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Nuovi incontri, dilemmi, parole e speranze

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con Satoru, Tayuya

21:56 Satoru:
  [Testa Hitomu] Il meteo è nuvoloso, variabile, indeciso, incerto, non certo monotono, difatti le nuvole sono sparse qua e là nel cielo che ormai, per l’arrivo della notte, si è fatto scuro, le stelle riescono a brillare e sono visibili ad occhio nudo dove non sono presenti nuvole, nuvole che a loro volta vengono spostate dalla brezza serale. Satoru si trova al monte dei volti di pietra, precisamente sopra alla testa che raffigura Hitomu, hokage della foglia attualmente in carica, portatore della volpe a nove code. il nostro protagonista quest'oggi è ben coperto, il giovane ha indosso una maglietta di color nero a maniche lunghe, completamente coperta da una felpa di colore nero, abbondante come taglia rispetto al suo corpo, le gambe sono avvolte in un paio di pantaloni di tessuto elasticizzato, anch'essi neri, aderenti sul corpo, a completare il tutto un paio di scarpe semplici, comode, di color nero corvino. A completare il tutto indosserebbe l'equipaggiamento ninja di cui dispone, entrambe le mani sarebbero coperte da un paio di guanti ninja, anche gli avambracci e le gambe sarebbero coperte dal suo equipaggiamento, vambracci e schienieri sarebbero infatti ben saldi sulle rispettive parti del corpo del giovane. Inoltre all'altezza del fianco sinistro Satoru ha con sé un portakunai diviso in tre scompartimenti, dentro di esso sono presenti cinque kunai ed ognuno ha una carta bomba arrotolata intorno al manico; mentre sul fianco sinistro il giovane ha un porta oggetti, contenente cinque fuuda con dentro i tronchetti per eseguire la tecnica della sostituzione, cinque tonici del recupero chakra speciale e cinque tonici coagulanti, oltre che un set di fumogeni. Oggi, in vista della missione, il coprifronte sarebbe indossato proprio sulla fronte del ninja, legato stretto, in modo che non si sposti minimamente. Egli si trova seduto sul suolo roccioso, le gambe penzolano libere nel suolo, dalla sua bocca esce un lieve fischiettio, si sta rilassando, è solo, almeno per il momento, ma forse qualcuno presente nella zona potrebbe essere attirato dal suo allegro fischiettare, forse no, a lui non importa, si sta concedendo un momento di meritato relax dopo aver svolto un'intensa cura all'ospedale di Konoha, la sua prima cura.

22:06 Tayuya:
  [Monte] Alla fin fine la giovane sempre in quel luogo va a finire. I monti di pietra, sulla loro sommità, dopo aver salito quelle scale in ferro che costeggiano la montagna. Come al solito dopo aver finito le sue commissioni, i lavori di casa ed essere andata a trovare la madre in ospedale, la ragazza si è diretta verso questo luogo quasi senza pensarci. Le piace, è magico, per così dire. Questa sera indossa un kimono corto e smanicato, di colore azzurro e dai bordi blu. Esso è stretto alla vita da una fascia blu che si allaccia dietro alla schiena in un fiocco morbido e non troppo grande. Al di sotto del kimono, a fasciarle le gambe, indossa dei pantaloni azzurri, larghi e comodi, che si stringono alle caviglie, mentre ai piedi un paio di scarpe nere senza tacco, somiglianti a delle ballerine. Al collo, come suo solito, porta il ciondolo che le ha regalato il padre prima di sparire dal villaggio gettando disonore sulla famiglia. È di forma circolare con sopra disegnato un albero rosso e stilizzato su sfondo azzurro. Nonostante tutto lei lo conserva con cura, indossandolo sempre senza separarsene mai, dopo tutto non ha ancora smesso di volere bene a suo padre, anche se non ha idea di dove si trovi e cosa stia facendo al momento. I capelli sono morbidi, sbarazzini ed ondulati, tenuti corti, ed incorniciano il viso roseo dai lineamenti dolci e gentili. Espressione serena e rilassata, con quel suo solito sorriso appena accennato, mentre gli occhi profondi di colore viola chiaro sono fissi sul panorama che il monte le offre: il villaggio notturno. Sta camminando, i passi lenti e sicuri, il viso rivolto verso il villaggio e un pacchetto di carne secca tra le mani che probabilmente vorrà iniziare a mangiare non appena troverà un posto tranquillo. Cammina, dunque, senza vedere un accidente di dove sta andando, ma per fortuna alle sue orecchie sovviene un allegro fischiettare, il quale l’attira a voltare la testa in quella direzione. Gli occhi dovrebbero quindi catturare la figura di un ragazzo, seduto ed intento a rilassarsi probabilmente. Il sorriso si allarga, l’espressione si fa più felice e cordiale mentre arriverebbe a pochi metri da lui, fino ad arrestare il suo passo. <Buonasera.> il tono non troppo alto, per non infastidire, ma caldo e gentile. La quindicenne si presenta ben proporzionata come figura, forse leggermente più bassa rispetto alla media delle sue coetanee, ma normale, dopo tutto.

22:14 Satoru:
  [Testa Hitomu] Il giovane è seduto, il volto fisso sul villaggio, si sta semplicemente godendo quella magnifica vista dall'alto, quella vista che fa sembrare tutta Konoha molto più piccola e lontana di quello che in realtà è, le iridi sono fisse in avanti, perse nel vuoto, il fischiettio continua ad uscire dalla sua bocca, in realtà dentro di lui si trova ancora un sentimento represso, un sentimento che lo assale dal suo incontro con il misterioso gelataio, un dubbio lo attanaglia, riuscirà a diventare uno shinobi? è in grado di farcela? il fischiettio maschera questo sentimento, dopotutto concentrandosi su un suono e più facile non pensare. Ecco che, nel bel mezzo dei suoi pensieri, una ragazza dai capelli rosei, si avvicina al giovane Aburame, una ragazza più giovane di lui, allegra, sorridente, una ragazza che sicuramente in questo momento esprime molta più gioia del nostro protagonista. Al suo saluto, semplice, cordiale e gentile, il ninja volterebbe il capo, per indirizzare verso di lei lo sguardo, una rapida occhiata per evidenziare eventuali caratteristiche che possano aiutare il giovane a comprendere chi ha davanti, un sorriso che viene quindi rapidamente accennato sul suo viso, labbra che successivamente si aprono, permettendo ad alcune semplici parole di uscire dalla sua bocca, parole che spinte dal vento potrebbero facilmente giungere alle orecchie altrui. <Buona serata anche a te cara> una breve pausa per poi aggiungere. <Piacere di conoscerti, il mio nome è Satoru, genin della foglia> un'altra breve e semplice pausa, una pausa che gli permette di pensare sul da farsi, sulle prossime parole da pronunciare. <Se ti va di fare quattro chiacchere accomodati pure> detto questo, il giovane indicherebbe con la sua mano destra lo spazio presente dal medesimo lato, invitando quindi la ragazza a prendere posto al suo fianco, dopotutto lui è seduto, lei in piedi e non è sicuramente il modo migliore per dialogare, meglio essere entrambi alla stessa altezza, per evitare che al giovane venga il torcicollo. I due si sono presentati, Satoru è felice di parlare con qualcuno, ma i suoi pensieri potrebbero uscire, i suoi dilemmi rivelarsi, forse ha proprio bisogno di qualcuno con cui sfogarsi.

22:23 Tayuya:
  [Monte] Non porta con sé il suo equipaggiamento questa sera, il porta armi e il porta oggetti sono rimasti a casa insieme alle poche armi che ha in suo possesso. Ovviamente non conta mica di combattere o essere in pericolo, forse troppo ingenua, chissà. Comunque sia al momento si sente sia felice che fortunata ad aver incontrato qualcuno, sempre con la speranza di fare nuove e promettenti amicizie, rischiando, ovviamente, di sembrare invadente nonostante mantenga quella solita educazione che la contraddistingue. Attende che l’altro risposta, sperando di non averlo disturbato in un qualche modo, ma fortunatamente egli risponde al saluto, il sorriso è presente sul suo volto e sembra decisamente non infastidito dalla ragazza. Un forte senso di sollievo la pervade sentendo la cortesia nel tono dell’altro che subito va a presentarsi. <Oh, piacere mio. Io sono Yona Akimichi!> lo sguardo allegro si posa sul copri fronte del ragazzo costatando, anche grazie alla sua presentazione, che si trova dinnanzi ad un Genin. <Genin, eh? Io sono ancora un’allieva dell’accademia, sto aspettando di fare l’esame pratico.> ammette con un certo imbarazzo… sta aspettando ormai da giorni, chissà quando si sentirà pronta? Comunque sia ad interrompere quei lievi pensieri è l’invito di Satoru, un invito spontaneo, almeno spera, a sedersi accanto a lui. Il viso della rossa sembra colto da un’improvvisa gioia, raggiante le labbra si accentuano in quel sorriso, come se nessuno le avesse mai fatto un invito simile. E in effetti… diciamo che è sempre lei ad invitare, sentirsi invece ben voluti è una sensazione che da almeno un anno le manca. <Si, grazie.> si siede quindi, accanto al ragazzo, incrociando le gambe e posando il pacchetto di carne secca tra di esse. Cerca di mantenere un certo contegno, dritta con la schiena e felicità contenuta… almeno ci prova. Sa che ha volte potrebbe essere fastidiosa per questo, o irritante persino, così le è stato detto da chi ha iniziato ad allontanarla. <Io ho con me solo della carne secca, ma è tanta, se vuoi favorire possiamo fare a metà.> afferma dolce verso di lui, ben contenta di condividere, prova la stessa felicità di quando mangia. Nel frattempo lo sguardo tornerebbe ancora una volta sul panorama, perdendosi in esso, osservando lontano. <Piace anche a te il villaggio visto da qui? Io ci vengo spesso, rimango per ore ammaliata dalla sua magia.> commenta spontanea, senza che l’altro le abbia chiesto nulla, mentre il dolce sorriso ora è tutto per Konoha.

22:34 Satoru:
  [Testa Hitomu] Il ragazzo ascolterebbe ora le parole della ragazza, ragazza che pare essere molto felice di aver trovato qualcuno con cui passare la serata per sentirsi meno soli, stesso sentimento che prova anche l'Aburame, difatti troppi sono i pensieri che vagano nella sua testa, troppi pensieri lo infastidiscono e parlare con qualcuno è il modo migliore per scacciare i pensieri, concentrandosi sul presente e non sul passato, che seppure recente, è pur sempre passato. La ragazza si presenta ed inevitabilmente il giovane si focalizza sul suo cognome, cognome importante a Konoha, esattamente quanto il suo, motivo per cui egli direbbe. <fai parte del clan Akimichi? è un onore conoscere un membro del tuo clan> una breve pausa, un sorriso, e ancora. <io sono un membro del clan Aburame> già, a questo punto anch'egli rivela il suo clan, presentandosi ufficialmente, la ragazza afferma di essere un'allieva, sono numerosi gli allievi che sono passati da Satoru prima del loro esame e pare che Yona sia una di queste, tuttavia il suo dire scatena qualcosa nel giovane Aburame. Ella nel frattempo ha accettato l'invito ed ha preso posto alla destra del giovane, ecco che, ora, il giovane, direbbe nei suoi confronti, con un tono leggermente più serio rispetto a prima. <Sono contento che tu stia intraprendendo la carriera ninja, sono sicuro che sarai un'ottima shinobi> già, lo crede davvero, ma ecco che ora aggiungerebbe, con tono leggermente intristito. <solo non so se è la strada giusta per me> solo questo, una frase che non riesce a trattenere, una frase che rappresenta un pensiero fisso nella sua testa da quando ha incontrato il gelataio, quel maledetto gelataio che lo ha colto alla sprovvista, facendogli ferire un suo amico. <sai, ho ferito un mio compagno perché ho abbassato la guardia, forse non merito di essere uno shinobi> parole di autocritica le sue, pesanti. Ma non vuole rendere brutto quel momento, un sorriso tornerebbe ora sul suo volto alla proposta di condividere il pasto da parte dell'altra, tono che tornerebbe ora più sereno rispetto a prima. <Sei davvero gentile, ma sono a posto così grazie> quindi ecco che si appresterebbe rispondere all'ultima domanda della ragazza. <già, è il mio posto preferito, amo ritirarmi nella natura ed ammirare il villaggio sotto di noi, è una visuale fantastica> già, una vista strepitosa, che ama, che vuole godersi, godendosi quattro chiacchere ed una decisamente piacevole compagnia.

22:54 Tayuya:
  [Monte] Nulla, niente e nessuno potrà rovinarle quella serata, e spera vivamente che possa evolversi solo in meglio. Rivelare il suo nome ormai è diventato un terno al lotto, ma fortunatamente la cerchia di persone che la conosce e la denigra si limita al suo stesso clan e basta, fortunatamente. Infatti il giovane non conosce il nome della ragazza, e anzi, anche lui sembra alquanto onorato di conoscere un esponente del clan Akimichi. Se prima era sollevata nel sapersi ignota all’altro, ora però si sente fuori luogo. <Non penso sia un onore conoscermi, sono il peggior esponente del mio clan.> lo ammette con sincerità, ma nasconde la propria tristezza dietro a una piccola risata imbarazzata e cristallina. Satoru conclude la sua presentazione, e proprio mentre va a rivelarle di essere un Aburame, la ragazza spalanca gli occhioni, piacevolmente colpita. <Aburame? Non ho mai conosciuto un Aburame! E come funziona con gli insetti? Li posso vedere?> ed ecco che ricasca nel suo stesso carattere. Si emoziona, decisamente, e inizia a parlare a macchinetta facendo domande con fare curioso. Ed è qui che solitamente rischia di passare per una ragazza troppo invadente… di sicuro chi è che va in giro a chiedere di mostrargli degli insetti? Eppure, dal suo sguardo speranzoso, sembra che ne sia davvero affascinata. Comunque sia il discorso verte sull’essere allieva e si sorprende di notare tanta fiducia da parte sua. <Come mai ne sei sicuro? In realtà dicono tutti che non è la mia strada.> ma ora la ragazza tace, cade nel completo silenzio per ascoltare ogni singola parola del ragazzo. Non crede di poter diventare un degno shinobi, perché ha ferito un suo amico. Non sa cosa dire, ma anche lei si fa seria, stando nuovamente in silenzio anche quando lui rifiuta il suo cibo. Un po’ le dispiace, è l’unico modo che conosce per legare ed essere gentili, ma non andrà ad insistere di certo. Un lieve sorriso, tenero e gentile. <Anche a me piace la natura, rilassarmi pensare, ma non amo la solitudine, almeno non troppo.> una piccola pausa, la fronte viene corrugata, e solo ora si decide a rispondere al ragazzo. <Sai, io non ti conosco, quindi non posso permettermi di giudicarti, ne tanto meno di dire che ti capisco. E sicuramente non credo che tu voglia accettare consigli da una sconosciuta, però voglio dirti qualcosa.> ammette, spontanea, sincera, mentre cerca il suo sguardo col proprio, con fare gentile e pacato. <Tutti quelli che mi conoscono dicono che fare il ninja non fa per me, mia madre ancora insiste per farmi desistere… anche io ho ferito un’amica, la mia migliore amica, una sorella, anche se scommetto in maniera differente. Io l’ho ferita dentro, nell’anima. E per colpa di mio padre lei ha perso il suo. Ma non demordo, vado avanti per la mia strada e lavoro sodo per raggiungere i miei obiettivi.> una piccola pausa, vuole cercare di empatizzare, di creare una connessione fra sé e lui. <Non so cosa ti sia successo, ma perché hai scelto di essere shinobi? Immagino che tu non abbia colpito apposta il tuo amico, lui come l’ha presa? Lo ha compreso che è stato un errore?> continua ad indagare, ma con calma, senza essere insistente, senza pretendere, come se volesse accompagnarlo. <Sei spaventato forse, ti senti in colpa. Ma non lasciare che questi sentimenti ti blocchino davanti alla prima difficoltà. Bisogna reagire, farsi forza e se hai trovato un tuo punto debole, allora ti alleni per cercare di migliorarlo, per fare in modo che non accada mai più la prossima volta.> tace ora, tornando ad osservare il panorama, mentre una mano viene portata al suo ciondolo, accarezzandolo delicatamente. Lo sguardo è lontano, ma allo stesso tempo è presente con la mente. <Ovviamente io non sono nessuno per poter dirti cosa fare o no, ma voglio cercare di aiutarti. Non ti conosco, ma penso che tu sia adatto alla via dello shinobi, dopo tutto sei Genin, hai avuto la forza e la volontà di iniziare, gli errori capitano a tutti, nessuno è perfetto… ma ciò che possiamo fare è rialzarci, comprenderli e combatterli.> è sicura in quello che dice, determinata e pacata allo stesso tempo. Vuole assolutamente essere d’aiuto, comprendere, agire.

23:06 Satoru:
 Le parole della giovane sono la quiete dopo la tempesta, parole sagge nonostante la sua tenera età, parole che vanno a colmare di pensieri positivi la mente dell'Aburame che per la prima volta, anziché aiutare, è aiutato da un allievo ninja, che anche se piccola, ha dispensato davvero tanto sapere e tanta intelligenza, ma procediamo con calma. La donna in un primo momento andrebbe a parlare del suo clan e dell'essere la peggiore esponente del suo clan, parole dure di auto critica le sue, parole al quale Satoru si appresterebbe a rispondere. <Non è importante e sono sicuro che non sia vero> una breve pausa per poi aggiungere. <Io ho scoperto solamente a diciotto anni di essere un Aburame, cosa dovrei dire? hanno dovuto reinserire gli insetti dentro di me perché erano tutti morti, ma mi hanno accolto a braccia aperte> una beve pausa per poi concludere il suo discorso. <sono sicura che sarai una valida Akimichi, un'ottima shinobi, ma sopratutto una brava persona, che in fin dei conti è la cosa più importante> già, nel suo modo di pensare una quindicenne non deve e non può sentirsi "la peggiore" di niente, perché, come lui del resto, è giovane, con tutta la vita davanti, con tutta una vita per imparare. La donna chiederebbe al giovane di mostrarle i suoi insetti, sorriso che sorge spontaneo sul viso del giovane, anche se, purtroppo, per stasera deve deluderla. <Oh te li farò vedere, puoi starne certa, solo non stasera, ho appena finito di curare una shinobi di Kusa ed ho consumato molto chakra> spera che l'altra possa capirlo, ma aggiunge ancora qualcosa per non deluderla. <la prossima volta che ci vedremo, ti mostrerò i miei bambini in tutto il loro splendore> già, dopotutto vedere il suo sciame all'opera è uno spettacolo della natura. Ecco che il giovane ascolterebbe tutte le dolci e sagge parole della donna, non oserebbe interromperla, non prima che questa abbia finito di parlare, parole davvero utili in questo momento per Satoru, che sorriderebbe di cuore in direzione della ragazza, per rispondere con semplici parole. <Grazie> una singola parola, un sospiro di sollievo, qualche attimo ancora che gli serve per riflettere su tutte le altrui parole e poi, finalmente, dopo aver ragionato con calma, rispondere. <sei davvero una ragazza saggia, davvero> ennesima breve pausa, un po' di fatica la sua nel trovare le parole giuste. <Ho scelto di diventare uno shinobi per proteggere il mio villaggio, salvare vite ed accrescere la mia conoscenza> già, motivazioni profonde le sue, altrimenti non avrebbe deluso suo padre seguendo una carriera che non voleva per il suo figlio. <Siamo stati vittima di uno strano gelataio, forse un'illusione, quando ne siamo usciti stavo mordendo la mano di un parigrado, lo ho ferito, ma non se la è presa, non è stata colpa mia in realtà> già, non è stata colpa sua e a livello razionale lo sa, ma a livello emotivo ovviamente la situazione è totalmente differenti. <Capita a tutti di sbagliare, hai ragione, farò di tutto perché non succeda più> una breve pausa per poi concludere. <sai, per un ninja medico, ferire un compagno è il peggiore dei fallimenti, ma sarò forte> già, sarà forte, grazie Yona.

23:21 Tayuya:
  [Monte] Come al solito teme di essere stata troppo invadente, di aver parlato troppo e di essere stata… troppo. Ma almeno ha espresso il suo pensiero e per le scuse c’è sempre tempo. Spera di essere di aiuto, ma come prima cosa deve rispondere alle parole che egli gli va a dire riguardo a lei stessa e al clan. In effetti potrebbe non essere vero, anche se non è quello che dice la maggioranza delle persone presenti nel clan. Socchiude gli occhi, ma senza perdere quel suo velato sorriso, mentre va ad annuire. <Grazie, le tue parole mi fanno davvero piacere.> ammette con estrema sincerità, oltre che sollievo. Il volto ora si porta su quello del giovane, mostrandogli un dolce sorriso carico di gratitudine. <Nessuno mi ha mai detto queste cose, sono parole davvero belle e importanti per me.> già, per la sua autostima magari. <So che posso dare tanto, ma purtroppo qualcuno mi attribuisce le colpe di mio padre, così non vengo ben vista, mi parlano dietro. Per questo dico che forse non sono il migliore esponente, ma forse hai ragione. Non devo farmi condizionare.> sembra che almeno un poco si sono stati utili a vicenda. Un profondo respiro viene preso dalla quindicenne, mentre purtroppo l’Aburame deve darle una delusione, ma allo stesso tempo le viene data anche una bella notizia, che oscura totalmente quel no al mostrarle gli insetti. <Sei un ninja medico? Davvero? Ma è strepitoso, tu salvi le persone, fai del bene, curi le loro ferite!> è una notizia che emoziona completamente la giovane, i cui occhi si puntano in quelli dell’altro. Non può che continuare a farsi una buona impressione di quel ragazzo, e subito va a confermare quello che pensa e a collegarsi con quanto poi gli è andata a dire per cercare di aiutarlo. <Tu sei una bellissima persona, con nobili obiettivi che metti già in pratica. Vuoi salvare le vite, e lo fai scegliendo la via del ninja medico, insomma… non può pensare di abbandonare una così piena carriera ancora in fase di sviluppo.> presa dalla foga, la ragazza tenterebbe di afferrare almeno una mano del ragazzo, con dolcezza ma anche fermezza. <Un’illusione, capisco. Quindi siete tutti consapevoli che non è stata colpa vostra, ma capisco che per chiunque, soprattutto per te, che ti sei fissato l’obiettivo di salvare vite, sia stato… orribile ferire un tuo compagno.> se fosse riuscita ad afferrare la sua mano, ora glie la stringerebbe, come a volergli trasmettere forza e coraggio, determinazione. <Esatto, non arrenderti. Sarebbe un peccato per il villaggio perderti.> e lo dice con estrema sincerità, guardandolo negli occhi, sorridendogli dolcemente. Segue qualche istante di assoluto silenzio da parte della ragazza, la quale sembra collegare in ritardo qualche concetto. <E si, la prossima volta mi piacerebbe vedere i tuoi compagni all’opera!> già si emoziona al solo pensiero. <Sai, sicuramente anche io avrei scelto la via del ninja medico un anno fa. Mi si addice di più rispetto a quello che auspico per la mia carriera… ma non posso cambiare idea.> conclude quel dire un po’ troppo emozionato, e solo allora, sempre se fosse riuscita ad afferrargli la mano, glie la lascerebbe, con calma.

23:31 Satoru:
 Il dialogo fra i due procede incessante, pare che i due stiano assolvendo ad una funzione importante ognuno per l'altro, difatti Satoru sta cercando di aiutare lei e la sua percezione come membro del clan Akimichi e Yona sta aiutando il ragazzo a capire che non può dare troppo peso ad un singolo errore, specialmente visto il contesto in cui lo ha commesso. Il primo argomento del discorso della ragazza riguarda il clan, clan con il quale sicuramente deve avere dei problemi, problemi forse causati da suo padre, ma che appunto, non la riguardano direttamente, motivo per cui Satoru andrebbe a dire, con tono deciso, ma al tempo stesso rassicurante e caloroso. <Ora qualcuno te le ha dette, tu tienile sempre presenti nella tua mente, nessuno ti può giudicare, solo te stessa puoi farlo, nessun altro> una breve pausa, intensa, per lasciare all'altra il tempo di elaborare questa frase, per poi aggiungere. <le colpe di tuo padre, qualunque esse siano, non sono le tue, non devi fartene carico e gli altri sono stupidi se ti sparlano dietro> altra pausa ed un sospiro profondo, per poi aggiungere. <mio padre è un alcolista, non per questo lo sono anche io> un paragone drastico e netto, che serve per far capire alla ragazza cosa intende in maniera diretta ed oggettiva. Il secondo argomento riguarda il suo essere un ninja medico, già, una strada che ha intrapreso poco dopo la promozione a genin. <si, ho scelto questa via per salvare vite, penso che non ci sia niente di più prezioso al mondo della vita umana, anche se sono anche pronto a scendere in prima linea quando mi assegnano missioni ninja> già, non si limita solo a prestare cure. Riguardo al dubbio amletico del giovane, la ragazza proporrebbe nuovamente delle parole di conforto, parole dolci e gentili che fanno fiorire un sorriso sul viso del giovane, sorriso che poi si tramuterebbe in parole. <Hai ragione, dovrò lavorare sui miei punti di debolezza, ma non posso abbandonare tutto, non rientra nei miei principi ninja> già, non è il tipo che abbandona, lui i suoi traguardi li raggiunge, portando a termine ogni obbiettivo. Ecco che ora aggiungerebbe qualche frase in merito ai suoi insetti. <Potremmo allenarci insieme in vista del tuo esame se vorrai, così avrai modo di vedere i miei insetti all'opera> una breve pausa per poi aggiungere ancora. <a breve farò uno scontro di allenamento con una Inuzuka> già, scontro che si prospetta interessante. Ma ecco che prima di lasciare la parola all'altra aggiungerebbe in merito all'altrui ultima affermazione. <Volevi diventare un medico quindi? ed ora? cosa auspichi per la tua carriera?> domanda curioso il giovane, sperando che l'altra abbia voglia di rispondergli.

23:49 Tayuya:
  [Monte] Le parole del giovane sono fresche e curative per il suo animo, le sollevano da dosso gran parte del peso che si è addossata, portandola a sorridergli. <E’ vero, devo tenere bene a mente queste tue parole, ed impedire che gli altri mi abbattano.> annuisce, ben decisa e sicura in quello che dice. <Cerco sempre di farlo, di non ascoltarli e vado avanti per la mia strada. Ma è dura, mia madre non lo ha retto e io mi ritrovata a fare mille cose ed occuparmi di lei. Non voglio che soffra e voglio che la gente smetta di farla stare male con le loro parole.> al pensiero di quella donna, distrutta dal dolore, bersagliata da quelle voci… il pensiero che si è lasciata andare così tanto fino ad ammalarsi e finire in ospedale. Prova un intenso dolore, eppure non ha mai pensato nemmeno per una volta di odiare quelle persone. <Col tempo, con le mie gesta, dimostrerò loro che non sono come mio padre.> sicura, espressione dolce e determinata. Le successive parole del giovane, riguardo la sua scelta di vita, la rende felice. Il sapere che la vita umana per lui ha non ha prezzo, è la cosa che più le da gioia. <Anche per me la vita umana è qualcosa di molto importante. Io vorrei solo poter essere di aiuto e salvarle le persone… tutte. A partire dal villaggio, da tutti coloro che lo abitano, i miei cari, gli innocenti. Ma lo penso per tutti, anche per chi abita altrove e anche per chi… viene ritenuto malvagio, un criminale.> è la prima volta che espone quel suo pensiero a qualcuno che non sia la sua famiglia. <Penso… che noi non abbiamo diritto di togliere la vita a nessuno, nemmeno alla persona più malvagia di questo mondo. Ci sono altre soluzioni, altri tentativi per recuperarli, farli ragionare. I criminali non hanno nessuno diritto di togliere la vita a degli innocenti, ma allo stesso modo non abbiamo questo diritto nemmeno noi… o almeno, così la penso.> un sorriso dolce e triste allo stesso tempo. <Ma sono consapevole che in situazioni estreme… si può salvare se stessi e gli altri solo uccidendo… ma preferirei evitarlo.> sospira, scrolla le spalle e accenna una piccola risata. <Insomma, per questo dicono che fare il ninja non fa per me!> sua madre per esempio è davvero preoccupata per lei. <Ma sarò ninja a modo mio.> ammette, determinata più che mai, mentre lo sguardo si solleva verso il cielo. Ingenua, con una visione forse troppo utopistica, ma è quello in cui crede, ed è quello che porterà avanti. <Ma è solo il mio pensiero.> infine quella sua proposta, alla quale annuisce, entusiasta. <Si, mi farebbe piacere, altrochè!> allenarsi con lui, vedere i suoi insetti… magari, anzi, sicuramente potrà imparare qualcosa di nuovo ed importante. Ma ecco quella sua ultima domanda, persona, molto personale, ma alla quale deve una risposta. <Per trovare mio padre. L’unica mia possibilità è entrare negli Anbu. Voglio trovarlo, farlo ragionare e farlo tornare a casa. Non voglio che venga ucciso, come non voglio che venga negata la possibilità a chiunque di potersi redimere.> la mano si stringe attorno al ciondolo, il cuore soffre e scalpita. Se cozza col suo carattere l’essere un ninja, ancor di più cozza essere anbu, ma a quanto pare lei è ben determinata a cambiare le cose. <A volte le persone scelgono la strada sbagliata perché non è stato insegnato loro altro… a volte perché non vedono altra via. Non mi va che vengano uccisi come animali, ma piuttosto che paghino la loro giusta punizione come si deve, per poterli portare a riflettere e a comprendere.> una piccola pausa e subito dopo porterebbe il viso verso di lui, sorridendo imbarazzata. <Scusa, sicuramente ai tuoi occhi sono solo una sciocca ragazzina che non sa di cosa sta parlando.> e nel giro di un secondo si pente si essersi aperta tanto, temendo una reazione negativa da parte del ragazzo.

00:00 Satoru:
 Pare che ci sia una sintonia particolare fra i due, sintonia che li fa aprire l'un l'altro, sintonia che li unisce in questa serata primaverile. Le parole relative alla madre della ragazza risvegliano in Satoru il lutto per la perdita della sua madre, certo, qua si tratta di una sofferenza mentale e non fisica, ma spesso la mente causa più dolore del corpo, quindi capisce la ragazzina, che è davvero troppo giovane, anche se decisamente più matura della sua reale età, per affrontare una situazione così complessa e pesante, motivo per cui il giovane direbbe in direzione della ragazza. <Sei davvero una ragazza brava e buona, prenditi cura di tua madre, falle capire che non deve ascoltare certe voci> una breve pausa per poi aggiungere ancora. <se avrai bisogno conta su di me, dico davvero> ecco che ora, se l'altra lo permettesse la mano destra del giovane andrebbe ad allungarsi fino a toccare l'altrui spalla, due semplici pacche, un segnale di presenza e di conforto, è solo una quindicenne dopotutto ed il giovane è davvero pronto ad aiutarla se servirà, del resto questo è il suo credo no? aiutare gli altri. Ecco che il giovane ascolterebbe ora il discorso dell'altra sulla morte, un discorso molto profondo che contraddistingue nuovamente la ragazza come intelligente, molto intelligente, discorso che ovviamente un ninja medico non può che condividere, motivo per cui egli andrebbe ora a risponderle, con un tono comprensivo, solare e propositivo. <sagge parole ragazza, la penso esattamente come te, nessuna vita va sprecata> una breve pausa, per poi continuare con un tono leggermente più serio. <anche se, purtroppo, nella mia prima missione il mio compagno di squadra ha ucciso un mafioso che ci ha attaccato> già, un momento doloroso per lui. <per fortuna ho salvato l'altro, dopo averlo messo fuori combattimento ovviamente> una breve pausa ripensando alla missione, per poi concludere. <putroppo non sarà l'ultima volta che vedrò morire qualcuno, ma sarà sempre e comunque l'ultima alternativa e mai la prima>. insomma, la pensano in modo simile, anche su questa faccenda. Ecco che ora il giovane ascolterebbe l'ultimo discorso sul padre di lei, un discorso carico di emozione e sentimento, motivo per cui, il tono del giovane tenterebbe di essere contenitivo e rassicurante. <Non devi chiedere scusa ed ai miei occhi sei molto più matura della tua età> già, davvero. <La volontà di aiutare tuo padre a redimersi ti fa onore, ti dirò di più, se avrai bisogno di un compagno per trovarlo ed aiutarlo, senza commettere violenza, sai su chi potrai contare, non sono un anbu, ma sarò lieto di aiutarti> già, è vicino alla ragazza anche se la ha appena conosciuta, chiamatela empatia se volete. <Ora scusami Yona, ma devo andare, se hai bisogno di me non esitare a cercarmi, per qualsiasi cosa> un'ultima pacca sulla passa, quindi, il giovane, si alzerebbe, lasciando quel loco che tanto ama, con una nuova amicizia e con la consapevolezza che non può e non deve abbandonare la carriera ninja, grazie Yona. [End]

00:15 Tayuya:
  [Monte] Il discorso fra i due sembra parecchio profondo e soprattutto condiviso. Sente la vicinanza dell’altro quando gli parla di sua madre. Parole dolci e sincere, seguita da quella pacca gentile sulla sua spalla, dalla quale lei non si ritrae. Gli sorride, grata per quella sua comprensione, cercando al tempo stesso di provare ad immaginare cosa provi invece l’altro riguardo a suo padre. Non conosce la situazione, non ha idea di cosa si provi ad avere un padre alcolizzato. <Se… ti servisse qualcosa ovviamente anche tu puoi contare su di me. Non so come tu possa sentirsi, con tuo padre… vorrei comprendere meglio per esserti di aiuto, davvero.> può solo immaginare quanto possa essere dura, ed è un pensiero che le procura una fitta al cuore, portandola a provare del vero e profondo dispiacere per il giovane. Ma non aggiunge altro, lascia che le proprie parole vengano dette ed attende quasi con terrore la reazione del ragazzo. Però ancora una volta la sorprende, si riscopre affine e il solo fatto di aver trovato qualcuno che possa comprendere e condividere quel suo pensiero la fa sentire decisamente meno sola. A lui ha confessato quello che prova e quello che vuole fare della sua vita… a lui per primo. Ascolta le sue parole, annuisce, un sorriso dolce e stanco sulle labbra, ma gratitudine negli occhi. <Capisco, penso anche io che vedrò dei morti… e ho tanta paura di essere costretta ad arrivare ad uccidere per sopravvivere. Ma anche se preferisco non usare la violenza, so che a volte dovrà essere necessario.> teme, teme quel momento come non mai. <So che alcuni fanno cose orribili, ma esistono le prigioni, no? Devono comprendere che quello che fanno è sbagliato e nel caso lo sappiano benissimo, allora pagheranno scontando la loro pena.> nessuna vendetta, nessuna ingiustizia. I criminali sono persone come tutte, e a tutti può capitare di prendere strade sbagliate ed errare. Non per questo li giustifica, no. I loro atti rimangono comunque orribili a seconda del reato. Nessuno è superiore ad altri, in nessun caso. <Sai, ora mi sento meno sola, grazie.> ammette sincera verso di lui, più sollevata, più felice. Un’espressione che si fa sempre più raggiante quando lui si offre di aiutarla, un’emozione forte che la porta a sentire delle lacrime di gioia ai propri occhi, che però non scendono. <Grazie. Grazie davvero. Hai un cuore d’oro.> lo saluterebbe dunque, ma lei rimarrebbe un altro po’ seduta… probabilmente mangerà la sua carne secca, sentendosi decisamente meglio grazie a Satoru. [END]

Satoru e Yona si incontrano sulla montagna dei volti. Qui entrambi si confidano l'uno con l'altra e si danno un reciproco aiuto che solleva ad entrambi il morale, rendendoli più determinati e meno soli.