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con Koichi, Zashiki, Hikari

11:35 Zashiki:
  [Locale Kukoku] Quanto tempo. Diamine quanto tempo è passato dall'ultima volta che ha messo piede in quel locale. E' passato davvero tanto tempo da quando ha lasciato il villaggio per un viaggio, un viaggio particolare, molto introspettivo. Un viaggio per cercare se stesso, per combattere quella malattia che lo affliggeva. Ha trovato una cura nella fede, nella spiritualità. Oggi è un persona diversa? Più o meno. Il caratteraccio, beh quello è rimasto, il DNA non può essere cambiato, così come il suo bell'aspetto da Dio Greco. Muove qualche passo all'interno del locale, ancora vuoto, del resto è presto per aprire, è presto per quello che è un locale notturno nonché centro della malavita Kusana. Indossa dei vestiti semplici quest'oggi , un paio di pantaloncini corti, verde scuro, una maglietta nera e a completare il tutto vi sono un paio di mocassini neri. Gli occhiali da sole sono incastrati nel colletto della maglietta, lasciati quasi a spenzolare. I corvini capelli invece sono completamente nascosti da una fedora, anche essa nera. Un look piuttosto estivo, ma si sa, al caldo non si comanda e nonostante tutto risulta essere elegante, come al suo solito. Si aggira in quel locale che è diventata la sua seconda casa. Passa prima tra i vari tavoli, puliti, ancora in ottimo stato. Controlla i vari divanetti, le sedie fino ad arrivare al bancone. Pregiato, anche esso in buono stato <Hanno fatto un buon lavoro, meglio per loro> freddo squadra tutta la stanza. Infine si dirige verso il privè, quel piccolo soppalco posto alla fine del locale, da li si può vedere tutto, si ha una visuale perfetta. Il privè è composto da un tavolo di vetro posto al centro e tre divanetti posizionati tutti intorno a al tavolo. Il giovane prende posizione nel divanetto centrale che punta direttamente sulla porta d'ingresso. Contempla un po' il silenzio, ha iniziato ad amarlo come non mai. Non sentire più quelle strane voci nella testa, una grande liberazione. Ma ora, domanda seria, avrà chiuso la porta? Chissà.

11:46 Hikari:
  [Locale Kukoku] Nuovo giorno, nuovo sole, nuova vita. No, non è affatto così. Non è per niente così. Come il sole continua il suo moto giorno per giorno, così la vita della genin kusana rimane immobile, paradossalmente, in un perpetuo avanzare nel vuoto. Non un filo di vento soffia in quella desolazione che la abita. Dal ritorno a Kusa è tutto precipitato, lentamente e in modo inesorabile, impercettibile alla protagonista degli eventi. Si è confrontata con nuove persone che hanno provato ad aiutarla, forse non del tutto inutilmente. Le resta un ultimo passo da compiere, ma non ci riesce: accettare la realtà. La realtà che può essere quella di un abbandono, di una scomparsa, o forse qualcosa di peggio. Non sa cosa sia successo, non può saperlo, forse non lo sa nessuno. Avrebbe dovuto parlare con Raion, ma ancora non l’ha fatto. E se qualunque cosa facesse fosse troppo tardi? Un animo ingenuo quello della giovane, che si rifiuta ancora di credere che il suo amato l’abbia abbandonata intenzionalmente. Non ce la fa più a pensare, sta per perdere il senno. Sarebbe bastata una lettera, una parola, ma niente. Fottutamente niente. Lentamente, la tristezza lascia spazio alla rabbia. Un sentimento forte e negativo le sta crescendo dentro senza che lei possa fermarlo. E’ troppo debole per farlo, ma allo stesso tempo vuole assecondarlo. Vagabondando per le vie del villaggio dell’Erba, completamente sovrappensiero, raggiunge una nuova zona. Vi è passata davvero poche volte, forse un paio quando distribuiva volantini per la bottega di Shoto. Qualche negozio, qualche passante, qualche locale. Uno fra questi la attira, poiché diverso dagli altri. Dall’esterno parrebbe un locale che vive solamente la sera, al contrario di tutti gli altri lì attorno. Si avvicina incuriosita, sbirciando all’interno. Le luci sono accese, ma pare non esserci nessuno. Forse ha appena aperto, e l’idea di un locale notturno è solo una sua supposizione sbagliata. Beh, le servirebbe qualcosa da bere, o da mangiare. Tanto vale tentare. Davanti alla porta ha un attimo di esitazione, bloccata da uno strano presentimento che però ignora. Scuote la testa ed entra all’interno. I capelli ondeggiano in una coda di cavallo, splendenti, appena lavati. Indossa un vestito nero che termina con delle pieghe dalla vita in giù, a maniche corte. Beh, non proprio il colore perfetto in una giornata calda. Al collo porta il coprifronte di Kusa, un po’ largo. Solitamente è legato al capo, ma ha deciso che lo farà solo durante le missioni. Ai piedi, gli anfibi bordeaux usati durante il torneo dei villaggi. In fine, come sempre, il portakunai legato alla coscia sinistra. Entrata, si guarda attorno, non accorgendosi in quel vuoto della figura del padrone di casa. [Portakunai: 3xkunai]

11:59 Zashiki:
  [Locale Kukoku] Sovrappensiero, dannatamente sovrappensiero. Pensa, pensa tanto, forse troppo. Ma non si può diventare uno dei più importanti esponenti della Yakuza se non pensi, credo. Il giovane Doku incrocia le gambe, un movimento lento ma allo stesso tempo dannatamente elegante. La destra si porta sulla mancina e le mani, anche loro una sopra l'altra si poggiano sulla coscia della gamba destra. Una posa statuaria, marmorea. Lo sguardo, quello sguardo elettrico capace di donare soggezione a chiunque fissa un punto nel vuoto. Sta programmando il da farsi e ne ha veramente molto, ora che è tornato deve sistemare diverse cose. Tra cui la sua droga, dovrà sentire Rasetsu, assolutamente. Ma non è ora il momento di pensarci. La lingua bagna appena le labbra, labbra pallide, chiare, così come la sua carnagione. Nel silenzio più assoluto percepisce un rumore, provenire dalla porta. I sensi si allertano, gli occhi si assottigliano poggiandosi sulla porta d'ingresso. Vede entrare una figura e la squadra ben bene <Siamo chiusi> poi abbassa leggermente il tono di voce <Come doveva essere la porta, mannaggia a me>borbotta. A Zash, Zash, potrai essere cambiato ma il lupo perde il pelo ma non il vizio. Una fermezza di voce inquietante, un carisma disarmante eppure appena riconosce quella figura sussulta un poco. La lingua rapida schiocca contro il palato producendo un rumore sordo. La posizione non cambia, ma un filo di voce dovrebbe percorrere il locale e giungere alla ragazza <A questo punto o mi ami o mi perseguiti> si, l'ha riconosciuta ed è proprio per questo che la saluta con delle parole mai banali. Sta scherzando ovviamente, ma come si può percepirlo da una voce così seria, sicura di se e da un volto che ad ora non esprime emozione alcuna? Che succederà ora?

12:08 Hikari:
  [Locale Kukoku] Subito giunge una risposta, nonostante lei non abbia detto nulla. Ma come biasimare il ragazzo? Se sono chiusi, chiaramente lei non sarebbe dovuta entrare, eppure la porta era aperta. Lo sguardo saetta subito nella direzione da cui proviene la voce. Proprio quella voce. La voce che non avrebbe mai più voluto risentire. Si blocca qualche istante, incredula nel riconoscere, a metri di distanza, proprio il fautore di parte delle sue ansie. In questo periodo ha pensato parecchio alla minaccia rivoltale sui Monti Ardenti, e avrebbe voluto parlarne con Shitsui, ma non ci è riuscita. Troppe cose importanti non sono state dette. La cosa migliore sarebbe girare i tacchi e levare le tende, ma non vuole lasciarsi intimorire così facilmente. < In realtà credo sia il contrario. > nonostante tutti i loro incontri siano avvenuti per caso, la ragazza ha la ferma convinzione che in qualche modo quel pazzo la stia seguendo e spaventando di proposito. Fortunatamente finora si è rivelato innocuo. < Non è colpa mia se non chiudi la porta. > compie qualche passo all’interno del locale. Elegante, raffinato, aperto. Un luogo davvero bello e certamente molto più adatto a eventi notturni. < E’ tuo? > domanda, sollevando il dito indice e facendolo ruotare per indicare ciò che li circonda. [Portakunai: 3xkunai]

12:18 Zashiki:
  [Locale Kukoku] Non è più quello di una volta, probabilmente a quest'ora l'aveva già presa a calci fino a farla uscire. Ora no, è più calmo. La continua a fissare, quello sguardo pesante, blu elettrico ora è posto sulla figura della ragazza <Mmm> pensieroso <Non credo proprio, ma magari sarà la volontà dei Kami> si, ora è diventato abbastanza fissato con i Kami, la salvezza dell'anima e robe varie. Probabilmente non ci crede nemmeno lui, ma pazienza. E' un tipo strano e strano rimane. Sospira appena <E' colpa di questa> quindi l'indice della mano destra andrebbe a puntare la tempia <E della memoria che ormai non funziona più come prima> scuote appena la testa. Resta seduto ancora un po' di tempo, deve comprendere bene la situazione <Oramai…> sospende la frase. Un rapido movimento, portato sempre con eleganza, sfruttando le ben allenate gambe e le braccia, che andrebbero a puntare sul divano, per potersi alzare da quella comoda seduta. Inizia a muoversi, con una lentezza quasi surreale che rende il tutto più strano. Si dirige verso il bancone e non verso la ragazza <Vuoi qualcosa da bere?> essendo un locale molto frequentato c'è sempre qualcosa di buono da sorseggiare. Sbuffa appena però alla domanda della ragazza, valutandola quasi stupida <Secondo te, un posto così bello, rinomato, funzionale ed apprezzato di chi poteva essere se non mio?> modestia mia portami via. Diciamo che ha un'alta considerazione di se stesso e che l'autostima non manca mai. La squadra un ultima volta prima di scuotere nuovamente la testa <Torno dopo un po' di tempo e sei la prima persona che incontro, buffo> conclude così. Quindi prima di posizionarsi dietro al bancone andrebbe a sistemare uno sgabello così da dare un appoggio alla ragazza qualora voglia sedersi. Fatto ciò si posizionerebbe dietro al bancone, attendendo un eventuale ordine della ragazza.

12:32 Hikari:
  [Locale Kukoku] < Sì, come no. > scuote il capo all’affermazione di lui. Ci manca solamente un’entità superiore che le ponga un altro ostacolo davanti. Ogni passo pare essere falso ultimamente, ma che diamine sta succedendo? Sarebbe così bello se fosse tutto un sogno, un lungo e terribile sogno. Riporta lo sguardo sul ragazzo, incontrando le iridi azzurre che sembrano quasi essere troppo luminose per quel luogo. < Avrai sì e no vent’anni, già problemi di memoria? > anche se da uno come lui non sa più che cosa aspettarsi. Ha avuto modo di conoscere diversi lati della sua personalità, e forse il momento di giungere a una conclusione: o è lunatico, o soffre di qualche disturbo. Si può dire che lo aveva già capito, o meglio, intuito, ma non era mai diventato un dato di fatto. Per fortuna, oggi sembra essere preso bene, meglio evitare i casini. Lo segue sollevarsi dal divano e virare verso il bancone, alla sinistra di lei. < Hai qualcosa che cancelli la memoria o qualcosa di simile? > sospira a quella domanda, ben consapevole del fatto che ormai la situazione è quella che è, e non sarà certo una bevanda a poterla cambiare, ma potrebbe in qualche modo alleviare il dolore per qualche ora. < Beh, non avevo idea fossi un ristoratore. A dire la verità, ti facevo più un brutto ceffo. > e in realtà è proprio così, solo che la povera Hikari non ha idea dell’occupazione altrui, né tanto meno che quello è un locale piuttosto discutibile. Raggiunge lo sgabello fornitole dall’oste, per chiamarlo in modo particolare, e vi si siede. I gomiti si appoggiano sul bancone, mentre le mani accolgono il mento e le guance. < Già, l’ironia della vita. > risposta sarcastica alla considerazione dell’altro. Il primo giorno in cui è giunta a Kusa, Zashiki è stato il primo a degnarla di una qualche attenzione. Mentre adesso è lei il suo primo incontro dopo una permanenza all’esterno delle mura. < Fammi qualcosa che non sia troppo forte, non sono tipa da alcolici. > forse non è un bene lasciarsi alla mercé del peggior nemico, vero Hikari? [Portakunai: 3xkunai]

12:48 Zashiki:
  [Locale Kukoku] Abbozza un mezzo sorriso, che in realtà è quasi un ghigno, ma va be, questi sono particolari <Saranno le testate che ho tirato ai muri> quindi farebbe spallucce. Scuote la testa appena <Non dubitare mai della volontà dei Kami, se ci sono di mezzo loro tutto può essere> questa è la sua parte nuova, quella più "alta", "saggia" e "spirituale". La guarda curioso, è abbastanza empatico per capire che qualcosa non va <Si, qualcosa c'è l'ho> ed effettivamente è vero, ancora in via di sviluppo ma c'è. Chissà se a Rasetsu avrà fatto uno starnuto in quanto tirato in causa. Ma è giusto perdere la memoria? <Non credo sia una bella cosa perdere la memoria e te lo dice uno che probabilmente ne ha poca> afferma mentre inizia a muoversi dietro al bancone alla ricerca di qualcosa <Dove lo avranno messo quelle bastarde> scompare ora sotto il bancone, sta cercando qualcosa, ma cosa? Nel mentre continua a parlare con la ragazza <E chi ti dice che non lo sono?> infatti lo è, però shhh, silenzio <Hikari chan, alle volte l'apparenza inganna> adesso si mette persino a fare le morali. Una strana versione di Zashiki, una versione piacevole nonostante tutti i difetti che si porta dietro. Ascolta quindi anche la richiesta della ragazza e beh, non cambia l'idea che il giovane si era fatto <Dove diamine…> si interrompe prima di emergere di nuovo da sotto il bancone <Eccola qua> tra le mani stringe una bottiglia, quasi quadrata con all'interno un liquore dalla fattezza dorata <Il nettare degli Dei, così lo chiamo, uno dei migliori Bourbon in circolazione> spiega da bravo oste. Quindi appoggerebbe la bottiglia sul bancone prima di prelevare due bicchieri, piuttosto piccoli, di vetro. Stappa la bottiglia e li riempie. Fatto ciò richiude la bottiglia, lasciandola in bella mostra sul bancone e passerebbe uno dei due bicchieri alla ragazza. Fatto ciò con la destra prendere il suo di bicchiere e lo agiterebbe appena <Cosa c'è che non va?> si lo ha percepito a dispetto di ciò che sembra è dannatamente bravo a capire le persone, molto più che a combattere ad essere onesti.

13:29 Hikari:
  [Locale Kukoku] Il proprietario del locale comincia a trafficare, cercare qualcosa sotto al bancone, nascosto allo sguardo della giovane, che nel frattempo analizza per quanto può il posto. Deve aver parecchi soldi per essere riuscito ad aprire un locale simile, e soprattutto deve avere un certo seguito altrimenti senza clienti non può fare molta strada. < Non chiamarmi “chan”, è inquietante. > e torna con gli occhi sull’altro, o meglio, sulla sua schiena chinata, ancora intento a cercare. < Ho solo bisogno di dimenticare per un po’. > ammette, quasi afflosciandosi sul bancone. Lo stesso bancone, a sua insaputa, dove Shitsui ha fatto il patto con il diavolo, ovvero quella sottospecie di uomo che sta per servirle da bere. Non ha mai saputo che il suo peggior nemico e la persona di cui è innamorata fossero in qualche modo conoscenti e complici. Si risolleva una volta che l’altro le propone, a suo dire, una prelibatezza. < Nettare degli Dei? > promette bene, e il fatto che anche lui ne prenda un bicchiere le fa sospettare che forse non è una sorta di trappola per ucciderla. Altra cosa che la genin non sa: Zashiki è un Doku, anche se avesse avvelenato la bevanda di certo ne avrebbe scelto uno a cui sarebbe stato immune. In ogni caso, non ha la possibilità di farsi tutte queste paranoie. Allunga la mano verso il bicchiere, portandoselo poi al naso per annusarne l’odore. < Non sembra male. > poi imita l’altro, agitando appena il bicchiere. < Molte cose non vanno. > dice, lasciando che lo sguardo si perda in quel bicchiere. < In realtà, la causa è solo una, tutto il resto è derivato. > e Zashiki, ignaro, conosce l’oggetto di tanto turbamento. [Portakunai: 3xkunai]

13:43 Zashiki:
  [Locale Kukoku] Sbuffa appena <Va bene, non lo farò più Hikari chan> afferma facendo un piccolo sorrisetto. E' diverso Zash, dopo quel lungo viaggio in cui ha ricercato se stesso, in cui ha scoperto il senso della vita, è cambiato. Ora conosce il valore delle persone e non più solo sotto l'aspetto economico. Certo questo non cambierà il fatto che è uno Yakuza, che quello è il suo lavoro e la sua unica, vera, grande passione. Si fa di nuovo serio, andando a poggiare la schiena contro un mobiletto poggiato alla parete dietro il bancone <Capisco, però sappi che dimenticare non è mai la giusta soluzione> sentenzia il giovane Doku <Dimenticare vuol dire anche abnegare una parte di se> che linguaggio aulico, degno del miglior oratore <E abnegare una parte di se vuol dire perdersi> e lui ne sa qualcosa. Annuisce <Si, nettare degli Dei> inizia a spiegare <Sia per il colore , che come puoi vedere tende ad un dorato, scuro> breve pausa per dare il tempo alla ragazza di osservare il liquore <Sia perché avendo un sapore leggermente dolce manda le papille gustative in paradiso> e infine <E anche perché è il mio liquore preferito> continua nel mentre il movimento rotatorio della mano destra, si ferma pochi istanti e alza leggermente il bicchiere <Al nostro incontro> una sorta di brindisi? Si, più o meno. Rapido il movimento successivo, piega il polso e il braccio così da portare quel freddo vetro alle pallide labbra del giovane. Ciò gli consentirebbe di saggiare un piccolo sorso. Del resto è una bevanda forte, va dosata ma per colpa di quella memoria non troppo funzionante ha omesso questo particolare alla ragazza. Si strozzerà? Dipende dalla di lei resistenza agli alcolici <Buono, come sempre > esprime il suo parere prima di tornare alla ragazza <Sembrerà strano, ma se vuoi parlare sono qua> spiega <Siamo più o meno nella stessa situazione> si anche lui ha perso diverse cose, ha perso una parte di se, o meglio diverse parti di se <La vita è un perenne movimento, si muta, si trovano nuove persone e si lasciano quelle vecchie> spiega <Non pensare male, mi stai sempre sul c***o e anzi, ancora c'è l'ho per quella dannata torta> che sia il momento di chiarirsi e ricominciare da capo?

14:03 Hikari:
  [Locale Kukoku] Osserva il liquore nel bicchiere, il suo ondeggiare per qualche strano motivo le dona una certa calma. Anzi, tutto intorno ai due è tranquillo al momento. Nessun chiacchiericcio, nessun urlo, nessun rumore. Solo silenzio. < In effetti mi sento un po’ persa. > solleva le sopracciglia in un movimento veloce, come a dare ragione all’altro. < Ma non è che voglia dimenticare qualcosa di importante, solo le sensazioni negative. > un sospiro < Almeno per un po’. > e ascolta poi l’altro nella descrizione di ciò che stanno bevendo. Una sorte di elogio a quel Nettare che sembra tanto ambito dalle papille gustative altrui. Un brindisi, sul serio? Le viene da ridere per essersi ritrovata in una situazione tanto comica quanto improbabile. Un brindisi con la nemesi, eh? Solleva il bicchiere, imitando il gesto dell’altro. < Al nostro incontro. > e avvicina il bicchiere alle labbra, sentendo quell’odore pungente infilarsi tra le narici. Beve un sorso. Spalanca gli occhi quando il liquore raggiunge la gola. E’ forte, molto, e brucia. < Yah! > a seguito di qualche colpo di tosse. < E questo sarebbe il Nettare degli Dei? > beh, certamente lo è, il problema è solo lei, non abituata a bere cose simili. Forse è solo il primo sorso a fare questo effetto, magari il secondo non sarà così male, ma meglio aspettare per il momento. < Parlare con te? > quasi incredula nel tono di voce, ma tuttavia ha dentro di sé il desiderio di raccontare quello che le sta capitando. Ha avuto modo di confrontarsi con Koichi, poi con Sosachi, ed entrambi le hanno dato il loro parere. Ma come si dice, non c’è due senza tre. < La persona che amo è sparita nel nulla. > dice tutto d’un fiato, puntando gli occhi in quelli dell’altro, sperando che la stia ascoltando. < E forse tu, con le tue doti da stalker, sai anche di chi sto parlando. > o forse tutti sanno di chi si tratta, tenendo conto del loro scontro durante il torneo dei villaggi. Un ricordo che preferisce non affrontare al momento, troppo doloroso. < Sono settimane che non lo vedo, mesi forse. > stringe le labbra, cercando di trattenere tutte quelle sensazioni negative che per tutto questo tempo le danzavano attorno. < E tu, invece? Perché siamo sulla stessa barca? > [Portakunai: 3xkunai]

14:29 Zashiki:
  [Locale Kukoku] Socchiude appena gli occhi prima di un profondo respiro <Uff> incerto se rivelare il proprio segreto <Ormai credo non ci sia motivo per cui nascondertelo> un sorso intenso prima di spalancare la bocca e raccontare quella che è la sua storia <Sono tornato oggi da un lungo viaggio che ho fatto da solo> parla con il suo solito tono basso, ben scandito ma leggermente lento <Ho scoperto di soffrire di una malattia, si chiama schizofrenia o disturbo delle personalità multiple, mettila come vuoi> breve pausa <Da quando l'ho scoperto è stato un inferno, non ero più io, anzi forse non lo sono mai stato> continua il ragazzo <Allora ho deciso di andare a ritrovare me stesso e grazie a dei monaci sono riuscito ad eliminare questo problema, anche se ora mi sento più vuoto> spiega il giovane andando ad assaporare un altro goccio di quel pregiato liquore. Quindi alzerebbe un attimo gli occhi al cielo <Ma ora sono qua, in tutto il mio splendore, in tutta la mia essenza> conclude la storia il ragazzo. Ora. Ora bisogna ascoltare Hikari e lo fa con molta attenzione. Si, conosce il giovane amore di Hikari, lo conosce molto bene ma effettivamente anche lui non lo vede da un po' <Shitsui kun> sussurra appena <Genin di Kusa, nonché membro del clan Seiun> spiega <E mio conoscente> alza appena lo sguardo <Prima di tutto voglio dirti che quello che sto per dirti non ti farà piacere, in compenso nemmeno io so dove si trovi ora> quindi fa una pausa e finisce il liquore <Mi ha dato una mano per un certo lavoretto qualche tempo fa in cambio di denaro> quindi appoggia il bicchiere sul bancone e lo riempie <Però ti posso assicurare che è una brava persona> sta mentendo? Si, vuole evitare di far ulteriormente del male alla povera Hikari.

14:42 Hikari:
  [Locale Kukoku] Il ragazzo decide di aprirsi, di raccontare a lei, proprio a lei, un’esperienza intima di cui è stato protagonista e che si è conclusa proprio oggi. Un racconto che conferma l’idea che la ragazza ha avuto a proposito dei comportamenti incoerenti e spropositati di Zashiki. < Schizofrenia. > ripete, analizzando quella parola e il suo significato, e magari cercando di immaginare che cosa possa significare per qualcuno esserlo. L’altro si è appena definito vuoto, forse gli mancano quelle personalità che, nel bene o nel male, erano parte di lui. Non sembra essere abituato alla versione autentica di se stesso. < Cavolo, non riesco ad immaginare come tu possa sentirti. > anche se al momento sembra essere fresco e vitale, rinato, e di certo il suo ego non è minimamente diminuito. Poi è il turno di lei, della sua storia. Sentendo quel nome si sente affondare, lentamente, in un mare caldo chiamato nostalgia. Gli occhi si velano, un debole sorriso si dipinge sul suo volto, triste e amorevole allo stesso tempo. < Shitsui, sì. > un ricordo piacevole che dura poco purtroppo, poiché l’altro aggiunge qualcosa, un particolare, che trafigge la ragazza come una freccia. < Lo conosci? > domanda, incredula. La voce è flebile, quasi un sussurro. Poi continua, premettendo che ciò che sentirà non le piacerà. Prende un grande respiro, chiudendo gli occhi, cercando di non gridare e aspettandosi il peggio. < Lavoretto? > domanda, in preda ad una finta calma, maschera dell’agitazione. < Che lavoretto? > ha paura di quello che sta per sentire, e il solo pensiero della persona che ama in affari con l’ultima che vorrebbe mai incontrare le fa venire la nausea. [Portakunai: 3xkunai]

14:55 Zashiki:
  [Locale Kukoku] Annuisce <Ora va piuttosto bene, però non è stato facile> spiega <Anche perché non so come mi sono comportato certe volte, non ho memoria> molte delle cose che ha fatto non le ha fatte nemmeno consciamente <Si lo conosco, non troppo ma lo conosco> in effetti hanno parlato poco, si sono visti giusto un paio di volte e poi è scomparso <Era venuto qui nel locale e dopo una chiacchierata gli ho proposto un affare> affari, li sa fare proprio bene il ragazzo, da sempre, sarà che ha dovuto imparare per poter sopravvivere <Però non posso dirti altro, non ora, non adesso> non può compromettersi, non può rischiare di buttare via la propria vita e di certo non può svelare alla ragazza quale è il suo vero lavoro <Però dopo poco tempo è scomparso, ho provato a contattarlo ma nulla> continua <Posso assicurarti che non c'entriamo niente con la sua scomparsa> c'entriamo? Chi? La yakuza, quella grande famiglia. Di certo non è stata colpa loro, non questa volta <Però ammetto che era strano, quasi irrequieto>. La mano destra torna ad afferrare il bicchiere e a berne un sorso <Purtroppo non posso andare oltre, per il tuo bene> si ferma un attimo <Aspetta, aspetta> riflette un secondo <Il tuo bene?> quando mai ha pensato ad un'altra persona che non sia Zashi stesso o la sorellona <Insomma, lasciamo perdere> beve un altro goccio <Se vuoi però posso darti una mano a cercarlo, diciamo che sono ben informato su quello che succede a Kusa e non solo> attento e vigile. Assottiglia gli occhi, nuovamente. Non sa come può reagire Hikari, è pronto a tutto ora. Attende dunque una qualunque reazione.

15:11 Hikari:
  [Locale Kukoku] Che le cose che le ha fatto siano state inconsce? Oh no, non lo crede affatto, altrimenti non l’avrebbe riconosciuta. Un ghigno sarcastico compare sul volto di lei alle sue parole. < Beh, non sei stato proprio un bravo ragazzo. > e torna a guardare il liquore che si agita nel bicchiere. Sì, non è più un modo tranquillo, il discorso sta prendendo una piega inaspettata, tanto da agitarla. < E invece credo proprio tu debba dirmelo. > sentenzia, quasi lapidaria. E’ un ordine più che altro, che vorrebbe venisse eseguito all’istante. E’ la prima volta che qualcuno le dà informazioni certe su Shitsui e di certo non uscirà da lì senza averle avute. Vuole sapere, sapere tutto quello che Zashiki sa. Poi ecco un altro dettaglio, un pronome plurale che le suona strano. Scruta l’altro, cercando di andare oltre quell’espressione. < “C’entriamo”? > una chiara domanda in cerca di una risposta seria e vera. Si è dato la zappa sui piedi in caro Zashiki, come farà ora a placare la curiosità di una ragazza che ha finalmente informazioni sul suo amato? Abbandona il bicchiere e appoggia i palmi delle mani sul bancone, aperti, dandosi con essi la spinta necessaria, con l’ausilio poi delle gambe, per slanciarsi contro il ragazzo, arrivando a pochi centimetri da lui. < Strano, dici? Strano come? > sono milioni le domande che le affollano la testa. < Che lavoro gli hai dato? > comincia ad agitarsi, e l’altro può notarlo chiaramente. Se fosse proprio a causa di questo lavoro che ora non si fa più vedere? Se per colpa di Zashiki gli fosse successo qualcosa? Oh, se così fosse, non avrebbe alcuna pietà. Lo sguardo si fa cupo, tetro, fermo negli occhi azzurri della controparte. < Se scopro che ci sei tu di mezzo, giuro che ti ammazzo. > un tono di voce a dir poco minaccioso, quasi inquietante che non ha mai rivolto a nessuno. Indietreggia ora, tornando a sedersi, in preda all’agitazione. Sente lo stomaco sottosopra, il sangue ribollirle nelle vene. < Tsk, il mio bene. > ripete, quasi denigrando le sue parole. < Se vuoi fare qualcosa per il mio bene, allora parla. > afferra il bicchiere di liquore, portandoselo alle labbra e bevendo un lungo sorso, incurante del sapore e del bruciore lungi dal dolore che prova ora, scoprendo queste informazioni. < Sarebbe il minimo. > [Portakunai: 3xkunai]

15:27 Zashiki:
  [Locale Kukoku] Sospira <Mannaggia a me> sorvola sulla parte del cattivo ragazzo. Lo è sempre stato e lo sarà fino a che non sarà sepolto sotto una tomba <Hikari, veramente, lascia perdere è un qualcosa più grande di te e si, lo dico per il tuo bene, lascia perdere> spiega il ragazzo che tutto di un fiato finisce quel prezioso liquore. Appoggia dunque il bicchiere sul bancone appena in tempo visto che la ragazza gli precipita addosso <Nulla di impegnativo, doveva solo ritirare dei soldi per conto mio e lo ha fatto, però non me li ha nemmeno ridati perché si da il caso che è scomparso> si, diciamo che gli racconta solo una parte di quella che è tutta la faccenda. Non si fida ancora completamente della ragazza, non può rivelargli ciò che è completamente illegale. Quindi si prendere un po' di tempo, non per pensare ma ben si per respirare <Prima di tutto calmati, a cosa ti serve agitarti?> ed è vero, di certo non glielo porterà indietro <Due ti ho detto che non c'entro con questa storia, anzi, lo devo cercare pure io> esclama il ragazzo, come si dice, ogni debito va pagato <Era strano, quasi assente, spento, non mi ricordo troppo bene, però aveva bisogno di qualche soldo allora gli ho proposto quel lavoro, nulla di esagerato, anzi> continua il ragazzo rivelando parte di quella che è la storia completa <Hikari, lo dico per te, non mettere le mani in un impasto che non conosci e che non potresti gestire> spiega <Però posso cercarlo io, posso reperire qualche informazione e poi ti farò sapere, lo rivuoi indietro tu quanto lo rivoglio io> conclude ora <E si, non sarò di certo la più splendida delle persone, ma non agisco di certo così> e no, lui farebbe decisamente peggio e senza lasciare la minima traccia. Non è così stupida da rapirlo senza lasciare una finta lettera o qualcosa del genere.

23:29 Koichi:
  [Bosco dei Ciliegi.] Quella pioggia che non rallenterebbe la sua avanzata, lasciando che possa incrociare innumerevoli volte su quel corpo, in una posa tra il disteso con l'addome verso l'alto ed il seduto: una schiena curva e le braccia, perpendicolari al suolo, che mantengono quel peso, mediante quei palmi fissi nel terriccio. Gambe appena incrociate su se stesse, ma distanti tra loro, quasi come non avesse problema alcuno a mostrarsi in una posizione così poco consona, al di fuori di ogni regola che comporta l'eleganza. Disinteressato a queste minuscole regole, in quell'istante, preferendo esser quanto più naturale possibile. Respiri lenti, che andrebbero ad alternarsi a quella voce appena emessa all'esterno, un sussurro che avrebbe semplicemente il coraggio di gettarsi al di fuori di quelle labbra, appena schiuse. <Ricordi quella volta in cui...> E prenderebbe già fiato, come se ne fosse a corto, intenzionato a racimolare qualche fotogramma del passato, dei ricordi che possono condividere entrambi, se la memoria altrui non abbia intenzione di far cilecca. <...all'ospedale ti dissi che una luna, seppur oscurata dalle nubi, continua a brillare, nell'attesa di uno spiraglio?> Una figura retorica, utilizzata precedentemente per delineare sicuramente una differente situazione. <E se ti dicessi che la mia luna l'ho vista frantumarsi, sgretolarsi, fino a scomparire?> Non riuscirebbe ad accennarlo in differente modo, ad avanzare una risposta più sincera, più esplicita, ma proseguendo per semplici parafrasi. La verità risuonerebbe ancora troppa tosta, fin troppo amara per poter esser digerita in questo modo. Rimarrebbe silente per qualche secondo, notando come l'altra si pieghi, si inginocchierebbe dinanzi al proprio corpo, al cospetto del Chuunin, e chiederebbe maggiori informazioni su quanto sia accaduto. Denti superiori che andrebbero a premere d'improvviso quel labbro inferiore, quasi con violenza, non preoccupandosi di creare una minima ferita da cui far sorgere un nuovo canale di un rosso scarlatto. Sangue che andrebbe a sporcare quelle labbra, sporcando anche la zona sottostante, vicino al mento proprio. <E dinanzi a tale situazione, come dovrebbe reagire il Sole?> Non lo esprimerebbe direttamente ma potrebbe esser chiaro che si riferisca a se stesso, a quel corpo che sarebbe rimasto ancora in vita: <Chi dovrebbe ora rincorrere, chi dovrebbe visionar da lontano, nel tentativo vano di poterla accarezzare per un istante?> Un respiro poco più pesante, profondo, mentre un termine colpirebbe la mente, esternandosi quasi senza consenso del cervello: <Eclissi.> Quando la luna ed il sole possono incrociarsi, possono divenire un tutt'uno, rendendo uno spettacolo degno di nota per chiunque possa avere il lusso di partecipare. Un connubio, raro. <Eppure le ha promesso che, nonostante tutto, lui avrebbe continuato quel ciclo infinito, divenendo sempre più lucente, in modo tale che non si possa avvertire l'assenza della Luna.> E questo potrebbe spiegare il tutto, questo potrebbe far comprendere all'altra il dolore che graverebbe su quel capo, su quelle ciocche che cadrebbero ad incorniciare il volto, a coprirlo in determinati punti della fronte. <E tu...> Sguardo che avrebbe quasi perso quella dote da magnete, divenendo sempre più una superficie vitrea. <...Chi sei?> No, non avrebbe dimenticato l'identità avversa, né il suo nome o qualcosa del genere; lui andrebbe per un argomento più profondo, più concreto: <Tu hai assistito solo ciò che non dovevi vedere.> Quasi tenterebbe di distaccarla, di definirla estranea a quel dolore che avvertirebbe, dentro sé. <E non ho necessità di quello sguardo, non ho bisogno la compassione di nessuno.> Non vorrebbe esser un semplice individuo, etichettato per la pena che potrebbe mostrare. La mancina mano che andrebbe a rilasciare la presa dall'erba, imprimendo maggior forza nella gemella, per far sì che, ripulita superficialmente dai detriti e da quella terra bagnata, possa esser poggiata sul proprio volto, coprendolo superficialmente, come se volesse simulare una maschera, un modo chiaro per rinnegare la possibilità d'esser guardato dall'altra, non preoccupandosi di trascinare quel liquido cremisi per il viso umido. Iridi che comunque manterrebbero il contatto visivo con l'altro, senza cedere e senza distoglierlo. <Non mi sei affatto debitrice, perché rimani qui?> Il suo esser medico sarebbe un semplice dovere professionale, l'averla curata ed aiutata più volte non darebbe al Chuunin nessuna posizione di creditore nei confronti dell'altra; non gli deve nulla, non deve ricambiare alcun favore o trattamento di piacere. Barcollerebbe appena col capo, oscillando in ambedue le direzioni: lievemente a destra e poi a sinistra, fino a raddrizzarsi totalmente e far sì che la mano che occupava il volto ricada lentamente verso il basso, lentamente, scoprendolo poco a poco. <Lo sai che stai rischiando....> E, per una semplice frazione millesimale, potresti scorgere un microscopico sorriso sadico, che si consumerebbe immediatamente: lui, Chikage! <...la vita?> Una frase che sarebbe stata accompagnata dal subconscio fino all'esterno, senza che la trasformazione sia avvenuta: Koichi sembrerebbe essersi fatto carico di quella domanda, un ambasciatore verso la Genin, la quale ora potrà davvero penzolare su un filo così sottile, pronto a strapparsi al minimo errore. Scappare o non scappare? Questo è il dilemma! [Chakra On]

11:36 Hikari:
 Ha un fare quasi protettivo Zashiki. Per il suo bene, già, peccato che non stia bene ed è così da diverso tempo ormai. Ma davvero è in possesso di informazioni che in qualche modo possano nuocerle? In più, c’è di mezzo Shitsui, ed è proprio questo il motivo per cui non può tirarsi indietro proprio adesso. Finalmente sente di aver trovato una pista, un qualcosa che possa aiutarla, ma il Doku gliela sta negando. Una breve risata tinta di ironia riecheggia nel locale, mentre la giovane scuote il capo, incredula. < Non chiamarmi per nome, o sembreremo amici. > o forse dovrebbe provare ad esserlo, potrebbe estorcergli qualche informazione. < Che bassezza però, Shitsui. > sbotta, facendo schioccare la lingua contro il palato. < Scendere a patti con questo elemento. > e guarderebbe il suo interlocutore dall’alto in basso. Non se lo sarebbe mai aspettata da lui. Ma ecco che Zashiki le dà la motivazione: per soldi. Aveva bisogno di soldi. Più il discorso va avanti, e più lei comincia a pensare che del ragazzo di cui si è innamorata non conosce parecchie cose, anche piuttosto importanti. Lui non gliene ha voluto parlare, ha preferito cercare aiuto altrove, nel peggior modo. Ora è arrabbiata, decisamente, ancor più di prima. < Io metto le mani dove mi pare. > continuerebbe con quel tono seccato, quasi alterato. < E tu mi aiuterai. > ha detto che ha informazioni importanti, no? Che ha gli agganci giusti a Kusa. Perfetto. < Ti tengo d’occhio. > che i ruoli si siano invertiti ora? E’ stato lui stesso a proporle di aiutarla, non può certo tirarsi indietro. [Portakunai:3xkunai]

11:56 Zashiki:
 Sbuffa <Diamine, che situazione del c***o> sbotta di nuovo. Sta iniziando a perdere la pazienza e non è una cosa buona. Potrebbe far fuori la ragazza in dieci o più modi diversi e in qualsiasi momento. Però non deve farlo, lo ha promesso ai monaci, ai kami. Non uccidere se non è strettamente necessario, se non è richiesto dal proprio lavoro. Poi forse sotto sotto, un po' ci tiene a quella strana ragazza <Amici, noi, quando mai> agita la mano destra davanti al viso a ribadire il concetto. La fissa ora, più intensamente che mai, quegli occhi azzurro elettrico ora sono poggiati sul di lei viso. La guarda dritta negli occhi. Non ha paura, meglio per lei, Zashiki è peggio di un serpente. Appena denota un po' di quella emozione primordiale è capace di tutto. Paura, a quanto pare la ragazza in questo momento ne ha dimenticato l'esistenza <Incosciente> borbotta il ragazzo. Lo sguardo permane fisso, non accenna cambiamenti o altro. L'espressione viene completamente celata dietro la sua tipica maschera di ghiaccio. Inespressivo ed inquietante. Questo è l'aspetto di Zashiki quando le cose si fanno serie o quando deve lavorare <Non hai pensato che può essere colpa tua se è venuto a trattare con “questo elemento”?> inizia con i suoi tanto amati giochi mentali. Del resto ha un segreto, che poi troppo segreto non è, da mantenere e per quanta compassione prova per la ragazza non può rischiare di compromettersi, compromettere quella che è la sua famiglia, quelli che sono i suoi affari <Non hai pensato che magari non si fidasse di te o che in qualche modo non riuscivi a capirlo?> continua, incessante, come una marcia militare <Te l'ho detto cara, non giudicare mai il libro dalla copertina, magari non era il tipo che sembrava essere> prosegue <Come non lo sono io e magari come non lo sei tu> quando inizia a parlare è un casino, parole che come frecce potrebbero trafiggere la povera mente o persino l'anima della ragazza. Espira profondamente <Ti ho detto che ti aiuterò, ma fino a che non avrò delle informazioni devi lasciare fare a me, quando ho trovato qualcosa ti avverto e sarai libera di andare a cercare il tuo ragazzo, ma fino ad allora devi starne fuori> un ordine? Assolutamente. Una piccola risata alla fine <Tu vuoi tenere d'occhio me?> continua a ridere in maniera spaventosa <Lo sai si che so ogni singola cosa che hai fatto dal giorno che ci siamo incontrati?> spiega il ragazzo <Ho occhi e orecchie ovunque, ma apprezzo il tuo tentativo> si placa ora tornando a versarsi del liquore nel bicchiere <Vuoi?> lo propone alla ragazza, lo accetterà?

12:15 Hikari:
 Ora sono in due ad aver perso la pazienza, non si prospetta nulla di positivo. < Hey, che situazione del cazzo dovrei dirlo io. > un forte colpo sul bancone a mano aperta, mentre le iridi della giovane, infuocate, trapassano quelle altrui. < Vorrei vedere te al mio posto. > direbbe, quasi denigrando l’altro, dipingendolo come uno incapace di avere dei sentimenti o in qualche modo impossibilitato a preoccuparsi per gli altri. Come farebbe uno così a legarsi ad una persona? Non riesce ad immaginarlo. < Se hai mai amato qualcuno, mi capirai. > continuerebbe, non distogliendo nemmeno un attimo lo sguardo da lui. < Ma a quanto pare non è così. > e deglutirebbe l’ultimo sorso di liquore, tutto d’un fiato. Ah, che bruciore, che sapore terribile. Ogni sorso è peggio del primo, altroché. Poi eccolo, eccolo che gira il coltello della piaga. Cos’è, vuole metterla alla prova? Vuole farle capire che lei in qualche modo è responsabile? Non sa se fidarsi, ma allo stesso tempo non ha motivi per credere che menta. O forse sì? Non è mai stato un angelo con lei, potrebbe essere l’ennesima tattica per farla titubare. Ricorda bene la sensazione dell’essere tirati in causa in situazioni simili, poiché Koichi una volta le ha chiesto se non fosse stato a causa delle ferite che Shitsui ha riportato a causa di lei che non si fa più vedere in giro. E lì era crollata, incredula. < Se non si fosse fidato di me avrebbe già tagliato i ponti. > risponderebbe, carica di rabbia. La sola idea che Shitsui non si fidasse di lei le dà il voltastomaco, più volte lui glielo ha ripetuto, e più volte le ha detto che le sarebbe stata vicino e l’avrebbe protetta. Per sempre. Le parole che tornano alla mente della giovane la trafiggono una dopo l’altra. Ricordi che felici che ora le fanno male. Avverte un formicolio alla gola, mentre Zashiki può chiaramente notare una velatura negli occhi. < Non parlare di cose che non sai. > lapidaria mentre cerca di darsi un contegno e non far trapelare alcuna emozione di fronte a quell’individuo che più volte l’ha mandata in paranoia. Ma adesso è il suo turno di sfruttarlo, le serve per arrivare a Shitsui. < Sì, come no. > eccola qui, l’eccelsia spia kusana, colui che sa tutto di tutti. Non gli crede, e non se ne fa un problema. E’ talmente arrabbiata ora che non vuole più dare fiato alla bocca per difendersi davanti a lui. Non ne vale la pena. Poi, quando lui le porge il bicchiere, lei lo afferrerebbe, lo passerebbe sotto il naso per annusarlo e, con completa nonchalance, lo farebbe cadere a terra, rompendolo in mille pezzi. [Portakunai: 3xkunai]

12:47 Zashiki:
 L'atmosfera si sta scaldando, pure troppo. La ragazza si sta agitando, troppo, decisamente troppo per i gusti di Zashiki che è stato sempre calmo e molto razionale <Stai esagerando, stai andando oltre> secco e deciso. Si stacca dal mobiletto su cui era poggiato e si avvicina alla ragazza. Lo sguardo ora si fa veramente freddo, ha oltrepassato il limite la ragazza <E chi ho potuto amare?> borbotta <Mia madre è morta per mettermi al mondo, mio padre era uno stupratore che ha ingravidato mia madre e poi mia sorella lo ha ucciso> prosegue tonante, senza dargli il minimo di tregua <Chi dovrei aver amato?> sentenzia gelido <Chissà, magari gli facevi comodo, o ti amava veramente ma tu non eri abbastanza presente, non lo capivi> continua a marciare sul corpo della ragazza. Plaff. Un rumore secco irrompe nel silenzio del locale. La ragazza fa cadere al suolo il bicchiere donato dal ragazzo <dimmi che non lo hai fatto> socchiude gli occhi <Lo sai che posso farti fuori in qualsiasi momento?> prosegue <Hai esagerato, veramente troppo> borbotta <Vattene via, mi faccio sentire io e se provi a fare qualche cazzata> si interrompe <Cerca di non farle e se le farai sappi che lo saprò> termina ora il ragazzo. Sospira un po' <Sprecare il liquore degli dei, tsk> aspetta quindi che la ragazza lasci il locale e poi andrebbe a sistemare. Che ritorno intenso. [End]

13:00 Hikari:
 Lo ha provocato, ed ora è esploso. Sono esplosi. Si sfoga prepotentemente il ragazzo, rivelando le atrocità del suo passato. Chiaramente, Hikari non poteva saperlo, e ha sbagliato a sollecitare un particolare per lui così doloroso. Sta per scusarsi, vorrebbe farlo davvero, ma lui alimenta le fiamme ancora una volta. L’ennesima volta. Non vuole più avere paura, non di lui. E’ stanca, stanca di tutto. < Ti ho detto di non parlare di cose che non sai! > esplode, gridando. Un’ira che non le è mai appartenuta. La accusa di non essere stata presente, lei! Lei che non ha fatto altro che stargli vicino e allontanarlo dall’oscurità che lo stava consumando. Non può certamente permettere a un elemento come Zashiki di giudicare la relazione tra lei e Shitsui, non è nella posizione di dare pareri. Anche se li avesse osservati, come dice lui, evidentemente ha fatto un lavoro sbagliato perché non ha capito davvero nulla. E’ alterata, troppo, tanto che.. paf! Avrebbe allungato la mano destra verso il viso altrui, carica di tutta la forza che possiede. Uno schiaffo ben piazzato sulla guancia destra di Zashiki. < Non capisci un cazzo, tu. > continuerebbe, cavalcando ormai l’onda < Vuoi solo far del male agli altri. > al ché si allontanerebbe, ormai impossibilitata a trattenere le lacrime che fino a quel momento ha tentato di celare. < Sì, l’ho fatto! > in lacrime la giovane mentre indietreggerebbe verso la porta, ben cosciente che l’altro presto la manderà via. Un’altra minaccia, come sui Monti Ardenti. < Potrei farlo anche io. > e potrebbe davvero? Probabilmente no, non ora. Ha bisogno di lui, purtroppo, e non può certo giocarsi la sua ultima carta in questo modo. < Ci vediamo. > e uscirebbe di corsa dal locale, via, verso il Bosco dei Ciliegi. [Portakunai; 3xkunai][End.]

Dopo del tempo, Zashiki torna a Kusa, e purtroppo la prima persona che incontra è proprio Hikari. Il discorso prende però una piega interessante, poiché il ragazzo ha informazioni che possono rivelarsi utili alla genin riguardo Shitsui, scomparso ormai da un po'. La conversazione però comincia ad alterarsi.