulla giovane, ascoltandola e ribattendo immediatamente all’udir quelle parole <è vero non sono un semplice visitatore> oh no, colpo di scena…zan zan zaaaaan, un profondo respiro prima di porre la domanda da un milione di Yen <vado in lungo e in largo, oggi sono qui, domani sono la, posso essere sia qui che la quasi contemporaneamente> attimi di pausa <chi sono?> Ecco al fatidica domanda, a cui ovviamente non potrà mai rispondere, come se fosse possibile che un allieva sia conoscenza della tecnica suprema della dislocazione, che permettere di piegare il tempo e lo spazio, proiettandosi in un punto a piacere proprio delle mappe conosciute, purché si conosca il loco ovviamente. Eppure in quella domanda c’è quasi una punta d’ironia < è molto semplice> aspettato quanto basta per creare tensione e pathos<la risposta è> ci manca solo il rullo di tamburi <di-soc-cu-pa-to> andrebbe a fare lo spelling ripetendolo poi seguendo con l’indice le frasi scomposte <disoccupato> andrebbe ad abbozzare un sorriso <logico no? Ahahaha> e dire che forse la ragazza lo stava pure seguendo concentrata in quello strano enigma ma basta sciocchezze ed infantili azioni. La domanda della ragazza si fa largo tra le scemenze e le risate, è seria, come più non mai, decisa e dritta al punto, tanto da far quasi piacere al Rikudo Sennin, generalmente la gente chiede lezioni, chiede consigli o semplicemente è troppo intimidita o d impaurita da quella tetra figura che effettivamente è, portatrice di morte ma anche di vita in alcuni casi, la destra posarsi sul capo della ragazza, al cui tatto, percepisce la delicatezza dei suoi capelli e la morbidezza tramite i propri polpastrelli, cominciando quasi ad accarezzarla <non so quanto ti convenga che io sia il tuo sensei ahahaa> d’altronde è solo un umile disoccupato della terra <purtroppo io e il mondo ninja siamo mondi distanti> ed in un certo senso è anche vero ma nulla è perduta, prima che la ragazza rinunci del tutto, il possessore del Rinnegan aggiungerebbe <ma se me lo permetterai> breve pausa <solo per te, esaudirò il tuo desiderio di diventare ninja> ripeterebbe praticamente le stesse identiche frasi, dette poche ore fa ormai, spicciate parola per parola <magari non sarò il tuo sensei, ma qualche trucchetto lo conosco e insieme riuscirai sicuramente a passare l’esame pratico> pollice in su con il sinistro. Ascoltato tutto quello che la giovine avrebbe da dire, senza indugiare, la destra si porterebbe sulla spalla d’ella, girandola di spalle ed indicando poco distante da loro <che mi venga un colpo se quella non è la tecnica della palla che va a fuoco> con silenzio imbarazzante < o come si chiama> due passi indietro, approfittando di quel momento scemo di distrazione, per evaporare completamente da quel loco, alla massima velocità a sua disposizione, e la bassa mente allenata della giovine, una semplice folata di vento è l’unica cosa che potrebbe percepire Hanako, ma se vorrà sicuramente lo potrà rincontrare nel medesimo posto [END] [Monumento] Sapeva già che la saliva ha delle proprietà disinfettanti, ma la cosa le fa comunque parecchio schifo quindi scuote la testa in senso di diniego. Ha ragione, effettivamente non si sa mai cosa può accadere a quest'ora della notte, può tranquillamente arrivare chiunque. Alza la mano e lo indica con l'indice. <Ah-ah, allora avevo ragione! Non sei un semplice visitatore.> Canticchia allegra, poi rimane basita mentre continua ad ascoltare le sue parole. Stringe le spalle e le braccia, rabbrividisce. Sembra quasi una barzelletta e lei ci è pure finita dentro. <Semplice?> Inclina la testa continuando a fissare l'uomo, le braccia incrociate, i piedi uniti. Poi, all'improvviso risuonare delle parole va a sbattersi il palmo dritto sul viso. Eppure sperava in una risposta più seria, non... non quella! Diamine! <Umh... disoccupato?> Inarca un sopracciglio e stringe ancora di più le braccia. Si sente praticamente presa in giro però nonostante tutto è molto divertente, infatti incomincia a ridere mentre Akendo le posa una mano sul capo, fra i capelli, una cosa che trova molto carina, infatti socchiude gli occhi per qualche secondo, apprezzando quel tocco. <Ma come non mi conviene!!> Controbatte, spalanca i grandi occhi e batte il piede sinistro al terreno, facendo risuonare il tutto per il posto. Sospira, eppure ci ha seriamente sperato, lo voleva così tanto come Sensei nonostante non gli abbia praticamente rivelato niente di sé, a parte il nome. Chissà cos'altro può scoprire su di lui, magari al villaggio qualcuno lo conosce; chiederà sicuramente di lui a Fufu-chan. <Grazie comunque.> Sorride e alza altrettanto il pollice. Sa che lo cercherà ancora per allenarsi, e sicuramente lo farà in quel posto o magari si incontreranno casualmente da qualche altra parte, chissà... la sua attenzione viene improvvisamente spostata altrove visto che l'uomo decide di girarla di spalle per indicarle una palla di fuoco che nemmeno esiste. Che gli siano venute le allucinazioni? Prende un grande respiro e improvvisamente non sente più il tocco dell'altro. Si volta, aprendo la bocca per parlare ma si ferma in fretta. Akendo è praticamente sparito, volatilizzato come se niente fosse. Ma come diamine ha fatto?! Lo chiama ad alta voce un paio di volte, ma non ottiene la minima risposta. Abbassa lo sguardo al pavimento, adesso è praticamente abbattuta. E' andato via senza salutare, la prossima volta che lo incontra gli ribadirà questa cosa! E così, con passo lento e parecchio mogio - ma anche stanco, la fanciulla torna a casa, pensante, contenta e un po' abbattuta. [END]