A te la prima azione. I tuoi compagni ti hanno portato e lasciato all’ospedale. Ti trovi al pronto soccorso su un lettino.
L’ospedale è come sempre pieno e, soprattutto, la sezione del pronto soccorso. Medici che corrono di qua e di là con cartelline in mano, assistenti che passano strumenti o che annotano qualcosina sulle loro pergamene. Gente che entra e che esce. Tra di loro si trova anche Keizo Uchiha sdraiato su un lettino e con una ferita piuttosto grave al petto, ferita che si è provocato in una missione. È da poco arrivato, ma un medico è già stato informato della sua situazione e, dopo aver finito in fretta una semplice visita, ha deciso di dirigersi immediatamente dal Genin. I passi si arrestano e la schiena viene piegata per riuscire a prendere un semplice foglietto scritto alla svelta da un tirocinante e che contiene i danni che sono riusciti ad individuare sul ragazzo appena arrivato al pronto soccorso. <Mmh..> Mugugna velocemente per poi schioccare un paio di volte la lingua sul palato. <Keizo, giusto?> E mentre domanda i passi si muovono andando a piazzarsi appena sulla destra del lettino nel quale alberga l’Uchiha. Il medico si presenta come un uomo di media statura moro e con gli occhi azzurri e caratterizzati da un taglio sottile e netto. Indossa un camice bianco chiuso sul davanti, mentre sul naso appoggiano un paio di occhiali quadrati e con la montatura nera. <Allora, che è successo?> E prima di curarlo vuole capire effettivamente dove andare ad agire. [Cure per Keizo]
Inutile dire che la ferita che il ragazzo si è procurato è grave, una ferita al busto che non sembra aver per niente una bella cera. Gli occhi chiari del medico si muovono qua e là sulla figura del ragazzo, andando ad annuire un paio di volte non appena le sue parole gli arrivano alle orecchie. <Capisco.> Commenta per poi andare a lasciare il semplice foglio ad uno dei tanti assistenti che gironzola per l’interno del pronto soccorso, lasciando andare un piccolo sospiro mentre le mani vanno ad arrotolare leggermente le maniche opposte del camice, in modo che non possano in alcun modo dargli fastidio durante l’operazione che deve compiere. <E come hai fatto? Che stavi facendo?> Domande semplici che dovrebbero servire per distrarre il ragazzo mentre le mani del medico vengono poste appena sopra la ferita di Keizo e, dopo aver incanalato il Chakra all’interno di esse ed averle messe l’una sopra l’altra, andare ad applicare quella capacità curativa sul busto dell’Uchiha. [Mani Terapeutiche A] [PV 60 + 10 = 70] [Cure per Keizo]
Gli occhietti azzurri rimangono fisse sulle mani intrise di quel Chakra così particolare, di quel Chakra medico che alberga appena intorno e all’interno di esse creando un alone verdastro che caratterizza quel tipo di energia. La cura continua e gli arti superiori rimangono fermi appena sopra la ferita altrui, sperando di riuscire a curarla al meglio. <Una missione dici?> Chiede, andando a cercare una possibile conferma da parte dell’Uchiha per poi andare a lasciare andare un piccolo sospiro e riprendere a parlare poco dopo. <Immagino tu sia uno Shinobi, quindi.> E nel dirlo va ad allargargli un semplice sorriso, come se in qualche modo capisse cosa vuole dire essere un Ninja. <E come si è conclusa la missione? Non dirmi che ti sei preso questo colpo per niente.> Il tono di voce è rilassato, tranquillo, sebbene usare quel tipo di tecnica così avanza porti via parecchie energie e parecchio Chakra. Le labbra sottili vengono umettate per un paio di volte con un veloce movimento della lingua, mentre la fronte leggermente corrucciata alle sue parole. <Ci vuole ancora un pochettino di tempo, ma dovresti ristabilirti del tutto.> Lo dice cercando di essere il più possibile rassicurante, dopotutto non vuole buttarlo giù ancora di più di quel che sembra essere già.[Mani Terapeutiche A] [PS 70 + 10 = 80] [Cure per Keizo]
È concentrato, su questo non c’è dubbio. Ma la concentrazione del medico sembra avere dei risultati poco dopo. Quella ferita, a poco a poco, sta iniziando a rimarginarsi. Ne manca ancora un po’ per riuscire a curarla del tutto, ma tutto sta procedendo per il meglio e non si stanno creando troppi intoppi. <Ragazzo un po’ più di entusiasmo, alla tua età sprizzavo gioia anche con graffi e ferite su tutto il corpo.> E mentre lo dice un sorriso esuberante si forma sulle labbra del dipendente dell’ospedale per poi scrollare le spalle e lanciare una piccola occhiata al volto di Keizo. Un’occhiata veloce e sfuggevole, dopotutto quello che ha la sua attenzione è la ferita e la cura che sta cercando di portare a termine. <Uhm, beh. Allora non è andata nemmeno tanto male, la missione è compiuta con successo.> Inizia per poi prendere un bel respiro e continuare un attimo dopo. <Forse non da te, ma l’importante è che sia stata portata a termine.> Parole serie che cercano di trasmettere al Genin un significato altrettanto serio. Non si può riuscire in tutto quello che si fa, i fallimenti servono, aiutano a crescere. <Ti da fastidio?> Chiede successivamente a proposito delle mani terapeutiche che sta applicando su di lui per poi continuare a rilasciare quel Chakra che sta curando quella ferita al busto. [Mani Terapeutiche A] [PS 80 + 10 = 90] [Cure per Keizo]
Quella ferita a poco a poco si sta rimarginando, facendo tornare il petto del ragazzo alla normalità, senza quasi più quel segno del colpo che ha ricevuto in missione. Le parole di Keizo non possono che fargli aggrottare per un attimino la fronte. Rimane per qualche istante in silenzio, prendendosi tutto il tempo che gli serve per poter elaborare una risposta decente da dare al Genin. <Ti capisco.> Più o meno è così, anche lui ha fallito delle missioni quando era più giovane ed il suo fisico era in grado di sopportare lo sforzo fisico che missioni di una certa importanza richiedono. <Ma fallire non significa necessariamente perdere.> Sembra l’inizio di un discorso che il medico ha tutta intenzione di portare avanti durante il resto della cura. <Dalle sconfitte si può imparare qualcosa di importante. Impara dai tuoi errori, impara dalle scelte che hai fatto e cerca di non ripetere niente di ciò in un futuro.> Si sente quasi un papà che sta parlando al figlio, ma dettagli. <Sbagliare è umano.> E detto questo lascia andare un piccolo respiro per poi schioccare la lingua sul palato e andare ad assottigliare gli occhietti chiari tenendoli ben posizionati sulla ferita, come se in questo modo potesse osservare meglio gli effetti che la tecnica curativa ha sul busto dell’Uchiha. <È per questo che esistono i compagni.> Commenta all’affermazione del ragazzo, lanciandogli una veloce occhiata e facendogli anche un occhiolino amichevole, come se volesse confortarlo a modo suo. [Mani Terapeutiche A] [PS 90 + 10 = 100] [Cure per Keizo]
Gli occhietti chiari del medico continuano a rimanere su quella ferita che, a quanto pare, è riuscito a chiudere del tutto. Un piccolo sospiro soddisfatto esce dalle labbra sottili dell’uomo per poi lasciare che il Chakra torni a circolare normalmente all’interno dell’apposito sistema circolatorio senza dover più concentrarlo all’interno delle mani. L’alone verdastro a poco a poco scompare e le mani vengono divise e lasciate cadere molli lungo i fianchi. <Abbiamo finito.> Ammette, andando a sorridere tiepidamente contento del lavoro che ha appena svolto. <Hai ragione.> Commenta riguardo le parole di Keizo sul primo fallimento per poi alzare le spallucce e stringerle leggermente. <C’è una prima volta per tutti e per tutto.> Continua con il piccolo e importante discorso che ha iniziato con l’Uchiha. <Ecco, bravo. Il lavoro in squadra è essenziale per uno Shinobi, ricordati che puoi sempre fare affidamento sui compagni, sono lì per quello.> E finalmente sembra aver concluso con i consigli da dare al giovane. <Evita di colpire questo punto nelle prossime settimane e non voglio rivederti al pronto soccorso per un po’, mi raccomando.> Detto questo le gambe si muovono mentre il capo si muove in un leggero cenno di saluto verso il Genin. Può andare tranquillamente, ora dovrebbe essere nuovamente tutto intero. [end] [end NON obbligatoria]