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Cuciniamo e cresciamo

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con Murai, Tayuya

15:14 Tayuya:
  [Centro] Quest’oggi la quindicenne indossa abiti abbastanza semplici, composti da un kimono corto smanicato di colore azzurro con motivi floreali color blu, stretto e chiuso alla vita da una fascia anch’essa blu che si lega dietro alla schiena in un fiocco morbido e non troppo grande. Insieme al kimono indossa un paio di pantaloni leggeri e comodi, che si stringono alle caviglie, mentre ai piedi calza un paio di scarpe nere senza tacco, chiuse. Al collo porta un ciondolo di forma circolare, con su disegnato un albero rosso stilizzato su sfondo azzurro. È una collana molto importante che le ha lasciato suo padre, il suo ultimo ricordo… non se ne separa mai e molto spesso la stringe fra le mani, come per darsi coraggio e speranza. I capelli della giovane sono rossi, tenuti corti, ondulati e sbarazzini, ed incorniciano il suo viso roseo dai lineamenti dolci e gentili. Non porta con sé il porta kunai o il porta oggetti, ha lasciato il suo misero equipaggiamento a casa, dopo tutto non le serve a nulla ora, all’interno del villaggio. Diversi pensieri affollano la sua mente, tra le questioni di casa, la madre in ospedale e l’esame pratico che sta rimandando da giorni, c’è anche quanto è successo la sera precedente. Impossibile non aver notato o sentito parlare della Magione dell’Hokage in fiamme, anche se non si sa il motivo né cosa sua successo. Tutto ciò la turba, va a stuzzicare i ricordi di un anno prima, porta i suoi pensieri a suo padre e il cuore le si stringe in una morsa fatta di ansie e paure. Insomma, che sarà mai successo? Una fuga di gas? Ha preso fuoco una tenda? È stato un attacco? Non può saperlo, può solo farsi delle idee. Sospira cercando in quel modo come di espellere la sensazione d’ansia che l’accompagna. È uscita a fare compere, qualche commissione per la casa, la spesa, e quindi stringe nella mano destra un sacchetto di plastica con dentro tutto ciò che ha comprato. Nonostante mangia tanto, si abbuffa, per così dire, gode di un fisico piuttosto nella norma se si esclude l’altezza forse un po’ bassa rispetto alla media delle quindicenni, ma comunque è ben proporzionata… né troppo esile, né troppo strutturata. Dunque cammina per il centro del villaggio, con la sua spesa e i suoi dubbi, ma nonostante tutto appare comunque serena in viso, con un lieve sorriso appena accennato sulle labbra e i grandi occhi viola intenti a guardarsi intorno. I passanti, i chioschi, i negozi… sembrerebbe decisamente spensierata se non fosse per tutte quelle cose che le danno da pensare. Dovrebbe decisamente concentrarsi sul suo esame pratico, eppure non si sente ancora sicura al cento per cento di poterlo sostenere, anche se le persone che ha avuto modo di incontrare le hanno dato dei giusti consigli, incoraggiandola. Un altro lieve sospiro verrebbe liberato dalle sue labbra, mentre un’espressione di sconforto farebbe capolino sul suo volto. <Forse potrei allenarmi, ma non saprei proprio da cosa cominciare, e nemmeno come.> mugugna tra sé e sé, in seguito andando a scuotere la testa per cacciare via quelle emozioni e quei pensieri. <Aaah… ci penserò!> cestina il tutto con quella semplice frase espressa ad alta voce, tornando a sorride davanti a sé. Chissà come se la stanno cavando Yotsuko e tutte le persone che ha conosciuto? A quei pensieri lo sguardo viene alzato verso il cielo limpido, dove il sole regna sovrano quest’oggi.

15:26 Murai:
  [Centro] Uscito di casa, ha da poco finito il pranzo e non serve dire che ha mangiato come un piccolo maialino, sua madre cucina sempre pranzi ottimi ed eccellenti sotto ogni punto di vista. Il villaggio non è proprio al massimo, tutti sono preoccupati per quanto è successo alla magione, ha preso fuoco, un incendio, del fumo si è alzato dall'edificio. Nessuno sa bene come sono andate le cose e le voci per il villaggio girano con una velocità disarmante. Cammina per il centro, il sole è alto, batte forte arrivando ad essere quasi insopportabile. Gli occhi vengono mantenuti comunque bassi, non guarda in faccia nessuno avendo ancora con se quella temibile paura di non piacere alla gente, di essere preso in giro per il suo aspetto fisico. E' una paura difficile da scacciare, una paura che arriva facilmente ma non se ne va via con altrettanta facilità. Odia questa condizione. Si presenta come un ragazzo in carne, molto in carne, le faccia è rotonda con due tatuaggi sul viso, una piccola palla di ciccia, il fisico è anch'esso grosso, il grasso è presente in qualunque sua parte del corpo, un grasso che non diminuisce ma anzi, aumenta giorno dopo giorno. La pancia è ben visibile anche da sotto le vesti, le braccia sono cicciotte mentre le gambe, stranamente, si presentano piuttosto normali. Indosso porta un paio di pantaloni neri con una fascia bianca sulla gamba destra, sandali ninja neri, una veste rossa a coprire il busto che si apre dalla vita in giù permettendo il corretto movimento delle gambe. Sulla veste vi è una pettorina in metallo recante il simbolo del proprio clan e su tutta la veste sono adagiate protezioni in metallo per attutire i danni, compresi i polsi e gli avambracci. Sulla fronte ha legato il copri fronte della foglia attraverso una fascia rossa. E' vestito con il suo solito completo, non lo toglie mai e non toglie mai il copri fronte, unico simbolo del suo unico successo. I passi si susseguono uno dopo l'altro in tutta tranquillità, i dolori al corpo stanno passando ma il braccio destro continua a fargli abbastanza male, lo ha sfruttato troppo, ha usato troppe energie convogliando l'innata tutta in un punto solo. Fa fatica a muoverlo, a sollevarlo e fa fatica a fare forza con esso ma non si lamenta più, non lamenta alcun male e trattiene tutto quanto. Nel suo incedere riesce a scorgere dinanzi a se una ragazza che ha già visto, Yona, l'Akimichi che ha incontrato sul monte dei volti. Un sorriso va a formarsi sul volto del genin che comincerebbe a correre in sua direzione <Yo...Yona> balbetta, non è abituato a parlare in pubblico.

15:38 Tayuya:
  [Centro] Suvvia, chi vuole pensare a determinate cose per avere la testa piena di sentimenti negativi? Lei non di certo, non ne ha assoluta voglia. Quindi prende l’ennesimo profondo respiro, così grande da poter riempire al massimo i propri polmoni e sollevare il petto, tratterrebbe per qualche secondo l’aria, e quindi la lascerebbe fuori uscire dalle labbra in maniera quasi rumorosa. Ma tanto nessuno la sta a sentire, quindi non si preoccupa, al momento, di dar fastidio a qualcuno. Sguardo vispo ed allegro, mentre continua con quel suo incedere veloce e sicuro di sé. La sua mente ora torna sull’Akimichi che ha incontrato sui monti, chissà come se la sta cavando, se sta riuscendo a non farsi condizionare dagli sguardi altrui… forse dovrebbe proprio cercare, sapere dove abita e andare a trovarlo! Annuisce convinta a quel suo stesso pensiero. Ma proprio in quel momento ecco che una voce attira la sua attenzione… ahimè, non è buona con la memoria, e ci mette giusto qualche secondo per riconoscerla, aiutata dagli occhi, i quali vanno a puntarsi nella direzione del ragazzo che le sta correndo incontro. Lo riconosce quindi, riconosce Murai Akimichi e un sorriso spontaneo e raggiante si delinea sul suo viso. È felice di rivederlo, decisamente, ed è altrettanto felice che lui le stia correndo incontro, anziché magari ignorarla come è ormai abituata ad essere trattata. Lo osserva con attenzione, sollevando la mano sinistra libera e portandola in alto, distendendo l’intero braccio per essere più facilmente notata. Come se l’altro non l’avesse vista, ma è felice e non può contenersi. <Murai! Ciao!> il braccio alzato viene mosso a destra e sinistra, compiendo un ampio saluto verso di lui, e il suo tono di voce non è decisamente basso, anzi, esclama con tutta la forza della sua espansività. Lei affretterebbe il passo, per andargli incontro, ma senza correre, e il braccio verrebbe riabbassato. Solo quando sono a una distanza decisamente ridotta, i suoi occhi andrebbero a posarsi sul copri fronte. <Wow!> raggiante, non riesce proprio a trattenere l’emozione alla vista di quel grado. <Sei diventano Genin, sono così felice per te.> esclama, decisamente sincera, mentre ora andrebbe a guardarlo in viso. Si, lei è rimasta indietro, ma al momento non se ne fa un problema. <Come stai? Come è stato l’esame?> sapeva che era un Deshi, glie lo aveva detto, comunque sia subito dopo andrebbe ad accennare un sorriso imbarazzato, sentendosi ora fin troppo pigra o insicura per il suo continuo rimandare l’esame. <Io come vedi sono ancora senza copri fronte…!> una piccola risata, dolce e cristallina, per stemperare quella sua situazione. Attenderebbe ora di sentire la voce dell’altro, tornando ad osservarlo con i propri occhi.

15:55 Murai:
  [Centro] Si è messo a correre, lui che corre verso una persona, qualcosa da segnare letteralmente sul calendario, è un evento più unico che raro al giorno d'oggi. Corre veloce, cerca di arrivare vicino alla ragazza il più in fretta possibile ma il fisico non glielo permette. All'improvviso tutti i dolori tornano a galla, arrivano alla luce come non fossero mai scomparsi ma solamente addolciti o nascosti; le braccia fanno male, malissimo, bruciano a non finire, i tendini tirano, la pelle pizzica e come le braccia anche le gambe. Non le ha usate nell'allenamento, non ha convogliato il chakra all'interno delle gambe ma la fatica nel controllare gli arti superiori lo ha portato a provare dolore in tutto il corpo. Questa notte l'ha passata quasi in bianco, difatti sotto gli occhi sono visibili delle occhiaie, minuscole ma ci sono. Piano piano la velocità diminuisce, digrigna i denti per continuare quel moto senza mai interromperlo ma la fatica prende il sopravvento, il sudore comincia a colare dalla fronte e per tutto quanto il corpo. Il viso si bagna fino a fermarsi completamente. Piega le ginocchia, rivolge il capo verso il basso portando il busto ad essere parallelo con il suolo; le mani vengono poggiate sulle ginocchia. Ansima, la bocca si apre, fa fuoriuscire l'aria cercando di ritrovare l'ossigeno perduto, tenta di riavere la tranquillità ma il respiro manca e ogni singola parte del suo corpo fa dannatamente male. Gli Akimichi sono in possesso di un potere troppo grande per essere controllato, troppo immenso per poter essere usato. Fino ad ora ha sempre cercato di poter utilizzare l'arte dell'espansione senza mai riuscirci ma ora che l'ha risvegliata, vorrebbe non averlo mai fatto eppure sta facendo tutto questo per farsi apprezzare dalla sua famiglia, per togliere una volta per tutte l'espressione di disprezzo dal volto del padre. E' una vera e propria impresa la sua ma deve portarla a compimento costi quel che costi. Ode la voce di Yona pronuncia il suo nome e salutarlo, ne sente i passi. La sente avvicinarsi sempre più. Si fa forza e solleva lo sguardo verso di lei, si rimette diritto combattendo contro se stesso per non urlare dal dolore e poi quell'affermazione, quel moto di felicità quando viene visto con il copri fronte ben in vista <Grazie> allarga le labbra, sorride nel vederla così vicina. Non la vede da un po' di tempo finendo per chiedersi che fine avesse fatto, non l'ha vista nemmeno in giro per il villaggio <Distrutto, mi fa male tutto dopo il recente allenamento> il tono è abbattuto e dolorante, sta soffrendo come un cane <Facile, mi aspettavo di peggio e invece sono rimasto sorpreso> lo ha passato con una facilità disarmante, sia lo scritto che il pratico, non ci ha messo molto a uscire promosso dall'accademia <Sono sicuro che ci riuscirai molto presto...se ce l'ho fatta io...figuriamoci tu> lui è quanto di più incompetente ci sia al mondo, perciò vuol dire che è davvero una passeggiata l'esame <Come stai? Hai saputo di quello che è successo alla magione?> domanda per poi portare lo sguardo sulle buste che ha in mano <Ma...vuoi una mano?> allunga il braccio verso di lei, la mano aperta, le sta offrendo il suo aiuto.

16:08 Tayuya:
  [Centro] Il copri fronte è più che una semplice fascia, è un simbolo che distingue i guerrieri ninja, da loro un certo posto all’interno della società. Inoltre diventare Genin apre la strada a molte aspettative… le missioni, gli allenamenti, la difesa del villaggio, insomma si cresce. Lo vede avvicinarsi e pian piano rallentare, sembrerebbe sofferente, ma non può sapere che è afflitto dai dolori, magari quindi è stato per il troppo sforzo? Non può saperlo e non dice nulla in proposito, avvicinandosi a lui e mantenendo il sorriso. Non ha intenzione di farlo sentire male, non vuole assolutamente essere la causa di nulla. Mantiene il sacchetto con la mano sinistra, mentre i manici pian piano iniziano a segarle le dita, ma resiste, non ci pensa. Potrebbe dunque notare anche le piccole occhiaie sotto agli occhi, ora che si sono avvicinati abbastanza, ma per prima cosa ascolta le risposte che le vengono date. È sollevata nel vederlo sorridente, e finalmente ha una risposta a quella sofferenza che ha visto sul suo viso… dei dolori per tutto il corpo dopo un allenamento, e la domanda viene spontanea. <Che tipo di allenamento? Deve essere stato tosto per ridurti così dolorante.> domanda curiosa, mentre torna in silenzio ascoltando quanto l’esame pratico in realtà sia stato così facile. Il viso le si colora leggermente di rosso, mostrando nuovamente un atteggiamento nervoso ed imbarazzato. <Be, in realtà io non sono proprio una cima. Sono goffa e se mi faccio prendere dall’ansia scoordinata!> che bella prospettiva, meno male che ci ride sopra. <Per questo sto aspettando, cioè… forse dovrei esercitarmi, ma non saprei proprio come.> ammette quella sua lacuna, per poi concentrarsi sulle domande che le vengono poste. <Io sto bene, grazie.> il sorriso però pian piano va a sparire, lasciando spazio a una certa preoccupazione quando Murai accenna alla magione. <Si, cioè, non so cosa sia esattamente successo, ma pare si sia incendiata. Tu ne sai qualcosa di più?> è seria ora in viso, lasciando spazio a una piccola punta di speranza nata dal fatto che magari l’altro, essendo comunque Genin, ne sappia qualcosa in più. <Spero non sia successo nulla di grave…> mormora infine, mentre la mano libera va ad accarezzare il proprio ciondolo. Un moto di tristezza, ma si riprende subito quando sente la gentile offerta del ragazzo. Sorride, dolce verso di lui. <In realtà non è molto pesante, mi dispiacerebbe fartelo portare, ma se vuoi possiamo reggere un manico a testa.> esclama verso di lui, raggiante per quella soluzione trovata. Così almeno condivideranno lo sforzo. Inoltre lui è già dolorante, non se la sente di mollargli il sacchetto, ma non vuole nemmeno rifiutare totalmente quell’aiuto gentile, quindi ecco la sua proposta. Andrebbe quindi a porgere un manico verso di lui, mentre lei continuerebbe a tenere l’altro. Un po’ come camminare mano nella mano, ma con la connessione di un sacchetto.

18:12 Murai:
  [Centro] Essere genin è una grande responsabilità, essere ninja è qualcosa di troppo grande per lui e lo sa. Non lo sta facendo per se stesso ma per altri, non vuole essere ninja per se stesso quanto per dare una soddisfazione a suo padre e questo è ciò che conta al momento.Un genin si distingue per le sue capacità più avanzate rispetto alle normali persone, sono esseri umani capaci di fare cose grandiose e diverse da chiunque altro in questo mondo. Proprio per questo sta morendo, ha spinto il suo corpo verso limiti estremi, verso limiti che mai avrebbe pensato di raggiungere in questa vita, limiti che quella dannata pillola gli ha fatto superare potenziandolo ulteriormente. Se potesse tornerebbe indietro, direbbe chiaramente a tutti quanti che non vuole seguire questa strada, direbbe a tutti che non vuole essere uno shinobi bensì un ragazzo normale, qualcuno che non viene conosciuto da nessuno ma anzi, uno sconosciuto capace di cucinare cose buone e deliziose sotto ogni punto di vista, talmente buone da essere incontestabili. Una piccola passione che si porta dietro da tanto tempo ma che ancora non si appresta a portare avanti come si deve; tentenna al solo pensiero di cominciare un tirocinio in qualche cucina, in qualche posto che possa assumerlo. Si avvicina a Yona la quale nota i segni e pone quella domanda, una domanda mirata e la risposta? Non vuole spaventarla, non vuole portarla via dalla strada per diventare una kunoichi però in questo modo può anche sapere a cosa va incontro se decide di proseguire <Sto..allenandomi nell'arte dell'espansione. l'arte che caratterizza il nostro clan da generazioni> spiega semplicemente alla ragazza <Ma è fatico e ti riduce allo stremo> si ferma con il proprio dire, ha già detto abbastanza e già questo potrebbe spaventarla e non poco. Magari è solo una sua prerogativa soffrire durante gli allenamenti e forse lei non soffre quanto lui ma fino ad allora non può saperlo, almeno fin quando non viene inoltrata. Ascolta ciò che dice su se stessa, non concorda e gli dispiace che pensi questo di se ma anche lui non è il massimo in quanto a movimenti <Io ti trovo elegante invece, rispetto a me almeno...quando mi muovo trema la terra> un mezzo sorriso si forma sul volto anche se dire una cosa del genere lo porta a scurirsi in volto. Nota quel sorriso sul suo volto che pian pian scema parlando di ciò che è successo alla magione ma non sa niente, non ha idea di cosa si successo in quel preciso momento <Purtroppo so solo ciò che ho visto, del fumo alzarsi dalla magione e il rumore di un'esplosione> e con questo finiscono le sue informazioni. Pone la sua proposta alla ragazza, è vero, non è in piena forma ma non vuole farla stancare, non vuole che sia affatichi. Allunga il braccio, va a prendere quel manico per portarlo insieme a lei come richiesto <Va bene> sorride annuendo il capo <Ti volevo ringraziare per l'altra volta...mi hai davvero aiutato, grazie infinite> ringrazia, non può smettere di farlo perchè da lei è cominciata a salire la sua autostima, almeno un po'.

18:34 Tayuya:
  [Centro] Attende che il ragazzo le risponda e nel frattempo punta i suoi occhi viola su di lui, sul suo volto, senza perdere il sorriso. È davvero curiosa di sapere in che cosa si è allenato, cosa ha fatto, come è migliorato, insomma, sono cose che lei vorrebbe sapere, ma non per essere impicciona o farsi gli affari suoi, semplicemente per curiosità. Non si spaventa a quelle parole, non si scoraggia, ne farebbe un passo indietro nel perseguire i suoi obiettivi. Annuisce e il sorriso si fa ancora più accentuato. <L’innata? L’hai sviluppata allora!> è un’emozione dietro l’altra, e non può che sentirsi felice per lui. <Cavolo, dall’ultima volta hai fatto grandi passi!> non sa esattamente se sentirsi solo felice ed entusiasta o anche fiera di lui, ma probabilmente si, significa che la sua autostima non potrà che crescere. Certo però non può ignorare il dolore che egli prova. <Anche se mi dispiace che faccia tanto male… ma ora sei un po’ più felice? Sei soddisfatto di te stesso? Come vorresti portare avanti il tuo percorso?> va a domandare verso di lui, vuole assicurarsi che stia bene, che si senta bene mentalmente oltre che fisicamente… anche se fisicamente si è già notato che proprio bene non sta. A quelle sue successive parole scuote la testa con un sorriso leggero ed imbarazzato. <Ti ringrazio per le tue belle parole, davvero. Ma ti assicuro che sono tutt’altro che elegante! Come scommetto che tu sai farti valere senza problemi. In fondo l’esame ti è parso semplice, no?> ascolta le sue successive parole, e nel frattempo si dividono la borsa, portando ognuno una maniglia, e infatti riprenderebbe ora il suo cammino, pian piano, senza fretta alcuna. <Mh.> mugugna pensierosa al fatto che nemmeno lui sappia molto di quanto successo. <Lo stesso vale per me, non ne so molto, ma la mia mente vola ad elaborare congetture.> non sono altro che idee, alcune anche assurde, ma non si farebbe problemi ed andrebbe a spiegarle al suo amico. <Potrebbe essere andata a fuoco una tenda, oppure una fuga di gas, oppure ci può essere stato qualche incidente in cucina… ci sarà una cucina là dentro secondo te? Comunque potrebbero essere state un sacco di cose, ma l’importante è che non ci siano stati feriti.> tiene per sé l’insana idea di un attacco, questo perché sarebbe solo il suo vissuto a portarle alla mente uno scenario simile. Il tono di voce tuttavia è tranquillo, parla in maniera abbastanza spigliata, e infine andrebbe a sorridergli dopo aver ascoltato quelle sue ultime parole. <Figurati, ma non devi ringraziare me. Io ho solo cercato di esserti di aiuto, ma alla fine sei tu stesso, con le tue azioni, che stai cambiando e migliorando la tua vita!> e ci crede fermamente in questo, il sorriso si accentua e gli occhi, si, sono fieri di lui, e si immergono nei suoi, se mai riuscisse a catturare il suo sguardo. <Ah!> sembra le sia venuto in mente qualcosa, sussulta e torna a parlargli. <Dov’è casa tua esattamente? Qualche volta potrei venirti a trovare!> è entusiasta lei stessa di questo suo pensiero, è sincera e non ha ragione di sforzarsi per essere gentile ed amichevole.

19:01 Murai:
  [Centro] Dall'ultima volta è vero, ha fatto passi da gigante, è riuscito a diventare più forte, sia nei muscoli che nella resistenza ma specialmente nel taijutsu, l'arte principale del suo clan, le arti marziali. Non sono potenti come quelle Hyuga e non sono efficaci come quelle di un taijutser puro ma sicuramente sanno dare il loro fastidio. Sa quanto il suo peso può essere un'arma fin troppo efficace, un'arma in grado di fare e di come i suoi colpi, seppur ignoranti, possono essere nocivi come non mai. E' riuscito a malincuore a sbloccare la propria innata ed è anche questo un sinonimo di forza ma a quale prezzo, se diventare forti vuol dire soffrire in questo modo, allora può anche rinunciarvici senza problemi, può lasciare tutto il potere agli altri e dedicarsi alle sue passioni primarie <Si..ho cercato di impegnarmi un minimo> commenta il ragazzo a tal proposito. China il capo verso il basso guardando il terreno, si scurisce appena pensando a tutto quanto il dolore che prova per via di quell'orribile allenamento affrontato ieri e poi quelle domande fatte una dopo l'altra, domande a cui non sa esattamente cosa rispondere. Sospira, porta fuori il fiato cercando la risposta dentro di se ma senza molto successo, anzi, il successo è praticamente pari a zero ultimamente <Non lo so, sono felice di essere genin e di aver fatto progressi ma non so dire se sono soddisfatto o meno> sono domande a cui è troppo presto per poter rispondere <Voglio solo non fare brutte figure ed essere apprezzato per quello che sono, magari attraverso la carriera di ninja ci riuscirò> ultima risposta, forse la più sentita e voluta tra le tante. Parlare con lei gli piace, lo rilassa, lo fa sentire tremendamente bene e non deve temere niente, ne una parola fuori posto, ne un insulto, niente di niente ed è felice <Beh...per me è vero> imbarazzato nell'affermare la suddetta frase, imbarazzato perchè non sa nemmeno come si parla con qualcuno, specialmente con una ragazza <Non lo so, me la cavicchio> non è il massimo nel combattimento, ci sono ninja che possono buttarlo a terra come se niente fosse ed è questa la cosa peggiore che ci possa essere. Non è forte come dovrebbe essere, non è forte per niente ancora e deve migliorare, con il tempo può solo migliorare. Ascolta il dire di Yona, le sue congetture su come sia andata a fuoco la magione ed è tutto molto interessante <Però li ci vive il Nono Hokage, non penso che siano stati così disattenti da mettere a repentaglio anche la sua vita> nonostante l'hokage riesca a farsi valere egregiamente e non abbia particolari difficoltà a togliersi dai pasticci. Ancora la ringrazia per quello che ha fatto l'ultima volta, ringrazia la ragazza per il suo sostegno verso uno sconosciuto. Sorride e allo stesso tempo arrossisce, le guance diventano rosse, si tingono di rosso e rimane senza parole, senza più parole, cosa dire? Come comportarsi? <I...io...vivo nel quartiere Akimichi nell'unica casa viola del quartiere...verresti davvero? A trovarmi intendo?> sta facendo le figuracce, balbetta e fa fatica a parlare.

19:16 Tayuya:
  [Centro] Si sta lentamente incamminando verso casa sua, aiutata da Murai a portare quel sacchetto pregno di spesa, chissà magari per sdebitarsi potrebbe invitarlo a mangiare qualcosa, anche se forse per lui si sarà fatta ora di tornare a casa. Be, potrà sempre farlo un altro giorno. Ascolta intanto le parole del ragazzo, si è impegnato, un minimo, ma almeno si è impegnato. Non dice nulla, lascia campo libero all’altro senza interromperlo… non può sapere esattamente come si senta, non può sapere che tipo di dolore fisico prova, in che quantità, ma può cercare di stargli vicino, quello si. Per quanto riguarda se stessa, lei dovrà aspettare prima di dire se le farà male o meno, spera di no, ma anche se provasse dolore non si fermerebbe. Mugugna, ascolta le sue parole, e quindi risponde. <Vuoi essere apprezzato per quello che sei, ed è giusto. Ma poi dici che forse attraverso la carriera ninja potresti riuscirci… cioè, nel senso che non sei sicuro della strada che hai intrapreso?> quel ‘forse’ l’ha confusa per qualche attimo, è come se l’altro avesse scelto non in base ai propri desideri, ma che bo, forse, attraverso la carriera ninja potrà essere apprezzato. Il sorriso torna sulle labbra, un sorriso gentile e pacato, verso di lui. <Cosa ti fa sentire davvero felice e soddisfatto allora?> domanda verso di lui, voltando il viso ad osservarlo. È ovvio che al momento non è soddisfatto e lo ha pure ammesso… quindi cos’è quella cosa che gli fa battere davvero forte il cuore? Vorrebbe saperlo, così da poterlo aiutare nel migliore dei modi. Attende una sua risposta, ma il discorso va avanti sul combattimento… arrossisce lievemente, imbarazzata per la sicurezza che il ragazzo dimostra nel pensarla elegante. <Diciamo che… allora… diciamo che miglioreremo insieme anche sotto questo punto di vista! E ci sosterremo a vicenda.> balbetta per qualche istante, non sapendo bene se quest’idea potrà piacere o meno all’Akimichi, ma ci spera. Le sue successive parole la fanno imbarazzare ancora di più, ma solo perché lei non aveva dato per scontato che chi sta alla magione dell’Hokage sia più che qualificato a non mettere in pericolo la sua vita. Aveva solo pensato a persone pasticcione come lei. <Be, forse hai ragione.> ammette con una piccola risata. <Ho pensato a qualche errore di quelli che potrei fare io!> si, perché lei sarebbe in grado di dare fuoco a una cucina, o a una tenda, potrebbe benissimo inciampare, cadere e rompere qualsiasi cosa. Ma non lo dice, lo tiene per sé, tenendosi tutta la vergogna dentro. <Ma certo! Vivo anche io nel quartiere Akimichi, adesso tu mi stai accompagnando a casa, e grazie, davvero!> si era dimenticata di ringraziare, che figura… diventa rossa come un pomodoro e poi si affretta ad aggiungere parole per coprire la gaffe. <Comunque, poi cercherò casa tua e ti verrò a trovare se può farti piacere, oppure tu potresti venire a trovare me, senza problemi! Tanto sono da sola a casa.> un mare di parole, l’entusiasmo alle stelle, così come il suo viso, sereno e gioioso.

19:38 Murai:
  [Centro] Non è sicuro di niente al momento, non sa se la strada che ha preso è sicura o meno, sa solo che è quella che tutti vorrebbero che intraprendesse in qualità di membro del clan Akimichi. La risposta è facile, no, non è sicuro e mai lo può essere perchè fare il ninja non è qualcosa che gli piace o che lo attira particolarmente. Preferisce stare in pace, in tranquillità senza nessuno che possa dargli ordini o condurlo in un combattimento, questo vuole, vivere la sua vita in completa tranquillità <No, non lo sono per niente> ammette senza troppi problemi <In giro ci sono ninja forti, potenti, famosi, ninja che hanno compiuto grandi gesta> si ferma qualche secondo portando lo sguardo al monte dei volti dove sono scolpiti i volti di tutti gli Hokage passati, tutti coloro che hanno fatto la storia del villaggio <Basta guardare le imprese di ogni singolo Kage, loro sono dei grandi e io non valgo nemmeno la metà del loro alluce> l'autostima torna a essere sotto i piedi, un autostima che sale e scende in modo spaventoso, così spaventoso da far paura <Se faccio figuracce come ninja, diventerei lo zimbello del villaggio intero> questo ha paura, ha paura di non essere all'altezza del compito, non si trova a tuo agio in questo ruolo, non si trova bene in quelle vesti e quel copri fronte è fin troppo largo per lui, una carica di cui può benissimo fare a meno. Un'altra domanda gli viene posta, prova vergogna nel rispondere ma allo stesso tempo non ha idea di quale sia la risposta effettiva causandogli un po' di disagio <Cosa mi rende felice? Cucinare durante le belle giornate e passare il tempo con te> stare con lei lo rende davvero molto felice, più felice che mai perchè è con qualcuno che non lo critica ma lo apprezza per quello che è ed è ciò che ha sempre voluto dalla vita e dalle persone in generale. Questo è tutto ciò che lo soddisfa e lo riempie di felicità, è ben poca cosa ma non ci può fare niente, è la vita ad essere ingiusta con lui, una vita che non lo ha mai calcolato snobbandolo sempre. L'osserva divenire rossa ma annuisce, le da ragion, ha sempre ragione così come l'altra volta <Si...si> sorride a sua volta alle di lei affermazioni, devono migliorare e sostenersi sempre, è importante per poter crescere <Posso succedere eh> cerca di correggere un attimo il tiro per non farla sentire in imbarazzo <Non dico che non sia possibile> la mano destra trattiene il manico della busta mentre avanzano e sorpresa delle sorprese, stanno andando al quartiere Akimichi. Praticamente sta andando verso casa in quanto anche lei vive in quel posto <Mi fa piacere, non c'è bisogno di ringraziarmi> altro sorriso, la giornata di oggi si dimostra molto più bella, molto più solare di quanto non sembri. L'idea che possa venire a trovarlo lo rende gioioso, felice, energico e <Si, certo, verrò molto volentieri> entusiasta anche lui di quello, non fa domande, non chiede niente ma anzi, lascia che tutto vada avanti tranquillo senza troppi indugi.

19:52 Tayuya:
  [Centro] Ascolta con attenzione le parole che le vengono date in risposta alle sue prime domande. A quanto pare non è sicuro, non è soddisfatto, non sa se quella è la sua strada giusta. Lo lascia parlare, non lo ferma, cerca di comprendere ogni singola parola per poi poter elaborare qualcosa di decente in risposta. Un piccolo sorriso, mentre anche lei va ad osservare i volti scolpiti nella montagna. <Sai, anche loro sono stati giovani, sono stati Genin e magari allievi ancor prima. Anche loro sono partiti dal basso, per così dire, ed allenandosi con costanza ed avendo fiducia in loro stessi, sono arrivati lì dove sono ora.> il tono è pacato, tranquillo, vuole fargli capire che al momento chiunque al loro livello non è nemmeno un’unghia di quegli eroi. <Tutti noi possiamo fare errori, figuracce, e io ne faccio tante! L’importante sta nel rialzarsi, correggersi e migliorarsi. Nessuno è nato perfetto, e nessuno mai lo sarà, di errori ne fanno tutti.> sorride a quel suo dire, ne è convinta, lo sa che è così. <Se ti capiterà di fare errori non aver paura, io sarò al tuo fianco. E non dovrai preoccuparti di quello che dicono o pensano gli altri. Perché di errori scommetto che ne hanno fatti anche loro.> continua col suo dire, sicura e decisa, dolce e spontanea. Nuovamente arrossisce quando scopre cosa lo rende felice, cucinare e… lei. Stare con lei. E’ felice di potergli alzare il morale, ma al momento le viene in mente un’altra splendida idea. <Allora quando verrò a casa tua, o tu da me, potrai cucinare qualcosa! Così potremo mangiarlo insieme!> splendida idea, geniale. È raggiante in viso e continua a parlare. <Io non sono molto brava in cucina, ma magari potresti insegnarmi qualcosa!> gli occhi sembrano brillare al solo pensiero di quegli avvenimenti che potrebbero accadere, pregusta già la gioia di quei momento e il sapore di quei piatti. <Tu hai imparato da solo a cucinare? O ti ha insegnato tua madre? O qualcun altro?> domanda, sempre curiosa, prende il via con le domande mentre ormai, pian piano, ecco che si avvicinano alla casa della ragazza. Una piccola villetta su due piani e un giardino. <Ah, eccoci!> è volato fin troppo veloce il tempo, glie ne dispiace, e molto. <Allora… devi andare a casa immagino, se no ti inviterei volentieri a mangiare a casa mia! Mangio sempre da sola ormai, avere compagnia mi piacerebbe!> occhi sognanti, ma sa che l’altro ha probabilmente una madre a casa che gli avrà preparato il pranzo. <Grazie ancora per l’aiuto e la compagnia.> dolce il sorriso, mentre va a riprendere anche l’altro manico del sacchetto. Per qualche istante rimarrebbe ancora davanti al ragazzo, sorridente come sempre. <Allora alla prossima.> ci spera davvero tanto, e dopo quel piccolo saluto, a meno che l’altro non accetti l’invito, si avvierebbero dentro casa… pronta per un altro ed ennesimo tentativo di cucina![END]

20:08 Murai:
  [Centro] Yona riesce a tirargli su il morale, lo tira su completamente con quelle parole. Non ci ha mai pensato, ha sempre visto i Kage come esseri ben più potenti di chiunque altro ma non ha mai pensato che anche loro sono stati genin, allievi, nulla più che semplici ragazzini. Si, ha ragione, bisogna imparare a rialzarsi, ad andare avanti senza mai arrendersi <Hai ragione> annuisce nel dire questo per poi zittirsi lasciando parlare la deshi che ha un'idea a dir poco brillante. Cucinare per lei, cucinarle qualcosa di buono e mangiarlo insieme. Gli occhi brillano letteralmente nel sentire quelle parole <Mi farebbe davvero tanto piacere> sarebbe un piacere immenso per lui, un piacere che aumenta di minuto in minuto al solo pensiero di poter fare una cosa del genere <Ho imparato da solo, mi è sempre piaciuto cucinare e sperimentare> ricorda tutti i giorni passati sui fornelli a sperimentare con il cibo cercando di creare qualcosa di buono e soddisfacente per se e per la famiglia. Purtroppo arrivano a casa della ragazza, una villetta su due piani molto carina e il dispiacere arriva fin da subito. Non vuole lasciarla andare, vuole passare con lei altro tempo, parlare, chiacchierare il più possibile ma non ha bisogno di andare a casa, i suoi genitori non si preoccupano più di tanto <Veramente ho la sera libera...se vuoi...posso restare> e se gli fosse concesso entrerebbe in casa con lei seguendola pronto per insegnarle a cucinare. [END]

Murai e Yona si incontrano per il centro del villaggio, Murai parla di cosa è successo alla magione e affrontano un discorso sul rialzarsi, sul non arrendersi e sul cucinare.